[Quest] Icebreaker

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    Rispondono alle vostre domande con le voci che tremano e gli occhi bassi. Rabbia cola dai loro pugni serrati, dai denti che digrignano tra una parola e l'altra.
    Rabbia e impotenza. Eppure sono tutti così ansiosi di parlare, fanno a gara sul chi debba raccontare i dettagli più macabri o pronunziare le imprecazioni più colorite - "Porco Aeon" pare essere la più gettonata, ma a strappare un applauso a un'intera tavolata è "'sto figlio di troia fa così schifo che sua madre avrà pensato di aver cagato quando l'ha partorito". Ringraziate il vecchio Barbabianca a ore 12 per questo incredibile pezzo di poesia endlossiana.
    Perché nonostante tutto, avere qualcuno con cui parlare è una bella liberazione.

    La Bestia arriva solo di notte, vi dicono. Non compare finché l'oscurità non è totale: l'unica notte in cui ha dato loro pace era l'inizio del mese, quando la Luna d'Argento risplendeva nel suo massimo splendore.
    La Bestia arriva da Nord, dalle montagne che sovrastano la cittadina. Forse ha una tana, lì in mezzo ai ghiacci, un pertugio in cui nascondersi dalla luce che tanto le dà fastidio. Magari ha violato qualche cripta antica, e dorme su un letto di zombie smembrati. "Se le mettiamo un guinzaglio forse possiamo insegnarle a sbranare i Lich" scherza un boscaiolo, ma riceve un coppino sulla nuca anziché risate.
    La Bestia è roba da poco, confrontata a certi orrori non-morti che girano per le montagne.

    ● Lyssandra ●


    «Ecco qui.»
    Il locandiere poggia una bottiglia sul tavolo. La teneva insieme alle altre dietro al bancone, ma quel che contiene non pare alcool: sul fondo del vetro verde c'è un dito di gelatina nera e oleosa. Pronta ad analizzarla? Il tavolo è spazioso, e se necessiti di attrezzature e calore per fare i tuoi intrugli, si può cercare qualcosa nella cucina sul retro.
    È bava e sangue della bestia, ti assicura l'oste. Raccolta dalla neve dopo il suo passaggio, e dal forcone che Richard, l'uomo senza un braccio, aveva infilzato nelle carni del mostro.
    Ti rivolge un sorriso storto, Richard, denti tutti neri e occhi stanchi.
    È un lottatore nato, lui: se la caverà. Nonostante l'incidente, non pare voler stare fermo - s'imbacucca in una pelliccia e segue Deneb fuori, ansioso di sbirciare le sue mosse.
    Pronto a giudicare le azioni di questa donna che si crede una guerriera.

    ● Deneb ●


    Hai trovato la tua strettoria.
    È l'entrata di una vecchia miniera, cinque metri di tunnel roccioso che finiscono contro una parete di macerie. Il resto è crollato anni fa, prima ancora che Taron, quel vecchio coi baffoni a manubrio, provocasse quasi valanga con i suoi vagiti da lattante.
    Lui, l'uomo che ti ha aperto la porta e quello senza un braccio ti hanno accompagnato fuori, perché non si lascia una donna da sola. Insieme avete fatto un giro, analizzando canaloni e vicoli ciechi, ma la miniera pare essere il posto migliore: niente case vicino che possano prendere fuoco, niente pareti che il mostro possa scalare...
    «Hai detto che "potresti riuscire ad abbatterla", se la intrappoliamo.»
    L'uomo che ha parlato si chiama Richard, ma tu non lo sai. Quel che sai è che ha la voce ruvida quanto quei quattro peli che gli crescono sulle guance, un fisico asciutto e lo sguardo pungente.
    Un tempo le bagasce imprudenti come te venivano sculacciate e rimandate in cucina, ti stanno dicendo quegli occhi.
    «E se non ci riesci? Questo posto diventerebbe una trappola per noi.» sibila, agitandoti contro il suo unico braccio «Com'è che spereresti di batterla, eh? Prendendola a forchettate con le tue braccine?»
    Gli altri due uomini si scambiano un'occhiata preoccupata. In effetti non ha tutti i torti.


    QM point I risultati dell'analisi del sangue via PM. :3 Deneb, la tua idea ha senso, ma deve concretizzarsi in un piano più concreto se vuoi convincere questi signori.
    As always, usate la bacheca se dovete fare brevi domande ai png, così velocizziamo.
     
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    Fra il chiacchiericcio generale, l’omone conduce Lyssandra verso il locandiere, ansioso di consegnarle il campione di... poltiglia organica da lei richiesto. Senza proferir parola, la necromante solleva dunque il contenitore, iniziando ad osservarlo con cura ed agitando la bottiglia fra le mani per meglio comprendere la consistenza del viscidume che s’appresta ad analizzare. Per quanto la prospettiva di dover studiare quella schifezza non la entusiasmi affatto, nessuna smorfia disgustata increspa le labbra della strega; solo uno sguardo freddo e distaccato, come quello di un attento alchimista all’opera, si può leggere sul suo volto carico di curiosità. D’altronde, è una necromante... e nessun necromante può permettersi di fare lo schizzinoso, non quando la natura stessa dei suoi studi lo mette in contatto con tutto ciò che è da considerarsi marcio, putrefatto, avvizzito e... morto, insomma. Un fugace sorriso di cortesia e Lyssandra si rintana nella cucina a fare i suoi esperimenti, con la flebile speranza di non dover faticare troppo nel cercare fra le cianfrusaglie del cuoco le attrezzature necessarie per compiere le sue analisi.

    Grimorio ed erbario alla mano, la strega si mette al lavoro, riuscendo quasi per miracolo a mettere in piedi un piccolo laboratorio di fortuna, ma incontrando comunque qualche difficoltà nel determinare l’esatta origine del campione... più che altro per mancanza di risorse disponibili, non certo di conoscenza. Impiega più tempo del necessario, ma alla fine riesce a capire che il sangue della Bestia è -o meglio, era- umano. Alcune tracce sono ancora visibili, ma il resto è stato... corrotto da qualcosa. Si passa le dita affusolate fra la chioma corvina, l’eretica, grattandosi la nuca con fare assorto, incapace di dare un nome al maleficio in questione: necromanzia, forse... sembra averne tutte le caratteristiche, ma la strega non se la sente di azzardare ipotesi... non quando la necromanzia di Endlos è così diversa da quella che conosce lei.

