-
.
...
Vi sono molte maniere per morire. Un fulminatore in mezzo agli occhi, un laccio alla gola, una spada in durasteel tra le costole, un'esplosione. Così come sono molteplici i luoghi in cui uno può morire, quanti sono i pianeti dell'intero sistema galattico dall'anello esterno al nucleo. Oppure il semplice spazio tra essi.
Di tutti, scelsero per lei, in modo se ne andasse, un'esplosione e l'orbita di un pianeta dell'anello intermedio, nel bel mezzo del sistema di Iridonia, terra natale degli Zabrak, una razza ed una terra che lei conosceva bene. Come molte altre cose della galassia.
Ciò che lei cercasse o perché fosse lì era solo di sua conoscenza, inoltre. Contrariamente a quanto accadde: ritrovarsi sotto il fuoco di caccia Sith, uno sciame intero sorto dal nulla, per quanto lei potesse saperne. L'attaccò, lo stormo, senza alcuna ragione, forse tentando di predarla, ma i danni alla sua nave furono così ingenti da mandare in avaria dapprima l'iperguida, poi entrambi i motori.
Quel che ricorda è di aver chiuso gli occhi, un'ultima volta...
... per poi riaprili. Tutte le afflizioni che l'adrenalina e gli scossoni han potuto portare al suo corpo erano rimpiazzanti da un lieve e tiepido tepore rigenerante, mentre avvertì il suo corpo fluttuasse in quella calma apparente.
Forse tale è la sensazione nel riunirsi alla Forza.
Eppure lei stessa sa molto bene che perire per lei è un'ardua faccenda.
Riaprendo gli occhi, può vedere la realtà, oltre l'azzurrino della vasca di bacta in cui è stata immersa. Vede un droide medico, classe FX intento a monitorare le sue condizioni da un terminale. Più in là, alle spalle dell'automa, una porta aprirsi, e delle figure rivestite d'arancio e paglierino. In quel momento la coscienza, già alterata, venne meno e si richiusero, una seconda volta, gli occhi.
Ancora una volta poté riaprirli.
La prima cosa che vide fu il soffitto, niveo, lucido e metallico poi udì vociare flebile ed annoiato tutt'attorno, se non toni metallici e rauchi compiere annunci riguardo stato di salute di pazienti dai nomi a lei sconosciuti. Con il tatto avrebbe potuto sentire il lettino, soffice e caldo, su cui era stata adagiata da mani esperte e delicate, in grado di non svegliarla nel trasporto dalla vasca di bacta all'infermeria e nell'infilarle una vestaglia azzurrina, che la lasciava scoperta alle gambe e scalza. Vagando con gli occhi, avrebbe potuto notare un giovane uomo dai capelli neri e dalla barba rada ai piedi del suo letto. Vestito in abiti civili, teneva in mano un datapad, che guardava con occhi preoccupati. Quando vide che dava segni di vita, sembrò cascare dalle nuvole.
...: "Sei... sei sveglia."
Seguì il silenzio, imbarazzato almeno dalla parte del giovane, che si accostò al bordo della branda dell'ospite, sedendosi e continuando a parlare, lentamente, per non turbare il suo risveglio. Non si chiese se fosse saggio o meno parlare in basic.
...: "Io... io sono Carth Onasi, ufficiale repubblicano. Ti abbiamo recuperato nell'orbita dopo l'esplosione della tua nave... vuoi... vuoi raccontarmi cosa è accaduto?"
. -
..
-
.
...
Carth Onasi, valoroso ufficiale repubblicano, ascolta paziente le parole di colei che i dati nel pad tra le mani riconoscono come Zorak. Purtroppo non cvi è un nome, né un'affiliazione. Sembra una raminga, un'esiliata, forse? Non corrisponde a nulla i vasti archivi repubblicani. Inoltre, il suo racconto, l'essere attaccata dai caccia Sith, poi dispersi dall'incrociatore repubblicano, lasciano intendere da che parte della barricata ella si trovi. O perlomeno a quale delle due parti ella sia più vicina.
Se dapprima stava per aprire bocca per chiarire la situazione, ecco che la giovane dai capelli violetti esplode come un detonatore termico, dalla subitanea preoccupazione d'aver perduto ogni cosa. Carth la può comprendere ed annuisce frettolosamente, per poi fiondarsi in un baule bianco poco lontano, che con un borbottio digitale si spalanca automaticamente con un lieve sbuffo. Nel mentre, un droide si avvicina a Violet e porge un flaconcino verdognolo con degli odori emanati, agrodolci.
Droide medico: "Reintegri, per favore."
