Giorno 4 - mattina.

{passato X presente X futuro}

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    Gameaccount di Drusilia Galanodel

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    « Stando alle tracce trovate dai nostri, e alle relative ricostruzioni, questa linea rappresenta il limite entro cui gli aggressori hanno agito quella notte. Questo segno esterno all'area è il luogo indicato dalla Signorina Alhandra, quello dove lei ricorda di aver affrontato Aisiling e di aver perso conoscenza... mentre quest'altro rappresenta il punto dove risulta esser stata ritrovata ufficialmente. »

    Bene, questo non era sicuramente rassicurante ed avrebbe decisamente preferito non saperlo. Però si sa che le persone sono stronze e, come a voler girare il dito nella piaga, il dottorino ebbe la fantastica idea di chiedere maggiori delucidazioni.

    « Che vorrebbe dire questa cosa?! »

    « Che a meno che la Signorina non abbia dichiarato il falso, che non si sia sbagliata di almeno quattro isolati sul dove si trovava, o che non si sia spostata sulle sue gambe pur essendo ferita e priva di conoscenza -cose che possiamo escludere-, restano due sole spiegazioni. Qualcuno deve averla spostata, oppure... qualcuno deve aver mentito. Le domande che sorgono spontanee in entrambi i casi sono “chi”, e “perché”. »

    Ma soprattutto... perché tutte a lei?

    -Questa situazione mi sta nauseando...

    Magari per i presenti sarebbe potuto sembrare un commento estemporaneo dovuto a qualche malessere, ma la faccia disgustata di Alhandra non tradiva il suo stato emotivo. La prima cosa che le era venuta in mente, ovviamente, fu che qualche malintenzionato l'avesse trovata mortammazzata per strada ed avesse avuto la fantastica idea di approfittarne finché fosse stata calda... così da lasciarla in un secondo momento da qualche altra parte. Infondo il mondo era pieno di brutta gente e a Merovish non erano insoliti racconti del genere in taverna. Poi Alhandra ricordò anche che era vissuta a Merovish -oltre che a Liberty- ed in effetti di cose schifose ne aveva fatte abbastanza per non indignarsi facilmente. Quindi, da buona donna vissuta ed ex prostituta di Merovish, Sanglante si limitò a far spallucce così da tornare sulla sua principale preoccupazione.

    -Ora che ho parlato mi porti a casa, come promesso?
     
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    -Questa situazione mi sta nauseando...

    Sebbene il volto della ragazza fosse rimasto impassibile nel fare quella dichiarazione, le sue parole non potevano certamente venir presa sottogamba... non dal Medico, per lo meno; la situazione era oggettivamente quello che era -uno sgradevolissimo quanto necessario interrogatorio su un atroce fatto di cronaca tra due investigatori e una vittima sopravvissuta ad una carneficina-, e avendo visto con i suoi occhi i risultati che lo stress derivato da quel trauma ancora esercitavano sul suo corpo, Leorio fu il primo -forse l'unico, in realtà- a mordersi la lingua per concentrarsi subitaneamente ed interamente sulla ragazza.

    -Ora che ho parlato mi porti a casa, come promesso?

    ...eeee giusto perché si parlava di stress: eccola di nuovo tornare alla carica con quella fatidica domanda; non che la cosa apparisse strana o inopportuna, ma... la situazione stava diventando davvero scomoda per il Dottore -l'unico su cui pendeva tutto il peso di una terribile responsabilità-, e -a quella richiesta- l'uomo non seppe trattenersi dal trasalire, impallidendo un pochino e sfoggiando un sorriso tiratissimo mentre -nervosamente- cercava una posizione più comoda sul divano, scavallando e ri-accavallando le gambe.

    « N-non mi sembra il caso di andare adesso adesso. »
    esordì con tono conciliante Leorio, abbassando lo sguardo sulle sue costose scarpe
    « E' evidente e comprensibile che questa chiacchierata ti abbia provato, perciò... »
    proseguì, prendendo abbastanza sicurezza da suonare credibile e convincente
    « ...è meglio che ti prendi il pomeriggio -o qualche giorno- per riposare e rimetterti, prima di affrontare un'altra emozione forte come il rivedere la tua famiglia dopo tanto tempo. »

    « . . . »

    Sotto lo sguardo scuro del collega biondo, che li fissava in silenzio dall'altra parte dello schermo con aria decisamente pensierosa, il Medico concluse il discorsetto tornando a guardare Alhandra negli occhi, sorridendo con più naturalezza e annuendo perfino.

