Dunce upon a Time

Atto II ~ Backstage
[CSV] [LAM]

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    Viaggiatore dei Mondi

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    { Casa degli Specchi }
    Nesrìn | Amon | Khatep | Uriel

    Colpi che si abbattono su pareti di vetro. Cristallo che si spezza con un gemito argentino. Crepe come ragnatele, che si estendono con uno scricchiolio... e poi mani e braccia che emergono da ogni dove- bramose di ghermirvi, mani così numerose e insistenti da rendere inutile ogni resistenza, mani che vi catturano e vi trascinano al di là degli specchi, nelle profondità liquide di neri e silenti flutti.

    Non importa con quanta ferocia il Drago si dibatta e ruggisca, così come è irrilevante la prontezza e lungimiranza del Saggio nel prendere le distanze dalle superfici lucide o la brutale precisione con cui lo Scorpione rifugge il tocco di quegli arti invadenti: alla fine non c'è niente da fare, e persino il caparbio Antico lo comprende, quando ripone il bastone e si stringe al proprio famiglio; venite separati dai vostri compagni e dai vostri affetti, e affondate nell'ignoto...


    { ??? }
    Nesrìn | Amon

    ...e mentre il gelo gli lambisce le membra e le tenebre cancellano il mondo ai suoi occhi, ad Amon pare quasi di ritrovarsela davanti, la sua amata Aisiling: gli rivolge le spalle, ma i suoi capelli rosso fuoco sono inconfondibili; è immobile, ma la sua sagoma si fa sempre più lontana nel buio.

    Ma la determinazione dell'Egiziano è grande, per questo si costringe ad avanzare nonostante la resistenza che sembra opporgli l'aria stessa, e -infine- ci riesce: le sue braccia muscolose la circondano in una stretta rassicurante. O, per lo meno, quello è l'intento: c'è da dire che, visto il contesto e la situazione in cui si trovano, Nésrìn potrebbe reagire in maniera sbagliata a quel contatto improvviso ed inaspettato da parte di un probabile sconosciuto.

    Sia come sia, a cavarvi entrambi dall'ovvio attimo di imbarazzo che segue quel piccolo equivoco, giunge la sensazione opprimente -quasi palpabile- di essere osservati, e basta gettare uno sguardo in giro per comprenderne la ragione e contemplare i nuovi connotati che la realtà ha assunto intorno a voi: vi trovate in una cameretta a metà tra un sgabuzzino e un laboratorio d'artigianato di qualche tipo -l'unica certezza è il disordine, compresi un mucchio di volantini* sparsi per terra-, con una sola porta come via d'uscita, pieno di cianfrusaglie, vecchi mobili, e... bambole.

    jpg

    Bambole di ceramica di pregevole fattura, certo – il problema è che sono piazzate un po' ovunque: disposte sugli scaffali, sopra gli armadi, appese alle pareti, persino sedute dentro i cassetti semi-aperti dei comò; la camera ne è piena, e sono proprio i loro vacui occhi di vetro a trasmettervi quel senso di inquietudine e disagio, ma... deve essere solo soggezione. Non percepite presenze oltre alle vostre, lì dentro. Solo qualcuno -tre entità- al di là della porta.


    { ??? }
    Khatep | Uriel

    Il buio vi circonda, e nel buio rimanete... eppure, in qualche modo, sentite qualcosa cambiare: il gelo che vi ha serrato le membra nella sua morsa sta svanendo pian piano, ma vi occorre ancora un istante, prima di tornare pienamente padroni dei vostri movimenti; man mano che il tempo passa, la vostra vista si abitua all'oscurità, ed oltre ad iniziare a notare i contorni di un rettangolo più chiaro sospeso in mezzo al nero, più in alto rispetto a voi, ad una manciata di metri da dove vi trovate: forse un quadro o una finestra.

    Siete seduti, e -a giudicare dal conforto di cui le vostre ossa godono- su qualche poltroncina anche piuttosto comoda in verità; se foste pratici con il paragone, si potrebbe dire che è come trovarsi al cinema fuori dall'orario delle proiezioni: soli in sala, a luci spente, con Intet in braccio al Lich suo padrone e il Semidio intontito da una nausea crescente...e con qualcuno seduto in mezzo a voi due.

    Per un attimo, siete comprensibilmente raggelati da quell'epifania, perché potrebbe benissimo trattarsi di qualche mostruosità del nemico, ma... un crepitio elettrico -familiare per il Saggio di Palanthas- rischiara per un intervallo di pochi istanti un punto sopra le vostre teste, permettendovi di scorgere nelle tenebre dei contorni più o meno familiari.

    « ...state bene? »

    A quanto pare, almeno nell'immediato, potete tirare un sospiro di sollievo:
    per fortuna, è solo Brifos...!

    Towards the Gate

    Benvenuti alla Fase 2 della Notte della Prima!

    Giunti a questo punto, posso rivelarvi l'altra funzione dei Pagellini:
    il Ripristino Energie, che seguirà i seguenti criteri.
    - Media-Voto tra 3 e 3.5: Siete ancora vivi: Congratulazioni!
    - Media-Voto tra 3.6 e 4: + 5% di Mana
    - Media-Voto tra 4.1 e 4.5: + 15% di Mana
    - Media-Voto tra 4.6 e 5: + 20% di Mana

    *Nel punto in cui vi risvegliate, vedete sparsi per terra dei foglietti di carta patinata che hanno tutta l'aria di essere volantini: pubblicizzano una Chiromante di nome “Madame Endora”, che darebbe oracoli su passato, presente e futuro, ed esaudirebbe desideri. Maggiori informazioni, nell'apposito regolamento. [Link]

    Istruzioni Extra - se siete dotati di Auspex, potete percepire vicendevolmente le vostre presenze: Nésrìn e Amon, dal laboratorio, sentono le tre presenze degli altri al di là della porta; Uriel e Khatep potrebbero percepire le presenze degli altri due al di là del “rettangolo” che possono intravedere nel buio.

    Visto il periodo estivissimo e vacanziero, la scadenza di questo primo turno è molto larga:
    avete tempo fino al 10 agosto. Se postate prima, andremo avanti e guadagneremo tempo;
    se avete problemi perché non avete un PC, avvisate in bacheca :pazz:

     
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    NESRÌN ▪ SCHEDA

    Il ritorno al mondo della veglia di Nesrìn fu accompagnato dal buio a dal silenzio. Un silenzio tombale. Era forse morta? No... sentiva il suo respiro, percepiva le sue membra affaticate, ma comunque sane e ancora tutte d’un pezzo, adagiate sul freddo pavimento. Era viva... era confusa. Non spaventata. Era sopravvissuta all’incubo e questo le bastava. Era solo un po’ spaesata... e incredula. Dopo quell’orribile uscita di scena si era aspettata di tutto, tranne che finire faccia a terra chissà dove e senz’alcun graffio, come se nulla fosse accaduto. Non era nemmeno legata... semplicemente era riversa al suolo, libera di muoversi e soprattutto di alzarsi in qualunque momento.

    D’accordo, quel silenzio innaturale la preoccupava un pochino, ma almeno poteva scappare o attaccare al minimo accenno di pericolo, qual’ora si fosse reso necessario. A proposito di pericolo, non sembrava esserci alcun nemico nelle vicinanze, in agguato nel buio, e quel silenzio agghiacciante pareva essere più il frutto della sua legittima agitazione -e paranoia- che presagio di sventura. Quell’incubo l’aveva messa di cattivo umore, non era da lei stare così in allerta, il drago era superiore a certe cose... o forse era solo una questione d’orgoglio. Orgoglio che ora le stava intimando d’alzarsi, il drago che le ruggiva che non era quello né il luogo né il momento adatto per riposare.

    Senza il minimo sforzo, la rossa s’alzò in piedi, chiedendosi nel frattempo come per la Fiamma fosse arrivata lì. Saettò con lo sguardo ad osservare l’intera stanza, aspettandosi di trovare chissà quali terribili strumenti di tortura ad attenderla, e invece vide solo volantini sparsi per terra e... bambole. Bambole ovunque. Strabuzzò gli occhi, incapace di dare un senso a quella scena surreale, che in qualsiasi altra occasione l’avrebbe tranquillizzata, ma che invece calata in quella cornice da incubo non fece altro che aumentare la sua confusione... e inquietudine. Svegliarsi in quella che sembrava a tutti gli effetti la stanza da giochi di un bambino, nel bel mezzo di quell’orrore a cielo aperto, stonava con ogni scenario possibile ed immaginabile che la focosa si sarebbe aspettata di trovare oltre i confini della barriera.

    Muta inquietudine che ben presto si trasformò in un sonoro ruggito, appena la rossa percepì un paio di braccia muscolose strusciarle contro i vestiti e cingerle i fianchi. Una stretta che, in quell’attimo di panico, le sembrò fin troppo simile alla stretta di quelle stesse mani che l’avevano trascinata nell’abisso. Il viso ferino contorto in un ringhio animalesco e occhi che spillavano fiamme, la reazione della focosa fu tanto aggressiva quanto violenta. In uno scatto fulmineo, dettato più dall’istinto che dalla ragione, dalla paura d’essere caduta nella morsa del nemico, la sinistra della focosa saettò contro il volto dello sconosciuto per menarlo a dovere, per allontanarlo da sé, la destra avvolta dalle fiamme, pronta a carbonizzare... merda, aveva già visto quella faccia! Era nella sala degli specchi!

    Occhi fuori dalla orbite, e pensieri confusi a sciamarle nella testa, la metadrago cessò all’istante ogni forma d’ostilità. Quel tizio non l’aveva mai visto, ma sapeva che era un alleato. Ne era certa, l’aveva intravisto di sfuggita nella sala degli specchi, in compagnia di una volpe... una volpe che camminava come un uomo. Nulla di strano, ormai alle stranezze c’era abituata. In verità, l’unica cosa che le appariva strana in quel momento era proprio l’inaspettato gesto d’affetto di quell’uomo nei suoi confronti. Che fosse un pervertito, o semplicemente desiderava passare i suoi ultimi istanti di vita fra le braccia di una donna? O forse era solo molto felice di vederla? O di essere vivo?

    La tensione che iniziava a scemare, e il volto ora più rilassato, la rossa si lasciò sfuggire uno sbuffo di fumo, prima di chiedere scusa alla sua maniera allo straniero che si era preso tanta confidenza con lei.

    Per la Fiamma, ma che ti prende?! Vuoi morire giovane?!

    Niente presentazioni, niente baciamano... niente tatto. Dritta al punto. Mica si era spaventata! E non stava cercando di nascondere l’imbarazzo fingendosi offesa! Era solo un po’ sorpresa, tutto qui!

    Incrociò le braccia al petto e proprio in quell'istante vide tre fiammelle rosse danzare oltre la porta. Ignorava chi ci fosse ad attenderli nell’altra stanza e il viso ferino si corrucciò in un ringhio soffocato.

    Abbiamo compagnia.

    Non aggiunse altro. Lo sguardo di fuoco fisso su quelle tre fiammelle. La lingua biforcuta che usciva dalla sua prigione bianca a saggiare l’aria. Era calma, ma era pronta a scattare al minimo accenno di pericolo.

    codice role © Hellsing~ NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Energia: 75%
    Stato fisico: qualche livido di trascurabile entità.
    Stato emotivo: confusa.

    Passive:

    Anima di Drago [Passiva d'Immortalità - ONLY GDR]
    Ali di Drago [Passiva di Volo] Occhi di Drago [Passiva di Vista Potenziata]
    Infravisione [Passiva di Vista Termica] Scurovisione [Passiva di Vista Notturna]

    Inventario: Lame Gemelle.



    Edited by Red Jenny - 30/7/2015, 21:32
     
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    E così sei stato sconfitto. Ancora. ”,
    lo redarguisce ancora quella voce.

    Il tono è canzonatorio, atto a provocarlo nuovamente e per il puro gusto di farlo, al solo scopo di provocarlo. “ Qualche arto di troppo e vi siete lasciati sopraffare senza riuscire a menare un solo fendente. Poteri al di là di ogni immaginazione che si sono arresi ad un manipolo di scagnozzi che non hanno fatto altro che fagocitarvi in una pozza d’oscurità. Che dire: complimenti! ”, continua con il solito tono saccente, di chi sarebbe riuscito a fare sicuramente meglio in una situazione disperata come quella; con il tono spavaldo di chi non teme niente e nessuno, sporcato soltanto dall’orgoglio ferito per la sconfitta appena subita.

