Indulge in Daydreaming

[LAM] This is the Way your World Ends

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    Sembrava che tutto fosse destinato a finire lì dove era iniziato: nello studio privato dell'Alfiere, dove Miyu si era presentata a Drusilia appena poche ore prima, e dove adesso indugiavano vari autori di fatti e misfatti: Cesare Borgia, Matamune di Nekomata, Miyu stessa, e ovviamente Drusilia Galanodel, sebbene all'elenco era più corretto sostituire il Borgia con la quinta presenza che presenziava all'eterogenea riunione, quella di Jophiel. Arcangelo, arcano maggiore della Curtis Arcana, sorella di Drusilia e tutrice di Miyu. Ma la vampira preferisce definirla sorella, anche se legami di sangue fra le due ovviamente non potevano esistere. Sebbene non presente fisicamente nella stanza, l'aura della creatura angelica vibrava nell'aria ed era difficile rimanerle indifferente perfino a chi vi è abituato -Miyu stessa, appunto. L'atteggiamento della cainita era assai diverso da quello esibito fino a quel momento in presenza di Drusilia, non volteggiava nell'aria catalizzando l'attenzione su di se, non si vezzeggiava con le fiamme azzurre che erano il proprio elemento, ma sopratutto era stranamente silenziosa. Di fatto si era attestata ben distante dal resto del gruppo, i piedi nudi appena a mezzo palmo dal suolo e aggrappata ad una delle tende della sala tirandola a se fino a celare parzialmente parte del proprio viso, nascondendo a intervalli regolari l'espressione del viso comunque cautamente altezzosa.

    Riful non era presente. Non c'era stato bisogno di ricorrere alla violenza per trascinarla via dall'autentico campo di battaglia che era diventata Laputa, e se aveva creato problemi erano per lo più per via dell'inquinamento acustico causato dall'inarrestabile crisi di pianto che l'aveva colta. Non aveva smesso di piangere per tipo quindici minuti consecutivi, finché infine si era quietata di botto per poi addormentarsi come... beh, come una bambina.

    « Ah-ehm. »
    Matamune finse un colpo di tosse per rompere il silenzio che si era andato a creare, distogliendo volutamente l'attenzione da Miyu per canalizzarla sul problema rappresentato dalla piccola strega dotata di capacità decisamente fuori scala che poteva potenzialmente rappresentare un problema per il futuro prossimo di Laputa (anche se probabilmente era una scala un po' ridotta, viste le capacità che aveva esibito poco prima).
    « Posso ipotizzare che la bambina abbia subito un feedback causato dalla distruzione del drago bicefalo che controllava, lo shock deve averle provocato la crisi a cui abbiamo assistito. »

    « Hai del talento per le spiegazioni fantasiose, tu. »
    Lo apostrofò Miyu con un sorriso arrogante.
    « Banalmente, la stupenda entrata in scena della mia dolce sorella e la facilità con cui ha dissolto quel costrutto onirico l'ha fatta piangere. Certo, io avrei potuto sigillare quella creatura con altrettanta facilità, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Sarebbe stato tutto quanto decisamente molto meno spettacolare. »
    Jophy aveva sciolto un drago grande un terzo di Laputa con un solo gesto. L'aveva fatto con sembianze indegne e molto meno eleganti del suo aspetto originale, ma era stato straordinariamente figo. Miyu non aveva ottenuto ciò che sperava, tuttavia la comparsa dell'Arcangelo direttamente sul campo di battaglia era stata comunque una figata pazzesca. Certo, adesso finiva col fare da capro espiatorio per tutta quella faccenda, però ne era valsa la pena.
    Worth it.

     
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    Erano di nuovo all'Albero Casa.
    Drusilia, Miyu, Matamune e Cesare... o almeno il suo corpo. A guidarlo, infatti, un'Entità chiamata Jophiel. L'Alfiere Errante dovette fare alcuni sforzi per accettare mentalmente la situazione, anche perchè non era particolarmente sicura di quanto fosse eticamente corretto "occupare" il corpo del suo Ufficiale. Cesare era ancora lì? Li stava guardando? Era almeno consensiente?
    Boh.

    « Ah-ehm. » introdusse Matamune, riferendosi a una Riful ora dormiente « Posso ipotizzare che la bambina abbia subito un feedback causato dalla distruzione del drago bicefalo che controllava, lo shock deve averle provocato la crisi a cui abbiamo assistito. »
    « Hai del talento per le spiegazioni fantasiose, tu. » seguì ad apostrofarlo la vampira « Banalmente, la stupenda entrata in scena della mia dolce sorella e la facilità con cui ha dissolto quel costrutto onirico l'ha fatta piangere. Certo, io avrei potuto sigillare quella creatura con altrettanta facilità, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Sarebbe stato tutto quanto decisamente molto meno spettacolare. »

    Drusilia rimase ancora in silenzio, le braccia incrociate e lo sguardo torvo.
    Fissò entrambi... prima di rivolgere le proprie attenzioni a Jophiel e poi nuovamente a loro.

    -Francamente non m'importa del perchè la bambina pianga.
    Sbottò finalmente, il peso di ciò che era accaduto ancora sulle spalle e la voglia di affrontare il problema di petto anzichè perdersi in dettagli che li riteneva oltremodo stupidi, oltre che inappropriati.
    -Voglio sapere chi è, perchè è a Laputa e cosa centrate voi in tutto questo.
    Li squadrò ancora, da capo a piedi, incavolata come poche volte era capitato di vederla.
    -Ho subito danni enormi... e pretendo spiegazioni.

