Lightnin' strikes

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Pensato Intelligenza Artificiale
    "Parlato Intelligenza Artificiale"
    Pensato Agente Oregon
    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Arena Nera



    Il suo pugno fu particolarmente efficace. Vide, sentì e udì l'armatura naturale crollare sotto il suo pugno sovrumano. Oregon non poté reprimere l'emozione di esserci riuscito, una scarica d'adrenalina lo percorse. Una scarica elettrica..Oregon si preoccupò, fortunatamente non fu nulla di pericoloso. Uno schizzo di un liquido sconosciuto, probabilmente il sangue della creatura, fuoriuscì dalla ferita. Purtroppo c'era solo un piccolo dettaglio da non trascurare. L'impatto della bestia sulla piattaforma fu tale da distruggerla, o meglio, da creare dapprima crepe, le quali spezzarono il grosso blocco volante facendo perdere tutta la tenuta ad esso. Quindi crollò. Ora erano in caduta libera ed erano una bella trentina di vuoto.
    Merda.. - classico pensiero. Lo spartan non poté far altro che accettare il suo destino. Dunque dispiegò le braccia simulando un perfetto volo d'angelo..o salto della fede. Non poteva fare niente per evitare la caduta, nessun appiglio nei dintorni.
    Heta! - la chiamò mentalmente - Ho bisogno di una mano, un consiglio magari?! - eccola la natura umana, non importa quanta diffidenza e odio si provi per le macchine senzienti, quando si rischia di morire, andava bene qualsiasi aiuto da qualsiasi essere.
    Agente Oregon, l'energia per gli scudi energetici non sarà sufficiente - corretto, ma doveva comunque fare qualcosa. Bastavano anche quelle gocce di energia per almeno ammortizzare l'impatto.
    Vuole che esegua il conto alla rovescia? - il terreno si faceva sempre più vicino, i sassi sempre più grandi e in quella visuale anche la figura violacea dell'intelligenza artificiale ci prese parte, immutabile, traslando l'immagine come accompagnando l'Armatura.
    Per cosa? - domandò perplesso, è già faticoso credere come possa rimanere lucida in una situazione del genere. Sarà la costante comunicazione mentale tra i due. Ma..il conto alla rovescia, per cos'era?
    5..prima dell'impatto..3..2.. - Non contare!! - e quello fu il suo ultimo pensiero. La figura scomparve e Oregon spalancò gli occhi realizzando quanto odiava stare coi piedi per terra. Era sempre il contrario, ma ora preferiva rimanere in volo. Fece il possibile, si rannicchiò all'ultimo impattando violentemente contro il terreno arido e duro. Avvertì un forte dolore al fianco e in generale anche al braccio e la gamba destra. Chiuse gli occhi, la bocca semiaperta boccheggiando appena. Rimase lì per alcuni secondi. Poi riaprì gli occhi improvvisamente, stava udendo l'allarme degli scudi energetici. Questo significava che aveva usufruito dello scudo per subire meno danni possibili.
    "Bioscan.." - disse a voce, la testa gli faceva male, non riusciva a formulare pensieri immediati e..non era proprio il momento di tenersi le voci dentro alla testa.
    "Contusioni varie sulla parte laterale destra del corpo e una piccola ferita alla testa" - affermò, dopotutto lui non poteva guardarsi dentro l'armatura. La ferita non incideva sulla vista dello spartan, la piccola riga di sangue sgorgava lentamente di lato. Si portò la mano in prossimità della ferita, sempre sul saldo casco. L'armatura aveva svariati graffi, ma pareva aver retto meglio di lui l'atterraggio. Si rialzò lentamente cercando tutti gli altri con lo sguardo. Si soffermò subito sul corpo femminile un po' distante da lui. Jester. Evidentemente era caduta in qualche modo e non era riuscita a salvarsi. Era morta? Da lì non poteva dirlo, nemmeno l'IA. Tirò su un respiro. Sperava nella sua vita, dopotutto la conosceva. Anche se per poco, era risultata una persona carina e simpatica. Ignorava le ragioni di tale cambiamento, ma lo spartan non era mutata molto, almeno non su certi concetti.
    "Gli altri?" - domandò sempre con un minimo di voce, tipico di chi non è abituato a parlare molto, mentre teneva la sinistra sul braccio destro.
    "Può vedere lei stesso, Agente Oregon"

    Stato Mentale: Normale - Attento e preoccupato
    Stato Fisico: Provato - Udito mediamente danneggiato, varie contusioni laterali alla coscia, spalla e fianco destro, piccola ferita alla testa
    Energia: 15%
    Equipaggiamento:
    Armatura MJOLNIR Gen 2
    Armi:
    Fucile a Pompa M45D - Colpi: 6
    Doppia Magnum M6H - Colpi: 6 + 6
    Passive:
    Liquido Reattivo Cristallino [Passiva 25% in Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza [Passiva 25% in Forza e Resistenza]
    Spartan Training [Passiva Riflessi Aumentati]
    Heads Up Display [Passiva Mira Aumentata]
    Motion Tracker [Auspex Movimento 30 metri]
    Attive:
    CITAZIONE
    Nome: Scudo Energetico
    Tipologia: Difensiva
    Raggio: Se stesso
    Descrizione: Perfezionato sugli ultimi modelli dell'armatura, si tratta di una seconda pelle intorno che permette di proteggere da alcuni attacchi. Si può modificare il livello di difesa, quindi variando l'uso di energia, secondo il bisogno. Può infrangersi se i danni raggiungono il limite, quindi ci sarà bisogno di aspettare la ricarica, oppure si può usare direttamente l'energia dell'armatura anche se risulterà più complesso. Grazie all'intelligenza artificiale, si può ridurre al minimo il tempo di ricarica degli scudi nel caso vi sia la necessita di utilizzare nuovamente lo Scudo Energetico.
    [Consumo: Variabile - Difesa Fisica/Magica: Variabile][Medio]

    Riassunto: Oregon ammortizza i danni da caduta con Scudo Energetico a livello Medio, subendo quindi un danno Medio diffuso sulla parte destra del corpo.


    Edited by "Gerik" - 17/3/2016, 09:21
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -sussurri senzavolto-



    Mordred Le Fay








    Andò in pezzi all'improvviso. Potè scorgere dalla sua posizione sospesa le crepe diffondersi, come striature sul ghiaccio. Rammentò di aver assistito ad una scena simile, molto tempo addietro, su un lago molto importante, in un regno molto diverso da quello.
    Poi tutto andò in frantumi. La pioggia di cristalli attorno a lui lampeggiava sinistra, riflettendo le immagini e le luci adiacenti. L'aria e il vuoto lo avvolgevano, mentre cadeva, la mano della spada distesa indietro, trascinata dal peso dell'arma. L'altra si distese verso l'alto, quasi istintivamente.

