Giorno 4 - mattina.

{passato X presente X futuro}

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    La vista gli bruciava, e le palpebre erano pesanti, eppure là dove il corpo soccombeva alla stanchezza, la sua mente rimaneva lucida e la sua curiosità vigile... o -per lo meno- il Dottore così credeva, e continuò a crederlo finché non staccò lo sguardo color nocciola dalla sua ospite -placidamente intenta a gustarsi la cena- per gettare un'occhiata fugace all'orologio dal design moderno che abbelliva una delle pareti del salone.

    Fu allora che realizzò la verità: gli occhi gli si sbarrarono in un moto di sorpresa, la bocca si spalancò in una smorfia incredula, e gli occhialini gli scivolarono lungo la curva del naso.


    jpg
    « Non.... non può essere possibile... »

    png

    Il pigolio penetrante dell'allarme della sveglia superò la barriera del cuscino di piume, delle lenzuola tirate fin sopra i capelli, e -soprattutto- del suo io cosciente, ancora felicemente accoccolato tra all'interno di un qualche meraviglioso sogno di beatitudine; aprendo a malapena un occhio, la mano si allungò fuori dal letto per cercare a tentoni il maledetto ordigno, e quando l'ebbe finalmente trovato, e il suo trillo ebbe lasciato nuovamente spazio al silenzio, il giovanotto si tirò lentamente a sedere e dette in un pantagruelico sbadiglio.

    Come tutte le mattine, infilò le pantofole e saltò giù dal letto, arrancò fino al bagno trascinando i piedi come uno zombie, e poi percorse il corridoio, diretto in cucina e al suo sacro caffè mattutino... e mentre attraversava il salone del loft, con la cosa dell'occhio vide qualcosa di diverso nel panorama... e la cosa lo fece fermare di colpo per tornare sui suoi passi: rivide i cestini di carta del ristorante cinese impilati in una torre alta quanto lui, le lattine di birra vuote che costituivano una piramide con la base a forma di stella, e le bottiglie di vetro coricate sul tappeto a formare -dall'altro- la forma di un fiocco di neve.
    E ricordò.

    Ricordò che la sera prima avevano bevuto un sacco, parlato molto, visto repliche delle sit-com alla Tv, che avevano fatto tardissimo perché Alhandra aveva mangiato ininterrottamente per qualcosa come sette ore -ma forse se l'era immaginato, perchè con la mancanza di sonno e tutta quella birra dovevano essergli venute le traveggole-, e... e soprattutto si ricordò di avere una ragazza ospite a casa. Quindi... abbassò lo sguardo sui boxer che costituivano la sua integrale tenuta da notte e -rendendosi conto che non era effettivamente il caso di continuare a girare in mutande per casa sua con qualcun altro in giro- girò rapido e silenzioso sui tacchi e saettò rapido in camera sua per infilarsi un paio di pantaloni che componevano una tuta.

    Sveglissimo e vestito, si avventurò nuovamente lungo il corridoio, preparò la moka per il caffè, e mentre attendeva di udire il suo brontolio soave
    -un gargarismo d'angelo- cominciò a rovistare in dispensa alla ricerca di qualcosa di solido da offrire alla ragazza come accompagnamento. Ammesso che avesse di nuovo appetito. Sempre che non si fosse immaginato tutto.

     
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    -Noto che la vecchiaia ti fa male... hai la faccia di un cazzo di zombie.

    La voce di Alhandra, proveniente dalla propria camera, lo avrebbe probabilmente fatto trasalire. Vestita di tutto punto e con un sacchettino di panni sporchi alla mano, era uscita non appena aveva sentito il padrone di casa alzarsi.

    Nonostante gli abiti fossero diversi, eppure sempre delle solite tonalità nere e viola, ed il trucco molto pesante, l'espressività da dura menefreghista appariva più o meno la stessa del giorno precedente. Anche se più gioviale... il che non era ancora molto chiaro se fosse un bene o un male. Avrebbe infatti potuto prendersi più confidenza del dovuto, finendo per sfotterlo quando le era possibile, o peggio... rispondere male ai suoi divieti.

    -Dove lavo i panni?

    Sta di fatto, però, che sembrava meno guardinga e più rilassata; evidentemente, dopo bevute e cazzate varie, la tipetta aveva finito per fidarsi un pò più di Leorio, anche se c'era ancora davvero molto su cui lavorare.

    -... e che si mangia per colazione? Io ho voglia di cornetti alla marmellata, latte e caffè. Tu ci metti lo zucchero nel caffè, si?

    Mentre gli poneva quella curiosa serie di domande, si affacciò in cucina con occhietti curiosi, per poi sbuffare rumorosamente quando le fu chiaro che non era ancora pronto niente.

    -Però boh, che cazzo di uomo sei... la colazione a letto si porta sempre alle donne che si hanno ospiti in casa!

    In realtà no.
    Per tutta la sua vita a Merovish non un solo cliente si era mai degnato di preparagliela... ma quello era un appartamento di lusso. Uno di quelli dove finiscono le escort. E le escort fanno sempre una bella vita.
    Ci sperava nella colazione a letto, ecco.
    Tralasciando il dettaglio che non ci aveva fatto nulla con lui.


    Edited by Drusilia Galanodel - 29/6/2017, 20:45
     
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    -Noto che la vecchiaia ti fa male... hai la faccia di un cazzo di zombie.

    Nel sentirsi apostrofare a quel modo, ancora mezzo assonnato, il Medico lanciò un'occhiata in direzione della porta della cucina, e fu con una certa sorpresa che si ritrovò davanti la Punk già vestita e calzata di tutto punto. Pure truccata. Ma a che cavolo di ora si era alzata? Ma ci era andata, almeno, a dormire?

    Sembrava più sciolta e amichevole del giorno prima, ma... non gli importava:
    nulla ha importanza prima del caffè, men che meno le sue battutine per punzecchiarlo, così si limitò a risponderle con un'occhiata assonnata, uno sbadiglio a bocca aperta, ed un mugugno che suonava vagamente come un “buongiorno”.

    -Dove lavo i panni?

    « La lavatrice e i detersivi sono nel ripostiglio. »
    le rispose con un gesto vago della mano in direzione dell'altro corridoio
    « Dovrebbe esserci anche un libretto di istruzioni su uno scaffale...
    Ma i comandi posso anche mostrarteli io. »


    -... e che si mangia per colazione?
    a giudicare dall'entusiasmo con cui parlava sembrava decisamente pimpante
    -Io ho voglia di cornetti alla marmellata, latte e caffè.
    Tu ci metti lo zucchero nel caffè, si?


    Una goccia di sudore freddo gli scese su una tempia al ricordo dell'ultimo pasto condiviso assieme, e fu con un'occhiata decisamente dubbiosa che le iridi color nocciola dell'Hunter si posarono sul bottino che aveva raggranellato: una mezza busta di biscotti, due pacchetti monoporzione di fette biscottate, e alcune mele. Latte... niente. Le uniche cose su cui poteva farla contenta erano probabilmente solamente il caffè e lo zucchero.

    « ...ehm. »

    A proposito di caffé... eccolo, il suono celestiale...!

    -Però boh, che cazzo di uomo sei... la colazione a letto
    si porta sempre alle donne che si hanno ospiti in casa!


    « ...perché? Hai portato un'amica? »

    Spegnendo il fornello, il Dottore si versò una tazzina di caffé per poi sollevarla alle labbra, respirare l'aroma amaro e soffiare sul liquido bollente per qualche istante, prima di sorbire un sorsetto: ah! Già solo il profumo l'aveva risvegliato...