    -Ma che sei scemo? Ho fatto un casino per vederli!

    Esattamente quel che si aspettava: aveva imparato a conoscere presto il carattere volitivo e deciso della sua ospite, ma la sua autorevolezza di uomo di scienza lo rendeva fiducioso delle sue argomentazioni: dopotutto, quelle erano assolutamente vere, perciò poteva tranquillamente aggrapparcisi con tutta la tenacia che la ragionevolezza concede...

    « Sì, lo capisco, ma... loro non si muovono da lì, no? La tua salute invece potrebbe risentirne se fai le cose di fretta: dammi retta - è meglio se oggi riposi »

    ...e se lei avesse protestato, si sarebbe battuto per difendere la sua posiz-...

    -Ok Ok.

    ...ma la signorina tagliò invece stranamente corto con un sospiro esasperato, assegnandosi con inspiegabile docilità a quella spiegazione e lasciando il Cacciatore interdetto e spiazzato nel vederla alzarsi dal sofà e dirigersi verso il corridoio.

    -Ora vado in bagno.

    Con ogni probabilità, Leorio avrebbe dovuto farsi venire qualche sospetto per quel repentino cambio d'umore, ma... dopotutto, cosa sapeva davvero di Alhandra e dei suoi processi mentali? La conosceva da pochi giorni, e... in fondo, non voleva ancora approfondire la questione con lei, perché a quel punto avrebbe dovuto anche spiegarle perché seguitava a rimandare il momento di ricongiungerla alla sua famiglia. E non si sentiva pronto ad infliggerle un colpo del genere.

    Lo serratura della porta del bagno scattò con un suono netto e secco, sancendo senza ulteriore dubbio che la ragazza si era allontanata abbastanza per non essere più a portata d'orecchio; tuttavia, passarono altri lunghi minuti prima che Kurapika rompesse il meditabondo silenzio dell'amico, facendolo sussultare di sorpresa: si era così concentrato sullo spinoso problema che gli si parava davanti da essere diventato del tutto dimentico della sua presenza.

    « Non glielo hai detto. »

    Non era una domanda, quanto più una semplice constatazione, ma -ugualmente- nel riportare lo sguardo sul volto del collega, Leorio non seppe far altro che abbozzare un sorriso incerto, stringersi nelle spalle, e grattarsi nervosamente la nuca con l'aria imbarazzata e desolata di chi non sa davvero cosa dire.

    « ...guarda che non è mica così facile. »
    protestò il Dottore, abbassando la voce in un sussurro cospiratorio
    « Come dici ad una ragazzina appena tornata tra i vivi che è praticamente sola al mondo?
    Mi sento già in colpa a farle rivangare quel che è successo alla Reggia... »


    Un sospiro che pareva sintetizzare in sé stesso un contraddittorio connubio di insofferenza e pazienza, il Kuruta trafisse il suo vecchio amico con un'occhiata tagliente.

    « Per non sapere ancora come stanno le cose,
    la Signorina Alhandra è stata fin troppo collaborativa. »

    lo rimproverò senza mezzi termini il biondino
    « Se le avessi detto la verità, saprebbe già che andare a fondo di questa faccenda è probabilmente il miglior modo per capire cosa è successo alla sua famiglia: suo padre stava investigando, prima di... »

    « Ssshh!!! Dannazione, Kurapika! Abbassa la voce! »
    lo zittì Leorio, con tono stizzito e concitato
    « Potrebbe sentirti...! E questo non è certo il modo migliore di venirlo a sapere! »

    « Per lo meno ne verrebbe a conoscenza... »
    sentenziò il Cacciatore, tuttavia rispettando la volontà dell'altro e abbassando la voce
    « ...ad ogni modo, perché non è ancora tornata? Non ci sta mettendo un po' troppo? »

    « Magari sta facendo i bisogni grossi... »

    « O magari si è sentita male. »
    obiettò il biondino, scoccandogli un'occhiata severa
    « Va a vedere se è tutto a posto. »

    « Accidenti...! »

    Serrando i denti fino a farli scricchiolare, e imprecando interiormente contro la sua disattenzione, Leorio balzò rapidamente in piedi: preso com'era a preoccuparsi di come preparare Alhandra alla situazione che l'aspettava, quella possibilità -anche piuttosto plausibile- gli era fatalmente passata di mente; scattò rapido verso il corridoio, ne percorse la lunghezza a grandi falcate, e inchiodò davanti alla porta del bagno prima di battervi sopra pesantemente le nocche, producendo un paio di tonfi netti.