    Il senso di distacco, il trauma dell'impatto. L'improvvisa coscienza di se mentre percepiva tutto cedergli intorno. Il vuoto si sfaldava, si frammentava: qualcosa lo risucchiava oltre una barriera invisibile, malapena percepibile. Cadde, cosciente per la prima volta dell'oscurità attorno a se.
    Su di se un bagliore si accese all'improvviso, mentre un'esplosione silenziosa illuminava per la prima volta la pace e l'immutabilità del vuoto eterno. Una mano incorporea si tese verso di quella, poi la barriera si chiuse..



    Lo sguardo si spalancò per un istante, mentre il lontano ricordo si spandeva nelle menti condivise, colmando le memorie del senzavolto. Un ricordo più antico di ogni altro esistente.. il primo ricordo.
    Ma a quel frammento si aggrappò qualcos'altro, seguito da sensazioni estranee e incatenate.

    Il calore, il senso di pace.. Poi all'improvviso il freddo, gelido e intenso. Gli occhi si aprono, su una figura sfocata che protende le braccia, lasciandolo cadere privo di appigli. L'impatto con l'acqua, il silenzio, le luci distorte nel limpido specchio d'acqua.. La sensazione di sprofondare. Una piccola mano protesa verso il cielo.. "Ora è vostro.."



    -No-

    Lo sguardo si assottigliò pericolosamente, mentre una luce profonda si accendeva nello stesso, lasciando una scia nell'aria infranta dalla caduta. La mano protesa si ritirò rapida verso il petto, stringendosi in un pugno, mentre strali di caligine si levavano in un turbinio, serrandosi sulla sua figura in un sudario che la avviluppò completamente.
    Come una meteora di strali bianchi attraversò la distanza che lo separava dal terreno, abbattendosi sullo stesso in un'esplosione di tentacoli di foschia.

    Invocazione ai Senzavolto: Oh, Delle Vane Esistenze.

    "Oh, delle Vane Esistenze
    Esiliati dalla realtà,
    Se le sue leggi mi si opporranno,
    La tua mano le piegherà.."


    La caligine del Velo, estensione stessa dei Senzavolto e vincolo alla loro unione sulla terra. Quando minacciato da forze magiche il suo simulacro, è l'Essenza del Senzavolto delle Vane Esistenze a intercedere. Egli ha il dominio sulle regole dell'esistenza e della materia e sulla loro caducità. In virtù della sua intercessione dunque, la caligine si sprigiona avvolgendo la figura e frapponendosi fra se e l'attacco avversario custodendo l'esecutore al suo interno, così che scontrandosi con essa, la tecnica deleterea verrà divorata disperdendosi nel vuoto, venendo così vanificata.
    - (Tecnica Difensiva, Fisica/Magica: Variabile [ALTA]) [Origine: Razza/Sacerdote (4pt)]



    " E' tutto quì?
    Non lo tollero
    E' inaccettabile
    Anche al guinzaglio di una entità immortale
    Ci sono cose che un uomo non può soprassedere
    Queste sono le mie gambe
    Le mie braccia
    Quando cadrò in ginocchio
    Quando la mia spada toccherà terra
    Sarò io a deciderlo
    E se questa creatura vuole sconfiggermi
    lo farà mentre sono ancora sorretto dal mio orgoglio
    E se voi volete stare a guardare, fatevi da parte
    Questo non è qualcosa che possiate sperare di comprendere
    "



    -Questa volta..-



    Una lama tagliò improvvisamente la foschia, lasciando che i brandelli rimanenti si dileguassero in sottili rivoli, mentre la figura quasi fumante per quel bozzolo arcano si rivelava, curva, la mano ancora stretta al petto, mentre dalla bocca ansante sottili rivoli grigi fuoriuscivano arrampicandosi lungo i lati. Il largo cappuccio giaceva sulla schiena, mettendo in mostra la lunga criniera di un lucido corvino. Due occhi simili a stelle di ghiaccio scrutavano il campo di battaglia devastato distendersi davanti a se. Si erse lentamente, scrutando quanto rimaneva dei contendenti che lo circondavano. Ne era valsa la pena?
    -Non finchè ne rimarrà in piedi uno solo..-
    Serrando le labbra sottili ed esangui, fece il primo passo avanti, sollevando la lama innanzi a se, prima di afferrarla con ambo le mani e ruotarla, adagiandola sopra la spalla corazzata.

    Status Fisico: Contusioni da urto diffuse (10% totale), respiro affannato.
    Status Mentale: Analitico, all'erta, allarmato, cauto, notevolmente affaticato.
    Riserva Mana: 25%

    Abilità passive rilevanti:
    >Essenza dei Senzavolto: Immortalità, +25% Forza/Velocità
    >Velo Logorante: Auspex dagli attacchi Psionici.

    Tecniche Attive:
    > Oh, delle vane esistenze (Difesa Alta)

    Armi:
    >Ex-Cidium (spada)
    >Armatura delle Nebbie (armatura)


    Resoconto


    CITAZIONE
    Il senzavolto riprende precipita in seguito alla distruzione del piano sospeso. Lasciata quindi la guida alla coscienza di Mordred lo difende dalla caduta, consentendogli di rimettersi in piedi per terminare lo scontro.

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    L’impatto col suolo scosse l’intera Arena fin nelle sue fondamenta. L’onda d’urto risalì le superfici d’ossidiana fin sugli spalti, scuotendo sul posto ogni spettatore. Uno scontro su così larga scala da riuscire a coinvolgere perfino il pubblico era un evento memorabile, in grado di ridare lustro ad un’intera stagione gladiatoria. Non potendo prevedere l’andamento di una mischia del genere, gli organizzatori non avrebbero potuto sperare in un climax migliore. Mentre il polverone sollevatosi stentava a posarsi, sulle tribune tutti avevano il fiato sospeso.
    Qualcuno era sopravvissuto allo schianto?
    Chi sarebbe rimasto in piedi?

    Il corpo di Jester fu il primo ad essere riconoscibile, essendo caduto sul bordo esterno del ring. La ragazza era riversa al suolo e non sembrava in grado di rialzarsi, nonostante le incitazioni di alcuni simpatizzanti che avevano scommesso su di lei.

    Tra le volute grigiastre di polvere comparve lo Spartan, suscitando una nuova ondata di tifo. Si reggeva ancora malamente sulle sue gambe, grazie alla protezione offerta dal suo esoscheletro.

    Poco distante da lui, anche il cavaliere emerse dalla nube; altre urla si sommarono alle precedenti. Con ancora in pugno la spada, rimuginò la regola ferrea dell’Arena Nera.

    « Esattamente. »

    Confermò una voce inconfondibile.
    In cima al corpo immobile dell’artropode colossale era seduto il Cerimoniere. Come suo solito era comparso dal nulla, occupando quella posizione precaria con una naturalezza disarmante. Pur con il volto celato dal cappello da cacciatore di streghe, riusciva a scrutare i sopravvissuti.

    « La mischia non è ancora finita. »

    Dalla sua posizione rialzata avrebbe assistito alla fine di quella follia collettiva.
    Una sinfonia di sangue e rabbia di cui lui era contemporaneamente
    il compositore, il direttore d’orchestra e il destinatario in platea.