    Perché per quanto stesse cercando di provocarlo ed umiliarlo con quelle parole, il primo a sentirsi ferito era proprio colui che le stava pronunciando.

    Dov’è finito il tuo spirito combattivo? Dov’è finito il tuo orgoglio di guerriero? Ti hanno attaccato in casa e ti hanno trovato indifeso, neanche fossi un bambino. Hanno rapito la tua donna, ti hanno umiliato ed avvelenato: persino i poteri di cui vai tanto fiero si sono rivelati inutili. Ancora. ”, sottolinea con accento marcato quell’ultima parola, lasciando trasparire tutta la frustrazione del momento. “ E tu ti definisci ancora uomo? Saresti ancora in grado di rivolgerti a te stesso con l’appellativo di ‘ guerriero ’?
    Patetico.
    ”, bofonchia.
    Si lamenta.

    E Amon non può fare altro che ascoltare inerme, privato di ogni volontà.
    Sguardo assente in quel mare d’oscurità, così freddo da gelare persino le ossa; brividi attraversano il suo corpo, ricordandogli di non essere abituato ad un clima così rigido portando alla sua memoria il tempo trascorso in Egitto, prima, e nel bosco, poi.
    Ma lo Scorpione non intende restare a guardare la sua disfatta ed il cuore del guerriero ha un sussulto; il battito diviene più veloce ed incalzante. Lo Scorpione è adirato.
    Ti brucia, vero? Sei una bestia ferita, ma sento ancora la voglia di combattere: tutta questa situazione ti ha eccitato, non è così? Questo potere soverchiante non ti spaventa, io lo so bene: a te piace doverti confrontare con questi mostri. Eri stanco della pace e dopo i tumulti della rivolta ad Ovest, questa era l’occasione che aspettavi per risvegliarti.
    Per risvegliarmi dal torpore.
    ”, aggiunge di nuovo la bestia.

    Amon ascolta, ma non dice nulla.
    Ma sa che è vero. Sa che ha ragione.
    Una strana luce gli brilla negli occhi.

    E allora cosa aspetti? Brucia la tua rabbia, la tua frustrazione. Tramutale in forza.
    Non è forse questo che ti è stato insegnato? Non trattenerti, non farlo mai più d’ora in avanti: divelti i sigilli che ti sei imposto, sarà tutto più semplice.
    ”, continua a tentarlo.
    La vedi? Lei è lì, davanti ai tuoi occhi: afferrala!
    Gli ordina.

    E lei è li, ad attenderlo di spalle.
    Il torpore svanisce.

    Svegliati!

    […]

    Aisiling era lì davanti ai suoi occhi, dandogli le spalle, ma quei suoi capelli rosso fuoco erano inconfondibili. Era lei, non aveva alcun dubbio a riguardo e rimase stupito nel constatare il posto dove era riuscito a ritrovarla: accecato dalla disperazione per la – ennesima – sconfitta così miserabile, mai si sarebbe aspettato di vederla in quell’oscurità. Era ferma, immobile: gli sarebbero bastati non più di un paio di passi per raggiungerla e già il suo cuore sembrava essersi rasserenato, pur continuando a restare in pensiero per il compagno disperso. Immobile com’era, però, gli era impossibile raggiungerla e la sua sagoma aveva cominciato ad allontanarsi senza che lui potesse fare alcunché. “ Aisiling! ”, la chiamò cercando di attirare la sua attenzione, cercando di muoversi e di liberare le braccia da quell’immobilità forzata cui era stato costretto, ma ella sembrava non averlo sentito. “ AISILING! ”, le gridò allora con quanto fiato aveva in gola, nella speranza che potesse sentirlo e fermarsi. Forse il luogo non consentiva una buona distribuzione del suono e nonostante avesse urlato con quanto fiato aveva in gola il suo nome, ella non l’aveva sentito. ‘ Svegliati! ’ Un imperativo gli intimava di svegliarsi, darsi una mossa: un ordine incontrovertibile verso il suo corpo – e la sua mente – affinché potesse muoversi finalmente e prendere in mano la situazione. Era arrivato in quel posto maledetto solo per cercare la sua donna ed ora che ce l’aveva davanti niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo o avrebbe potuto dividerlo da lei. “ Ora che ti ho qui davanti a me, non permetterò a niente e nessuno di tenermi incatenato. Non sia mai detto che Amon sia un debole o un pavido: io ti raggiungerò, dovessi bruciare anche me stesso pur di riuscire a sfiorarti anche una volta soltanto! ”, disse pompando i suoi muscoli, cercando di strattonarsi da quella situazione di stallo. E nonostante qualcosa continui ad impedirne i movimenti, lui riesce a muovere un primo e timido passo, seguito poi da un altro e da un altro ancora sempre più determinato. “ Avanti, non è la prima volta. È questa la mia forza? È questo il mio limite? ”, continuava a darsi forza, ammonendo la sua debolezza momentanea tramutandola in determinazione e volontà. “ No, io non ho alcune limite. E se anche ne avessi qualcuno, lo supererei senza alcuna esitazione. Avanti: muoviti! ”, si auto-ordinò cominciando a muoversi sempre più velocemente sino ad agguantare la rossa, con un abbraccio vigoroso eppure rassicurante, come a voler farle capire che non aveva più nulla da temere e che da quel momento in avanti avrebbe pensato lui a tutto. Una mezza verità, visto che aveva tastato con mano più d’una volta quanto il nemico fosse potente e quali fossero i suoi mezzi d’offesa; una rassicurazione anche per sé, visto che da avrebbe dovuto pensare non solo sé stesso o alle sorti dell’amico Mugen, ma anche alla salvaguardia di Aisiling. Poco importava comunque: ora l’aveva ritrovata e l’avrebbe difesa a costo della sua stessa vita. “ Aisiling, finalmente ti ho ritrovata! ”, esclamò posando le labbra sulla sua nuca e sentire il profumo dei suoi stupendi capelli rossi. Ad essere sinceri, però, la reazione che ne seguì esulava completamente dalle aspettative.

    Senza neanche rendersene conto, si ritrovò ad essere schiaffeggiato con la sinistra sulla guancia destra che si arrossò visibilmente portandolo persino a girare il volto verso il lato opposto, tanto era l’impeto con il quale era arrivato. Fu proprio quello schiaffo a risvegliarlo dal sogno che aveva appena fatto ad occhi aperti, ingenerando sorpresa: quella donna non era Aisiling! “ Ma veramente, io- ”, tentò di giustificarsi una volta scoperta la verità con la mano destra a massaggiare l’omonima guancia, ancora indolenzita per lo schiaffo ricevuto. “ Devi perdonarmi: somigli molto ad una mia carissima amica, vittima di questi mostri. Sono venuto qui con il mio amico Mugen con l’intento di liberarla, ma purtroppo ci siamo trovati invischiati in qualcosa di più grande di noi come hai potuto vedere. ”, le disse ancora, cercando di giustificarsi per lo spiacevole equivoco che li aveva visti coinvolti. “ Il mio nome è Amon e vivo nel bosco di Kijani Fahari nel Presidio Ovest. ”, concluse prima di rendersi conto di sentirsi osservato. Istintivamente richiamò a sé l’Occhio di Ra per scorgere minacce ed insidie presenti nella stanza, ma l’unica cosa della quale poté rendersi conto fu la presenza di alcune bambole insieme a diverse cianfrusaglie, vecchi mobili ed un mucchio di volantini buttati qua e là in giro per quella sorta di sgabuzzino o laboratorio d’artigianato; quella stanza era un cumulo di disordine senza eguali, persino più della sua stessa stanza. Preso com’era dalla situazione di pericolo – ormai costante all’interno di quegli spazi – non s’era neanche premurato di mettere al corrente la ragazza dei mutamenti che aveva mostrato il suo viso una volta utilizzata la sua abilità oculare: le vene intorno agli occhi e sulle tempie s’erano gonfiate pompando più sangue, nonché la sua energia e gli occhi avevano perso il loro consueto colorito verde foglia, lasciando spazio ad un colore lucido e perlaceo. Si abbassò per un momento, raccogliendo uno dei volantini lì presenti che pubblicizzavano una chiromante, una sorta di oracolo, di nome ‘ Madame Endora ’ capace di esaudire desideri e fornire divinazioni su passato, presente e futuro. “ Hai visto questa roba? Tu ci credi? ”, chiese alla sua compagnia di sventura indicandole il volantino che aveva in mano e porgendogliene un altro affinché lo prendesse e lo leggesse a sua volta; quanto al suo, decise di ripiegarlo e di metterlo in una delle tasche del suo mantello: si trattava di informazioni e le avrebbe utilizzate al momento opportuno – nel caso. Quanto alla sensazione precedente di sentirsi osservato, doveva ammettere che non gli era affatto passato il sospetto che potesse esserci qualcuno nascosto nella stanza: la presenza di tutte quelle bambole, di quei fantocci di pregevole fattura artigiana, con gli occhi puntati su di loro continuava a lasciargli i brividi: tutto in quella stanza poteva rappresentare un’insidia da non dover sottovalutare, ma in un certo senso l’istinto cercava di mediare quella sua sensazione. Dopotutto i suoi occhi sembravano non aver rivelato alcunché di pericoloso, ma già una volta si erano rivelati fallaci pertanto gli mancava la totale sicurezza di poter dire di essere al sicuro. E, in effetti, furono le parole della donna ad attirare la sua attenzione: doveva aver percepito qualcosa.

    Rivolgendo direttamente lo sguardo ove stava guardando la donna, non poté fare a meno di notare al di là della porta la presenza di tre sistemi circolatori differenti: non erano da soli, proprio come aveva detto lei. “ Vedo, vedo. I miei occhi vedono unicamente loro tre: qui dentro non c’è niente che possa farci del male, ma altrettanto non posso dire di coloro che si trovano al di là della porta. ”, le rispose cercando di fornirle dati parziali derivanti dalla sua analisi del territorio. “ Molto probabilmente ci troviamo in un magazzino o nella bottega di un artigiano, vista la presenza massiccia di queste bambole. Ad una prima occhiata non sembrano essere dei manufatti, ma dei semplici oggetti di gioco o di ornamento: ora come ora potrei dire tranquillamente che la stanza sia sicura, molto più che nella stanza degli specchi dove eravamo prima. ”, proseguì cercando di sviscerare quanto più possibile la situazione, “ Ma se anche loro possiedono dei poteri simili ai nostri, purtroppo ci avranno già individuati e staranno già pensando ad una contromossa. In occasione diversa, mi sarei prodigato a sfondare la porta e sfruttare l’effetto sorpresa per uccidere chiunque si trovi nell’altra stanza; in questo posto, però, ho imparato che la prudenza non è mai troppa. ”, aggiunse pensando che fosse qualcosa di logico da dedurre. Si avvicinò alla porta, tentando di rassicurare la ragazza come a voler dire ‘ ci penso io ’, senza provocare alcun danno come invece aveva già pensato. “ Guarderò al di là di queste pareti e scandaglierò la stanza, cercando di individuare ed identificare le tre entità che abbiamo intravisto. In movimento la mia capacità si riduce considerevolmente, ma da fermo dovrei riuscire ad avere un margine superiore di visione. Se dovesse succedere qualcosa e dovesse mettersi male per noi io lo saprò subito e noi potremmo correre ai ripari. Sai, i miei occhi sono speciali. ”, concluse ammiccando un sorriso per cercare di infonderle tranquillità… anche se c’era davvero poco da stare tranquilli in una situazione come quella. D’istinto portò la mano sinistra ad impugnare l’elsa della sua spada, mentre con gli occhi cominciò a guardarsi intorno ed a carpire quanti più particolari possibili dell’altra stanza, salvo poi concentrare la sua attenzione sulle entità li presenti e guardare al di là del loro flusso circolatorio, dando un volto a quell’energia che solo i suoi occhi potevano vedere. In questo modo non solo avrebbe potuto carpire importanti informazioni, ma sarebbe riuscito anche a capire quali fossero le intenzioni degli ospiti della stanza di fianco alla loro.