     
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    « Ah-ehm. »
    a spezzare il silenzio greve che regnava nella sala era stata la voce di Matamune
    « Posso ipotizzare che la bambina abbia subito un feedback causato dalla distruzione del drago bicefalo che controllava, lo shock deve averle provocato la crisi a cui abbiamo assistito. »

    « Hai del talento per le spiegazioni fantasiose, tu. Banalmente, la stupenda entrata in scena della mia dolce sorella e la facilità con cui ha dissolto quel costrutto onirico l'ha fatta piangere. »
    esordì in risposta Miyu, ancora nascosta dal tendaggio che usava per scudo
    « Certo, io avrei potuto sigillare quella creatura con altrettanta facilità, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Sarebbe stato tutto quanto decisamente molto meno spettacolare. »

    -Francamente non m'importa del perchè la bambina pianga.
    Voglio sapere chi è, perchè è a Laputa e cosa centrate voi in tutto questo.

    tagliò corto la Dama del Vento, rimbalzando gli occhi verdi tra gli astanti
    -Ho subito danni enormi... e pretendo spiegazioni.

    La sovrana del regno devastato sedeva alla scrivania del suo studio, con le braccia conserte sul petto morbido, lo sguardo giustamente truce e l'espressione dura di chi si aspetta spiegazioni e atti di ammenda per un torto subìto: l'aria inquisitoria che in quel momento i bei lineamenti nobili mostravano promanava un senso di pericolo che avrebbe messo soggezione a chiunque, ma... pur nel contemplare la scena attraverso i sensi del suo simulacro -che ben conosceva il lato violento dell'Alfiere Errante- l'Arcangelo non provò altro che sollievo.

    Non poteva neppure immaginare la portata della catastrofe che sarebbe altrimenti derivata se Drusilia Galanodel fosse accidentalmente rimasta uccisa nel corso di quella terribile situazione – terribile perché del tutto innecessaria ed evitabilissima.
    Gli occhi del Borgia si posarono senza emozione sulla Vampira.

    « E Miyu ve le fornirà fino all'ultimo dettaglio, finché non sarete del tutto soddisfatta. »
    asserì – non come chi garantisce per un protetto, ma come chi impartisce un ordine
    « Sono curiosa anch'io di capire che senso ha avuto tanta morte e distruzione. »



    Edited by Madhatter - 24/1/2016, 23:38
     
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    Cavolo, come la stavano buttando giù dura. Non era morto nessuno di importante, al massimo c'era stata qualche vittima fra la plebaglia. Ed il gregge di quella brutta e sgraziata città volante era parecchio nutrito, quale peso poteva avere qualche capra in più o in meno? Nascondendo parzialmente il viso dietro la tenda, gli occhi dorati di Miyu si socchiusero di un poco, uno sguardo obliquo rivolto a Drusilia che celava solo in parte il suo disappunto. Era abituata ad essere messa in croce per ogni sciocchezza, tuttavia trovava oltraggioso che si usassero certi toni solo per piccoli danni di scarsa rilevanza in cui non aveva neanche tutta questa gran colpa. Di fatto, il suo intervento in quella faccenda era del tutto indiretto, le si poteva imputare giusto un piccolo errore di valutazione che le aveva fatto sfuggire la situazione di mano per non più di una manciata di minuti. Ma anche lì la colpa andava ad attribuirsi più a Drusilia stessa che a lei: se invece di una manifestazione onirica tangibile -come previsto- era saltata fuori un'entità fin troppo vera la colpa era da attribuirsi all'Alfiere, che invece di semplice energia aveva sacrificato qualcosa di reale creando un vero e proprio sogno vivente. Rendere reali sogni ed incubi e dar loro un'esistenza al di fuori del mondo immateriale fatto di fantasia e paure va bene al di là dei poteri di una shinso, il che Jophiel doveva ben saperlo.
    Miyu si guardò bene dal far trapelare il suo pensiero riguardo i "danni enormi" subiti da Laputa, perché in quel momento più di ogni cosa temeva la reazione della sua angelica sorella. Se la sua dolce Jophy avesse ascoltato la sua accorata richiesta di aiuto e le avesse semplicemente rimosso almeno una parte dei numerosi sigilli che gravavano in modo così tristemente restrittivo sui poteri di cainita e custode di una realtà decaduta, allora Miyu avrebbe potuto risolvere in prima persona il problemino rappresentato da quel costrutto semi-materiale di forma draconica e avrebbe potuto per lo meno far presente che aveva salvato la situazione. Invece a rimuovere il problema in modo così radicale era stata proprio Jophiel, che adesso oltretutto era presente di persona. Beh, in una forma abbastanza indegna di lei, ma era certamente in grado di proferire sentenze. E imporre altri sigilli immeritati.
    La verità era che tutti quanti in quella stanza avevano come primo e vitale intento quello di placare l'ira della Galanodel, e per riuscirci era estremamente comodo scaricare tutta la colpa sulla povera, indifesa Miyu. Nascere cainita comporta questo svantaggio: nessuno si fida di te e tutti quanti sono prontissimi a ritenerti una creatura mendace, altezzosa e dotata di totale disprezzo per ogni cosa al di fuori di se stessa. Il che, almeno nel caso di Miyu, non corrispondeva assolutamente alla realtà.

