[EM] Run boy, run

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    E così, la gravità è una bugia. Un'enorme, immensa, volgare bugia. E' vero, no?
    Perchè cioè, è da due giorni che sto volando.

    Facciamo un passo indietro.
    Qualche tempo fa sono diventato un eversore. Ho fatto esplodere un anfiteatro, è venuto giù come un castello di sabbia! E' stato un gran bello spettacolo. Poi ho fatto altri lavoretti del genere, alla Tana, e ho capito di essermi cacciato in qualcosa di molto più grande di quel che credevo: questa gente non è "una tribù". E' la fottuta ombra di tutto il Sud. E poi sono stato accompagnato su questa Gigantesca... Cosa... Metallica... Volante.
    Mi ci è voluto del tempo per digerire la questione. Questo mondo è pieno di cose affascinanti che non conosco.

    La buona notizia è che non sono spaventato. Strano e insolito per me, ma pare che i recenti avvenimenti mi abbiano aiutato a recuperare un po' di sicurezza. Il fatto è che adoro auto-psicanalizzarmi, ma forse dovrei concentrarmi su qualche nuova tecnica da imparare.
    Sì... Oppure potrei continuare a stare qui appiccicato al gigantesco oblò del ponte d'osservazione. Il panorama è così bello e tranquillo, e la stanza è praticamente vuota. Credo che sia ora di pranzo, forse è per questo che non c'è nessuno.
    Inspiro profondamente e mi accascio sul divano.
    Sono state due ore molto faticose, c'era davvero un sacco di sabbia da guardare.
    ...
    Ok, ok, la smetto di procrastinare.
    Mi raddrizzo e mi metto nella posizione del loto. Meditazione-time! E' da settimane che cerco di capire come proiettare il mio spirito fuori dal corpo. Un processo tanto delicato quanto pericoloso: so bene di avere l'anima attaccata con lo sputo a un vecchio teschio marcio, e forse manca pure un pezzo, ma... ci voglio provare. Lavorerei molto meglio se fossi incorporeo e invisibile.
    Passano i minuti. Non penso a nulla. Pace interiore. Forse ci siamo. Sì, sento una sensazione diversa dal solito! Mi alzo, ma non apro gli occhi, non voglio perdere la concentrazione. Sono uno spirito..? Sono incorporeo...? Sono..?
    SBAM.

    « UMFGH! »
    AHIA il naso. Ahi. Che male. Dannatissimo muro! Ok, ok, mi sa che sono ancora un corpo fisico.
    Dannazione.
    Che male al naso.



    ▌Energia: 100%

    ▌Passive:
    ● Ciò che resta di Waza [Apparenza fisica umana - GdR only]

    ● Vivo, più o meno [Immunità a fame, sete e sonno. Influenzabile da altre tecniche attive]

    ● Anima Camaleontina ["Mimetizzazione" (Anti-Auspex) spirituale]

    ● Rivelazione delle ossa [Auspex sensibile ai resti organici + Auspex spirituale]



     
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    Le giornate si susseguivano troppo in fretta. Sentiva il tempo scivolargli tra le dita come sabbia fine. L'ora della verità si faceva sempre più vicina ma non sapeva quando sarebbe giunta con esattezza. Era proprio questa incertezza a tormentarlo: quel conto alla rovescia da cui dipendeva la vita di tutti era impossibile da decifrare. Un ticchettio che preannunciava la fine, talmente logorante da portare una persona alla pazzia, come un’intangibile tortura della goccia cinese.

    Una mente coriacea non era sufficiente per resistergli: la goccia invisibile avrebbe perforato qualunque blindatura costruita con l’autodisciplina e l’esperienza. Avrebbe traviato ogni schema di pensiero, facendo terra bruciata dietro di sé. Non aveva senso cercare di difendersi, era impossibile. Il processo da seguire era esattamente l’opposto: assimilare la follia, cadere in pezzi e resistere in silenzio sotto le macerie. Ma chi avrebbe mai potuto sopportare una cosa simile? Serviva qualcuno abituato a frantumarsi e ricostruirsi dalle fondamenta. Serviva una struttura mentale indeformabile, già sottoposta più volte a carichi che l’avevano liquefatta, facendole perdere qualunque composizione riconoscibile.