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    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 60% + 5%* = 65%
    *per media voto
    Status Fisico ~ Ancora convalescente, ma grossomodo sta bene; il veleno è stato debellato quasi completamente, ma necessità di ancora un poco di tempo per smaltirlo completamente. Illeso dall'attacco della succube, ma acciaccato dalla caduta: nulla di compromettente, comunque, se non qualche livido. Guancia rossa, ed avvelenamento ormai in fase di smaltimento.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “Lama del destino” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “Lama del destino” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “Oracolo della morte” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘manico’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “Aculei dello Scorpione” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine. [5/5]

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“Occhio di Ra”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “Respiro divino”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“Occhio di Ra” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “Respiro divino” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “Respiro divino”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “Respiro divino” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall' “Occhio di Ra” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“Occhio di Ra” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “Respiro divino” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “Respiro divino” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “Respiro divino” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“Occhio di Ra” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“Occhio di Ra” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “Respiro Divino” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“Occhio di Ra”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “lettura” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “lettura” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza.
    [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ il post, idealmente, è diviso in due parti: la prima, centrata, è una sorta di excursuss interiore per quella giusta contrapposizione che ho voluto dare allo Scorpione e ad Amon. In questo caso, c'è una sorta di comunione di intenti per uscire dal torpore di una situazione disperata comunque ad entrambi. La seconda, invece, è il post vero e proprio: mi becco lo schiaffo, cerco di giustificarmi e razionalmente presento la situazione alla mia compagna d'avventure cercando di propinarle quante più informazioni possibili. Nel finale l'idea è quella di spiare l'altra stanza e cercare di guardare al di là delle pareti in modo compiuto, dando forma e volto ai personaggi al di là della stanza: Amon conosce infatti Khatep ed ha intravisto Uriel e Brifos nella stanza degli specchi. =)

     
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    Oscurità.

    Non gli era mai piaciuta l’oscurità, in essa si erano sempre nascoste creature dai propositi malevoli e con le quali raramente le persone normali hanno piacere di trattare, soprattutto perché ciò generalmente si traduce in un massacro a senso unico.
    Il loro potere gli consentiva di combattere il buio e tutte le sue creature, ma comunque non gli piaceva, se non fossero stati perfettamente in grado di controllare il proprio timore in virtù di una volontà possente e di una intelligenza torreggiante si sarebbe quasi potuto dire che Khatep e Intet avevano paura del buio, ma naturalmente ciò sarebbe stata una sciocchezza.

    Si ritrovavano seduti cercando di scrutare l’ambiente nel quale erano finiti, percepivano chiaramente altre quattro presenze: due lì vicino e due poco più distanti.
    La situazione indubbiamente non era delle più rosee, avrebbero potuto essere nemici o qualsiasi altro tipo di diavoleria demoniaca, rifletterono mentre scandagliavano la stanza con i loro sensi pur rimanendo perfettamente immobili.
    In fondo essendo lui un lich non c’era modo di distinguere se fosse cosciente o meno, dato che finchè era privo di sensi non era stato attaccato rimanere immobili a valutare la situazione pareva la soluzione più indicata.
    Almeno questo fu il suo flusso di pensieri fino a quando una scarica di scintilla illuminò brevemente i due individui che aveva accanto, uno lo conosceva relativamente bene e l’altro l’aveva visto nella sala degli specchi, rimaneva l’incognita di chi fossero le altre due presenze.

    ...state bene?


    Una mano andò ad accarezzare il cranio scheletrico del piccolo drago mentre l’Antico rispondeva alla domanda del colosso blu.

    Bene potrebbe non essere esatto: separati dagli altri, in un luogo che non conosciamo e con altre due presenze qui vic…


    Per la Fiamma, ma che ti prende?! Vuoi morire giovane?!


    Nesrìn.
    La voce di quella donna era assolutamente inconfondibile e per quanto la possibilità che fosse stata copiata per farli cadere in inganno, difficilmente un demone avrebbe potuto imitare le sue intonazioni irruente e ribollenti di emozione.

    Con uno scatto il vecchio lich si alzò dalla sedia, continuando a parlare in modo che la sua voce giungesse fin dall’altra parte della porta e Nesrìn capisse che non si trattava di altri che del Comandante Blu.

    Rimane il fatto che siamo separati dagli altri e potremmo essere gli unici sopravvissuti.


    Esordì cercando di aprire la porta che li separava dalla sottoposta.

    Mana: 80%

    Bastone del Serpente: Bastone a foggia di serpente
    Collana di Setep: Identifica attacchi psionici
    Mantella con Cappuccio:
    Borsa di Pelle:
    Maschera dei Mille Volti: Capacità di travestimento illusorio
    Aeris Mappa: Indica la posizione degli aviatori su Endlos
    Frammento di AI: Dispositivo di comunicazione tra aviatori
    Servitori Nonmorti


    Intet, il Sognatore:
    -Legame Telepatico
    -Zanne e Artigli
    -Ali
    -Capacità di vedere la magia
    -Vera Forma



    Poteri e Abilità


    Sommo Sacerdote Liche: No organi interni, immune alle malie, anima non imprigionabile
    Immortale: Immortale
    Collettore Magico: +10% mana
    Scrutare l’Anima: Capacità di vedere le anime entro 30m
    Conoscenze Enciclopediche: Bonus in informazioni dato dal QM
    Incantesimi Riflessi: Cast dalle evocazioni
     
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    Le palpebre del semidio si aprirono lentamente mentre cominciava a riprendere i sensi. Le spire gelide che fino a poco prima lo avevano stretto nella loro morsa stavano allentando la presa fino a svanire del tutto. Ciò che il semidio vedeva ancora, però, era l'oscurità che circondava il paesaggio tranne che per un rettangolo che appariva più chiaro e che subito saltava all'occhio.

    Man mano che riprendeva controllo di sé, si accorse che fisicamente era ancora tutto intero, mentre non si poteva dire altrettanto della sua psiche. Quella nausea che aveva provato da quando era entrato a Kisnoth andava e veniva continuamente, e ora pareva addirittura crescere.
    Ma non era finita lì. Percepiva due presenze sedute di fianco a lui, e il suo Auspex glielo confermava. Così, preso dal panico e ancora intontito, il ragazzo stava per alzarsi di scatto per identificare le due figure quando un crepitio lo anticipò illuminando i due volti. Se avesse consultato meglio il suo Auspex si sarebbe accorto che quelle due anime le conosceva bene: erano Brifos e Khatep.



    ...state bene?



    Tirò un sospiro di sollievo.
    «Sto bene, grazie. Solo un po' di nausea dovuta all'oscurità di questo posto.»
    Doveva ammettere di essere contento che Brifos si trovasse lì con loro. Avere al suo fianco una Corona di Palanthas lo tranquillizzava non poco.
    Ora che il suo animo si era tranquillizzato, Uriel percepì chiaramente altre due presenze al di là di quel rettangolo luminoso, costringendolo a voltare lo sguardo e la sua attenzione verso di esso o -più precisamente- ciò che stava oltre.
    «C'è qualcuno.»



    njfNZn5




    AiqaIp8


    Status fisico: stanco
    Status psicologico: nauseato

    Energia:

    ██████████████████████ 70%

    Equipaggiamento:

    » Uranus: Spada della lunghezza di un metro e mezzo.
    » Diario : Un comune diario.

    Abilità Passive:

    » Expanded Mind: Memoria illimitata, +10% energia, Instant-casting
    » Innocent Aura: Auspex spirituale
    » La voce della Saggezza: Aura di carisma

    Abilità Attive:


    Note:


     
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    { ??? }
    Khatep | Uriel

    Seduto nel buio, il trio di intellettuali non può fare a meno di scrutare le tenebre fonde -che li circondano come un sudario-, tendendo l'orecchio ad ogni più piccolo rumore: sanno che non soli, perché due presenze sostano proprio al di là della parete con la finestrella che si prospetta davanti a loro, ma l'incertezza che possa trattarsi di amici o di nemici li induce all'immobilità e alla cautela.

    «Sto bene, grazie.»
    ripresi i sensi, il Semidio risponde alla domanda posta dal Raitei
    «Solo un po' di nausea dovuta all'oscurità di questo posto.»

    “Bene” potrebbe non essere esatto.
    sentenzia la Mummia, carezzando il famiglio accoccolatoglisi in grembo
    Separati dagli altri, in un luogo che non conosciamo e con altre due presenze qui vic…

    «C'è qualcuno.»

    Per la Fiamma, ma che ti prende?! Vuoi morire giovane?!

    La voce di una donna interrompe l'analisi del quadro generale, ed è nel riconoscerla che l'Antico scatta in piedi -via dal suo sedile- e si dirige verso la porta senza alcun tentativo di celare né la propria presenza né la propria voce; così...


    { ??? }
    Nesrìn | Amon

    Stranita dalla vista delle inquietanti bambole -che la fissano di rimando con vuoti occhi di vetro-, la Rossa resta assorta per qualche istante nei propri pensieri: ripensa all'orrore di cui è stata testimone in mezzo alle vie di Kisnoth, ai compagni LAM con cui ha varcato la Barriera chissà quanto tempo prima, al grottesco nemico che hanno dovuto affrontare, alle emozioni che l'hanno pervasa quando...

    Aisiling, finalmente ti ho ritrovata!

    Una voce maschile le sfiora dolcemente l'orecchio, labbra gentili le si posano sulla nuca in un bacio caloroso, e braccia forti le cingono spalle e fianchi, e... immediatamente un ruggito le risale la gola; mani estranee percorrono la sua schiena in un gesto affettuoso di rassicurazione, ma gli occhi dorati della donna scintillano di furia per quel contatto non richiesto, perché l'adrenalina è una molla già compressa all'inverosimile, e il Drago non è certo famoso per la sua sopportazione e pazienza: quel gesto, figlio di un casuale scambio di persona, è solo l'innesco che la fa scattare.

    La reazione della Focosa è violenta: si rigira in quella stretta, la destra è già avvolta da un alone di fiamme, ma il primo colpo lo sferra con la mancina -ad altezza viso- per allontanare il misterioso aggressore; tuttavia, ciò che si trova davanti non è un mostro di quel Circo dell'Incubo, bensì un ignaro giovanotto umano che incassa molto bene il ceffone, seppur con l'aria interdetta di chi è appena stato investito da una secchiata gelata... e la cosa sospende immediatamente ogni ostilità, ma di certo non basta a placare i bollenti spiriti del Drago – ancora sul chi vive.

    Per la Fiamma, ma che ti prende?!
    sbotta contro di lui, incrociando le braccia al petto
    Vuoi morire giovane?!

    Ma veramente, io-
    costernato, l'Egiziano non sa bene cosa dire sulle prime; poi, opta per la verità
    Devi perdonarmi: somigli molto ad una mia carissima amica, vittima di questi mostri. Sono venuto qui con il mio amico Mugen con l’intento di liberarla, ma purtroppo ci siamo trovati invischiati in qualcosa di più grande di noi come hai potuto vedere.
    si giustifica, fornendo all'altra una spiegazione tanto plausibile quanto onesta
    Il mio nome è Amon e vivo nel bosco di Kijani Fahari nel Presidio Ovest.

    jpg

    La tensione scema lentamente senza però svanire, come il silenzio tra le note di una sinfonia, ma l'urgenza della situazione in cui si trovano non permette tregua: l'Occhio di Ra scandaglia la zona, lo Scorpione si concentra finalmente sull'ambiente circostante, e passa rapidamente in rassegna il mobilio ed il ciarpame che occupa il laboratorio di artigianato, percependo ora più distintamente una pesante sensazione di disagio; nel ricercarne la fonte, il giovane si imbatte nello sguardo insistente delle bambole, e allora fa in tempo a notare il residuato di diversi tipi di aura che impregnano quei sinistri simulacri di porcellana, ma... non si tratta di niente più che un vecchio riflesso inoffensivo.

    Hai visto questa roba? Tu ci credi?

    Quando la sua attenzione cade sui volantini che pubblicizzano la Chiromante “Madame Endora”, Amon intasca uno di quei foglietti in carta patinata nella propria bisaccia e -insieme a quelle domande- ne porge un secondo alla Rossa... ma non ottiene risposta, perché quando volge gli occhi ora bianchi in direzione della porta d'uscita, entrambi si accorgono delle tre presenze al di là della parete.

    Abbiamo compagnia.

    Vedo, vedo. I miei occhi vedono unicamente loro tre: qui dentro non c’è niente che possa farci del male, ma altrettanto non posso dire di coloro che si trovano al di là della porta.