    Con una scrollata di spalle, Lyssandra sceglie di rimandare la questione a più tardi e concentrare invece i suoi sforzi nel trovare eventuali punti deboli della Bestia. Ricordandosi allora della sua avversione verso la luce, l’eretica decide di testare la reazione del campione al contatto con le fiamme... e il risultato è tanto immediato quanto rassicurante. Il viscidume si rivela essere molto vulnerabile al fuoco; non solo, perfino la stessa luce emanata dalle fiamme sembra indebolirlo. Invece, ogni tentativo di sezionarlo si rivela inutile... un po’ come affondare un forcone nella gelatina. Un sorriso amaro increspa le labbra della strega, al solo pensiero di quel povero disgraziato, mentre nella sua mente si fa sempre più forte la convinzione che spade, lance e forconi non avrebbero salvato quella gente dall’ira sanguinaria della Bestia.

    Signori, ho delle buone e delle cattive notizie per voi.
    La porta della cucina si chiude alle spalle di Lyssandra. Il tono distaccato e professionale è superato solo alla chiarezza con cui la necromante condivide le sue scoperte al resto del villaggio.

    La Bestia ha origini umane, e non esiste spada o forcone che possa ucciderla... non oso azzardare ipotesi su cosa possa aver provocato una simile mutazione, ma la buona notizia è che il fuoco ci può salvare.
    A quelle ultime parole, un sorriso malizioso increspa le labbra della strega, mentre l’ombra di un piano comincia a farsi strada nella sua mente.

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    Edited by Red Jenny - 4/1/2016, 15:08
     
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  3. Deneb Eilean
     
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    Sembra che sia tornato un briciolo di speranza. Lyssandra si è offerta di analizzare i resti che sono costati un braccio a quell’uomo. Proprio quest’ultimo - insieme ad altri due uomini - decide di accompagnarmi a cercare il luogo in cui tendere l’imboscata. Mi abbottono il cappotto e lascio la locanda, rituffandomi nel gelo.

    Camminiamo per i dintorni di Rokkanui, soppesando l’efficacia di vari luoghi angusti, finché non raggiungiamo l’entrata di una miniera abbandonata, sigillata da una frana. Questo mi sembra un ottimo luogo strategico, ma l’uomo con il braccio monco si fa scontroso e mette in dubbio le mie capacità. Posso anche capire che sia tormentato da giorni per la menomazione, ma quel suo atteggiamento mi ha punto sul vivo. Si tratta di fastidi che si sommano: il freddo, le occhiatacce, la misoginia, tutta questa diffidenza nei confronti di chi si è offerto di aiutare senza chiedere niente in cambio.

    Sono arrivata al punto di rottura.

    Io ho trascorso tutta la mia vita ad allenarmi. Nelle campagne intorno al mio paese ho abbattuto creature che hanno messo in rotta interi gruppi di bracconieri. Sono stanca di essere sottovalutata da questi boscaioli.
    Il mio volto cambia radicalmente, diventando quello di un’indomita dea guerriera.

    « No, non a mani nude… »

    Una saetta rossastra si schianta dal cielo e si concretizza nelle mie mani.

    LDtt2iC

    « …ma usando questa. »

    La mia maledizione.
    La mia forza.

    Gáe Bolg

     
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    ● Lyssandra ●


    Credevi che ormai fossero giunti al limite. Non credevi che potessero spaventarsi più di così, essere ancora più disperati. Ma poi hai detto "La Bestia ha origini umane", e hai chiaramente visto qualcosa spezzarsi negli occhi di molti di loro.
    L'ultimo baluginio di sanità mentale. La convinzione, irrazionale e disperata, che quella bestia fosse solo un brutto incubo.

    Urla e sconquasso. Un umano? Poteva essere Karl, che era partito due mesi fa per cacciare cinghiali e non era mai tornato. O forse si trattava di uno straniero, un mago metamorfo che li voleva morti per chissà quale ragione. Tesori sepolti sotto la neve, o il puro divertimento di massacrare senza rendere conto a nessuno.
    Un umano, quindi. Uno di loro. Qualcosa di vero, non un'ombra sotto il letto.
    Qualcosa che ora sembra molto più difficile da affrontare. Perché nell'uccidere un umano, anche se così deformato, non si diviene forse assassini?
    «Dev'essere stata qualche strega a ridurlo così. Magari è scappato a lei.» sibila un uomo, gli occhi di ghiaccio puntati verso di te. Perché se il nemico è così orribile da non poter essere affrontato, non resta che prendersela con il messaggero.
    Hanno già bruciato una ragazza da queste parti.

    «Basta.»
    L'oste si piazza davanti a te, alzando un braccio in tua difesa. Alto e massiccio, è una montagna di carne e tessuto unticcio posta in tua difesa contro il mondo.
    «Ci serve del fuoco.» dichiara «Stracci. Alcool. Pece. Le spade e i forconi non le fanno niente, ma se li avvolgiamo col fuoco possiamo usarli per combattere.»
    La voce decisa di chi cerca solo di ragionare. Perché ha poco senso puntare le dita e ammazzarsi tra voi, finché la Bestia è ancora in libertà.
    Fuoco. Qualcuno parla di andare a prendere degli stracci, chi addirittura parla di usare le vesti del figlio che gli è stato divorato. Una vecchia dice di avere una sedia scalcagnata in casa, un altro poggia subito il suo acciarino sul tavolo. La rabbia cieca diviene meditata vendetta, e tu passi in secondo piano.
    «Ce la possiamo fare.» bisbiglia l'oste in un soffio, tirando il fiato.
    Difficile dire se sia un'affermazione o solo una preghiera.

    ● Deneb ●


    Credevi che ormai fossero giunti al limite. Non credevi che potessero spaventarsi più di così, essere ancora più disperati. Ma poi hai tirato fuori quella cosa, e hai sentito i loro respiri mozzarsi e le ginocchia tremare.
    «Stregoneria...» biascica uno dei tuoi accompagnatori, retrocedendo di un passo.
    «Ed è esattamente quello che ci serve.» replica il monco, tirando un colpo al collega con l'unico gomito che gli rimane.
    Stregoneria, non c'è dubbio. Cos'altro potrebbe essere quella lancia? È comparsa dal nulla, è rossa come il sangue e affilata come il rancore. Ma soprattutto, è sbagliata.
    Non serve avere sensi sovrannaturali per capirlo: il solo vederla fa venire i brividi.
    «Quindi la uccideresti con questa.» commenta Richard. Allunga una mano per sfiorarla, ma ci ripensa a pochi millimetri dalla lama rossa.
    A ben pensarci, non vale la pena di perdere le ultime dita che ci rimangono.
    «Beh, vedi di non morire anche tu.» commenta, guardandoti negli occhi.