Come se ce ne fosse bisogno, ma i droidi, si sa, hanno algoritmi sin troppo precisi e soffocanti anche nel rapporto coi loro padroni. Nel mentre Carth tira fuori ogni cosa possa essere riconoscibile da Violet. I suoi vestiti, ripiegati con cura robotica, i suoi holocron, che Carth osserva con lieve sospetto - come "Da dove diavolo li avrà presi?" -. A mano a mano, posa tutto sul letto di Violet, vestiti, holocron, armi, artefatti, memorie, qualsiasi cosa... eccetto le spade laser. Quelle non ci sono e potrebbe cercare ovunque anche nel baule, non le troverebbe. Carth riprende a parlare, stavolta in tono più distaccato, quasi marziale si direbbe.
Carth: "Questo è... è tutto. Non c'era altro. Sei scappata con un pod, ma quelle non c'erano. Puoi andare ad esaminarlo se vuoi. Piuttosto... devo farti alcune domande. Che ci faceva qui ad Iridonia, non sai che è caduta sotto il controllo dei Sith? Inoltre dici di avere spade laser con te, ma nessuno sembra averti riconosciuta come membro dell'Ordine. Devo chiederti il tuo nome per poterti identificare, così che il membro dell'Ordine a bordo ed i registro possano sapere chi sei, essendo tu inoltre in possesso di importanti artefatti."Iridonia
Dune
Cammina, cammina, cammina.
Qualcosa scintilla ed appare.
Osserva, osserva, osserva.
Le spade, le spade di luce...
...: "E voi chi siete? Oooh... così sole e sperdute. Non preoccupatevi... è un miracolo l'atmosfera non v'abbia distrutte. Come? Cosa dite? Non siete di qui? Vi manca la vostra padrona? Sciocchezze! Pinzillacchere! Quisquilie! Ora sono io che comando... e vi fonderò in una bellissima reliquia per compiacere il nero maestro. Siete felici? Sì? Qui siamo tutti felici. Ma dite che devo chiedere il permesso alla vostra padrona? Che noia! Okay, okay... aspettiamola."
Raccogli, raccogli, raccogli.
Un dono al nero maestro.
Attendi, attendi, attendi.
Qualcuno verrà a reclamarle.
. -
..
-
.
...
Carth segna il nome diligentemente nel suo datapad. Si volge giusto un attimo per guardare Tricia prima di tornare sull'evanescente schermo. Sospira sconsolato, partecipe del dolore della ragazza, che appare così indifesa ora ai suoi occhi, eppure il suo bel viaggio interstellare, in un territorio Sith, l'ha fatto. Chissà cosa sarebbe accaduto non avessero recuperato il suo pod ai bordi dello settore Iridoniano, potrebbe essere morta a quest'ora, o peggio.
Il soldato finisce di inserire il nome di lei negli archivi, mandandolo a chi di dovere, poi, colpevole di non avere alcuna risposta certa da darle, si avvicina con la sedia, curvando la schiena, in una posa che metta quanto più possibile a suo agio Tricia. Ne ha bisogno. Carth sa cosa significa perdere una persona cara e quanto sia importante tenere ogni suo memento con sé, specie quelli che qualcosa significavano anche in vita... contenitori di emozioni. La sua collana ne è la conferma.
Carth: "Mi dispiace, non lo so. Come ti ho detto puoi controllare il pod e spero veramente tu abbia qualche scompartimento così ben nascosto lì dentro ma... noi non abbiamo trovato null'altro lì. Se..."
...: "Booh-ooh..."
Sferzante e graffiata, una voce femminile fa il verso allo stato d'animo attuale della Zorak. Più avanti, appoggiata all'uscio della porta magnetica, si è appoggiata a braccia conserte una figura alta e snella, avvolta in vesti accese: la tunica dei Jedi, ma rossa come il fuoco. La razza è simile a quella di Tricia, ma dalla fattezze a tratti ferali, che ricordano quelle di un felino. Il volto è corrucciato, spazientito e le sottili iridi nere su sfondo giallo puntano ostili la ricoverata.
Carth: "Vi dispiace?"
Carth scatta alzandosi per difendere Tricia, irritato dalla mancanza di rispetto, a suo vedere completamente gratuita, da parte della nuova arrivata. Un comportamento troppo strano per una iniziata alle vie della Forza.
La felina passa dall'ostilità alla sufficienza nel rivolgersi a Carth, mentre avanza sino ai bordi del letto ed i suoi lunghi rasta corvini, come una coda, svolazzano leggeri qua e là, incapaci di star dietro all'agilità delle membra.
...: "Sì, quanto di vederla... sebbene devo dire il mio animo sia ben diviso."