    Fiducioso in una collaborazione con la fanciulla, lo Scorpione si prende del tempo per fare il punto della situazione e descrivere al Drago quel che vede e pensa; poi, proponendosi come avanguardia, si avvicina al battente di legno.

    Se dovesse succedere qualcosa e dovesse mettersi male per noi,
    io lo saprò subito e noi potremmo correre ai ripari. Sai, i miei occhi sono speciali.


    Ammiccando un sorriso verso Nesrìn per alleggerire la cupa atmosfera che grava su di loro come un sudario di morte, Amon raggiunge l'uscio con la mano già avvolta sull'elsa della spada, sonda l'ambiente al di là con i suoi sensi soprannaturali, e...


    { ??? }
    Khatep | Uriel | Nesrìn | Amon

    Rimane il fatto che siamo separati dagli altri e potremmo essere gli unici sopravvissuti.

    Quando la Mummia termina di esprimere ai presenti i risvolti negativi della situazione in cui tutti si trovano ugualmente intrappolati, la porta che separa i due ambienti si apre, e la poca luce della stanza delle bambole incide una lama più chiara nel buio pesto della saletta con le poltrone; certamente, si tratta di una fonte insufficiente per discernere cosa si annida nelle tenebre che ancora gravano nel locale, eppure -anche così- qualcosa pare attirare l'attenzione degli occhi grigi del Raitei.

    Il Semidio -rimasto seduto al suo posto accanto al collega di Palanthas- è forse l'unico a cogliere il guizzo elettrico che percorre il suo corno aureo, ma la cosa non è così eccezionale (insomma, Brifos fa sempre così!), e probabilmente anche lui da priorità al farsi contagiare dal senso di sollievo che si diffonde nell'aria non appena l'arcano sull'identità delle “altre” presenze che ciascuno ha percepito nella stanza adiacente viene svelato: si tratta di altri reduci, scampati a... qualsiasi cosa sia successa nella Casa degli Specchi.

    Per un momento assaporate la quiete, scambiate convenevoli, ed iniziate ad elaborare una strategia sul da farsi... finché non percepite movimento dalle poltrone e non vi accorgete che intorno si sta lentamente illuminando di una fosforescenza azzurro-violacea: la Corona di Regalia si è alzata dal suo seggio, e nella destra -sollevata ad altezza del viso- regge una fatua fiamma blu, in tutto identica a quelle che -fluttuando prive di peso- si stanno spandendo per la camera, delineando i contorni del posto in cui vi trovate.

    Diversamente dall'impressione iniziale che Kathep ed Uriel potevano aver ricavato al loro risveglio, la stanza è più piccola di quel che ci si sarebbe aspettati: a pianta quadrata, l'ambiente non misura più di cinque o sei metri per lato... e l'arredo è piuttosto essenziale: il centro della cameretta è occupata da nove poltroncine disposte in file da tre, orientate verso l'ampia finestra rettangolare, che non sapete dire dove si affaccia, a meno di avvicinarvi per scrutare al di là; la porta che da accesso alla stanza delle bambole -da cui Amon e Nesrìn provengono- è posta sulla stessa parte della vetrata, ma spostata sulla destra.

    jpgAlle spalle dei sedili così confortevolmente imbottiti, sulla parete opposta alla finestra -nel centro-, si apre un'altra porta, e a fiancheggiarla potete vedere due alte librerie: colpiscono facilmente l'occhio per il disordine con cui libri, quaderni, scatole decorate e altre cianfrusaglie sono ammassate sulle loro scaffalature, ed è perciò difficile farsi una qualsiasi idea del tipo di materiale che ospitano; ad ogni modo, è altro ciò che ha attirato l'attenzione dell'Amal: montato su un supporto a tre piedi, si tratta di un qualche marchingegno complesso, composto da un corpo rettangolare con innestato un pomello che termina con una lente che punta in direzione della vetrata, mentre due supporti metallici collegano al tutto due cerchi fatti per alloggiarvi qualcosa.

    « Somiglia al vecchio proiettore che c'è in Biblioteca... »

    Una crepitante scintilla azzurra danza lungo il corno dorato del Demone delle Tempeste, e il gigante si volta verso di voi per condividere quel commento pacato; nel farlo, rivolge lo sguardo color ardesia in particolare verso Uriel -quello con maggiori probabilità è a conoscenza di ciò di cui sta parlando- e rimane poi in attesa di qualcosa da parte vostra. E voi? Avete deciso che cosa fare...?

    Towards the Gate

    Ed eccoci al secondo turno \^w^/ Come preannunciato, queste seconde quest sono più difficili della prima, quindi tutto ciò che fate -o che non fate- ha più peso sull'andamento degli eventi: fate attenzione a quel che fate e a come lo fate, lavorate di ingegno, state attenti ai dettagli, e se avete domande, chiedete in bacheca =*

    La prossima scadenza è fissata per il 6 settembre. Anche stavolta, se postate prima, andremo avanti e guadagneremo tempo; se avete problemi di qualsiasi tipo, fatemelo sapere in bacheca :kisu:

     
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    NESRÌN ▪ SCHEDA

    Lo schiaffo che la rossa menò contro la guancia dello sconosciuto generò più sorpresa che dolore in capo allo straniero, come ebbe subito modo di notare dalla sua risposta tanto pronta quanto tremante ed imbarazzata. Nesrìn non capiva perché l’uomo fosse così stupito dal suo gesto. Visto il modo in cui l’aveva toccata, con la confidenza che si mostra solo nei confronti di una persona molto cara, una simile reazione da parte sua se la sarebbe dovuta benissimo aspettare! Insomma, era lui lo sfrontato! Lei si era solo difesa da un potenziale attacco alla sua persona! Era già tanto che non l’aveva incenerito sul posto, visto il suo pessimo umore! Alle fiamme Violet e la sua “amnesia”! Alle fiamme quel buco di stanzino che cominciava a starle stretto... alle fiamme tutto quanto!

    A proposito di fiamme... “carissima amica”? Che l’avesse scambiata per una sua vecchia fiamma? In effetti, così si sarebbe spiegata quella sua bizzarra entrata in scena. Annuì in risposta alla lunga spiegazione dello straniero, la focosa, senza però comprendere per quale ragione il caro Amon avesse ritenuto necessario informarla circa la sua cittadinanza. Viveva in una foresta -dal nome impronunciabile- del Presidio Ovest... d’accordo, le suonava tanto di dettaglio assolutamente irrilevante, ma... d’accordo. Con un sorriso tirato, la metadrago si presentò a sua volta.


    Nessrìn. Capitano della 5° legione dell’Essercito Errante. Piacere di conoscerti.

    Esordì decisa e sintetica, incrociando le braccia al petto, facendo schioccare la lingua serpentina e senza premurarsi di nascondere il suo caratteristico accento sibilante... ma Amon aveva già rivolto la sua attenzione altrove: alla stanza nella quale si trovavano, per essere precisi, come se l’avesse vista per la prima volta. Qualcosa l’aveva messo in allerta, proprio com’era accaduto a lei poco prima, e la visione di tutte quelle bambole riuscì a mettere in agitazione pure lui. Ma a differenza della rossa, che aveva preferito sorvolare sulla presenza di volantini sparsi per terra -fin troppo preoccupata per la sua incolumità per far caso a quella che, ai suoi occhi, appariva solo come della banalissima spazzatura- Amon raccolse uno di quei foglietti di carta ed espresse ad alta voce il suo scetticismo.

    Scetticismo al quale la rossa rispose con un’alzata di spalle, le labbra tirate in una smorfia di sufficienza. Che quella veggente fosse una cialtrona o meno, poco le importava, ciò che le premeva in quel momento era solo di uscire viva da quell’incubo. S’infilò comunque il volantino in tasca, tanto per tenerlo pronto ad ogni evenienza. La situazione era disperata, e lei non aveva né il tempo né la voglia di fare la scettica e l’orgogliosa... soprattutto quando nell’altra stanza potevano esserci dei nemici in agguato. Anche Amon aveva percepito la loro presenza, e non mancò di metterla subito al corrente delle sue osservazioni... che però non le dicevano nulla di nuovo. A dire la verità, tutto quello sproloquio le sembrava inutile e ridondante, tanto che per un attimo lo scheletro rinsecchito di Khatep fece capolino nei suoi pensieri, a sostituire la figura di Amon che armeggiava -e blaterava- davanti alla porta.

    [...] Sai, i miei occhi sono speciali.
    I miei pure, tesoruccio... stava per ribattere con sarcasmo la metadrago, ma una voce familiare attirò la sua attenzione. Una voce gracchiante e tombale, che aveva sentito un milione di volte in passato.

    Rimane il fatto che siamo separati dagli altri e potremmo essere gli unici sopravvissuti.
    La voce di un individuo -o meglio, di un cadavere- al quale aveva lanciato un’incredibile varietà d’ingiurie.

    Khatep! Come ssono felice di vederti!
    Sì... beh, mica tanto. Non era un nemico e questo le bastava, ecco.

    Esclamò a gran voce, sorriso a trentadue denti e braccia protese verso di lui, come a volerlo stringere a sé... ma non l’avrebbe abbracciato, no. Non era così felice di vederlo... nossignore. In tutta sincerità, avrebbe di gran lunga preferito che al suo posto ci fosse stata una bella fanciulla, giusto per risollevarle un po’ il morale. Invece era venuto in suo “soccorso” un morto vivente... e ora la rossa si sarebbe dovuta sorbire pure i suoi, di sproloqui, insieme a quelli di Amon... e il fatto, poi, che la mummia fosse in compagnia di quel demone taciturno di cui non ricordava più il nome, non la fece certo sentire meglio.

    Ciao, Bifrost!
    Lo salutò fingendo noncuranza, con un sorriso tirato e imbarazzato, augurandosi di avere azzeccato il nome giusto, mentre all’altra figura rivolse solo un lieve cenno del capo.

    E tu chi saressti?
    Sibilò incuriosita (e priva di tatto), lo sguardo vispo e un lieve sorriso a incresparle le labbra.

    Una parte di lei era felice di trovarsi fra persone amiche, al sicuro (anche se forse non per molto), ma l’altra: il drago, fremeva dalla voglia di lasciare quel buco, quelle quattro mura che sembravano volerla stritolare, tanto le apparivano strette e anguste. Il disordine che aleggiava nella stanza, poi, riuscì solo a far aumentare il senso di claustrofobia che già le schiacciava il petto nella sua morsa.

    Prestò poca attenzione ai convenevoli, lo sguardo puntato verso le finestre, verso l’esterno, e la sua attenzione tornò a focalizzarsi sui suoi compagni solo quando le pareti vennero illuminate da una luce azzurro-violacea... una luce la cui fonte era il caro Brifos, alzatosi dal suo seggio. Solo allora gli occhi della focosa vennero attirati verso un... qualcosa di non ben definito.

    Somiglia al vecchio proiettore che c'è in Biblioteca...

    Istantanea la domanda di Nesrìn.

    Cos’è un proiettore?

    codice role © Hellsing~ NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Energia: 75%
    Stato fisico: qualche livido di trascurabile entità.
    Stato emotivo: confusa.

    Passive:

    Anima di Drago [Passiva d'Immortalità - ONLY GDR]
    Ali di Drago [Passiva di Volo] Occhi di Drago [Passiva di Vista Potenziata]
    Infravisione [Passiva di Vista Termica] Scurovisione [Passiva di Vista Notturna]

    Inventario: Lame Gemelle.



    Edited by Red Jenny - 2/9/2015, 21:42
     
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    Nesrìn.

    Esattamente come avevano previsto, mentre il giovanotto che stava con lei sembrava uno di quelli che erano comparsi nella Sala degli Specchi, naturalmente il fatto che lei non avesse ancora cercato di sbranarlo era di per se un indizio del fatto che non fosse un demone.
    Sebbene la rossa non brillasse certo per intelligenza o acume tattico era innegabile che possedesse una sorta di istinto animalesco estremamente sviluppato, probabilmente eredità del sangue draconico nelle sue vene.
    Khatep e Intet decisero quindi che per il momento avrebbero tralasciato il sospetto che uno di loro potesse essere un demone travestito o direttamente un posseduto, ma avrebbero tenuto gli occhi bene aperti a qualsiasi modificazione nelle anime di chiunque, la situazione era già sufficientemente pericolosa senza altre spiacevoli sorprese.

