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  1. °Nyram The Faceless°
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -sussurri senzavolto-



    Mordred Le Fay





    La sensazione inebriante si sparse nel suo corpo, quasi lavando via il torpore dell'urto precedente e il ronzio che animava le orecchie, mentre vedeva la creatura agonizzante e in preda al panico. Poteva quasi percepire i frutti del suo lavoro attecchire nel corpo dell'insetto, minando la sua sicurezza. L'apoteosi della capacità dei cavalieri della spina di controllare ed esaltare le sensazioni sul campo.
    Era quasi divertente.
    Lo distolse dalla sensazione il cogliere di sfuggita un nuovo assalto, familiare, ma che non giunse mai a destinazione. Con un passo abile roteò saltando all'esterno, verso le mura della cupola, così da poter capire meglio i risvolti dietro quella curiosa scena. L'essere in armatura sembrava aver intercettato un attacco diretto a lui, ponendosi contro la figura della giullare. Curioso.
    Lo sguardo si assottigliò pericolosamente, mentre il crine corvino ricadeva in ciuffi lungo il petto, attraverso i lembi di stoffa e l'inerzia del movimento scemava. Senza dubbio quella mossa non tornava a suo diretto favore, a prescindere da come potesse vedere la cosa. Se avesse voluto facilitarsi il compito avrebbe senza dubbio mirato a infierire su lui e poi passare alla fastidiosa e scarna figurina.
    Le possibilità erano solo due: o non aveva la sicurezza necessaria ad affrontare la creatura da solo, nonostrante i danni, e aveva puntato a collaborare con chi più aveva dimostrato possibilità di abbattere la stessa, o aveva semplicemente agito con lo scopo di eliminare i fattori incontrollabili assicurandosi uno scontro finale con lui. Entrambe plausibili, erano possibilità che potevano far comodo anche a lui.
    Così, nel dubbio che anche l'udito dell'altro fosse appannato, rivolse un semplice cenno d'assenso, particolarmente accentuato. La sua attenzione era però diretta altrove.
    Infatti l'insetto, preso in contropiede, decise di riprendere posizione. Questo in un posto senza dubbio scomodo per tutti, lui compreso: il soffitto della cupola.
    Uno schiocco di lingua segnalò il fatto che la coscienza del Senzavolto stava lavorando senza sosta, prendendo accorgimenti in virtù della nuova situazione.
    Il fatto che si fosse portato fuori posizione era un bene, specie ora che a terra aveva mobilità ridotta. In effetti poteva abusare dell'occasione per riorganizzarsi e prendere fiato, concentrandosi sulla difesa e agevolando un nuovo contrattacco.
    Inoltre poteva approfittare della cosa per meglio organizzare qualcosa con il momentaneo alleato, cosa che poteva avvicinare lo scontro alla chiusura.
    Nel pensare ciò, scorse l'altra partecipante partire all'assalto da sola, mostrando un improvviso voltafaccia quantomai conveniente. Così ora voleva collaborare? Molto bene.
    La faccia inespressiva del cavaliere ne seguì per un istante i movimenti, mentre si allontanava verso la parete della cupola a sua volta, tentando di ridurre la distanza fra se e l'altro uomo in armatura. La mano libera si sollevò per attirare l'attenzione, prima di passare ad una serie di segnali semplici e precisi. Le dita si chiusero, lasciando che l'indice indicasse la figura dell'insetto prima che la mano ruotasse a mimare col pollice il movimento opposto di discesa, dunque avrebbe indicato le sue armi e i propri occhi, rivolgendo nuovamente l'attenzione all'insetto.
    Del resto era semplice: aveva sperimentato che l'interno del carapace era estremamente debole, quindi se fossero riusciti a colpire la creatura agli occhi nel momento in cui avesse toccato il suolo e lo spostamento di peso la avesse resa più vulnerabile la avrebbe probabilmente mandata nel panico causandole una lesione notevole.
    Frattanto avrebbe tenuto le distanze dal centro dell'arena e pochi metri di sicurezza dal muro, ond'evitare sorprese, così da evitare soprattutto che la creatura potesse lanciarsi verso il basso col puro peso, assicurandosi di molleggiare per bene le gambe così da ammortizzare eventuali urti. Mentre stabilizzava il respiro, lo sguardo saettava cogliendo i dettagli del campo di battaglia, lasciando che la spada si riportasse sopra la spalla, pronta ad essere aizzata nell'aria.



    Status Fisico: Contusioni da urto diffuse (10% totale), respiro in via di regolamento, controllato.
    Status Mentale: Analitico, all'erta, allarmato, cauto.
    Riserva Mana: 60%

    Abilità passive rilevanti:
    >Essenza dei Senzavolto: Immortalità, +25% Forza/Velocità
    >Velo Logorante: Auspex dagli attacchi Psionici.

    Tecniche Attive:
    >

    Armi:
    >Ex-Cidium (spada)
    >Armatura delle Nebbie (armatura)


    Resoconto


    CITAZIONE
    Il senzavolto riprende posizione, vista la grande distanza dal bersaglio e ne approfitta per analizzare la situazione e riprendere compostezza, organizzandosi per rispondere alle prossime offensive e mantenendo attenzione al campo di battaglia coi suoi ospiti.

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    Dopo aver mostrato le sue doti acrobatiche schivando i proiettili, Jester propose una tregua agli altri gladiatori. Subito dopo si lanciò all’inseguimento dell’artropode, mostrando di poter aderire a sua volta alla superficie della barriera perimetrale. La sua corsa verticale le permise di risalire per parecchi metri e il pubblico si alzò in ovazione al suo passaggio – anche se probabilmente i bifolchi non stavano lodando tanto il gesto atletico in sé, quanto piuttosto le grazie che s’intravedevano sotto la gonna della fanciulla.

    Solo il meglio per il pubblico di Merovish.

    Gli altri due sfidanti - rimasti coi piedi per terra - accettarono in silenzio l’armistizio, permettendo all’acrobata di proseguire la sua corsa. Si concessero un momento per tirare il fiato e analizzare la situazione sul campo di battaglia. Avere un nemico fuori portata era una buona occasione per riacquistare un po’ di freddezza mentale… ma c’era da chiedersi se potessero davvero permettersi una pausa sul ring dell’Arena. L’artropode agiva sì d’istinto, ma non era stupido. Il suo cambio di tattica avrebbe dovuto far suonare più di un campanello d’allarme ai combattenti.

    Mentre Jester guadagnava sempre più terreno, le pseudo-ali del colosso continuarono a ronzare, e con esse anche l’intensità delle scariche elettriche si fece più insistente. Il loro crepitio inquietante provocava sudori freddi anche da quella distanza. L’insetto pareva una titanica lampada al plasma sul punto di esplodere.

    I secondi passavano e si facevano sempre più opprimenti. La polvere smossa al passaggio del mostro tornò pigramente a posarsi, rivelando però un fenomeno abbastanza curioso: in corrispondenza del grande circolo luminoso intarsiato sul ring la sabbia non riusciva ad accumularsi, ma veniva risollevata con una spinta improvvisa verso l’alto.

    Che potesse significare qualcosa?


    @Jester: se continui a correre, in questo turno sarai a portata dell’insetto.

    La scadenza è fissata a lunedì 14 dicembre.
     
