Walking Into Hell

All the World's Evil ~ Preludio

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    { Arena Nera, Sotterranei }
    pov - Bid'daum

    La camera oscura era illuminata da poche lanterne, contenenti dei Cristalli di Luce. La luce azzurrina feriva tutto il lerciume organico che infestava le pareti e il soffitto. La stanza sembrava un immenso scrigno foderato di carne informe, palpitante e umida di secrezioni. Era come trovarsi all’interno del budello di un Wyrm Ancestrale. Uno spettacolo ripugnante, voluto dall’unico Sciamano Nero del Sud in grado di allestirlo. Non si trattava però di una concessione gratuita al suo discutibile gusto per l’orrido. Ogni metro di tessuto marcescente era funzionale a ciò che doveva eseguire.

    « Sono pronto, procedi. »

    Forse stava mentendo, a giudicare dal suo tono.

    « Va bene. »

    Il Cerimoniere ammantato di nero, l’unico autorizzato ad accompagnarlo nelle profondità dell’Arena, si limitò ad eseguire. Bid’daum inspirò profondamente mentre l’arabesco dipinto sul suo braccio s’illuminava di cremisi. La tensione nel suo corpo non si poteva comparare a nessun altro sforzo a lui noto. L’aria stessa pareva restia ad accogliere quel potenziale oscuro.

    Un battito, e uno spasmo di dolore si diffuse da lui all’intelaiatura organica della sala.
    Due battiti, e le pareti iniziarono a strillare nel più totale silenzio.
    Tre battiti, e l’abisso cercò d’inghiottirlo.

    « Argh! »

    Recise il collegamento e crollò a terra. Intorno a lui le interiora si erano carbonizzate ed emanavano un fetore da forno crematorio. Senza quel supporto, sarebbe stato lui stesso ad essere incenerito. Il Cerimoniere era rimasto in piedi, impassibile alle esalazioni, ad osservare il Comandante fallire per l'ennesima volta.

    « Riprenderemo domani, per adesso è megl- »

    « Non ce la faccio. »

    La voce che lo interruppe era un sussurro rassegnato.
    Se non avesse avuto il volto perennemente adombrato, qualcuno avrebbe giurato di vedergli inarcare un sopracciglio.

    « Come? »

    « Ho detto che non ce la faccio, cazzo! »

    Dopo aver battuto un pugno per la rabbia, scattò in piedi e iniziò a sbraitare.

    « Non si può controllare! È impossibile! Non esiste uno sciamano che possa farsi carico di una cosa del genere! E se anche ci fosse… »

    « …quello non sarebbe lei, dico bene? »

    Bid’daum si pietrificò. Sì, era quello che stava per dire. Per quanto fosse temuto come un demonio di enorme potere, in profondità sapeva di non valere abbastanza. Nella sua vita aveva ottenuto grandi risultati, ma non aveva i poteri di una divinità. Esistevano degli ambiti che semplicemente non potevano essere sfiorati dai mortali.

    « Al momento è l’individuo con maggiore compatibilità. C’era un altro candidato, la cui ascesa al trono era stata preparata proprio per questo momento, ma il fato ha deciso diversamente. Capisce cosa significa questo? »

    Il Kuthiano si guardò il braccio, scarnificato dalle bruciature laddove il complesso disegno rituale si era attivato. Da tempo non sentiva più la fatica, ma era sfinito fin nel profondo. Si era imposto un anatema per convertire il dolore in puro odio, ma percepiva lo stesso l'agonia della sua anima mentre si lacerava un lembo alla volta.

    « È l’unico che può tentare. Il tempo è agli sgoccioli, non si può più cercare qualcun altro. Si guardi attorno, Comandante: c’è un intero Presidio che dipende da una sua scelta. »

    Le parole lo stavano scorticando. Era indifeso, fuori posto, in un corpo che ormai non sentiva più suo. Non era cambiato niente da quando era un esserino deforme, abbandonato sul ciglio della strada. Era di nuovo inerme di fronte al volere del mondo.

    « Ma lasci che le chieda una cosa: è sicuro di essere lo stesso guerriero che si è gettato contro i Titani di Krarth per proteggere Merovish? Cos’è cambiato da quel giorno in cui scelse di non tirarsi indietro? »

    Dopo averlo punto sull’orgoglio, il Cerimoniere gli voltò le spalle e scomparve, lasciandolo da solo nel midollo del colosseo d’ossidiana. Imprecò a lungo. Aveva bisogno di uccidere qualcuno: la prima persona che gli sarebbe capitata a tiro, fosse un vecchio, un bambino, una puttana, non aveva importanza. Doveva sfogarsi o sarebbe esploso.

    Avrebbe ucciso, ancora.
    Poi sarebbe tornato in quell'inferno.
    Era ancora presto per arrendersi.

     
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