[AdE] La porta per un mondo

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    Faceva freddo quella sera. Quasi quasi Delbert Wilson, avrebbe preferito rimandare la ricerca alla mattina successiva, quando la temperatura sarebbe stata più alta. I suoi superiori erano stati però molto chiari e non avrebbero gradito alcun tipo di ritardo, men che meno con una giustificazione del genere.
    Si sistemò un attimo la giacca e svoltò a sinistra, verso il luogo dove gli avevano detto che viveva quel mostriciattolo. Si trattava di un ragazzo apparentemente normale, capace però di far cose a dir poco spaventose o almeno quelle erano le informazioni pervenutegli. Dubitava che un simile individuo potesse risolvere il loro problema, anzi, probabilmente avrebbe costituito una minaccia. Non spettava a lui però decidere quali mezzi sfruttare, quindi accelerò il passo e sperò che non gli capitasse qualcosa durante l'incontro e che il ragazzo si dimostrasse collaborativo. In caso contrario, fortunatamente non sarebbe stato lui a farlo ragionare o a portarlo via con la forza. Certo, c'era il piccolo inconveniente che la squadra si trovasse un tantino distante, il che non avrebbe costituito un problema se l'altro si fosse semplicemente rifiutato di aiutarli, ma lo sarebbe certamente stato se avesse deciso di attaccarlo. In tale eventualità non solo non sarebbero arrivati in tempo, ma non si sarebbero nemmeno accorti del fatto.
    Arrivò dunque davanti alla porta indicatagli. Il ragazzo in quel momento doveva trovarsi lì. Sospirò, cercando di essere ottimista. Quindi salì i pochi gradini, si toccò un attimo il cappello che sovrastava i capelli neri e bussò.
    " Signor Paramekia, vorrei proporre di fare un lavoro per me. Si tratta di una proposta molto interessante e stia sicuro che sarà ben pagato."
    Se il ragazzo avesse aperto la porta avrebbe visto un uomo di mezza età, vestito in maniera pesante e tutto sommato abbastanza anonimo.
     
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    Narrato l °Pensato ° l Parlato l Diciture fuori campo

    Time after time
    ----------------

    Era una sera come tante.
    Seduto sul cornicione della finestra me ne rimanevo beatamente immerso tra i miei pensieri mentre osservavo l’esterno.
    Nessuna riflessione in particolare.
    Sostanzialmente, non è che le mie giornate fossero chissà poi quanto emozionanti, almeno dal mio personale punto di vista.
    Ma su questo, forse, ci sarebbe chi potrebbe obiettare e vederla diversamente.
    L’autunno aveva lasciato spazio al più gelido inverno e di conseguenza, starsene chiusi nella propria abitazione non era poi un’idea cosi malvagia.
    Quell’anno le temperature si erano dimostrate più rigide, e quando la luce lasciava spazio alle tonalità più scure della sera, la metropoli cominciava a svuotarsi e si poteva quasi godere di una sorta di quiete anche in un contesto caotico come quello cittadino.
    Amavo la sera, era tranquilla.
    Era silente.
    Era quieta.
    Per essere sinceri, non mi ero mai totalmente abituato alla frenesia della città.
    Al suo via vai impetuoso. Ai suoi ritmi incalzanti dove fermarsi a pensare durante il giorno era quasi un lusso.
    Una realtà fin troppo artificiale.
    Fredda.
    Asettica.

    2nbu6tw


    A dirla tutta, a volte mi dilettavo nel perdermi in pensieri dove mi lasciavo catapultare in ambientazioni più quiete e tranquille, come ad esempio in una rilassante campagna.
    Mi è sempre piaciuta la campagna.
    Con quei suoi colori vivi e accesi.
    Quei paesaggi ricchi di verde e dai profumi cosi intensi, dove trovare del cemento era raro quanto qui trovare un fiore per strada.
    Una parte di me stesso desiderava in tutta onestà emigrare.
    Cambiare aria e lasciare una realtà che mi aveva totalmente consumato e intossicato nella mente e nel corpo.
    Sentivo giorno dopo giorno, un bisogno opprimente di andare via.
    Di lasciarmi tutto quel casino alle spalle e non voltarmi.
    Forse, quel rituale di osservare dalla finestra di casa mia gli spazi esterni e fantasticare, non era altro che un evasione.
    Un perdermi con la mente dove il corpo era ancora prigioniero in un contesto da cui non riuscivo a staccarmi per voltare pagina.
    Per cambiare.
    Per iniziare un nuovo capitolo della mia vita.
    Anche quella sera lasciai che il mio solito rituale la facesse da padrone.
    Che le mie orecchie potessero per qualche minuto non sentire tutte quelle voci.

