Lightnin' strikes

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    Una scintilla nel buio.
    Convinciti che si tratta di un’illusione della retina. Il cervello ti sta solo facendo un brutto scherzo. Non ci sono mostri in agguato nel buio. Nell’ignoto non c’è la morte che ti aspetta tenendo spalancate le sue braccia scheletriche. Devi zittire quel sussurro di pericolo che ti perseguita: è soltanto la parte irrazionale della mente che proietta all’esterno i torbidi spettri del subconscio. Il tuo riflesso allo specchio non ti ha sorriso mentre spegnevi la luce. Metti a tacere tutto e continua a camminare per la tua strada.
    Sarà ancora più esaltante ammirare il tuo volto terrorizzato quando scoprirai che invece era tutto vero.
    Quella scintilla sta sillabando parole di morte.
    I mostri ti stanno aspettando nell’oscurità.
    E tu non puoi più scappare.

    « Signore e signori! »
    era in piedi al centro dell'Arena
    « Lo spettacolo di stasera non è per i deboli di cuore! »

    L’esaltazione tra gli spalti era palpabile. Ogni anello dell’Arena Nera era gremito di spettatori scalpitanti. Un coro unico faceva tremare tutto il bacino sotterraneo: mi-schia, mi-schia, mi-schia!

    « Esatto, stasera ci sarà una mischia! Tre combattenti e un quarto ospite a sorpresa! La regola è soltanto una: la vittoria spetterà a chi resterà in piedi fino alla fine. »

    Chiunque aveva notato che l’allestimento del campo di battaglia era diverso dal solito. Il suolo al centro dell’immenso ring ovale era istoriato con un anello circolare luminescente. Dava l’impressione di non essere un semplice ornamento, soprattutto perché perpendicolarmente ad esso - una trentina di metri più alto - c’erano quattro file di lastre di vetro disposte a formare una piccola scacchiera sospesa nel vuoto. Ogni lastrone trasparente era separato da quelli adiacenti da almeno un metro d’aria. Soltanto i quattro blocchi d’angolo avevano una caratteristica distintiva: il bordo esterno era illuminato dalla stessa luce biancastra del circolo tracciato decine di metri più in basso.

    Un altro dettaglio che non sarebbe passato inosservato era la bolla invisibile che racchiudeva l’intero ring ovale, separando virtualmente lo spazio interno da quello degli spalti. Doveva trattarsi di una sorta di barriera arcana permanente in grado d’isolare il palcoscenico dal pubblico, senza però alterare la resa visiva dello show né attutire la baraonda che rimbombava in tutto lo stadio.
    Qualunque significato avessero queste aggiunte, il Cerimoniere lo tenne per sé. Probabilmente erano una sorpresa sia per il pubblico che per i partecipanti: a questi ultimi spettava il privilegio di scoprire quale fosse la funzione di quell’insolito allestimento.

    « Fateli entrare. »

    Scomparve come suo solito. Tre piccole grate si sollevarono per fare entrare i gladiatori. Poco dopo l’imponente inferriata adiacente alle tre si sollevò lentamente.

    Nel buio oltre alle sbarre s’intravedeva
    una scintilla distante.


    Agente Oregon VS Jester VS Mordred VS ???

    Campo di battaglia: Ring ellittico dell’Arena Nera, il colosseo sotterraneo di Merovish. Un ampio circolo luminoso è incastonato nel pavimento polveroso, esattamente al centro del ring. Trenta metri sopra è sospesa nel vuoto una sorta di scacchiera di cristallo 4x4 (i tasselli sono lastre trasparenti quadrate di lato pari a 2 metri), i cui angoli sono illuminati allo stesso modo del circolo (schemino per avere un’idea della disposizione: [Link]).
    Condizioni ambientali: Alta temperatura, aria ferma. Di sera lo stadio è illuminato artificialmente. Una gigantesca barriera invisibile a 360° separa la zona del ring dal pubblico.
    Numero di post: Presentazione + x post di combattimento.
    Criteri di Valutazione: Scrittura, Strategia, Sportività.
    Altro: Essendo io il vostro QM, non esitate a chiedermi spiegazioni se avete qualche dubbio. Ricordo che la difficoltà è Alta e il PK è ON, perciò è sempre meglio fare una domanda in più piuttosto che subire atroci conseguenze in-game per una svista. Il quarto partecipante della mischia non ha ancora fatto il suo ingresso, perciò avete un turno di relativa calma prima dell’inizio dello scontro. Ricordo che avete carta bianca sull’approccio da adottare: nulla vi vieterà d’ingaggiare battaglia tra di voi, di allearvi soltanto con un altro partecipante o di lasciare che siano gli altri a fare il lavoro sporco. Sulla carta una mischia è un “tutti contro tutti”, perciò ruolate i vostri personaggi con coerenza.
    Primo post: Libero
    Scadenza: Venerdì 9 ottobre.

    Date il massimo e… buon divertimento!

     
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    All'Arena



    Pensato Intelligenza Artificiale
    "Parlato Intelligenza Artificiale"
    Pensato Agente Oregon
    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Arena Nera



    Espirò lentamente, cercava di tenere a freno le emozioni che provava nel trovarsi lì. Il suo sguardo, oltre il visore impenetrabile, volgeva alla grata. Era un po' teso, non lo si poteva negare, nonostante ciò dall'esterno nessuno poteva capirlo. Era lì immobile a fissare di fronte a lui. Stava ricordando tutte le volte che aveva fatto delle simulazioni di questo tipo, però la differenza è che era tutto standardizzato. Non si poteva rischiare troppo ed Endlos è un luogo dove esiste qualunque tipo di razza, anche inimmaginabile. Magari avrebbe dovuto affrontare un drago o qualche bestia gigante. Si era registrato sia per sfizio che per guadagno. Forse la nostalgia lo spingeva a tornare a fare ciò che più gli veniva meglio: combattere. Ai suoi tempi era un personaggio molto chiuso, indifferente ed egoista, ma stranamente..trovatosi in un ambiente adatto ad un carattere come il suo, ecco che qualcosa di più buono si schiuse in lui. Non riusciva a spiegarlo, magari era semplicemente il tempo che andava avanti e cambiava le cose. Non è dato sapere se un angolo della sua bocca si tirò per accennare un sorriso o se la stretta a pugno della mano destra era un qualche segno della sua incontenibile voglia di andare oltre la grata e gettarsi nella mischia. Poi si scompose, si volse di lato e sganciò una pistola dalla coscia. Controllò che fosse tutto apposto, che non ci fosse nulla di sbagliato nell'arma. Ripeté con l'altra pistola e allo stesso modo col fucile a pompa posto dietro la schiena.
    I sistemi sono funzionanti? - chiese inutilmente, sapeva già la risposta, era solo una domanda di routine.
    Affermativo, sistemi online perfettamente funzionanti - confermò nonostante sapesse già cosa pensava lo spartan. Aveva calcolato che assecondarlo poteva abbassare la percentuale di insuccesso causato dallo stato mentale. Insomma..stava al gioco ed evitava di aumentare lo stress ad Oregon. Essere troppo invadente o toccare punti sbagliati, non avrebbe portato a nulla di buono, o meglio..per quanto piccola potesse essere la variazione, Heta ne teneva sempre conto.
    D'accordo, sono pronto - fece scricchiolare il collo da entrambe le parti dopo aver sferrato un leggero pugno col destro sul palmo della mano sinistra. La grata si aprì e, manco fosse davvero uno spartan ellenico, pareva proprio tornare alle antiche sfide dei guerrieri.

    Oregon era uno spartan moderno, futuristico, era stato addestrato per un altro tipo di combattimento. Era decisamente più evoluto e si trovava disagiato nel dover ricorrere solo alle basi del combattimento. Non doveva intrufolarsi, spiare, assassinare. Non aveva una squadra con cui coordinarsi contro un numero imprecisato di nemici. Non aveva degli obiettivi precisi da perseguire. Semplicemente, ora, si sarebbe trovato contro altri tre avversari, ognuno nella sua stessa posizione, e lo scopo era scontato: mettere k.o. i contendenti. Oregon ormai aveva imparato appieno a dover prestare attenzione a molti altri fattori. Sia per esperienza, che ad avere costantemente una guida esageratamente pignola. Doveva innanzitutto analizzare gli avversari. Ora qualcuno potrebbe chiedersi che differenza ci sarebbe tra la solita prassi e questa: intanto non si sarebbe scontrato contro altri umani del suo universo, gente normale insomma..bensì individui dotati di poteri sovrumani, capaci di effettuare magie, di utilizzare tecnologie mai viste o di sfruttare abilità mentali. Se lui era uno degli uomini più forti e dotati del suo universo, qui..non aveva niente di speciale, eccetto la sua armatura.
    "Ragazzina" - chiamò l'attenzione di quella che si rivelò una vecchia conoscenza. Non si ricordava nemmeno il nome - Jester - istantaneamente soluzionò l'intelligenza artificiale. L'aveva incontrata molto tempo fa, forse era passato un anno o due..e fu prima ancora di recuperare il chip contenente il costrutto. Quest'ultimo lo sapeva semplicemente perché aveva già analizzato i ricordi di Oregon, dunque aveva potuto riscontrare la medesima identità. Non è il caso di divagare troppo nel passato..lo spartan stava attraversando l'esterno di Klemvor e s'imbatté in individui, compresa la giullare, e alcuni droni pericolosi. Sistemata la faccenda, ognuno proseguì per la propria strada.
    "Che ci fai in posto come questo?" - le chiese, era sorpreso, nonostante si ripeteva di non aspettarsi la normalità, ogni volta ci cascava. Se quella giovane era lì ed era una dei suoi avversari, non avrebbe dovuto trattenersi per nessun motivo..è troppo facile a parole. Poi volse lo sguardo al secondo avversario, non aveva nessuna informazione su di lui. Sembrava un essere umano dall'aspetto, senz'altro doveva nascondere qualche asso o una conoscenza particolare. I conti non tornarono e se ne sarebbero resi conto tutti e tre. Mancava uno e in quel momento l'ultima grata cominciò a sollevarsi. Oregon portò entrambe le mani alle pistole e le sganciò. L'attenzione fu attirata da una scintilla nel buio oltre la grata. Lo scontro stava per cominciare, chi avrebbe fatto la prima mossa? Il pubblico voleva uno scontro magnifico, voleva vedere la brutalità uscire da chiunque di loro. Oregon udiva il coro e più andavano avanti più l'adrenalina saliva.