    Non poterono tuttavia far altro che voltarsi quando una fioca illuminazione, abbastanza intensa da permettere di discernere con precisione la forma della stanza, cominciò a spandersi per quel luogo rivelandolo molto più angusto del preventivato: nove poltroncine, una finestra oscura, due librerie nel caos, tra di esse una porta inesplorata e infine un curioso oggetto montato su treppiede che nella fievole luce non riusciva a distinguere con precisione.

    Somiglia al vecchio proiettore che c'è in Biblioteca...


    Ora capiva perché non l’avessero riconosciuto, sapevano bene cosa fossero i proiettori, almeno in linea teorica, ma non avevano mai avuto bisogno di utilizzarne uno dato che per le proprie dimostrazioni dato che si servivano del proprio potere magico.

    Cos’è un proiettore?


    Rispose alla sua aviatrice intanto che si muoveva verso la libreria di sinistra, intanto che osservava il volantino che aveva raccolto dal terreno nella sala delle bambole, aveva intenzione di saperne di più o ogni informazione scritta era preziosa.
    La sua intenzione comunque era verificare il contenuto delle due librerie per farsi un’idea del loro contenuto, fosse anche a grandi linee.

    I proiettori sono oggetti capaci di proiettare immagini degli oggetti usati come schermi, rendendole quindi visibili a una vasta platea di persone contemporaneamente.


    Mentre parlava il piccolo Intet, momentaneamente separato dal proprio padrone, si muoveva lesto verso la finestra oscura per cercare di osservare ciò che si fosse potuto trovare dall’altra parte.
    In fondo il proiettore sembrava orientato da quella parte ed erano sicuri fosse una pessima idea accenderlo solo per lanciare fasci di luce nell’oscurità che vi era oltre, almeno senza sapere se oltre al buio vi fosse per caso altro.

    Se qualcuno di voi è pratico di questa tecnologia, potrebbe essere utile vedere come si accende questo oggetto e se per caso è caricato con delle immagini.
    Potrebbe decisamente tornare utile, magari evitando di accenderlo verso la finestra oscura ma contro una parete, le immagini saranno distorte ma meglio che lanciare fasci di luce nell’ignoto.



    Mana: 100%

    Bastone del Serpente: Bastone a foggia di serpente
    Collana di Setep: Identifica attacchi psionici
    Mantella con Cappuccio:
    Borsa di Pelle:
    Maschera dei Mille Volti: Capacità di travestimento illusorio
    Aeris Mappa: Indica la posizione degli aviatori su Endlos
    Frammento di AI: Dispositivo di comunicazione tra aviatori
    Servitori Nonmorti


    Intet, il Sognatore:
    -Legame Telepatico
    -Zanne e Artigli
    -Ali
    -Capacità di vedere la magia
    -Vera Forma



    Poteri e Abilità


    Sommo Sacerdote Liche: No organi interni, immune alle malie, anima non imprigionabile
    Immortale: Immortale
    Collettore Magico: +10% mana
    Scrutare l’Anima: Capacità di vedere le anime entro 30m
    Conoscenze Enciclopediche: Bonus in informazioni dato dal QM
    Incantesimi Riflessi: Cast dalle evocazioni
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Mentre Khatep si avvicinava alla porta e si apprestava a spalancarla per rivelare le due presenze, il semidio si stava lentamente alzando dalla poltrona portando la mano destra sull'elsa di Uranus: sapeva di dover conservare il più possibile le energie se voleva lasciare quel posto sano e salvo, quindi per il momento si sarebbe limitato ai meri attacchi fisici per quanto l'idea che i circensi fossero avversari fuori dal comune era ben radicata in lui.
    Fortuna volle che al di là ci fosse un'alleata del Lich e un altro individuo. E a quanto pare la donna -dai capelli di un bellissimo rosso scarlatto- conosceva anche Brifos. Tanto meglio, pensò. Dopo aver salutato i due, gli lanciò uno sguardo e domandò chi fosse.
    «Uriel. Ambasciatore di Laputa nel Presidio dell'Est e Gemma di Dharma di Palanthas. E voi?»
    Chiaramente si riferiva anche all'altra figura, che ricordava di aver visto nella sala degli specchi prima che l'oblio li inghiottisse tutti.
    Non era facile vedere con quella penombra, e Uriel faticava ancora a vedere chiaramente i lineamenti dei suoi compagni, ma Brifos fu più lesto di lui e illuminò la sala.
    Era molto più piccola di quanto immaginasse. Quella che sembrava un'enorme stanza di un cinema era in realtà un ammasso di poche poltroncine messe in riga e degli scaffali che ospitavano libri e cianfrusaglie alla rinfusa posti ai lati di una porta. E un oggetto che attirò l'attenzione di Brifos.



    Somiglia al vecchio proiettore che c'è in Biblioteca...



    I due Saggi si scambiarono un'occhiata. Ignorando ciò che la donna e il Lich si dicevano, il semidio si avvicinò al proiettore per guardarlo meglio. Non ricordava di aver visto proiettori a Palanthas, ma ne aveva visti un paio nel suo mondo. Sapeva a cosa servivano.
    «Hai ragione, sembra un proiettore.»
    Incrociò le braccia e subito si portò due dita a carezzarsi il mento con fare pensieroso, mentre con lo sguardo si guardava intorno. Tutti quei cambi di scenario lo confondevano, e non riusciva a capire quale fosse il reale scopo dei circensi.
    «Brifos.» gli fu naturale dire, immerso ancora nei pensieri.
    «Credi fosse nei piani del nemico separarci in questo modo? Voglio dire: quando eravamo nella sala degli specchi ci trovavamo con le spalle al muro. Avrebbero potuto schiacciarci facilmente. Eppure siamo stati nuovamente separati.»
    Fece una breve pausa per poi spostare il suo sguardo su Nesrìn.
    «Tuttavia abbiamo già incontrato altri alleati. Quello che voglio dire è: c'è qualcosa che interferisce con i loro piani. Non è così?»
    Non aveva certezza che Brifos fosse d'accordo con lui né sospettava che potesse tenere nascoste delle informazioni. Si fidava ciecamente del suo compagno.
    Si voltò poi verso Khatep.
    «Suggerisco di seguire il consiglio di Khatep. Curiosare non può di certo far male. Ma non abbassiamo mai la guardia, ho un brutto presentimento...»
    Non si sarebbe mai sentito al sicuro in quel dannato luogo.
    Nemmeno per un istante.



    njfNZn5




    AiqaIp8


    Status fisico: stanco
    Status psicologico: nauseato

    Energia:

    ██████████████████████ 70%

    Equipaggiamento:

    » Uranus: Spada della lunghezza di un metro e mezzo.
    » Diario : Un comune diario.

    Abilità Passive:

    » Expanded Mind: Memoria illimitata, +10% energia, Instant-casting
    » Innocent Aura: Auspex spirituale
    » La voce della Saggezza: Aura di carisma

    Abilità Attive:


    Note:


     
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    black s c o r p i o

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    Amon ebbe l’impressione di non aver fatto una buona impressione sulla sua compagna d’avventure. Certo, non poteva darle torto: l’aveva aggredita – in senso lato – braccandola alle spalle e cingendola con le sue braccia; non contento, l’aveva persino scambiata per la sua Aisiling e forse a quel punto aveva creato una certa ostilità tra i due. Nesrin, questo il nome della ragazza, apparteneva al contingente militare di Laputa (un Capitano, per l’esattezza), ma non sembrava essere stata troppo entusiasta di rivelare la sua identità allo Scorpione; era come se l’avesse fatto per gentilezza o concessione, mostrando un sorriso tirato – certamente di circostanza – per spiccicare quelle due parole. Sospirò tra sé e sé, portando allora la propria attenzione sulla stanza, preoccupato per l’opprimente sensazione di sentirsi osservato (braccato), cercando di individuare quale fosse la causa di quel suo malessere. Opportunamente irrorati dal Respiro Divino, non poté fare a meno di notare il residuato di alcune auree sulle bambole di porcellana depositate sugli scaffali, circondati da quei balocchi che in quel momento però sembravano essere inoffensive e prive di qualsiasi velleità. « C’è stato qualcuno qui – o qualcosa. Delle tracce di un’energia molto simile a quella che di solito è presente nel sistema circolatorio di qualsiasi essere vivente: eppure si tratta di oggetti inanimati. Queste creature hanno poteri spaventosi. », commentò fra sé e sé. Nonostante avesse visto quel residuato d’energia, era abbastanza sicuro che nella stanza non vi fosse niente da temere a parte i soggetti al di là delle mura e di quella porta verso la quale si era ormai avvicinato, pronto a sgozzare chiunque avesse provato ad oltrepassarla con ostilità. Tenne per sé quella ulteriore considerazione: aveva avuto modo di vedere dal moto del flusso circolatorio della sua compagna, che sembrava non gradire granché i suoi lunghi discorsi, pertanto decise di tacere senza proseguire oltre: il pericolo sul quale dovevano concentrarsi, ormai, era determinato dalle creature che aveva avuto modo di intravedere con i suoi occhi. L’aveva messa in guardia e tanto gli bastava per il momento.

    Piuttosto, le figure al di là della porta sembravano essere familiari, ma non dovette sforzarsi molto di più visto che la porta si era ormai aperta da sola, dandogli unicamente il tempo di saldare la presa sull’elsa della spada, pronto a sguainarla da un momento all’altro. Gli bastò qualche attimo per rendersi conto che, in realtà, si trattava di amici – o, comunque, di persone non ostili. Anzi, a dirla tutta – e prima ancora che potesse farlo anche lui – Nesrin ne aveva appena riconosciuto uno: si trattava di Khatep, un altro laputense come lei. Amon non ne aveva un bellissimo ricordo, sia per le diverse sensazioni che aveva provato a pelle quando lo aveva conosciuto, sia per le circostante che li avevano portati ad incontrarsi: il funerale di Odayaka, lo Specchio Tranquillo, nelle terribili giornate della rivoluzione dell’Ovest. Non capiva ancora bene il motivo delle strane sensazioni che lo colpivano quando si trovava in sua presenza, ma doveva trattarsi di un malessere inconscio, una sorta di timore reverenziale legato alla sua cultura ed alle sue origini: d’altronde quella era una mummia, anche se perfettamente in grado di parlare e combattere. Nesrin rivolse poi le sue attenzioni alle altre due creature presenti nella stanza con il vecchio sacerdote (entrambi, comunque, già visti nella Sala degli Specchi): Bifrost (così come l’aveva chiamato lei) ed Uriel, che si era presentato subito dopo. “ È bello vedere che anche altri sono riusciti a sopravvivere oltre a noi due. Per chi non dovesse conoscermi, il mio nome è Amon ed abito nel Presidio Ovest, in Kijani Fahari. ”, concluse con un piccolo inchino, cercando di essere quanto più stringato possibile nella sua presentazione ed evitare così spiacevoli reazioni da parte degli astanti. Continuando ad osservare intorno a sé, non poté fare a mano di percepire dei rumori provenire dalle poltrone ed accorgersi che poco a poco la stanza cominciava ad illuminarsi grazie ad un bagliore azzurro-violaceo proveniente da Bifrost che si era appena alzato dal suo seggio in tutta la sua considerevole altezza; reggeva nella mano destra una fiamma dallo strano colore azzurro – pregna di energia agli occhi dello Scorpione – non dissimile da quelle che si stavano spandendo nella stanza delineandone il perimetro. Affacciatosi nella stanza occupata dagli altri tre, Amon vide che non era poi così grande: al centro vi erano delle poltroncine (nove, per l’esattezza) disposte in file da tre ed orientate verso un’ampia finestra rettangolare. Alle spalle delle poltroncine notò un’altra porta fiancheggiata da due alte librerie i cui libri, quaderni, scatole e quant’altro erano ammassate in disordine, impedendo di comprendere il tipo di materiale ospitato sui suoi scaffali. Fu altro però ad attirare l’attenzione dell’egiziano, accompagnato dal commento del bestione e la domanda secca della ragazza: cos’era un proiettore? « Già, che cos’è? », si chiese a sua volta evitando di ripetere la domanda ad alta voce. Si trattava di un marchingegno meccanico posato su di un supporto a tre piedi, dal corpo rettangolare e da una serie di supporti pronti ad ospitare qualche cosa di non meglio identificato a pensiero dello Scorpione. Khatep fu lesto a fornire informazioni: si trattava di un aggeggio utile a replicare delle immagini, rendendole visibili ad occhio nudo; Amon le interpretò come una sorta di illusione, un miraggio come di quelli che la gente era solito vedere nel deserto dopo estenuanti camminate sotto il cocente sole d’Egitto. A quanto pareva, quella cosa proiettava – e si serviva – di luce per far sì che le immagini potessero essere viste all’esterno, pertanto la mummia consigliò saggiamente di non puntare quella cosa verso la finestra, bensì di puntarlo su di una parete al fine di non attirare attenzione. Dello stesso avviso era sembrato anche Uriel, sottolineando che non sarebbe stato saggio abbassare la guardia persino in un momento come quello. I suoi dubbi, peraltro, erano più che leciti ma Amon decise di non intromettersi direttamente nei loro discorsi perché non avrebbe avuto nulla di intelligente da dire, se non sottolineare quanto era già successo loro dalla Sala degli Specchi a quelle due stanze dove si erano incontrati. « Sono già due volte che tentano di sbarazzarsi di noi, cercando di allontanarci l’un l’altro, ma ancora ci riescono. L’oscurità che ci ha inghiottito nella Sala degli Specchi avrebbe dovuto ucciderci: eravamo inermi! Eppure qualcosa ci ha salvato da una fine certa ed inevitabile. Chi o cosa ci sta aiutando? », si chiese. Da quando era arrivato nell’altra stanza, non aveva fatto altro che guardarsi intorno proprio come aveva fatto in quella adiacente: se aveva trovato delle tracce residue nel magazzino, forse sarebbe riuscito a trovarne qualcuna anche lì dentro. Decise però di concentrare il proprio potere prima di tutto verso la libreria e la porta che fiancheggiavano, per poi portare l’attenzione su quell’aggeggio e capire se si trattava di qualcosa di innocuo o se invece nascondeva dentro di sé tracce di un potere che fino a quel momento aveva soverchiato tutti quanti loro.