    « Ad ogni modo: ieri hai davvero mangiato tutto il menù,
    o me lo sono solo immaginato? »

     
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    « ...perché? Hai portato un'amica? »
    Mentre lui le rispondeva a tono e lei gli lanciava occhiatacce fulminanti, la ragazza si diresse a lavare la propria biancheria da sola, un pò perchè non era poi così abituata a lavorare in gruppo ed in parte per un qualche meccanismo mentale dovuto al fatto che fosse offesa. Si trattava di dettagli molto difficili da cogliere, invero, e non pensava (nè si aspettava) che lui li avesse colti. Semplicemente lo fece, senza troppe cerimonie.

    « Ad ogni modo: ieri hai davvero mangiato tutto il menù, o me lo sono solo immaginato? »
    Alhandra ci mise un pò ad uscire dallo sgabuzzino, principalmente perchè impegnata a leggere le istruzioni, così da non generare strane esplosioni o -nel migliore dei casi- malfunzionamenti abbastanza fastidiosi. Tornò in cucina solo a lavaggio avviato.
    -Certo che si: che ordinavo a fare se non mangiavo, scusa?- domandò, ed aveva anche ragione -Il cibo mica si spreca.
    Glielo pose con fare quasi indignato, come se avesse pensato che Leorio fosse una specie di sprecone. Che poi, su Laputa, il discorso valeva ancora di più: in un regno dove si parlava solo di agricoltura di sussistenza, le risorse erano a dir poco limitate. Il cibo non era parte di una qualche catena che coinvolgeva la produzione industriale, pertanto un bene prezioso, la cui raccolta ed elaborazione richiedeva a volte addirittura anni.

    -Allora?- disse infine, tazzina di caffè davanti ed occhi fissi sull'uomo (hunter, per come si era dichiarato il giorno prima) -Oggi mi porti a casa?
    E... si riferiva a casa sua.
     
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    Così come era apparsa sulla soglia, Alhandra girò sui tacchi e si allontanò, probabilmente diretta alla lavatrice, dai cui paraggi la sentì armeggiare per avviare il lavaggio; naturalmente, Leorio non aveva notato il suo stizzirsi in risposta alla battuta, pertanto non vi trovò nulla di strano e non fece domande quando la vide di ritorno pochi minuti dopo, limitandosi a sorseggiare il liquido nero dalla sua tazzina un sorsetto alla volta.

    -Certo che si: che ordinavo a fare se non mangiavo, scusa? Il cibo mica si spreca.-
    ribatté alla domanda del Dottore, mostrandosi quasi indignata
    -...Allora? Oggi mi porti a casa?

    Servendosi a sua volta una tazzina di caffé dalla moka preparata dall'Hunter, fu il turno della Darkettona di porre una domanda,... e sebbene un momento di indecisione trapelò dal suo viso, facendolo tentennare, fu con nonchalance che l'altro si riprese, dirottando l'argomento su altro.

    « Ehm... vedi... Per prima cosa, vorrei farti un check-up medico completo. »
    principiò, fissandola negli occhi blu con una sincera dose di serietà e preoccupazione
    « Mangiare così tanto e con tale frequenza è indice che c'è qualcosa di strano nel tuo organismo... e prima di muoverci in qualunque direzione, vorrei essere sicuro che non si tratti di nulla di pericoloso. »
    ...ed era serio: oltre agli interessi dell'uomo di scienza, c'era il coinvolgimento del medico
    « Dopo di questo, vorrei che ascoltassi la ricostruzione degli eventi di quella notte, e che ci aiutassi a riempire i buchi temporali con quello che sai, che ricordi, o che pensi plausibile possa esser successo; ho anche preso appuntamento con un mio amico per quest'oggi, per l'occasione... »
    a parlare, ora, erano le responsabilità del Cacciatore, che chiedevano la sua collaborazione
    « Quando avremo finito... ti ci porto. »

    E c'era la solennità di una promessa nella sua voce.
    ...e un tremito molto simile al
    timore nei suoi occhi scuri.

     
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    « Ehm... vedi... Per prima cosa, vorrei farti un check-up medico completo. Mangiare così tanto e con tale frequenza è indice che c'è qualcosa di strano nel tuo organismo... e prima di muoverci in qualunque direzione, vorrei essere sicuro che non si tratti di nulla di pericoloso. Dopo di questo, vorrei che ascoltassi la ricostruzione degli eventi di quella notte, e che ci aiutassi a riempire i buchi temporali con quello che sai, che ricordi, o che pensi plausibile possa esser successo; ho anche preso appuntamento con un mio amico per quest'oggi, per l'occasione...
    Quando avremo finito... ti ci porto. »


    Con un sopracciglio maggiormente inclinato rispetto al gemello e l'espressione poco fiduciosa, Alhandra riuscì a palesare abbastanza bene i suoi sentimenti nei confronti di quella situazione snervante; vero era che il Magister Simion non le avesse dato scadenze temporali ma... ora che l'obbiettivo del viaggio era così vicino, a poca distanza da lei, davvero non riusciva a starsene buona ed aspettare.
    Ciò nonostante, ne fu in un certo senso costretta: annuì e si sottopose anche a quello senza aprir bocca.

    _____________________

    Due ore dopo...

    Era stesa sul divano come la paziente di un qualche psichiatra sotto effetto di sedativi. La differenza era che, ahimè, non fosse sedata per davvero, ma quasi ricoperta da ventose collegate ad apparecchi strani attraverso fili colorati e piccole siringhe applicate alle mani e le braccia.
    Si sentiva... una cavia.
    Una cavia da laboratorio.
    Come quelle tanto citate dagli animalisti, con l'unico "difetto" di essere umana, ragion per cui non degna delle loro attenzioni. Perchè si sa che per i nazi-animalisti solo gli animaletti coccolosi hanno diritto di vivere. Quelli brutti no. E nemmeno gli umani che, secondo questa logica, dovevano essere proprio dei cessi ambulanti.

    -Allora?- cercò di rompere il silenzio, giusto perchè sperava che un pò di sana conversazione potesse distoglierle l'attenzione dai brutti pensieri che le stavano passando per la testa
    -Sto per morire?
    Si lasciò sfuggire una risata ironica.
    Sapeva di essere strana ma... su Endlos "strano" era all'ordine del giorno ed il fatto che mangiasse molto senza ingrassare non rientrava fra le cose più pericolose che giravano su quella terra. A meno che non vi fosse un secondo Drago Divoramondo al posto di un qualunque verme solitario. Nell'intestino. Ma dubitava, per ovvie ragioni di spazio.

    -Ora andiamo dai miei? Mi annoio.
     
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    Nonostante il sopracciglio storto e la smorfia imbronciata che seguirono la proposta del Medico -segno evidente che quella novità non piacesse affatto-, la Darkettona accettò di sottoporsi al check-up, e mentre Leorio procedeva con le misurazioni di altezza, peso e pochi altri parametri -per esami più approfonditi, sarebbe stato necessario recarsi in ambulatorio-, il quadro generale iniziò ben presto a delinearsi.

    Un paio d'ore più tardi, il Dottore era quasi certo di aver individuato la causa delle anomalie: la giovane era sdraiata sul divano, con appiccicati al corpo degli elettrodi che ne controllavano l'attività di cuore e polmoni, e anche questo strumento di verifica non rivelava problemi... solo una diffusa condizione di stress, che spingeva il corpo a lavorare ad un ritmo accelerato, bruciando -di conseguenza- più rapidamente le riserve energetiche della paziente, e provocandole quell'appetito mostruoso che aveva avuto modo di studiare con i suoi occhi.


