[LAM] City of Djinns

"Col credere che si debba far ricerca delle cose che non si sanno,
diventiamo migliori, più forti e meno inetti,
che non se credessimo che sia impossibile trovare ciò che non sappiamo".

Platone.

Città dal nome strano [cit.]
Un altro mondo, un altro tempo.

Giunta a destinazione, l'allegra combriccola di turisti improvvisati non perse il proprio tempo nel visitare le bellezze artistiche della regione, piuttosto si premurò di trovare una mappa e un pò di scorte. Una volta partiti nell'esplorazione, guardandosi attorno con occhietti curiosi, Drusilia ebbe modo di pensare quanto quel posto somigliasse ad alcune regioni del suo mondo natio, intraviste solo nei suoi libri di geografia. Indossavano abiti colorati, nonostante fosse solita associare la povertà a tinte naturali e dai colori spenti. Escludendo le guardie straniere, le persone che incrociava per strada avevano tutti la pelle più scura ed i tratti esotici... davvero simili a quelli del compagno alla sua destra, Firion. Se non fosse stato per i capelli grigi, in effetti, sarebbe potuto benissimo apparire come un abitante del posto.
Dall'odore sgradevole, però... sembrava più Merovish.

«Idee su come organizzare l'investigazione?» domandò la loro "guida", cartina alla mano «Dovremmo pensare a... Dove è andato questo dottore, con chi può aver parlato. Come si è organizzato per studiare quello che voleva.»

A quanto le era parso di capire, i luoghi interessanti erano l'Ambasciata -una specie di Filiale dell'Inghilterra- e luoghi di vita quotidiana fra cui bettole, locande, mercati e molto altro. Ovviamente, la prima cosa che le venne in mente, fu di cercare informazioni alle locande: crocevia di stranieri, erano sempre il luogo migliore per chiedere informazioni. Inoltre dubitava che l'Ambasciata potesse fornire loro dettagli sul ricercato, probabilmente a causa dei suoi esperimenti segreti. Il problema, però, era la lingua: il loro compagno di viaggio non sembrava particolarmente a suo agio e il rischio di malintesi era esageratamente alto.

-Forse sarebbe il caso di organizzarci per bene- avrebbe proposto, prima di voltarsi a sinistra -Junichi... ti prego, abbassa quell'ombrello. Ci fissano.
-Tanto più v'è decadenza, la bellezza risalta agli occhi- avrebbe risposto il suo Famiglio con tono rispettoso e servile di chi vuol mettere qualcuno a proprio agio, reggendo un para-sole di carta sulla testa dell'Alfiere -Dunque non temete, mia Signora, siete voi che attirate gli sguardi.



-E poi il sole è nemico della bellezza: invecchia orribilmente la pelle, porta malattie mortali ed è un marchio di chi è costretto a lavorare nei campi nelle ore più ardenti. Nulla che faccia bene ad una Regina: qualche bifolco potrebbe scambiarvi per plebea e pretendere da voi chissà quali amenità! Le perversioni violente e brutali degli degli umani, a volte, sorprendono anche i demoni, sa?

Lo disse tutto sorridente, mentre Drusilia rabbrividiva.

-Ora si che mi sento tranquilla...

Non che fosse predisposta alle malattie o all'invecchiamento precoce -almeno in linea teorica- e non temeva nemmeno i malintenzionati, sia perchè circondata da soldati, sia per la sua naturale propensione a spaccare direttamente la faccia di chi si azzardava a dire qualche parola di troppo. Figurarsi altro.
Però... ansia.

-Dicevo... potremmo organizzarci- riprese questa volta, chiarendosi la voce -Potremmo cercare nelle locande... ma ci serve una guida che conosca bene la lingua, le usanze ed il posto. Non vorrei trovarmi in qualche guaio per un malinteso.

Giunto il momento delle indagini e trovata una guida a poco prezzo, il gruppo di eroi si era diviso, così da rendere la ricerca più rapida. Drusilia in quel momento era con Junichi, Firion ed il piccolo Asim in una locanda simile al Cappio di Bronzo per clientela, tendenze al gioco e all'alcol... ma decisamente più puzzolente. Avevano scelto quel luogo di ritrovo per logica ed esperienza: ad esempio lei non era ancora finita in un mondo dove non fosse utile andare in locanda. Nemmeno la sua terra natia era esule dalla regola universale -aveva sentito da Owl che gli Hunters, infatti, per ottenere informazioni segrete, avevano un "bar" con un gestore sempre molto informato. Supponeva per ovvie ragioni che fosse meno lercio della media e anche più tecnologico, ma la sostanza non cambiava affatto.
In tutti i mondi era sempre un'ottima idea andare in locanda.

Coprendosi la bocca e trattenendo il respiro ogni volta le giungeva qualche orribile effluvio -peggiore di quelli a cui era stata costretta ad abituarsi- la bella e gli amici persero del tempo fra i racconti sconnessi di qualche beone e clienti ancora in salute, intenzionati come non mai ad ottenere informazioni riguardo il Dottor Langstorm. "Mai sentito" furono i primi -deludenti- commenti.
Però poi, perseverando, qualcosa di utile uscì realmente fuori.

Un inglese fissato con gli indiani, "forse" dottore ma interessato ai miti e le leggende. Magari suddetto inglese ed il Dottor Langstorm non condividevano il nome... ma avevano davvero molto in comune, compresa tutta la serie di termini stranieri perfettamente corrispondenti a quelli letti nello studio a Londra. Lanka, Rakshasa; non avevano la certezza che individuassero il loro uomo ma, se non disponevano di tutti gli indizi per determinarlo, ne avevano comunque abbastanza per non ignorare la questione. E mancavano ancora due ore al loro incontro con gli altri.