    « Avresti dovuto semplicemente visitare un mondo onirico qualsiasi. Quasi sempre, quando non si sceglie un passaggio specifico, si finisce col visitare residui onirici alla deriva di anime prossime a dissiparsi, la cui essenza è consunta dai troppo secoli lontani da un contesto materiale, quindi di solito niente di troppo pericoloso. Non sono così sciocca da mettere in pericolo la vita di un Alfiere: se sei degna di portare tale titolo, la tua forza di volontà è di gran lunga più potente di qualsiasi frammento di sogno morente. Il problema è che... »
    Ebbe un attimo di esitazione. Qui aveva un piccolo vuoto cognitivo: di fatto non aveva idea di che cosa era andato storto, il suo piano era praticamente perfetto. Però Jophiel voleva una spiegazione esaustiva e non poteva permettersi di dare l'idea che qualcosa era sfuggito al suo controllo mettendo effettivamente in grave pericolo Drusilia. Di solito gli abitanti di quel tipo di sogni in cui si era imbattuta non si crea un proprio corpo, ma si limita a possedere quello del sognatore. Uccidendo la sua anima e prendendone il posto, in pratica. Sì: questo era meglio non dirlo.
    « ... credo fosse semplicemente destino, ed è stato il sogno a trovare te, e non viceversa. »
    Era una spiegazione elegante, e pure credibile. Totalmente campata in aria e senza uno straccio di prova, però di un'eleganza noncomune.
    Da che ne sapeva, Drusilia era totalmente ignorante in materia, il gatto poteva bersela tranquillamente perché pure lui era a digiuno di oniromanzia, mentre Jophiel... beh, lei magari proprio illetterata in materia non lo era, ma magari ci cascava.
    « ... d'altornde la mocciosa è legata a questo luogo, non è così assurdo che ti abbia "chiamata" sfruttando il suo legame con la terra su cui vivi. Il resto l'hai fatto da sola, non ho idea di che cosa hai combinato in quel luogo però hai sacrificato qualcosa di tangibile e reale, e la bimbetta ha usato quel sacrificio per rinascere... o darsi una consistenza materiale... non so se è mai esistita effettivamente o se si tratta di una creatura di fantasia come quel drago. E' anche possibile che sia un sogno (o un incubo) di qualcuno morto da lungo tempo e che possedeva quel legame di cui vi ho parlato, ma indipendentemente da ciò... »
    Si strinse nelle spalle.
    « Adesso esiste. E' reale quanto lo sei tu, e quanto lo è il corpo che ospita la mia dolce sorella. »
    Poi calò gli occhi dorati su Matamune.
    « Più reale di quanto lo sei tu. »
    Ancora non aveva digerito il fatto che era stato il gatto ad evocare l'Arcangelo, fra l'altro bruciando proprietà altrui. Chissà quando mai avrebbe avuto l'occasione di raccogliere una piuma della sua amata sorella... E quella piuma in particolare aveva un valore affettivo molto speciale: l'aveva ricevuta in regalo il giorno in cui l'aveva spedita per punizione a studiare da zietto Alucard presso i Von Kramer e la loro Legione dei Guerrieri.
    (tecnicamente serviva nel caso in cui si fosse trovata in pericolo, ma era difficile per un vampiro trovarsi in pericolo una volta sotto
    l'ala protettiva di Alucard Von Kramer)

    « Questo non spiega affatto il motivo per cui Dama Drusilia è così debole, e perché ha perso del sangue. »
    Oh, già. Se qualcuno ha perso del sangue ed è presente un vampiro, allora il colpevole è fin troppo ovvio.
    Qui però il gatto era fregato: Jophiel conosceva bene le abitudini di Miyu, sa che non si sarebbe mai nutrita di qualcuno senza ottenerne prima il permesso.
    « I sintomi di debolezza sono dovuti ad anemia. »
    Disse con semplicità, anche se poteva benissimo evitare di dare spiegazioni su quel punto.
    « Il sangue immagino sia una parte del sacrificio effettuato per il rito di incarnazione che ha dato vita alla mocciosa. Credo abbia usato il sangue dell'Alfiere per rinascere, e in tal caso... »
    Le veniva da ridere, quindi nascose bene la bocca dietro la tenda,
    « Quella è tua figlia, per così dire. E' anche un tuo clone genetico perfetto, se sai che cos'è un clone. Avrai la riprova di ciò che dico parlando con lei, alcuni dei suoi tratti somatici devono essere per forza cambiati per adattarsi al codice genetico del sangue che ha usato per rinascere. »
    Visto? Aveva perso qualche capretto e guadagnato una figlia. Doveva ringraziarla, invece di avercela con lei.

     
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    « ... credo fosse semplicemente destino, ed è stato il sogno a trovare te, e non viceversa. »

    Destino.
    Una parola comune, utilizzata per le più disparate ragioni ma per lei fastidiosa al punto da stridere come unghie sulla lavagna. Aveva già avuto discussioni a riguardo, in passato, e nemmeno le parole dello stesso Amarth erano riuscite a debellare quell'orribile sensazione che travolgeva la Dama del Vento ogni volta che si nominava quella forza misteriosa. Ma non era tempo per discutere su una cosa simile nè di mettersi a filosofeggiare. Era una regina e doveva comportarsi come tale.

    « I sintomi di debolezza sono dovuti ad anemia.
    Il sangue immagino sia una parte del sacrificio effettuato per il rito di incarnazione che ha dato vita alla mocciosa. Credo abbia usato il sangue dell'Alfiere per rinascere, e in tal caso...
    Quella è tua figlia, per così dire. E' anche un tuo clone genetico perfetto, se sai che cos'è un clone. Avrai la riprova di ciò che dico parlando con lei, alcuni dei suoi tratti somatici devono essere per forza cambiati per adattarsi al codice genetico del sangue che ha usato per rinascere. »


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    -Non è stato il Destino. Sei stata tu a mandarmi in quel sogno.

    Tagliò corto, secca e rude, ignorando volutamente -un pò per orgoglio, ma principalmente per pragmatismo- i tentativi di umiliazione riguardo la storia della figlia... o del clone. Dentro sè, intanto, iniziava a farsi strada l'idea che anche la bambina, fino a poco prima additata come nemico di Presidio, fosse solo una vittima degli eventi. Colpevole si, ma inconsapevole, in un modo tutto particolare.

    -Un sogno legato a Laputa, quindi, dove la probabilità di incontrare qualcosa che non si limitasse ad entità di basso livello da te accennate si alzano notevolmente. Non ho idea di come funzioni, ma se davvero esiste un legame con un regno vasto come quello dei sogni ed un Presidio così piccolo... non può essersi trattato di "caso".

    Che Riful fosse risultata poi realmente sua figlia o meno, che avessero condiviso il sangue o altro, Drusilia se ne sarebbe occupata comunque. Non poteva certo lasciarla da sola, come una cosa uscita per caso e dunque abbandonata. Almeno per ciò che la riguardava, non aveva mai abbandonato nessuno.

    -Imprevisto o meno, pericolo o no... resta il fatto che tu mi abbia condotta in questa situazione. Mi domando a quale scopo, però.