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    Mordred Le Fay





    Tutto sembrava proseguire senza sorprese: l'insetto manteneva la sua posizione, forzando i ritmi, mentre la ragazza tentava di raggiungerlo e loro prendevano posizione in basso. Osservava la processione della ragazza con uno sguardo silenzioso, memore tanto dell'onda d'urto sonica, quanto insospettito dal ronzio elettrico della bestia, che lo portò ad allontanarsi di un ulteriore passo dal muro della cupola.
    Fu a quel punto che senti il vento sollevato dalla creatura. Sollevò appena il viso avvolto dal cappuccio, seguendone l'oscillazione con uno sguardo traverso. Banchi di polvere si sollevavano in strali dal terreno, convergendo verso il centro. Gli ricordava il fenomeno inverso di quello causato da un particolare insetto che causava vortici nel terreno per risucchiare le prede. Tuttavia al centro si creava una corrente ascensionale piuttosto particolare. Certo, poteva essere causata dalla convergenza dei flussi d'aria e dalla forma della cupola, ma accadeva esattamente nella zona ricoperta dallo strano ring.
    Avvicinarsi a quel punto sarebbe voluto dire essere a tiro della creatura, se avesse deciso di lasciarsi cadere, oltre a porlo esattamente al centro del ciclone, cosa che poteva o meno far comodo all'insettone. D'altro canto era ovvio che stesse preparando qualcosa e, lasciargli il tempo di fare i suoi comodi, non era un'idea che lo entusiasmava. Idealmente la soluzione migliore sarebbe stato lasciare che l'insetto e la ragazza si beccassero a vicenda: poi lui e l'essere corazzato avrebbero potuto raccogliere i cocci e vedersela fra loro. Questo implicava che avesse fiducia nelle capacità della piccoletta di fermare l'insetto prima che facesse qualcosa di effettivamente problematico.. Lui non si fidava, mai. Inoltre da quanto aveva visto sino ad allora, la ragazza non aveva mostrato armi ne tecniche che impensierissero ipoteticamente l'insetto.
    Più di tutto ciò, si sentiva la bocca asciutta, letteralmente. Dopo essersi nutrito del terrore dell'insetto non lo soddisfaceva vederlo nascondersi al sicuro lassù. Inoltre gli umani adottavano dei comportamenti solitamnte prevedibili, e questi volevano spettacolo: cosa che una tattica del genere non garantiva, dovevano saperlo. Quello strano ring era più probabile che ovviasse all'inconveniente, piuttosto che garantire un'ulteriore aiuto al bestione.
    Così, contro ogni previsione, attese alcuni lunghi momenti che la ragazza decidesse che fare e che eventualmente raggiungesse l'insetto attirandone l'attenzione, poi, giunto ad una conclusione, curvo su se stesso e pronto a reagire, sarebbe scattato spada in spalla verso la zona marginale all'interno del ring, così da sperimentarne le effettive condizioni.


    Status Fisico: Contusioni da urto diffuse (10% totale), respiro regolare, controllato.
    Status Mentale: Analitico, all'erta, allarmato, cauto.
    Riserva Mana: 60%

    Abilità passive rilevanti:
    >Essenza dei Senzavolto: Immortalità, +25% Forza/Velocità
    >Velo Logorante: Auspex dagli attacchi Psionici.

    Tecniche Attive:
    >

    Armi:
    >Ex-Cidium (spada)
    >Armatura delle Nebbie (armatura)


    Resoconto


    CITAZIONE
    Dopo una attenta valutazione, il senzavolto decide di sperimentare la strana reazione del ring, lanciandosi non appena avuta una buona opportunità o in assenza di altre, verso il margine interno al ring.

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    Paura del temporale



    Pensato Intelligenza Artificiale
    "Parlato Intelligenza Artificiale"
    Pensato Agente Oregon
    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Arena Nera



    La situazione si stabilizzo. Il conflitto parve arrestarsi. I tre combattenti avevano deciso di adottare una tregua, mentre il solitario insetto se ne stava in un punto fuori dal raggio di qualsiasi azione nemica. Solo Jester sembrava in grado di arrivarci, la sua capacità di correre sulla superficie della barriera era straordinaria. Anche Oregon doveva dotarsi del sistema posto sotto i suoi piedi, purtroppo Heta non ebbe avuto ancora modo di correggere tutti gli errori dell'armatura dovuti dallo spostamento dimensionale. Oregon non poteva bersagliare l'enorme avversario, l'unico con cui poteva menarsi era proprio l'altro cavaliere. Avrebbe potuto vendicarsi dell'atto, ma il suo sangue freddo, la capacità di ignorare alcune azioni pienamente giustificate, gli permettevano di non farsi prendere dall'impulsività. Avevano appena proclamato una tregua. Romperla avrebbe stravolto i piani. Lo spartan non faceva altro che spostare lo sguardo su ognuno di loro, per poi focalizzarsi su Jester: l'unica in movimento. Aumentò la tensione, ognuno pareva attendere una mossa nemica. Lo spartan cominciò ad avere qualche brutto presentimento.
    Sta per succedere qualcosa - gli sfuggì un pensiero. D'altronde la loro natura è così instabile. Difficile da trattenerli, non fai in tempo..e quando provi a non creare alcuni pensieri ecco che realizzi il ritardo. Non si preoccupò di tenere le armi impugnate, non c'era nessuno, apparentemente, in grado di colpirlo o di essere talmente veloce da non dargli il tempo di reagire.
    Certamente - una singola parola, la peggiore. Sentirsi dire una cosa del genere da Heta..era il peggiore dei mali. Non tanto la parola in sé o il suo significato, bensì il contesto. La precisione di Heta era inimmaginabile, almeno per Oregon. Poi stupidamente comprese..Heta è pur sempre una macchina, seguiva degli input e rispondeva secondo l'uso delle parole. Almeno così si è sempre creduto. Era ovvio che sarebbe successo qualcosa.
    Non intendevo quello..ho un brutto presentimento - provò a spiegarsi meglio, sapendo già di fallire una seconda volta.
    Agente Oregon, i presentimenti sono infondati - affermò, come dargli torto. Le sensazioni campate in aria non avevano alcun fondamento, non c'era certezza e le probabilità erano le stesse per qualsiasi altro tipo di situazione cui non ha alcuna informazione a riguardo.
    Non è il momento Heta! - alzò il tono mentalmente, mostrando il suo fastidio per quell'essere così schizzinoso. Ignorando il fatto che essere possa essere una parola poco indicata per riferirsi al costrutto, Heta apparve per un momento di fronte a lui. Visibile unicamente al suo portatore, diede spettacolo del suo auto-backup.
    Cosa vuol dire? - chiese precipitoso, allarmato dal suo atteggiamento, molto più di quanto doveva essere per il cambiamento strategico dell'insettoide.
    Era probabile che non si sarebbe accorto di tale fenomeno, Agente Oregon - scomparve, lo sguardo dell'umano si proiettarono oltre la sua posizione, dritto verso la zona sottostante di tale nemico. All'inizio non comprese, poi si accorse che qualcosa non andava. La sabbia del terreno pareva non riuscire ad accumularsi.
    L'anticipo per il tempo, è probabile che vi sia un effetto elettrostatico particolare - l'aveva dedotto solo dalla visione della sabbia? No, non era stata certa..evidentemente perché non poteva fare alcuna analisi. Semplicemente aveva associato il fenomeno con un altro conosciuto in precedenza per analogie. Forse l'ipotesi proposto da Heta poteva spiegare il motivo per cui la sabbia pareva fluttuare all'infinito, proprio al passaggio del gigante.
    Credo di aver capito - Lei non crede, lei ha capito - Sistemi di difes- - Online - a quello piace giocare coi fulmini. Quello è un brutto presentimento per Oregon. Lo scudo energetico avrebbe dovuto reggere tranquillamente una bordata elementale di qualunque genere..eppure serbava sempre un certo timore. Ci credete se vi viene rivelato che lo spartan Agente Oregon fino ad una certa età aveva paura dei forti temporali?