    « Ehi, Alhandra...! Va tutto bene là dentro? »

    Dall'altra parte, nessuna risposta...

     
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    Ci sono momenti in cui la concentrazione non è solo importante, ma addirittura necessaria al raggiungimento del proprio scopo.

    -Mmmmmmh.

    Seduta su quello che reputava una sottospecie di trono, gli occhi blu ben chiusi e le labbra tese fino a deformarsi in un taglio appena percettibile sulla faccia, Alhandra continuava a farsi forza con tutta sè stessa. C'era quasi, lo sentiva. Ancora pochi movimenti, il busto spostato in avanti a favorire l'atto. Ancora un altro pò, era vicina; un rumore sordo, simile ad un rombo di tuono, avrebbe annunciato che era riuscita nell'intento: togliersi quell'orribile peso che le gravava da un pò sullo stomaco.
    Così fu, giunse il miracolo.
    Il rombo fu assordante, più di quanto immaginasse: con un moto di sorpresa e poi soddisfazione, Alhandra non tirò solo un sospiro sollevato, ma addirittura liberatorio. Ogni preoccupazione scivolò via nonostante la puzza e la consapevolezza di aver probabilmente rotto il giocattolo di Leorio. Ma cosa importava, poi? Lui era ricco: non sarebbe stato un problema per lui comprarsene un altro, no?
    Solo una cosa importava: era riuscita nel suo intento.
    Far partire quella cazzo di automobile.

    « Ehi, Alhandra...! Va tutto bene là dentro? »

    Nel momento in cui Leorio si fosse deciso ad aprire la porta del gabinetto, non avrebbe trovato nessuno. In quel momento Alhandra sarebbe stata nella sua automobile -in parte smontata per aver giocato con i fili sotto al manubrio, alcuni di essi ancora appesi e penzolanti fra le sue gambe- a chissà quanti chilometri da lui. Se quel dottorino da strapazzo si credeva furbo, continuando ad approfittarsi di lei senza ricambiare... beh, lei in quegli anni aveva imparato molte cose. A rubare le carrozze, ad esempio. Anche i cavalli, le biciclette... e le automobili. A Merovish si imparano molte cose, infondo.
    Alla faccia degli eroi e dei santi.
    Per campare funzionavano solo le maniere forti.


    Edited by Drusilia Galanodel - 22/3/2016, 15:21
     
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    « Alhandra...? »

    La voce del Dottore fece eco alla nuova sequenza di rintocchi battuti sul battente della porta del bagno, ma -proprio come prima- dall'altra parte non provenne nessun suono, portandolo a ripetere più volte la medesima operazione, con impazienza nella voce e sempre più urgenza nei movimenti; più i secondi si accumulavano in minuti, più cresceva la sua apprensione, e -con essa- aumentavano di numero i dubbi e gli scrupoli: e se non le era successo niente e lui stava per fare irruzione sorprendendola sulla tazza? Che scusa poteva inventarsi per non venir preso -a giusta ragione, in quel caso- per un maniaco? E se invece era collassata per lo shock e lui stesse perdendo tempo prezioso? Cosa poteva esserle capitato? Era solo svenuta? O magari era ripiombata in coma?

    Quando non fu più in grado di sopportare quell'attesa snervante -o l'affastellarsi nella sua mente di tutte quelle domande senza risposta-, una manciata di tentativi più tardi, Leorio si decise a testare la maniglia del bagno: il meccanismo cedette con uno scatto chiaramente udibile, che -si augurava- avrebbe annunciato il suo ingresso e anticipato la sua comparsa (così da cavarlo di impaccio in caso la ragazzina dalla lingua lunga fosse stata viva, vegeta e concentrata), e con voce chiara e forte, provò a chiamarla un'ultima volta, prima di immettersi nella stanza.


    « Alhandra, sto entrando. »

    Niente. Lentamente, l'Hunter spinse il pannello di legno in avanti, lasciandolo scivolare sui cardini perfettamente oliati e aprendo uno spiraglio sempre più ampio nell'uscio, vi si infilò cautamente con la testa, facendo capolino piano piano, e... Vuoto. Il bagno era vuoto. E perfettamente in ordine. Della ragazza, nessuna traccia – eppure era certa di non averla neppure sentita tirare lo scarico!