    Stato Mentale: Normale - Attento ed emozionato
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Armatura MJOLNIR Gen 2
    Armi:
    Fucile a Pompa M45D - Colpi: 6
    Doppia Magnum M6H - Colpi: 12 + 12
    Passive:
    Liquido Reattivo Cristallino [Passiva 25% in Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza [Passiva 25% in Forza e Resistenza]
    Spartan Training [Passiva Riflessi Aumentati]
    Heads Up Display [Passiva Mira Aumentata]
    Motion Tracker [Auspex Movimento 30 metri]
     
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    Le palpebre si aprirono ma tutto quello che riuscirono a vedere fu oscurità. I polmoni cercarono aria ed il gusto di plastica si insinuò nella bocca. Il puzzo di decomposizione e fetido liquame arrivò alle narici. Jester si mise a sedere mentre le sue mani strappavano la busta che conteneva il suo corpo. Si trovava in una specie di garage illuminato da qualche lampadina sul soffitto. La stanza era arredata rozzamente da mobiletti in legno grezzo sopra i quali vi erano dei barattoli colmi di organi e attrezzi tra cui seghe, coltelli e pinze. Due tavoli erano al centro della stanza e su uno di loro vi erano dei resti umani, sui muri erano appiccicate maschere di carne umana come la parodia di poster.
    Il Giullare si alzò e trattenne un conato di vomito quando vide il pavimento sporco di budella e cervella, poi qualcosa di familiare attirò la sua attenzione. Le iridi d’onice si puntarono sull’angolo pieno di arpioni da cui penzolavano arti amputati, la giovane avanzò e ne strappo uno avendo la conferma dei suoi timori. Si trattava del suo braccio, quello che Ted Carter le aveva staccato durante il duello all’Arena Nera. A giudicare dall’arto sostituito e il sangue essiccato su tutto il suo corpo senza alcuna traccia di ferite ne dolori la Selvatica arrivò alla conclusione di dover essere risorta da poco. Probabilmente qualche maniaco l’aveva raccattata dopo lo scontro ed ora pensava di poterla aggiungere alla sua collezione. Un brivido percorse la schiena della fanciulla mentre pregava che il suddetto non avesse dato sfogo a strane fantasie necrofile o peggio. Indignata infilzò nuovamente il suo ex braccio assieme agli altri e tornò nel sacco rovinato aggiustandoselo addosso alla meglio.
    In un primo momento la Hunter scoppiò in un pianto di rabbia poi rise al pensiero che quel tipo l’avrebbe pagata cara. Doveva solo tornare sa lei…

    &...Macello & Bordello...&



    « Signore e signori! »
    La voce amplificata rimbombò in tutto l’arena.

    « Lo spettacolo di stasera non è per i deboli di cuore! »
    La Strega avanzò con passo deciso per il corridoio.

    « Esatto, stasera ci sarà una mischia! Tre combattenti e un quarto ospite a sorpresa! La regola è soltanto una: la vittoria spetterà a chi resterà in piedi fino alla fine. »
    La pedana era vicina.

    « Fateli entrare. »

    Jester fece la sua entrata ignorando tutti gli altri concorrenti e non si accorse neppure che uno di loro la chiamò. Con le movenze d’una gatta s’inoltrò più al centro della scena per poi arrestarsi azzittendo i sonagli sul suo copricapo. Attese qualche attimo per bearsi delle grida della folla che ebbero l’effetto di estasiarla al pari d’una droga. Dopodiché cedette il suo primo regalo agli spettatori lanciando ciò che teneva stretto in pugno nel bel mezzo del ring.
    Ad una prima occhiata distratta poteva sembrare una palla coperta di paia ma, guardando più attentamente, era chiaro che si trattava di una testa mozzata.



    Gli occhi erano stati cavati via e tutto quel che rimaneva erano cicatrici e un'espressione di morte. A quel punto il Giullare alzò un braccio per incitare tutti coloro seduti sugli spalti d’ossidiana.
    Voleva far esplodere i presenti, voleva promettere sangue, voleva far gridare il proprio nome e non solo ai tifosi. A quei pensieri le labbra scarlatte della bella s’incurvarono in un sorriso sinistro mentre la sua aura d’orrore abbracciava la tribuna.

    Energia: 110%
    Stato mentale: Euforica
    Stato fisico: Ottimale

    EQUIPAGGIAMENTO

    Col mazzo ti ammazzo: 10 carte-lame


    PASSIVE

    - Terrore nell'Orrore - Aura d'orrore
    -Intrusioni e Selezioni- Avvertimento attacchi psion+ illusoria
    -Bella addormentata- Difesa contro il veleno.
    - Jester's Art - power-up agilità 50%+ velocità 50%
    - Moon's Witch - Immortalità escluso suicidio
    -Energia non andar via- Energia + 10%. (110%)
    -L'anima mia danno tutti lo sanno- 30 metri aux movimento
    -Tela di Nen- Una tela che le permette di camminare su pareti o liquidi (Cammina sulle acque)


    Edited by Jester - 12/10/2015, 20:55
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -sussurri senzavolto-



    Mordred Le Fay







    Un frammento di oscurità nella penombra, una sagoma immobile in attesa. Le luci distanti balginarono per un istante sotto il mantello, riflettendo un bagliore metallico dalla figura scura mentre, sotto il largo cappuccio, due frammenti di ghiaccio dotato di luce propria si palesavano allo schiudersi delle palpebre. Avvertiva concitati i distanti cori in attesa provenire da un solitario frammento di luce.
    La sua mente ritornò al Vuoto, ai frammenti di luce che scorrevano deridendoli oltre il velo, vivendo le loro insulse vite. Lo sguardo si celò nuovamente mentre la mancina avvolta di pelle nera e metallo si stringeva sull'elsa della spada sguainandola in un sibilo secco. Miriadi di mondi insulsi, morti o vivi, fiorenti o in rovina, eppure quei posti erano sempre uguali. In fondo gli usurpatori bramavano solo la distruzione. Era un desiderio che poteva accettare.
    Mentre la spada veniva adagiata a sfiorare con la punta il suolo, la mano destra si sollevò appena innanzi al rinnovato sguardo flettendo lentamente le dita. Le sue possibilità era divenute molto limitate dopo il viaggio dimensionale.. La cosa lo preoccupava? Irrilevante. Era solo l'ennesimo test.
    I Senzavolto tornavano sempre.
    -Comincia..-
    Una voce aveva preso a sovrastare il clamore, riempiendo l'arena e raggiungendolo con le sue presentazioni e le sue promesse. Irrilevante. Tutto irrilevante. Alla fine tutto si sarebbe ridotto al silenzio: quello era solo un altro gemito passeggero, un passo verso il precipizio. Quando ogni cosa fosse giunta al termine, solo il Vuoto avrebbe avuto importanza. Intranto avrebbe recitato, attendendo che le sue capacità tornassero al culmine.
    Un cigolio continuo, un rumore sordo di metallo e catene. La grata si stava spalancando innanzi a lui. Attese alcuni lunghi istanti, dando il tempo agli altri di cominciare a farsi avanti, assaporando il momentaneo senso di attesa in cui tutto restava in sospeso. Poi avanzò.
    La punta della lama scuoteva toccando il terreno in uno stridio continuo, lievi bagliori accompagnavano le scintille che da essa si levavano a quello sgraziato contatto. Infine fu nell'arena, circondato da figure vocianti, da rumori e voci, bagliori provenivano dal soffitto laddove costruzioni sospese delimitavano il loro spazio.
    Si soffermò un istante. Era una figura avvolta di nero ai bordi di quell'arena, un lembo di stoffa a coprire le labbra e il collo e il cappuccio che fuoriusciva dai bordi di metallo a incassare nell'oscurità il viso. Il lungo mantello oscillava attorno a lui come in un oscuro abbraccio mentre la lama fuoriusciva riflettendo bagliori mortali. Poi, inaspettatamente, una mano si levò al cielo, stretta in un pugno silenzioso. Un istante, prima che si gettasse con furia al fermaglio argenteo del mantello, sganciandolo con un movimento brusco e scagliando il velo nero dietro di se, rivelando la crudele armatura. Ora solo il cappuccio e la stoffa scura sul volto mantenevano il velo di mistero sulla figura, mentre la camminata simile ad una marcia stridente riprendeva verso il centro.
    Ora non c'era più spazio per le mezze misure. Questa era guerra.

    Status Fisico: Incolume, respiro regolare.
    Status Mentale: Standard, Analitico.
    Riserva Mana: 100%

    Abilità passive rilevanti:
    >Essenza dei Senzavolto: Immortalità, +25% Forza/Velocità
    >Velo Logorante: Auspex dagli attacchi Psionici.

    Tecniche Attive:
    >//
    >//

    Armi:
    >Ex-Cidium (spada)
    >Armatura delle Nebbie (armatura)


    Resoconto


    CITAZIONE
    //

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    Uno dopo l’altro fecero il loro ingresso.
    Il primo fu un guerriero dotato di equipaggiamento avveniristico, nascosto all’interno di un esoscheletro da combattimento che ne celava le fattezze, tanto che la folla non poteva dedurre nemmeno a che razza appartenesse. Non che a quei cani fregasse gran che, parliamoci chiaro: se l’ammasso di carne dentro quella lattina poteva sanguinare e farsi strappare gli arti, tanto bastava.
    Il soldato del futuro fu presto raggiunto da qualcuno che aveva già ricevuto il suo battesimo del fuoco nel colosseo d’ossidiana. Evidentemente perdere un braccio non era stato abbastanza per quella ragazzina vestita da giullare. La voce suadente dell’Arena l’aveva spinta nuovamente a calcare la polvere della gloria e della morte. Con tutti i pezzi di nuovo al loro posto, Jester entrò tra le acclamazioni del pubblico. Sempre restando sull’argomento “pezzi”, la saltimbanco aveva addirittura portato un extra: una testa mozzata che disegnò un arco nell’aria per poi rotolare sul ring. Gli spalti si sollevarono letteralmente in ovazione. Quella pazza assassina si era già guadagnata la simpatia di tutti quei figli di puttana. Infine si mostrò anche il terzo gladiatore, un nero figuro in armatura che impugnava una spada massiccia; mentre avanzava sul campo di battaglia si svestì teatralmente del mantello.

    Insieme formavano un trio piuttosto variegato.

