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Il sonno di una spia non era mai tranquillo, anche quando quest’ultima si trovava lontana da una pericolosissima missione. L’addestramento rendeva estremamente vigili e si finiva per dormire con un occhio aperto, perché non si poteva mai sapere quando il nemico avrebbe colpito. Riuscire a prendere sonno non era complicato, il difficile stava nel riuscire a riposare rilassandosi completamente... e per Dimitriy questo era molto complicato. Dormiva, si, altrimenti sarebbe morto, però non riusciva mai a sfruttare quelle ore per scaricare la tensione accumulata. Finiva per mantenerla e al risveglio non si sentiva mai perfettamente riposato e tranquillo. Ma quella notte... c’era qualcosa di diverso nell’aria.
La calma regnava sovrana nella sua stanza sulla Behemoth. Il silenzio era interrotto soltanto dal suono leggero del suo respiro, mentre una luce soffusa filtrava da sotto la porta scorrevole. La testa comodamente poggiata sul cuscino, dormiva sul fianco e la mano poggiava accanto al suo viso... la sua espressione pareva rilassata. L’esterno però non mostrava il tormento presente nei suoi sogni, un tormento che lo faceva soffrire ma allo stesso tempo lo faceva stare bene... era un susseguirsi di gioia e dolore, di amore e odio, che lo abbracciava e gli impediva di dimenticare. Non poteva dimenticarsi di Lei... non ci riusciva proprio.
Anche questa volta Violet era li, con il suo sorriso... con le sue lacrime. Ai suoi occhi non c’era nulla di più bello, per il russo lei era la perfezione. Ne era innamorato, ormai quel sentimento non riusciva a nasconderlo neanche a se stesso... tuttavia il fatto di non poterla avere, di non poterla stringere tra le sue braccia lo faceva star male, un dolore che scavava direttamente nel suo cuore. Un tempo la barriera di ghiaccio che l’avvolgeva avrebbe respinto tutto ciò, ma ormai le crepe erano troppe e troppo grandi per proteggerlo: quella era la vita, nel bene e nel male. Questa volta però il sogno era differente, la psiomante sembrava così reale... così vera.
Senza sapere come, Dimitriy si ritrovò in un mondo bianco, popolato da forme geometriche spezzate, che riflettevano la sua figura e quella della sua amata in una danza infinita. Sembravano quasi i frammenti della sua triste anima. In quel mondo però ogni vincolo imposto sembrava svanito, ogni freno imposto dalla razionalità si sgretolava inesorabilmente, come la distanza che separava le labbra del biondo da quel collo candido e vellutato. Quando questa arrivò a zero, il ragazzo non si ritrasse, anzi, assaporò quel contatto senza allontanarlo, anzi accettandolo.
In quel momento una spallina scivola via, mentre un braccio scivola lento per cingerla appena sotto il suo seno... mentre l’altra mano sfiora appena la fine del vestito. La presa si fece leggermente più salda, andando a sfiorare le forme di lei, per poi fermarsi per un tempo indefinito... generando una sorta di stasi. Ma che di fatto stasi non era, perché il biondo continuò a risalire con le labbra lasciando una scia di baci leggeri, arrivando infine all’orecchio.
Violet...
Un sospiro.
Non chiedermi di fermarmi...
Il tepore di quel sussurro sembrava quasi una supplica. Dimitriy la voleva più di ogni altra cosa, tuttavia era anche molto fragile, bastava davvero poco per farlo unire ai frammenti di cristallo che volavano in quel mondo bianco, fatto apposta per loro due.. -
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Dimitriy sentì un tenue tepore avvolgergli il petto, il sentirsi accettato e non rifiutato lo faceva stare tremendamente bene. Il suo cuore prese a battere leggermente più veloce, lei era li tra le sue braccia e invece di respingerlo, si fece più vicina... tanto che poteva sentire il suo calore. Era appiccicati, stretti in un caldo e tenero abbraccio, che tuttavia nascondeva una certa malizia. I baci sul collo non cessarono e anche l’orecchio divenne una nuova preda, acchiappato numerose volte dalle labbra del biondo. Non riusciva a credere che tutto ciò stesse accadendo per davvero. La razionalità ormai era scomparsa, l’unica cosa che guidava quelle azioni non era altro che l’Amore... e in questo momento nessuno dei due aveva intenzione di respingerlo.