     
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    « Avresti dovuto semplicemente visitare un mondo onirico qualsiasi. Quasi sempre, quando non si sceglie un passaggio specifico, si finisce col visitare residui onirici alla deriva di anime prossime a dissiparsi, la cui essenza è consunta dai troppo secoli lontani da un contesto materiale, quindi di solito niente di troppo pericoloso. »

    Attraverso gli occhi scuri del Borgia, l'Angelo osservò con insondabile distacco la puerile aria di sufficienza con cui -ancora nascosta dalla tenda della finestra- la Cainita osava far fronte alla giusta collera dell'Autocrate affastellando spiegazioni disordinate senza aver prima nemmeno la decenza di proferire una formale richiesta di scuse come si sarebbe convenuto.

    « Non sono così sciocca da mettere in pericolo la vita di un Alfiere: se sei degna di portare tale titolo, la tua forza di volontà è di gran lunga più potente di qualsiasi frammento di sogno morente. »

    Il fatto che Miyu non riuscisse a capire l'entità del problema era ben lungi dal fornire una giustificazione a quello che aveva (accidentalmente o meno) provocato, e tuttavia, più che l'amara verità sui troppo angusti limiti dell'intelletto di quella creatura, ciò che maggiormente amareggiò la Giustizia fu il fatto che la fiducia che aveva riposto nella redenzione della Vampira era stata ancora una volta tradita con leggerezza, e che ogni impegno investito nel mantenere Miyu in vita e lontana dai guai seguitava a rivelarsi non solo uno sforzo vano, ma persino un'azione controproducente... non tanto per sé stessa, che pure in quel momento stava rischiando spiacevoli conseguenze da parte del Comitato Supremo per aver violato le regole del Cielo, ma per... praticamente qualsiasi cosa.

    « Il problema è che.. credo fosse semplicemente destino. »
    abbozzò la vampira, esitando in cerca delle parole giuste – e fallendo il tentativo
    « ... ed è stato il sogno a trovare te, e non viceversa. »

    Serrando le labbra in una linea sottile, osservando la Cainita con aria delusa, Jophiel si chiese se non avrebbe fatto meglio a rimediare all'errore commesso in un tempo remoto, quando aveva intercesso per la salvezza di una sciocca ragazzina incapace di controllare sé stessa e i propri poteri, in aperto disaccordo con il suo adorato Gemello; stringendo silenziosamente i pugni nell'intreccio delle braccia conserte sul petto, si chiese -come sempre, una volta di più- se non ci potesse davvero essere un'altra soluzione diversa da quella.

    « ...E' anche possibile che sia un sogno (o un incubo) di qualcuno morto da lungo tempo e che possedeva quel legame di cui vi ho parlato, ma indipendentemente da ciò... Adesso esiste. »
    stava ancora sciorinando Miyu, stringendosi nelle spalle e rivolgendosi a Matamune
    « E' reale quanto lo sei tu, e quanto lo è il corpo che ospita la mia dolce sorella.
    Più reale di quanto lo sei tu.
    »

    « Questo non spiega affatto il motivo per cui Dama Drusilia è così debole,
    e perché ha perso del sangue.
    »

    « I sintomi di debolezza sono dovuti ad anemia. Il sangue immagino sia una parte del sacrificio effettuato per il rito di incarnazione che ha dato vita alla mocciosa. Credo abbia usato il sangue dell'Alfiere per rinascere, e in tal caso... Quella è tua figlia, per così dire. »
    proseguì la Vampira, rimboccando lo Spirito felino e rintuzzandosi dietro la tenda
    « E' anche un tuo clone genetico perfetto, se sai che cos'è un clone. Avrai la riprova di ciò che dico parlando con lei, alcuni dei suoi tratti somatici devono essere per forza cambiati per adattarsi al codice genetico del sangue che ha usato per rinascere. »

    -Non è stato il Destino. Sei stata tu a mandarmi in quel sogno. Un sogno legato a Laputa, quindi, dove la probabilità di incontrare qualcosa che non si limitasse ad entità di basso livello da te accennate si alzano notevolmente.
    tagliò corto la Regina, inchiodando Miyu con uno sguardo duro come una lama
    -Non ho idea di come funzioni, ma se davvero esiste un legame con un regno vasto come quello dei sogni ed un Presidio così piccolo... non può essersi trattato di "caso". Imprevisto o meno, pericolo o no... resta il fatto che tu mi abbia condotta in questa situazione. Mi domando a quale scopo, però.

    Con aria grave, l'Angelo dentro Cesare Borgia chiuse lentamente le palpebre per rifuggire la vista da quell'avvilente spettacolo, voltando lo sguardo verso Dama Galanodel prima di trarre un profondo respiro e prendere la parola; per quanto quella fosse l'ultima cosa che potesse desiderare in quel frangente, al momento non poteva esimersi dall'onere di mediare tra la capricciosa ottusità di Miyu e il legittimo risentimento di Drusilia.

    « Miyu... è necessario che tu ci dica con sincerità cosa è accaduto a Lady Drusilia. »
    esordì con calma Jophiel – il tono pacato, ragionevole e privo di accusa
    « Quello che è successo qui potrebbe avere una portata molto vasta, e ti assicuro che le conseguenze potrebbero essere molto pesanti – ancora più pesanti, se non ci permetti di capire
    cosa, come e perché è successo. »

    proseguì, riportando lo sguardo -serissimo e glaciale- sulla Cainita
    « Se -a maggior ragione- non c'entri nulla come sostieni, ti chiedo di fornire tutto l'aiuto che puoi per far luce sull'accaduto: è di vitale importanza. »

    Chissà se Miyu sarebbe stata in grado di comprendere -almeno quella volta-
    che quella era l'ultima occasione per provare la sua lealtà...?

     
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    « Sorella, come sempre esageri! »
    Passò da un capo all'altro della tenda. Per un istante dette l'idea di essere pronta ad un qualche scherzo, la silhouette a malapena intuibile dietro il drappo di seta ricamato, poi però fece di nuovo capolino dall'altro lato ed aveva il faccino serio e composto. L'aveva fatta grossa, ma non intendeva demordere: non era successo poi nulla di così grave, dopotutto. Non dal suo punto di vista, quanto meno -che qualche contadinotto in più o in meno non doveva poi essere chissà quale dramma!