    Dopo aver acclamato i primi tre contendenti, lo sguardo di tutti si spostò sull’ultimo ingresso. Un brivido d’adrenalina percorse la schiena degli habitué dell’Arena: quando si apriva uno di quei varchi colossali, lo spettacolo s’innalzava totalmente di categoria.

    Inizialmente fu un calpestio lontano.
    Qualcosa si stava muovendo nell’oscurità.
    Poi l’incedere si fece tonante.
    Sempre più veloce.

    La scintilla solitaria s’ingigantì e si ramificò, disegnando a mezz’aria fratture accecanti. In un battito di ciglia una mole colossale si lanciò fuori dal corridoio nero come una bordata di cannone. Atterrò una ventina di metri più in là, sollevando un velo di polvere con la sola onda d’urto del suo arrivo. Nell’incredulità generale una creatura si ergeva davanti alle tre formiche.

    AdoaKlC

    Era un artropode colossale, alto almeno una dozzina di metri, che si reggeva su sei zampe dotate di chele. Il corpo - visibilmente corazzato da un esoscheletro in cheratina - era percorso costantemente da un potenziale elettrico che si scaricava al suolo. Il ronzio d’energia statica emanato da quella creatura era agghiacciante. Il muso pareva una maschera di metallo infusa di pura energia azzurrina, una luce fredda abbastanza forte da far rifulgere l’ambiente circostante.

    Dopo qualche istante il pubblico si scosse dal torpore e iniziò ad urlare come una singola voce distorta. A giudicare dalla postura aggressiva appena assunta dal titano, la baraonda non fu di suo gradimento.

    O forse vi aveva semplicemente riconosciuto come prede.


    Iniziano le danze!
    Avete carta bianca sull’inizio dello scontro, per qualsiasi dubbio sapete dove trovarmi.

    La scadenza è fissata a giovedì 15 ottobre.
     
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    Merda!

    Fu il pensiero di Jester e probabilmente quello collettivo quando un insettone di dodici metri fece il suo ingresso in arena. Come c’era da aspettarsi davanti alla possibilità che i tre gladiatori venissero mangiati dalla fiera la folla andò in visibilio. La creatura era un colosso dall’esoscheletro percorso da scariche elettriche di color zaffiro poggiato su zampe con tanto di chele. La bestia puntava minaccioso verso i tre partecipanti formiche al suo cospetto.
    Il corpo della Selvatica fu percorse da un brivido pura adrenalina a quella vista e poi si mosse automaticamente in posizione di difesa mentre il cervello escogitava una strategia. La fanciulla si guardò attorno osservando per la prima volta gli altri due sfidanti conscia dell’impossibilità di chieder tregua in una mischia. Alla sua destra c’era un cavaliere avvolto in un mantello nero e a seguire un uomo infilato in una tuta tecnologica che la giovane ricordò di aver già incontrato in passato. Le palpebre si strinsero in due fessure mentre la decisione si presentava limpida nella mente del Giullare: avrebbe dato gli sfidanti in pasto alla belva!

    Veloce la Strega avrebbe sganciato un campanello dall’abito circense e, dopo averlo riempito di Nen, lo avrebbe lanciato mirando al concorrente più vicino. Anche nel caso lo sfortunato fosse riuscito a schivare il sonaglio questo sarebbe esploso con tanto di scintille una volta toccato il suolo attirando così l’attenzione del mastodontico insetto. Ancor prima che ciò potesse accadere Jester avrebbe preso le distanze correndo per il perimetro alla sua sinistra della cupola, con l’intenzione di nascondersi dietro l’artropode. A facilitare quella sua manovra sarebbe sopraggiunto il potere elementalista ereditato dal popolo materno, infatti una foschia avrebbe avvolto la Strega celandola agli occhi di tutti.

    L’euforia invase la Circense mentre la sua aura d’orrore si quietava. Jester lo sentiva, avrebbe vinto quella partita perché in grado di equilibrare la propria paura alla gioia della sfida…

    Energia: 110%-10%-10%=90%
    Stato mentale: paura-gioia
    Stato fisico: ottimale

    Lancio campanello a Mordred

    EQUIPAGGIAMENTO

    10 Carte lame

    PASSIVE:

    - Terrore nell'Orrore - Aura d'orrore
    -Intrusioni e Selezioni- Avvertimento attacchi psion+ illusoria
    -Bella addormentata- Difesa contro il veleno.
    - Jester's Art - power-up agilità 50%+ velocità 50%
    - Moon's Witch - Immortalità escluso suicidio
    -Energia non andar via- Energia + 10%. (110%)
    -L'anima mia danno tutti lo sanno- 30 metri aux movimento
    -Tela di Nen- Una tela che le permette di camminare su pareti o liquidi (Cammina sulle acque)

    ATTIVE:

    - Campanello che Macello -
    Quando un campanello viene staccato dal vestito (è attaccato con un bottone) il Giullare lo riempie di Nen. Poi lo lancia e quando il sonaglio tocca un oggetto, o un essere vivente rilascia la sua energia come una piccola bomba. (Consumo Medio)


    - Svista nella Pista -
    La mezza Selvatica utilizzando i poteri da elementalista può creare della nebbia così da disorientare gli avversari durante il combattimento. Infatti essi non possono più vederla per due turni (Consumo Medio/ Durata massima due turni)
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -sussurri senzavolto-



    Mordred Le Fay





    Ed ecco che anche l'ultimo sfidante entrava nell'arena. Un mastodonte di dimensioni notevoli. Perdipiù, era un insetto.
    -Oh..-
    Accennò appena, senza dimostrare eccessivo entusiasmo sul volto inespressivo. Era abbastanza abituato a bestie di quelle dimensioni, ma gli insetti erano avversari decisamente spiacevoli: una velocità notevole non necessariamente comparata alla stazza, aggressività estrema e scarso senso del dolore. Solitamente peccavano invece in agilità, capacità di manovra e intelletto. Cose non necessariamente da prendere per certe in quel posto, ma erano dei punti di partenza.
    Per contro avrebbe dovuto mirare alle giunture, in special modo del viso.
    Se fosse stato da solo.
    In effetti aveva pochi attacchi capaci di attirare l'attenzione di un insettoide, cosa che tornava a suo favore. Avrebbe raccolto dati su di lui e sugli altri e avrebbe deciso se poteva utilizzarlo e sbarazzarsene da solo o se doveva orchestrare la situazione in maniera più congeniale.
    Lanciò un occhiata ai due avversari appena più avanzati, quasi a valutarli mentre i due tizzoni pallidi scintillavano nella penombra del cappuccio.
    Poi un movimento attirò la sua attenzione. La donna gli aveva lanciato qualcosa: una specie di sfera. Molto bene, dunque era così che stavano le cose.
    Avrebbe cercato di dare spettacolo e di rompere le uova nel paniere della ragazza. Del resto l'apparenza era tutto e apparire poco appetibile era un fondamentale naturale di ogni creatura vivente che non volesse divenire una potenziale preda.
    Così quando il campanellino stava per raggiungerlo, la figura avvolta di nero si limitò a ruotare rapidamente il busto avanzando la mano destra a incontrarla senza timore. Poi, appena a contatto col palmo della mano.. il campanellino sibilò spegnendosi in volute di nebbia che parvero avvolgere interamente l'avambraccio in una cortina tetra.


    Oh, Delle Vane Esistenze.

    "Oh, delle Vane Esistenze
    Esiliati dalla realtà,
    Se le sue leggi mi si opporranno,
    La tua mano le piegherà.."


    La caligine del Velo, estensione stessa dei Senzavolto e vincolo alla loro unione sulla terra. Quando minacciato da forze magiche il suo simulacro, è l'Essenza del Senzavolto delle Vane Esistenze a intercedere. Egli ha il dominio sulle regole dell'esistenza e della materia e sulla loro caducità. In virtù della sua intercessione dunque, la caligine si sprigiona avvolgendo la figura e frapponendosi fra se e l'attacco avversario custodendo l'esecutore al suo interno, così che scontrandosi con essa, la tecnica deleterea verrà divorata disperdendosi nel vuoto, venendo così vanificata.
    - (Tecnica Difensiva, Fisica/Magica: Variabile [MEDIA]) [Origine: Razza/Sacerdote (4pt)]



    La mano si spalancò rapidamente, lasciando che i residui del campanellino scivolassero al suolo in frammenti di polvere mentre le gambe scattavano rapide in un salto all'indietro, sollevando invece la spada sulla spalla con un ripiego del braccio sinistro.
    A salto compiuto, si sarebbe reclinato quasi totalmente sulle ginocchia, quasi a caricare una spinta, distogliendo l'attenzione della foscia che iniziava a celare la figura della ragazza. La mano libera, stretta su qualcosa adagiato lì al suolo, con previdenza. Il suo mantello.
    "Buon tentativo, pessimo bersaglio. Troppo impulsiva."
    Così sarebbe scattato dal lato opposto, tenendosi verso l'estremo esterno, tenendosi basso in avanti e trascinandosi dietro il mantello in una scia oscura. In effetti, stava per girare dietro la strana figura in armatura, ponendola fra se e la creatura. Non lo stava fissando direttamente, dando piuttosto l'impressione di puntare alla creatura, ma non appena fosse stato prossimo a passargli dietro, uno strattone improvviso della destra avrebbe scagliato il manto nero verso di lui, protendendo il braccio e il drappo nero come una rete mentre la spada roteava con un movimento di polso accompagnato dal gomito, puntando a scaricarsi in avanti in un fendente da sinistra verso la bassa destra diretto alle spalle dell'altro, accompagnato dal chinarsi del corpo lanciato. Un colpo non molto preciso in corsa, ma veloce e forte. Del resto il suo obiettivo non era lederlo effettivamente. Gli bastava tentare di intralciarlo o costringerlo a girare le spalle alla bestia. Poi, terminato, avrebbe deviato appena la mano protesa in avanti sopra la sua spalla.

    "A te rivolgo le mie preghiere
    quando la luce dorme negli occhi,
    così che l'oscurità giaccia nei cuori,
    morenti innanzi ai caduci raggi.."