    Per sopravvivere serviva un cervello già infettato dalla psicosi.

    « La proiezione astrale è senza dubbio una pratica affascinante. »

    La sua voce velenosa raggiunse quel ragazzino pelle e ossa. Si mostrò con indosso l’uniforme nera da alto ufficiale della Legione: essendo in servizio ogni giorno, quella divisa era diventata per lui quasi una seconda pelle. I capelli e gli occhi vermigli rappresentavano uno stacco di colore notevole dall’austerità del tessuto. Ma il particolare che ad ogni nuovo incontro attirava sempre l’attenzione era il corno che si protendeva dalla sua tempia destra. Un’asimmetria peggiorata dalla scarlattina bluastra che risaliva lo stesso lato del viso.

    CsoPfil

    « Peccato che esercitandoti in quel modo non la padroneggerai mai. »

    Quel bimbetto era stato arruolato da poco e, se qualcuno con almeno un’infarinatura di sciamanesimo era diventato un Eversore, la sua perversa curiosità non poteva restare in silenzio. Dopotutto Bid’daum era lo spiritista più famoso dell’intero Presidio. Delle sue particolari competenze il ragazzino poteva accorgersene anche solo con uno sguardo: agli occhi in grado di scrutare oltre la materia veniva sempre offerto lo spettacolo più raccapricciante in assoluto.

    Un abisso buio e infinito foderato d’interiora.
    Spesso veniva associata quest’immagine all’orrore informe che risiedeva laddove di norma dovrebbe esserci un’anima. Vuoto e disperazione. Odio e tortura. Era impossibile stimare quanti anatemi innominabili avessero corrotto lo spirito fino a degradarlo in quello stato irriconoscibile. Oltre le sue pupille c’era un male distillato e ribollente, talmente puro da poter intossicare col solo contatto visivo. Talmente stratificato e profondo da essere incommensurabile.

    Un incubo senza speranza di risveglio.

     
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    Non capisco perchè non funziona, una volta ci ero riuscito! Neanche troppo tempo fa, con quel Laz. Aveva spinto a forza l'anima fuori dal mio corpo senza mandarla in mille pezzi, era stato bravo. Chissà che fine ha fatto, non l'ho più rivisto.
    Mi farebbe comodo adesso, visto che non riesco a spingermi fuori l'anima da solo. Medito, arrivo a percepire il mio spirito, lo comprimo per bene e poi... E poi niente, non si vuole staccare dal corpo.

    [« La proiezione astrale è senza dubbio una pratica affascinante. »]


    ...Muoio. No, prima sobbalzo, poi forse muoio.
    Ero talmente sovrappensiero che non mi sono minimamente accorto di-OHMMMERDA. Oooh. Merda. Non era così che mi aspettavo di incontrarlo, il signor capo supremo dell'organizzazione più cattiva-cattivissima del Sud.
    Perchè sì, mi ricordo bene la sua faccia stampata sui fascicoli della gerarchia, sono fin troppo attento a queste cose.
    E poi, sinceramente, non è neanche una faccia che si dimentica facilmente.

    Quando finisce di parlare esalo un'unica parola.
    « ...Signore. » Ho un topo morto in gola, per caso? No perchè la sensazione è quella, eh.
    Sono completamente impreparato a questo incontro. Non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi: persino per me, che dovrei essere uno sciamano scarso, risulta impossibile non percepire la densità del male che emana la sua presenza.
    Deglutisco lentamente.

    Calma. E' il mio capo, e anche quello di Dimitriy, e anche quello di tutti gli altr-EH Sì DAI, aspetta che mi auto-infliggo un altro po' di ansia.

    « Ho... cominciato da poco. » ...No, ho sbagliato: non si comincia mai accampando delle scuse. Che cavolo sto pensando?
    « Ma una volta ci sono riuscito. » Aggiungo velocemente. « Anche se qualcuno mi ha aiutato. »
    Noto, con gran preoccupazione, che la mia voce si abbassa drasticamente alla fine di ogni frase. Sembro un bimbo alla sua prima interrogazione alla lavagna.
    Devo raccogliere tutti i cocci di calma che mi sono rimasti prima di sputare un'ultima cosa.