La sicurezza di Carth vacilla all'implica rivelazione, tanto che guarda dapprima la sua "protetta" e poi l'irriverente Padawan, che con intensità ed aperta sfida fissa la ragazza seduta sulla branda, portando le mani ai fianchi.
Carth: "Vi... vi conoscete?"
Con gravità, la felina annuisce, ma non stacca gli occhi da Tricia, implacabile. Juhani, una vecchia, vecchia conoscenza della povera Tricia. Pensare che nessuno l'aveva riconosciuta a detta di Carth... ma la simile dell'ex-Jedi voleva esser sicura di trovarsi dinnanzi a lei una seconda volta.
Juhani: assottigliando gli occhi.) "Ciao Tricia... ne hai fatto passare di tempo.". -
..
-
.
...
Carth: "A me non sembra."
Le ultime parole di Tricia mettono in dubbio Carth che si volge a lei alzando sospettosamente un sopracciglio. Pare evidente non sia troppo convinto della rassicurazione di Violet, ma si limita a star buono, da parte, mentre le due dovrebbero, spera almeno lui, risolvere con i loro dissapori.
Dovrebbero.
Juhani affronta la discussione con un'attitudine agli antipodi rispetto alla serafica calma di cui si può vantare la vecchia conoscenza e fiamma. La quietezza e l'amore con cui si rivolge a lei, quelle parole comprensive sembrano farla imbestialire. La Zorak soffia rumorsamente come la sua nuova natura comanda, esprimendo il suo disappunto come una belva, mentre la freddezza dei precedenti istanti è sparita dal suo volto.
Juhani: "Tu, cagna arrogante. Non mi vedi da anni e la prima cosa che fai, è insultare me e la mia tunica."
Entrambe le mani ora cingono i suoi fianchi ed il busto si sporge verso la povera Tricia, con tanta velocità da poter allarmare, nonostante si fermi lì e la sua rabbia sia comunicata solo dal muovere frenetico delle dita attorno le curve. Non ha dimenticato, non ha dimenticato un singolo momento... né ha tralasciato le insinuazioni della sua simile. Il pericolo rientra quando Juhani risolleva il busto e ed un sorriso di schermo si dipinge sul volto ferale. Incerto è se sia un'illusione o la verità quel distendersi dell'espressione.
Juhani: "La cara Tricia... la dolce Tricia. Bello il tuo ruolo sì, molto bello, l'hai sempre recitato alla perfezione. Stupida egoista... i tuoi sforzi, le tue emozioni. Tu sei sempre quella che asseconda, quella in controllo, vero? Che può sempre giudicare, vero? Povera, povera martire! Chissà quali ipocrisie ti attraversano la mente..." mette le braccia conserte distogliendo di scatto lo sguardo.) "Quella superiore mente che hai e di cui ti vanti sempre."
Un secondo soffio all'aria, per scaricare la tensione dello sfogo, prima di incatenare nuovamente gli occhi ametista di Violet tra le sue iridi feline.
Juhani: "... come venire ad Iridonia. Che diavolo ci facevi lì?". -
.
Edited by Zaho's Violet - 9/11/2015, 11:54. -
.
...
Carth: "Siamo ne..."
Al ché, probabilmente doppiamente infuriata per la mancanza di attenzioni da parte di Violet, onestamente più interessata all'essere appena sfuggita ad una morte orrenda ed indecorosa che alle sue sfuriate di un'emotività imbarazzante, Juhani comincia sbracciare distogliendo lo sguardo.
Juhani: "'Venire', 'venire'! La scienziata non conosce un feke di basic!"
Dei pazienti si voltano, così come alcuni droidi. Uno di essi, programmato in tali maniere, va per somministrarle una dose di sali... e si becca un'artigliata che lo fa demordere. Carth sembra l'unico a tentare di ignorare la Cathar, calcando le sue parole, tentando di riprendere il discorso.
Carth: "Siamo nell'orbita di una delle lune di Iridonia, neanche troppo distanti. Qualche parsec. Per questo ti chiedo se sei convinta di aver lasciato tutto lì... siamo in missione di ricognizione per la base Sith su Iridonia. È celata, l'abbiamo scovata da poco, ma sembra brulicante di vita."
Puntuale, il soldato dona a Violet la miglior risposta che può, ma immediatamente successiva è la stoccata della Zorak verso Juhani, che rimane un istante, un solo istante a soffiare sconcertata, corrugando la fronte in una maschera di rabbia. Punta, ora la sua vecchia fiamma, con intenzioni ancor più ostili. Fisiche.
Juhani: "Ascolta un po' maledetta chutaa... Io."