    Siamo alle battute finali, la scadenza è fissata a mercoledì 13 aprile.
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -sussurri senzavolto-



    Mordred Le Fay








    Lo sguardo di ghiaccio scintillò sinistro, fissandosi con una scia lucente verso la figura designata: l'armatura. Con un movimento dettato dall'abitudine, conosciuto come l'arte del proprio respiro, il nero cavaliere flesse appena le ginocchia, sollevando il braccio sinistro in orizzontale dinnanzi a se, spostandosi ad offrire lo stesso fianco e indietreggiando l'altro piede, stringendo la presa sull'arma con la destra, adagiando la lama rivolta in avanti col piatto sullo stesso braccio sinistro. Posta offensiva della balista.
    L'avversario distava da lui una decina di metri. Scivolò in avanti, rapido e calmo: non intendeva spendere energie inutili, ne alterare l'equilibrio del proprio corpo. Avanzò alternando decise spinte del piede avanzato a scivolamenti veloci forniti dal piede posteriore, utilizzando come scarico di peso i due alternatamente, secondo i movimenti marziali, così da non esercitare eccessiva tensione sui muscoli. Così facendo sarebbe scivolato rapidamente in avanti senza scomporsi o fornire aperture, scivolando con un principio non dissimile dallo scatto di un serpente sul terreno.
    Tre rapidi scatti dei due piedi sarebbero bastati a farlo scivolare per i primi sei metri, gli occhi fissi sulla preda al pari di un predatore: un lupo affamato. A quel punto avrebbe potuto compiere l'unico passo per cui aveva risparmiato le forze. Si sarebbe spinto in avanti col piede indietreggiato un ultima volta, stavolta slanciandosi con la pressione contemporanea del piede avanzato per scagliarsi contro l'avversario. La lama diretta in un affondo verso il collo, dal basso verso l'alto, per incunearsi nell'elmo, avrebbe cambiato traiettoria all'ultimo, causa uno spostamento dell'angolo del gomito e del polso che avrebbero ruotato la lama all'indietro, verso l'alto, consentendo all'altra mano di afferrare il pomo mentre il colpo caricava.
    Quindi avrebbe tentato di distendere il colpo in avanti, con entrambe le braccia, provando a cogliere l'avversario contropiede. Mentre il braccio destro guidava il colpo e il sinistro forniva il perno, la lama si dirigeva nuovamente verso il collo, ma tramite un fendente dal lato, tendente verso l'alto, aiutato dalla pressione delle ginocchia piegate sul terreno.
    La strategia era semplice: l'armatura riparava il suo avversario, ma per consentire il movimento del capo doveva avere una giuntura morbida all'attaccatura del collo e a livello del mento. Se fosse riuscito a penetrarla avrebbe potuto intaccare la giugulare, ma se così non fosse, con un colpo ben piazzato poteva esercitare un urto verso l'alto, dove l'armatura non poteva assorbirlo interamente, andando a scuotere il collo esercitando pressione laterale verso l'alto, nel tentativo di spezzarglielo.
    Ciò che invece nascondeva davvero, era che il braccio sinistro, la cui mano posava sotto il pomo, non avrebbe accompagnato il colpo sino alla fine.
    Una volta portata la lama nella traiettoria visiva del suo avversario, attirandone l'attenzione e frapponendosi, la mano si sarebbe distaccata all'improvviso, proseguendo il movimento in una distensione del braccio che la avrebbe diretta verso il petto del suo avversario, a breve distanza.
    A quel punto, dalla posizione subdola il bagliore sarebbe esploso. O per meglio dire, l'anti-luce che lo pervadeva.
    Una buona parte delle ultime energie racimolato sino a quel momento, sarebbero emerse in una esplosione di quella essenza arcaica che avrebbe irradiato verso il centro del petto del suo nemico, tentando di aprirvi un grosso squarcio mentre i singoli raggi si espandevano, irradiandosi all'interno del corpo in armatura, tentando di lacerarlo e scagliarlo via con la raffica, dandogli il colpo di grazia.

    -Ex-Takshase'Nam!-



    "A te rivolgo le mie preghiere
    quando la luce dorme negli occhi,
    così che l'oscurità giaccia nei cuori,
    morenti innanzi ai caduci raggi.."

    Facendo appello ai poteri decaduti in possesso del suo involucro, sin dai tempi remoti, il Paladino Oscuro incanalerà in un arma o un arto il potere della luce oscura, affinandolo e manipolandolo attraverso la benedizione degli Antichi per poi rilasciarlo in un'esplosione travolgente formata da strali di energia oscura simile a raggi di anti-luce, un'oscurità baluginante e densa capace di perforare e squarciare, lasciando dietro di se una sensazione simile a quella di una bruciatura da freddo. Questi strali di luce oscura compiranno zigzagando ad alta velocità un tragitto irregolare, incrociandosi cosicchè appariranno come un reticolato irregolare che occuperà un tragitto con un'ampiezza circolare pari circa a quella di un varco adatto ad un uomo medio, tentando di travolgerlo e scagliarlo via con la violenta raffica.
    - (Tecnica Offensiva, Magica: Variabile [MEDIA]) [Origine: Classe Primaria, Sacerdote (2pt)]



    Il fiato venne fuori in un rantolo, mentre le energie risucchiate gli scuotevano le gambe allineate con un tremito. Sapeva di essere quasi privo di risorse, ma se il suo avversario era in condizioni non dissimili, un colpo del genere in quel momento poteva fare la differenza. Se lo avesse ucciso sul colpo, sarebbe stato l'ideale.
    Ma ciò che lui voleva, era ferirlo, quanto bastava a trascinarlo lentamente verso il baratro. Mentre l'esplosione di anti-luce lo faceva scivolare lievemente indietro i lunghi corvini rilucevano di bagliori argentei, disegnando un velo nell'aria. Il braccio che reggeva la lama arrancò appena con un sussulto, ruotandola per adagiarne la punta al suolo, frapponendola fra se e l'avversario e usandola come appoggio.
    Lo sguardo era immobile: nonostante tutto, era un punto fermo che osservava con un gelo antico e inumano. Avrebbe sacrificato ogni spilla di energia in corpo, senza curarsi della sua vita, una vita che aveva già sconfitto la morte, pur di schiacciare il suo avversario. Non c'erano dubbi.

    "Sin dall'inizio, gli insetti in questo campo di battaglia.. Erano tre."





    Status Fisico: Contusioni da urto diffuse (10% totale), respiro corto.
    Status Mentale: Analitico, all'erta, allarmato, cauto, estremamente affaticato.
    Riserva Mana: 15%

    Abilità passive rilevanti:
    >Essenza dei Senzavolto: Immortalità, +25% Forza/Velocità
    >Velo Logorante: Auspex dagli attacchi Psionici.