    -Allora? Sto per morire?-
    chiese d'un tratto la ragazza, spezzando il silenzio con una risatina
    -Ora andiamo dai miei? Mi annoio.

    « Ehm... No e... Non ancora. »
    replicò, in formula breve, prima di passare al commento e spiegazione
    « Per quanto riguarda il tuo appetito... si tratta di un sintomo certamente singolare, ma oltre alla necessità di mangiare molto o comunque spesso non c'è nulla di preoccupante: è come se il tuo fisico fosse costantemente sottoposto ad una situazione di stress,
    quindi bruci molte più energie del normale. »


    A questo punto, il Dottore fece una pausa, indugiò in un lungo pensieroso sospiro, e -infine- sollevò la destra per sbirciare il quadrante del prezioso orologio da polso che faceva capolino oltre il polsino della camicia di alta sartoria.

    « ...e tra poco abbiamo appuntamento telefonico col mio amico e collega
    per la ricostruzione degli eventi della notte alla Magione Galanodel. »

    fece presente, sollevando di nuovo lo sguardo verso il volto di Alhandra
    « Come da accordi, ti accompagnerò dai tuoi non appena avremo finito. »

    Un sorriso abbozzato alla meno peggio terminò quel comunicato.
    Non mentiva, ma... beh, non si sentiva affatto pronto a quel momento.

     
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    « Per quanto riguarda il tuo appetito... si tratta di blablabla bla bla, ancora bla e noia... noia, noia, noia condita da tanti bla... quindi bruci molte più energie del normale. »

    Prima regola della disattenzione selettiva, livello "Master": è possibile fingere di conversare direttamente con qualcuno intento a vomitarti addosso roba noiosa e di cui non te ne frega nulla. Il segreto è fargli credere che lo stai ascoltando davvero: quindi sorridi come una deficiente, annuisci e, alla prima pausa, ripeti l'ultima parola pronunciata dall'altro, con aria comprensiva.
    -Normale, si.

    Con l'espressione tipica di chi aveva coscientemente inquadrato la questione, Alhandra annuì con fermezza, dissimulando alla perfezione i suoi reali pensieri hard su un improbabile Aristotelis-pompiere. Tutto sporco di fuliggine e con un costumino da bagno rosso. Perizoma. Era molto meglio quello che i soliti tecnicismi da so-tutto-io. Quelli le stavano sulle scatole, decisamente.

    « ...e tra poco abbiamo appuntamento telefonico col mio amico e collega per la ricostruzione degli eventi della notte alla Magione Galanodel. » aridaje con quella storia « Come da accordi, ti accompagnerò dai tuoi non appena avremo finito. »

    Sbuffò sonoramente: nonostante gli accordi, quella faccenda la seccava non poco. Ci aveva messo una vita a smettere di pensarci e non era bello distruggere tutto quel lavoraccio, per giunta senza l'aiuto di un qualche psichiatra. Come se poi fosse mai arrivato, uno psichiatra, quando ne aveva davvero bisogno.
    Brutta razza, i medici: sono gli schiavi delle lobby. Così diceva la tv. Ma allora, dove erano i gonzi che si battevano per la medicina naturale? E quelli contro i vaccini? Perchè non c'era nessuno che voleva risolvere tutti i suoi problemi (fisici e psichici) con un abbraccio e andarsene finalmente affanc-

    -Va bene, mi siedo qui e rispondo a tutte le vostre domande.

    Ecco, appunto.

    -Però muoviamoci.
     
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    Una volta che le ebbe spiegato la situazione del suo metabolismo, la ragazza annuì con fare convinto e solenne, quasi avesse ascoltato davvero quel che il Medico le aveva appena comunicato, ma... un po' per intuito, un po' per esperienza (perché sì, anche lui si era ritrovato spesso a ricorrere a quella tattica durante la sua vita universitaria), Leorio sospettò forte fortissimo che la ragazza non si fosse filata di pezza nemmeno la metà di quel che aveva detto; ovviamente, non avendo prove sicure a sostegno di quella tesi -o interesse a perdere tempo discutendo con lei in vano-, si limitò ad uno sbuffo sonoro e a fulminarla con un'occhiata imbronciata.

    Quando invece cambiò argomento, spostandosi sul fulcro
    attorno a cui si stava sviluppando quella bizzarra collaborazione,
    Alhandra si fece subito più stizzita.


    -Va bene, mi siedo qui e rispondo a tutte le vostre domande.
    Però muoviamoci.


    Lungi da lui fargliene una colpa: era un dottore, perciò -ancor di più dopo aver appurato lo stato di stresso costante del suo fisico- l'Hunter capiva perfettamente quanto spiacevole fosse per la giovane il pensiero di dover rivivere l'evento probabilmente più traumatico della sua vita, ma... non c'era altro modo.

    « D'accordo: cercheremo di fare in fretta. »
    assentì il padrone di casa, annuendo e stringendosi nelle spalle
    « ...tu però non ti spaventare. »

    Con una calma serafica -a cui si mischiava una certa sfumata riluttanza- Leorio prese un profondo respiro, raggiunse il maxi-schermo della sua TV, e dopo aver armeggiato per qualche momento lì vicino tirò fuori da chissà dove un telecomando... ma non si trattava dello stesso con cui la notte precedente avevano fatto zapping tra i canali, ubriachi persi.

    Quando il Medico puntò l'aggeggio in alto e schiacciò uno dei bottoncini, non ci fu naturalmente reazione da parte dell'apparecchio... in compenso, l'intero ampio salotto -solo fino a poco prima illuminato a giorno- si ritrovò presto immerso in una fitta penombra man mano che un'ombra nera e viva, densa come pece, si spandeva su pareti, porte, finestre, pavimento e soffitto, avvolgendo i due inquilini in un bozzolo di oscurità.


    jpg
    « Seleziona: Kurapika. »

    Mentre nell'aria cominciava a risuonare il “biiip” metallico di una chiamata telefonica in partenza, il Dottore andò a sedersi accanto alla Darkettona -seppur a debita distanza-, incrociando le braccia al petto ed accavallando le gambe come un perfetto damerino; non ci vollero che un paio di squilli prima che qualcuno sollevasse la cornetta all'altro capo del ricevitore, stabilendo un canale di comunicazione e facendo comparire sul soffitto una sorta di finestra olografica affacciata su una camera piccola e anonima, con l'inquadratura incentrata su di un giovane uomo dai capelli biondi e gli occhi scuri.

    « Yo, Kurapika. »
    salutò Leorio, incurvando le labbra in un sorriso complice

    « Buonasera. »
    replicò serafico l'altro volgendo lo sguardo sulla giovane
    « ...così questa Signorina è la Onikakushi dei Galanodel? »

    « Sì: si chiama Alhandra; Alhandra, lui è Kurapika. »
    rilanciò il Dottore, facendo le presentazioni prima di rivolgersi alla ragazza
    « Oltre ad essere mio amico di lunga data, è l'uomo che ha guidato nell'intervento dell'Associazione Hunter nelle questioni legate all'attentato ai Galanodel... »

    « Solo perchè l' Ex-Presidentessa risulta scomparsa proprio da quella notte. »
    puntualizzò il biondo con tono neutro, come se la cosa avesse un qualche peso

    « ...ed essendosi occupato di coordinare le operazioni... »
    proseguì il moro, ignorando quell'intromissione nel suo discorso
    « ...è la persona meglio informata sul quadro d'insieme. »

    jpg« Specie dopo che la nostra banca dati con la documentazione è stata misteriosamente violata. »

    Nel sottolineare l'ennesima coincidenza nelle strane circostanze del più grosso fatto di cronaca dell'ultimo decennio, che aveva seriamente rischiato di compromettere gli equilibri politici mondiali, il damerino posò lo sguardo sulla fanciulla senza minimamente badare all'occhiataccia che il collega gli lanciò.