    ● Un'ora dopo ●


    Il sole è ormai nascosto a metà dalle montagne, e lacrima sulla neve gli ultimi raggi arancioni e rossi. La sera si sta avvicinando, e la situazione nella locanda è più testa che mai.
    Ricapitolando: la bestia arriverà da Nord a sole calato, anche se il punto preciso è impossibile da individuare. Quindici persone si sono offerte di aiutarvi, armate alla bell'e meglio con torcie e bastoni. Il loro umore ondeggia tra terrore e rassegnazione, ma ci pensa il monco a tenerli attivi e ben concentrati.
    ("Vuoi perdere anche l'altro braccio, Richard?" commenta qualcuno, ma uno scappellotto in faccia lo rimette subito in riga.)
    Il fuoco acceso nel camino viene attizzato ogni pochi minuti, come se tutti avessero paura che si spenga. In molti sono raccolti lì intorno - chi in attesa della zuppa che ribolle, chi semplicemente per guardare le fiamme.
    La vostra ultima salvezza.
    I canti provenienti dal tempio si sono placati. Anche per loro, probabilmente, è giunto il tempo della cena. O il tempo, semplicemente, in cui pregare non può servire più a niente.
    È come se la valle stessa stesse trattenendo il respiro.

    QM point Ultimo turno organizzativo! Do per scontato che nel timeskip le vostre pg si siano aggiornate a vicenda sulla situazione.
    Perdonate il mostruoso ritardo, ma il lavoro mi sta distruggendo l'anima e l'ispirazione per postare scarseggia tantissimo =.= in compenso vi ho disegnato una mappa bruttissima per facilitarvi la situazione. Sentitevi liberi di pasticciarci sopra, indicandomi dove posizionate tutti.
    Le vostre truppe consistono in una quindicina di persone, equipaggiate con torce, accette e bastoni avvolti in stracci infuocati. Le vostre due "pedine" migliori sono il barista, che è un muro di carne gigante ma con poca esperienza nel combat, e il buon Richard, che ha un braccio solo ma buone combat skillz.
    Ovviamente segnate anche voi stessi sulla mappa.
     
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    Lyssandra fa appena in tempo ad esporre le sue scoperte, quando il panico inizia a diffondersi nella sala, fra le urla e lo sconquasso generale; la strega, per un attimo, è addirittura tentata di lasciar cadere la sua solita maschera di cortesia e tapparsi le orecchie per risparmiarsi la tortura, tanto è assordante quel baccano.

    La notizia che la Bestia ha origini umane sembra scuotere nel profondo l’animo di quella povera gente, più di quanto non avesse già fatto la morte di quella sventurata fanciulla data alle fiamme, o il massacro di quasi un intero villaggio d’innocenti. Forse perché, infine, la natura della Bestia è divenuta più reale ai loro occhi, più concreta, più vicina a loro... più simile a loro. L’incubo, che fin’ora aveva solo tormentato i loro pensieri come un’ombra indistinta, distante ed eterea, all’improvviso s’è fatto carne e sangue... un pericolo tangibile, non più soltanto uno spettro vomitato su Endlos da chissà quale angolo del multiverso.

    Per questa ragione, le parole dell’eretica pesano sulle loro coscienze come macigni, e alla disperazione segue subito la rabbia, la frustrazione, e il bruciante desiderio di scaricare su qualcuno -su chiunque- la colpa di tutte le loro sciagure. Commenti sibillini iniziano a serpeggiare fra le bocche dei presenti, e gli sguardi accusatori, colmi d’astio e di sospetto nei confronti della necromante, non tardano ad arrivare.

    Lyssandra si sente presa di mira, osservata e giudicata come già le era accaduto moltissime altre volte in passato, ma resta impassibile, il viso marmoreo che mostra solo una maschera d’indifferenza, mista ad una nota di disprezzo. Ogni necromante, d’altronde, è ben avvezzo a questo genere di trattamento.

    La strega non si sarebbe lasciata schiacciare da simili accuse, eppure sceglie di restarsene in silenzio, consapevole che provare a convincere quella gentaglia della sua innocenza non sarebbe servito proprio a nulla, se non a rafforzare ancor di più le loro convinzioni. I fatti avrebbero parlato per lei.

    Basta.

    Esclama l’oste: un muro di carne fra la strega e la folla inferocita. Strabuzza gli occhi, l’eretica, quasi scossa da quel gesto così altruistico.

    Ci serve del fuoco. Stracci. Alcool. Pece. [...]

    Quelle poche parole bastano per far riprendere il senno a quei visi martoriati dalla disperazione e dallo sconforto, e la rabbia cieca si trasforma in una pianificata vendetta. Un sorrisetto malizioso increspa le labbra della strega, mentre le parole “stracci,” “alcool” e “pece” riecheggiano nella sua mente come una dolce melodia, e il barlume di un’idea esplosiva comincia a farsi strada nei suoi pensieri.

    Signori miei, rallegratevi. Siete meno indifesi di quanto credete.

    Esclama col suo solito tono cordiale ed ossequioso.

    Procuratemi un po’ di bottiglie vuote, degli stracci, un po’ d’alcool e della pece, e avrete le vostre bombe.

    Forse quelle parole avrebbero riacceso le speranze di quella povera gente... chissà, Lyssandra si augura solo che le fiamme non siano così intense da ridurre la Bestia in un mucchietto di cenere. Vorrebbe studiarla.

    ------------------------------------------------------------------------------------------------

    Un’ora più tardi la strega è intenta ad esporre a Deneb la sua strategia d’azione, le cinque bottiglie incendiarie posate in fila ordinata sul bancone dell’oste, in attesa d’essere reclamate da chiunque lo desideri, mentre la quinta bottiglia è già stata prenotata dalla necromante... per sicurezza.

    Signorina Deneb, voi che siete un’esperta cacciatrice, potreste condurre voi gli uomini? Sono certa che la vostra grande abilità di guerriera fornirà loro la forza e il coraggio necessario per affrontare la Bestia e spingerla in trappola, verso la miniera.

    Questa sarà la vostra posizione.


    Punta l’indice verso una zona ben precisa della mappa: le case bruciate.

    Io, invece, m’apposterò su questa collina.

    Indica l’altura dove si snoda la miniera.

    Da quassù sarò libera di concentrarmi sui miei sortilegi e potrò fornirvi tutto l’aiuto necessario senza rischiare d'essere disturbata.

    Concluso il discorso, lo sguardo di ghiaccio dell'eretica si sarebbe incatenato a quello della cacciatrice, in silenziosa attesa della sua approvazione.

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    Edited by Red Jenny - 15/3/2016, 10:48
     
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  6. Deneb Eilean
     
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    Gli uomini sono rimasti basiti. Solo il monco tenta di avvicinarsi, e finalmente sembra convinto delle mie abilità. In qualche modo pare che abbia intuito che la mia stessa vita sia in pericolo fintanto che brandisco quest’arma. Al suo monito rispondo con un sospiro, rilassando le spalle e riprendendo un’espressione rassicurante.

    « Sì, il piano è questo. »

    Forse mi sono lasciata prendere la mano. Queste persone non sono cattive, sono soltanto spaventate e distrutte dalla miseria. Non c’è bisogno di creare altra agitazione, quel che serve loro è una spinta per uscire da quest’incubo.