    « Cosa... Un viaggio onirico. Un sogno vigile, ho semplicemente socchiuso una porta e lei l'ha attraversata, nulla di così terribile. In tutto il resto, e sono sincera, non ho avuto né la facoltà di agire né il reale interesse. Questo posto è vecchio, ma non di certo così vecchio, sorella! Lo dovresti percepire anche tu, non è difficile... Se avessi scelto un antico castello dove era avvenuta una qualche tragedia, una morte violenta... allora avrei potuto mettere vagamente in pericolo di vita un eventuale viaggiatore dei sogni, ma questo posto... andiamo! Qui è tutto così noiosamente tranquillo... »
    Alzò un ditino, disegnando un paio di circoli in aria:
    « come... questa è facile. Ha fatto tutto lei: ha donato del sangue ad un ricordo, e questi l'ha usato come catalizzatore. Nel sogno si possono nascondere persone e oggetti, ma di solito perdono la coscienza di se in pochi secoli, e si perdono nelle correnti del maelstrom come foglie in un oceano che seccano, marciscono e si disperdono in infinite molecole fra le acque infinite... Qualcuno avrà nascosto un ricordo in un sogno, il perché non saprei dirlo... per nostalgia, forse. Comunque è sicuramente il ricordo di una persona morta da un po'. Ma se anche si trattasse di qualcuno di realmente pericoloso, ciò che è passato è soltanto una vaga imitazione dell'originale, un eco distante. Quella mocciosa è solamente un riverbero di luce di ciò che è stata, con sembianze rubate e un'anima finta. Quella in cui si è esibita era solo un'escalation, i suoi poteri erano sovralimentati. In pratica ha bruciato l'energia rubata all'esistenza che ha parassitato... »
    Puntò il ditino su Drusilia:
    « La tua. E questo ci porta al fatto che eri priva di forze, le energie che ti mancano sono quelle sperperate dalla mocciosa qua fuori. Il perché, ecco... »
    Distolse lo sguardo, indossando un mezzo sorrisetto la cui natura imbarazzata era tradita soltanto da un sopracciglio sottile che tremolava ad arte. Un sospiro rassegnato sanciva in anticipo il verdetto finale, non l'avrebbero mai capita. Ma per una volta sarebbe stata sincera, più per sfogo che per reale necessità.
    « La colpa è solo tua, sorella mia. Ti adoro, ma con tutti questi sigilli mi annoiavo terribilmente... speravo di riavere i miei poteri indietro, fosse solo per una notte. Poi sarei tornata da te, ad elemosinare la tua attenzione. D'altronde, non lo faccio sempre...? »

     
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    Ad esser sincera, scortesia a parte -perchè, a rivelare le sue attuali emozioni, lo sarebbe sicuramente stata- all'Alfiere Errante importava ben poco della noia di quella ragazzina, dei suoi sigilli e di qualunque tipo di afflizione si portasse dietro. Non per spirito egoista (o forse si?) ma era decisamente stanca degli idioti che le orbitavano attorno come satelliti, dei fallimenti facilmente evitabili e della sua sfortuna innata che -puntuale come un'orologio svizzero- le dava in ogni caso il colpo di grazia. C'era chi, anche su Laputa, parlava del Karma come una forza superiore che dava alle creature in egual modo a quanto toglieva; si trattava di un ritornello che la povera Drusilia cercava sempre di ripetersi in momenti come quello per farsi forza e sperare in un futuro migliore ma, con la medesima frequenza con cui lo pensava, la bella giungeva sempre alla logica conclusione di essere stata un mostro in almeno un migliaio di vite passate. Non c'era altra spiegazione dato che, per quanto lavorasse e buttasse sangue per costruire qualcosa di solido, giungevano periodicamente non meglio specificati disturbatori della domenica ammantati della loro aura di saccenza e superiorità a ricordarle quanto fossero inutili il suo impegno e la buonafede.

    In fin dei conti... era facile, per loro, disturbarla per noia.
    Povere stelline tristi e scocciate, ormai stufe di rimanere a casa a grattarsi il pancino su di un soffice materasso, magari a sorseggiare anche qualche alcolico. Cosa ne sapevano loro dell'abnegazione? Cosa pensavano alla semplice vista del sudore della fronte di chi sceglieva la strada tortuosa per il bene comune? Conoscevano forse il significato intrinseco della parola “passione”?
    No, sicuramente no.

    Dopotutto distruggere un castello di sabbia era così facile: bastava salirci sopra e sbattere i piedini distrattamente, come un bulletto da spiaggia o un bambino demente. Costruire qualcosa, invece, era ben altra storia. Pazienza, fatica, pianificazione e soprattutto Amore: era quello a rendere grandi gli uomini, ad elevarli. Quindi no, che quella vampira fosse stata maledetta o sigillata a lei non importava. Ai suoi occhi non sarebbe parsa né vittima e nemmeno superiore: solo una creatura insulsa e priva di significato. Allo stesso modo non le importava cosa ne avrebbe fatto Jophiel: se la sarebbero vista da sole, possibilmente lontano da casa sua.

    -Ora basta- sentenziò, massaggiandosi lentamente una tempia -Sono stanca. Ho bisogno di dormire... e sinceramente non vedo la ragione per cui dovrei continuare questa conversazione.
    Fu in effetti un po' brusca, ma non voleva più parlare con nessuno.

    -Alla bambina ci penserò io, perdonate se mi congedo ora.

    Se era davvero sua, si sarebbe occupata di Riful senza alcun problema.
    Era una sua responsabilità, dopotutto.

    -Con permesso.

     
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    « Sorella, come sempre esageri! »

    Se il volto serafico di Jophiel era solito lasciare adito a dubbi, date le sue evidentissime carenze in merito alla mimica facciale, il viso di Cesare Borgia (il mortale che l'angelo stava usando come Vessel temporaneo), con la mascella contratta per il disappunto, avrebbe mostrato più chiari segni di insofferenza per gli atteggiamenti della vampira: quella sua attitudine a provocare disastri -che poi minimizzava o per i quali scaricava la responsabilità su altri- era una vera piaga... ma poco sarebbe stato, se Miyu vi avesse quantomeno contrapposto il buongusto di mostrare dispiacere o pentimento per le sue cattive azioni, o almeno la buona volontà di fare ammenda...