    Facendo appello ai poteri decaduti in possesso del suo involucro, sin dai tempi remoti, il Paladino Oscuro incanalerà in un arma o un arto il potere della luce oscura, affinandolo e manipolandolo attraverso la benedizione degli Antichi per poi rilasciarlo in un'esplosione travolgente formata da strali di energia oscura simile a raggi di anti-luce, un'oscurità baluginante e densa capace di perforare e squarciare, lasciando dietro di se una sensazione simile a quella di una bruciatura da freddo. Questi strali di luce oscura compiranno zigzagando ad alta velocità un tragitto irregolare, incrociandosi cosicchè appariranno come un reticolato irregolare che occuperà un tragitto con un'ampiezza circolare pari circa a quella di un varco adatto ad un uomo medio, tentando di travolgerlo e scagliarlo via con la violenta raffica.
    - (Tecnica Offensiva, Magica: Variabile [MEDIA]) [Origine: Classe Primaria, Sacerdote (2pt)]



    Ciò che era in apparenza diretto a lui esplose, dal nascondiglio fornito dalla figura di grossa stazza: un colpo di raggi neri come pece che parevano risucchiare la luce stessa e il calore, disegnando un reticolato che passò sopra di lui dirigendosi all'attaccatura della testa della bestia, dal loro lato. Il colpo era volto a tentare di sbalzarla per un istante e poi costringerla a girarsi, magari lederla. A differenza di un'esplosione, quello era un colpo privo di luminosità che occhi animali avrebbero potuto non intuire come una minaccia.
    Ma soprattutto, mentre la figura procedeva oltre accennando un sorriso vuoto e gelido, avrebbe lasciato intuire che serviva ad attirare l'attenzione della bestia sull'ultimo rimasto. Così avrebbe proseguito senza arrestarsi la sua corsa verso il retro della bestia, tentando di mantenere il suo angolo cieco aggirandola alle spalle dal lato destro, scivolando lo sguardo a tenere d'occhio il risolversi della situazione. Una risposta eclatante sarebbe stata l'ideale, così da accendere definitivamente l'interesse della bestia.

    Status Fisico: Incolume, respiro controllato.
    Status Mentale: Standard, Analitico, all'erta.
    Riserva Mana: 80%

    Abilità passive rilevanti:
    >Essenza dei Senzavolto: Immortalità, +25% Forza/Velocità
    >Velo Logorante: Auspex dagli attacchi Psionici.

    Tecniche Attive:
    >Oh, Delle Vane Esistenze (Difensiva fisica/magica, MEDIA)
    >Parola di Morte: Ex-Takshase'nam (Offensiva, magica, MEDIA)

    Armi:
    >Ex-Cidium (spada)
    >Armatura delle Nebbie (armatura)


    Resoconto


    CITAZIONE
    Il senzavolto annulla l'attacco in arrivo, quindi scatta indietro per portarsi fuori vista e corre dal lato opposto rispetto la strega, tentando di passare dietro il combattente corazzato così da scagliargli addosso il mantello e un colpo di spada, volti ad attirarne l'attenzione e ostacolarlo il tempo necessario ad attirare verso di lui l'attenzione della bestia con un colpo mirato e a prendere le distanze.

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    Pensato Agente Oregon
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    Luogo: Endlos - Arena Nera



    Non se lo sarebbe mai immaginato che quella graziosa ragazza che incontrò tempo addietro nel mezzo dell'Undarm si rivelò una completa folle. Un'esibizionista bruta, quella era aveva portato con sé una testa mozzata, un regalo per il pubblico disgustoso che amava tanto ogni cosa fosse fatta col sangue. Oregon rabbrividì, ciò era innaturale, non era decisamente il tipo da farsi intimorire da altri. Non aveva mai abbassato la testa, teneva tutto per lui e se il nemico era troppo per le sue capacità, non si faceva alcuna domanda o rimorso sull'abbandonare il campo di battaglia. Non era tra i migliori, nemmeno tra i peggiori dei suoi simili, ma come molti..la sopravvivenza stava in cima a tutto.
    Heta, segniamo in rosso tutti e tre - ordinò, sapendo che quella l'avrebbe già fatto di suo, immaginava anche una sua possibile risposta..solo in parte naturalmente, nessuno poteva essere più veloce del proprio pensiero. Pensare prima di pensare, che follia..qualcosa che solo l'intelligenza artificiale ne poteva essere in grado.
    Affermativo - confermò, anche lei aveva notato l'irrequietezza dello spartan, pareva indeciso, non sapeva come gestire la situazione. Aveva bisogno di un input, quello che gli avrebbero dato i suoi avversari. Insomma..in questo genere di situazioni, lui protendeva ad essere il tipo che reagiva e non che faceva il primo passo. Molti sostengono che la miglior difesa sia l'attacco, eppure ovunque viene insegnato a difendersi prima, compreso il codice d'onore, per poi sconfiggere l'avversario attraverso il contrattacco o sfruttando i suoi errori. Oregon non era di certo un esperto di arti marziali orientali, inoltre quello non era nemmeno uno scontro regolare. Non c'erano regole e il risultato era del tutto imprevedibile. Diede un'ultima occhiata all'altro individuo, apparentemente un uomo indossante un'armatura molto diversa dalla sua. Più interessante fu la sua arma, deducendo quindi il suo stile di combattimento. Dovete subito ricredersi ricordando di non dover mai saltare a conclusioni affrettate quando ci si riferiva agli abitanti di Endlos.
    Eccolo.. - pensò appena il quarto gladiatore fece la sua comparsa. Aveva l'aria di un insetto, possedeva un paio d'ali e tre di zampe, ma ciò che lo caratterizzava propriamente, che non potevano sfuggire a nessuno..furono le sue dimensioni.
    La sua altezza supera i dodici metri, il suo corpo è rivestito di un materiale da qui non identificabile, è molto probabile che si tratti di cheratina - informò mentalmente lo spartan, tutti dettagli inutili, non se ne faceva assolutamente niente. Inoltre erano dati che lui stesso poteva ricavare, dopotutto ce l'avevano davanti, in una posa aggressiva.
    Inoltre quella è vera - concluse, riferendosi all'elettricità prodotta dalla bestia gigante. L'elettricità era sempre uno spettacolo da vedere, però..lo spartan sapeva bene che quello poteva essere un grosso problema, doveva fare molta attenzione, la sua armatura ne avrebbe risentito pesantemente. Combattere coi sistemi offline sarebbe risultato davvero svantaggioso.
    Quello è pericoloso..forse dovrei tentare di chiedere una collaborazione - sfiorò l'idea di stringere un'alleanza temporanea, però non la portò mai nella sfera del concreto. Nessuno di loro sembrava incline ad una tregua pacifica, ancora prima di cominciare la guerra. Abbassò leggermente le braccia armate, osservando ogni parte dell'enorme contendente. Aveva già avuto a che fare con giganti da quando era giunto su Endlos, precisamente due e, a causa di alcune circostanze particolari, non era mai stato in grado di eliminarli da solo. Accigliò lo sguardo e rialzò le braccia mirando all'insetto mostruoso, come se si fosse risvegliato all'improvviso..anzi, come se sentì il fischio d'inizio. Tutti nelle posizioni di partenza, via!

    La prima mossa se l'acquistò la giullare, lo spartan direzionò il viso verso la sua destra per osservare la scena. La giovane estrasse qualcosa simile ad un campanello e lo lanciò contro il cavaliere misterioso. Oregon rimase immobile, spostando di tanto in tanto lo sguardo sul titano, giusto per tenerlo d'occhio. Il cavaliere, coraggiosamente, non cercò di evitarlo, anzi..affrontò di palmo la cosa e sembrò neutralizzare con efficacia il trucco dell'altra. Strane nebbie uscivano dalle fessure della sua mano, fino a che, rilasciata, mostrò gli inutili pezzi del congegno. Fu la volta del suo piano di fuga, l'assettata di sangue fuggì in direzione dello spartan, o meglio..era ciò che mostrava il rilevatore di movimento. Era scomparsa alla loro vista, ma l'Armatura, fintanto che rimaneva in un certo raggio, era benissimo in grado di capire la sua posizione. Gli bastava volgere lo sguardo alle indicazione poste sulla piccola mappa circolare in basso a sinistra del visore. E una se la diede a gambe. Alla fin dei conti erano tutti intimoriti dall'enorme bestia, come dargli torto..era solo sei volte più alto di Oregon. La strategia era piuttosto intuibile, al pari di chiunque cercasse di nascondersi..un comportamento del tutto vergognoso per la giullare, un personaggio amante del sangue come lei che si tirava indietro per comparire al termine dello spettacolo. L'altro sembrò aver capito perfettamente le intenzioni dell'avversaria, evidentemente non potendo risponderle provò ad approcciarsi con Oregon. Ironico che pareva delinearsi una scala, il più basso attacca il più alto, seguendo l'ordine. Gli girò intorno, lo spartan abbassò la mira, per poi riagganciare le pistole, seguendo interamente i suoi movimenti. Insomma..aveva dato letteralmente le spalle a quel che si credeva il più pericoloso.
    Capisco - giustamente in quel momento era l'avversario più gestibile. Nonostante non sembrava guardarlo, gli intenti parevano piuttosto chiari. Cercò di distrarlo strattonandogli davanti il suo mantello nero e rivelando successivamente il suo attacco a sorpresa con la spada. Oregon era molto sicuro di sé e non servivano altri esperti per dedurre che quell'assalto era del tutto inutile contro di lui. Col braccio sinistro colpì al volo la veste, come a sbarazzarsi di dosso con arroganza e freddezza. Inevitabilmente, quasi per consenso, la lama colpì la spalla destra dello spartan con un suono metallico. Possente e immobile, lo spartan aveva completamente ignorato quel debole attacco, insufficiente contro la sua armatura. Se ci fosse stato qualcosa di più interessante, i sistemi di difesa automatici lo avrebbe protetto in ogni caso. Non fu necessario consumare energia, fortunatamente. Stava pensando di dirgli qualcosa, come lui fece lo stesso prima. Per qualche ragione sconosciuta, forse attribuibile alla sua indole calma e loquace, non disse nulla. Scioccamente non aveva compreso che lui stesso era parte integrante del piano del cavaliere. Quest'ultimo si esibì in un colpo davvero particolare, ma non diretto a lui. La luce alle sue spalle pareva assorbire ogni altra fonte luminosa, si materializzò una sorta di insieme di filamenti intrecciati in un cerchio. Parevano tanto quei sistemi di difesa a raggi laser. Lo spartan indietreggiò di lato, mostrando il profilo alla bestia che avrebbe dovuto ricevere l'incantesimo. Se qualcuno ha voglia di rifletterci, pareva come se si trovassero in un gioco, dove ognuno prevaleva sull'altro. Voleva sfruttare la stupidità della bestia per attirare l'attenzione su di lui, ma davvero potevano essere sicuri che la reazione sarebbe stata quella prevista? Riprese in mano la coppia di magnum mentre lentamente aumentava le distanze dal più grande degli obiettivi.