La presa venne meno quando lei decise di voltarsi e finalmente lui la guardò dritta in quegli occhi d’ametista... era bella, in quel momento la cosa più bella dell’universo. Dimitriy si perse ad osservarla, vide quello sguardo e si soffermò su quelle labbra che tanto bramava, ma stavolta non aveva nessuna intenzione di lasciarsele scappare. Ormai erano vicinissimi, lei stretta contro il petto di lui... le mani che delicate si posavano sui fianchi della fanciulla e i loro visi che si facevano sempre più vicini. Infine giunse il segnale che il russo stava aspettando... rispose prontamente, azzerando in un istante la distanza per divorare la dolcezza di quelle labbra. Iniziò con una serie di piccoli baci, per poi aumentare il contatto, approfondirlo per far dischiudere quel piccolo bocciolo di rosa. La dolcezza avrebbe lasciato così spazio alla passione, una passione a lungo costretta in un angolo, ma che adesso poteva finalmente esplodere in quel bacio voluto forse da entrambi... desiderato sicuramente dal giovane Dimitriy.
Il biondo ormai non poteva più fermarsi, voleva di più e continuò a stuzzicarla con le labbra, con la lingua, accecato da un amore che non poteva avere sbocchi nella realtà... ma in quel mondo non vi erano limiti e lui poteva mostrare a lei quanto fosse grande il suo sentimento nei suoi confronti. In tutto ciò una delle mani del ragazzo scese più in basso, forse mossa da una fretta non necessaria... ma scese fino a lambire la fine del vestito, infilandosi timidamente sotto, per poi fermarsi. La lasciò li, lasciò che fosse lei a decidere se poteva continuare... mentre il bacio ormai continuava con sempre maggiore passione. Ogni problema era svanito, ogni logica aveva perso potere. C’erano solo loro, due ragazzi che cercavano l’Amore e almeno in quel sogno... sembravano averlo trovato.. -
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Edited by Zaho's Violet - 15/7/2015, 21:48. -
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Inesperti erano i gesti che guidavano il biondo, ciò era abbastanza evidente. I suoi baci erano ancora acerbi, per quanto si impegnasse davvero in quel che faceva, gli mancavano parecchie basi per potersi definire una persona normale. Ma questo alla fine era Dimitriy: un sicario che conosceva mille e uno modi per uccidere una persona... un ragazzo inesperto che non aveva vissuto gli anni della giovinezza più sincera, più eccitante e incosciente. E per quanto cercasse di dimostrarsi grande, adulto, la timidezza avvolgeva ancora quei gesti all’apparenza semplici, donandogli una sorta di tenerezza. Era impacciato, un aggettivo che di solito non si poteva accostare alla sua persona.
Per questo esitò quando la mano di lei avvolse la sua, dandogli il silenzioso permesso di proseguire... ma lui si fermò ancora, titubante, spaventato dal fatto che lei potesse sfuggire via. Quando però le loro labbra si unirono ancora, finalmente la paura svanì e nonostante quel velo di timidezza, decise di non fermarsi più. In fondo questo era tutto ciò che voleva, tante notti aveva sognato tutto questo, questi gesti e finalmente il suo desiderio più profondo... quello più rovente che non aveva confessato a nessuno, era davanti ai suoi occhi. Era giunto il momento di uscire dal nascondiglio di ghiaccio per mostrare al mondo tutto l’amore di cui era capace.
La mano lenta si mosse, sfiorando la pelle liscia della sua bella. Risalì sul fianco, sgusciò piano dietro per poi risalire sulla pancia solleticandola... per poi muoversi famelica più giù, dov’era proibito. Per tutti ma non per lui, non questa volta. In tutto ciò l’altra mano non restò ferma, accarezzo il braccio di lei e lentamente raggiunse la sua controparte, sfiorandone le dita per poi intrecciarle con le sue. Infine si staccò per un attimo dalle sue labbra, lasciandole un nuovo bacio sul collo e un tiepido sussurro.
Violet... io...
Ed eccolo di nuovo li, il ragazzo timido che aveva bisogno di aiuto... di conferme. Alla fine lui non era nessuno, forse dopo le azioni che aveva fatto in passato non si meritava una simile fortuna, un simile dono tutto per se... ma per una volta, una singola volta nella sua vita voleva pretendere... e voleva lei, non vi era nessun’altra nei suoi pensieri. Voleva donarsi alla psiomante e sperava che anche per lei fosse lo stesso, così decise di dar sfogo ai suoi pensieri.