    Ad ogni modo, il Messo Celeste ascoltò pazientemente il racconto della fanciulla, e per quanto lo sguardo duro dell'umano replicasse la sua espressione contrita, il risultato non rendeva giustizia alla cocente delusione che il comportamento di Miyu le stava causando... perché è sempre difficile ammettere di essersi sbagliati sul conto di una persona – ancora di più se si tratta di qualcuno a cui hai dato affetto e fiducia.

    Quindi, alla fine della fiera, c'erano sul tavolo: 1) un viaggio onirico nelle tracce psichiche rimaste impresse nel tessuto del Presidio Errante, 2) il fantasma di una bambina con un Drago che -dentro il suddetto sogno- era riuscita a ripristinare la sua forma nel mondo reale usando i suoi ricordi e le energie di Drusilia, 3) un Alfiere usato come sacrificio di sangue per il rituale, 4) un regno devastato come danno collaterale, e
    infine...

    « Il perché, ecco... La colpa è solo tua, sorella mia. Ti adoro, ma con tutti questi sigilli mi annoiavo terribilmente... speravo di riavere i miei poteri indietro, fosse solo per una notte. Poi sarei tornata da te, ad elemosinare la tua attenzione. D'altronde, non lo faccio sempre...? »

    Con un sospiro rassegnato, la Vampira buttò sul tavolo quella che era la scusa principale del suo repertorio, perché, in fondo, di questo si trattava: certo, Jophiel era meno presente di quel che avrebbe voluto o dovuto, ma i rigidi protocolli a cui l'Angelo era soggetto non le davano poi tanta scelta; da quando i ranghi celesti erano stati riorganizzati dopo l'ultima Guerra Universale, le sue possibilità di azione si erano ridotte.

    E il fatto che Miyu, a discapito di tutte le volte in cui le aveva spiegato la situazione, continuasse a perpetrare quel giochino tanto problematico quanto infruttuoso, non migliorava la sua posizione agli occhi di Jophiel: se proprio voleva la sua attenzione,
    perché non provava a farlo in qualche altra maniera? Non era la prima volta che quella situazione si verificava, e -per loro natura- i Vampiri dovrebbero essere creature astute: possibile che Miyu davvero non capisse che quel meccanismo continuava a concludersi in modi per lei sempre più svantaggiosi, e che non l'avrebbe mai portata da nessuna parte? No, evidentemente no: non lo capiva.

    O, peggio, non le interessava... E se non le interessava, perché? Jophiel se lo chiese, e l'unica prospettiva che le venne in mente fu che -anche lei- doveva star sbagliando qualcosa... aveva sbagliato fin dall'inizio a credere in Miyu? Era stata troppo indulgente? I sigilli non bastavano? Forse non erano abbastanza costrittivi? Oppure erano semplicemente inutili? La Vampira avrebbe sul serio iniziato a comportarsi bene se l'avesse tenuta sotto continua sorveglianza?

    -Ora basta Sono stanca. Ho bisogno di dormire...
    e sinceramente non vedo la ragione per cui dovrei continuare questa conversazione.


    Le parole di sua Sorella interruppero il flusso di pensieri della Giustizia: Drusilia aveva ragione, e senza sapere le aveva appena fornito la risposta giusta alle proprie preoccupazioni. “Ora basta”.

    -Alla bambina ci penserò io, perdonate se mi congedo ora.
    Con permesso.


    « Riposa bene, Sorella.
    E ti chiedo di nuovo perdono per quanto ti è stato causato. »

    proferì ancora l'Angelo con tono di scuse, attraverso il suo ospite umano
    « Farò in modo che non si ripeta mai più. »

    Chiusa in un calmo silenzio, l'entità celeste attese che Drusilia -e, in braccio a lei, una Riful placidamente addormentata- lasciasse la stanza; poi, mosse qualche passo per avvicinarsi alla tenda dove la Cainita ancora giocava a nascondino, e -traendo un profondo respiro- le si rivolse con pazienza.

    « Miyu... capisco le tue ragioni, ma non puoi continuare a fare così. »
    con tono calmo, si piegò su un ginocchio per cercare di essere alla stessa altezza
    « Sono queste le attenzioni che vuoi da me? Ramanzine e punizioni? »

     
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    -Alla bambina ci penserò io, perdonate se mi congedo ora.
    Con permesso.

    Miyu si guardò bene dal tenere nascosto il profondo senso di liberazione appena la racchia decise di levare le tende, portandosi dietro la mocciosa addormentata come un pupo reduce dalla poppata e -meraviglia delle meraviglie!-, anche quel fastidioso gatto che più di tutti aveva deciso di rompere le uova nel paniere bruciando la piuma di Jophiel ed evocando l'Arcangelo sul posto. A quel punto, rimaste da sole nello studio, fu il momento della resa dei conti...

    « Miyu... capisco le tue ragioni, ma non puoi continuare a fare così. »
    Con le labbra ancora celate dal tessuto pregiato delle tende, Miyu chinò delicatamente il capo, gli occhi dorati che cercavano lo sguardo della sorella, nascosto dietro gli occhi dello sconosciuto che le faceva da ricettacolo in quel momento. Oh, non era poi così allarmata, in quel momento. Nemmeno troppo sulla difensiva, considerando che il range di conseguenze che poteva aspettarsi in quel momento. Conosceva fin troppo il meraviglioso Arcangelo che aveva di fronte per tentare qualcosa di infantile come implorare pietà o tentare di smuoverle l'animo facendole gli occhi dolci e un po' di moine...
    « Sono queste le attenzioni che vuoi da me? Ramanzine e punizioni? »