    Per quanto fosse scettico che quell'eventualità potesse essere possibile -poiché era strasicuro di non averla sentita muoversi per casa-, l'uomo corse a controllare tutte le stanze dell'attico per sincerarsi che la sua ospite non si fosse ritirata in un'altra camera, ma... la realtà dei fatti non dava adito a molti fraintendimenti: La Punk era scomparsa.

    « Leorio, che succede? »

    Al prolungarsi dell'assenza dell'amico dall'inquadratura del collegamento, e nel sentire i tonfi della sua corsa lungo i corridoi della dimora, il biondo non potè non notare che qualcosa non andava; seguirono tonfi di passi in avvicinamento, e il volto trafelato del Dottore ricomparve in primissimo piano.

    « E' sparita! Alhandra è sparita! »
    urlò al monitor -in faccia all'amico-, sconvolto dal fatto di non essersi accorto di nulla

    ...e fu tuttavia con tanta freddezza e poca sorpresa che il Kuruta accolse la notizia: in qualche modo, il suo intuito aveva già presagito che la Signorina -così volitiva e ribelle- avrebbe tentato una mossa del genere; senza scomporsi, in contrasto all'agitazione che aveva gettato Leorio in confusione, Kurapika mantenne un atteggiamento estremamente pacato e pragmatico.

    « Deve essersene andata. »
    « Così, senza avvisare? E poi: andata dove?! »
    « Credo ci sia solo un posto dove potrebbe desiderare recarsi: dalla sua famiglia.
    Tu ti sei rifiutato di accompagnarla, e allora ci si è diretta da sola. »

    « Non può essere: non conosce il loro nuovo indirizzo. »
    « Lo avevi segnato da qualche parte? »
    « Sì, nel dossier blu sul tav-... »

    In un riflesso naturale, il Medico si volse verso il tavolino posto accanto al divano, per indicare col pollice un fascicolo che... non era più al suo posto, e -a quel punto- la voce gli morì in gola e il suo volto impallidì.

    « Merda. »
    « Ora non perdere la testa. Anche se sa dove andare, resta il fatto che non dispone di propri mezzi di trasporto: quel che devi fare è arrivare lì prima di lei, ed intercettala. »
    « Sì, certo: e poi che faccio? La stordisco e la infilo in un sacco? »
    « Le dici la verità: non sarà bella né facile, ma un trauma è preferibile a farle affrontare l'esperienza senza nemmeno una minima preparazione. »

    Voltando seccamente le spalle allo schermo, l'unico commento di cui Leorio degnò quelle parole fu uno sbuffo sonoro, poi si chiuse in un teso silenzio mentre si preparava a partire all'inseguimento: recuperò il soprabito, lo indossò con un movimento fluido, e cominciò a frugarsi le tasche in cerca del telefono; senza tergiversare, si mise subito in contatto con la portineria del lussuoso edificio.

    « Buongiorno, sono il signor Paladinknight:
    fate portare la mia auto all'ingresso, sono di fretta e... »


    Ancora una volta, il moro non poté finire la frase; dalla sua posizione, il Kuruta non poté sentire cosa stesse dicendo la voce dall'altra parte dell'apparecchio, e né vedere in faccia il Dottore, ma a giudicare da come il suo corpo si era irrigidito, non doveva trattarsi di buone notizie.

    « Leorio... »

    jpg
    « QUELLA CAROGNETTA MI HA FREGATO LA MACCHINA! »

    D'un tratto inferocito, Leorio si voltò verso Kurapika, ruggendo la sua collera in cerca di sostegno; quel che ottenne fu uno sguardo commiserante per il fatto di essere stato capace di farsi derubare in casa sua – e per di più da una ragazzina che avrebbe dovuto tenere costantemente sotto stretta sorveglianza.

    « Intanto esci di lì: io studio il percorso più breve e ti invio tutte le coordinate. »
    tagliò corto Kurapika, esortandolo a reagire e a passare all'azione
    « ...comunque: le tue deficienze cognitive sono davvero inqualificabili. »

    Mentre il Medico usciva di casa a passo di carica, il canale criptato per la comunicazione si chiuse,
    ma non era importante:
    dall'altra parte non era rimasto più nessuno.

     
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