    Stato Mentale: Normale - Attento ed concentrato
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Armatura MJOLNIR Gen 2
    Armi:
    Fucile a Pompa M45D - Colpi: 6
    Doppia Magnum M6H - Colpi: 12 + 12
    Passive:
    Liquido Reattivo Cristallino [Passiva 25% in Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza [Passiva 25% in Forza e Resistenza]
    Spartan Training [Passiva Riflessi Aumentati]
    Heads Up Display [Passiva Mira Aumentata]
    Motion Tracker [Auspex Movimento 30 metri]
     
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    La battaglia era cominciata.
    Di fronte all’insetto colossale, Jester decise di sviare l’attenzione sugli altri due sfidanti, lanciando uno dei suoi campanelli verso Mordred. Il Senzavolto non si lasciò intimorire e - imponendo una mano verso l’oggettino - drenò tutta l’energia magica che conteneva, rendendolo inoffensivo. La saltimbanco sparì subito dopo, amalgamandosi con della foschia arcana da lei generata, e cominciò a correre per aggirare l’artropode.

    Non potendo rivalersi su chi aveva dato il via alle ostilità, il cavaliere corse in direzione opposta, puntando verso Oregon. Scagliando prima il mantello come distrazione, mulinò contro di lui un fendente di spada. La lama intarsiata si abbatté sulla spalla del soldato, ma il suo esoscheletro assorbì il colpo senza problemi. Il cavaliere sapeva che sarebbe stato al più un diversivo, perché il vero attacco sarebbe stato il successivo: il reticolo d’energia nera che attraversò l’aria per schiantarsi sul corpo dell’artropode. Il bestione, che negli istanti precedenti aveva studiato i movimenti delle formichine, venne ferito da quell’irraggiamento oscuro. Solchi e bruciature gelide piuttosto trascurabili, se rapportate alla sua stazza, ma sufficienti per farlo infuriare.

    Dalle sue fauci iniziò a grondare energia fuori controllo. Il rateo delle scosse elettriche aumentò insieme alla sua aggressività. La sua risposta all’affronto fu uno stridio assordante che superò di parecchi decibel la soglia del dolore, un suono talmente intenso da sembrare un muro invisibile che spazzò tutto il ring. A tutela dei timpani del pubblico, la barriera perimetrale filtrò gran parte dell’energia sonica e risparmiò agli spettatori quello che invece i gladiatori dovettero subire.

    Lo Spartan aveva preso le distanze dal colosso, presagendo la pessima reazione di quest’ultimo. Con Jester celata alla vista e il soldato in ritirata, Mordred diventò l’obiettivo più vicino su cui l’artropode poteva sfogare la sua aggressività. Dopo essersi voltato verso di lui, una chela frontale guizzò verso il suo corpicino, con l’intento di afferrarlo. La sua stretta era talmente vigorosa da poter deformare l’acciaio.

    La tensione era alle stelle e sugli spalti l’eccitazione era un crescendo continuo. Molti avevano perfino dimenticato su chi avevano puntato i loro soldi, rapiti com’erano dallo show. Forse era un bene, perché - dopo la comparsa del mostro - la quotazione della sopravvivenza degli sfidanti era precipitata vertiginosamente.


    Dopo essere stato ferito, l’insetto emette uno stridio assordante di potenza media che investe tutti voi indiscriminatamente. Poi cerca di afferrare Mordred con la chela, azione che conta come un attacco di potenza media.

    La scadenza è fissata a domenica 1 novembre.
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -sussurri senzavolto-



    Mordred Le Fay





    Il Senzavolto stava ancora correndo in direzione della schiena della creatura quando questa esplose in un urlo sonico. L'urto fu abbastanza forte da scagliare la figura verso l'esterno, piegandola sul ginocchio esterno e sollevando la gamba rivolta alla creatura dal suolo, sbilanziandolo. Ciò che però lo stordì per un istante fu il rumore improvviso.
    Il rumore stridente della lama riecheggiò a seguire mentre roteava il polso portando la punta della lama verso il terreno a creare attrito consentendogli di scaricare il peso in avanti, sulla gemella ora adagiata sul pomo, arrestando il volo che altrimenti lo avrebbe scagliato a terra. Il pulsare del corpo gli segnalava varie contusioni, perlopiù spare nelle zone scoperte del corpo, dove l'urto aveva impattato. Uno schiocco secco delle labbra indicò il suo disappunto, mentre la mano si stringeva sull'elsa della lama.
    Disappunto perchè la creatura aveva deciso nonostante tutto di seguire la sua corsa ignorando l'uomo in armatura, intento sino a poco prima a camminare con calma. La dimostrazione era una grossa chela in arrivo.
    Meglio così, del resto quello che voleva era dare spettacolo: non era questo lo scopo dell'arena? E in particolar modo voleva mandare in confusione quel grosso bestione: gli insetti erano semplici in maniera eclatante, avevano comportamenti istintivi e il semplice concetto di cacciatore e preda. Lui doveva dare l'impressione di essere della prima categoria e spingerlo a cercare qualcosa di meno minaccioso, a questo punto.
    Mentre la chela si avvicinava, l'intero corpo si sbilanciò in avanti, la spada separando la punta da terra mentre veniva riadagiata lungo il fianco e il petto rivolto in avanti, mentre si ergeva.
    Poi, ancora una volta, avrebbe rivolto il palmo in avanti.
    -Mirate..-

    Oh, Delle Vane Esistenze.

    "Oh, delle Vane Esistenze
    Esiliati dalla realtà,
    Se le sue leggi mi si opporranno,
    La tua mano le piegherà.."


    La caligine del Velo, estensione stessa dei Senzavolto e vincolo alla loro unione sulla terra. Quando minacciato da forze magiche il suo simulacro, è l'Essenza del Senzavolto delle Vane Esistenze a intercedere. Egli ha il dominio sulle regole dell'esistenza e della materia e sulla loro caducità. In virtù della sua intercessione dunque, la caligine si sprigiona avvolgendo la figura e frapponendosi fra se e l'attacco avversario custodendo l'esecutore al suo interno, così che scontrandosi con essa, la tecnica deleterea verrà divorata disperdendosi nel vuoto, venendo così vanificata.
    - (Tecnica Difensiva, Fisica/Magica: Variabile [MEDIA]) [Origine: Razza/Sacerdote (4pt)]



    Il palmo si sarebbe frapposto fra la punta della chela e il suo corpo, avvolto da stralci di caligine chiara, malapena visibile in quell'inferno anche da chi era più vicino. Era però più che sufficiente a drenare l'intera forza dell'assalto piegando le leggi della materia e dissolvendo la minaccia nel vuoto. Così il tentativo avrebbe portato ad una scena quantomai insolita: un uomo grande quanto un insetto, di fronte ad uno scarafaggio gigante, che ne arrestava l'assalto col palmo di una mano, senza smuoversi di un centimetro.
    Poi la reazione fu immediata e lineare. Il busto ruotò in direzione del braccio armato, seguito dal mulinare di passi volto a incrociarsi aggirando l'esterno della chela dal fianco, avanzando verso l'interno e ponendola fra se e l'uomo corazzato, mentre il resto del corpo mostruoso lo schermava dalla figurina femminile allontanatasi in precedenza e le braccia si sollevavano adagiando la lama sulla spalla corazzata. Ruotato come un mulinello di pece e acciaio in quella direzione, sarebbe scattato in avanti, terminando la rotazione in un fendente diretto a schiantarsi poco sopra le chele, nella fessura superiore che solitamente le collegava al resto della zampa consentendone i movimenti e che rappresentava il punto di maggiore stress in cui il peso tendeva a scaricarsi, al pari della caviglia umana. E come la caviglia era facile a slogarsi guastando la mobilità umana, lui avrebbe colpito quella della creatura. L'esoscheletro degli insetti tendeva a renderli molto resistenti all'esterno, ma rendeva le giunture estremamente fragili, specie se si trovava il modo di insinuarsi all'interno. La spada mulinò verso il basso, tentando di impattare lateralmente in quel punto mentre la lama avvampava di luce nera, nel tentativo di riversarla attraverso la fessura all'interno della corazza, comprimendola nello spazio ristretto nel tentativo di minarne l'integrità della struttura.

    "A te rivolgo le mie preghiere
    quando la luce dorme negli occhi,
    così che l'oscurità giaccia nei cuori,
    morenti innanzi ai caduci raggi.."

    Facendo appello ai poteri decaduti in possesso del suo involucro, sin dai tempi remoti, il Paladino Oscuro incanalerà in un arma o un arto il potere della luce oscura, affinandolo e manipolandolo attraverso la benedizione degli Antichi per poi rilasciarlo in un'esplosione travolgente formata da strali di energia oscura simile a raggi di anti-luce, un'oscurità baluginante e densa capace di perforare e squarciare, lasciando dietro di se una sensazione simile a quella di una bruciatura da freddo. Questi strali di luce oscura compiranno zigzagando ad alta velocità un tragitto irregolare, incrociandosi cosicchè appariranno come un reticolato irregolare che occuperà un tragitto con un'ampiezza circolare pari circa a quella di un varco adatto ad un uomo medio, tentando di travolgerlo e scagliarlo via con la violenta raffica.
    - (Tecnica Offensiva, Magica: Variabile [MEDIA]) [Origine: Classe Primaria, Sacerdote (2pt)]



    Tentato ciò, avrebbe puntato a riprendere la corsa, evitando di arrestarsi dopo il colpo in movimento e tenendosi all'interno della figura mastodontica, sfruttando le zampe come arcate sulla sua testa e tenendo il corpo mastodontico al suo fianco. Se avesse ottenuto l'effetto sperato la grossa figura non avrebbe più potuto contare sulla chela anteriore nel sostenere e disperdere il suo peso: questo la avrebbe costretta a spostarne maggior parte sul lato opposto oltre a impedirle di sollevare le zampe a lui rivolte per non perdere interamente il sostegno, collassando in terra. Senza contare la perdita di mobilità.
    Ma ciò su cui più contava, era l'impatto psicologico. Un danno con ripercussioni tanto improvvise, dopo il blocco precedente, aveva la possibilità di causare paico istintivo nella creatura. La qual cosa poteva renderlo decisamente meno appetibile. Doveva solo sperare di poter contare su questa variazione del piano originario. Intanto avrebbe sfruttato il bestione come scudo umano, continuando a tenersi nei suoi paraggi, possibilmente fuori vista.



