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Edited by DarkSuperSayan - 6/7/2015, 18:20. -
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Ted Carter.
Un nome semplice per una persona che sembrava possedere sempre un’asso nella manica, o per meglio dire in questo caso, nel guantone.
Se c’era una cosa che Agrodon aveva notato nei loro intensi allenamenti, era proprio la rapidità con cui il pugile apprendeva l’arte del fulmine e contemporaneamente affinava il controllo sull’energia.
Al lossodonte c’erano voluti anni per imparare al meglio l’aria, la luce e la terra, mentre se teneva conto di quello che diceva Ted, la sua energia si era rivelata così, improvvisamente.
Certamente Mustang non dubitava sulla sua capacità d’insegnamento, ma gli sembrava tutto fin troppo strano.
Il campione non gli stava nascondendo niente, ma era come se ci fosse qualcosa dietro ad ogni sua mossa, anche se era meglio dire qualcuno.
Era andato in biblioteca proprio per cercare maggiori informazioni su quest’energia e non ne aveva trovate nessuna.
Se questo era già strano, bastava pensare ai movimenti che attuava il pugile durante l’esecuzione delle proprie mosse.
Sempre diversi e con differente dosaggio dell’energia.
Cose del genere riuscivano dopo decadi passati a conoscere bene l’elemento che si controllava e a rigidi allenamenti.
Ma Ted, a detta sua, non aveva fatto nulla di tutto ciò e nel suo caso non si poteva parlare neanche di genio.
Ne era sicuro, c’era qualcosa che sfuggiva ad entrambi ma che eppure era così insormontabile che non poteva non essere vista.
Era come se qualcuno guidasse Ted ogni volta che usava l’energia, era come se ci fosse …
Un tonfo che lo fece trasalire.
Ma che …
Nel voltarsi i suoi occhi si posano su di un’esile umano, dalla carnagione particolarmente chiara, quasi color latte.
Subito iniziò a dimenarsi reclamando i suoi occhiali, i quali, per deduzione, Agrodon pensò fossero quelli caduti poco distanti da lui.
Giovanotto, eccoli quà i tuoi occhiali
Disse il lossodonte tendendo una mano al povero sventurato caduto preda di qualche mattonella fuori posto.
Ma dimmi, stai bene?. -
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Il giovane dall’aspetto umano sembrava già avere fin troppe difficoltà da solo, chiederli altre informazioni prima che si fosse calmato, sarebbe stato come infilare un pugnale di Oromit ricoperto di sale in una ferita già aperta.
Agrodon si limitò a fissarlo quando lui, evidentemente sorpreso, fece la stessa cosa. Lo sguardo spaesato del ragazzo lo mise in soggezione, facendolo sentire per un attimo fuori posto.
Iniziando a frequentare Ted si era ritrovato a girare molto per Laputa, in cui la cosa dei naufraghi sembrava già essere assodata da un po’, non da tutte le parti era in quel modo, come nell’ovest ad esempio, o almeno quello aveva sentito.
Capiva anche che non tutti potevano essere dei sempliciotti dalla mente aperta come il pugile, che si ritrovava spesso a parlare con gente a cui Mustang non avrebbe rivolto neanche l’occhiata più infima. Ma anche il lossodonte aveva sempre pensato che il mondo era bello perché vario.
Ripose un grosso tomo di cuoio scuro nella fessura da cui lo aveva estratto, sulla costola si poteva leggere chiaramente “ Magie elementari: Acqua e Derivati”.
Stranamente il ragazzo lo chiamò per nome e la cosa lo insospettì molto.
Come fosse possibile che lo conoscesse? Se qualcuno gli aveva già parlato di lui, allora perché si era meravigliato appena lo aveva visto?
Doveva aver usato qualche magia per sondargli la mente o l’anima.
”Guardare l’anima delle persone senza il loro permesso, non è molto cortese, specie se ti hanno appena aiutato.“
Afferrò Terremoto, il suo personale martello da guerra, che fino a quel momento se ne era rimasto nascosto dietro la libreria.
Durante la guerra di Ehmuraft, il suo precedente padrone lo aveva usato per sterminare gran parte degli abitanti della capitale, ma adesso che era nelle mani del pilastro bianco sarebbe stato usato solo per fare del bene.
O almeno, ci avrebbe provato.
”Ma dimmi, tu invece come ti chiami?”
Con la grossa mano ricoperta da grigia pelle grinzosa, andò ad afferrare una delle tante sedie della biblioteca, mettendosi poi comodo.