    Stato Mentale: Normale - Molto attento e preoccupato
    Stato Fisico: Normale - Udito mediamente danneggiato
    Energia: 85%
    Equipaggiamento:
    Armatura MJOLNIR Gen 2
    Armi:
    Fucile a Pompa M45D - Colpi: 6
    Doppia Magnum M6H - Colpi: 9 + 9
    Passive:
    Liquido Reattivo Cristallino [Passiva 25% in Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza [Passiva 25% in Forza e Resistenza]
    Spartan Training [Passiva Riflessi Aumentati]
    Heads Up Display [Passiva Mira Aumentata]
    Motion Tracker [Auspex Movimento 30 metri]
     
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    Jester non seppe mai se i due partecipanti non avessero risposto alla sua proposta o semplicemente non li avesse sentiti, tuttavia continuò a correre verso la bestia. Mentre la figura del colosso diventava sempre più vicina la Strega si disse che non c’era problema, andava assolutamente bene non sapere se qualcuno le stesse coprendo le spalle o meno. Ma la verità seppellita nel suo cuore sotto un cumulo di bugie era ben diversa. Faceva sempre male non sapere se c’era qualcuno che ti aspettava, qualcuno da cui tornare nel caso le cose fossero andate male. Un salto nel vuoto è qualcosa di terribilmente faticoso da affrontare se non sai se sotto c’è o meno un materasso. D’altro canto c’è da dire che alla nostra Circense piacevano le sfide e quindi non c’era da stupirsi se continuò a correre ed eseguì il suo tuffo…

    La folla era impazzita e neanche per un attimo il Giullare pensò che la causa fosse la sua culotte di pizzo lampone. L’adrenalina le entrò in circolo giusto in tempo per non farla cedere alle vertigini ed ormai il colosso era a ‘portata circense’. Del tutto su di giri la Selvatica avrebbe cercato di raggiungere la parte posteriore dell’essere per sferrare un pugno con l’intenzione di spezzargli una zampa. Ma sia nel caso l’azione fosse andata a buon fine o meno la Guitto avrebbe continuato il suo attacco avvalendosi della sua agilità. Così, spostandosi ad un’altra articolazione, Jester avrebbe sferrato due calci mentre la gamba sinistra rimaneva ben piantata alla scacchiera per evitare di precipitare e spappolarsi al suolo. Infine come ciliegina sulla torta la signorina si sarebbe esibita in quattro pugni alla Carter.

    Sorrise, strano come quel suo agire le svuotava il cervello... essere istintiva era per lei una benedizione a volte. In più mentre menare le mani smetteva di pensare.

    Energia: 70%-10%-5%=55%
    Stato mentale: Euforico
    Stato fisico: non sente bene

    PASSIVE:

    50% agilità e velocità
    Tela nen

    ATTIVE:


    - Armageddon -
    Essendo Jester della classe Selvaggia può beneficiare della forza animale e utilizzare il Potenziamento. Ciò consiste nel concentrare una grande quantità di potere in un punto preciso del corpo, cosicché sia in grado di dare pugni/calci/testate. (Consumo Variabile)
    10%

    - Attacco e Testa Stacco -
    Essendo del ceppo guerriero Jester può utilizzare una tecnica multipla consistente in una rapida sessione di calci e pugni da dare ad uno o a più avversari. 4 colpi a consumo basso, 6 colpi a consumo medio, 8 colpi a consumo alto, 10 colpi a consumo critico. (Consumo Variabile)
    5%
     
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    Quando Jester - cercando di non pensare al vuoto sotto di sé - raggiunse la bestia, la curvatura della cupola su cui poggiava i piedi si era fatta considerevole. Nonostante fosse quasi a testa in giù, la ragazza rese onore alla sua nomea di acrobata, proseguendo lo scontro e assestando un pugno contro uno degli appoggi dell’insetto. L’impatto smosse la zampa e ammaccò notevolmente il segmento di cheratina colpito, ma non fu sufficiente a rendere inservibile l’arto. Invece d’insistere su quel bersaglio, Jester preferì puntare ad un’altra chela, purtroppo però la successiva serie di calci e pugni non fu altrettanto incisiva.

    L’artropode restò saldo sfruttando i suoi altri appoggi, senza curarsi del moscerino che aveva punto una delle sue chele. Tutta la sua attenzione era focalizzata sulla crescita esponenziale del voltaggio elettrico: le scariche sempre più fitte percorrevano il suo addome e risalivano verso le protuberanze del dorso, formando dei ponti di corrente abbaglianti.

    Al livello del suolo, Mordred corse verso l’anello centrale, deciso a sperimentare gli effetti di quell’anomalia di luce bianca incavata nel ring. L’Agente Oregon invece restò fermo e in guardia, interpretando i balzelli ascendenti della sabbia come un effetto dell’intensa attività elettromagnetica.

    Bastò un secondo.
    Il Senzavolto poggiò i piedi sull’anello lucente e una forza improvvisa lo sospinse verso l’alto. I capelli di Jester si rizzarono, turbati dall’immenso potenziale statico a cui si era pericolosamente avvicinata. I sistemi informatici dello Spartan, l’unico rimasto a terra, si preparano a reagire.
    Un silenzio irreale riempì quell’ultimo secondo di quiete.

    Poi esplose.

    Una tempesta elettrica d’immensa magnitudine saturò l’intero stadio. I fulmini - terrificanti come quelli che ogni giorno martoriano Garwec - si propagarono all’istante in tutte le direzioni. La barriera incastonata nell’Arena divenne una gigantesca lampada al plasma. Anche se per un istante l’intera struttura parve sul punto di cedere, le pareti contenitive riuscirono ad assorbire le saette che altrimenti si sarebbero scaricate su tutti gli spalti, incenerendo gli spettatori.

    Il voltaggio che attraversò Jester fu mitigato proprio dal suo contatto con la barriera. Anche Mordred, che al momento dell’esplosione elettrica si trovava a mezz’aria - nel mezzo del suo volo ascendente - avrebbe risentito in misura minore della potenza di quell’attacco, perché la corrente non aveva modo di scaricarsi con efficienza attraversando un corpo sospeso nel vuoto. Il soldato rimasto al suolo fu invece investito completamente da una delle folgori, catalizzata da quell’individuo ammantato di metallo a contatto con l’unica superficie che le avrebbe consentito di scaricarsi – ovvero il ring del colosseo.

    Quando l’interno della barriera tornò ad essere visibile, il sabbione mostrava i segni del passaggio di tanta energia. Dalla polvere si sollevava un puzzo di materia carbonizzata, probabilmente dovuto a piccoli resti organici rimasti insabbiati dalle mattanze precedenti e che adesso erano stati folgorati.

    Nello stupore generale non molti avrebbero notato che Mordred era atterrato con precisione su uno dei lastroni sospesi a una trentina di metri dal ring. La forza ascendente sembrava calibrata perfettamente per condurre alla piattaforma.



    @Jester: l’attacco elettrico ha potenza media per via del tuo contatto con la barriera.
    @Mordred: l’anello luminescente proietta il pg verso l’alto. L’attacco elettrico ha potenza media perché il pg si trovava a mezz’aria quando è avvenuto. Dopo la tempesta elettrica atterri senza problemi su uno dei lastroni esterni della scacchiera 4x4 che ho descritto nel mio post d’introduzione, a trenta metri dal suolo.
    @Oregon: trovandoti coi piedi poggiati a terra, subisci in pieno la potenza dell’attacco elettrico, pari a critico.

    La scadenza è fissata a mercoledì 13 gennaio.
     
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    Mordred Le Fay





    Si sollevò da terra all'improvviso, con una spinta. La reazione quasi istintiva fu di raccogliere le gambe e afferrare la spada a due mani, così da evitare ferite accidentali. Lo sguardo inumano scivolava luminoso dalle tenebre del cappuccio, scrutando il bersaglio proprio l'attimo in cui una serie di scariche la abbandonavano per costellare il campo.
    Più o meno quello che aveva previsto. In effetti aveva presupposto che quell'essere avrebbe potuto generare delle scariche, ma trovava più plausibile che le avrebbe condotte lungo la cupola, nel caso. Invece aveva una gittata di rilascio più casuale.
    La scarica lo colpì in fretta, bruciacchiandogli la pelle e affumicandogli gli abiti, mentre la corazza sfolgorava, ma fu un breve istante: la cortina di foschia si separò dalla pelle quasi in risposta, smorzando le scariche con un ronzio sordo.

    Oh, Delle Vane Esistenze.

    "Oh, delle Vane Esistenze
    Esiliati dalla realtà,
    Se le sue leggi mi si opporranno,
    La tua mano le piegherà.."