    A dire il vero, in un certo senso aveva ottenuto da quella faccenda più di quanto si aspettasse. Naturalmente se tutto fosse andato liscio avrebbe riavuto indietro i suoi poteri per qualche notte e forse anche qualcosa di più; in quel breve lasso di tempo se la sarebbe spassata abbastanza da potersene tornare ad oziare per qualche decennio nella residenza di Jophiel, aspettando invano che lei tornasse dalle sue infinite mansioni e vivendo nel frattempo un'esistenza tutto sommato noiosa, in attesa della successiva marachella. Invece era andato tutto storto -che novità!- e adesso la sua meravigliosa sorella aveva interrotto uno dei suoi oppressivi incarichi per piombare lì da lei, ed in quel momento si intratteneva perfino al suo cospetto, in ginocchio come un principe azzurro delle fiabe. Loro due da sole, per la prima volta da più tempo di quanto riuscisse a ricordare...
    Sotto certo punti di vista non poteva davvero andare meglio di così ♥

    « A dire il vero... »
    Rispose languida, scivolando fuori dal rifugio offerto dai tendaggi, per volteggiare a pochi palmi dal pavimento, protendendosi verso il volto di Cesare Borgia, per cingere fra le mani il suo viso e poggiare le labbra sottili sulla sua fronte.
    « ... Credo che per stavolta ramanzine e punizioni potrebbero essere più accettabili del solito... ♥ »
    Sussurrò enigmatica, ora le spalle del nobile con le proprie braccia, attenta al suono melodico del battito cardiaco di lui, curiosa di scoprire che cosa stava provando in quei momenti quell'eccelso arcangelo dal volto scolpito nel freddo marmo che si nascondeva dietro le fattezze di un comune essere umano.

    « Ti prego, non rovinare tutto pronunciando subito la tua sentenza! La notte è ancora giovane e noi possiamo prenderci del tempo... »
    I vampiri di sangue puro sono sempre estremamente selettivi nel decidere di chi nutrirsi, ma in quel frangente se Jophiel le avesse offerto il suo sangue, di certo Miyu non si sarebbe tirata indietro dal morderla. Proprio lei, che normalmente non avrebbe degnato Cesare Borgia nemmeno di uno sguardo, cibo scialbo, malsano e ben oltre la data di scadenza dal suo punto di vista. Era incredibile come la sola presenza spirituale dell'angelo poteva alterare in modo così radicale perfino le pulsioni fisiche che provava, manifestate in quel momento dagli occhi di un dorato sempre più luminoso, dalla voce grondante languore e dai canini, ora estesi come gli artigli di un predatore che fiuta la preda.
    « Ancora solo per un poco... »
    Aggiunse ancora, sorridendo dolcemente mentre cercava di accoccolarsi a lei...

     
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    « A dire il vero... Credo che per stavolta
    ramanzine e punizioni potrebbero essere più accettabili del solito... ♥
    »

    Una volta di più, ogni tentativo di dialogo naufragò nell'ampio e vuoto oceano della sciocca frivolezza di Miyu: non la stava minimamente prendendo sul serio, e anziché impegnarsi ad ascoltare e comprendere quel che la sua tutrice le stava dicendo, continuava a comportarsi da ragazzina egocentrica e superficiale... girando inutilmente in tondo al problema come un cane stupido che cerchi di afferrarsi la coda. E il bello era che, a furia di cercare di farla ragionare, l'Angelo del Karma iniziava a sentirsi stupida anche lei.

    « Ti prego, non rovinare tutto pronunciando subito la tua sentenza!
    La notte è ancora giovane e noi possiamo prenderci del tempo...
    »

    Mentre Jophiel si sentiva sempre più sfiduciata, la Cainita scivolò più vicina al Vessel di cui l'altra era stata costretta ad usurpare le sembianze, e mentre quella allacciava le braccia attorno al collo del Borgia con fare invadente, questi sospirò stancamente; dal battito del suo cuore, la vampira avrebbe dedotto solo un suono regolare, tranquillo, pacato... e tediato.

    « Ancora solo per un poco... »

    Per la creatura notturna, il disastro che aveva colpito Laputa era sciocchezza già dimenticata; l'Angelo, invece, ci pensava ancora: perché, per una buona volta, Miyu non usava il cervello? Non c'era davvero modo per farle mettere un briciolo di giudizio? E lei, che si era presa la responsabilità di essere la sua tutrice, cosa poteva fare per evitare che provocasse ancora dei nuovi disastri? Punirla, a quel punto, sembrava finanche inutile... E se avesse provato ad accontentarla...?

    « Miyu... »
    la chiamò per nome, abbassando sul suo faccino gli occhi del Borgia
    « Se trovassi un modo per tenerti con me, smetteresti di provocare guai? »

    Delicatamente, mentre i loro sguardi si incatenavano, le dita affusolate del Mercante si accostarono al volto della Cainita per giocherellare con una ciocca dei suoi capelli castani.

    « Se fosse possibile, stare sempre insieme a me ti starebbe bene? »

     
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    « Miyu... »
    Awww~
    Beh, l'incantesimo era stato bello finché era durato. Per sciogliere il ghiaccio degli occhi di Jophiel serviva ben altro tepore, che non quello di una vampira, fosse anche una creatura di sangue nobile come Miyu. Ma dopotutto andava bene così: era un dato di fatto che alla vampira stava bene.
    Le successive parole dell'Arcangelo, però, la sorpresero più di quanto lei stessa fu in grado di ammettere.

