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Pentauron: Abitazione delle Anomalie - Atrio
E così le indagini sono cominciate. La mia concentrazione serve a poco, o almeno..mi mostra solo ciò che pare alquanto ovvio per tutti. L'atrio è una sala rettangolare. Volgo lo sguardo su un determinato lato. Uno dei metodi più usati nell'osservazione sta proprio nel guardare prima tutto l'insieme, poi ciò che lo compone e infine i dettagli. Questi ultimi non compongono concretamente l'insieme ma possono essere distorsioni, o meglio dire..alterazioni. Una scala porta ad un piano superiore. Capisco..un appartamento non proprio di recedente costruzione, senza alcun dubbio questa casa è composta da almeno un altro piano. Porto la mano al mento, mentre il gomito della stessa viene sorretto dal braccio posto in orizzontale. I miei vispi occhi guardano ovunque, quasi con affanno..forse nel tentativo di trovare qualcosa che non posso identificare o che realmente non c'è. Mi sto impuntando troppo, è più che evidente. Chiudo gli occhi per un istante, mi rilasso. Le braccia scivolano giù, riapro gli occhi. Di certo non mi rassegno per una cosa insensata come questa. D'accordo, credo di dovere tornare indietro sulle mie parole. Davanti a me c'è un oggetto che prima non avevo notato. Quasi fosse uscito dal nulla..o forse era già lì e non me n'ero minimamente accorto? Ignoro i quadri appesi raffiguranti i membri della sfortunata e tragica famiglia. Ora la mia attenzione è completamente catturata da quel grammofono. Lo fisso dapprima con aria impassibile, sguardo tranquilla. Un secondo dopo, il mio viso si fa teso. Un tremolio agli occhi, come se cercassi di vedere attraverso l'oggetto. Stona. Stona maledizione. E come se fosse qualcosa di importante per le indagini. Sono sicuro che sia importante. Non catturerebbe così tanto la mia attenzione. Un grammofono..un antico strumento musicale. Tecnicamente non me ne intendo molto, però ho avuto modo di dare una letta veloce un tempo. Dopotutto a me basta una letta, che sia veloce o meno..qualsiasi cosa si imprime nella mia mente. Così come quello strumento. Distolgo lo sguardo, sembro in pena per chi ha empatia. Riemerge l'immagine, come se si spostasse di fronte ai miei occhi. Poi realizzo di non essermi accorto di aver ruotato il collo per tornare a portarlo al centro della mia visuale. Sospiro abbassando lo sguardo, mi gratto dietro il capo scompigliando quei già disordinati capelli. Ho capito, un impulso irrefrenabile mi dice che è meglio se diamo un'occhiata allo strumento.
"M-mitsuki Seishin" - lo chiamo. No, non volevo farlo apposta lo giuro..o forse si, magari è stata colpa del mio subconscio. Non volevo..chiamarlo in quel modo, non volevo balbettare. Il mio sguardo tranquillo fa sembrare tutto decisamente inquietante. Come se lo stessi sfottendo ma cercassi di non farlo notare..no, aspetta! Come se lo stessi prendendo in giro e gli mostrassi una sfacciataggine incomprensibile per quella situazione. D'altro canto pare mi sia presa troppa confidenza subito..magari inimicandomelo pure.
"Perdonami..non sarebbe il caso di spiegartelo" - sospiro abbassando il capo sconsolato. Lo risollevo con uno sforzo tale che i miei occhi inquadrano il noioso soffitto. Mi pesa. Mi cade di lato, quanto ridicolo sembro per fingere di essere un Detective? Torniamo seri, senza offesa amico, è colpa della mia memoria, mi ci affido così tanto che ripeto pure nel medesimo modo ciò che ho sentito.