    Tecniche Attive:
    > Parola di Morte: EX-Takshase'Nam! [Media]

    Armi:
    >Ex-Cidium (spada)
    >Armatura delle Nebbie (armatura)


    Resoconto


    CITAZIONE
    Il senzavolto si posiziona, prendendo l'iniziativa e scivolando in avanti sino a saettare l'offensiva finale. A quel punto lancia un colpo dalla forma ingannevole, volto a colpire l'avversario in un punto vulnerabile, questo soprattutto per coglierlo impreparato con un colpo che celava le sue ultime energie, volto a squarciare l'armatura avversaria e lederne il corpo, sscaraventandolo via.

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    Luogo: Endlos - Arena Nera





    Jester era a terra a più di venti metri da loro. Il suo corpo era immobile, aveva subito una rovinosa caduta forse anche più profonda della sua. Poi vi era l'insettoide, anch'esso sembrava k.o. dato che non si era più mosso da un po'. L'organizzatore apparve sopra quest'ultimo, sfoggiando un'aria naturale, tipico di chi vedeva questi scontri tutti i giorni. Disse che non era finita, che lo scontro doveva continuare, poiché solo uno doveva rimanere in piedi. Con le magnum impugnate e rivolte verso il basso, lo spartan attese di rivedere il suo avversario. Il cavaliere nero dagli occhi glaciali. Era interessante, avevano molti più tratti in comune di quel che chiunque poteva credere. Entrambi lupi solitari, entrambi cavalieri, uno del futuro e l'altro del passato, se era così fare un paragone del genere. Sollevò le braccia mirando con entrambe le pistole. A sua volta l'altro rispose ponendosi in posizione. La parte destra di Oregon era indebolita, avrebbe dovuto fare maggiore affidamento sul braccio sinistro, non che fosse un problema. I suoi occhi potevano percepire ogni singolo movimento avversario, questo scattò, prese l'iniziativa, si fiondò con una serie di passi veloci. Tentò un affondo diretto verso il collo dello spartan, stava cercando uno spiraglio dell'armatura per infliggergli una ferita particolarmente letale. Con destrezza, lo spartan fece ruotare di 180° la pistola sulla mano sinistra, impugnandola a mo' di bastone con impugnatura laterale. Il colpo cambiò traiettoria all'ultimo, ma esso cozzò contro la pistola frapposta con giusto tempismo. Lo spartan applicò una spinta facendo deviare il colpo esternamente al suo elmo, così sicuro che ignorò tale lama per mantenere il suo sguardo fisso sugli occhi dell'altro. Ed ecco che rivelò il suo vero piano, il braccio sinistro del guerriero. La spada sembrò seguire il movimento da lui imposto senza opporre alcuna resistenza, l'altra mano si era distaccata dal pomo e era entrato in contatto con l'armatura di Oregon all'altezza del petto. Sgranò gli occhi mentre cominciò a vedere un bagliore oscuro provenire da tale mano. Tempestivamente lasciò la pistola della mano destra per intervenire: afferrò il polso avversario e fece scivolare la mano verso il basso. Tuttavia fu inutile, il colpo fu semplicemente deviato dal petto a qualche centimetro più sotto. Sembrava una sfera densa di energia nera. In breve la parte dell'armatura cui entrò a contatto si frammentò sempre di più. Frammenti dell'esoscheletro si sparsero mentre man mano si formava un buco, poi tutte quelle striature che formavano tale palla si distesero all'improvviso andando a danneggiare ulteriormente l'armatura. La tuta interna perforata e strappata. Una forte spinta lo scaraventò a svariati metri di distanza. I piedi strisciarono nei primi di essi tentando una vana resistenza a tale forza magica. Poi cadde di schiena con un tonfo pesante.
    Lacerazioni su tutta sulla pancia e parte del petto. Alcune si esse constano una breve profondità interna. Armatura integra al 71% - la fastidiosa voce lo tenne legato a quel mondo. Lo spartan sbatté più volte gli occhi cercando di riprendersi il più in fretta possibile.
    "Ugh.." - istintivamente portò la mano destra sullo stomaco. Sentì la sua pelle nuda entrare in contatto col guanto ruvido che rivestiva la mano. Il petto e lo stomaco erano privi di protezione, i raggi di quell'incantesimo avevano perforato una delle giunture della parte pettorale. Esso si era spaccato a metà cadendo, una delle due integra, l'altra finita in frantumi. Sembrava che la parte frontale del suo corpo era entrata in un contatto con del laser alieno, anzi..che si fosse lanciato su un reticolo dello stesso materiale bruciante. Di conseguenza, come fili di metallo che pongono una pressione continua sulla pelle, la carne dello spartan fu lacerata a tal punto da creare motivi a segmenti spezzati e irregolari su tutto lo stomaco e il petto. Strisce rosse dipingevano il suo corpo. Una profondità di alcuni centimetri, danneggiando gli stessi muscoli.

    Oregon rimase immobile sul terreno odorante di sangue. Riusciva a respirare, forse era un segno che i suoi polmoni non erano stati toccati. Provava un forte dolore ogni volta che tentava un sollevamento, le ferite piegavano la pelle producendo forti sensazioni di scottatura. Ansimava lentamente e profondamente. Si sentiva come..non sapeva nemmeno spiegarlo, una granata gli fosse esplosa davanti. L'armatura era in grado di resistere anche alle granate, udì la storia di un Freelancer cui ci rimise semplicemente un occhio quando gli esplose una granata vicino. Solo che..quella non era proprio una granata, ma qualcosa di molto più articolato e molto meno esplosivo o improvviso. La spinta lo aveva completamente distanziato dal suo avversario. Appoggiò la mano destra tentando di sollevarsi in parte obliquamente sul lato. Una delle due pistole era finita chissà dove, il fucile a pompa era ancora agganciato dietro la sua schiena, mentre l'altra magnum era ancora impugnata sulla sinistra.
    Cos'è stato..? - domandò attraverso il pensiero - Sembra antimateria - andiamo, è un'intelligenza artificiale che proviene da un mondo tecnologico cui si effettuano viaggi spaziali in continuazione, non poteva non sapere cos'era l'antimateria. Al contrario Oregon era solo un umano cui aveva ricevuto potenziamenti fisici speciali, poteva essere qualsiasi cosa, se faceva male, era pericoloso. Era sorpreso e impressionato, antimateria..quella parola rendeva il suo nemico più grande di quel che non pareva. Il dolore era atroce, pareva si fosse scontrato su un filo spinato ardente. Il suo respiro si fece irregolare, si formò sudore e la sua percezione, piano piano, cominciò a risentirne. Di lì a breve avrebbe potuto collassare. Era nuovo nell'arena, se solo uno poteva vivere..non gli rimaneva che stringere i denti e continuare fin quando il suo corpo e la sua mente non avrebbero ceduto. Dopotutto era un soldato, uno dei migliori del suo universo, non poteva arrendersi solo per quello. Sollevò il braccio armato, mirò al suo avversario. Sapeva che sarebbe andata a finire così. Non era mai entrato in uno stato simile. Sparò tre colpi, cercando di essere il più preciso possibile: un colpo alla testa, mentre gli altri due diretti alle gambe, una per ciascuna. Immaginava che avrebbe potuto benissimo difendersi dal primo colpo, però doveva tenerlo a distanza, quindi principalmente punto alle sue gambe. Non avrebbe potuto continuare per molto. Terminata la sequenza, ad una brevissima distanza temporale, sferrò la sua ultima offensiva: mirò ancora una volta al volto scoperto del suo avversario e sparò un unico e preciso colpo. Appoggiò il gomito sinistro al terreno, così da evitare di esercitare ulteriore pressione sul braccio destro, già debilitato per la caduta. Si lasciò cadere distendendosi completamente ormai esausto, ma ancora cosciente.