    « Signorina Alhandra, mi scuso a nome del mio amico e della comunità degli Hunter per averla coinvolta in queste indagini: per esperienza personale posso sinceramente simpatizzare con la sua situazione, ma... »
    e nonostante l'eloquio elegante e ricercato, non si trattava affatto di frasi di circostanza
    « ...il suo inaspettato ritorno nel mondo dei vivi la rende un testimone chiave per far luce su cosa è successo e trovare i colpevoli di quella strage, perciò ve lo chiederò solo per un breve periodo di tempo: collabori con me. »



    Edited by Madhatter - 13/2/2016, 11:11
     
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    « D'accordo: cercheremo di fare in fretta ...tu però non ti spaventare. »
    Nonostante la tentazione di rispondere "dopo quello che ho passato, dubito tu ne sia in grado" fosse forte, Alhandra rimase in silenzio a godersi lo spettacolo, perchè in un certo senso fu proprio così: le luci calarono fino a scomparire e non rimase null'altro che un raccolto silenzio. Poi, improvvisamente, la faccia di uno sconosciuto.

    « Buonasera ...così questa Signorina è la Onikakushi dei Galanodel? »
    -'sera.
    « Sì: si chiama Alhandra; Alhandra, lui è Kurapika. Oltre ad essere mio amico di lunga data, è l'uomo che ha guidato nell'intervento dell'Associazione Hunter nelle questioni legate all'attentato ai Galanodel... »
    « Solo perchè l' Ex-Presidentessa risulta scomparsa proprio da quella notte. »
    -Ovviamente.

    Mentre il biondino puntualizzava, Alhandra si trovò a lanciare la sua prima stoccata acida. Non la pronunciò con cattiveria, però: aveva già intuito che l'accaduto non importasse a nessuno a livello umano. Solo giochi di potere relativi ad una famiglia importante, presidenti scomparsi e via dicendo. Signori "nessuno" come Drusilia, Virginia o anche lei erano poco meno che sussurri di sottofondo. Non importava a nessuno se Virginia era morta male ma con onore ed eroismo: non c'erano sicuramente medaglie sulla sua tomba. Così come non era stato degno di nota il suo coma se non per stupide coincidenze o la sua sofferenza e tutto ciò che era seguito al tragico sterminio. Drusilia, invece, era stata oggetto d'interesse di soli killer o qualche associazione interessata ad averla fuori dai piedi, per quello che le aveva detto. Insomma, loro non erano nessuno, "importanti" solo perchè finite in mezzo a qualcos'altro.

    « ...ed essendosi occupato di coordinare le operazioni... è la persona meglio informata sul quadro d'insieme. »
    « Specie dopo che la documentazione dei fatti è andata misteriosamente smarrita.
    Signorina Alhandra, mi scuso a nome del mio amico e della comunità degli Hunter per averla coinvolta in queste indagini: per esperienza personale posso sinceramente simpatizzare con la sua situazione, ma... il suo inaspettato ritorno nel mondo dei vivi la rende un testimone chiave per far luce su cosa è successo e trovare i colpevoli di quella strage, perciò ve lo chiederò solo per un breve periodo di tempo: collabori con me. »


    -Ho già detto che collaborerò- rispose la mora, incrociando le braccia al petto e respirando profondamente -Anche se non so molto: non ero presente durante l'attacco alla Reggia. Io e Drusilia stavamo scappando in quel momento: quando ho perso conoscenza eravamo per strada.
     
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    Nonostante un certo composto distacco caratterizzasse sempre la sua maschera spaccona di ragazza acida e perennemente imbronciata, il malumore di Alhandra in quel frangente si era fatto più autentico e sentito; persino Kurapika -che la vedeva per la prima volta- si accorse del suo incupirsi, ma tirarsi indietro e sospendere la seduta non era possibile, così come sarebbe stato di certo deleterio prolungarne la durata indagando sulle emozioni ed i pensieri che le dovevano star affollando la mente... La cosa migliore era proseguire, e concludere il prima possibile.

    -Ho già detto che collaborerò.
    Anche se non so molto: non ero presente durante l'attacco alla Reggia.-

    ribadì serafica la giovane, incrociando le braccia al petto
    -Io e Drusilia stavamo scappando in quel momento: quando ho perso conoscenza eravamo per strada.

    Senza battere ciglio, il biondino reclinò il capo da una parte e portò la destra sul mento in un'espressione pensosa, perché il nome “Drusilia” non era completamente nuovo ai dossier dell'Associazione: stando a quelle che erano sempre state le loro informazioni fino a quel momento, una delle figlie del casato Galanodel si chiamava così, ma se anche il suo corpo non era mai stato ritrovato (lasciando uno spiraglio aperto per la debole pista della fuga o del rapimento), ella era stata conteggiata insieme alle altre vittime rimaste uccise la notte del massacro.

    Leorio gli aveva anticipato tramite un canale protetto e cifrato le novità scoperte in merito (che la bambina -ora donna- fosse sana e salva in un posto sicuro), ma sarebbe stato utile capire
    come ciò fosse avvenuto, così da poter per lo meno identificare ed individuare le eminenze grigie che erano state capaci di organizzare e sferrare un simile attacco ai danni di una delle più grandi ed importanti potenze nell'ordine mondiale senza lasciare alcuna traccia... perché era questo che li preoccupava tutti: perché non c'erano garanzie che una tragedia del genere non venisse a ripetersi, ancora, senza alcuna avvisaglia, e nel più completo silenzio.

    « Molto bene, Signorina Alhandra: inizierò con un riepilogo cronologico dei fatti di quella notte; premetto che si tratta di una ricostruzione compiuta dai nostri investigatori in assenza di testimoni, quindi la invito a segnalare la sua versione qualora qualcosa non coincida con gli eventi da lei vissuti. »

    Con movimenti misurati e calmi, che celavano tutta la sua pratica efficienza, il ragazzo nello schermo recuperò una cartelletta da qualche mobile alla sua destra -tagliato fuori dall'inquadratura-, la portò davanti a sé e cominciò a recitare i dati raccolti con voce asettica.

    « Ore 20:20 - I rappresentanti dei V6, ospiti della Federazione di Ochima, si riuniscono al teatro di Mei-Xie della città di Shansei per assistere ad una rappresentazione; accomodatisi nelle loro tribune, i politici trovano un pupazzo e un biglietto anonimo che li avverte della presenza di bombe nel palazzo e li ammonisce dal lasciare l'edificio o dal far annullare lo spettacolo sotto minaccia di scatenare una tragedia.
    Per dimostrare la veridicità delle sue parole, il terrorista svela la posizione di uno dei tredici ordigni. »


    Un momento: cosa c'entrava con lei quella storia...?
    Rispetto alla reggia Galanodel, era avvenuta dall'altra parte del mondo!