    La caligine del Velo, estensione stessa dei Senzavolto e vincolo alla loro unione sulla terra. Quando minacciato da forze magiche il suo simulacro, è l'Essenza del Senzavolto delle Vane Esistenze a intercedere. Egli ha il dominio sulle regole dell'esistenza e della materia e sulla loro caducità. In virtù della sua intercessione dunque, la caligine si sprigiona avvolgendo la figura e frapponendosi fra se e l'attacco avversario custodendo l'esecutore al suo interno, così che scontrandosi con essa, la tecnica deleterea verrà divorata disperdendosi nel vuoto, venendo così vanificata.
    - (Tecnica Difensiva, Fisica/Magica: Variabile [BASSA]) [Origine: Razza/Sacerdote (4pt)]



    Atterrò con un tonfo ed uno stridio della spada sulla piattaforma, quasi inginocchiandosi circondato da strali di fumo e foschia che parevano arpionargli le vesti come creature viventi. Avvertiva uno sgradevole formicolio e un lieve bruciore a pelle, dove la scarica aveva inizialmente attecchito.
    Distese lentamente i muscoli rigidi ma nessuna fitta parve dargli modo di allarmarsi: era stato un impatto leggero.
    Ora, sollevandosi, poteva tornare ad osservare la creatura, stavolta quasi alla sua stessa altezza e, ancora meglio, col dorso rivoltogli. Finalmente.
    Come da prassi sembrava dover prendere l'iniziativa: in quella posizione era nell'angolo cieco della creatura mentre la piccola figura scarna si aggirava nei suoi margini attirandone l'attenzione. Era l'occasione ideale. Nella sua mente sussurri distanti gli avevano già suggerito la risposta nel momento in cui aveva visto i fulmini esplodere: il dorso, laddove le ali si spalancavano per controllare l'energia e spingerlo contro la parete. Doveva solo puntare al momento giusto.
    Avanzò il piede destro distendendolo con un sibilo, chinandosi appena sul ginocchio posteriore mentre le mani che impugnavano l'elsa la sollevavano all'altezza del viso, con il debole e la punta rivolti in avanti, mirando alla creatura.
    Stava letteralmente prendendo la mira.
    Avrebbe atteso l'istante esatto in cui il dorso iniziava ad essere esposto: nel tempo impiegato a raggiungerlo, l'attacco avrebbe dovuto trovarlo completamente esposto. L'idea era che provocando un danno alla fonte in cui era accumulata quella enorme energia e destabilizzandola dall'esterno, questa avrebbe potuto creare seri danni. Magari esplodere. Magari trasciando con se chi gli stava vicino. Lo sguardo si socchiuse, fisando l'obbiettivo ancora un istante prima di tentare il tutto per tutto convogliando espirando profondamente l'energia oscura nella lama e rilasciandola all'improvviso.

    "A te rivolgo le mie preghiere
    quando la luce dorme negli occhi,
    così che l'oscurità giaccia nei cuori,
    morenti innanzi ai caduci raggi.."

    Facendo appello ai poteri decaduti in possesso del suo involucro, sin dai tempi remoti, il Paladino Oscuro incanalerà in un arma o un arto il potere della luce oscura, affinandolo e manipolandolo attraverso la benedizione degli Antichi per poi rilasciarlo in un'esplosione travolgente formata da strali di energia oscura simile a raggi di anti-luce, un'oscurità baluginante e densa capace di perforare e squarciare, lasciando dietro di se una sensazione simile a quella di una bruciatura da freddo. Questi strali di luce oscura compiranno zigzagando ad alta velocità un tragitto irregolare, incrociandosi cosicchè appariranno come un reticolato irregolare che occuperà un tragitto con un'ampiezza circolare pari circa a quella di un varco adatto ad un uomo medio, tentando di travolgerlo e scagliarlo via con la violenta raffica.
    - (Tecnica Offensiva, Magica: Variabile [MEDIA]) [Origine: Classe Primaria, Sacerdote (2pt)]



    I raggi oscuri si sarebbero diramati esplodendo rapidi dalla lama, espandendosi in un reticolato gelido e infido, volto a squarciare assorbendo calore e vita dove passava. Doveva solo sperare che ottenesse un qualche effetto. Quantomeno avrebbe ricordato a quella creatura il sapore della paura.

    Status Fisico: Contusioni da urto diffuse (10% totale), Bruciature superficiali (5%), respiro accelerato, controllato.
    Status Mentale: Analitico, all'erta, allarmato, cauto.
    Riserva Mana: 45%

    Abilità passive rilevanti:
    >Essenza dei Senzavolto: Immortalità, +25% Forza/Velocità
    >Velo Logorante: Auspex dagli attacchi Psionici.

    Tecniche Attive:
    >Oh Delle Vane Esistenze (Difesa Fisica/Magica: Bassa)
    >Ex-Takshase'nam (Offensiva Magica: Media)

    Armi:
    >Ex-Cidium (spada)
    >Armatura delle Nebbie (armatura)


    Resoconto


    CITAZIONE
    La situazione sembrava volgere a suo favore: evitato il grosso dell'attacco e portatosi in una posizione ideale, il Senzavolto aspetta l'opportunita migliore e sferra un attacco al dorso della creatura, tentando di rivolgere la carica energetica della stessa contro di lei.

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    Pensato Intelligenza Artificiale
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    Luogo: Endlos - Arena Nera



    Presente quando si ha un presentimento. Un brutto presentimento. Poi ci si parla a se stessi, ci si conforta, sperando che ciò non accada realmente.
    Pericolo, forte scossa in arrivo - lo avvisò istantaneamente, così repentinamente che quasi si fece distrarre. Un pensiero è più veloce di un fulmine? Per Heta decisamente, appena quell'ondata luminosa diede il suo primo segnale, le parole si impressero nella mente di Oregon. Quasi fosse dotato di un ulteriore senso, magari da approfondire in un altro momento.
    Mi stai prendend-



    Pareva aver visto la luce, sembrava quasi pronto a raggiungere un nuovo mondo. Quel fastidioso suono nella testa lo riportò in superficie da quell'abisso cui, in parte, preferiva inconsciamente rimanere. Aprì lentamente gli occhi, sbatté più volte le palpebre. Era a terra, ci si era buttato..o era caduto, non ricordava esattamente. Sapete, Oregon ha paura dei temporali. Un gigante come lui teme i temporali notturni. Odia il rumore dei fulmini abbattersi sul terreno - A dire il vero, Agente Oregon, i fulmini- - Si, sto bene, grazie - la zittì dimostrando di non aver mai realmente perso i sensi. Si era semplicemente spaventato, forse a morte, mostrando una terribile vergogna sentita dalla sola Heta. Si rialzò, gli scudi energetici avevano retto il pesante colpo. Heta li aveva sovraccaricati permettendo la sopravvivenza dell'umano. Il suo corpo era cosparso di scintille, lo scudo energetico si stava ricaricando. Bastarono quattro secondi circa ed era tornato come nuovo. L'intelligenza artificiale fece un rapido controllo, un BioScan del corpo dello spartan. Nessuna importante lesione. Lo scudo dell'armatura aveva assorbito tutti i danni. E meno male..prima di giungere su Endlos non aveva mai avuto l'onore di farsi implementare lo scudo nella sua armatura. Se non lo avesse avuto..sarebbe morto, sicuro. Lo scudo energetico era al pari di una barriera. Proteggeva tutt'intorno l'Armatura e preveniva qualsiasi danneggiamento all'esoscheletro stesso. La scarica avrebbe mandato tutta la futuristica e pesante tecnologia in un posto tutto il contrario, tanto per non essere volgari.
    Ci sono..novità? - no, non c'era realmente. Quel bestione era un incubo per lui. Era un insetto e lanciava fulmini. Un insetto che lancia fulmini è la cosa peggiore che possa esistere. Oregon odia le bestie come quella e odia ancora di più gli schifosi artropodi giganti che emanano scariche elettriche. D'altra parte era uno spartan, non si sarebbe messo a strillare o a correre in cerchio come un completo idiota. Non basta a far saltare l'equilibrio mentale di Oregon.
    Questo è un incubo..lo so! - esclamò mentalmente ancora prima che Heta potesse reagire, ribattere e specificare il concetto di "incubo". Sapeva benissimo che quel mostro era reale, era semplicemente un modo di dire.
    Stato fisico invariato, stato psicologico leggermente compromesso- - Ho capito - oggi era proprio una giornata fortunata. I protagonisti dello scontro si trovavano più o meno nelle stesse posizioni. Tutti e tre erano stati bersagliati dal colpo, probabilmente Oregon, trovandosi a terra, fu quello che si meritò l'attacco più potente. Gli sta solo che bene. La troppa prudenza e diffidenza che aveva avuto nei confronti di quell'anello, causarono lui un dispenso energetico elevato per salvarsi. Questa volta avrebbe dovuto rischiare. Non si sarebbe vendicato subito, si trovava in un campo troppo svantaggioso per lui. Tuttavia, una sola era la salvezza per lui: la piattaforma sospesa. Se non toccava il terreno avrebbe potuto affrontare un problema in meno. O almeno..un problema più piccolo rispetto a prima. Annuì e cominciò a correre verso l'anello già testato dal misterioso cavaliere magico. La previsione lo vedeva sopra il quadrato con l'altro appena sfogato. Sganciò la coppia di magnum e le punto contro il bestione. Inclinò leggermente la testa, quasi in atto tra l'esitazione e il dubbio. Poi spostò il braccio sinistro in modo da avere la stessa linea di tiro del gemello: l'ala destra, o meglio la sinistra dell'insettoide, opposta alla posizione iniziale della giullare. Da lì fece fuoco, niente di eccezionale, preferì puntare ai colpi mirati e al risparmio energetico. Dopo i sei proiettili sparsi per tutta l'area delle due ali di destra, avrebbe ricaricato le magnum ormai scariche. Aveva già dato a sufficienza per sforzarsi ulteriormente. Avrebbe trattenuto un po' il respiro per aumentare la capacità di mira già buona e presente. Voleva buttarlo giù. Sapeva che con così poco non avrebbe potuto ottenere granché. Magari avrebbe potuto fungere da distrazione. Non poteva fare tutto se stesso contro quel singolo bersaglio. Non poteva fidarsi degli altri, non doveva. Alla fine solo uno di loro poteva vincere, giusto?