    Dopo un’ora stiamo ultimando i preparativi alla locanda. Una quindicina di persone si sta armando con quel poco che hanno a disposizione, incluse delle bombe incendiarie preparate da Lyssandra. Nel frattempo quest’ultima mi sta aggiornando sulle sue recenti scoperte, che riguardano la natura della Bestia.

    « …origini umane… »

    Mormoro a bassa voce, allontanando delle spiacevoli sensazioni di déjà-vu che si stanno facendo sempre più insistenti. Non importa quale sia il passato dell’abominio: ciò che conta è la distruzione che sta causando nel presente. Dev’essere fermato.

    « Va bene, aspetteremo tra le case bruciate. In quello spiazzo la visibilità dovrebbe essere buona, ora che l’incendio si è estinto. »

    Concordo con il piano d’azione, che anche a me pare la soluzione più efficiente. Io resterò con il gruppo per evitare che si disperdano o perdano di vista l’obiettivo. Lyssandra farà da vedetta e ci fornirà supporto dalla collina.

    « Ma se la Bestia dovesse passare prima per la tua postazione, non esitare a farci un segnale. »

    È un’eventualità improbabile, ma se dovesse accadere
    lei si troverebbe da sola contro la creatura.

     
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    ● Lyssandra ●


    Attraversi vicoli stretti e costeggi case bruciate, dirigendoti verso la collina.
    Abiti che frusciano sul terreno innevato, molotov che ti tintinnano nelle tasche. Spero che tu ti sia portata dietro una torcia o una lanterna, perché la luna è pallida e il sentiero è privo di indicazioni.
    Nell'arrampicarti, passi davanti al santuario scavato sul fianco della montagnola.
    Qualche cantilena là dentro ancora risuona, in un dialetto del nord che risulta a te incomprensibile. La zona, però, pare essere del tutto desert-

    È forse una persona, quella nascosta dietro un monolite?

    Immaginazione. Le rozze che spuntano dal terreno davanti alla chiesa, dritte e liscie come lapidi, paiono fissarti come sentinelle. C'è una zona dove la neve è sciolta e il terreno è nero, lì davanti.
    Lì hanno bruciato la ragazza.

    Raggiungi la cima del colle Lassù, con il villaggio ai tuoi piedi e la brezza che soffia leggera, la serata pare essere quasi pacifica. Puoi permetterti di rilassarti un attimo, contemplare le stelle.
    La notte è ancora chiara.
    Attendi che la luna cali dietro i picchi di Koldran, e allora anche tu vedrai...

    ● Deneb ●


    Per quanto tempo rimanete in mezzo alle case bruciate, ad osservare con ansia le montagne che vi circondano come denti di drago?
    Difficile dirlo. L'aria è immobile, il tempo pare essersi congelato. Sai solo che a un certo punto la luna scivola dietro una punta rocciosa, sparendo alla vista, e pochi minuti dopo una sagoma più nera del buio si staglia contro l'orizzonte.
    È sul tetto della locanda.

    Arriva.


    Gli uomini intorno a te trattengono il respiro. C'è chi stringe più saldamente la propria arma, chi digrigna i denti, e chi estrae con assoluta catela le molotov create da Lyssandra. Tutti si rivolgono muti verso te, attendendo ordini.
    La Bestia scende giù dall'osteria, ignorando l'edificio dalle luci spente.
    Puoi immaginare il sospiro di sollievo di quelli che sono rimasti dentro. Stretti l'uno contro l'altro come pulcini spaventati, osserveranno la creatura allontanarsi da loro.
    E venire verso di voi.

    Arriva.


    La senti arrivare con il cuore, prima ancora che con le orechie. È come se un'ondata di aria nera ti travolgesse, spezzando le tue ossa come se fossero ramoscelli.
    L'aria è sbagliata. Qualsiasi cosa si stia avvicinando, è ben diversa dai mostri che sei abituata a combattere. Quelle erano creature orribili, gigantesche e prive di ragione, tutte muscoli ed odio e unghie appuntite - ma erano comunque prodotti della Natura, per quanto aberranti.
    Questo è qualcosa che nemmeno dovrebbe esistere. La neve e l'aere si spostano, rigettando la sua essenza.
    C'è un lieve ticchettio di unghie sulla pietra. Uno sbatter d'ali, un digrignar di denti.

    Arriva.

    qhSAxOB




    QM point Come predetto, la bestia arriva da Nord. Deneb e gli uomini sullo spiazzo hanno l'onore del primo attacco, ma la ragazza deve dire precisamente a loro come muoversi: sono troppo spaventati per reagire in autonomia. Ebbene sì, la Bestia ha una malia di Terrore passiva piuttosto potente. Deneb la sente bene, mentre Lyssandra, essendo più lontana, ne risente meno.
    La necromante però si trova molto lontana dal nemico, al momento, e può attaccarlo solo con tecniche di livello Alto. Se la sua compagnia e gli uomini del villaggio riusciranno a spingere la Bestia verso la miniera, Lyssandra potrà utilizzare al prossimo turno tecniche dal consumo minore :3
     
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  8. Deneb Eilean
     
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    La luce distante della luna di questo mese è appena sufficiente a delineare i contorni delle abitazioni carbonizzate. Stiamo compatti nel silenzio notturno, le torce diffondono un falso senso di calore, perché questo freddo maledetto mi sta ugualmente entrando nelle ossa. Siamo tesi, con lo sguardo rivolto verso Nord. Aspettiamo tutti che si muova qualcosa. Con la coda dell’occhio mi pare di notare un fruscio, ma sono soltanto le sagome delle conifere, che con questo buio giocano brutti scherzi.

    L’ansia cresce.
    La luna si nasconde.

    Stringo la presa sulla mia lancia. Devo stare calma.
    C’è un’ombra sul tetto della locanda. Tutti se ne accorgono, attira a sé le paure come un magnete. Molti cercano il mio sguardo, desiderosi di sostegno e direttive. Non troveranno granché. Anch’io sto vacillando. La Bestia si sta avvicinando e porta con sé un’aura abominevole. Nessuno dovrebbe affrontare quella cosa.

    Non è di questo mondo.
    Non puoi vincere.
    Girati e scappa.
    Non voltarti.

    Forse non ti raggiungerà.
    Forse inizierà a cibarsi dei più lenti.

    Mi tiro una manata sulla fronte per riprendermi. In preda al terrore stavo considerando vigliaccherie indicibili. Eppure il retro della mia mente continua a sovrapporre quella sagoma nera ad un altro mostro del mio passato. Qualcuno che amavo e che non sono riuscita a salvare. Un incubo ricorrente che è giunto a perseguitarmi anche da sveglia.

    Stringo i denti.
    Stringo le nocche.
    L’abominio ci ha trovato.