    « ...Sicuramente avrei molto da imparare da un esperto del Vostro calibro. »

    Sì, del Voi. Non si è mai troppo prudenti.




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    La sua comparsa mandò nel panico la recluta. A giudicare da quella reazione, il ragazzino doveva sapere chi si fosse trovato davanti. Diversamente da altra carne da cannone che aveva incontrato, il novellino aveva fatto almeno lo sforzo d’informarsi prima di gironzolare per l’aeronave. E dire che - dopo l’ingresso in un’organizzazione - la scala gerarchica dovrebbe essere tra le prime preoccupazioni, ma evidentemente tra le loro fila avevano gente incapace di ragionare. Erano in una situazione così pietosa che non si sarebbe sorpreso se qualcuna di quelle nullità avesse incontrato per caso un collega e non si sarebbero riconosciuti come compagni Eversori.

    Era quasi una novità veder finalmente un po’ di prudenza e di rispetto.

    « Su questo non ci sono dubbi, ma dubito che tu sia meritevole del mio tempo. »

    Non era il tutore dei piccoli aspiranti sciamani. In tutta la sua vita aveva fatto una sola eccezione, prendendo come apprendista un certo albino dotato di un’innegabile potenziale. Ma quel moccioso aveva qualche talento degno delle sue attenzioni? Per il momento aveva soltanto notato che era in grado di celare la sua anima, ma si trattava di un'abilità alla portata della maggior parte degli spiritisti.

    « Però puoi tentare di dimostrarmi il contrario: fammi vedere cosa sai fare. »

    Si sedette su di un divanetto, mantenendo un’espressione seria.
    Il palcoscenico era tutto per Xar.

     
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    E' tutto molto strano. Molto improvviso. Molto ommioddiopanico.
    Mi mordo il labbro inferiore come se quel pizzichìo potesse ridarmi la concentrazione. La calma. Qualsiasi cosa che mi aiuti a non fuggire via gridando come una ragazzina.

    Annuisco. Se dico "sìssignore" sembrerò troppo lecchino? Non voglio correre il rischio. Io mi siedo per terra, a qualche metro da lui.
    Posizione del loto. Gambe incrociate, schiena dritta, pace interiore inesistente. Non sono un granchè bravo a nascondere le mie emozioni. Diciamo pure che sono un libro aperto.

    Ansia. Odio essere al centro dell'attenzione. Odio essere valutato, specie se si tratta di qualcosa che non sono bravo a fare.
    Un leeento respiro. Ci sono tipo milledue pensieri che spintonano nella mia mente, e tutti si credono uno più importante dell'altro. Tipo, vorrei cominciare ad accantonare delle scuse in anticipo perché non riuscirò nella proiezione astrale e avrò fatto perdere del preziosissimo tempo al mega direttore galattico. Ma ho l'anima un po' rotta, sono giustificato?
    Alla fine però vincono i pensieri del buonsenso. "Non cercare delle scuse, fai quello che ti ha chiesto e basta."
    Facile dire così quando sei una vocina nella testa, eh?

    Chiudo gli occhi e mi viene un'idea: se sciolgo la mimetizzazione dell'anima per lui sarà più facile seguire il mio procedimento, no? Nonloso ma lo faccio comunque.
    La mia è un'anima fragile, ammaccata, graffiata. Frammentata come tanti piccolissimi pezzi di puzzle tenuti insieme con lo sputo, che sarebbe la traccia spirituale di Waza.
    Una traccia vecchia e debole, e stanca. Una colla sempre più secca e inutile.

    Il procedimento che avevo imparato con Laz non è difficile. Incredibilmente, persino con l'ansia di avere quegli occhi velenosi puntati addosso riesco a raggrumare la mia anima fino a ottenere qualcosa di più consistente. Percepisco il suo lento fluire nella mia carne, nel mio sangue, nel mio respiro, nel vecchio teschio sulla mia spalla. E' lì che l'anima ha le sue radici. Non dentro di me, ma lì fuori. Inquietante, sì.