Pure qualcosa la ferma, lasciandola disorientata per qualche secondo. Prima di individuare ciò che l'ha bloccata. La mano dell'ufficiale repubblicano cinge la sua spalla e la blocca, sostenendo fieramente il suo sguardo.
Carth: sibilando.) "Lasciala. In. Pace."
Juhani: fremendo.) "Lasciami. Andare."
Carth: "L'ordine dei Jedi non farà i porci comodi sulla mia nave, con una persona sotto la mia responsabilità e protezione che ha appena rischiato la vita. Sta buona o ti faccio arrestare."
Juhani: fremendo.) "Non sfidarmi."
Carth: "Altrimenti?"
Sono due fuochi pronti a divampare.
Uno dinnanzi all'altra.
Carth indurisce i pugni.
Juhani sfodera gli artigli.
Violet deve intervenire prima che...
L'infermeria intera viene colta da un feroce sobbalzo. Juhani e Carth si staccano, recuperando l'equilibrio distanti, mentre la scossa rischia di disarcionare Violet dal suo letto. L'ampia stanza si colora di rosso ad intermittenza. Persino Juhani sembra colorare il suo volto di determinazione, anziché l'insensato odio di poco prima.
Carth fa cenno alle due donne di raggiungerlo, mentre corre verso il ponte, poco lontano dall'infermeria. Violet ha solo da vestirsi se vuole raggiungerlo o rimanere lì.Ponte
Nel ponte c'è furore, scoppia di vita, si potrebbe dire, non fosse ognuno preoccupato, furioso, arrabbiato... e spaventato. Le divise paglierino corrono frenetiche avanti ed indietro, da un terminale all'altro, mentre gli addetti alle comunicazioni lavorano freneticamente agli schermi,dove due segnali radar si intersecano violentemente emanando le loro onde. Uno accanto all'altro. Con la coda dell'occhio si potrebbe vedere una sagoma grigia ed imponente sorgere e stagliarsi dai vetri che darebbero altrimenti sullo spazio.
Un incrociatore Sith.
Carth: "Da dove diavolo è uscito quell'incrociatore?!"
Urla fuori di sé l'ufficiale, fissando incredulo gli schermi dove è proiettata l'orrenda verità. Quell'incrociatore è sbucato dal nulla, in un settore dove la flotta Sith non avrebbe potuto arrivare così, con tale violenza. Onasi impreca tra i denti, per poi rivolgersi ai suoi uomini.
Carth: "Ognuno si armi, dobbiamo combattere l'arrembaggio!"
Da una rastrelliera poco lontana, i soldati recuperano fulminatori leggeri e pesanti con cui armarsi ed uscire dal Ponte, riposano su di un armadietto adiacente vibrolame di varia natura a singola e doppia lama. Ci sono tre corridoi, uno dritto, uno a destra, uno a sinistra. Per quello a destra già echeggiano i primi spari, in quello a destra il rumore dei passi cadenzati è inquietante. Quello dritto è deserto.Infermeria
Sono rimasti solo i droidi e qualche paziente nell'infermeria... rimasta chiusa ermeticamente. I pazienti, i feriti, rimangono preoccupati a chiedersi tra loro cosa diamine stia accadendo... quando improvvisamente la linea d'apertura della porta diviene incandescente, emanando un orrendo odore di bruciato. Con una violenta apertura e migliaia di scintille, il fumo invade l'uscio una volta che la porta è aperta... e vengono esplosi i primi colpi, colpendo un soldato bendato all'occhio, che si accascia sul suo lettino, senza vita.
Edited by Mordreth - 20/12/2015, 14:25. -
..
-
.
...
Infermeria
Una volta scelta la strada da seguire, Violet si ritrova nel flusso di soldati intenti a recarsi verso l'infermeria per arginare l'arrembaggio Sith oramai dilagante. Più s'avvicina al luogo in cui s'è risvegliata, più violento e penetrante si fa il rumore dei fulminatori, dei lamenti e delle urla di dolore, più il chiasso della guerra irrompe brutalmente nel suo udito. Veloce ed efficiente, il plotone giunge al tornante oltre cui vengono esplosi i colpi dei codardi che avranno già mietuto vittime inermi ed incapaci di combattere. La parete nivea è già bruciata e la sua perfezione corrotta. Voltando l'angolo il corridoio intero è disseminato di cadaveri d'ambo gli schieramenti e le armature argentee dei Sith fanno la loro comparsa, riparate nelle paratie, così come gli uomini dalla divisa arancione della repubblica. Ma è chiaro a favore di chi verta la battaglia, così come è altrettanto chiaro chi sia l'ago della bilancia in quell'istante.