    È più orripilante degli Oni dipinti sulle pergamene antiche. Non può essere una creatura della terra. Nemmeno il delirio di un artista psicopatico potrebbe concepire qualcosa di tanto repellente. Fa cedere le ginocchia. Nessuno farà un passo senza che intervenga io. Sono responsabile di tutte queste persone, per questo non posso permettermi di tremare.

    « Attaccherò per prima per ridurre la sua mobilità. Avanzate subito dopo disposti a tenaglia, con il fuoco bene in vista. Dobbiamo spingerlo verso la vecchia miniera. »

    Con voce sicura confermo a tutti il piano che abbiamo ripetuto allo sfinimento. So che è necessario, perché il terrore paralizza il raziocinio oltre che i muscoli.

    Faccio un passo avanti.
    Adesso siamo solo io e te, mostro. Non so quale maledizione abbia plasmato un abominio come te, però di una cosa sono sicura: le assurdità si combattono con altre assurdità. Anch’io sono armata con qualcosa che non dovrebbe esistere.
    Vediamo chi dei due è lo scherzo peggiore?

    Una vampata rossastra illumina il buio. Lei si è risvegliata. Arde in lingue di fuoco fatuo impregnate di potere arcano. La sua punta sta fremendo perché ha trovato il suo bersaglio. Sta già pregustando l’affondo, anche se sono ancora troppo lontana per eseguirlo. A lei non importa, è già convinta che la preda non può sfuggirle.

    Scatto in avanti, lancia in resta, in direzione leggermente obliqua rispetto al nemico. Al mio passaggio in corsa lascio volute d’energia rossa, come una cometa. Cerco di non fissare direttamente la Bestia per non perdere la concentrazione. Un passo dopo sarà finalmente a tiro. Conficco la lancia a terra e salto: con un tale slancio e un perno di due metri dovrei riuscire a proiettarmi ad un’altezza considerevole. Eseguo un salto con l’asta acrobatico per infondere coraggio a chi mi sta guardando le spalle e per elevarmi al di sopra del mostro.

    È proprio durante l’elevazione che parte il mio attacco. Potrebbe sembrare un paradosso, perché un affondo dovrebbe essere impossibile se la lancia è conficcata al suolo… ma la Gáe Bolg non è un’arma convenzionale. Ora che soltanto sette metri ci separano dal nemico, l’arma si è tramutata in un fascio d’energia: una saetta fuori controllo che guizza verso la Bestia, pronta a perforarla trasversalmente all’attaccatura delle zampe. È un fulmine vermiglio che si adatta ai suoi movimenti, che la inseguirebbe fino all’inferno da cui è uscita pur d’impalare il bersaglio che ha agganciato.

    Mi trovo all’apice del balzo quanto l’affondo si conclude. Lampeggiando nel buio, l’energia si scarica verso la mia mano, riprendendo la sua consistenza metallica. Ma io non ho ancora finito: il mio braccio era già ritratto, pronto a concatenare un altro attacco.

    xMuaoq1

    La scaglio con tutta la mia forza.
    Una cannonata accecante cala dal cielo. Un boato risuona tra le montagne. È un giudizio scarlatto come il sangue innocente spillato dall’assassino sotto di me. Ho mirato verso l’attaccatura delle ali della creatura, cosicché siano divorate dall’esplosione. Data la traiettoria diagonale della mia rincorsa, dovrei atterrare dal lato opposto rispetto alla direzione della miniera. Se la chiusura a tenaglia riesce, avrà la strada sbarrata e potrà soltanto trascinarsi dov'è appostata Lyssandra, dritto nella nostra trappola.

    Quando la lancia farà inevitabilmente ritorno nelle mie mani,
    troverò il coraggio di fissare ciò che resta del nemico.
    Il mio sguardo fermo comunica soltanto un messaggio.

    Stanotte sarà la tua ultima battuta di caccia, mostro.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: spaventata ma concentrata
    Energia: 100 – 10 – 20 = 70%
    Equipaggiamento:
    Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte ]

    Lancer Suit [ Armatura ]

    Passive:
    Acrobatics [ Passiva di movenze acrobatiche ]

    Attive utilizzate:

    Death Pierce
    I colpi normali non sono sufficienti per abbattermi. Devi rilasciare il potere di quell’arma, anche se ti spaventa, anche se continui a chiederti se non esiste un altro modo per salvarmi. Devi farla finita, altrimenti resterai senza forze e io… non voglio pensare a cosa potrebbe succedere. Uccidimi ora, Deneb. Vedo un bagliore rosso che illumina il sottobosco. La belva scansa istintivamente di lato, cercando riparo dietro un tronco. Non basterà, so cosa sta per succedere. La Gáe Bolg si tramuta in un flusso d’energia e scatta per inseguire la preda. Nascondersi è inutile, la saetta impazzita compie cambi di direzione assurdi, risalendo una traiettoria che sembra impossibile. La punta della lancia mi raggiunge dopo aver aggirato l’albero. Mi trapassa da parte a parte, all’altezza dello sterno. La fitta di dolore è talmente violenta che per un attimo mi sembra di scomparire. Che ironia, amore: questa è già la seconda volta che mi trafiggi il cuore.
    Consumo: medio

    Soaring Spear
    Sospesa in aria, ti prepari a scagliare la lancia con tutta la tua forza. L’aura che la ricopre è come una fiamma sacrilega. Sappiamo entrambi che questo sarà il colpo di grazia. Distendo le membra, non ha più senso resistere. La mia battaglia è finita. Vedo di sfuggita le tue guancie rigate dalle lacrime. Quanto vorrei baciarle un’ultima volta, sussurrandoti che andrà tutto bene. Ritrai il braccio, tendi il bicipite, la scagli. La lancia inizia la sua picchiata verso di me. Quando si è staccata dalla tua mano è sublimata in una splendida folgore rossa. Sai, non sono poi così triste. L’ultima cosa che vedrò sei tu, al culmine della tua forza e bellezza. Mi porterò dall’altra parte quest’immagine di te. Basterà appena un secondo e scomparirò nella luce; di me non resterà che un cratere rovente. Ricordati di com’ero nei nostri giorni più felici. Con la voce rotta dal pianto mi hai detto “ti amo”. Non piangermi tutta la vita, ti prego. So che avrai la forza di continuare senza di me.
    Consumo: variabile (usato ad alto)
     
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    Lyssandra s’incammina verso la collina con un senso d’ansia crescente che le attanaglia lo stomaco, il cuore in gola, quasi in fibrillazione... eppure, il viso appare calmo e il respiro è regolare, anche se forzato: come una maschera, studiata ad arte per mantenere una parvenza di fermezza di spirito -altrimenti inesistente- di fronte a quella massa di disperati, giusto per dar loro un senso di sicurezza e un velo di speranza, ma anche per aiutare sé stessa a conservare l’autocontrollo e la lucidità necessaria per la missione.