    Ecco perché ho paura di staccarla dal mio corpo.
    Quella volta ci aveva pensato Laz a tirarla fuori. Rapido e indolore. Farlo da solo mi spaventa troppissimo, ma... Non posso fare una figura di merda senza nemmeno provarci.
    Si tratta di una spinta. Una spinta spirituale. Un passo oltre la porta del mondo fisico.

    Il suono di un cuore che batte. Buio e luce che si alternano danzando. La mia coscienza ora fluttua interamente dentro l'anima. Non "ho" più un'anima. Io "sono" l'anima.
    E compio metà di quel passo. E' come tuffarsi dentro una cascata: fa freddo, sono confuso, non so dove devo andare. I suoni sono così ovattati. Le immagini così sfocate. Mi sento galleggiare e...
    ...E non mi piace. Ho paura. Perché non riesco a mantenere una forma? Perché la corda spirituale che mi lega a Waza è così sottile?


    Riapro gli occhi. Due fessure che mostrano un ragazzino che vorrebbe solo trovare un posto dove seppellirsi per il resto dell'eternità.
    Ho fallito. Mi accorgo solo ora di avere il respiro accelerato e il cuore impazzito. Sono anche un po' sudato in faccia. Ho avuto la bruttissima sensazione di disgregarmi, spiritualmente parlando.

    « Ecco, uhm... Il mio problema è questo. »



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    Una certa dose di scaltrezza era indispensabile per sopravvivere a Sud, e quel ragazzino gli sembrò sveglio a sufficienza. Aveva provveduto anche a rendere visibile la sua anima mentre eseguiva l’ordine in silenzio. Il Gerarca stentava quasi a crederci: finalmente aveva trovato una recluta che capiva al volo le richieste e non lo costringeva a ripetersi!

    Un punto in più per la nullità.

    Osservando da vicino il tentativo di proiezione, capì immediatamente quali fossero i problemi. La sua anima era in condizioni pietose e faceva resistenza alle sollecitazioni per salvaguardare la propria integrità strutturale – già abbastanza precaria di suo. A giudicare dalle vibrazioni specifiche della sua massa spirituale, il ragazzo doveva essersi specializzato nello Sciamanesimo Totemico, la branca che attinge al potere degli spiriti naturali. Un ramo senz’altro compatibile con le sue condizioni interne, dato il ridotto impatto di quelle pratiche sullo spirito dell’utilizzatore.

    La situazione era piuttosto grave: l’anima di Xar non poteva sopportare in autonomia la pressione delle pratiche più elaborate del semplice sfruttamento dei totem. Ancora peggio, sul lungo periodo avrebbe perso efficienza anche negli usi basilari. La fragile matrice spiritica che aveva davanti si stava decomponendo progressivamente e Bid’daum - da Sciamano Nero qual era - sapeva distinguere le putrefazioni benigne da quelle degenerative; al ragazzo non poteva che diagnosticare il secondo caso.

    « La tua anima è instabile. È un problema strutturale, non riguarda il metodo che stai applicando, che tutto sommato è corretto. »

    Si appoggiò allo schienale del divanetto, puntando poi l’indice verso di lui.

    « Quel ponte esterno che tiene insieme i pezzi è troppo debole. Non durerai molto con un rimedio improvvisato del genere, avresti dovuto sostituirlo già da tempo. »

    Era come una medicazione d’emergenza, applicata in modo accettabile per consentirgli di sopravvivere. Ma un laccio emostatico non poteva sostituire un intervento chirurgico. Magari poteva posticiparlo, ma non sarebbe mai stata una soluzione definitiva.

    « Le proiezioni dovrebbero essere l’ultimo dei tuoi problemi, ma puoi anche continuare ad esercitarti, per quel mi riguarda. Mi chiedo solo… se ci resti secco, poi chi lo dirà a Dimitriy e a Lazarus? »

    Usò la stessa schiettezza di un diavolo tentatore.