-Mi interessa quest'uomo.

Questa fu la sua affermazione finale, rivolgendosi ai ragazzi, prima di farsi più furbetta e divertita.

-Andiamo a dare un'occhiata dove abita?- cogliendo le parole della guida, aggiunse anche -Questa volta però guardiamo e basta, ok?

Decisa la nuova meta, Drusilia e Firion si diressero nella dimora momentanea del loro ricercato.
Nel mentre la Dama del Vento era combattuta fra il sentirsi rasserenata del fatto che non fosse poi così difficile rintracciarlo e l'essere delusa (in parte inquietata) di come facilmente riuscivano a vendersi le persone per un pò di danaro. Sapeva che il mondo non fosse calpestato da santi, ma... non esisteva nemmeno il concetto di "credibilità"? A quel punto, le risposte erano solo due: la prima riguardava lo stato di povertà in cui versava quel luogo. La seconda -più sottile- è che la media fosse bassa ed il cittadino "losco" fosse ben peggio di un semplice venduto. Inquietante.

«AAAAAAAAAAAAAH!»

Entrati nella camera del Dottore, i due Aviatori e l'anziana proprietaria si trovarono davanti ad una scena probabile ma di fatto inaspettata: evidentemente non erano i soli a cercare l'uomo e, chiunque fossero gli altri, dovevano disporre di tecniche assassine molto avanzate. La signora fu colpita da qualcosa -forse un veleno o una tossina, come aveva visto fare ad Arthur- e prese a gonfiarsi ed urlare. Avrebbe voluto aiutarla ma... improvvisamente non vide più niente.

« Ora basta. »

Avvertì un rumore metallico di fronte a lei, oltre che uno spostamento d'aria, segno Firion l'aveva appena difesa da qualcosa. Ciò nonostante avrebbe potuto agire: con tutte le abilità di cui vantava, accecarla non era fra le strategie vincenti per sopraffarla. Le parole di Firion, però, le fecero intuire che fosse già in trappola; a quel punto sarebbe stato più saggio risparmiare le proprie forze, anche perchè i suoi poteri tendevano ad essere distruttivi. Soprattutto in luoghi chiusi e fragili, come quello in cui si trovavano.

« Non ti muovere. »

-Attenta a quello che fai- avrebbe aggiunto, chiudendo le palpebre -Potresti pentirtene.

L'intrusa parve ascoltare, ma soltanto Firion: si limitò ad alzare le mani, cosa che comunque Drusilia non sarebbe riuscita propriamente a vedere. Lo stato di cecità aveva appena iniziato a svanire, ma non era quello un problema in grado di darle davvero noia in un duello o in un ipotetico inseguimento. Lo stomaco in subbuglio si.

-Cos..-

Un pò disorientata dall'improvviso malessere -estraneo alla sua natura in parte angelica- e forte della brutta esperienza vissuta dalla signora di prima, la Galanodel non perse tempo nell'intuire che si trattasse di qualche azione mascherata. A peggiorar la situazione o forse a confermarla, strani rumori di fianco provenienti da Firion e Junichi. In realtà Junichi aveva iniziato anche a piangere, acquattato e terrorizzato all'idea di farsela letteralmente sotto di fronte alla sua adorata Signora.

-Pessima idea, ragazza.

Avrebbe detto l'Alfiere, stringendo i denti con rabbia e combattendo contro quell'orribile sensazione al ventre. Consapevole della sua pozione e del tutto intenzionata a fermarla, avrebbe dunque allungato la mano di fronte a lei, per poi compiere un gesto estremamente rapido con il braccio. In quel momento si sarebbe generato un vuoto d'aria lì vicino, in grado di risucchiare l'estranea nel tentativo di gettarsi. Se fosse riuscita nell'intento, Drusilia le si sarebbe piazzata di fronte, a bloccare l'uscita.

Un mostro.
Non che la Dama del Vento non fosse abituata a creature umanoidi o del tutto prive di tratti simili ai suoi, tuttavia l'incontro le sembrò quasi irreale considerando il contesto ed il mondo in cui si trovavano. Non erano su Endlos: la probabilità di intercettare razze aliene sfiorava lo zero e perfino le mutazioni genetiche ruotavano su percentuali molto basse. Non che cambiasse la situazione, comunque: del tutto a suo agio col nuovo aspetto del nemico, Drusilia si preparò ad un nuovo attacco quando...

Percepì delle grida.
Urla della vecchia lì in disparte, ma soprattutto dall'esterno - da una voce a lei familiare.
Augustus.

Allarmata dal compagno, si sarebbe affrettata alla finestra, notando di sfuggita un incappucciato vestito di bianco nell'atto di correre verso qualcosa che le sembrava un portale dimensionale. A rendere la situazione maggiormente critica fu lo scoprire che tale individuo teneva in spalla un ragazzo dai capelli bianchi che le ricordò Daniel. Sembrava un sacco di patate e, se avesse avuto più tempo, l'Alfiere Errante non si sarebbe risparmiata un vistoso e disperato facepalm. In ogni caso, la scelta logica era soltanto una: per quanto avesse preferito stroncare la donna per un lasso di tempo che andava da qualche anno a "per sempre", la priorità era salvare l'ostaggio.
Dunque si lanciò dalla finestra, ignorando la loro nemica e dirigendosi in volo verso l'incappucciato.