    « Tieni... Così puoi seguire... »
    con voce sommessa, Leorio passò un foglio di carta alla ragazza

    « Sulle prime, i politici pensano ad una trovata degli attori per animare il pre-serata, ma nessuno lo trova divertente: alcuni dei rappresentanti si dirigono all'uscita per andarsene, mentre gli altri raggiungono il direttore per esporre la loro idignazione...
    Naturalmente, le uscite sono bloccate, e lo staff è all'oscuro di tutto. »


    Le coordinate temporali sulla prima pagina del fascicoletto mostravano nel dettaglio di ogni azione come -nell'intervallo compreso tra le 20:30 le 01:00- dei pezzi grossi erano stati ostaggio di un misterioso squilibrato amante dei musical: con il teatro gremito di gente, lasciata ignara per non scatenare il panico, il rappresentante di Sahelta era svenuto, e la prima ballerina -apprendendo la situazione- aveva avuto un malore... cosa che aveva fatto sfiorare la tragedia, visto quanto lo psicopatico pareva tenerci a vedere il cavolo di spettacolo.

    Intanto, i tizi della scorta -pur essendo versati nell'uso del Nen- non erano riusciti a trovare né il maniaco che li osservava da qualche parte tra la folla, né a localizzare le bombe, o a rompere i sigilli che blindavano la struttura; naturalmente, gli Hunter dell'Associazione erano stati mobilitati, e la Presidentessa -con un nome chilometrico cerchiato con un pennarello rosso- aveva dovuto precipitarsi di persona per via dell'importanza politica della questione.

    Mentre Kurapika elaborava i dati e le indicazioni in forma discorsiva, Alhandra avrebbe probabilmente potuto chiedersi cosa cavolo c'entrasse la cronaca di un attentato terroristico dall'altra parte del mondo con lo sterminio della famiglia della sua amica, eppure... bastò voltare la pagina per notare come -effettivamente- le tempistiche dei due eventi ad un certo punto si sovrapponessero. Anzi, a dirla tutta, a chiunque nella posizione della ragazza sarebbe venuto facile pensare che se tante risorse -forze, tempo ed attenzioni- non fossero state dedicate a quel problema, l'intervento di salvataggio dei Galanodel sarebbe potuto essere più pronto e tempestivo.
    Forse, le cose sarebbero potute andare diversamente. Sembrava un crudele scherzo del Destino... Ma lo era davvero?

    Quando la task-force degli Hunter raggiungeva Ochima ed entrava in azione erano da poco passate le 21:00. Sul palcoscenico si alzava il sipario, e -presumibilmente- l'attacco alla Reggia cominciava, con Aisiling che guidava gli assassini attraverso il passaggio segreto (un'informazione, quella, che, naturalmente non compariva da nessuna parte nel report ufficiale); e lei e Drusilia si trovavano ancora spensieratamente a zonzo nella città vicina? O avevano già ricevuto la telefonata di Virginia e il suo avvertimento di non fare ritorno a casa?

    Nelle tre ore successive, mentre gli Hunter penetravano nel Teatro e procedevano alla caccia al tesoro alle bombe, al loro disarmo, e all'individuazione dello psicopatico, nella Magione doveva starsi consumando l'eccidio: la Traditrice doveva aver cercato il volto di Drusilia in quello di tutti i cadaveri della casa -
    senza trovarlo- prima di spingersi fino al convento, in cerca di risposte... e quanto tempo era durata l'agonia di Virginia, torturata per strapparle una verità che non possedeva? Aisiling era rimasta lì, a vederla spirare? O si era già gettata sulle tracce dell'Angelo e della Strega?
    Era orribile anche solo doverci ripensare in quei termini...

    « E' mezzanotte e mezzo quando la rappresentazione si conclude e l'attentatore di Mei-Xie si da alla fuga per i tetti, inseguito dalla Presidentessa... ma saranno necessari ancora quarantacinque minuti prima che i civili possano venir evacuati, i politici liberati, e gli ordigni neutralizzati; alle 01:17 lo stato di emergenza in Ochima verrà considerato rientrato... »
    imperturbabile, la voce del Cacciatore biondo scivolò fluida fino al punto di svolta
    « ...mentre sono le 00:58 quando un inserviente della magione Galanodel, recatosi nell'entroterra per curare alcune questioni per conto del casato, lancia l'allarme dopo aver ripetutamente cercato di contattare la casa-madre; la richiesta e le prime notize raccolte dalla polizia locale arrivano al bureau del Consiglio degli Hunter poco dopo, alle 01:09 - ed è a partire da quel momento che la Presidentessa risulta irrintracciabile. »

    « Naturalmente, non potevamo essere preparati a gestire una crisi del genere... »
    cogliendo la pausa dell'amico, il Dottore prese la parola
    « E doverlo fare senza un punto di riferimento ha creato alcune difficoltà e rallentamenti
    nell'organizzare una reazione. »


    Certo -come specificato dal foglio- gli orari dell'assalto al casato di Drusilia non erano precisi, ma... pur ammettendo una fluttuazione nelle approssimazioni ricostruite dalle indagini, quante possibilità c'erano che due eventi di tale peso politico concorressero in due parti diverse del mondo nello stesso momento? Forse c'era effettivamente qualcosa per poter ritenere le circostanze sospette, ma... era abbastanza per ipotizzare un complotto?

    « Se da una parte c'erano fin troppe persone che avrebbero avuto da guadagnarci dalla dipartita di una famiglia tanto influente nella politica mondiale, dall'altro bisognava considerare che -ancora oggi- sono ben pochi i soggetti in grado di rendersi autori materiali di un simile delitto. »
    riprese l'altro, restando concentrato sull'aspetto pragmatico della questione
    « Grazie alle nostre banche-dati abbiamo ristretto il campo a dei possibili sospettati: i banditi noti come Genei Ryodan e la Famiglia Zoldick erano in cima alla lista, ma un contatto all'interno del primo gruppo ha escluso ogni coinvolgimento della banda, e i Killer non hanno rivendicato il proprio lavoro. »
    intrecciando le mani per sostenere il mento, lo sguardo del Kuruta si indurì
    « Possiamo esser certi che non abbiano mentito: per il Ragno una simile impresa sarebbe stata un vanto, mentre uno dei precedenti capo-famiglia ci ha informato dell'esistenza di un accordo matrimoniale tra gli Zoldick e i Galanodel; gli eventi di quella notte hanno comprensibilmente guastato i loro piani, e -a conferma del fatto- la Famiglia ci ha inviato dei loro uomini per partecipare alle squadre di indagine. »

    « Questo vuol dire che i colpevoli non sono schedati nelle nostre banche-dati,
    che posseggono capacità di cui siamo all'oscuro... e che sono un pericolo. »

    tirò le somme il Medico, sistemandosi nervosamente gli occhialini sul naso
    « ..perché potrebbero colpire di nuovo: in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione. »

    « Leorio mi ha riferito quello che vi siete detti ieri, quindi... vorrei che mi parlassi della ragazza che hai indicato come responsabile dell'attacco, e che cercassi di ricostruire precisamente quello che è successo quella sera - a partire approssimativamente dalle otto fino all'ultima cosa che ricordi.
    Ogni dettaglio che ti viene in mente va bene: tutto può essere utile. »



    Edited by Madhatter - 5/9/2018, 17:15
     
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    « Molto bene, Signorina Alhandra: inizierò con un riepilogo cronologico dei fatti di quella notte; premetto che si tratta di una ricostruzione compiuta dai nostri investigatori in assenza di testimoni, quindi la invito a segnalare la sua versione qualora qualcosa non coincida con gli eventi da lei vissuti. »
    Il biondino iniziò a parlare e Leorio le passò dei documenti. Tutto ciò -doveva ammetterlo- la mise non poco a disagio. Innanzitutto si trovò disorientata dal fatto che quello accennato all'inizio non fosse il suo caso, ma uno che sospettavano essere in qualche modo connesso. Per secondo, il coinvolgimento -anche solo nel discorso- di nomi così terrificanti da essere spesso usati come spauracchio anche per i bambini dispettosi. I suoi, ad esempio, quando non mangiava la verdura le ripetevano sempre che sarebbero passati gli Zoldyck a rapirla. Un pò come l'uomo nero.,. o i pagliacci. Solo che i pagliacci esistevano davvero ed erano ovunque. Si fingevano buoni, ma poi...
    Il ragno, invece, era troppo spaventoso anche per i suoi e sicuramente meno conosciuto nella sua nazione.