    Stato Mentale: Normale - Molto concentrato e preoccupato
    Stato Fisico: Molto Provato e ferito - Udito mediamente danneggiato, varie contusioni laterali alla coscia, spalla e fianco destro, piccola ferita alla testa, svariate lacerazioni di media intensità e piccola profondità su tutto il petto e la pancia
    Energia: 10%
    Equipaggiamento:
    Armatura MJOLNIR Gen 2
    Armi:
    Fucile a Pompa M45D - Colpi: 6
    Doppia Magnum M6H - Colpi: 3 + 6
    Passive:
    Liquido Reattivo Cristallino [Passiva 25% in Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza [Passiva 25% in Forza e Resistenza]
    Spartan Training [Passiva Riflessi Aumentati]
    Heads Up Display [Passiva Mira Aumentata]
    Motion Tracker [Auspex Movimento 30 metri]
    Attive:
    CITAZIONE
    The Sniper:
    L'esperienza nell'uso della pistola gli ha conferito il titolo di "Cecchino", capace di sparare un singolo preciso e letale colpo, generalmente alla testa, ma anche su punti deboli, su distanze variabili.
    [Offensiva Fisica Variabile - Singolo - Istantanea]

    Riassunto: Oregon subisce in pieno Ex-Takshase'Nam! e, a terra, tenta di sparare l'avversario con una serie di tre colpi Normali, un proiettile diretto alla testa, uno alla coscia destra e l'altro alla coscia sinistra. Infine tenta di sparare al volto del cavaliere con The Sniper a livello Basso.


    Edited by "Gerik" - 12/4/2016, 13:02
     
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    Non se po’ manco dormi’!

    L’onice delle sue iridi si svelò ancora una volta perdendosi nel nero della notte. Il mondo attorno a lei era silenzioso e per un attimo si chiese se non fosse rinchiusa in una sfera di cristallo. A svegliarla era stata l’onda d’urto provocata dalla creatura che l’aveva scaraventata supina diversi metri fuori dal ring. Provò a mettersi a sedere per poi mugugnare di dolore, doveva essersi rotta qualche costola. Nonostante ciò decise di non arrendersi, se non poteva combattere almeno avrebbe fatto il tifo. Stese il braccio sopra di lei _ non senza fatica_ e lasciò che il medio e l’anulare si chiudessero. ‘I love you!’ le sue labbra si mossero senza emettere alcun suono poi il suo braccio cedette. Se pur il suo viso si fosse indurito in una maschera di dolore scoppiò in riso per poi finir a tossire. Quando si accorse di sputar sangue sperò che non si trattasse di nulla di grave. Tuttavia non era quella la cosa che la preoccupava maggiormente, bensì il fatto di non essere una brava cheerleader. Lasciò che le braccia stese al suo fianco formassero due mezzi ovali nella sabbia ed il suo corpo creasse una croce. Era leggermente blasfema forse, ma quella era Merovish quindi…
    CHISSENEFREGA!

    Ridacchiò nuovamente. Sapeva di doversi preoccupare per le sue ferite, sapeva che non erano quelle le priorità da prendere in considerazione, eppure si stava divertendo troppo. In ogni caso, dopo avrebbe trovato un buon modo per cavarsela. Si chiese che aspetto dovesse avere in quel momento. Doveva sembrare una di quelle macabre bambole mezze rotte. Probabilmente i suoi abiti petalosi e al contempo strappati ed impolverati rafforzavano quell’immagine. Eppure c’era una potenziale differenza che Jester non teneva a cambiare. Lei era una cosa viva e possedeva un’anima, se pur squilibrata. Un’anima intrinseca di bipolarità, colori tetri e brillanti divorata dalla luce e l’oscurità. Il viso pallido macchiato di vermiglio sfociò in un’ altra risatina seguita da tutta la forza di volontà per non strozzarsi.

    Dai Regà ammazzate ‘sto bacarozzo!
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -sussurri senzavolto-



    Mordred Le Fay








    Un alito di respiro fuoriuscì dalle labbra pallide, mentre osservava la figura dell'avversario venire scaraventata via dalla violenza dell'attacco. Il colpo non era penetrato a fondo quanto aveva sperato, evidentemente non riuscendo nonostante tutto ad intaccare il diaframma, i polmoni o il cuore del suo avversario.
    Ma non era importante, a quel punto. L'importante era la visione del sangue scorrere.
    Ormai il tempo scorreva dalla sua, gravando sulle spalle del suo avversario. Aveva avuto modo di osservarlo abbastanza a lungo durante l'incontro, sapeva cosa aspettarsi.
    Sapeva ancora meglio, come reagire.
    Quando l'arma venne puntata su di lui, reagì con disciplina ferrea, senza movimenti scomposti. Il corpo venne abbassato sulle ginocchia e allineato per mostrare unicamente il fianco rivoltogli in precedenza, tenendo le gambe già allineate ben ancorate al terreno. Il braccio avanzato che in precedenza aveva incanalato il colpo si dispose in avanti, formando una V con spalla e avambraccio ricoperti di metallo della spalliera e della manopola. La mano che impugnava la spada già disposta in verticale, la sollevò adagiandola davanti al viso, coprendo per gran parte il viso sul lato sinistro e il fianco mostrato, scendendo quasi sino al terreno su cui si teneva ricurvo, sporgendosi verso la minaccia imminente, mentre l'occhio rimasto visibile mirava a sua volta scrutando le braccia dell'altro. Posta a Bastione.
    In quel modo formava una linea di acciaio sottile e solida, studiata per resistere agli assalti a distanza. Ad ogni colpo il corpo ondeggiava appena la parte superiore, seguita dalla lama. Il tintinnio e le scintille del primo, prevedibile colpo alla testa rintoccarono lungo il forte della lama sino a riverbrare nell'elsa, mentre lo arrestava e chinava il corpo ulteriormente per avere maggiore sicurezza e ridurre il rischio. I restanti due colpi rimbalzarono di striscio sul piatto della lama e sul fiancale dell'armatura, disegnando con un bagliore dei segni scuri sul metallo. Avrebbe dovuto scegliere meglio i suoi bersagli.
    Il colpo successivo fu invece più forte e preciso. Stavolta diretto al viso. Cercò di ondeggiare appena, ottenendo solo che il colpo fosse deviato dalla tempia a qualche centimetro più sotto. Con uno schizzo scarlatto un grosso solco slabbrato si disegnò dallo zigomo risalendo lungo il volto del cavaliere nero, sino all'altezza della tempia, lasciando scivolare alcuni scintillanti capelli corvini nell'aria. Un lungo velo rubicondo scese sul lato destro del volto del cavaliere, contratto in una smorfia inumana. Il colpo non era stato violento per l'impatto, ma il velo di sangue scivolava simile ad una fascia sino a lordare l'armatura impolverata.
    Avrebbe dovuto arrendersi quando ne aveva avuto la possibilità e giacere in terra nel suo sangue. Barcollò un istante, stordito dal colpo, prima che i denti candidi si serrassero e l'occhio sinistro si spalancasse in un'espressione di gelida furia.
    Accertandosi di essere saldo sulle gambe, senza scomporre la posa che legava la parte superiore del corpo, distese le ginocchia piegate, avanzando un passo dopo l'altro verso il suo bersaglio. Plik. Passo. Plik. Passo. Ogni goccia di sangue, misto ad una starana e densa foschia, riecheggiava come una campana sul metallo, scandendo la distanza che l'occhio tagliava imperterrito, scrutando il minimo movimento dell'altro.
    Lo avrebbe raggiunto, a prescindere dal tempo necessario, avrebbe compiuto i passi che restavano.
    Una volta raggiuntolo, avrebbe nuovamente flesso le ginocchia verso il basso, cambiando l'inclinazione del braccio di appoggio a V verso l'esterno per puntare la punta della lama rivolta al suolo poco distante dal petto squarciato dell'uomo di metallo.
    A quel punto, con uno scintillio sinistro nell'unico occhio spalancato sul viso stravolto dall'espressione priva di umanità, avrebbe tentato di spingere l'impugnatura verso il basso, accompagnando col peso del corpo bruciante dallo sforzo l'affondo, tentando di squarciare il cuore del suo avversario prima di ruotare la lama al suo interno.
    Li sentiva, i loro sussurri nella mente, misti ai suoi. Sussurri di accettazione, di soddisfazione. Pregustavano. Anche il rumore della platea non era che un gemito lontano al confronto. Erano una cosa sola.