...ti voglio.
Non era un ordine, erano solo le parole di un ragazzo impacciato davanti al suo desiderio più grande... al suo amore. Non c’erano pensieri maliziosi, perversi o altro: il suo era semplice amore, amore nella forma più pura e genuina. Infine cercò nuovamente quelle labbra, per ritrovare sicurezza, protezione... ricambio d’amore.. -
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Il cuore di Dimitriy batteva forte, ormai le catene di ghiaccio erano state spezzate completamente e il suo petto era ormai sul punto di esplodere. Il freddo era stato sostituito da una calda fiamma che ardeva di passione, eppure nei suoi gesti non vi era una foga animalesca o una semplice voglia di sesso: lei non si meritava nulla di tutto ciò, non era un oggetto. Voleva donarle solo l’amore che a stento riusciva a contenere nel suo cuore innamorato, era talmente tanto che voleva condividerlo con la sua bella... ma non vi era nessuna fretta, essa poteva solo rovinare una situazione così speciale per entrambi. Avevano tutto il tempo del mondo e nessuno poteva disturbarli.
La gioia era tanta, forse troppa. Il russo non era pratico d’amore, di dolcezza... lui era una macchina di morte, dispensatrice di dolore e distruzione. Però sapeva gestire le emozioni e anche se a fatica, riuscì a mantenere le sue azioni misurate, voleva fare di tutto per non farla soffrire e farla sentire a suo agio... non si sarebbe mai perdonato nessun errore, non adesso. Tuttavia la sua dolcezza era ben nascosta, forse era quel piccolo dettaglio a farlo risultare goffo e inesperto, ma voleva riempire le sue mancanze con la sincerità di un amore vero, puro.
Le mani si mossero lente, una risalì il braccio di lei andando ad afferrare delicatamente la spallina ancora sollevata, cosa resa difficoltosa dalla loro grande vicinanza... Violet lo abbracciava con dolcezza, lui si staccò dalle labbra per guardarla dritta negli occhi, allontanandosi leggermente per accompagnare quel vestito al suolo, ammirando la ragazza in tutto il suo splendore. La guardò per lunghi istanti, mordendosi leggermente il labbro indeciso sul da farsi... poi alzò lo sguardo e con le gote leggermente arrossate, con la sincerità di un bambino, disse una parola semplice che mai in quel momento era più azzeccata.
Sei bellissima.
E poi si chinò su di lei, baciandola ancora con passione ma staccandosi subito dopo. I baci scesero ancora una volta sul collo, lenti poi continuarono ad avanzare lungo lo sterno... giungendo poi ai seni, esitando un poco, osservandola ancora ingenuamente quasi... continuando poi con i suoi piccoli baci. Il ragazzo comunque non si fermò ancora, decise di scendere e le sue labbra lo trasportarono fino all’ombelico, decidendo per il momento di concludere li il suo viaggio. Le mani prima posate sui fianchi di lei si mossero, andando ad afferrare quelle più piccole della fanciulla, alzando ancora gli occhi ghiacciati verso l’ametista.
Vieni...
Dimitriy era a terra, quasi in ginocchio e la invitò a raggiungerlo. Era vero, non c’era nulla di romantico in quel luogo, neanche un soffice letto con delle candide lenzuola... però c’erano loro due, due ragazzi che in quel momento si donavano tanto amore: non serviva altro per essere felici.. -
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Dimitriy si morse un labbro, ormai riusciva a stento a trattenersi. La vedeva così bella mentre si chinava verso di lui, con quella pelle candida e liscia che voleva riempire di baci... le labbra da assaporare ancora, infinite volte. Si sentiva così fortunato in quel momento, non gli importava se tutto questo era solo un sogno o chissà cos'altro, voleva fare di tutto per renderlo indimenticabile sia per lui che per lei. Ma per far si che divenisse tale, non doveva avere nessuna fretta e doveva godersi ogni singolo istante di quello scambio d'amore che avveniva in entrambi i sensi... non più in un'unica direzione.