    « Questo vuol dire che i colpevoli non sono schedati nelle nostre banche-dati, che posseggono capacità di cui siamo all'oscuro... e che sono un pericolo ...perché potrebbero colpire di nuovo: in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione. »
    ...
    E viva l'ottimismo.
    « Leorio mi ha riferito quello che vi siete detti ieri, quindi... vorrei che mi parlassi della ragazza che hai indicato come responsabile dell'attacco, e che cercassi di ricostruire precisamente quello che è successo quella sera - a partire approssimativamente dalle otto fino all'ultima cosa che ricordi. Ogni dettaglio che ti viene in mente va bene: tutto può essere utile. »

    -I Galanodel erano degli stronzi.
    Fu così che iniziò il suo racconto e, sebbene sembrasse uno sfogo assolutamente a caso, in realtà era una premessa necessaria a tutto ciò che sarebbe seguito di lì a breve. Estrasse anche la sua foto dal portafoglio, la stessa che poco tempo prima aveva mostrato al medico che l'aveva ospitata.
    -Loro...erano crudeli. Anche con Drusilia, una di loro. Non so cosa facessero di preciso, però... lei non me ne ha mai parlato ed evitava il discorso. Me ne accorgevo dalle ferite ed i lividi. E non erano allenamenti, sono ancora convinta che la torturassero.
    Fissò la foto con sguardo triste.
    -Quel giorno non eravamo alla magione o da me: eravamo scappate di casa. Cioè, l'avevo proposto io e lei mi aveva seguita: non era la prima volta che accadeva, ma ogni cattura ci spronava a rifarlo. Sognavamo di scappare via- sospirò -Gli orari non li ricordo... mi pare che chiamammo Virginia, la ragazza bionda nella foto, intorno ad ora di cena per chiederle dove si trovava la chiesa in cui si sarebbe fatta suora quella stessa sera. Volevamo farle visita, ma quando riuscimmo a contattarla da un telefono pubblico era agitatissima e piangeva. Diceva di andarcene dalla città ma sulle prime non capimmo a cosa si riferisse... ci chiuse addirittura il telefono in faccia e Drusilia si preoccupò un sacco.
    Respirò profondamente, chiudendo gli occhi e cercando di ricordare.
    -Io pensavo che questa volta i suoi si fossero incazzati per davvero e volessero mutilarla o qualcosa di simile: per questo ascoltai Virginia e la trascinai via di peso. Mentre correvamo verso la stazione dei bus Aisiling ci ha trovate e... beh, ci ha lanciato qualcosa. Non ho mai capito cosa, ma sono riuscita a fermarla usando lo specchio: sapete, nei film gli incantesimi cattivi si riflettono con quello, no? E lei... sembrava una strega. O un demonio... non credo fosse più umana. Era diversa.

    Alzò lo sguardo per la prima volta dopo molto tempo, tornando a fissare il ragazzo allo schermo.

    -Aisiling era una persona qualunque. Ok, non era simpaticissima ed odiava Drusilia. Era anche viscida... e spesso ho detto a Drusilia di non fidarsi di lei. Ma, a distanza di tempo, penso che fosse un semplice essere umano. Un brutto esemplare ma inoffensivo: non ho idea di cosa sia potuto accadere per trasformarla in... quello che ho visto, qualunque cosa fosse-
    ci fu del silenzio, intervallato solo da un respiro lievemente affannato -So che era solo a conoscenza del passaggio che usava Dru per scappare di nascosto dalla Reggia: sarebbe potuta entrare, ma non penso abbia agito da sola. Non penso odiasse nemmeno i Galanodel, dato che sapeva che maltrattavano Drusilia. Comunque è la tizia con i capelli rossi. Drusilia, invece, è quella con gli occhi verdi.

    Si portò infine una mano alla tempia, massaggiando piano nel tentativo di ristabilirsi da quel brutto momento.
    -Ora, siete voi i fighi della situazione: io non sono brava a pensare. Non ho idea di cosa cazzo centri quello che mi avete detto, so solo che Aisiling si è portata via una mia amica. Io ho vissuto nello schifo e... perfino Dru non è più la stessa.
    Anche se erano dei mostri... erano comunque la sua famiglia.
     
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    -I Galanodel erano degli stronzi.
    Loro...erano crudeli. Anche con Drusilia, una di loro.

    aprendo il portafogli, estrasse ancora una volta la foto-ricordo del liceo
    - Non so cosa facessero di preciso, però... lei non me ne ha mai parlato ed evitava il discorso. Me ne accorgevo dalle ferite ed i lividi. E non erano allenamenti, sono ancora convinta che la torturassero.

    Le parole con cui la ragazza esordì dopo il lungo riepilogo del quadro generale furono di una sincerità neutra e disarmante; tuttavia, nessuno dei due Hunter parve mostrarsi troppo sorpreso o troppo sconcertato - sia per i toni irriverenti di quell'esternazione, sia per le oscure rivelazioni in essa contenute; entrambi sapevano bene che anche la facciata più nobile può celare il marcio nel cuore delle sue fondamenta.

    -Quel giorno non eravamo alla magione o da me: eravamo scappate di casa. Cioè, l'avevo proposto io e lei mi aveva seguita: non era la prima volta che accadeva, ma ogni cattura ci spronava a rifarlo. Sognavamo di scappare via-

    Mentre un sospiro le evadeva dalle labbra -colorate con un rosso carico-, gli occhi blu della ragazza indugiarono nostalgici sulla superfici patinata, ormai un po' opacizzata dal tempo, della fotografia; quelli dell'uomo nello schermo si sbarrarono invece un momento nel recepire la notizia, prima che egli si accigliasse, disturbato da qualcosa che non collimava con gli elementi in suo possesso. Tuttavia, prese un appunto mentale per dopo, e lasciò correre.

    -Gli orari non li ricordo... mi pare che chiamammo Virginia, la ragazza bionda nella foto, intorno ad ora di cena per chiederle dove si trovava la chiesa in cui si sarebbe fatta suora quella stessa sera. Volevamo farle visita, ma quando riuscimmo a contattarla da un telefono pubblico era agitatissima e piangeva. Diceva di andarcene dalla città ma sulle prime non capimmo a cosa si riferisse... ci chiuse addirittura il telefono in faccia e Drusilia si preoccupò un sacco.

    Virginia Nailo. Oggettivamente, per coloro che in tutto il mondo si erano interessati al caso dei Galanodel, si trattava di una delle tante anime senza volto nell'elenco delle vittime del massacro, un signor nessuno che aveva casualmente perso la vita in quella stessa infausta notte... eppure, Kurapika ricordava il suo nome: le testimonianze raccolte su di lei dicevano che fosse una semplice ragazzina, allegra e solare come alla sua età ce ne sono tante, ritrovata nella chiesa del paese vicino alla Reggia e rimasta coinvolta dalla furia omicida dei nemici del Casato... nulla di così eclatante da meritare di venir ricordato, eppure quello che avevano fatto al suo corpo -prima e dopo la morte- era stato di un'efferatezza tale da aver incupito i suoi pensieri per molto tempo.