    Se sapete come funziona va bene. Io, nel frattempo, cercherò di coprirvi le spalle. ”, rispose loro continuando a guardare, pronto ad avvisarli qualora le cose si fossero messe male. Proprio come aveva fatto prima davanti alla porta, decise di star fermo e lasciare così che il proprio potere potesse esprimersi al massimo del suo potenziale, aumentando sensibilmente il diametro di visione.



    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 60% + 5%* = 65%
    *per media voto
    Status Fisico ~ Ancora convalescente, ma grossomodo sta bene; il veleno è stato debellato quasi completamente, ma necessità di ancora un poco di tempo per smaltirlo completamente. Illeso dall'attacco della succube, ma acciaccato dalla caduta: nulla di compromettente, comunque, se non qualche livido. Guancia rossa, ed avvelenamento ormai in fase di smaltimento.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “Lama del destino” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “Lama del destino” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “Oracolo della morte” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘manico’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “Aculei dello Scorpione” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine. [5/5]

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“Occhio di Ra”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “Respiro divino”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“Occhio di Ra” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “Respiro divino” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “Respiro divino”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “Respiro divino” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall' “Occhio di Ra” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“Occhio di Ra” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “Respiro divino” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “Respiro divino” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “Respiro divino” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“Occhio di Ra” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“Occhio di Ra” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “Respiro Divino” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“Occhio di Ra”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “lettura” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “lettura” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza.
    [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ mi sono permesso una piccola libertà nella lettura del flusso emozionale di Nesrin, dato che il mio potere oculare me lo permette, comprendendo pertanto in maniera parziale quale sia il suo atteggiamento nei confronti di Amon - e, pertanto, le conseguenze che lo portano a ragionare, pensare e parlare in un determinato modo da quel momento in avanti. Dati i fatti accaduti ad Ovest Amon conosce Khatep e pertanto lo annovera tra le sue conoscenze, per questo faccio riferimento appunto al loro primo incontro avvenuto durante le esequie di Odajaka. Infine mi guardo intorno, curioseggio con il mio potere oculare ed acconsento a mia volta sull'utilizzo del proiettore, continuando però a tenerlo sott'occhio insieme al resto della stanza, per cercare tracce residue di aura un po' com'è successo anche nel magazzino.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    { Camera del Proiettore }
    Khatep | Uriel | Nesrìn | Amon

    Khatep! Come ssono felice di vederti! Ciao, Bifrost!
    gioisce la donna, sollevata nel ritrovare volti noti – e incuriosita da quelli nuovi
    E tu chi saressti?

    «Uriel.»
    si presenta il giovane Semidio
    «Ambasciatore di Laputa nel Presidio dell'Est
    e Gemma di Dharma di Palanthas. E voi?
    »

    È bello vedere che anche altri sono riusciti a sopravvivere oltre a noi due.
    prende la parola anche l'Egiziano, esibendosi in un piccolo inchino
    Per chi non dovesse conoscermi, il mio nome è Amon
    ed abito nel Presidio Ovest, in Kijani Fahari.


    Svolte le regolari presentazioni ed assolti i minimi convenevoli -tutt'altro che superflui al fine di poter comunicare e collaborare nell'impresa di sopravvivere-, l'attenzione dei quattro sopravvissuti viene richiamata dalle parole del Demone delle Tempeste: dopo aver rischiarato la piccola (e per alcuni clautrofobica) stanza evocando dei fluttuanti fuochi fatui, egli li indirizza verso lo strano aggeggio al centro dell'ambiente, posto in cima ad un trepiedi, con la lente puntata in direzione della finestra quadrata. Lo chiama “proiettore”, e il Semidio concorda, ma...

    Cos’è un proiettore?

    I proiettori sono oggetti capaci di proiettare immagini degli oggetti usati come schermi, rendendole quindi visibili a una vasta platea di persone contemporaneamente.

    Alla spontanea domanda di Nesrìn giunge rapida la risposta di Kathep, e mentre il Famiglio di questi svolazza fino alla finestra per guardare cosa c'è oltre, e la vecchia Mummia si mette in movimento per trarre quante più informazioni possibili dall'ambiente circostante (scorrendo rapidamente lo sguardo sulle poche righe scritte sul volantino della Chiromante ed avvicinandosi alla libreria sistemata alla sinistra della porta -presumibilmente- di uscita), la Gemma di Dharma si avvicina all'oggetto per scambiare qualche parola con il sempre taciturno collega.

    «Brifos, credi fosse nei piani del nemico separarci in questo modo?»
    chiede, incrociando le braccia sul petto e carezzandosi il mento con fare meditabondo
    «Voglio dire: quando eravamo nella sala degli specchi ci trovavamo con le spalle al muro. Avrebbero potuto schiacciarci facilmente. Eppure siamo stati nuovamente separati. Tuttavia abbiamo già incontrato altri alleati. »
    prosegue, lanciando un'occhiata alla Donna-Drago
    «Quello che voglio dire è: c'è qualcosa che interferisce con i loro piani.
    Non è così?
    »

    « ...non sono sicuro della risposta.
    Non conoscendo le dinamiche degli eventi che hanno interessato i gruppi coinvolti sugli altri fronti, è difficile individuare uno schema generale, quindi ho una visione parziale, derivata dall'analisi dei fatti che hanno coinvolto il contingente ad Est. »


    Mentre le manone dalle dita affusolate percorrono il proiettore per studiarne i meccanismi con il freddo interesse dell'accademico -soffermando il vitreo sguardo grigio su questo o quell'altro prezzo ed operando una similitudine mentale tra il modello presente, quello conservato tra gli antichi pezzi da collezione di Palanthas e le nozioni teoriche apprese dai libri-, il corno dorato del gigante viene percorso da una incerta e crepitante scintilla azzurrina.

    jpg« Per quanto ho avuto modo di osservare, il cambio di scenario è un fenomeno verificatosi in tre situazioni distinte: la prima volta è successo mentre eravamo ingaggiati in uno scontro con la Domatrice di creature, ponendo fine ad un combattimento che si stava rivelando un contrattempo troppo logorante; in quell'occasione, anche le strade cittadine sono state trasfigurate. »
    ammette la Corona con voce pacata e profonda, condividendo la perplessità di Uriel
    « La seconda volta è occorsa poco dopo, con uno scarto temporale di meno di un'ora, quando ci siamo ritrovati divisi dal resto dell'esercito e seduti su delle giostre in movimento; non appena siamo riusciti a scenderne, siamo stati nuovamente prelevati... »
    ma il ricordo dell'ombra-trappola e della scala di vetro lo lasciano ancora in dubbio
    « La terza volta è nella Casa degli Specchi, quando eravamo accerchiati e senza vie di fuga; facendo un bilancio, il primo e l'ultimo fenomeno hanno prodotto condizioni a nostro vantaggio, ma la differenza tra i singoli episodi farebbe pensare che ciascuno di essi sia stato generato o voluto da una volontà diversa. »

    Un'ipotesi interessante, volendo ammettere la possibilità che sia vera;
    peccato solo che non ci siano indizi sull'identità di queste volontà e sui loro scopi.

    Se qualcuno di voi è pratico di questa tecnologia, potrebbe essere utile
    vedere come si accende questo oggetto e se per caso è caricato con delle immagini.

    suggerisce Khatep, notando le scaffalature nel caos: controllarle porterà via tempo
    Potrebbe decisamente tornare utile, magari evitando di accenderlo verso la finestra oscura ma contro una parete, le immagini saranno distorte ma meglio che lanciare fasci di luce nell’ignoto.

    «Suggerisco di seguire il consiglio di Khatep. Curiosare non può di certo far male.»
    commenta Uriel, voltandosi in direzione del Lich
    «Ma non abbassiamo mai la guardia, ho un brutto presentimento...»

    Se sapete come funziona va bene.
    aggiunge infatti Amon, sebbene poco addentrato in materia di marchingegni bizzarri
    Io, nel frattempo, cercherò di coprirvi le spalle.

    Ma la risposta del Demone delle Tempeste sembra destinata a scombinare i vostri piani.

    « Il proiettore è funzionante, ma gli alloggiamenti per i film sono vuoti. »

    Il corno dorato produce una nuova scintilla, e i suoi occhi bigi si volgono in maniera piuttosto eloquente verso le biblioteche che fiancheggiano la porta: a quanto pare, se volete usare il proiettore dovrete prima trovare le pellicole in mezzo a quel soqquadro.


    { Camera del Proiettore }
    Amon

    All'esame dei tuoi occhi, la stanza non rivela pericoli: la porta è un semplice battente di legno, mentre il proiettore non ha che i residuati di energia dovuti all'uso evidentemente frequente -o sentimentalmente partecipato- del suo proprietario; le librerie, invece, sembrano celare numerosi piccoli tesori.

    Il problema è che servirebbe comunque tempo e calma per individuare in mezzo a quel disordine tutti gli oggetti di interesse e per raccoglierli dai diversi scaffali, e chissà quanto altro per passarli in rassegna nel dettaglio uno ad uno... A meno di non lasciar perdere o di tralasciare qualcosa di importante, potresti aver bisogno dell'aiuto di tutti i tuoi compagni.


    { Camera del Proiettore, Oltre la Finestra }
    Intet

    Al di là del vetro si stende una fonda oscurità, ma non si tratta di un buio completo o impenetrabile: diverse fioche lucette di segnalazione -di un verdastro sinistro e malsano- sono disposte con un certo ordine molto più in basso, come sul fondo di un cratere, ma ci vogliono dei lunghi istanti di osservazione perché la vista si abitui a quell'illuminazione insufficiente e riesca a distinguere il profilo degli scalini -così simili agli spalti di un colosseo-, delle poltroncine -identiche a quelle della stanzetta in cui siete-, e del palco rialzato su cui campreggia un colossale rettangolo bianco -steso ad occupare l'intera parete- che risulta essere più visibile in quelle tenebre.

    Parrebbe proprio la sala di un cinema, se avete familiarità con il concetto, ma -a giudicare dal silenzio tombale- non sembra esserci nessuno in platea... eccetto per quelle siluhette nere stagliate contro lo sfondo scuro che se non risultano del tutto invisibili è solo per questioni di sfumature che sono più facili da immaginare che da distinguere - e per la capacità del draghetto di percepire l'energia arcana: i focolari magici sono tre... due dei quali piuttosto familiari per l'Antico e il Sognatore, dato che li hanno già visti da vicino, quando sono intervenuti per le vie di Kisnoth a sbarrare la strada ai LAM. Il Pupazzone e la Bambina... Nessun indizio sulla terza presenza che si sta intrattenendo con loro, ad eccezione della sua concentrazione di forza straordinaria...