    Così, la strega stringe a pugno le mani tremanti per l’ansia e continua ad arrancare pregando che il suo animo non venga schiacciato dalla paranoia, fin troppo consapevole che lasciarsi prendere dal panico in un momento come quello non sarebbe servito a nulla, se non a peggiorare ulteriormente la situazione.

    Lyssandra aveva infatti ammesso di essere una negromante, ma si era “dimenticata” di aggiungere un particolare... quella sarebbe stata la sua prima battaglia, la prima occasione in cui avrebbe usato i suoi sortilegi non per fini personali, come aveva sempre fatto fino a quel giorno, bensì per affrontare e uccidere un mostro; e non un mostro qualsiasi, ma la Bestia, che fra poche ore sarebbe comparsa da oltre l’orizzonte, pronta a scatenare la sua follia omicida su quel poco che è rimasto del villaggio.

    Eppure, non si sarebbe lasciata intimidire dalla prospettiva del fallimento e di una morte atroce, l’eretica, non quando l’occasione perfetta per studiare più a fondo i segreti della Morte e i misteri dell’Abisso è tanto vicina da farle quasi paura.
    Paura che più di una volta le fa vedere spettri inesistenti nascosti fra le ombre della notte, facendola sussultare appena, il cuore che per tutta risposta minaccia di esploderle nel petto.

    Ha paura, la strega, ma non della Bestia... bensì di restarci secca. Per questo aveva scelto di appostarsi sulla collina, dove i rischi di cadere nelle grinfie della creatura sarebbero stati minimi, e lasciare tutto il lavoro sporco alla cacciatrice. Lyssandra è un aristocratica, un intellettuale, non una guerriera... e i suoi malefici le rubano molta concentrazione. Concentrazione che non avrebbe certo raggiunto standosene in prima linea.

    Posa lo sguardo di ghiaccio sul luogo dove hanno bruciato quella ragazza e passa oltre, ignorando pure le litanie che sente provenire dalla chiesa, ben consapevole che preghiere e superstizione non avrebbero salvato nessuno.
    Poi, raggiunta infine la cima del colle, si siede a rimirare le stelle, in attesa... e lo spettacolo -e la tranquillità- di quel momento è tale che per un attimo la negromante si dimentica della Bestia.

    Un’innocua distrazione, che però si rivela fatale per i suoi occhi impreparati, ancora intenti ad osservare il meraviglioso cielo stellato sopra le creste frastagliate del Koldran. Vede infatti la massa nera dirigersi a gran velocità verso il villaggio... e sente il cuore perdere un battito mentre scatta in piedi in un sussulto, come se il terreno sul quale sedeva avesse improvvisamente preso fuoco.

    La Bestia sta arrivando.

    Sbianca, l’eretica, alla vista di quell’orrore, mentre alcuni versi de “Il Grido della Notte” riemergono dagli abissi della sua memoria.

    Ho visto le tenebre spalancarsi,
    Vomitare neri fantasmi di cose mostruose...
    L’orrore invisibile,
    Privo di consapevolezza, splendore o nome.



    Che il Cielo ci aiuti...

    Avrebbe sussurrato in un fil di voce.

    dead to the world, alive for the journey

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    Edited by Red Jenny - 27/5/2016, 22:44
     
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    I viaggiatori che attraversarono le montagne, quella notte, parlarono di un'enorme meteora rossa schiantatasi sopra Rokkanui.
    C'è chi disse che quel meteorite terminò la vita di una bestia feroce, un mostro di pura pece e rancore che da tempo terrorizzava la città. C'è chi parla invece di un mago malvagio, che passando tra le montagne venne giustiziato dal karma.
    Perché un mago?
    Perché l'urlo che seguì all'impatto della meteora fu dannatamente umano.


    La bestia mugola per il dolore, il fianco squarciato dal colpo della lancia di Deneb. Putridume nero gocciola al suolo, sciogliendo la neve come se fosse acido. I cittadini pure urlano, facendosi indietro.
    Avrebbero avuto meno paura se la Bestia avesse ruggito come un animale, sbavando e ringhiando insulti animaleschi. Ma i suoni che sta emettendo non sono i guaiti di un cane ferito...

    Sembrano quasi i pianti di un bambino.

    Il prode Richard, guerriero improvvisato più indomito del vostro piccolo gruppo, alza il suo unico braccio per lanciare una molotov contro il mostro.
    E questa volta, è la Bestia ad arretrare.
    «Restate uniti!» grida, acchiappando la torcia di un compagno per puntarla con decisione davanti a sè «Tenete alte le torcie! Verso la galleria!»
    Ti rivolge uno sguardo, un cenno deciso col mento.
    Un segno di apprezzamento.
    Insieme, i cittadini avanzano impugnando le loro luci a mò di scudo. Le molotov vengono lanciate ogni qual volta la Bestia sembri esitare, sospingendola, un passo alla volta, contro la montagnola. Lyssandra può vederla farsi sempre più vicina, il senso di orrore che aumenta ad ogni suo passo. Ma la Necromante non ha nulla da temere: il mostro non sembra averla vista.
    L'unica alternativa, per lei, sembra essere imboccare la galleria.


    QM point La bestia si è fatta la bua e si trova all'imboccatura della caverna. Lyssandra è ora libera di attaccarla con ogni tecnica a sua disposizione.
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  11. Deneb Eilean
     
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    Uno dopo l’altro i miei colpi vanno a segno… eppure non c’è nulla di cui rallegrarsi.
    Certo, la Bestia ferita si sta trascinando verso la trappola, ma non appena torno al suolo dopo le avventate acrobazie aeree una fitta al ventre mi richiama alla realtà. Quanto sono stata stupida. Dhaval me l’aveva ripetuto più volte di non sforzare il fisico. Non posso più permettermi simili sovraccarichi, non nelle mie condizioni. Abbracciandomi la pancia mi accascio sul terreno ghiacciato con ben poca eleganza. Ho paura, ma non di quell’abominio che sta arretrando. Ho paura di perdere mio figlio. Non voglio che accada, è l’unica cosa che mi resta in questa vita.

    Stringo i denti.
    Stupida, stupida, stupida.
    Prego che le fitte si plachino.
    Inizio a sentire il pianto disperato di un bimbo.
    Giuro all’infinito che non metterò più a repentaglio le nostre vite.
    Lo giuro, quindi v’imploro fate smettere queste grida!

    D’un tratto un boato ancestrale spazza via ogni cosa: dolore, pianto e paura. È un sisma ovattato che pare provenire dal fondo degli abissi, troppo maestoso per essere paragonato riduttivamente al verso di un animale. È più facile definirlo un palpito primordiale del mondo, o una litania funebre dei fondali oceanici. Di fronte alla sua mole la mia sanità mentale dev’essere stata annichilita, a giudicare da queste astruse metafore che mi sovvengono. Ma va tutto bene, perché nessun uomo assennato può comprendere questa voce che riecheggia dal buio inesplorato.