    Status Fisico: Contusioni da urto diffuse (10% totale), respiro accelerato ma controllato.
    Status Mentale: Analitico, all'erta, allarmato.
    Riserva Mana: 60%

    Abilità passive rilevanti:
    >Essenza dei Senzavolto: Immortalità, +25% Forza/Velocità
    >Velo Logorante: Auspex dagli attacchi Psionici.

    Tecniche Attive:
    >Oh, Delle Vane Esistenze (Difensiva fisica/magica, MEDIA)
    >Parola di Morte: Ex-Takshase'nam (Offensiva, magica, MEDIA)

    Armi:
    >Ex-Cidium (spada)
    >Armatura delle Nebbie (armatura)


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    CITAZIONE
    Il senzavolto annulla l'attacco della creatura, dopo essere stato investito dal muro sonico, quindi tenta un colpo mirato alle articolazioni, puntando a insinuare una tecnica all'interno per minarne la stabilità e sbilanciarlo verso il lato opposto. Quindi avrebbe continuato la sua corsa tenendosi fra le zampe della stessa, sfruttandole come mura fra se e gli avversari.

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    L’unione fa la forza ma chi fa per sé fa per tre…
    Le persone non hanno certo le idee chiare tuttavia si trovavano tutte d’accordo ad indicare Jester come una sociopatica e bipolare. Una ragazza accogliente e calda come il fuoco di un camino che poteva esplodere in un incendio alla minima scintilla.


    Il Giullare riuscì ad aggirare il colosso senza attirare su di sé né sua né l’attenzione quella degli altri due sfidanti. Durante il tragitto la giovane aveva sbuffato piena di disapprovazione vedendo il cavaliere- mago difendersi dalla sua piccola bomba ma il suo malumore non ebbe vita lunga. Le labbra scarlatte seghettate di nero si curvarono in un sorriso che rese il volto del Guitto ancora più inquietante quando il guerriero tecnologico riuscì a parare senza alcuna difficoltà l’attacco del mago. La Selvatica stava tornando indietro con lo scopo di arrivare a pochi metri dal lato destro dell’insetto quando un suono stridente la raggiunse. La Strega non poté fare altro che stringere i denti ed accovacciarsi su sé stessa portando il bordo del cappello circense a tapparsi le orecchie. Quando il frastuono si spense non fu più possibile alla Strega udire alcun rumore al di fuori del fischio continuo nelle proprie orecchie e nel momento in cui il suo sguardo si posò sugli spalti d’ossidiana la giovane ebbe la stessa sensazione che avrebbe avuto guardando una tv senza audio. Costringendosi a correre la giovane cercò di riprendere in mano le redini della situazione ripromettendosi di controllare maggiormente l’auspex così da riportare al minimo la menomazione temporanea all’udito. La tela di En attorno a lei rivelò immediatamente che il colosso di cobalto si stava scagliando contro il mago e la giovane donna decise di approfittare del momento.

    Seguendo l’idea originaria di servire su un piatto d’argento i due cavalieri all’insetto per poi approfittare della distrazione di quest’ultimo e vincere la sfida la Strega decise la sua strategia:
    Colma d’euforia la figura circense tirò fuori da tasche e maniche sei carte che avrebbe lanciato mirando al busto del mago sperando che fosse troppo impegnato a rivalersi verso la bestia. Dopodiché prese un sonaglio dall’abito giullaresco e lo sganciò ai piedi dell’avversario dall’armatura futuristica. Una volta venuto a contatto con il suolo il sonaglio avrebbe messo radici cariche d’elettricità che si sarebbero propagate per il raggio di cinque metri incatenando il bersaglio al suolo. A quel punto Jester sarebbe corso nuovamente dietro la grande creatura conscia che la nebbia che l’aveva celata fino a quel momento stava calando e che ben presto sarebbe stata visibile agli occhi di tutti.

    Energia: 90%-10%-10%=70%
    Stato mentale: Euforica
    Stato fisico: Non sente più i suoni (per il momento)

    EQUIPAGGIAMENTO

    10 Carte-lame
    10-6=4

    PASSIVE:

    ATTIVE:

    - Una Carta non si Scarta -
    La mezza Selvatica lancia le sue carte-lame con una tale forza da poter non solo lacerare la pelle ma spaccare anche quale ossicino... 4 colpi a consumo basso, 6 colpi a consumo medio, 8 colpi a consumo alto, 10 colpi a consumo critico. (Consumo Variabile)

    10%

    - La Ragnatela che Lamentela - La ragnatela che lamentela: Jester lancia un campanello riempiendolo di Nen e questo al contatto col suolo si trasforma in una ragnatela. Essa sarà pronta ad intrappolare chiunque si trovi nel suo raggio d'azione _ovvero 5 metri_ e a donare al fortunato simpatiche scosse elettriche. Durata 2 turni. (Consumo Medio)
     
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    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Arena Nera



    Non era poi così lontano dal cavaliere, sufficiente però a non diventare il bersaglio primario della bestia. Probabilmente Oregon era l'unico che basava chi colpire su chi, per lui, rappresentava una vera minaccia. All'inizio intendeva richiedere la collaborazione degli altri per sistemare il nemico più grande, grosso e, apparentemente, potente. Sfortunatamente, la coppia di umani, o almeno quelle erano le fattezze, avevano altri progetti e, uno ad uno, provarono a sacrificare gli altri all'insetto. La prima provò col cavaliere, ma questi..con la magia, riuscì senza problemi a nullificare il colpo per prendersela con Oregon. Scelta errata, ma unica..se voleva seguire il suo piano, poiché la giovane era sparita dalla vista di entrambi. Non che per Oregon fosse un vero problema, poteva "vederla" attraverso il rilevatore di movimento. Quanto al piano del cavaliere nero, questi rimase sul posto. Come se l'attenzione di entrambi fosse ricaduta sul mostro, con l'ansia e l'impazienza di eliminare la suspance e scoprire la sua reazione. Oregon lo fece senza pensarci, manco apposta..furono movimenti incontrollati a portarlo più distante dal cavaliere. Dunque quest'ultimo fu preso di mira.
    Si prepara? - gli sfuggì una domanda retorica, cui Heta non rispose, ormai aveva compreso il modo di pensare del guerriero. Si, perché si trattava di pensieri. L'insetto si mosse sul posto, un potente stridio ad area circolare si abbatté su tutti i presenti. Alcuni accusarono di più per l'onda d'urto, come l'altro, altri probabilmente solo danni all'udito. Lo spartan sentì qualcosa abbattersi sull'armatura, qualcosa di talmente forte da far strisciare le pesanti scarpe in metallo dell'armatura sul terreno, producendo due brevi solchi. L'opposizione fu sufficiente, ma il vero problema non fu l'onda d'urto generata dal suono, bensì il suono stesso. Uno stridio potente che s'insinuò nelle orecchie dello spartan. Chiuse gli occhi, strinse i denti..giusto per poco.
    Chiudi tutto! Chiudi tutto! - avvertì istantaneamente l'intelligenza artificiale, questa l'istante dopo interruppe ogni sorta di comunicazione, nessuno avrebbe potuto udire le grida di dolore dell'umano del futuro. Voleva preservare un orgoglio di ferreo soldato, impassibile al dolore. Si piegò su un ginocchio, mentre con le mani batté più volte il casco. Stava soffrendo, come tutti, come alcuni. Il pubblico poteva solo immaginare.
    La barriera protegge gli spettatori - precisò chiarendo il piccolo dubbio, dunque si trattava di qualcosa in grado di minimizzare parecchio tutti gli effetti prodotti sul campo. Giustamente. Stava per appoggiare la fronte a terra per poi battere sul terreno con violenza per distrasse se stesso dal dolore ai timpani. Fatto che all'improvviso tutto tacque. Nonostante lo stridio terminò la sua durata, avvertiva una sorta di eco, come un rimbombo dentro al casco.
    BioScan - ordinò al costrutto - Il suono ha danneggiato i timpani, al momento non sono in grado di riferirle con certezza il periodo di riabilitazione - rispose impeccabile sempre attraverso il loro personale, quasi intimo, canale mentale. Si rialzò dunque valutando la situazione. L'enorme avversario era un problema e fin qui non c'erano dubbi. Come si era allontanato lentamente, ora cambiò direzione. Con la coppia di magnum ben salda nelle mani, cercò di avvicinarsi al cavaliere.