    "Un bagliore di luce discende nelle tenebre.. Da cui non sfuggirà.."





    Status Fisico: Contusioni da urto diffuse (10% totale), lacerazione slabbrata al volto di bassa entità (5%), respiro corto, muscoli infiammati.
    Status Mentale: Bramoso, all'erta, allarmato, cauto, estremamente affaticato.
    Riserva Mana: 15%

    Abilità passive rilevanti:
    >Essenza dei Senzavolto: Immortalità, +25% Forza/Velocità
    >Velo Logorante: Auspex dagli attacchi Psionici.

    Tecniche Attive:
    >

    Armi:
    >Ex-Cidium (spada)
    >Armatura delle Nebbie (armatura)


    Resoconto


    CITAZIONE
    Il senzavolto assume una posizione barricata per reggere i colpi a distanza che vengono assorbiti dalla lunga lama e dell'armatura, ma un colpo passa disegnando un lungo squarcio dal basso verso l'alto, sul viso a cui era diretto. A quel punto avanza guardingo e bramoso, puntando a direzionare la lama dalla posizione di guardia verso il petto scoperto dell'avversario così da dargli il colpo di grazia con un colpo secco.

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    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Arena Nera





    L'ultima sua offensiva non fu efficace quanto sperava. Il proiettile strisciò sul volto del nemico creando una riga di sangue.
    Segni vitali scarsi, Agente Oregon si mantenga cosciente - ignorò quella voce fastidiosa. Lo spartan cominciò a vedere più volte annebbiato. La stanchezza si avvertiva forte quanto il dolore sul suo petto scoperto. Il cavaliere, invece, pareva totalmente opposto. Il suo sguardo freddo e l'espressione priva di emozioni..si avvicinava verso di lui con intenti tutt'altro che gentili. I tentativi di spostarsi da lì erano tutti inutili. Non avrebbe potuto in nessun modo allontanarsi o evitare il fato incombente. Ormai era a pochi passi. Lo spartan ansimava, non aveva più forze, un altro movimento e sarebbe collassato. In quel momento parve che le luci artificiali fossero più intense. Sbatteva ripetutamente gli occhi, la figura dell'avversario pareva traslarsi, teletrasportarsi ad ogni battito di ciglia. Ormai era a pochi passi da lui. Il suo sguardo incatenato al suo, purtroppo non poteva scorgere il colore dei suoi occhi, anch'essi blu. Non un blu acceso, un blu scuro..un blu morente. La punta scintillò verso il petto di Oregon. Inevitabile sarebbe stato lo spargimento di sangue se non fosse intervenuto all'ultimo istante. Classico, si potrebbe dire. La mano sinistra stringeva la lama del cavaliere nero. La tuta che rivestiva tale mano si squarciò e dal taglio fuoriuscì subito sangue che scivolò sulla lama. Lacrime di sangue sul freddo acciaio. Rimase così per un istante, tentando una disperata e ultima difesa. Trattenne il respiro sforzandosi il più possibile, esaurendo quelle sue ultime energie rimaste. Non aveva più la forza di prima, non poteva togliergli la spada e sarebbe stata solo una questione di secondi prima che quella punta si sarebbe addentrata nella sua carne. Quindi fece l'unica cosa che poté..il disperato tentativo di salvarsi, di non morire in una fine così ingloriosa.
    Agente Oregon, ripeto: segni vitali scarsi, si mantenga cosciente - ingiusta per uno spartan come lui, che in vita professò quanto poté per il bene, nonostante fosse stato incastrato e, di conseguenza, si fosse sporcato la coscienza. Applicò forza, pressione, energie per spostare di qualche centimetro tale lama. Un'infinità serie di puntini si presentò nella sua visuale, l'oscurità prestò prese il sopravvento..lasciò la presa ormai privo di coscienza e la lama si affondò sulla parte laterale sinistra del costato. Almeno aveva salvo il cuore, almeno aveva più speranze di invocare un miracolo. Chiuse gli occhi, boccheggiò appena, la voce strozzata..il dolore avvertito scomparve immediatamente, la stanchezza lo seguì e il braccio sinistro di Oregon cadde lentamente di lato, con la mano aperta.
    "Agente Oregon, segni vitali scarsi, ferita al costato, svenuto" - disse la voce del senziente mostrandosi all'ultimo rimasto in piedi nell'Arena. Quest'ultimo poté vedere quella creatura violacea dai tratti confusi e sfocati. Sapeva bene però che lo stava guardando. La sua figura olografica vibrò, si sdoppiò appena e scomparve in un'esplosione di pixel senza aggiungere ulteriori commenti. L'Agente Oregon era svenuta e, forse, stava anche rischiando la morte. Era nelle complete mani del suo avversario, chiunque poteva fare ciò che voleva di lui. Impotente, incosciente, lo spartan era sconfitto. La sua armatura distrutta, non offriva più protezione alcuna. La sua autostima spezzata, la sua vita..probabilmente finita. Conosceva le regole, conosceva i rischi. Accettò, nonostante non fosse sua reale intenzione uccidere nessuno. Ma lui non era gli altri e ora spettava il giudizio di qualcuno che si sarebbe posto come suo dio. Game over. Il suo ultimo pensiero..a quella donna che aveva previsto tutto l'inganno nel suo universo. Il progetto. Il direttore. L'intelligenza artificiale Heta.
    Arizona..