    Sento degli artigli gelidi stringermi il cuore. Non posso sfuggire a quel richiamo. Non so cosa sia, è sicuramente qualcosa di sbagliato e offuscato dal terrore. Eppure sono certa che sia l’unica forza che può mantenermi ancora in vita… perciò mi ci aggrappo con tutta me stessa.

    Per salvare mio figlio.

    Rinvengo tra neve e fuliggine. Pur sentendomi stremata, so di non essere più in pericolo. Mi accorgo di aver stretto inconsciamente la mia lancia per tutto il tempo, con tanta disperazione da sbiancarmi le nocche. Mi gira la testa e per lunghi istanti non riesco a ricordare dove mi trovo. Quando finalmente riesco a mettermi seduta, mi torna in mente in che battaglia mortale sono coinvolta. Non so se riuscirò a rialzarmi e a infliggere il colpo di grazia a quella bestia informe. La maledizione che impregna la Gáe Bolg deve avermi appena presentato il conto per aver usufruito del suo potere.

    Ripenso a quell’eco emerso dalle profondità e rabbrividisco.
    Perché ho la sensazione di essermi calata in una fossa marina da cui non potrò più risalire?


    Stato fisico: spossata
    Stato mentale: devastata
    Energia: 70%
    Equipaggiamento:

    Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte | malus per l’utilizzo ]

    Lancer Suit [ Armatura ]


    Passive:

    Acrobatics [ Passiva di movenze acrobatiche ]


    Attive utilizzate: /
     
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    Lo scontro dura molto meno del previsto... per fortuna. Un balzo ed un affondo e l’abominio viene colpito a morte dalla lancia di Deneb, scoppiando in un grido straziante... quanto dannatamente umano. La strega rabbrividisce a quella svolta inattesa (anche se forse prevedibile, alla luce di quel che le avevano rivelato i campioni organici), le mani che si stringono più saldamente al bastone in un gesto istintivo; l’animo ancora in subbuglio per il terrore che suscita in lei quella creatura, la paura dell’eretica viene comunque mitigata dalla consapevolezza che la battaglia sta giungendo al termine... per sua somma letizia.

    Che la maestria della cacciatrice avesse superato ogni più rosea aspettativa della negromante, oppure è la Bestia ad essersi rivelata più debole di quanto invece avessero immaginato?

    Qualunque fosse la verità, ci avrebbe pensato dopo a trovare una risposta, ora è infatti giunto il suo turno di affrontare la creatura. Così, lo sguardo di ghiaccio puntato sull’abominio che geme e avanza barcollando verso l’entrata della miniera -verso la trappola, verso la sua fine- spinto dalla folla urlante (ma soprattutto dalle molotov che gli vengono lanciate addosso), Lyssandra segue la sua preda, espressione cupa e concentrata dipinta sul volto, che però tradisce ancora una certa dose di timore.

    Poi vede Deneb crollare a terra. Esausta o esanime? Non lo sa... e questo è sufficiente a tramutare la paura della strega nella consapevolezza che, se davvero vogliono uscirne vivi, quel mostro deve morire. Subito.

    “Non posso combattere per due!”

    Lyssandra avrebbe quindi sbattuto il bastone sulla neve e dal terreno si sarebbe sprigionata una nebbia grigiastra, che avrebbe avvolto la Bestia nella sue spire facendola cadere in un placido torpore... forse per pietà, forse per distrarla dall’assalto finale, che arrivò anch’esso sottoforma di una nebbiolina -questa volta giallastra- subdola e letale, che una volta inalata avrebbe corroso le viscere della povera creatura.

    Chiunque voglia darle il colpo di grazia è il benvenuto.

    Avrebbe esclamato, una volta concluso l’attacco.

    “Dovrei mettere a punto qualche sortilegio più offensivo, non si sa mai.”

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    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: timorosa, ma concentrata
    Energie: 70% (20 - 10)

    Tecniche utilizzate:
    Aura di Debolezza: Lyssandra manipola l’energia entropica che impregna l’atmosfera per generare un'aura di placido torpore, come una nebbiolina grigiastra, che avvolgerà il campo di battaglia rendendo i nemici tanto pigri e affaticati da ostacolare ogni loro azione successiva. [Consumo Medio - area d'effetto: 7 metri; danno basso]

    Miasma Mortale: Lyssandra sbatte con forza il bastone sul terreno, risvegliando così l’energia entropica racchiusa nel sottosuolo, dal quale inizierà a trasudare un gas pestilenziale giallastro, che se inalato corroderà le viscere e le vie respiratorie degli avversari. [Consumo Alto - area d'effetto: 10 metri; danno medio]

    Passive:
    Maschera di Cortesia (spara-balle), Instant-Casting

     
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    Ingenua.
    Dai per scontato che quella bestia abbia un senso, Lyssandra. Che la sua fisiologia includa viscere, organi e vie respiratorie.
    Un tempo, come hai visto, il suo aspetto ricordava l'umano. Ma ora non è che una bigia massa informe di puro vuoto, e la nebbiolina giallastra non pare aver su di lei alcun effetto.
    L'aura di debolezza pare invece intorpidirla, ma non abbastanza da paralizzarne del tutto i movimenti. Approfittando della tregua dagli attacchi di Deneb, si slancia verso la folla che cerca di sospingerla verso la caverna.

    Il primo a cadere è Richard, che pur privo di un arto si agitava con ferocia in prima linea. Gettato a terra con una zampata, si trova presto con le zanne della bestia strette intorno all'unico braccio.
    Le sue urla trapanano l'aria, il capo del mostro si rialza stringendo le sue carni tra le mascelle. Bava nera cola sulla neve, mischiandosi al sangue.
    Spero che tutto ciò basti a svegliarti, Deneb, perché senza di te si mette male.
    Le molotov stanno finendo.

    Gli altri paesani cercano di avvicinarsi, ma la coda spinata della bestia li tiene a debita distanza. C'è chi prova a lanciarle addosso torcie e sassi, e chi semplicemente molla la propria arma per fuggire urlando.
    Perché quella cosa non è più umana, e forse dei semplici umani come siete voi non sono sufficienti ad affrontarla.

    QM point Om nom nom. La bestia è ancora davanti all'imboccatura della caverna, ma le molotov stanno finendo e il popolo fatica a tenerla ferma. Fate qualcosa :^|
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  14. Deneb Eilean
     
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    Nel mondo crudele in cui viviamo la debolezza si paga.
    Spesso non ci sono seconde occasioni, è sufficiente distrarsi o cedere per un secondo per far crollare ciò che si è costruito. Così io, seduta malamente sul terreno gelido, assisto impotente al disfacimento della formazione che per ore ci siamo impegnate a consolidare e istruire. La Bestia sta seminando il panico, Richard è in sua totale balia, le urla di terrore dei popolani sono l’antifona della nostra sconfitta.