    Più veloce quando l'insetto senza nome tentò un possente colpo di chela. Oregon non desiderava aiutarlo, almeno non ora. Aveva attaccato briga con lui, ma semplicemente per distrarlo e non venir scelto come bersaglio..sfortunato lui, che alla fine il suo piano non fu per niente efficacie, quasi si ritorse contro..per puro caso. Quello si sarebbe occupato di preservare il suo stesso corpo, poi che il suo contrattacco fosse stato efficace o meno, non avrebbe avuto grande importanza. Non servì alcuna segnalazione da parte di Heta, nemmeno ci provò in quando poteva sapere all'istante se l'Armatura fosse pronta o meno. Il rilevatore di movimento indico una serie quantizzata ma indefinita di oggetti muoversi dalla direzione che aveva preso la giullare. Insomma..si era decisa a intromettersi cercando di mettere in difficoltà il già occupato cavaliere. Non poteva permetterlo. I suoi straordinari riflessi, poiché superiore agli uomini, gli permisero di individuare a occhio gli oggetti volanti. La posizione di Oregon era situata tra il cavaliere e la ragazza invisibile, solo non allineato al primo per qualche metro. Scattò, quindi, con lo scopo di dare letteralmente una mano al cavaliere. In parte per altruismo, in parte per non rendere lo scontro più difficile. Eliminato il cavaliere, lui sarebbe stato il prossimo e..per quando abile soldato, non sarebbe riuscito a reggere una bestia gigante e un'astuta e fastidiosa ragazza. Avrebbe allargato le braccia frapponendosi tra le armi lanciate e il cavaliere impegnato. Strisciando coi piedi, il suo scudo avrebbe reagito all'impatto di quelle che si sarebbero rivelato come carte da gioco.
    Carte? - osservò queste rimbalzargli contro e finire al suolo. Non erano semplici carte, erano state sufficientemente affilate da attivare lo scudo energetico dell'armatura. Alzò lo sguardo, la giovane era nel raggio del suo rilevatore di movimento. Il suo punto non c'era prima, ma tentando l'agguato a distanza, inevitabilmente si era registrata al rilevatore di movimento che segnalò una volta la sua posizione, per poi scomparire nuovamente.
    Registralo - detto, fatto. Lo spartan puntò la coppia di armi contro di lei, o almeno..contro il punto cui aveva potuto registrare l'origine del movimento. Poi ancora. Come apparso dal nulla, un campanello simile a quello scagliato in precedenza.
    Deve evitarlo - come un avvertimento, un allarme, ma la voce neutra rimaneva tale. Fastidioso da pensare..non poteva non fargli venire in mente una possibile situazione letale per lei. Chissà come si sarebbe rivolta Heta in una situazione del genere, avrebbe mantenuto il tono neutro anche in punto di morte?
    Lo so - rispose istantaneamente, un semplice scambio di pensieri, più veloce di qualsiasi azione. Il campanello puntava il terreno, non direttamente lui. Scariche elettriche si sarebbero prodotte avvicinandosi ai suoi piedi. Prontamente, Oregon attivò i propulsori posti ai suoi piedi. Non ci fu rilasciò di nessuna fiammata o scintilla, un rapido impatto da smuovere la polvere ai suoi piedi. Il rumore di un botto smorzato, l'Armatura allungò le braccia ed effettuò una capriola in volo, evitando quindi l'intero raggio del campo elettrico. Al termine del salto, avrebbe concluso l'acrobazia con un'ulteriore capriola al suolo, giusto per dissipare l'urto col terreno e aumentare, seppure di poco, la distanza col campo alle sue spalle. Giusto per aggiungere maggiore sicurezza.
    Ti ho.. - pensò mentre mirava alle possibili posizioni segnate dal rilevatore posto in basso a sinistra del suo visore. Cominciò a sparare un totale di sei colpi, tre per ogni pistola cercando di anticipare i movimenti della giullare, basandosi esclusivamente sul rilevatore di movimento..fino a quando il suo aspetto non si fosse rivelato nuovamente.

    Stato Mentale: Normale - Attento e molto concentrato
    Stato Fisico: Normale - Udito mediamente danneggiato
    Energia: 85%
    Equipaggiamento:
    Armatura MJOLNIR Gen 2
    Armi:
    Fucile a Pompa M45D - Colpi: 6
    Doppia Magnum M6H - Colpi: 9 + 9
    Passive:
    Liquido Reattivo Cristallino [Passiva 25% in Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza [Passiva 25% in Forza e Resistenza]
    Spartan Training [Passiva Riflessi Aumentati]
    Heads Up Display [Passiva Mira Aumentata]
    Motion Tracker [Auspex Movimento 30 metri]
    Attive:
    CITAZIONE
    Nome: Scudo Energetico
    Tipologia: Difensiva
    Raggio: Se stesso
    Descrizione: Perfezionato sugli ultimi modelli dell'armatura, si tratta di una seconda pelle intorno che permette di proteggere da alcuni attacchi. Si può modificare il livello di difesa, quindi variando l'uso di energia, secondo il bisogno. Può infrangersi se i danni raggiungono il limite, quindi ci sarà bisogno di aspettare la ricarica, oppure si può usare direttamente l'energia dell'armatura anche se risulterà più complesso. Grazie all'intelligenza artificiale, si può ridurre al minimo il tempo di ricarica degli scudi nel caso vi sia la necessita di utilizzare nuovamente lo Scudo Energetico.
    [Consumo: Variabile - Difesa Fisica/Magica: Variabile][Medio]

    Nome: Thruster Pack/Jump Unit - Ground Pound/Spartan Charge
    Tipologia: Supporto - Difensiva - Offensiva
    Raggio: 5 metri - Melee
    Descrizione: Usato nelle missioni a gravità zero, specialmente intorno alla Luna in quanto sia stato nella classe Assalto Aereo, quest'abilità permette all'utilizzatore di eseguire uno scatto molto rapido, anche in volo, di 5 metri. E' possibile attivarla dai piedi o dalla schiena oppure da entrambi utilizzandola due volte per raddoppiare i metri. Si trattano di serbatoi a idrozina, che se rotti diventano pericolosi, in quanto l'operante perderà il controllo e l'assetto in volo, la probabilità è comunque scarsa trovandosi incorporati nell'armatura. Grazie al controllo dell'intelligenza artificiale, è possibile modificare il consumo e la gittata per eseguire degli spostamenti consentendo all'utilizzatore di evitare attacchi nemici. Volendo è possibile, per Oregon, sfruttare il lancio prodotto dai propulsori per eseguire un colpo fisico, in grado anche di distruggere edifici, portato generalmente con un pugno o con la spalla, ma possono essere usate anche altre parti del corpo, ad esempio i piedi per effettuare un calcio.
    [Consumo: Basso][Consumo: Variabile - Schivata: Variabile][Consumo: Variabile - Danno: Variabile - Raggio: Variabile][Basso]

    Riassunto: Oregon subisce in pieno l'attacco dell'insetto subendo un danno Medio all'udito. Si frappone tra le carte lanciate e Mordred, proteggendo quest'ultimo con Scudo Energetico a livello Medio, evita La Ragnatela che Lamentela con Thruster Pack/Jump Unit a livello Basso, infine si affida al rilevatore per contrattaccare con 6 proiettili Normali delle Magnum M6H.
     
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    Il boato del mostro investì gli sfidanti come una folata di vento che spazza le foglie autunnali. Era chiaro che la creatura fosse di una lega totalmente diversa da quella altri tre e - mentre qualche spettatore si chiedeva da che fogna dimensionale avessero raccolto una bestia simile - Mordred si trovò ad affrontare una delle sue chele. Il cavaliere non si lasciò intimorire e bloccò l’attacco, dissipandone l’energia cinetica con un solo gesto della mano. Seguì un colpo di spada alla giuntura della chela, infuso d’energia oscura per massimizzarne il potere distruttivo. La lama disegnò un arco nero nelle carni dell’insetto, tranciando di netto una delle sue tenaglie. Mentre l’artropode ritraeva l’arto in un moto d’orrore e sofferenza, il cavaliere si portò lontano dal suo campo visivo, correndo fra le altre zampe.

    Nel frattempo Jester, celata nel suo velo di foschia, stava seguendo il flusso della battaglia. Per movimentare ulteriormente la situazione decise di giocare un tiro mancino al Senzavolto, scagliando una raffica di carte taglienti come coltelli. La notevole perdita di concentrazione conseguente all’attacco dissolse il suo camuffamento, ma lei probabilmente non se ne rese conto. La saltimbanco era appena tornata visibile, ma il terzo contendente non l’aveva mai realmente persa di vista. I sensori dell’esoscheletro di Oregon avevano tracciato costantemente la posizione di Jester, consentendo allo Spartan di reagire prontamente ad ogni sua mossa. Il pubblico ebbe un generale moto di stupore vedendo il soldato erigersi come scudo umano per difendere Mordred. Era una piega inaspettata, considerando che pochi secondi prima lo spadaccino non si era fatto problemi a colpirlo. Il soldato mirò con le due Magnum verso Jester, ma prima di poter aprire il fuoco riconobbe un campanello in volo verso la sua posizione. Toccando terra, l’oggettino rilasciò un tappeto elettrico, che lo Spartan evitò con una coreografica capriola a propulsione. Atterrò appena fuori dal raggio d’azione della tela elettrificata, allontanandosi ulteriormente con una seconda capriola, stavolta sul suolo sabbioso. Non appena riacquistò una posizione di tiro, fece fuoco con entrambi i revolver.

    Il bestione non fu coinvolto nello scambio di colpi, ma il suo istinto lo portò ad agire per salvaguardarsi da altre ferite. Aveva perso una chela anteriore per colpa di una delle tre formiche, non poteva più sottovalutare le prede. Il colosso si spostò rapidamente verso il bordo del ring, sollevando un polverone al suo passaggio. Un’area del primo anello si ammutolì per lo sgomento, vedendo la creatura arrivargli così a ridosso, come un palazzo in rotta di collisione con il pubblico. Perfino chi confidava ciecamente nella barriera separatoria sentì il cuore salirgli in gola.

    L’insetto non poteva sfondare la barriera.
    Ma d’altronde non era nemmeno sua intenzione farlo.
    Quello che poteva fare…

    …era scalarla.

    Sconfiggendo la gravità e il buonsenso, l’artropode iniziò ad inerpicarsi sulle pareti trasparenti della bolla di contenimento. Le sue zampe chelate riuscirono a far presa sulla struttura arcana, permettendogli di risalirla, mentre per tutta l’Arena si sollevavano urla di stupore. Salì verticalmente con una fluidità impensabile per la sua stazza, arrivando in una manciata di secondi ad altezze vertiginose. Si fermò ad almeno trenta metri dal suolo, circa a metà della cupola trasparente. Mentre scampoli d’energia elettrica continuavano a scaricarsi contro la superficie della barriera, le due membrane sul suo dorso iniziarono a vibrare. Erano visibilmente troppo piccole per fungere da ali, ma l’insetto continuò ad agitarle nervosamente, restando sospeso nel vuoto.

    Le intenzioni della creatura non erano molto chiare.
    L’unica cosa evidente era che ormai si trovava totalmente fuori dalla portata degli attacchi dei gladiatori.
    A pensarci bene, forse non era un caso se fin dall’inizio dello scontro l’allestimento del ring comprendesse quella strana piattaforma a scacchiera sospesa nel vuoto, sopra le loro teste.


    @Jester: Il Regolamento prevede che le tecniche d’invisibilità s’interrompano non appena si passa all’offensiva, perciò così avviene.

    L’insetto al momento si trova fuori dalla portata di qualunque vostra tecnica. Per l’ordine di posting, questo turno servirebbe che Jester rispondesse per prima, avendo un attacco rivolto verso di sé. Dopo di lei l’ordine è libero.

    La scadenza è fissata a domenica 22 novembre.
     