    Stato Mentale: Normale - Molto concentrato e un po' timoroso
    Stato Fisico: Normale - Udito mediamente danneggiato
    Energia: 45%
    Equipaggiamento:
    Armatura MJOLNIR Gen 2
    Armi:
    Fucile a Pompa M45D - Colpi: 6
    Doppia Magnum M6H - Colpi: 6 + 6
    Passive:
    Liquido Reattivo Cristallino [Passiva 25% in Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza [Passiva 25% in Forza e Resistenza]
    Spartan Training [Passiva Riflessi Aumentati]
    Heads Up Display [Passiva Mira Aumentata]
    Motion Tracker [Auspex Movimento 30 metri]
    Attive:
    CITAZIONE
    Nome: Scudo Energetico
    Tipologia: Difensiva
    Raggio: Se stesso
    Descrizione: Perfezionato sugli ultimi modelli dell'armatura, si tratta di una seconda pelle intorno che permette di proteggere da alcuni attacchi. Si può modificare il livello di difesa, quindi variando l'uso di energia, secondo il bisogno. Può infrangersi se i danni raggiungono il limite, quindi ci sarà bisogno di aspettare la ricarica, oppure si può usare direttamente l'energia dell'armatura anche se risulterà più complesso. Grazie all'intelligenza artificiale, si può ridurre al minimo il tempo di ricarica degli scudi nel caso vi sia la necessita di utilizzare nuovamente lo Scudo Energetico.
    [Consumo: Variabile - Difesa Fisica/Magica: Variabile][Critico]

    Riassunto: Oregon si difende appieno dall'attacco critico con Scudo Energetico a livello Critico. Cerca di raggiungere l'anello per arrivare alla piattaforma sospesa e da lì sparare 6 proiettili Normali delle Magnum M6H puntando alle ali sul lato destro.
     
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    Bene... meno bene

    Il primo colpo fu una vittoria per il Giullare che con un sorisone vide la chela dell'essere inclinarsi sotto il suo pugno, ma altrettanto non si pote' dire del successivo attacco. Tuttavia il Giullare non ebbe il tempo di sentirsi delusa che un dettaglio inquietante la colse alla sprovvista. I capeli sul suo capo iniziarono a rizzarsi scompigliandole la meravigliosa treccia che li acconciava. Indispettita da cio' Jester alzo' gli occhi d'onice verso la bestia e le ci volle un attimo prima di capire cio' che stava per accadere, un attimo di troppo. Mentre la forza selvatica entrava in circolo una scarica elettrica invase il corpo del Giullare che inizio' a muoversi in modo spasmotico. La ragazza dovette dare fondo a tutte le sue energie per non cedere al panico e alla sensazione di vertigini e accovacciarsi con entrambe le mani alla parete per non cadere nel vuoto.

    Un ringhio le fuoriusci' dalle labbra pieno d'astio verso se stessa. Doveva essere molto piu' veloce se voleva cavarsela questa volta. Con fatica la fanciulla si rimise in equilibrio sulle gambe tentando di ignorare il doloe ch ancora sentiva sulla pelle, per fortuna era iuscita a proteggersi in parte.

    Avanzo' veloce ed intrepida verso il colosso cosciente di cosa doveva essere fatto. Con la determinazione di chi non si arrende Jester diede una testata li' dove prima aveva assestato il cazzotto. Un nuovo Armageddon della serie... Barcollo ma non mollo!

    Scusate questa tastiera non ha l'accento. E il post e' frettoloso poiche' il tempo e' limitato...

    Energie= 50%-5%-10%=35%

    ATTIVE

    Difesa mica indefesa= una difesa variabile magica e fisica
    5%

    Armageddon= attacco fisico
    10%
     
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    I tre gladiatori erano sopravvissuti alla tempesta elettrica senza finire carbonizzati, ma la battaglia non era ancora finita. La loro vita era ancora appesa ad un filo sottile, giacché non sapevano se l’artropode potesse o meno ripetere quella sequenza di attacco – e, in caso affermativo, se potessero sopravvivere ad una seconda scarica di fulmini di così grande magnitudine. L’energia iniziava a ridursi pericolosamente e la stanchezza minava i riflessi, non potevano farsi nuovamente colpire in quel modo.

    Per questo motivo il Senzavolto - forte della posizione rialzata sulla piattaforma - non esitò un momento ad attaccare la fonte dell’accumulo statico: i surrogati di ali sul dorso del colosso. Raggi neri esplosi dalla sua spada ne squarciarono le delicate membrane, facendo raggiungere alla furia dell’artropode un nuovo picco. A questo attacco si aggiunsero i proiettili sparati da Oregon, salito a sua volta sulla piattaforma fluttuante, che però non furono altrettanto nocivi per il nemico.

    Sulla superficie verticale della barriera Jester colse il momento buono per aggravare i danni già assestati ad un appoggio dell’insetto. La sua testata smosse la chela e aprì nuove crepe, ma la portò anche pericolosamente vicina alla bestia. Quando le sue fauci gridarono nuovamente per il dolore, la saltimbanco si trovò sulla rotta di espansione dell’onda di compressione sonora: un muro invisibile che l’avrebbe investita in un istante, col rischio concreto di farle perdere l’appoggio precario che la separava da una rovinosa caduta di trenta metri.

    Dopo essere stato colpito, l’insetto individuò nuovamente le sue prede. Si piegò sui suoi arti, lasciando che il ventre toccasse la superficie della bolla contenitiva. Subito dopo li ridistese come molle, eseguendo un salto prodigioso. Diverse tonnellate di cheratina e furia si lanciarono senza esitazione per schiantarsi sopra la piattaforma.

    Di fronte alla sagoma del colosso che precipitava verso di loro,
    Oregon e Mordred avevano soltanto pochi istanti a disposizione per reagire.



    @Jester: l’onda d’urto sonica ha potenza alta e rischia di farti perdere l’equilibrio, facendoti cadere nel vuoto.
    @Mordred, Oregon: l’insetto balza verso la vostra posizione. Lo schianto sulla piattaforma sarà quantificabile con potenza critica… ma questo solo se sarete ancora lì in piedi al momento dell’impatto. In altre parole, è possibile schivare questo attacco con un movimento fisico.

