Shadow approaches

Le strade di Istvàn brulicavano di persone. C'è chi era intento a vendere la propria merce, chi a fare acquisti, chi era uscito per prendere una boccata d'aria e chi si trovava lì solo di passaggio. I bambini giocavano a rincorrersi tra la folla, suscitando il disappunto in alcuni -che non volevano essere disturbati nelle loro faccende- e il riso in altri, i quali vedevano in essi la vita e la giovinezza perduta da tempo.
Ogni tanto era possibile vedere anche qualche guardia pattugliare le strade, sempre vigile e concentrata sul proprio lavoro.

E lui era lì, a guardarli tutti come formiche dall'alto della sua postazione. Il mantello nero a coprirgli le vesti e il cappuccio a celargli il volto venivano lentamente smossi dal vento. Non cercava nessuno in particolare. Il suo sguardo si muoveva in mezzo alla folla con fare calcolatore. Rimase sopra uno dei tetti più alti della Capitale per una decina di minuti senza muoversi né proferire parola, fino a quando non decise di essere soddisfatto di ciò che aveva visto per concentrarsi sul suo prossimo obiettivo.
Alzò lo sguardo e guardò avanti, verso Lordaeron. Il palazzo della Dama Azzurra sovrastava la città in tutta la sua bellezza, ma a lui poco contava.
A lui interessava tutt'altro.

«Sembra che i tempi non siano ancora maturi...»
Gli occhi violacei fissavano torvi il palazzo. Non era lì.
Improvvisamente, una nube di fumo nero si espanse da sotto i suoi piedi e cominciò ad avvolgerlo interamente.
«... pazienza. Aspetterò.»
Così com'era arrivato, il figuro se ne andò, lasciandosi dietro una nube nera che presagiva tutt'altro che buone intenzioni.