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    Tra lo stupore generale lo spadaccino riuscì a tranciare una delle grandi chele del colosso il cui urlo si propagò per tutta l’arena lasciando un alone di gelo negli animi dei spettatori. Tuttavia il grido della bestia si presentò solo come uno stridio attutito per il nostro Guitto che a poco a poco stava riacquistando l’udito. Intanto l’aria fresca che aveva baciato la sua pelle diafana si diradò lasciando dietro di sé solo la calura tipica di Merovish e le gocce di rugiada tra i capelli di lei. La ragazza ci mise il tempo di due veloci offensive prima di accorgersi che l’incanto di foschia l’aveva abbandonata ma quando ne prese atto non se ne preoccupò. Non che fosse un particolare poco rilevante, anzi, componeva gran parte della sua strategia ma in quel momento la donzella aveva ben altro a cui pensare. Il cavaliere tecnologico non solo aveva evitato il suo campanello trappola dopo aver intercettato le carte da gioco rivolte al mago ma la stava addirittura attaccando. I fili di En che si estendevano attorno alla Hunter ebbero un sussulto come quelli che percorrevano una ragnatela e la giovane seppe che sei proiettili erano stati sparati. Approfittando della propria abilità la Strega riuscì a schivarne due esibendosi in un aggraziato balzo e ne sibilarono altrettanti sopra di lei quando fece una piroetta, uno le si andò a conficcare nel cappello che volò via e un sesto non la raggiunse mai. Infine la fanciulla si ritrovò accovacciata come una gatta sul terreno ansimante e soddisfatta della propria performance, ma decisa a non abbassare la guardia. Ancora una volta l’auspex della Selvatica vibrò e mentre un polverone la investiva questa si ritrovò affascinata dalla disinvoltura con il quale l’insetto riusciva ad arrampicarsi sulla cupola che racchiudeva il ring. Solo quando la creatura raggiunse il punto più alto del coperchio simile ad una scacchiera la Strega alzò le iridi d’onice e si accorse dell’elettricità che scaturiva dalle sue ali e un’idea malsana le balzò in testa.

    -Non prendetela a lite
    Una tregua che ne dite?-


    Ed eccola lì una delle doti di cui Jester vantava, quella della bipolarità. La ‘capacità’ di cambiare umore, pensiero e tant’altro in poco tempo senza una motivazione precisa, o forse in quel caso il suo cervello era riuscito semplicemente a fare due più due e a votare per la sopravvivenza. Comunque la folle non aspettò che gli altri rispondessero, anche se l’avessero fatto non sarebbe riuscita a sentirli ed oltre ad essere incapace a leggere le labbra con quei due sarebbe stato del tutto inutile camuffati com’erano. Così, senza cappello ma tanta determinazione, la ragazza corse al perimetro dell’arena dove avrebbe provato a camminare sulla superficie incolore. Nel caso il suo Nen foss riuscito ad aderire alle pareti lasciandola scorrazzare come una specie di Spiderman la donna avrebbe rincorso l'insettone per almeno una quindicina di metri.

    La risata della Strega impegnò l'aria

    Potrei aver scritto £$%&/()&% (non so se avete recepito il messaggio xD) Comunque è perché sono un po' così! Vabbé domani al massimo sistemo. Un baciotto!

    PS ho modificato il 21.11.15 perché mi son scordata di scrive' le attive...
    24.11.15 ho modificato km con m

    energia 70
    Stato mentale folle
    Stato fisico non sente bene

    PASSIVA:

    Tela di Nen
    La mezza Selvatica ha sviluppato grazie all'unione delle abilità Hunter e il potere elementale una strana ed utile attitudine. Essa consiste nel camminare su qualsiasi superficie liquida o solida attraverso una specie di tela, che ricorda una ragnatela, in grado di appiccicarle le piante dei piedi (scarpa o non scarpa) anche a testa in giù.

    50 agilità e velocità


    Edited by Jester - 24/11/2015, 01:29
     
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    Luogo: Endlos - Arena Nera



    Qualsiasi parola rivolta a lui avrebbe ricevuto come risposta il suo silenzio. Rispetto come guerriero, per evitare fraintendimenti di alcun genere. Le sue azioni erano tutte motivate e pareva proprio che piano piano i contendenti stavano capendo cosa voleva lui da loro. Esatto, come da titolo: collaborazione. Era il suo obiettivo fin dall'inizio. Si era basato sulle esperienze vissute, non avrebbe mai potuto affrontare la bestia da loro, ancora peggio se era in grado di mettere fuori uso i sistemi della sua armatura. Certo, non era così semplice..doveva prima rompere lo scudo energetico che avvolgeva quasi permanentemente la sua armatura. Si dice quasi, poiché si tratta perlopiù di un sistema manuale controllato dall'intelligenza artificiale, la ragione era piuttosto semplice e intuibile: risparmio d'energia. Aveva faticato varie volte per trovare delle fonti d'energia su Endlos, i viaggi continui non gli permettevano di stazionarsi in un dato luogo..poiché ogni ambiente è diverso, a volte doveva premunirsi e preoccuparsi di non tenere tutto attivo. Selezionare cosa tenere in funzione e cosa no. Heta era un aiuto prezioso in questo caso, era in grado di calcolare ogni tipo di consumo dell'armatura e di attivare, le eventuali funzioni, quasi all'istante.
    Non male, ragazzina - commentò a mente togliendo le dita dai grilletti e osservando le movenze efficaci dell'altra. Evitò tutti i proiettili, o quasi..il suo cappello non condivideva le sue stesse doti evidentemente. Tenne le canne mirate verso di lei ancora per poco. Fin quando non intuì le sue intenzioni, decisamente cambiate, opposte, radicalmente si potrebbe dire. Forse aveva capito che le conveniva di più unirsi, piuttosto che tenersi separata. Le mosse dello spartan furono davvero rischiose, in parte..mentre molto profonde dall'altra. Non era certo, eppure credeva di essersi fatto un alleato "perdonando" l'affronto, giustificato più dalla paura di essere i primi bersagli del mostro, dando prova con un atto concreto. Abbassò subito la mira, come segno di accettazione.
    Saggia decisione - sempre come pensiero. Ormai quasi rientrava sempre più nel suo personaggio agire unicamente per via concrete, senza necessità di spendersi in inutili parole. Se la ricordava proprio così, sia la forma, sia la voce, sia il suo modo di esprimersi. L'aveva incontrata una sola volta, indimenticabile. Non perché la sua immagine fosse diversa o di facile memoria rispetto ad altri, bensì perché ebbe modo di fare pochi incontri significativi. Piccola nota d'amarezza per esser stato ignorato, ma d'altra parte non avevano realmente speso molto tempo. In quel poco non ci furono nemmeno reali conversazioni. Quasi fosse più quella una coincidenza che il loro ritrovamento nell'Arena Nera.

    Bersaglio primario in movimento - lo avvertì l'intelligenza artificiale. Oregon si voltò subito in direzione dell'insetto senza chela. Il cavaliere era stato così abile da reciderlo. Il polverone sollevato non preoccupò minimamente l'umano modificato. Era totalmente protetto dalla cortina e il rilevatore gli permettevano di vedere oltre, in un certo senso. Non è certo immune ai gas più tossici, ma il sistema di filtraggio dell'armatura era sufficiente per le cose di nulla conto.
    La sua stazza non avrebbe potuto permetterglielo, sta utilizzando le sue ali e una sua probabile capacità d'aderenza oltre la norma - non si fece vedere, nemmeno a lui come ologramma mentale. Oregon ascoltò con sorpresa per ciò che stava vedendo. Non tanto per le informazioni fornite da Heta, più che altro perché non credeva possibile lo scalare una barriera. Gli insetti sono famosi per la loro capacità di camminare su ogni superficie solida, ma addirittura sulle barriere d'energia o magia, quel che fossero?
    Mi stai dicendo che è instabile? - chiese distogliendo appena lo sguardo verso la giullare intenta ad imitarlo. Forse anche lei aveva una capacità del genere. Pensandoci, anche la sua armatura possedeva un sistema simile, era capacità di invertire la gravità attraverso un sistema installato sotto i piedi..sfortunatamente non ebbe modo di revisionarlo ed Heta ancora non se n'era occupato.
    Probabile, lo svolazzare insistente potrebbe essere un segno - aggiunse, come se lo spartan non se ne fosse accorto. Sorvolò, così come lei sorvolò questo suo pensiero.
    A che altezza si trova? - domandò, agganciò la magnum sinistra, stese il braccio e prese la mira verso la bestia con l'arma rimanente.
    Trenta metri, stessa altezza della piattaforma centrale sospesa - lo spartan chiuse un occhio, evitando ulteriori consulti - Probabilità di colpire sotto il 60%, efficacia sotto il 40%, suggerirei di agire in un altro modo - questo bastò a bloccare lo spartan, piuttosto irritato. Ormai la sua mente era sempre più condizionata dai calcoli dell'intelligenza artificiale, la sua autostima scese, così come il puntamento..ogni volta perdeva fiducia e si affidava alle "predizioni" del costrutto. Sospirò e riagganciò la pistola. L'unica opzione era di avvicinarsi, mantenendo la cautela più elevata possibile. Cercò di non stare troppo distante dal cavaliere, neppure di stare con la testa sotto la piattaforma. Si sarebbe fermato ad una distanza di quindici metri precisi dal punto perpendicolare all'insettoide, segnati dall'intelligenza artificiale e dalla sua puntigliosità. Quelle scosse non presagivano nulla di buono. Oregon aveva un brutto presentimento.
    Affermativo, è possibile che la posizione in cui si trova attualmente, Agente Oregon, sia in pericolo - non rispose, non sapeva cosa pensare, tranne ripetere la sua frase, come può capitare normalmente. In un primo momento pensò di raggiungere la piattaforma - Troppo lontano.. - poi di corrergli contro attaccandolo come più poteva. Non aveva il tempo materiale, la sua natura riflessiva non lo poneva nella condizione di rischiare. Inoltre..è palese sottolineare la fuori portata per lo spartan. Inutile, al momento. Concentrare tutte le attenzioni sul "bersaglio primario" era una priorità.

    Stato Mentale: Normale - Molto attento e molto concentrato
    Stato Fisico: Normale - Udito mediamente danneggiato
    Energia: 85%
    Equipaggiamento:
    Armatura MJOLNIR Gen 2
    Armi:
    Fucile a Pompa M45D - Colpi: 6
    Doppia Magnum M6H - Colpi: 9 + 9
    Passive:
    Liquido Reattivo Cristallino [Passiva 25% in Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza [Passiva 25% in Forza e Resistenza]
    Spartan Training [Passiva Riflessi Aumentati]
    Heads Up Display [Passiva Mira Aumentata]
    Motion Tracker [Auspex Movimento 30 metri]
     
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