    Devo muovermi ma i miei muscoli non rispondono. Cerco di controllare la respirazione, ma le urla non fanno che aumentare l’agitazione. Devo muovermi, dannazione! L’abominio sta dilaniando la sua preda. Il sangue spilla sulla neve. Sudori freddi, la rabbia fermenta, la frustrazione mi stritola lo stomaco. Non farò mai in tempo. La distanza che ci separa si oblunga per miglia. Non riuscirò a trascinarmi fin là. Saranno tutti massacrati e sarà solo colpa mia.

    Non ce la faccio.
    Non ho abbastanza forza.
    Allora attingi dalla mia.

    Un sussurro diabolico mi accarezza l’orecchio. Non dovrei riuscire a sentirlo, eppure il richiamo si sta facendo sempre più allettante. Non posso assecondarlo, è una chiamata a cui nessuno dovrebbe rispondere… eppure non mi resta altro.

    Sprofondo un po’ di più negli abissi.
    Ciò che ne riemerge non sono più io.



    Dalla lancia si propaga una luce sinistra d’intensità incomparabile. L’energia grezza e primordiale prende possesso delle mie membra. Mi alzo in piedi e i capelli si sollevano come pervasi dall’elettrostatica. Un bagliore truce mi ottenebra lo sguardo. Scatto in avanti come una belva, la luce rossastra esonda a tal punto che pare consolidarsi in una seconda lancia nella mia mano libera, o forse è solo un’allucinazione? Non ho tempo per razionalizzare. La furia cieca può trovare un solo sfogo.

    Uccidere.

    Due flussi di potere erompono e mi precedono, sibilando nell’aria come vipere vermiglie e cercando d’impalare l’essere deforme da due direzioni differenti – ventre e dorso. Confidando che quello molli la presa per il dolore, faccio leva sui prolungamenti che dovrebbero averlo puntellato e tento di spingerlo indietro, dentro l’imboccatura della grotta.

    Questa forza selvaggia ribolle nelle mie arterie come magma.
    Sto ringhiando furiosamente e nemmeno riesco ad accorgermene.
    Non ho ancora la presenza di spirito sufficiente
    per riflettere su cosa stia diventando.


    Stato fisico: galvanizzata
    Stato mentale: berserk mode
    Energia: 70 – 10 – 10 = 50%
    Equipaggiamento:
    Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte | malus per l’utilizzo ]

    Lancer Suit [ Armatura ]

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    I colpi normali non sono sufficienti per abbattermi. Devi rilasciare il potere di quell’arma, anche se ti spaventa, anche se continui a chiederti se non esiste un altro modo per salvarmi. Devi farla finita, altrimenti resterai senza forze e io… non voglio pensare a cosa potrebbe succedere. Uccidimi ora, Deneb. Vedo un bagliore rosso che illumina il sottobosco. La belva scansa istintivamente di lato, cercando riparo dietro un tronco. Non basterà, so cosa sta per succedere. La Gáe Bolg si tramuta in un flusso d’energia e scatta per inseguire la preda. Nascondersi è inutile, la saetta impazzita compie cambi di direzione assurdi, risalendo una traiettoria che sembra impossibile. La punta della lancia mi raggiunge dopo aver aggirato l’albero. Mi trapassa da parte a parte, all’altezza dello sterno. La fitta di dolore è talmente violenta che per un attimo mi sembra di scomparire. Che ironia, amore: questa è già la seconda volta che mi trafiggi il cuore.
    Consumo: medio (usata due volte)
     
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    La Bestia è ancora in piedi... ancora viva. La strega si morde le labbra dalla rabbia perché sì, cazzo, avrebbe dovuto saperlo che sarebbe andata a finire così! Non è preparata, non conosce gli incantesimi giusti, e quei pochi che può lanciare sono troppo deboli o inutili; ma che colpa può averne lei se prima di questo momento non ha mai avuto il bisogno, ne l’interesse, di sviluppare incantesimi simili?

    Non è una guerriera, ha sempre preferito i libri e gli intrighi di Corte alla prima linea, per non parlare delle Arti Oscure con cui non ti puoi permettere di scherzare...! C’era andata troppo cauta ed ecco adesso qual è il risultato: Deneb riversa al suolo, esanime, e l’abominio che non accusa per niente l’attacco appena subito e s’avventa con ferocia inaudita sulla folla in preda al panico, dilaniando le carni del povero -coraggioso, folle- Richard.

    Le mani della negromante guizzano allora sulla molotov che porta appesa alla cintola, con l’intenzione di lanciarla addosso alla Bestia (perché, se non ora, quando?), ma si bloccano appena lo sguardo dell’eretica si posa sulla cacciatrice che si erge dalla neve, avvolta in un bagliore scarlatto, sinistro e spettrale.

    La vede gettarsi contro la creatura come una furia, come posseduta, tentando di farla indietreggiare, di spingerla dentro l’imboccatura della miniera... e si desta dal suo torpore, scaccia la paura, la strega, realizzando che sì, forse hanno ancora una possibilità. Una possibilità che questa volta non avrebbe sprecato.

    HEY!

    Un urlo, una distrazione... ma non avrebbe atteso che l’abominio si voltasse a guardarla per lanciare la molotov, sperando che le fiamme la tenessero impegnata abbastanza da ignorare l’attacco imminente.

    Allontanatevi tutti da lì! Subito!

    Niente formalità, le avrebbero solo fatto perdere tempo prezioso, che invece le sarebbe servito per mettersi in posizione. Un fiume di formule arcane si sarebbe allora sprigionato dalle labbra della strega, il bastone che affonda con forza nella neve, sbattendo contro la roccia sottostante.

    A quel tocco la terra avrebbe sussultato, sfaldandosi e sgretolandosi, scivolando verso valle sollevando un polverone di neve e rocce. Una frana in piena regola... che con un po’ di fortuna avrebbe intrappolato la Bestia nella sua morsa mortale, schiacciandola sotto il suo stesso peso.

    dead to the world, alive for the journey

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    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: nervosa, ma concentrata
    Energie: 60% (70 - 10)

    Tecniche utilizzate:
    Terremoto: Lyssandra sbatte con forza la punta del bastone sul terreno, risvegliando di colpo l’energia entropica intrappolata al suo interno. La terra sussulta, si sfalda e si sgretola in un istante, facendo rovinare al suolo tutti i nemici compresi nella sua area d’effetto. [Consumo Alto - area d'effetto: 10 metri; danno medio]


    Passive:
    Maschera di Cortesia (spara-balle), Instant-Casting

     
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