Il martello venne appoggiato al tavolo, in una posizione tale che non cadesse facilmente.
Non era da tutti usare un’abilità come quella di leggere l’anima, sarebbe stato interessante scambiarli due parole in più.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa il ritardo apocalittico
Edited by Blain - 16/8/2015, 11:45. -
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Il nome che il ragazzo portava con sé, era tanto scomodo da pronunciare quanto il precario equilibro con cui teneva sul naso gli occhiali.
Mitsuki Seshin.
Il lossodonte trovò affascinante la differenza di nomi fra il pugile e il giovane, poiché dovevano entrambi appartenente alla stessa razza.
”Beh, quando si ha una buona mente, non serve avere particolari abilità per percepire le intrusioni mentali. Talvolta si tratta di più di logica. Conoscevi il mio nome, eppure ti sei stupito quando mi hai visto. Vuol dire che l’ipotesi che qualcuno ti avesse parlato di me era da escludere. Quindi ho preso in analisi una seconda idea, ovvero che il tuo timore ti spingesse prima a conoscere l’avversario tramite una mossa ben precisa. Per leggere una mente bisogna possederne una forte, che senza offesa, non è il tuo caso. Quindi l’unica altra lettura che poteri fare era attraverso l’anima, che è un sunto della personalità di qualsiasi essere vivente. Per concludere ti sei tradito da solo pronunciando il mio nome prima del tempo.”
Ed era effettivamente in quel modo. Se avesse continuato a comportarsi normalmente, avendo però il vantaggio di conoscere alcuni tratti della personalità di colui con cui parlava, avrebbe potuto avvicinarsi tranquillamente per una discussione pacifica.
”Rimane comunque il fatto che la tua abilità è molto prodigiosa. Hai tempo di sederti e parlarmene un po’, ne sarei interessato.”
Agrodon era un politico, un avventuriero del sapere, un curioso.
Amava le discussioni, a differenza del suo allievo, e trovava gratificante scoprire nuove cose, come se aggiungesse sempre un piccolo pezzo al puzzle della sua mente.
Nella sua vita aveva letto fiumi di parole e montagne di libri, ma niente era gratificante come una sana chiacchierata.
Passò una sedia a Mitsuki sperando che avesse del tempo da condividere con lui.. -
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Con il polpastrello dell’indice si toccò la punta di una delle zanne d’avorio, iniziando un’attenta riflessione sulla domanda di Mitsuki.
Notizie su Endlos?
Proprio una bella domanda a cui rispondere, poiché anche lui vi era relativamente da poco tempo e gli unici luoghi visti erano stati quelli visitati con il signor Ted.
"Allora vediamo. Posso dirti fin da ora che le notizie che ti fornirò potrebbero essere incomplete. Il mio allievo mi ha sempre descritto poco di quello che c'è oltre Laputa, nonostante le mie domande. Sono riuscito però ad informarmi d'alcuni libri."
Con la mano si aggiustò la vestaglia di lino che gli copriva il corpo.
Il solo tatto gli riportò alla mente molti ricordi del suo vecchio mondo. Come quando aveva indossato quella stessa vestaglia il giorno che aveva sposato sua moglie, oppure quando se la metteva per un’importante seduta al parlamento.
Ma quelli erano ricordi, che a breve, avrebbe potuto tastare nuovamente con mano.
”La particolarità di Endlos è che esso, nella sua immensità, è diviso in presidi. Ogni presidio ha la sua morfologia particolare e un suo Alfiere, un governatore che poi fa rapporto al re di questo mondo, situato nella capitale. Vi è il presidio Nord, quello in cui sono arrivato io tramite il Maelstorm. Esso è freddo e ricco di non - morti. L’alfiere sembra essere scomparso, poiché molti libri non riportano il suo nome da un bel po ormai. Non so se il numero crescente di non morti sia collegabile alla sua mancanza. Poi troviamo il presidio Est. Molto più temperato e fertile, ricco di foreste e attività insolite, come un’altopiano dove i fulmini cadano come pioggia. Qui come alfiere troviamo Kalia, la dama azzurra, molto educata e gentile.”
Solo dopo tutto il discorso Agrodon pensò a quanto era stato fortunato nel non ritrovarsi un non morto in faccia, eppure la voce che in quelle lande abbondassero era ben radicata anche a Laputa.