    La scadenza è fissata a mercoledì 2 marzo.
     
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    Un sorriso bello e sadico si disegnò sul volto della Strega quando la chela si incrinò sotto il suo colpo. In un barlume di ragione si chiese chi fosse la bestia lì dentro. Il piacere che aumentava ad ogni duello la sorprendeva e la spaventava. La forza che sentiva nel sottomettere gli altri la faceva sentire bene, potente. Si domandò se fosse davvero così cattiva. In risposta corse l’espressione estasiata sul suo volto ma la giovane la volle ignorare. Occupandosi di un altro quesito più vigliacco ma più facile da digerire. A chi poteva dare la colpa di quel suo comportamento così atroce? Il Giullare ripensò al popolo delle Selvatiche. Si disse che quei mostri l’avevano cambiata nel profondo con le loro rigide regole e i brutali rituali. Poi ripensò a quando da bimba picchiava i suoi compagni di classe, lanciava banchi urlando contro le maestre e faceva a botte coi bulli. Oppure quando si divertiva a dar fuoco ai ragni ammirando le zampette che si accartocciavano come carta. In quest’ultimo caso non voleva fare del male alle sue vittime, eppure ora ripensandoci vedeva la malignità nei suoi occhi sfavillanti di bimba. Un po’ come quando sputava nel caffettino delle sue insegnanti o quando si divertiva ad insaporirli con coda di lucertola. Tutto ciò molti anni prima della sua permanenza su monte Montecchio dalle sue malvagie ziette.

    Quei terribili pensieri furono spazzati dal ruggito dell’essere.

    Mentre il Giullare era poco distante dall’essere, un rombo percorse la cupola. Lo stridio assordante le trafisse i timpani come una moltitudine di lame. Il poco preavviso di quell’attacco le dovette far scegliere velocemente quale parte proteggere e la donna non ebbe dubbi al riguardo. Non era particolarmente brava in anatomia ma sapeva che l’orecchio era diviso in due parti. La prima si occupava dell’udito e la seconda dell’equilibrio. Proprio su quest’ultima la giovane avrebbe agito, proteggendola dall’attacco avversario. Avrebbe fatta diventare la suddetta talmente dura che niente avrebbe potuto scalfirla e così fu. Tuttavia quell’azione non fu priva di sacrificio. Se pur la Strega poté contare su tutto il suo equilibrio rannicchiandosi sulla cupola per tenersi ben stretta e non cadere nel vuoto i danni furono palesi ed immediati. I rumori da prima attutiti erano ormai svaniti. Urlò di dolore portando le mani alla testa che le scoppiava. Si accorse di avere i capelli fradici. Purtroppo non si trattava solo del sudore che dalle tempie le scorreva verso l'alto basso sudore.Guardò le dita affusolate alle luci artificiali dll’arena e le scoprì imbrattate di sangue. Era sorda i timpani le erano scoppiati. Nonostante ciò la Selvatica non poté occuparsi di quella nuova condizione che sentì qualcosa cambiò nell’aria. Vide la blatta appiattirsi sulla cupola e immediatamente comprese quel che stava per accadere. L’essere stava per darsi la spinta, voleva raggiungere gli altri gladiatori, ma lei non l’avrebbe lasciata andare senza farle prima un regalo d’addio.

    Jester non perse tempo e chiuse gli occhi tendendo bene l’En per assicurarsi che non ci fossero cambiamenti… eccetto quelli provocati da lei ovviamente. L’aria dello Yuzrab sarebbe diventata stranamente fredda dopodiché il putiferio avrebbe avuto inizio. Le tempeste di sabbia di cui si parlavano i tanto gli abitanti del deserto avrebbe lasciato il posto ad un vero e proprio tornato. Il vento accompagnato da mille lamine di ghiaccio turbinò attorno alla strega per un raggio di sette metri. La natura si sarebbe piegata alla volontà della donna che avrebbe dato luogo ad catastrofe naturale sovrannaturale. L’attacco era volto a danneggiare le zampe e parte del corpo della fiera. Una volta che questa si fosse lanciata nel vuoto, Jester avrebbe aperto gli occhi e si sarebbe precipitata dietro l’insetto correndo per la platina trasparente.

    Ao! Nemmeno Holly e Banji se facevano ‘sti flashback mentre correvano dietro ar pallone!

    energia: 35%-10%-10%=15%
    Stato mentale: disgustato- divertito
    Stato fisico: timpani scoppiati, stanchezza

    passive: 50% agilità+ velocità

    Attive:

    Difesa mica indifesa: (Consumo Variabile)

    10%

    - Guai nel Fiocco meglio l'Occhio -
    Jester crea un tornado di neve con potere Selvatico e Nen Hunter. La ragazza si trova nell'occhio del ciclone (Naturalmente nell'occhio c'entrano altre persone se le sono accanto). Ma tutto ciò che rimane fuori dall'occhio viene scaraventato via (tipo onda d'urto) dal vento e viene attaccato da fiocchi di neve ghiacciata. (Consumo Medio)
    10%


    Edited by Jester - 1/3/2016, 13:25
     
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  12. °Nyram The Faceless°
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -sussurri senzavolto-



    Mordred Le Fay





    Ancora una volta la sua deduzione aveva dato i suoi frutti. Fu per lui fonte di piacere poter osservare la sagoma dell'insetto scuotersi e rabbrividire sotto il dolore provocato dal colpo, colpo di cui ormai doveva aver cominciato a conoscere il morso.
    Ebbe però poco tempo per studiare la reazione dell'insetto, poichè questo prese a caricare le zampe rimanenti, pronto a spiccare il balzo. Si aspettava avrebbe fatto quella mossa prima, magari subito dopo la rampicata.
    Quantomeno in questo caso aveva una direzione supplementare da considerare.
    Lo sguardo scivolò rapidamente verso la vicina piattaforma luminosa, mentre l'insetto si slanciava su di loro. Al contempo lui avrebbe saltato sul riquadro, per metterne alla prova il meccanismo e, senza fermarsi se nulla fosse successo, si sarebbe lasciato scivolare di lato, nella fessura fra i due ripiani, sollevando la lama orizzontalmente sopra il capo lungo il limitare esterno del ripiano luminoso.
    Quel movimento all'apparenza rischioso, in quanto non ci sarebbero comunque state garanzie che il terreno sotto di loro avrebbe salvato i contendenti dalla caduta, era in realtà ben studiato.
    La lama, per buona metà più lunga della distanza fra i due ripiani e dal manico comodo anche per una impugnatura a due mani si sarebbe letteralmente incastrato, bloccato dalle due piattaforme, così la figura scura avrebbe potuto sostenersi con la guantata lungo l'impugnatura e l'elsa e la gemella piegata con la protezione metallica sopra il piatto della lama.
    Oscillando nella caduta avrebbe irrigidito i muscoli e rannicchiato gambe e schiena, così da accompagnare l'oscillazione e tentare di distendere le gambe in avanti lungo i due bordi, aggrappandosi in orizzontale per avere l'opportunità qualora necessario e a campo sgombro di tirarsi rapidamente sul ripiano e colpire l'insetto di sopresa.
    Tutto ciò che poteva fare in quel momento, però, era probabilmente scrutare l'ombra sopra di se e attendere per il via libera, che avrebbe colto istantaneamente, una volta che il trambusto su di lui fosse terminato.
    Intanto i pensieri rapidi continuavano a scorrere e sovrapporsi, valutando la situazione in ogni sfaccettatura per tentare di elaborare una strategia efficace.
    La piccoletta era stata investita dal contrattacco come da programma, seppure non avesse potuto appurarne l'esito, mentre non aveva avuto tempo di scorgere la reazione del vicino, visto lo scarso tempo a disposizione per reagire.
    Iniziava a risentire della stanchezza dovuta allo scontro, ma tutto sommato si aspettava che sarebbe arrivato molto peggio a quel punto. Sino ad allora aveva letto bene i suoi avversari, ma ora si avvicinava al momento più delicato..