    All'oscuro di chi fosse la persona appena menzionata dalla loro testimone-chiave, Leorio spostò lo sguardo dall'una all'altro, lanciando un'occhiata interrogativa al collega nello schermo; dal canto suo, il biondo si limitò a socchiudere le palpebre con aria meditabonda e a nascondere le labbra -arricciate in una smorfia- dietro le mani intrecciate, immagazzinando più informazioni che poteva per mettere insieme i pezzi. Indovinando quella sua intenzione, il Dottore si accontentò a sua volta di ascoltare senza interrompere.


    -Io pensavo che questa volta i suoi si fossero incazzati per davvero e volessero mutilarla o qualcosa di simile: per questo ascoltai Virginia e la trascinai via di peso. Mentre correvamo verso la stazione dei bus Aisiling ci ha trovate e... beh, ci ha lanciato qualcosa.
    con gli occhi chiusi nello sforzo mnemonico, Alhandra pronunciò un altro nome
    -Non ho mai capito cosa, ma sono riuscita a fermarla usando lo specchio: sapete, nei film gli incantesimi cattivi si riflettono con quello, no? E lei... sembrava una strega. O un demonio... non credo fosse più umana. Era diversa.
    confusa da ricordi che non aveva mai elaborato del tutto, tornò a fissare lo schermo
    -Aisiling era una persona qualunque. Ok, non era simpaticissima ed odiava Drusilia. Era anche viscida... e spesso ho detto a Drusilia di non fidarsi di lei. Ma, a distanza di tempo, penso che fosse un semplice essere umano. Un brutto esemplare ma inoffensivo: non ho idea di cosa sia potuto accadere per trasformarla in... quello che ho visto, qualunque cosa fosse.
    So che era solo a conoscenza del passaggio che usava Dru per scappare di nascosto dalla Reggia: sarebbe potuta entrare, ma non penso abbia agito da sola. Non penso odiasse nemmeno i Galanodel, dato che sapeva che maltrattavano Drusilia. Comunque è la tizia con i capelli rossi. Drusilia, invece, è quella con gli occhi verdi.


    Nervosamente, Leorio cambiò posizione sul divanetto, abbandonandosi contro lo schienale, accavallando le gambe, e incrociando le braccia sul petto, nel tentativo di trovare una posa che lo costringesse a stare il più fermo possibile; non aveva ancora ben chiaro chi fosse questa Aisiling, ma se a renderla diversa fosse stata la sua aura, poteva dedurre che a colpire Alhandra fosse stato il Nen ostile di quella tizia... e, stando così le cose, alcuni avrebbero potuto definirla finanche “fortunata”, viste le conseguenze che può provocare un battesimo di quel tipo.

    Certo, il coma in cui era finita la Punk e il costante stato di stress in cui il suo fisico versava -nonostante fosse illeso e in salute- acquistavano nuovo senso adesso, e... forse, fornivano anche un aggancio col misterioso caso riguardante la famiglia Liadon.


    -Ora, siete voi i fighi della situazione: io non sono brava a pensare. Non ho idea di cosa cazzo centri quello che mi avete detto, so solo che Aisiling si è portata via una mia amica. Io ho vissuto nello schifo e... perfino Dru non è più la stessa. Anche se erano dei mostri... erano comunque la sua famiglia.

    Visibilmente provata dallo sfogo che doveva aver certamente risvegliato vecchi traumi, ma al ccontempo anche alleggerito il suo animo dall'enorme peso che si portava dietro da chissà quanto tempo, la ragazza dai capelli scuri cominciò a massaggiarsi le tempie, e gli altri due si scambiarono un'occhiata di intesa come a decidere chi avrebbe preso la parola per primo, spezzando quel silenzio; schiarendosi un poco la voce, fu il biondo a farsi avanti.

    « Stando a quello che ci hai detto, mi viene da pensare che questa Aisiling
    abbia utilizzato il Nen per attaccare te e la tua amica Drusilia. »

    ipotizzò con calma, reclinando il capo da una parte con aria non del tutto convinta
    « Il Nen, per la cronaca, è una forza latente che tutti gli esseri viventi posseggono, e che -a chi non la conosce- può apparire come una sorta di magia; ne esistono diverse tipologie ed infinite applicazioni, e padroneggiarlo è il minimo requisito richiesto ad ogni Hunter... ma già solo per imparare a risvegliarlo sono normalmente necessari degli anni interi di meditazione ed allenamenti. »
    arrivato a quel punto, l'uomo arricciò le labbra in una curva incerta
    « Naturalmente, una scorciatoia esiste, ma è un'opzione rischiosa: per risvegliare il Nen in maniera improvvisa, è necessario sottoporsi ad un trauma da parte dello stesso potere... e, come puoi immaginare, la cosa può provocare gravi danni al corpo o alla mente del soggetto. »

    « Non riesco ad immaginare molti modi per farlo agendo da soli, perciò
    -come hai tu stessa ipotizzato- qualcuno deve averla aiutata, iniziandola al Nen... »

    si intromise Leorio, concludendo il preambolo sulle divagazioni teoriche
    « E' solo una congettura, ma è probabile che questa Aisiling abbia barattato il potere ricevuto con le informazioni che possedeva sui Galanodel, quindi... questo fa di lei uno strumento della strage, ma non la causa – non l'unica, almeno. »

    Per un istante, nel super-attico del Medico cadde un profondo silenzio: le parole di Alhandra avevano portato alla luce nuove informazioni, nuovi spunti su cui lavorare, e nuovi piste da indagare, e tuttavia... tuttavia c'era ancora qualcosa che strideva nella mente del Kuruta, una nota dissonante che faticava a mettere a fuoco, un dubbio che gli parve di individuare solo dopo aver passato in rassegna nella propria mente più e più volte il racconto della ragazza.

    « Prima, hai detto che tu e Drusilia non eravate alla Reggia quando l'attacco è iniziato, e che Aisiling vi ha trovato mentre stavate raggiungendo la stazione degli autobus... »
    riprese Kurapika, rivolgendosi alla Punk
    « Sapresti segnare su una cartina la zona della città in cui vi trovavate quando hai perso conoscenza? »

    Perplesso da quella richiesta, Leorio lanciò un'occhiata interrogativa al collega, ma quando questi gli fece cenno di pazientare, il Dottore si limitò a scrollare le spalle e a frugare il fascicolo; dopo qualche istante, ne estrasse un foglio che rappresentava nel dettaglio l'isola dei Galanodel e le aree limitrofe, e lo porse alla ragazza. Chissà cosa celava quella domanda...?



    Edited by Madhatter - 14/2/2016, 16:00
     
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    « Stando a quello che ci hai detto, mi viene da pensare che questa Aisiling abbia utilizzato il Nen per attaccare te e la tua amica Drusilia. »

    Ecco che il giovanotto iniziava a dare spiegazioni riguardo l'accaduto, il tutto senza nemmeno essere stato presente. Che diavolo ne sapeva lui di cosa era successo? Ma soprattutto, come si permetteva di trattarla da psicolesa ingorante, parlando della "magia" come se fosse una roba da creduloni??? Lei la magia la conosceva, dannazione! L'aveva vista a Celentir e su Endlos c'era addirittura un'Accademia per maghi!!! Era lui l'ignorante, altro che biondino-perfettino-so-tutto-io, ecco.
    Idiota.