"Ci sono delle scale, preferirei focalizzare prima la nostra attenzione su questo strumento" - mi riferisco ovviamente all'apparato per i sordi in versione gigante..o forse dovrei identificarlo come un sostituto? Torniamo seri! Credo non siano necessarie troppe persone qui. Mister Agni sta svolgendo le indagini per conto suo. Qui credo possiamo bastare io e Mister Seishin. Mi piace l'idea di usare l'appellativo Mister per tutti.
"Riesci a vedere qualcosa?" - sono sicuro che capirà al volo, insomma..fai le tue analisi paranormali su questo oggetto! Io, nel mentre, senza timore o preoccupazione o, addirittura, prudenza, mi avvicino ulteriormente, abbassandomi sulle ginocchia se necessario. Non mi aspetterei mai qualcosa d'improvviso, semplicemente perché non posso vedere ciò che altri, come Mister Seishin, possono vedere.
"Vediamo un po'.." - vediamo con più occhi, io mi occuperò della parte fisica, reale, quella che seppur tutti possono vedere, solo pochi come me sono in grado di cogliere ciò che sta dietro.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Questo grammofono..chissà!
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Conoscere la verità. Un insieme di capacità che permettono all'individuo, attraverso l'analisi, di riuscire a trarre maggiori elementi o informazioni possibili su un dato oggetto o soggetto. Una completa scansione attraverso la vista, l'esperienza di tutto ciò che ha visto e conosciuto e la mente. Church sarà in grado di fare una serie di ipotesi tali da portarlo a fare un'affermazione più vicina alla certezza possibile, sempre a seconda delle situazioni. In sintesi, grazie alla memoria, potrà capire cosa è entrato a contatto con l'oggetto, gli odori, il gusto e le tracce su esso, potrà immaginare l'insieme di fatti che hanno ridotto in uno certo stato qualcosa, andando a toccare più sensi possibili.
[Consumo: Variabile][Medio]. -
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Sangue a terra, sagome tracciate col gesso bianco: è tutto come nei film, anche se non so veramente cosa significhi. Cos'è un film, cervello mio? Non distrarmi! Altri me sono già stati in L'Ombra scarlatta. E poi, un pesce trovato nella gola di un cadavere.
(O era una farfalla?)
Che confusione. È davvero brutto avere delle voci nella testa...
Un attimo, questa non è una voce nella mia testa. La sto sentendo! Con le orecchie.
È la voce di una radio.
Che strano, che strano. Una radio accesa in questo posto? Impossibile che quel taccagno del proprietario non l'abbia fatta spegnere. L'energia elettrica costa!
(Cos'è una radio? È una scatola che fa i suoni. Io non ne ho mai vista una di persona, ma gli altri me invece sì)
Mi lascio guidare dai miei deja-vu. Tendo le orecchie, ascoltando la voce che sibila e crepita.
Non so che stazione sia, ma di certo non è una di allegra musica pop. Sta parlando di una famiglia massacrata, però non è questa. Ci sono sempre una madre, un padre e dei figli, ma i dettagli non quadrano...
"Guarda dietro di te!
Ho detto, girati!"
Un secondo di paralisi.
Una trappola?
Faccio un balzo alla mia sinistra, per non essere più in linea d'aria davanti alla radio. Poi, stiletto alla mano, una rapida giravolta di 180°.
Ho più paura di dare la schiena a un corridoio buio che a una stupida scatola di plastica.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Chiedo scusa per il ritardo esagerato, non si ripeterà, scusatemi davvero ><.
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Pentauron: Abitazione delle Anomalie
Meno male. Mister Seishin non si è minimamente preoccupato del modo in cui l'ho chiamato. Sarebbe complicato spiegargli che data la mia memoria infallibile, mi capita spesso di ripetere proprio completamente ciò che sento, qualsiasi sia il modo in cui lo sento. A prima occhiata mi sembra un ragazzo affidabile e pieno di capacità. Mi piace - Anche a me! - altro che se mi piace. Molto collaborativo. La sua presenza sembra innalzare maggiormente la mia persona di detective, nonostante non abbia alcun titolo. Ma nessuno lo sa, quindi.