    Stato Mentale: Svenuto - ...
    Stato Fisico: Molto Provato e molto ferito - Udito mediamente danneggiato, varie contusioni laterali alla coscia, spalla e fianco destro, piccola ferita alla testa, svariate lacerazioni di media intensità e piccola profondità su tutto il petto e la pancia, ferita alla mano sinistra, ferita al costato sinistro
    Energia: 10%
    Equipaggiamento:
    Armatura MJOLNIR Gen 2
    Armi:
    Fucile a Pompa M45D - Colpi: 6
    Doppia Magnum M6H - Colpi: 3 + 6
    Passive:
    Liquido Reattivo Cristallino [Passiva 25% in Velocità e Agilità]
    Circuiti Moltiplica-Forza [Passiva 25% in Forza e Resistenza]
    Spartan Training [Passiva Riflessi Aumentati]
    Heads Up Display [Passiva Mira Aumentata]
    Motion Tracker [Auspex Movimento 30 metri]


    Edited by "Gerik" - 13/4/2016, 00:05
     
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    Seduto in prima fila sopra la carcassa di un colosso, il Cerimoniere seguì le battute finali dello spettacolo. Una lama cozzò contro una pistola, mentre il cavaliere si accaniva sul soldato e quest’ultimo tentava disperatamente di salvarsi la vita. Vide la bordata d’oscurità sbalzare Oregon al suolo e - insieme alla folla rimasta col fiato sospeso - ammirò la tenacia con cui lui sparò gli ultimi proiettili. I tintinni sulla barricata d’acciaio in cui si era chiuso Mordred furono seguiti da uno strappo sul suo viso, laddove un colpo si era fatto finalmente strada nella carne.

    Sfiniti e grondanti di sangue, aggrappati alla propria vita con le unghie e decisi a strappare l’altrui coi denti.

    Questa era l’umanità che si esibiva nell’Arena Nera. Era l’esatto contrario di una giostra cavalleresca imperniata sull’onore. Nell’anello d’ossidiana non c’era spazio per codici e formalità con cui mascherare la violenza. La brutalità era servita in forma genuina, metteva a nudo la natura fragile, bestiale ma meravigliosamente avvinghiata alla vita di chi si calava sul fondo dell’inferno e poi tentava di scalarne le pareti per tornare in superficie.

    Così era per Jester, moribonda a bordo ring eppure ancora capace di sogghignare mentre tossiva sangue.
    Così era per Mordred, trascinatosi un passo alla volta fino al nemico da freddare calando la spada nel suo cuore.
    E così era anche per Oregon, che aveva deviato all’ultimo la sentenza di morte.

    « Signore e signori! »

    Il presentatore fu improvvisamente di fianco a Mordred.
    Afferrandone con decisione il polso, lasciò intendere che per quella serata bastava così:
    la sabbia si era abbeverata di sangue a sufficienza.

    « Le regole le conoscete: la vittoria spetta a chi resta in piedi fino alla fine! »

    Sollevò il braccio del vincitore per celebrarne il trionfo.

    « Fatemi sentire le vostre urla per Mordred Le Fay, la Tetra Lama! »

    Anche quella battaglia si concluse
    nel clamore incontrollato del pubblico.



    Jester VS Agente Oregon VS Mordred

    Jester
    Scrittura & Interpretazione
    Una prova molto altalenante, in cui hai alternato alcuni post ispirati (quello di presentazione e il penultimo) a molti altri decisamente sottotono. A livello formale il tuo stile asciutto si legge senza problemi - fatta eccezione per sporadici errori di battitura e qualche periodo che necessitava di un paio di virgole in più - ma i post sono stati spesso scarni di contenuto. Sprazzi di caratterizzazione qua e là hanno trasmesso un’immagine abbastanza superficiale della Giullare; ti sei risollevata soltanto al penultimo post con un’ottima introspettiva sul passato del tuo personaggio, ma sarebbe stato molto meglio esibire altrettanta profondità per tutta la durata dello scontro. Faccio un appunto sull’utilizzo del trattino basso, che non è il segno di punteggiatura corretto da usare per gli incisi, e anche sull’impaginazione, che non risulta molto ordinata quando decidi d’inserire immagini troppo grandi o non allineate coi paragrafi.
    Voto: 2.86

    Strategia
    Restando in linea con la bipolarità del tuo pg, il tuo approccio alla mischia è stato altrettanto precario. Inizialmente sei partita a testa bassa attaccando Mordred con poca incisività per poi dileguarti con una tecnica d’invisibilità. L’idea di restare annidati nell’ombra lasciando che gli altri si scannassero non era di per sé cattiva, ma saresti dovuta rimanere coerente con quella linea strategica anche per i turni successivi! Così invece hai sprecato del mana per una mimetizzazione di due turni che hai fatto decadere prematuramente, attaccando sia Mordred che Oregon con tecniche che miravano più a dare fastidio che a invalidare seriamente. Al terzo turno di combattimento hai abbandonato l’approccio tutti-contro-tutti e sei passata in prima linea all’inseguimento del colosso. Ho apprezzato molto l’utilizzo della passiva di aderenza per scalare la barriera perimetrale, ma questa continua incertezza strategica ti ha fatto sprecare fin troppo mana: nei turni successivi hai combattuto da sola, a distanza ravvicinata e in una posizione precaria un avversario che sarebbe stato ben più saggio affrontare stando in un gruppo compatto. Rivolgere degli attacchi alle zampe dell’artropode per fargli perdere l’equilibrio era comunque un buono spunto, ma è andato sprecato con consumi troppo modesti per impensierire una bestia di quella stazza. Mettersi a correre quando ormai il pg era stremato è stata un’altra scelta poco condivisibile che ha causato il ko finale della Giullare, rimasta priva del mana sufficiente per restare in piedi fino alla fine.
    Voto: 2.54

    Sportività
    Un po’ d’inciampi anche in questo campo, dovuti soprattutto alla frettolosità dei post. Oltre alla disattenzione per la tecnica d’invisibilità che dovrebbe dissolversi quando il pg passa all’offensiva, per la maggior parte dello scontro hai trascurato lo specchietto tecnico di fine post, riportando in modo disordinato informazioni incomplete o addirittura dimenticandoti intere sezioni (come lo status fisico, le passive e le descrizioni delle attive). È un comportamento scorretto nei confronti dei tuoi compagni di role, che devono poter leggere con chiarezza tutto il necessario, e nei confronti del contesto ufficiale in cui ti stai cimentando – che richiede molta più attenzione della norma. L’interpretazione degli attacchi è stata per lo più corretta, eccezion fatta per l’onda d’urto sonica, decisamente sottostimata: non puoi relegare i danni di un attacco su così larga scala al solo udito.
    Voto: 2.50