    Status Fisico: Contusioni da urto diffuse (10% totale), Bruciature superficiali (5%), respiro accelerato, controllato.
    Status Mentale: Analitico, all'erta, allarmato, cauto.
    Riserva Mana: 45%

    Abilità passive rilevanti:
    >Essenza dei Senzavolto: Immortalità, +25% Forza/Velocità
    >Velo Logorante: Auspex dagli attacchi Psionici.

    Tecniche Attive:
    >Oh Delle Vane Esistenze (Difesa Fisica/Magica: Bassa)
    >Ex-Takshase'nam (Offensiva Magica: Media)

    Armi:
    >Ex-Cidium (spada)
    >Armatura delle Nebbie (armatura)


    Resoconto


    CITAZIONE
    Il senzavolto si dedica a trovare riparo, tentando di spostarsi sul riquadro di arrivo ed eventualmente saltando incastrando la lama sopra di se per tenerlo bloccato fra i due ripiani.

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    Luogo: Endlos - Arena Nera



    Oregon si stava rivelando il più inutile dei quattri. In un mondo dove la magia e la fantasia regnava suprema, un semplice uomo con un potenziamento fisico e un'armatura super tecnologica, privo di ogni potere superiore non poteva fare molto. C'era chi poteva lanciare incantesimi di ogni sorta, chi scariche elettriche esagerate..e poi lui, che non aveva nemmeno il tempo si sparare dei proiettili totalmente inutili contro la corazza del gigante insetto. Gli attacchi degli altri due contendenti minori furono efficaci, Oregon diede solo un supporto davvero velato. Non poteva farci niente, d'altronde era stato addestrato per sopravvivere. Dal mondo cui proviene, privo di magia, vince chi resiste di più, non chi fa più male. Continuò a tenere le armi puntate sulla bestia, subito dopo portò la sinistra al fianco per riagganciarla, così che la mano libera poteva porsi sotto l'altra impugnante il manico dell'arma. Spostò leggermente il viso, e di conseguenza parte del busto, per mirare meglio. Ora aveva intenzione di sparare un singolo e preciso, se non letale, colpo contro quella schifosa bestia amante dell'electro music.
    E adesso.. - e adesso niente, scostò il viso dal mirino, sbatté le palpebre e notò il grosso avversario lanciarsi. Si era dato la spinta con le zampe rimanenti e si stava dirigendo verso di loro. In quel momento Oregon si sentiva come un povero bimbo al centro di una piscina mentre osservava a rallentatore un probabile compagno scolastico di abbondante peso, tuffarsi a bomba verso di lui.
    Si, mi stai prendendo veramente per il culo - poi, senza pensarci due volte, riagganciò la magnum e cominciò a correre verso i bordi della piattaforma di cristallo. I secondi erano davvero pochi. Talmente scarso era il tempo che nello stesso momento era in grado di immaginare la figura bestiale alle sue spalle in atto di impattare sulla piattaforma, di conseguenza udirne l'urto o, eventualmente, il fragoroso rumore dei cristalli rompersi.
    Cambio! - pensò come se dovesse avvisare l'intelligenza artificiale, ma a quest'ultima non servivano i pensieri del suo involucro, dopotutto poteva sentirli istantaneamente, anzi..a dire il vero poteva udirli ancora prima che lo spartan potesse produrli concretamente. Questo perché la sua velocità di calcolo, avvantaggiata dall'enorme vicinanza col cervello dell'umano, le permetteva di calcolare ogni singolo atomo in movimento in Oregon. Oltre al fatto che il senziente era talmente evoluto e veloce da realizzare prima dello stesso Oregon ciò che stava pensando. Ignorando questa divagazione. Lo spartan scivolò sulla piattaforma di lato , agli ultimi piedi di distanza si girò dall'altro lato sfiorando con la mano destra il pavimento cristallineo, tornando quindi a guardare l'insetto in arrivo. Trattenne il respiro. Le punte dei piedi rimasero tali per un solo istante, proprio al bordo della piattaforma, per poi spingere con un secco impulso. Oregon saltò letteralmente all'indietro seguendo l'acrobazia di una verticale. Era un atleta dopotutto, ma non era quello il punto su cui focalizzarsi. Oregon non aveva la minima intenzione di atterrare, non gli importava quanto perfetta poteva essere. Allargò le braccia ancora prima di terminare il movimento, sollevando la testa per inquadrare il bersaglio. L'espediente acrobatico serviva per rallentarsi in volo, in un certo senso. In questo modo avrebbe potuto allinearsi, sferrare il suo attacco al momento dell'impatto dell'antropode.
    Ora! - dietro la schiena si illuminarono due fori di un blu acceso. Uscirono fuori i propulsori con una potenza tale da spostare lo spartan in avanti, in direzione della bestia. I suoi proiettili erano stati del tutto inefficaci, gli altri si erano dati da fare e non avevano subito grosse conseguenze nello stare a contatto col nemico. Non rimaneva altro che tentare un assalto pieno di coraggio e di forza bruta. Il classico vince sempre. Caricò un pugno devastante aiutato dalla potenza di spinta dei propulsori con la forte intenzione di perforare l'armatura naturale dell'insetto e, volendo, trapassarlo da parte a parte, all'abominevole testa. Il risultato era davvero incerto, la dinamica era tale che tutto si sarebbe susseguito con differenze di secondi. Un fotogramma dopo fotogramma. Ignorò totalmente le condizioni degli altri due, ora c'erano lui e l'ennesimo gigante da affrontare. Il classico scenario biblico. Andando in un crescendo di emozioni e adrenalina. Avrebbe colto quel preciso momento, sarebbe successo dopo il suo contatto con la piattaforma, doveva farcela, tutto stava nel suo pugno seguito da una scia luminosa. Che questo benedetto uomo riceva la benedizione del maestro dei pugni.

    Stato Mentale: Normale - Molto concentrato e un po' timoroso
    Stato Fisico: Provato - Udito mediamente danneggiato
    Energia: 25%
    Equipaggiamento:
    Armatura MJOLNIR Gen 2
    Armi:
    Fucile a Pompa M45D - Colpi: 6
    Doppia Magnum M6H - Colpi: 6 + 6
    Passive:
    Liquido Reattivo Cristallino [Passiva 25% in Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza [Passiva 25% in Forza e Resistenza]
    Spartan Training [Passiva Riflessi Aumentati]
    Heads Up Display [Passiva Mira Aumentata]
    Motion Tracker [Auspex Movimento 30 metri]
    Attive:
    CITAZIONE
    Nome: Thruster Pack/Jump Unit - Ground Pound/Spartan Charge
    Tipologia: Supporto - Difensiva - Offensiva
    Raggio: 5 metri - Melee
    Descrizione: Usato nelle missioni a gravità zero, specialmente intorno alla Luna in quanto sia stato nella classe Assalto Aereo, quest'abilità permette all'utilizzatore di eseguire uno scatto molto rapido, anche in volo, di 5 metri. E' possibile attivarla dai piedi o dalla schiena oppure da entrambi utilizzandola due volte per raddoppiare i metri. Si trattano di serbatoi a idrozina, che se rotti diventano pericolosi, in quanto l'operante perderà il controllo e l'assetto in volo, la probabilità è comunque scarsa trovandosi incorporati nell'armatura. Grazie al controllo dell'intelligenza artificiale, è possibile modificare il consumo e la gittata per eseguire degli spostamenti consentendo all'utilizzatore di evitare attacchi nemici. Volendo è possibile, per Oregon, sfruttare il lancio prodotto dai propulsori per eseguire un colpo fisico, in grado anche di distruggere edifici, portato con un pugno.
    [Consumo: Basso][Consumo: Variabile - Schivata: Variabile][Consumo: Variabile - Danno: Variabile - Raggio: Variabile][Alto]

    Riassunto: Oregon si appresta al bordo per evitare l'impatto dell'insetto con un salto all'indietro. Prima di terminare il movimento, si blocca per un istante a mezz'aria caricando i propulsori e si lancia verso la bestia per sferrare un colpo fisico offensivo di Thruster Pack/Jump Unit - Ground Pound/Spartan Charge (Ground Pound) a livello Alto con l'intento di colpire al centro del viso e sperando in un k.o. miracoloso.
     