Alta e temibile, un'armatura nera avvolta in un mantello corvino precede le truppe Sith regolari, intente ad aprire il fuoco sui rinforzi repubblicani giunti dal ponte e perpetrare la carneficina all'interno dell'infermeria. L'imponente figura incappucciata muove qualche passo verso Violet, passando sopra il mucchio di corpi di soldati della Repubblica cresciuto ai suoi piedi. La voce, distorta dal casco, pare distante ed allucinata, eppure è contraddistinta da un'invidiabile calma, nonostante il sangue scorra tutt'attorno a lui.
Sith ShadowTrooper: "Oscurità abbraccia la galassia..."
Nonostante l'incoscienza della parola, il corpo si rivela ben più che pronto ad agire. I sensi di Violet, indagassero la verità sull'uomo, dinnanzi a lei, ne troverebbero il cervello, atrofizzato, prossimo al coma si direbbe, come non stia realmente vivendo. Egli è il frutto di un lungo e sinistro condizionamento mentale Sith. Alza un braccio e spara due colpi all'indirizzo delle gambe della Zorak da un bracciale collegato con un tubo sotto il mantello.
Sith ShadowTrooper: "... tenebra, amorevole, la nutre."
Mentre procede il salmodiare assente, l'altro arto si svela e sorge una vibrolama dai bordi neri, lunga almeno un metro e mezzo. Viene alzata, come dovesse colpire anch'essa Violet, annullando la distanza tra i due, e così accade. Il nerboruto braccio scaglia l'arma bianca verso la nemica con sapiente precisione verso la gola di lei, per reciderle il capo. Una volta compiuto il suo dovere, l'arma sarebbe ritornata in mano all'assaltatore, rivelando la conoscenza della Forza in lui. I campioni dei due schieramenti, tra il furioso scambio di colpi delle rispettive truppe, scambiano i primi colpi in un inferno sospeso nello spazio.
. -
.
Edited by Zaho's Violet - 21/3/2016, 00:12. -
.
...
Infermeria
La vibrolama torna nella mano aperta del colosso di durasteel. Appena in tempo per recidere con un brutale fendente il tentativo di Violet di imprigionarlo nei cavi elettrici, che cadono ai suoi piedi come serpenti mozzati, immobili ed emanando giusto qualche scintilla e spasmo inutili... l'offensiva non è andata a buon fine e Violet può ora sentire un vago calore a spalla sinistra e fianco destro al passare dei colpi. Ora lo shadowtrooper avanza pesante e lento e solleva la mano libera dalla vibrospada.
Sith ShadowTrooper: "Non opporti al volere di madre Tenebra. Abbracciala."
Altri soldati repubblicani si interpongono tra Violet ed il soldato d'elite. Uno viene lanciato contro il muro, il secondo si ritrova la gola tagliata dalla vibrospada e si accascia gorgogliante ed agonizzante. Immediatamente dopo uno fulmine di forza si espande dalle dita del nemico volto a colpire Violet direttamente. Il tempo di difendersi ed il Trooper avrebbe torreggiato su di lei e vibrato l'arma in un violento fendente a calare sul cranio della Zorak, tanto forte da dividerla in due.
Edited by Mordred. - 19/3/2016, 19:48. -
..
-
.
...
Infermeria
La lama della Zorak attraversa un morbido strato sino a sfiorare il solido, mentre le narici di lei possono avvertire l'odore di viscere si aprono e l'udito accogliere l'urlo distorto di sofferenza del Sith che tuona per il corridoio dell'astronave. Un lago di sangue, stavolta, finalmente, appartenente alla belva nera. Dietro Tricia, i soldati repubblicani esultano e battono le armi, concentrando il fuoco sul mortale nemico che occhi rivolti in alto, al cielo, si direbbe, urla.
Sith ShadowTrooper: "Il tuo volere si compie!!"
I sith trooper regolari tentano di difendersi, ma l'addestramento maggiore, l'abilità nella Forza della Zorak sono troppo per loro e vengono rapidamente soverchiati e devono indietreggiare. Due di essi vengono falciati e rimangono sul terreno... Violet potrebbe perpetrare l'assalto, ma viene afferrata dai capelli da una persa violenta e tirata indietro, la gola in bella vista. L'ultimo attacco del Sith trooper, la cui armatura è per metà esplosa per i colpi dei ribelli e le mani tremano perché quasi al limite del dissanguamento. Tuttavia, mosso dalla disperazione, alza la spada sopra il capo per uccidere la Zorak, rantolando qualcosa di oscura e delirante sul lato oscuro e la giustizia.
.