     
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    Avrei dovuto... Sostituirlo? Oh, non sapevo che su Endlos ci fossero negozi di ricambio per le anime. "Buongiorno, avete mica un collante per anime fragili? La mia, vede, è rotta in diversi punti e qui manca un pezzetto..."
    No aspetta, meglio che mi fermo qui coi pensieri sarcastici, non vorrei mai che trasparissero davanti a lui. Fisso il pavimento. Niente contatto visivo.
    Bello pavimento.

    Molte cose le avevo già intuite. Anima instabile e salvagente spirituale sempre più debole. Quello di cui non ero ancora sicuro riguardava gli effetti collaterali.
    Morirò? ...Non voglio mica. Ma siamo sicuri? Ho così tanti dubbi. Cioè, lo so benissimo che l'anima umana è una cosa fragile e delicatissima e i suoi danni si ripercuotono sul corpo, ma che accade esattamente ad un'anima che si sfalda? Dove va?
    E del corpo cosa rimane?

    « La..? » ...zarus?
    Questa è la parte dove mi cago in mano (di nuovo). Dove il cuore mi batte fortissimo e comincio a fissare un non meglio precisato punto nell'etere.
    "Occhi e orecchie dappertutto", eh? Non scherzavano. Ma non è questo che mi spaventa: sono sicurissimo al 99,99% di non aver visto la faccia del bianchiccio tra i fascicoli dell'organizzazione, eppure Bid'daum sembra conoscerlo. Quindi cos'è, un nemico? Ho fatto una cazzata? Ma non è mica colpa mia, è stato un incontro del tutto casuale..!
    Devo sforzarmi di parlare.

    « Non... Non sono in rapporti così stretti con lui. E' da un bel po' che non lo vedo. » Ma questo suppongo che lo sappia già, neh?
    ...Ehi, momento: la sparizione di Lazarus potrebbe avere qualcosa a che fare con i grandi tramacci di questa o altre organizzazioni?
    Facciamo che ci penso dopo, che ora sono già abbastanza agitato di mio. Torniamo a concentrarci su robe più tranquille, tipo la mia anima a pezzetti. Yeee.

    « E' che non so come aggiustare un'anima. O il legante spirituale che la tiene insieme. Non so neanche se sia possibile. »
    Non c'era nulla del genere nei libri di testo del giovane sciamano totemico.




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    Aveva instillato nella recluta una forte paura. Xar temeva di aver trafficato con una persona scomoda e stava cercando di prendere le distanze il più possibile. Era una reazione comprensibile, causata dal tipico atteggiamento sibillino del Gerarca, sempre teso a destabilizzare il suo interlocutore demolendo le sue certezze. Era difficile stabilire se lo facesse per deformazione professionale, per sfizio o per indole personale.

    « Non devi preoccuparti: non è un nostro nemico… almeno per ora. »

    Finché il suo apprendista sarebbe rimasto a Laputa senza memorie di lui, la situazione sarebbe rimasta in stallo. Ma al muoversi delle pedine sulla scacchiera, chi poteva garantire che lo status quo non sarebbe stato stravolto?

    « Stabilizzare un’anima è possibile, ma non è un processo banale né istantaneo. Con il mio aiuto la tua condizione dovrebbe essere ancora reversibile, ma prima dovrei accertarmi se ne vale la pena. »

    Si alzò in piedi, stagliandosi sopra al ragazzino.

    « Perché dovrei dedicare il mio tempo e le mie attenzioni a te? Di reclute che sembravano brillanti promesse ne ho avute così tante che ho perso il conto. Ho investito su di loro, ma la maggior parte delle volte si sono rivelati dei fallimenti. »

    Lo sguardo di un giudicatore premeva sulla sua testolina.

    « Ormai dovresti avere un’idea di cosa sia l’Eversione, di quanta influenza abbia su questo Presidio e a cosa aspiri per il futuro. Perché sei qui? Cosa ti aspetti da noi e cosa sei disposto a sacrificare per la nostra causa? »

    Aveva la stoffa per diventare qualcuno o sarabbe stato l’ennesimo buco nell'acqua?

     
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    Xar

    Non è un nostro nemico, almenoperora. ...Perché la cosa mi convince pochissimo? Aaah maledizione, cos'è che mi sfugge?!
    Lo devo sapere. O forse no, perché non voglio che questa diversamente piacevole chiaccherata diventi ancora meno simpatica.
    Cosa che accade, ovviamente.
    Il Gerarca si alza, io mi faccio piccino piccino.