"Energia ectoplasmatica, dici? Quindi ci sono tracce di entità spirituali a quanto pare" - ottimo, di sicuro non so se è proprio vero, ma mi fido molto, l'impressione che mi ha fatto è tale che se mi dicesse che ci sono galline invisibili, io ci crederei..credo. Come dobbiamo procedere? Questa è la domanda. Ma è il caso di andare un po' per volta. Ora è il mio turno di estorcere informazioni a questo maledetto strumento, non riuscirà a tenere la bocca chiusa! Non davanti al sottoscritto neo Detective Leonard Church!
"Oh!" - esclamo, ho trovato qualcosa! Ho trovato qualcosa! Ne sono sicurissimo. Ho analizzato il grammocoso e ho notato che ci sono due pezzi mancanti, ovvero la manopola e il disco. E uno potrebbe dire..ma cosa c'entra il disco? Poteva non esserci già di suo! E invece no! Io dico no! Accigliò lo sguardo e mi avvicino col busto, vorrei essere sicuro. Ho un sospetto, ho il sospetto che qualcuno abbia tolto quei pezzi. Potrebbe benissimo essere correlato a qualche entità spiritica, ma io credo che sia stato qualcuno in carne ed ossa. Piegò obliquamente la testa, come se qualcosa mi avesse turbato e stessi cercando di comprenderla. Lo vedo. Sto unendo i vari pezzi del puzzle, le due parti sono state tolte manualmente, è il caso di farlo notare anche al mio compare.
"Ascoltami, Mitsuki" - lo chiamo, per nome, così come mi ha chiesto, anche se avrei preferito chiamarlo Mister Seishin, non importa..continuerò a chiamarlo così nella mia mente.
"Ho un sospetto: qui mancano due pezzi, vedi? La manopola e il disco" - indico con la mano per aiutare maggiormente, non ho dubbi, il ragazzo non ha problemi di comprendonio, mi capisce al volo, fantastico!
"Dalle tue informazioni verrebbe naturale collegare una possibile entità spiritica a questo dettaglio apparentemente poco importante" - continuo, ogni dettaglio, seppur piccolo, è molto importante. Anzi, non suona strano che questo strumento, che ci appare intatto e perfetto, manchi di due elementi?
"Ti dirò di più! Secondo le mie analisi, punterei il dito su qualcuno che conosciamo entrambi" - e ora lo guardo negli occhi con espressione seria, molto seria. Perché avere l'espressione seria rende tutto più importante, no?
"No no..non sto parlando di noi, ma dell'uomo che ci ha convocati: Elsemann" - zon zon zon! Guarda qua, sembro come quel piccolo detective famosissimo il cui nome è molto simile a quella marca famosa delle fotocamere!
"Non so se c'entri molto, do molta importanza ai dettagli, oltre a noi lui è stato l'unico a mettere piede qui e l'ha fatto prima di noi" - forza che è così palese, non servono ulteriori spiegazioni, al momento verrà considerato come il nostro sospettato numero uno! Avere il suo nome in questa lista, non implica che sia troppo coinvolto. Ho bisogno di più informazioni.
"In questi casi, potremmo essere tentati di dividerci secondo le piste studiate singolarmente..ma io credo sia meglio se andiamo insieme" - non voglio insistere, stiamo parlando di entità spiritiche..i film horror insegnano a non agire palesemente da stupidi. Inoltre io non saprei come comportarmi, ho bisogno di tenermi questo ragazzo vicino.
"Mitsuki, seguimi" - pare un ordine, vero?