    Towards the Gate

    L'unica specifica che ho da farvi riguarda le librerie: considerando il fatto che sono piuttosto grandi e veramente in disordine, ad una persona serve un turno di tempo per controllare una mensola; ogni libreria ha sei scaffali, e i due più in basso sono “chiusi” da degli sportelli.

    Se avete altre domande, postate pure in Bacheca: la prossima scadenza è fissata per il 20 settembre, e -come sempre- se postate prima, andremo avanti prima; se avete problemi di qualsiasi tipo, ricordate di avvisare, perché -da questo turno in poi- i ritardatari (specie se ingiustificati) incorreranno in penalità In-Game.

     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Dubbi.

    Gli altri personaggi appartenenti a quella piccola ed allegra combriccola avevano sollevato una serie di quesiti quanto mai interessanti, purtroppo erano tutte domande alla quale non avevano alcun modo di dare una risposta per il momento.
    Perché non erano stati distrutti quando ce n’era la possibilità?
    Nella Casa degli Specchi erano obbiettivamente spacciati e in completa balia del proprio nemico, eppure erano ancora in giro, queste cose non si potevano spiegare con le informazioni attualmente in loro possesso e, ci avrebbero scommesso, non ne avrebbero saputo nulla ancora per un bel po’.

    Stava quindi spulciando i vari volumi della libreria a muro quando la vista di Intet finalmente scorse ciò che si nascondeva nell’oscurità oltre la finestra.
    Bastò il suo riconoscere le presenze all’interno del cinema per far scorrere un brivido lungo la spina dorsale dell’Antico, il quale si volse di scatto comprendendo immediatamente il pericolo, utilizzò la propria magia per concentrare fino all’ultima stilla della luce generata da fuochi fatui diretta verso la finestra.
    Si trattava di una soluzione temporanea, certo, ma non poteva permettere che le tre figure all’esterno notassero la loro presenza, sempre se non l’avevano già fatto.
    Era ancora nella posizione in cui aveva usato il proprio incantesimo, la mancina allungata verso la finestra con il palmo rivolto verso l’alto, al centro del quale si levitava oziosamente una piccola sfera di luce generata concentrando quella che avrebbe dovuto fuoriuscire.

    Spegnete la luce, adesso.
    Nella enorme sala dall’altra parte del vetro ci sono tre individui, una bambina con i suoi enorme pupazzo che le fa da guardia del corpo e un'altra persona, probabilmente un circense, la cui potenza dev’essere straordinaria.
    Posso impedire che la luce dei fuochi esca dalla finestra ma questo prosciugherà le mie energie presto o tardi, serve una soluzione, rapidamente.


    Avrebbero avuto tempo di pensare una volta che il problema immediato fosse stato risolto, in fondo Nesrìn aveva la capacità di vedere anche nell’oscurità più completa e questo giocava sicuramente a loro vantaggio, tuttavia non sapeva cosa potessero effettivamente fare gli altri.
    Una volta rilasciato il proprio incantesimo nulla avrebbe impedito a quelli là fuori di notare ogni luce all’interno, se non l’avevano già fatto.

    Probabilmente l’idea migliore è prendere con noi quanti più volumi possibile e allontanarci rapidamente.
    Non possiamo essere sicuri che l’illuminazione non sia già stata notata, dato che là fuori regna la più completa oscurità, senza contare che il proiettore deve illuminare uno schermo molto grande quindi anche puntandolo contro una parete farebbe troppa luce per poterlo nascondere.


    Decisamente, l’opzione migliore al momento era allontanarsi da lì il prima possibile, cercando di non farsi notare, sperando che le cose la fuori pensassero ad un errore di qualche tipo e non indagassero ulteriormente, sebbene la cosa gli sembrava improbabile.
    Intanto che manteneva la propria magia e aspettava il responso degli altri, Intet gli si avvicinò rapidamente per poi risalirgli sulle spalle.
    Non avevano alcuna intenzione di separarsi.


    Mana: 80-5=75%

    Bastone del Serpente: Bastone a foggia di serpente
    Collana di Setep: Identifica attacchi psionici
    Mantella con Cappuccio:
    Borsa di Pelle:
    Maschera dei Mille Volti: Capacità di travestimento illusorio
    Aeris Mappa: Indica la posizione degli aviatori su Endlos
    Frammento di AI: Dispositivo di comunicazione tra aviatori
    Servitori Nonmorti


    Intet, il Sognatore:
    -Legame Telepatico
    -Zanne e Artigli
    -Ali
    -Capacità di vedere la magia
    -Vera Forma



    Poteri e Abilità


    Sommo Sacerdote Liche: No organi interni, immune alle malie, anima non imprigionabile
    Immortale: Immortale
    Collettore Magico: +10% mana
    Scrutare l’Anima: Capacità di vedere le anime entro 30m
    Conoscenze Enciclopediche: Bonus in informazioni dato dal QM
    Incantesimi Riflessi: Cast dalle evocazioni

    Signore della Luce
    "Somma perfezione della magia della luce, capace tanto di attaccare quanto di proteggere; indubbiamente l'incantesimo migliore di tutto l'Ordine dei Maghi del Sole..."

    I Maghi del Sole, l'altro ordine dedito al servizio della divinità solare ma che a differenza del culto funebre utilizza magie e incantesimi anzichè evocazioni, ha la capacità di poter convogliare l'enorme forza del Dio e disporne come più si preferisce della sua luce, muovendola, spostandola, liquefandola e addirittura solidificandola in Lucinferina, un elemento ambrato luminescente fatto di lucida solida tenuta assieme dalla magia, si dice che per questo privilegio il grande Dio si prenda parte dell'energia di chi ha richiesto i servigi del suo elemento.
    La verità però è questo è un semplice incantesimo che dona la capacità di manipolare a proprio completo piacimento e discrezione qualunque luce presente nella zona di effetto della magia stessa, tale luce potrà essere plasmata in qualsiasi modo, persino solidificata dalla mente abile del mago accorto, o esplodere in caso perda la concentrazione, a causa della violenta liberazione della luce dalla sua gabbia magica; solo i maghi più strani e innovativi trovano che questo effetto eplosivo possa avere qualche reale utilità in battaglia, con le dovute precauzioni.
    Consumo: variabile
    Effetto: Il Sommo Sacerdote ha la capacità di manipolare la luce, dissipandola, concentrandola e addirittura liquefandola e solidificandola per sfruttarla come più desidera, questo però è legato alla presenza di luce pur andando bene un qualunque tipo di luce (naturale, magica o artificiale) ed è indipendente dalla sua quantità poichè per incrementarne l'intensità si usa il potere insito nell'incantesimo, serve solo come "miccia" per far partire la magia.
    La gittata massima a cui può giungere questa luce sfruttata dal sommo varia in base al consumo utilizzato per la tecnica (basso 5 metri, medio 7, alto 10 e critico 15) e qualunque forma egli gli dia avrà un potere pari a quello del consumo utilizzato, purchè non sia una forma troppo grande.
     
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    black s c o r p i o

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    Anche Brifos (questo il vero nome del gigante) sembrava non essere totalmente sicuro di cosa stesse effettivamente succedendo, ma tentò di dare una risposta parziale per quel che aveva vissuto sulla propria pelle. Si trattava di uno schema che aveva fatto parte anche della sua esperienza, dato che anche lui e Mugen avevano ingaggiato un combattimento con uno dei circensi (visto che il banditore farabutto aveva deciso di darsela a gambe prima ancora di cominciare a combattere), finendo per essere inghiottiti da una massa d’oscurità informe; all’interno della nuova struttura non ebbero poi il tempo di ambientarsi o di guardarsi troppo intorno, finendo in una nuova stanza – isolati l’uno dall’altro – finendo poi per ritrovarsi nella Casa degli Specchi, dove infine sono stati trasferiti loro malgrado inghiottiti da quella gelida oscurità e finire poi insieme a loro quattro in modo del tutto casuale. “ Nonostante approccio ed ingresso siano stati differenti, l’esperienza è stata la stessa: anche noi abbiamo ingaggiato un combattimento con una circense, ma poi siamo stati trasportati in un altro scenario. Lì siamo stati separati in un’altra stanza, per poi incontrarci nuovamente nella Casa degli Specchi, dove siamo stati separati ancora una volta. ”, confermò quindi al demone. “ Ma volendo ammettere che esista una volontà che stia cercando di aiutarci, un’entità superiore il cui scopo è quello di semplificarci la strada, perché non si palesa a noi? Ci farebbe comodo conoscere l’identità di questa volontà benefattrice, ammesso e non concesso che si tratti di un’entità amica e che piuttosto non si stia semplicemente divertendo a mettere i bastoni tra le ruote ai circensi ed ai loro meccanismi di difesa e di attacco… ”, commentò infine. Purtroppo non conosceva ancora il reale potenziale del nemico: come gli altri, ne aveva avuto semplicemente un assaggio, ne aveva provato una scintilla che gli era comunque bastata per comprendere che non era il caso di prendere sotto gamba il nemico: l’aveva già fatto inconsciamente nel bosco – ed aveva replicato durante il battibecco con il banditore… a quel punto persino uno testardo come lui doveva essere riuscito ad imparare la lezione (forse).

    Dopo un’attenta valutazione – e dopo che ciascuno di loro, bene o male, si era affaccendato in compiti diversi – giunse inesorabile la sentenza del gigante: nonostante il proiettore fosse funzionante, mancava qualcosa per far sì che potesse effettivamente trasmettere le immagini – o almeno era questo quanto aveva compreso Amon, mostrandosi perplesso dinanzi a quelle parole. Dal canto suo, l’esame della stanza non aveva rivelato pericoli e l’unica energia che aveva percepito con i suoi occhi fino a quel momento era quella che residuava sull’aggeggio meccanico che, in quel momento, non poteva essere messo in funzione. La cosa era piuttosto strana, almeno dal suo punto di vista: come mai vi era dell’energia residua su quegli oggetti? Aveva già notato questo particolare nel magazzino, ove aveva intravisto dell’aura residua sulle diverse bambole presenti nella stanza, ma aveva deciso in quel momento di non farci troppo caso: poteva essere un semplice caso, nulla di più; ma trovare dell’energia residua anche sul proiettore l’aveva insospettito ed a quel punto non poteva più tacere la sua scoperta, dato che forse era l’unico ad essere in grado di vedere. “ C’è un particolare del quale vorrei mettervi al corrente: su quel proiettore vedo un residuo d’energia. Non conosco il funzionamento di quest’oggetto, però potrei pensare che a farlo funzionare possa essere l’energia di qualcuno: con i miei occhi sono in grado di vedere la trama energetica di chi mi circonda, purché si tratti di esseri viventi; qualche volta capita che persino degli oggetti racchiudano in sé dell’energia, perché speciali in un certo senso. Persino le bambole nel magazzino ne avevano, ma si trattava di un residuato proprio come in quest’oggetto. ”, concluse sperando di aver dato loro nuovi spunti di riflessione. Spostò quindi la sua attenzione sulla libreria, notando diversi focolai d’energia, ma la loro ricerca avrebbe richiesto del tempo visto il disordine che regnava su ogni singolo scaffale… senza contare la loro dimensione ed il fatto che i due scaffali più in basso erano chiusi da degli sportelli – presumibilmente liberi da chiavi o altri marchingegni utili a tenerne nascosto il contenuto. Ma non ebbe il tempo di avvisare gli altri per il momento: Khatep aveva infatti individuato la presenza di una bambina ed una circense il cui potenziale doveva essere straordinariamente forte per metterlo in allarme. « -la bimba potrebbe essere la stessa della quale hanno parlato nella Casa degli Specchi: è quella che usa le gemme! », pensò tra sé e sé colpito dalle parole del compagno. Da come ne parlava, dal tono che stava utilizzando, Amon aveva compreso perfettamente la gravità della situazione e normalmente avrebbe concordato con lui sul fatto di dover essere celeri ed abbandonare immediatamente quella stanza, ma quanto aveva visto non lo aveva lasciato indifferente: dovevano assolutamente acciuffare quanti più oggetti possibile, rimandando l’analisi ad un momento successivo.