    « E' solo una congettura, ma è probabile che questa Aisiling abbia barattato il potere ricevuto con le informazioni che possedeva sui Galanodel, quindi... questo fa di lei uno strumento della strage, ma non la causa – non l'unica, almeno. »

    Nonostante le premesse fossero diverse, entrambi i punti di vista convergevano però in una soluzione comune, e cioè che Aisiling fosse stata semplicemente una "spia" e che ben altri loschi individui si erano macchiati di quel genocidio così cruento. Aveva perfettamente senso, infondo: Aisiling era viscida e rancorosa, ma proprio per questo non si sarebbe mai spinta a qualcosa di eccessivamente diretto. Meglio far fare tutto agli altri.

    « Prima, hai detto che tu e Drusilia non eravate alla Reggia quando l'attacco è iniziato, e che Aisiling vi ha trovato mentre stavate raggiungendo la stazione degli autobus... Sapresti segnare su una cartina la zona della città in cui vi trovavate quando hai perso conoscenza? »

    Prendendosi alcuni attimi per pensare, Alhandra portò le dita al mento con fare pensoso nel disperato tentativo di ricordare. Peccato che un rumore continuo, molesto e sempre meno tollerabile aveva iniziato a rimbombarle nella testa come un martello pneumatico di prima mattina in piena sessione d'esame. Ovviamente estiva, perchè le finestre van tenute aperte.

    -PORCO CANE LEORIO, SMETTILA DI MUOVERE IL PIEDE- avrebbe urlato a caso, all'improvviso -NON RIESCO A SENTIRE I MIEI PENSIERI.

    Perchè Alhandra parlava con sè stessa.
    Nella sua testa.
    E faceva anche vocine diverse.

    -C'era un fiume sulla destra e un sacco di ponti- avrebbe osservato, sottintendendo che non ricordava bene il punto -Mi pare che sia solo da queste parti.
     
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    Si fidava di Kurapika – come e più che di sé stesso.
    Dopo un primo momento di scontro tra i loro ideali -troppo diversi nella forma, ma in fondo uguali nella sostanza-, Leorio aveva imparato ad apprezzarne ogni pregio: aveva visto la vasta cultura alla base della sua saccenteria, la tenacia dietro la sua testardaggine, la lealtà adamantina al di là della sua ossessiva sete di vendetta, e aveva perso il conto di tutte le volte in cui le sue deduzioni, i suoi ragionamenti e le sue strategie avevano cavato di impiccio lui e altri nei momenti difficili.

    Leorio aveva più completa fiducia nel suo collega... ma, davvero, non riusciva a capire
    il perché di quella strana domanda: era piuttosto sicuro che il luogo in cui Alhandra era stata ritrovata fosse precisamente segnalato nei dettagliatissimi dossier riguardante le indagini sul caso, e poi... che importanza poteva mai avere? Che il suo amico avesse avuto qualche intuizione delle sue?

    Reso impaziente dalla curiosità, ma ben conscio di non poter interrompere il dialogo per chiedere spiegazioni, il Medico si portò dapprima una mano al mento per carezzarlo pensosamente, cercando al contempo una posizione più comoda nell'accavallare le ginocchia; ben presto, senza rendersene troppo conto, mentre i pensieri gli arrovellavano la testa con tanti interrogativi irrisolti, cominciò a sfogare il nervosismo per l'attesa mordicchiandosi l'unghia del pollice, e scuotendo l'intero divano col tremito inquieto del piede di appoggio.


    -PORCO CANE LEORIO, SMETTILA DI MUOVERE IL PIEDE
    NON RIESCO A SENTIRE I MIEI PENSIERI.


    L'improvviso urlo della Punk squarciò il meditabondo silenzio che era calato nel salotto, facendo letteralmente sobbalzare il padrone di casa, i cui occhi si sbarrarono -sconvolti e spaventati- nel puntarsi sul viso inferocito della sua ospite: il fremito nella mobilia si interruppe, e stessa sorte subì anche la mente del Dottore, incapace di capire perché la ragazza si fosse rigirata come una belva, che cosa avesse mai fatto lui di male, e in che modo rimbeccarla.
    Pensa che ti ripensa, perse l'occasione.

    -C'era un fiume sulla destra e un sacco di ponti.
    Mi pare che sia solo da queste parti.


    In accompagnamento alla risposta fornita, la fanciulla dagli occhi blu esibì la cartina della città in direzione dell'Hunter biondo, indicando con un dito il quartiere in cui ricordava di essersi approssimativamente trovata prima del confronto con Aisiling e del conseguente coma; dall'altra parte dello schermo, Kurapika prese visione della cosa con espressione indecifrabile ma serafica, annuì debolmente con aria pensosa, e si sporse parzialmente fuori dal campo inquadrato dalla telecamera per recuperare qualche altra scartoffia.

    In quel denso silenzio -fattosi inspiegabilmente teso-, il Kuruta rimbalzò le iridi color nocciola tra diversi fogli, e mentre il suo sguardo si faceva sempre più assorto, una mano si sollevò fino alle labbra - ora serrate in una linea sottile, ora leggermente arricciate in un angolo.


    « Kurapika... che succede? »
    chiese cauto il Dottore, impaziente per quel silenzio protratto

    « Durante il racconto ho avuto la sensazione che qualcosa non tornasse, ma...
    Non ero sicuro di cosa fosse. Si tratta di un dettaglio da nulla, in fondo. »

    esordì il biondo, prendendo un foglio per scarabocchiarci sopra con un pennarello
    « ...e se la Onikakushi non fosse tornata dal mondo degli spettri per raccontarcelo,
    è ragionevole credere che non ne saremmo mai venuti a conoscenza. »


    Quando avvicinò il frutto del suo lavoro alla lente della telecamera, Leorio e Alhandra avrebbero potuto vedere che si trattava della stampa di una cartina identica a quella usata dalla ragazza: segnati per spiccare dal resto c'erano solo una spessa linea curva di inchiostro rosso, che delimitava la Reggia Galanodel -e le sue dirette pertinenze- e alcuni quartieri cittadini ad essa più vicini, e due vistose “X” - una entro i confini della zona cerchiata, e una molto più all'esterno.

    « Stando alle tracce trovate dai nostri, e alle relative ricostruzioni,
    questa linea rappresenta il limite entro cui gli aggressori hanno agito quella notte. »

    spiegò loro Kurapika, i cui occhi scuri facevano capolino al di sopra della mappa
    « Questo segno esterno all'area è il luogo indicato dalla Signorina Alhandra,
    quello dove lei ricorda di aver affrontato Aisiling e di aver perso conoscenza... »

    proseguì il biondo, percorrendo con l'indice un lungo tratto da quella crocetta all'altra
    « ...mentre quest'altro rappresenta il punto dove risulta esser stata ritrovata ufficialmente. »

    Perplesso da quell'esposizione, lì per lì incapace di discernere cosa ciò implicasse, Leorio lanciò uno sguardo confuso in direzione della ragazza, sbattè un paio di volte le palpebre, e quando riportò l'attenzione verso il collega, la sua fronte era aggrottata da un profondo cipiglio.

    « Che vorrebbe dire questa cosa?! »

    « Che a meno che la Signorina non abbia dichiarato il falso, che non si sia sbagliata di almeno quattro isolati sul dove si trovava, o che non si sia spostata sulle sue gambe pur essendo ferita e priva di conoscenza -cose che possiamo escludere-, restano due sole spiegazioni. »
    conscio della confusione dell'amico, il Kuruta terminò le sue congetture
    « Qualcuno deve averla spostata, oppure... qualcuno deve aver mentito.
    Le domande che sorgono spontanee in entrambi i casi sono “chi”, e “perché”. »

     
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