"Procederemo in questo modo: controlleremo per capire dove siano finiti quei pezzi, successivamente prenderemo le scale" - d'altronde preferirei prima analizzare in modo ordinario. Quindi prima sarebbe fantastico controllare l'intero ambiente del piano terra e poi spostarsi di sopra, sto forse sbagliando? Ora che ho un minimo di traccia, non resta che ampliare la mia mente, osservare le pareti, guardare il pavimento e lasciarmi guidare dal mio geniale istinto. Come se tenessi un filo, che mi condurrà dritto verso il prossimo livello.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Abbiamo già una svolta, chi l'avrebbe mai detto, non voglio ancora giudicare!
Stato Fisico: Normale
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Attive:CITAZIONEFollow the Truth:
Seguire la verità. Non solo a livello investigativo, un percorso che porta verso un determinato obiettivo. A volte serve soffermarsi su una determinata cosa o concetto, non basta avere un semplice elenco di informazioni. Attraverso un misto di fortuna, coincidenze e istinto o intuito, Church seguirà un determinato percorso, indipendentemente dalla lunghezza, per arrivare al suo obiettivo o almeno sulla pista giusta. Trovare ulteriori indizi, un dettaglio che potrebbe sfuggire a chiunque, un luogo cui nessuno cercherebbe ma dove potrebbe esserci la chiave della soluzione, o una parte, oppure un vero e proprio passaggio segreto.
[Consumo: Variabile][Basso]. -
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E nel corridoio dietro di me...
Nulla.
«Ha.»
Hai visto, Dhav? Era solo uno scherzone della tua mente. Ansia e immaginazione! Non c'è nulla nel corridoio, guarda.
«Ha. Ha. Ha.»
Nulla oltre a una donna dai denti insanguinati che sta cercando di strangolarmi.
«AGH!»
Da dove è uscita? Chi cazzo è? Cosa sta succedendo? Perché non l'ho vista arrivare?
Spalanco gli occhi, artiglio braccia gelide. Gorgoglio e sputo e mordo.
Muoio.
Oppure no._ __ _____________ __ _
Spalanco gli occhi. Una stanza diversa, ugualmente pezzente ma più vuota. Nessuna radio, nessuna voce, nessuna presenza assassina.
Mi tocco il collo. Chissà se ho dei lividi? Sarebbero un buon modo per capire se qualcosa mi ha aggredito davvero, o se il mio cervellino bacato sta dando segni di rottamazione. Mi alzo in piedi, cercando una finestra in cui specchiarmi.
Nulla. Solo una porta chiusa su una parete, degli scarafaggi, e una busta sul tavolo che si muove.
La busta.
Si muove.
Non sono inpanicato. Davvero. Questa è tutta un'allucinazione, chiaramente, e le malattie mentali sono la mia specialità.
L'importante è evitare di farsi domande. Non chiedersi come, quando e perché, perché la risposta sarà sempre perché no. Lasciarsi trascinare dalla follia, perché contraddirla significa diventare pazzi - e al tempo stesso, evitare di farsi totalmente sovraffare dall'illusione. È un difficile equilibrio tra fantasia e raziocinio, quello di chi danza ai confini della sanità mentale.
La porta e la busta, dunque. Quale studiare per primo? Quale il più spaventoso?
La scelta ricade sulla busta: un possibile pericolo già presente nello spazio nella stanza, una minaccia impellente da eliminare.
Spingo il tavolo contro la porta, attento a non far cadere la busta nel mentre. Non è molto grande, non servirà a bloccarla, ma è pur sempre un solido pezzo di legno tra me ed eventuali minacce.
Fatto questo, mi sfilo con calma lo stivale destro.
Spiaccico i due scarafaggi in amore. Animali minuscoli, apparentemente innocui, ma che possono sempre essere dei famigli o delle spie. Fatto questo, riservo lo stesso trattamento alla busta, colpendola ripetutamente con il mio stivale.