    Perché sono qui, su un'assurdissima nave volante in mezzo al deserto di un piano dimensionale che non è il mio? Già. Me lo sto chiedendo anche io.
    Serro le dita sulla stoffa del pantaloni così forte che le mie nocche quasi sbiancano. Sto ancora guardando il pavimento, perché sono abbastanza sicuro che la pressione che sento si centuplicherà nel momento in cui solleverò lo sguardo.
    La verità è che non pensavo di cacciarmi in una cosa così grande. Quando Dimitriy mi ha reclutato ero convinto di aver trovato un piccolo e affiatato gruppetto di spie, ma più andavo a fondo e più capivo che non era così. E che ho fatto per cercare di tirarmene fuori?
    Niente, perché mi piace. Sapere cosa accade dietro le quinte, e sapere di essere uno di quelli dietro le quinte, mi da un gran senso di sicurezza.
    Non credevo di essere così meschino.

    Quando sollevo lo sguardo sono consapevole di non poter dire cazzate. Faccio schifo a mentire, per cui...

    « All'inizio ho sottovalutato l'Eversione. Credevo fosse un buon modo per raccimolare qualche soldo facile senza combattere in prima linea. » Se davvero ho un fascicolo anche io, di sicuro dovrebbe esserci scritto qualcosa tipo "fa schifo a combattere, ma a nascondino se la cava".
    « Inoltre » Continuo col cuore in gola « Non sono nato su Endlos. Ci sono capitato per cercare una persona che potrebbe sapere che fine ha fatto il frammento mancante della mia anima. » Capelli lunghi verde scuro, dovrebbe avere sedici anni, usa un femore gigante come mazza. Nessuno l'ha vista?
    E' strano, ma trovo che sia quasi un sollievo parlare finalmente di questo. Finora mi ero sempre tenuto dentro tutto. Ciò non toglie che la pressione sia sempre maggiore ad ogni mia parola.
    « Il mio obbiettivo principale è questo. Non avrò nessun futuro se prima non risolvo questa cosa. Q-quindi, se l'Eversione potrà aiutarmi in questo... » Lo sto dicendo davvero? Sto davvero contrattando direttamente col Gerarca?
    « ...Non ci sarà niente che non sarò disposto a fare per ricambiare. »

    Trattengo il fiato. Immobile. Seduto. Non sbatto neanche le palpebre.



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    Essere sottovalutati era esattamente la strategia che perseguivano da anni.
    Se erano arrivati ai vertici del potere era anche merito del loro basso profilo pubblico. Spacciandosi per dei comuni mercenari avrebbero mantenuto la copertura finché i tempi non sarebbero stati maturi… quando ormai sarebbe stato troppo tardi per fermarli. La conquista del Sud era pressoché realizzata, ma persisteva ancora un ostacolo politico tra gli Eversori e l’egemonia totale sul Presidio: l’Esarcato dei Pasha, di cui uno dei Gerarchi faceva parte. In accoppiata alla Legione delle Sabbie comandata da Bid’daum, era l’altro piatto della delicatissima bilancia merovisha. Nonostante le politiche di breve termine delle due istituzioni combaciassero, altrettanto non si poteva dire per il lungo termine: una volta superata la crisi, le divergenze avrebbero certamente condotto ad uno scisma.

    Una guerra civile, nella peggiore delle ipotesi.

    I Pasha Zimmer e Kalanjanus favorivano più o meno apertamente il suo pugno di ferro, Najaran e Preek - per loro natura - cercavano di non schierarsi, ma nell’Esarcato c’era anche una frangia che si opponeva all’accrescimento del potere militare nelle sue mani: Egon e Tail. Finché sarebbero rimasti in minoranza non ci sarebbero stati problemi, ma era sufficiente una sola frattura per causare un effetto-domino dalle conseguenze devastanti per il Sud. Per questo motivo doveva gestire con estrema cautela i movimenti dell’esercito nei Distretti del Bazar: sarebbe bastato un solo intervento ingiustificato per ritrovarsi contro la maggioranza dei Pasha.