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    Mentre spiccava il suo portentoso balzo, l’insetto fu sfregiato da un turbinio di lamine ghiacciate. Jester, la responsabile di quell’incantesimo, era riuscita a mantenere il suo precario equilibrio. Non provocò danni ingenti, ma probabilmente nemmeno un colosso del genere poteva ignorare a lungo le tante ferite minori che stava accumulando.

    Tutto il pubblico restò col fiato sospeso. Seduti a malapena sul bordo delle gradinate, con gli occhi sgranati e le mani davanti alla bocca, ammirarono lo schianto del colosso sulla piattaforma. I due gladiatori reagirono in maniera differente: Mordred si tuffò nell’interstizio tra i lastroni e bloccò la caduta incastrando la spada di traverso, affidando a quest’ultima il sostegno di tutto il suo peso; Oregon invece attivò col giusto tempismo i suoi propulsori, per evitare lo schianto e andare incontro all’insetto. Mentre le gambe del Senzavolto pendevano nel baratro, lo Spartan assestò un pugno demolitore al muso del nemico. La corazza naturale sul suo volto si frantumò come un muro sfondato da una palla demolitrice. Dalle fratture sprizzò del liquame denso e qualche residuo di scarica elettrica.

    Sebbene dagli spalti si alzassero ovazioni tonanti, Jester non sentiva niente di quelle urla. Insieme ai timpani sfondati, anche la sua vista si sfocò. Chiedere al proprio corpo di rimettersi a correre nelle condizioni precarie in cui versava era stato un errore. La carenza di energie e il sangue salitole alla testa per l’innaturale posizione verticale mandarono in tilt i suoi centri di controllo. Un secondo dopo i suoi piedi avevano perso aderenza. Era in caduta libera.

    Le crepe sul muso dell’artropode non furono le sole ad aprirsi. Dopo lo schianto di svariate tonnellate, nemmeno il cristallo arcano dei lastroni poteva resistere. La piattaforma a mezz’aria si frantumò, spezzando l’incanto che si opponeva alla gravità. Anche gli altri tre contendenti della mischia iniziarono a precipitare verso il ring dell’Arena.

    Tutto ciò che s’innalza è destinato a crollare.
    Il terreno si avvicinava inesorabilmente.
    Lo stupore del pubblico parve congelare il tempo.

    L’aria scorreva intorno a loro, incapace di trattenerli – come dita su cui scivola la sabbia. Nei tanti frammenti di vetro si specchiavano i corpi dei gladiatori. Fragili ed effimeri, come la gloria per cui stavano rischiando la vita. Mentre la gravità rammentava loro che appartenevano soltanto al fondo dell’inferno, un’unica domanda poteva trovare un senso nell’anello di ossidiana.

    Ne era valsa la pena?



    @Tutti: come detto in Bacheca, lo schianto di questa caduta è paragonabile ad un danno alto.

    La scadenza è fissata a mercoledì 16 marzo.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Troppo spesso accade che le persone scambino la propria passione per la gloria, ma oggi parliamo di una giovane donna e la sua voglia di lottare. Non importa quante volta ella cadrà, avrà sempre la forza e soprattutto la voglia di rialzarsi. Perché quando tutti hanno evitato le avversità lei ha raggiunto la cima assaporando il fremito del combattimento mentre si avvicinava al rivale. Gesto dettato dal coraggio e dalla sua ragione malata. Perché solo una folle poteva sapere di avere la forza di ricominciare dopo una lunga discesa. Una matta con la voglia di sopravvivenza per far avverare il proprio sogno. Essere la più forte! Se si vuole raggiungere un obiettivo si deve sempre guardare avanti seguendo la voce del proprio cuore. Un suono che non si ode con le orecchie, una meta che non si raggiunge con la vista. Perciò anche nell’oscurità e nell’assenza di suoni la nostra Strega non si arrese.

    La barriera fu percorsa solo per poco meno della metà quando Jester si sentì vacillare. Gli spalti in visibilio dall’audio messo in silenzio si spensero davanti ai suoi occhi. I suoi piedi si staccarono dalla barriera e la sensazione di vuoto la travolse. Mentre si trovava in aria mille pensieri passarono per la sua mente. Bizzarra fu la sensazione di trovarsi a compiere il giro della morte su una montagna russa. Mentre i vecchi ricordi venivano a galla il tempo si dilatò. I pochi secondi che la separavano dal terreno divennero ore.



    Pensò a quanto fosse difficile essere accettata. Si soffermò in particolar modo alla sua infanzia di cui _ dannazione_ non riusciva a ricordare tutto. Era sempre stata abbastanza esclusa. Non parlava troppo. Sapeva che il suo esprimersi in rima era un problema per gli altri. Ma lei non riusciva proprio a cambiare quella condizione. Ogni tentativo era vano, si rispondeva che fosse causa dell’abitudine. Così si ridusse al silenzio, pensava che se fosse stata zitta si sarebbe potuta confondere tra le persone ‘ordinarie’. Inutile. Una mosca bianca si sarebbe notata ugualmente. Jester non guardava le persone, lei le scrutava avvolgendosi in un’aura macabra. Quando troppe persone la osservavano si bloccava camminando in modo meccanico. Paradossalmente per nasconderlo si esibiva in un’acrobazia e diventava ancora più anormale. Non ci volle molto che iniziò a fare botte con i bulli che non le davano tregua. Infine divenne diffidente quando i suoi pochi amici _ troppo spaventati_ si allontanarono. Per contorno vi era la famiglia. Tutti guardavano con timore sua madre, alta più di due metri e chi non ne era spaventato ne provavano pietà. Infine, ciliegina sulla torta, la ragazza sviluppò i poteri selvatici. Le persone iniziavano a fare il segno della croce al suo passare. In più c’era chi le lanciava roba e chi la insultava gratuitamente. Così Jester conobbe presto una regola universale… nessuno accetta il diverso.

    Mentre l’aria le sferzava sul viso e il sudore le si congelava addosso il Giullare portò le braccia al petto stringendosi. Voleva sentire il proprio corpo, voleva odorare la vita. Sorrise. Era strana? Benissimo! Allora lei non sarebbe morta come di consueto per la gente comune. Benintesi, con questo non voglio dire che la Strega non avrebbe provato in seguito a diventare come gli altri ma solo che avrebbe accettato per un attimo la sua 'strtanezza'. Uno dei suoi sogni segreti sarebbe sempre stato… ‘far parte della massa’. l’En esplose attorno alla figura giullare. Quattro metri la distanziavano dalla sabbia. Fece il conto alla rovescia.
    3 m… si disse di non cedere alla stanchezza.
    2 m… richiamò il potere selvatico.
    1 m… La forza la invase rendendo il suo corpo duro
    0 m... si schiantò al suolo alzando un polverone.

    Prima che gli occhi _ inutili_ le si chiudessero sentì un forte dolore agli arti e alla cassa toracica. L’aria le mancò e rantolò sputando. Difficile per lei stabilire se quello che le uscì dalle labbra fosse sangue o saliva. Nonostante la lancinante sofferenza che la faceva boccheggiare comprese una verità celata in lei. La sensazione che aveva provato allo stomaco non era vuoto, bensì sazietà. Erano le mille farfalle che le facevano amare la vita. Una vita che non si sarebbe consumata quel giorno. Perciò la nostra risposta è sì. Ne è valsa la pena di accettare questa sfida nel mezzo dell'anello d'ossidiana. Scrivere e lottare al centro _o sopra_ il ring c'ha fatto crescere. Quindi vi ringraziamo per la spinta perché abbiamo fatto la differenza su questo palco. Pensando ciò il radar della Hunter si spense e dalla sua testa sparirono il mago, il power ranger e il colosso.

    -Grazie per le botte
    Ma ora buona notte!-


    15%-10%=5%

    Difesa mica indifesa= una difesa variabile magica e fisica
     
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