La apro solamente quando smette di muoversi.. -
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Pentauron: Abitazione delle Anomalie - Atrio
Tempo di continuare con le indagini. Ora che so qualcosa di più, voglio spingermi oltre, andare avanti, scoprire tutto. Però a me non piace puntare il dito solo per "sensazioni". Voglio vedere tutto il percorso, tutti i dettagli, mettere assieme ogni pezzo del puzzle anche se ne basterebbero più di metà per descrivere bene l'immagine. Sono fatto così e quando si tratta di misteri mi emoziono, sempre più quanto maggiormente mi avvicino al finale. E noi siamo ancora all'inizio. Si spegne la luce, ottimo.
"Che succede?" - chiedo con naturalezza, anche se in realtà dovrei avere paura di queste cose. Una casa in cui vi sono entità spirituali e si spegne la luce. Sta per succedere qualcosa di brutto me lo sento.
"Mitsuki, va tutto bene?" - chiedo spontaneamente. Preferirei averlo vicino, proprio per questo gli ho chiesto di starmi vicino, per evitare che succedano tipici inconvenienti da filmato. Proprio come se qualcuno mi avesse letto nel pensiero e casualmente avesse deciso di agire..perché appena riapro gli occhi e mi accorgo che non è più buio, ecco che mi ritrovo all'aperto.Città Bassa: Entrata della Villetta
Si, avverto l'aria sfiorarmi la pelle. Un vento insolito, non di questo luogo. Mi guardo intorno, non mi pare proprio il Pentauron. Non puzza da Pentauron. Questo ambiente non è assolutamente del Pentauron. Posso solo concludere che..non mi trovo più al Pentauron.
"Fantastico" - commento a bassa voce, tuttavia ancora sono mezzo incredulo di fronte a quanto mi è appena successo. D'altra parte, finché non ho modo di ribattere a queste evidenze, posso solo crederci. Si va sempre avanti, anche con le bugie, tanto prima o poi la verità sale a galla. O almeno qualche errore lo si trova sempre, ne sono certo. Quindi, non mi resta che credere di trovarmi altrove. Ma dove? Mi pare di aver visto strutture simili su alcune immagini. Non ho viaggiato molto, però riconosco al volo la locazione dei paesaggi ritratti su immagini. Posso azzardare senza timore che questa è Laputa. Non ha senso. Come ho fatto ad arrivare a Laputa? Non riesco a rispondermi al momento, preferirei continuare a rifletterci ma la casa di fronte a me ha qualcosa di invitante. La porta è aperta, come se fossi stato portato lì appositamente. Non avanzo subito, analizziamo ancora una volta la situazione. Elsemann ha messo mano al grammofono e si è diretto nel luogo in cui volevo indagare. Improvvisamente mi ritrovo qui, di fronte a questa villa a due piani con giardino nella Città Bassa. Forse in quel luogo c'era qualcosa di troppo evidente..qualcosa cui si voleva tenere segreto. Meglio evitare supposizioni privi di fondamento, non mi resta che proseguire. A passo deciso mi dirigo verso la villetta. La porta è già aperta, dovrei bussare? Prima diamo un'occhiata.
"C'è nessuno?" - cortesia prima di tutto.
"E' permesso?" - mi accingo a entrare, le buone maniere non mi mancano, non sono certo nella posizione di fare arrabbiare qualcuno! Tanto meno gli spiriti! Dovrei avere paura, ma mi contengo. Ho più la sensazione di trovarmi qui per un motivo, se c'è qualcuno che si sente il dovere di confessare qualcosa a me può dirlo di certo! Credo proprio che sono già stato licenziato da Elsemann, sempre se è pesantemente coinvolto e macchiato di coscienza.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Non posso rifiutare questo invito!
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Questo, signor GM, si chiama barare. Si chiama "voler far seguire ad ogni costo binari prestabiliti, ignorando l'iniziativa dei player".
O forse si chiama solo Ineluttabilità e Destino. Perché non potevo fare una cosa utile una volta tanto, no? Oh no, la busta doveva mettersi a parlare, ignorando ogni mia volontà di neutralizzarla. Per dire cosa, poi?