    Preso da questi pensieri, aveva praticamente ignorato
    lo sforzo titanico che Xar aveva compiuto per sostenere il suo sguardo.

    Poco male, tanto la storia del piccoletto era piuttosto ritrita alle sue orecchie. Era il solito discorso dozzinale del “sono disposto a tutto”. Certo, dicevano sempre così, garantivano qualcosa che la prova dei fatti avrebbe smentito seduta stante. Finché si trattava di promettere erano tutti bravi. Poi arrivava la prima missione di assassinio, in cui magari il bersaglio era una ragazzina in lacrime che strisciava ai loro piedi, implorando pietà. Spesso non conoscevano il motivo per cui quell’omicidio era necessario, sapevano soltanto che dovevano calare il pugnale. Non che avrebbe fatto molta differenza, perché in ogni caso erano sufficienti i suoi singhiozzi disperati per fare breccia e farli esitare. Missione fallita, cui seguivano i danni collaterali che i poveri piccoli novizi non potevano prevedere.

    Ma che strano, all’arruolamento non si erano detti disposti a tutto?
    Erano tutti uguali.

    « In qualità di Eversore hai a disposizione tutti i nostri sistemi d’intelligence. Se anche così non dovessi trovare questa persona, significa che non si trova sul semipiano. »

    Rispose con malcelata noia.

    « Per quanto riguarda la tua condizione, ti contatterò quando avrò finito i preparativi. Fino ad allora vedi di non farti ammazzare. »

    Per un individuo impegnato come lui, sarebbe stata una seccatura sprecare del tempo per nulla. Detto ciò, il Gerarca girò i tacchi e se ne andò. Pur non avendogli fatto una grande impressione, qualcosa di quel ragazzino doveva averlo convinto.
    Ma al diretto interessato non era dato saperlo.

     
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    ...Mai più. Anf. Respiiiiro. Che cacchio di ansia.
    E' andata bene. Insomma, non mi sembra incazzato. Ma mi ha ascoltato, sì? Sì? Sembrava, non so, un po' annoiato. Oh, giusto, io faccio sempre questo effetto alle persone: "sì, parla quanto vuoi, rimani un ragazzetto indifeso alto un metro e un tappo". Il che è un bene, per carità! Odio dare nell'occhio. Sono più un tipo da effetto sorpresa.
    C'è anche da dire che ne avrà viste un sacco, lui, di reclute mezze calzette tipo me.
    Però che cavolo! Mi sono fatto venire l'ansia praticamente per nulla, tsk.

    « Non mi farò ammazzare. » Aggiungo con un po' di amarezza. Potrò anche sembrare debole, ma giuro che saprò vendere cara la pellaccia. Non ho intenzione di morire. Mi aggrapperò alla vita con le unghie e con i denti, a costo di strisciare come un verme.
    Non. Voglio. Morire.

    Se ne va in silenzio. Saranno trascorsi quanto, cinque minuti? Mi sono sembrati lunghissimi. Lunghissimi ma fruttuosi: ha detto che mi aiuterà, no? L'ha detto. Non me lo sono immaginato.
    Il Gerarca dell'Eversione ha detto che mi contatterà.

    Dovrei sentirmi tranquillo ora, e invece è il contrario. Più passano i giorni e più realizzo che il mio problema è sempre più reale, grande e terribilmente concreto.
    Sentirlo dire anche dalla bocca di un individuo così importante non mi ha certo tranquillizzato.
    ...Adesso sì che sarà dura riprendere gli esercizi di meditazione.



    ♦ Stato fisico: Ottimale
    ♦ Energia: 100%
    ♦ Passive:
    Ciò che resta di Waza [Anti-invecchiamento + Connessione spirituale con Waza | GdR only]
    Vivo, più o meno [Immunità a fame, sete e sonno. Influenzabile da altre tecniche attive]
    [OFF] Anima Camaleontina ["Mimetizzazione" (Anti-Auspex) spirituale]
    Rivelazione delle Ossa [Auspex sensibile ai resti organici + Auspex spirituale]
    ♦ Attive:
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