Non vi erano parole per descrivere quel che stava provando, era un'emozione immensa e Violet era come un mare che lento raggiungeva il bagnasciuga, trasportando con se un carico di dolcezza e amore di cui non si poteva fare a meno. Era un mare in cui si poteva nuotare senza sosta, un mare che non stancava ma donava sempre nuove emozioni da accettare senza vergogna, da accogliere senza neanche pensarci. Ed infine la voce di lei era più simile a una melodia, un canto che toccava direttamente la sua anima e spazzava via ogni pensiero negativo. Dimitriy non era più spaventato, non gli importava se era un po' imbranato: la voleva, voleva quelle labbra e voleva la ragazza che l'aveva fatto innamorare... sicuro che era ciò che volesse anche lei. Non aveva dubbi, perché lei era la persona più sincera che conosceva.
Ad ogni modo la fanciulla lo raggiunse a terra, mostrando sicuramente un'audacia maggiore del suo principe, andando a sedersi a cavalcioni su di lui. L'accolse con dolcezza e lasciò che fosse lei a prendere l'iniziativa, mentre si univano nuovamente in un caldo bacio carico di passione. Il russo strinse leggermente le mani, per poi portarle prima ad accarezzarle la schiena e poi a sfiorarne i fianchi, mentre le loro labbra si staccarono ancora per riprendere fiato.
E lui ne approfittò per affondare il viso nel petto di lei, stuzzicandone i punti più sensibili con la bocca, vagando poi con le mani più giù... sfiorandone l'intimità con le dita. Però quei piccoli gesti ormai non gli bastavano più e anche lei se ne sarebbe presto accorta. Il respiro era più intenso e il corpo del ragazzo non poteva più mentire. Tuttavia non le mise fretta, anzi, attese che fosse lei a guidarlo, a fargli capire dove andare. Cercando nel frattempo ancora quelle labbra che tanto bramava, quella bocca che ormai era peggio di una droga. Non pensava più lucidamente, adesso era solo l'amore a farlo andare avanti.. -
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Lentamente la danza dei due amanti mutò forma, lasciando l'innocenza iniziale per muoversi in direzione di una passione bruciante che presto avrebbe avviluppato entrambi, rendendoli infine una cosa sola, la perfezione assoluta. Dimitriy ormai aveva preso fiducia, aveva la sua fiducia e ciò lo faceva sentire bene. Udire la voce di lei mentre emetteva quei sospiri, quei gemiti, era per lui una vera sinfonia... accendevano il suo corpo e lo trasformavano, mostrando quella che era la sua parte più sincera e cristallina. E in pochi istanti i due si ritrovarono vicinissimi, uguali, privi di qualsiasi barriera che gli ultimi abiti fornivano. Pelle contro pelle, cuore contro cuore.
Il biondo sollevò quindi il capo, abbandonando luoghi piacevoli... ma non poteva ignorare il tocco di quelle mani, la sua principessa ne reclamava lo sguardo. E lei sorrise, riempiendo di gioia il cuore del principe. Lui di risposta abbandonò completamente il gelo, arricciando le labbra in un piccolo sorriso... specchiandosi in quegli occhi grandi e intensi, quelli che l'avevano fatto innamorare. Attese un bacio che non arrivò.
Le mani della ragazza si mossero, presero l'iniziativa che fino a quel momento era stata dell'assassino. Una si infilò tra i capelli di platino, l'altra scese giù... raggiunse la zona più delicata e con gesti lenti aiutò l'avvicinamento finale, superando quel confine che da entità divise li avrebbe resi una forma unica, speciale. Sfuggì un gemito dalle labbra del russo, un lungo sospiro che si mischiò a quello di lei che si era fatta sempre più vicina... sfiorando la guancia del suo cavaliere, risalendo poi per cercare la bocca. E finalmente il bacio arrivò, carico di passione e desiderio, generando la scintilla che fece divampare il fuoco del loro amore.
Dimitriy la afferrò per i fianchi, lo fece con delicatezza mentre il suo intero corpo bruciava. Iniziò a muoversi, lentamente, cercando in continuazione nuovi baci, benzina per alimentare un ritmo crescente che avvicinava sempre più i due amanti. Era uno scambio totale di amore, di piacere genuino che non aveva nulla di perverso. E le sussurrò più volte parole dolci, sincere, che dimostravano un affetto infinito. Ne pronunciò il nome altrettante volte, finché il loro amore non giunse al culmine. Il loro sogno era ormai diventato perfetto.. -
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