"Camminavo. Non potevo fare altro che camminare. E infine, ho visto me stesso camminare davanti a me. Eppure, non ero davvero io. Stai attento. Lo spazio nella porta conduce a una realtà parallela. L'unico me sono io. Ma tu sei sicuro che l'unico te sei tu?"
Rido. È una risata lunga e incontrollabile, di quelle che ti obbligano a tenerti la pancia per evitare l'arresto respiratorio. Rido per parecchi minuti, la mente in totale blackout. Rido fino a pulire il pavimento con le lacrime. Lunghi respiri. Addominali indolenziti. Stavo quasi per riuscire a riprendermi, ma la visione fugace del me stesso sulla porta mi costringe ad altri minuti di divertimento isterico.
Sei sicuro che l'unico te sei tu, mi chiede. E lo dice con così tanta serietà, come se cercasse di mettermi paura.
A me.
«Ci sono tanti me. Uno l'ho pure scopato.» rispondo alla lettera, prima di accartocciarla tra le mani. Ci faccio una bella palla, così forse ora sta zitta. Me la infilo in tasca, rimetto lo stivale ed esco dalla stanza, piano piano.
Passi piccoli, sensi all'erta, tanta cautela. Andiamo a vedere se l'altro me è più antipatico del solito me!
Edited by Zero - 13/7/2016, 20:22. -
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Ok, sono in una specie di loop temporale.
Io odio i loop temporali. L'ultima volta che sono finito in un paradosso simile sono diventato un'ombra ghignante, Angeldust era piena di mostri e c'era una malattia che trasformava in pietra la gente.
Brutto casino.
Cosa fare, dunque, che fare?
Metodo scientifico. Sperimentazione. Comprendere le regole del loop, così da poterle aggirare.
Mi guardo intorno. Come sono i muri? Poggio i palmi sui mattoni, tiro dei colpetti.
Pareti troppo spesse per poterle distruggere a unghiate, temo. Nessuna finestra. Unica via di fuga, il corridoio.
Scienza sia, allora.
Primo esperimento:
superare l'uscio. Correre nel corridoio.
Tirare un coltello da lancio contro la spalla destra della mia copia.
Perché? Per vedere se il loop è retroattivo, ovviamente, capire se il qui e ora può alterare il passato e quindi il futuro. Per vedere se attirare l'attenzione del mio doppio può portare a un'interazione.
Tanto sono un dottore scriteriato. Potrei farmi un po' male, ma poi passa.CITAZIONEUtilizzo uno dei 5 pugnali da lancio che mi ero segnata nell'equip a inizio quest per colpire la mia copia. :^|. -
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Ho un coltello piantato nella spalla, urrà!
Cioè, forse non dovrei festeggiare. Avere una lama tra le scapole fa male, dopotutto. Ma soprattutto, questa mia azione ha portato ad un seguito del tutto imprevisto, e non sono del tutto certo che la cosa sia positiva.
Ho retconnato il passato. Oddio Odio i paradossi temporali, e saperne di averne creato uno mi fa venire la nausea. Il mio vecchio me ha ignorato la radio, e ora procede dritto e spedito verso il bagno.
E io cosa faccio? Beh, lo seguo e lo spio attraverso il buco del muro, direi. Sono sicuro che finirà male, anzi, spero che succeda così - perché di me stessi nel mondo ce ne sono già fin troppi. L'importante quindi è osservare le sue mosse, capire dove sta sbagliando e cercare di fare la cosa giusta.
E se sbaglio?
Nuovo loop.
Cerchiamo di uscire da questa follia, un nauseabondo cadavere alla volta.
(In tutto ciò, sarebbe estremamente carino se riuscissi a togliermi il coltello dalla schiena - ma non riesco bene a raggiungerlo, e non posso permettermi di distrarmi. Agh.
Caro me stesso, la prossima volta mirerò ad un braccio, promesso.). -
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