    « Se trovassi un modo per tenerti con me, smetteresti di provocare guai? »
    D'istinto volse lo sguardo nel suo, cercando un possibile significato in quelle parole. Era... inatteso. Molto inatteso. E per lo più non aveva nemmeno un'idea esatta di come interpretare quelle parole. Col fiato sospeso attese quindi che Jophiel si prendesse la sua pausa di riflessione, struggendosi mentre lei le carezzava i capelli.
    « Se fosse possibile, stare sempre insieme a me ti starebbe bene? »

    « ... Sì! »
    Rispose con pacato entusiasmo, sobbalzando lievemente sul posto e intrecciando le mani di fronte a se.
    « Oh, sorella! Sono letteralmente secoli che attendo la possibilità di pormi al tuo fianco! Di esserti di aiuto, magari! Vorresti davvero darmi questa possibilità...? »
    Mentre la maggior parte dei suoi pensieri erano persi in un vortice di emozioni, una piccola parte di lei -quella in cui era maggiormente radicato il suo essere una figlia prediletta della notte ed in cui risiedevano gli istinti più atavici della sua razza- realizzava con una certa apprensione quali e quante sarebbero state le conseguenze di quella scelta, il che comprendeva l'essere trasformata in una sorta di animaletto domestico o familiare, una costrizione che le sigillava i poteri, o perfino l'essere costretta in forma umana per il resto della sua esistenza. Miyu poteva anche essere frivola, ma non era stupida: sapeva che rischiava di andare incontro in qualcosa di cui si poteva amaramente pentire. Ma abbandonarsi completamente alle mani della sua angelica sorella era un brivido a cui non voleva rinunciare, l'idea che per un istante la sua intera esistenza poteva essere plasmata, rovinata o perfino distrutta dal meraviglioso arcangelo che aveva davanti esercitava su di lei un fascino irresistibile.

     
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    « ... Sì! Oh, sorella! Sono letteralmente secoli che attendo la possibilità di pormi al tuo fianco!
    Di esserti di aiuto, magari! Vorresti davvero darmi questa possibilità...?
    »

    « Non mi hai lasciato altra scelta, Miyu... »

    Il tono neutro del Messaggero Divino -fedelmente ricalcato dalla voce umana di Cesare Borgia- non rendeva efficacemente a pieno quanto difficile e infondo penosa fosse quella constatazione: si era impegnata molto nel tentativo di tenere la Cainita al sicuro e lontana dai pasticci che con tanta leggerezza era solita provocare, nel provare a darle un'educazione, nel cercare di inculcarle quel briciolo di buon senso necessario ad essere una persona responsabile e autosufficiente... ma la creatura che avava davanti, e che con tanta incoscienza e confidenza le si stringeva contro il petto, si era rivelato un fallimento su tutta la linea.

    Non intendeva certo fargliene una colpa, però: a onor del vero, Miyu non era mai stata altro che sé stessa, e se -pur non avendo la pretesa di cambiarla- Jophiel non era riuscita ad ottenere alcun progresso, forse la responsabilità di quella situazione non era solo della ragazzina, ma di chi si era ripromesso di occuparsene. E se suo era stato l'errore di valutazione a monte, porre rimedio era suo preciso dovere.

    Continuando a fissare gli occhi dorati della creatura della notte con i propri, congelati in una calma impenetrabile, la destra del Vessel carezzò gentilmente la testolina castana della fanciulla, scivolò lentamente da una parte, lasciando che due dita descrivessero la scia di una carezza lieve sulla sua guancia, e infine si allontanò dal suo viso... per fermarsi all'altezza del cuore.


    « Mi dispiace. »

    Il resto avvenne in un istante: avvolta da un'aureola di evanescente luce mistica, la mano dell'Angelo penetrò le carni della Vampira senza tuttavia lederle in alcun modo... perché quella pratica non era concepita per riguardare la materia, bensì per interagire con lo spirito; le dita di Jophiel si chiusero sull'anima di Miyu -in una stretta delicata ma inamovibile-, e la rimossero dal suo involucro di carne, ossa e sangue con il semplice gesto di ritrarre la mano. E non le avrebbe fatto male, perché -in realtà- ella non avrebbe più sentito un bel niente.

    « Antos... »

    In risposta a quella parola, nel momento in cui Cesate ritrasse il braccio, il corpo della Cainita sarebbe stato avvolto da divampanti lingue di fiamma, e il fatto che si trattasse specificamente di fuoco divino avrebbe fatto sì che nessun pezzo dell'arredamento dell'ufficio di Drusilia ne finisse anche solo lontanamente intaccato; al contrario, l'Antos avrebbe fatto sì che delle vestigia di Miyu non rimanesse neppure la cenere.

    Quel che contava, dopotutto, era la sua anima... e quella -in forma compressa e cristallizzata- riposava ora nel palmo della mano dell'Angelo sotto forma di piccola gemma rossa: ne avrebbe fatto un semplice ciondolo da portare al collo,
    così l'avrebbe tenuta sempre con sé.

    Senza più altro da fare in quel luogo, l'Angelo si ritrasse dall'anima dell'umano che le aveva fatto da ricettacolo, e -al suo risveglio- Cesare Borgia si sarebbe ritrovato da solo nell'Ufficio da Gran Maestro dell'Alfiere Errante, con i ricordi un po' annebbiati; di Miyu e della pietra spirituale, più nessuna traccia.


    Per sviluppi futuri ci sentiamo in privato :kisu:

    Furto dell’Anima: Questo potere colpisce i vivi, i non-morti, e qualunque altra forma di esistenza, permettendo all'Angelo di strappare l’anima dal corpo, trasformandola in una sorta di spettro; un mortale esiliato in questo modo dal corpo diventa una presenza con un unico debole legame con il mondo reale: il suo guscio ormai temporaneamente -egli spera- vuoto.
    La separazione dal corpo fisico non ha limiti di tempo, ma -ovviamente- un corpo abbandonato dalla sua anima non è in grado di sostentarsi a lungo da solo se non si interviene con l’ausilio dei giusti supporti vitali. [GDR-only]

    Giudizio di Michael: Michael è l’Arcangelo del Fuoco, e sulle fiamme egli comanda senza condizioni, comprendendo anche nel suo dominio il totale controllo sull’Antos -il fuoco divino che arde sull’Altare del Signore-, molto dannoso contro il Male in ogni sua forma, perché esso si attacca alla parte malvagia dell’anima di chiunque ne venga colpito (una parte inevitabilmente presente in ognuno, anche quando poco evidente), bruciandola per purificarla.
    Le fiamme dorate dell’Antos si avviluppano attorno al bersaglio, lambendolo come se venisse incendiato dalla combustione di un potente olio, ardendo fino a consumarlo. [<u>Killing Tech]


    Edited by - Destino - - 16/3/2017, 19:45
     
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