    Se sono ancora lì è probabile che non si siano ancora accorte di noi, pertanto suggerisco di abbassare quasi del tutto la luminosità della stanza, eliminando qualcuna delle fiammelle qui presenti, e sfruttare l’illuminazione del magazzino. Se qualcuno di voi avesse il potere per farlo, suggerisco di attenuare ulteriore la luce vicino al finestrone, in modo che non filtri alcunché. ”, suggerì a sua volta cominciando ad abbassare il tono della sua voce in modo da non farsi udire al di là della stanza, ma permettendo agli astanti di riuscire a sentirlo. “ Concordo sul voler prendere quanta più roba possibile, ma le librerie contengono oggetti pregni d’aura e sono sparsi qua e là tra gli scaffali: non so se potranno esserci utili, ma il fatto che contengano energia mi fa pensare che possa trattarsi di qualcosa di utile. Potrebbe anche trattarsi di roba inutile, dato il disordine, ma propongo di fare un tentativo: come vi dicevo, è insolito trovare degli oggetti inanimati che abbiano un’energia propria, simile a quella che circola in ciascuno di noi. Male che vada la porta sta li, tra le librerie. ”, aggiunse, cercando di utilizzare il tono più convincente che avesse tra le sue corde. “ Per evitare di essere presi alla sprovvista, uno di noi potrebbe restare a spiare dal finestrone i movimenti dei circensi ed avvisarci al momento opportuno dei loro spostamenti. In ogni caso, oltre a vedere dove sono posizionati gli oggetti, da qui potrei essere in grado di avvisarvi con un po’ di anticipo qualora dovesse avvicinarsi qualcuno alla porta: l’importante è che io rimanga fermo, per far sì che il mio raggio di visione si ampli. ”, concluse, spostando quindi l’attenzione sulle librerie.

    In caso affermativo, avrebbe cominciato a cercare nella libreria a sinistra chinandosi sugli scaffali chiusi e cominciando ad armeggiare per aprirne almeno uno: magari lì dentro avrebbe trovato qualcosa di prezioso e di più utile rispetto ai tanti tesori nascosti dal disordine e dall’incuria.


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 60% + 5%* = 65%
    *per media voto
    Status Fisico ~ Ancora convalescente, ma grossomodo sta bene; il veleno è stato debellato quasi completamente, ma necessità di ancora un poco di tempo per smaltirlo completamente. Illeso dall'attacco della succube, ma acciaccato dalla caduta: nulla di compromettente, comunque, se non qualche livido. Guancia rossa, ed avvelenamento ormai in fase di smaltimento.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “Lama del destino” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “Lama del destino” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “Oracolo della morte” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘manico’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “Aculei dello Scorpione” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine. [5/5]

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“Occhio di Ra”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “Respiro divino”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“Occhio di Ra” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “Respiro divino” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “Respiro divino”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “Respiro divino” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall' “Occhio di Ra” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“Occhio di Ra” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “Respiro divino” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “Respiro divino” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “Respiro divino” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“Occhio di Ra” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“Occhio di Ra” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “Respiro Divino” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“Occhio di Ra”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “lettura” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “lettura” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza.
    [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ L'intento, come preannunciato nel post, è quello di cercare qualcosa di utile: se uno di noi fa la guardia ed il resto ricerca, dovremmo riuscire a scovare qualcosa (più d'una, ad essere sinceri) in modo da ottenere materiale. La luce che proviene dal magazzino, unita a qualche fiammella localizzata verso la libreria, potrebbe essere abbastanza per concederci un po' di visibilità. A voi. =)

     
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    NESRÌN ▪ SCHEDA

    Alla domanda di Nesrìn arrivò lesta la risposta dell’Antico: un proiettore era un aggeggio in grado di generare delle immagini... d’accordo. Che quella macchina usasse la magia, o chissà quale trucco tecnologico, però, alla rossa interessava ben poco... non perse nemmeno tempo a chiederselo, in verità, non certo perché non fosse curiosa di scoprirlo, anzi, quanto piuttosto perché non riusciva a capire come mai i suoi compagni fossero tanto interessati a quell’oscuro marchingegno. Erano appena scampati alla morte... era proprio necessario perdere tempo prezioso ad ispezionare una stanza immersa nel caos e un proiettore non funzionante? Dovevano pensare a sopravvivere, a cercare un luogo più sicuro dove mettere a punto una strategia d’azione -anche se l’idea di sprecare tempo in chiacchiere non l’entusiasmava affatto- e magari meno claustrofobico di quelle quattro mura, già che c’erano.

    Invece... possibile che passare in rassegna un pugno d’immagini alla ricerca di chissà quale indizio più o meno utile fosse davvero così importante? Uriel, Brifos e Amon avevano perfino iniziato a scambiarsi idee ed opinioni su ciò che era accaduto nella Sala degli Specchi, scervellandosi a cercare una ragione in tutto quel caos, proprio come stavano provando a fare in quella stanza... senz’alcun risultato, senza giungere ad alcuna conclusione, senza trovare risposta ai loro interrogativi. Avevano parlato a vanvera, e per la Fiamma, lei era ancora rinchiusa in quella fottuta stanza!

    Poi arrivò la stangata: gli alloggiamenti per i film erano vuoti. Cosa voleva forse dire, che tutto lo sproloquio di Khatep e compagnia che si era dovuta sorbire era stato assolutamente inutile?! In quel momento la focosa avrebbe proprio voluto incenerire qualcuno, o qualcosa, invece doveva stare attenta alle sue fiamme o rischiavano d’essere scoperti... merda! Se non altro adesso avrebbero finalmente lasciato quella prigione, giusto? Che ragione c’era di starsene rinchiusi in quel buco di stanzino ad aspettare che il nemico venga per reclamare le loro teste? Anche se in quel momento una bella scazzottata le avrebbe fatto davvero bene, visto e considerato il suo pessimo umore.

    Spegnete la luce, adesso.

    La voce gracchiante e il tono perentorio col quale la mummia prese la parola fecero sobbalzare la rossa dallo spavento, più che altro perché fino a quel momento lo scheletro rinsecchito se ne era stato tranquillo nel suo brodo e la metadrago -ben lieta di non averlo sentito blaterare troppo- si era per un attimo scordata della sua presenza.

    Ormai destatasi dai suoi pensieri, la rossa rivolse la sua attenzione verso l’Antico con una smorfia interrogativa stampata sul viso ferino, espressione accigliata a sottolineare la sua confusione e il suo ben più netto nervosismo.

    La stanza, intanto, si era fatta più buia a causa dell’incantesimo lanciato da Khatep nel disperato tentativo di occultare la loro presenza agli occhi del nemico... ammesso che quest’ultimi non li avessero già notati. Lei ci vedeva perfettamente al buio e forse non ci aveva fatto caso al momento opportuno, ma sapeva bene quanto anche la più piccola e fioca delle luci diventasse come un faro nella notte, se immersa nella più completa oscurità.

    Nell’enorme sala dall’altra parte del vetro ci sono tre individui: una bambina, con il suo enorme pupazzo che le fa da guardia del corpo, e un'altra persona, probabilmente un circense, la cui potenza dev’essere straordinaria.

    Oh... merda.

    Per questo lei doveva tenere a bada il suo fuoco... anche una minima scintilla poteva tradirli.
    Merda... e non poteva nemmeno sbuffare dalla rabbia per paura di lasciarsi sfuggire una fiammata!

    Probabilmente l’idea migliore è prendere con noi quanti più volumi possibile e allontanarci rapidamente. [...]

    Immediata la risposta di Nesrìn.

    Giussto. Alle fiamme il proiettore, dobbiamo ssvignarcela!

    Per un attimo perfino la stessa Nesrìn stentò a credere alle sue parole, ma le sue intenzioni non erano animate dalla codardia, bensì dal timore di non riuscire a gestire a dovere il suo fuoco rinchiusa dentro quelle quattro mura. Le sue fiamme avevano una potenza esplosiva, se le scatenava all’interno di quello spazio così ristretto rischiava di ferire i suoi compagni... e ridurre in cenere l’intero stanzino, proiettore compreso; e tanti cari saluti ad eventuali indizi.

    E poi voleva uscire da lì, per la Fiamma! Si sentiva soffocare!

    Se sono ancora lì è probabile che non si siano ancora accorte di noi. [...] Per evitare di essere presi alla sprovvista, uno di noi potrebbe restare a spiare dal finestrone i movimenti dei circensi ed avvisarci al momento opportuno dei loro spostamenti.

    Amon non aveva tutti i torti, ma questo non cambiava l’opinione della focosa: li dentro erano vulnerabili.
    Si spostò comunque vicino alla finestra, per assicurarsi della veridicità dell’affermazione di Amon.

    Io non ho problemi a vedere nell’osscurità. Vi avviso io sse arriva qualcuno.
    E con quelle parole la rossa si mise a spiare fuori dalla finestra, lo sguardo del drago più vigile che mai.

    codice role © Hellsing~ NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Energia: 75%
    Stato fisico: qualche livido di trascurabile entità.
    Stato emotivo: nervosa, ma vigile.

    Passive:

    Anima di Drago [Passiva d'Immortalità - ONLY GDR]
    Ali di Drago [Passiva di Volo] Occhi di Drago [Passiva di Vista Potenziata]
    Infravisione [Passiva di Vista Termica] Scurovisione [Passiva di Vista Notturna]

    Inventario: Lame Gemelle.

    NOTE: Nesrìn si avvale della passiva Scurovisione, più Occhi di Drago e Infravisione, per osservare i loschi figuri nell'oscurità e captare qualunque movimento sospetto.



    Edited by Red Jenny - 20/9/2015, 15:34
     
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    Purtroppo Brifos brancolava nel buio tanto quanto Uriel e il resto del gruppo. Fare ipotesi era facile, cercare la verità era molto difficile, considerando che non avevano uno straccio di indizio.
    Tornò nel suo status pensieroso, concentrandosi sulla situazione attuale piuttosto a ciò che ormai era già successo. Per ora la cosa migliore da fare era controllare il...



    Il proiettore è funzionante, ma gli alloggiamenti per i film sono vuoti.



    Fece una smorfia di disappunto. Da una parte era curioso di vedere una pellicola, dall'altra temeva di dover assistere alla visione di scene orrende, dato il posto in cui si trovava. Gettò così uno sguardo alle due librerie -e alla porta che si trovava al centro di esse-, unici oggetti d'interesse in quella stanza. Ora le cose da fare erano tre: la prima, era cercare qualche pellicola in mezzo a tutte le cianfrusaglie che si trovavano sugli scaffali; la seconda, cercare un qualche indizio o qualche oggetto che potesse tornare utile al gruppo; la terza, aprire quella porta e vedere dove conduceva.
    Il semidio stava per dire la sua a riguardo, ma venne immediatamente bloccato da Khatep, la cui attenzione era stata attirata da qualcosa. Ordinò di spegnere le luci e con prontezza avvisò gli altri della presenza del nemico al di là della vetrata. A quanto pare si trovavano tre circensi al di là della sala, e uno di questi pareva essere parecchio potente. Nel sentire quelle parole -oltre che nel tono della voce spaventato del Lich- Uriel non poté che avere un tuffo al cuore. Non una, non due, ma tre presenze si stagliavano oltre la parete, e questo gli fece tornare in mente alla fatica che avevano fatto per ferire la domatrice.
    Cominciarono dunque ad elaborare un piano: Nesrìn si mise di vedetta, mentre gli altri avrebbero cercato tra i vari scaffali degli oggetti che secondo Amon sarebbero stati utili. Così, anche Uriel si rimboccò le maniche e si mise a frugare nella libreria di destra, a partire dal terzo scaffale dal basso.



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    Status fisico: stanco
    Status psicologico: nauseato

    Energia:

    ██████████████████████ 70%

    Equipaggiamento:

    » Uranus: Spada della lunghezza di un metro e mezzo.
    » Diario : Un comune diario.

    Abilità Passive:

    » Expanded Mind: Memoria illimitata, +10% energia, Instant-casting
    » Innocent Aura: Auspex spirituale
    » La voce della Saggezza: Aura di carisma

    Abilità Attive:


    Note: dato che nel post Nesrìn non si è presentata a Uriel, ho voluto dare per implicito che la presentazione sia avvenuta.


     
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