”Ancora i presidi non sono finiti, ma non posso parlare solamente io. Giusto? Perché non mi dici qualcosa di te? Già incontrato qualcuno qui su Endlos? E poi raccontami di come hai acquisito il tuo potere. Mi interesserebbe molto.”. -
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La mente di Agrodon vagliò con cura ogni parola di Mitsuki, come se fosse diventato improvvisamente un investigatore alla ricerca della verità.
Rimase sorpreso della sua innata capacità di controllare gli spiriti e di manipolare gli elementi.
La mente andò subito a ripescare le varie occasioni in cui era stato elogiato dai professori per la rapidità di compressione della magia.
Sorrise nel comprendere che sotto quel punto di vista, Mitsuki, era sicuramente più abile di lui.
"Il percorso per imparare a controllare al meglio un elemento è tosto, non lo nego. Sto riscoprendo queste difficoltà sopratutto sul mio allievo, che vuole sempre fare tutto di testa sua."
Probabilmente se avesse lasciato Ted per più di una settimana da solo, lo avrebbe ritrovato fulminato in cima a chissà quale palazzo.
Nonostante per la sua età fosse più che maturo, era fin troppo avventato e la maggior parte delle cose preferiva lasciarle al caso.
Senza la sua attenta guida avrebbe potuto combinare chissà quale distratto.
”Certamente, d’altronde un patto è tale perché deve essere rispettato …"
Con la pesante mano grigia, si avvolse ancora di più la tunica attorno all’enorme e massiccio corpo.
" … non perderò tempo parlandoti del Presidio Errante, anche perché è quello in cui ci troviamo. A questo punto ne mancano due: Sud e Ovest. Non ho ancora raccolto molte informazioni dell’ultimo, ma posso dire che è tecnologicamente avanzato come presidio, ma non riscuote un grande successo per via di alcuni “Robot”, o almeno così gli hanno chiamati. Quindi l’unico di cui posso parlarti è il presidio del Sud …”
Le dita tamburellarono nervose sul tavolo.
Da quello che era riuscito a capire da Ted era un posto un po vivace, ma le sue ricerche gli avevano dimostrato soltanto il contrario.
E di quei tempi, si fidava più delle sue ricerche che di Ted.
”… una macchia d’olio nel mare di Endlos. Esso è chiamato “Il Presidio della violenza” difatti, nella sua capitale Merovish, ogni giorno vengano commessi gli omicidi più efferati, commerci di parti umane e di schiavi. Il peggio della faccia è concentrato li, per fortuna, e nella città si trova anche il nemico numero uno di Laputa: Bid’Aum. Capisci bene che non è un posto per i deboli di cuore o gli stupidi.”. -
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"Tranquillo Mitsuki, non c'è bisogno che tu tremi. Bid'Aum è stato bandito da Laputa e niente gli potrà far rimettere piede qui."
La mancina grattò velocemente la proboscide, andando a pensare che il tempo a sua disposizione stava finendo. Avrebbe dovuto raggiungere Ted il prima possibile per poter continuare l’allenamento, ma pensò che fosse giusto finire di dare le informazioni al giovane ragazzo.
”Non si direbbe, per via dei cittadini allegri e le numerose istituzioni che vi sono, ma Laputa ha subito una pesante guerra civile, che ha visto scomparire almeno la metà della popolazione. Nè io e né il mio allievo l’abbiamo vissuta in prima persona, ma posso dire che è stato versato fin troppo sangue. Tutte queste colpe sono state addossate a Bid’Aum, il quale è stato subito bandito …"
Chissà cosa avrebbe fatto Carter se fosse atterrato ai tempi della guerra civile.
Probabilmente avrebbe dato una mano a Laputa e a Drusilia, ma se il primo a intercettarlo fosse stato Bid’Aum? Magari il pugile avrebbe subito una forte deviazione dalla propria mentalità e sussisteva anche l’ipotesi, che a causa di questo mutamento, i due non si sarebbero neppure potuti incontrare.
Con sua grande sorpresa, un brivido gli percosse la schiena, scuotendolo nel profondo.
”Adesso penso proprio che debba raggiungere il mio allievo e tranquillo Mitsuki, anche se testardo fa passi da gigante … anche troppo.”
Si alzò dalla sedia, sovrastando il tavolo di nocciolo con i suoi due metri e mezzo d’altezza, soltanto per poter afferrare tranquillamente il martello da guerra, per dirigersi all’uscita.
”Scusa se ti lascio così prematuramente, ma il dovere chiama … a presto."
Ripose i libri che aveva preso e sparì oltre l’angolo della libreria.. -
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