    Agente Oregon
    Scrittura & Interpretazione
    Pur essendo apprezzabile il fatto che i post siano quasi sempre corposi, la forma è sicuramente un fattore su cui devi lavorare. Troppo spesso i tuoi periodi si perdono nel nulla, senza chiarire chi fosse il soggetto e cosa avevi intenzione di comunicare. Virgole distribuite senza criterio, discontinuità nei tempi verbali, cambi di tono improvvisi ed errori grammaticali facilmente evitabili con un correttore automatico rendono faticosa la lettura. Sottolineo inoltre che i due puntini ravvicinati non sono un segno d’interpunzione codificato della lingua italiana: i punti di sospensione sono sempre tre e con una spaziatura successiva. Per quanto riguarda l’interpretazione, la personalità di Oregon è piuttosto abbozzata e lineare. Trovo invece interessanti i battibecchi mentali con l’IA, sono un buon elemento caratterizzante su cui dovresti puntare.
    Voto: 2.50

    Strategia
    Dopo un inizio cauto in cui ti sei limitato a difenderti e indietreggiare, hai deciso di proteggere lo stesso partecipante che ti aveva attaccato qualche istante prima, consumando energia preziosa senza un risvolto effettivo dal punto di vista tattico – tanto che alla fine dello scontro la differenza di mana ti si è rivoltata contro e hai pagato con gli interessi il tuo iniziale slancio di solidarietà. Quando il colosso è uscito dalla tua portata sei rimasto al suolo ad analizzare la situazione, ma l’eccessiva immobilità e la tardiva interazione con l’anello al centro del campo di battaglia hanno giocato a tuo sfavore. Al posto di annullare totalmente il critico elettrico, eri nelle condizioni di usare due slot difensivi per incassare un medio, ma non ne hai approfittato. L’unico attacco incisivo è stato quello portato al muso della bestia, ma questa mossa è andata a discapito della fase finale della mischia, in cui la cattiva gestione del mana ti ha costretto in una situazione di svantaggio. Una volta a terra e con soltanto 15% di mana era inevitabile andare incontro allo svenimento con la mossa successiva: sapendo ciò, avresti potuto puntare tutto su un ultimo consumo medio per inchiodare Mordred, ma proprio nel momento critico ti sei risparmiato. Tra l’altro mi ha lasciato un po’ stranito il fatto che per tutto il combattimento il soldato non abbia utilizzato la sua bocca di fuoco principale (il fucile a pompa).
    Voto: 2.56

    Sportività
    La condotta in questo campo non presenta scivoloni eclatanti. Non hai considerato particolarmente le ripercussioni del medio sonico che hai incassato all’inizio, mentre l’impatto col suolo è stato abbastanza sottostimato: pur essendo smorzato, si trattava comunque di un medio e avrebbe dovuto provocare ben più di contusioni sparse. Anche il medio energetico incassato in pieno avrebbe dovuto produrre conseguenze più serie. In più, pur possedendo varie passive di bonus, le ultime manovre fisiche con le pistole mi sono sembrate eccessive per un pg sull’orlo dello svenimento.
    Voto: 2.81



    Mordred
    Scrittura & Interpretazione
    Una buona performance, uniforme per quanto riguarda l’impegno profusovi. La narrazione è scorrevole e presenta un lessico più ricercato della media, anche se alcune perifrasi risultano saltuariamente un po’ forzate e sovrabbondanti di termini. Oltre ad invitarti a prestare maggiore attenzione per alcuni occasionali errori di battitura, ricordo anche a te che i due puntini di sospensione non sono un segno d’interpunzione corretto. Passando al narrato in senso stretto, pur essendo apprezzabile la cura minuziosa che riservi alle descrizioni delle manovre fisiche, a volte un tale manierismo sembra più fine a se stesso che realmente utile ai fini di gioco. È piuttosto dispersivo dedicare tanto spazio a mosse che potrebbero essere descritte in maniera più sintetica (senza comunque risultare approssimativi)… a maggior ragione se è la componente interpretativa che risulta sacrificata. A volte pare che il tuo personaggio sia una marionetta manovrata impeccabilmente, ma con poco altro da trasmettere. Trovandoti ancora nelle fasi iniziali di gioco con questo pg hai ancora molto margine di miglioramento sul versante interpretativo, perciò ti suggerirei ti approfondire di più la sua psicologia e il suo mondo interiore. Un ultimo appunto: a livello di pura presentazione visiva non è molto ordinato avere gli spoiler contenenti le attive utilizzate inframezzati nel testo. Per il futuro suggerisco di relegare al solo spoiler in calce tutte le informazioni tecniche rilevanti.
    Voto: 3.10

    Strategia
    Sei stato indubbiamente il partecipante con la visione tattica più definita. Fin dai primi turni avevi ben chiaro che la priorità era liquidare l’insetto, tenendo però un occhio di riguardo alla propria riserva energetica in vista di un probabile endgame contro gli ultimi sopravvissuti. La mossa iniziale per portare la bestia ad accanirsi su Oregon sarebbe stata perfetta se solo non ti fossi avvicinato al nemico. Hai intuito appena in tempo come salire sulla piattaforma, salvandoti dalla minaccia di un critico grazie alla lettura dell’ambiente circostante. Pur ripetendo sempre la stessa tecnica d’attacco (a causa dello scarno kit tecnico del pg), sei riuscito a giostrarti piuttosto bene con ciò che avevi a disposizione, conservando energia a sufficienza per poter restare in piedi fino alla fine. Ho apprezzato particolarmente la manovra che ti ha lasciato sospeso nel vuoto, appeso soltanto alla spada. Sul finale avresti potuto incassare parte dell’impatto col suolo per avere abbastanza mana da assicurarti una vittoria schiacciante, ma anche così sei riuscito a mettere in scacco gli avversari.
    Voto: 3

    Sportività
    Neanche tu hai commesso pesanti strafalcioni. Prevenire l’esplosione iniziale del campanellino di Jester attivando in anticipo la difesa è stata una mossa po’ borderline, perché il pg - essendo privo di auspex specifici - non aveva modo di sapere se si trattasse effettivamente di una bomba carica, di un dispositivo con altri effetti o di un semplice bluff. Per il resto non hai considerato particolarmente gli strascichi dei danni subiti dall’onda d’urto sonica e ti sei dimenticato di riportare nei post successivi le bruciature di entità bassa subite dopo la scarica elettrica.
    Voto: 2.86



    Verdetto
    Alla luce dei risultati, essendo superiore la media dei voti, decreto Mordred vincitore della mischia. Quest’ultimo ottiene il titolo in-game di “Tetra Lama”. I partecipanti riceveranno 2pt in sede di valutazione per aver completato la quest.

     
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