    Peace and quiet
    ----------------


    Vedere tutta quella gente che mi circondava.
    Ignorare la mole mostruosa di immagini senza senso che si conficcavano al pari di pezzi di vetro nella mia testa.
    Era una agonia.
    Una tortura continua.
    Mi chiedevo come ancora non fossi impazzito.
    Forse proprio quella speranza di poter un giorno avere il coraggio di trovare un equilibrio al momento improbabile.
    Il coraggio di voler realmente cambiare qualcosa di quella mia via abbastanza monotona e fin troppo schematica.
    In un contesto schematico.
    Vivendo a contatto con una società fin troppo schematica.
    Che in realtà avessi paura di perdere quella routine che al contempo detestavo e che mi nauseava?
    Forse infondo, sapevo che lontano dal caos e la confusione di quella realtà, mi sarei sentito un pesce fuor d’acqua.
    Desideravo la tranquillità, ma nello stesso tempo avevo fin troppo timore di essa.
    Forse tutto quel casino che vedevo e sentivo era diventato parte inscindibile di me stesso, e senza di esso, io stesso era poca cosa.
    Un individuo anonimo con l’unica particolarità di essere albino.
    Pensavo decisamente troppo.
    Mille paranoie.
    La mia vita era già un bel casino nel dover ascoltare gli spiriti, per di più mi ci mettevo anche io con i miei dubbi esistenziali e le mie insicurezze.
    Come Medium avevo riscosso un discreto successo, forse unica cosa riuscita in quella mia vita totalmente incasinata e dai trascorsi tormentati.
    Come detto, le mie capacità mi permettevano di poter comunicare con entità non proprio di questo piano, oltre che poterli vedere e quindi, avere di conseguenza una visione della realtà un tantino diversa da quella di molta altra gente.
    Forse ciò di cui ero stanco, era il dover continuamente avere quelle visioni tanto brutali.
    Il vedere costantemente morte e sofferenza senza che potessi essere io a decidere quando e come osservare un qualcosa che mi veniva sparato nel cervello al pari di un trip.
    Non era facile convivere con tutto ciò, e sentivo che giorno dopo giorno un pezzo di me stesso si staccava.
    Come se mi stessi sgretolando perdendo la mia stessa coscienza.
    Era come se lo stesso vuoto mi stesse letteralmente divorando perdendomi in esso.

    Mh!?

    D’un tratto tutto però si spense.
    Ogni mio pensiero venne bruscamente interrotto per essere forzatamente riportato alla realtà.
    Faccende di questo mondo mi imposero di dedicargli la giusta attenzione, qualcosa di inaspettato quella sera aveva deciso di scombinare i miei piani del dolce far niente.
    Un bussare ripetitivo alla porta attirò la mia attenzione.
    Qualcuno mi stava cercando.
    La cosa curiosa era che non avevo amici, cosi come men che meno familiari.
    Allora, a questo punto chi diavolo poteva essere?
    L’orario era insolito.
    Vi era solo un modo per scoprire quale sorpresa si potesse celare dietro la porta, aprire.
    Non che una visita a quest’ora mi entusiasmasse, ma infondo, cosa mai avevo da perderci nel dedicare qualche minuto a quell’inattesa visita?
    Anche se a dirla tutta, io e le relazioni interpersonali avevamo qualche piccolo problema di approccio.
    Forse poteva essere un rischio – probabile -, o forse un’opportunità – chissà -.

    Who Are You?
    ----------------

    " Signor Paramekia, vorrei proporre di fare un lavoro per me. Si tratta di una proposta molto interessante e stia sicuro che sarà ben pagato."

    Lavoro.
    Come al solito non si trattava altro che di lavoro.
    Non ebbi neanche il tempo di squadrare bene il tizio, che quest’ultimo parti a razzo con la sua proposta cercando di prendermi in contropiede.
    Probabilmente la zona non eccessivamente prestigiosa dove risiedevo poteva far credere a gente come lui, che sbattermi in faccia un po’ di denaro mi avrebbe fatto scodinzolare come un bravo cane obbediente.
    Se c’era una cosa che non sopportavo più di tutto in questa società, erano i tipi che indossavano un bel vestito e che credevano di poter interagire con gli individui come meglio credevano senza il minimo riguardo della forma.
    Senza un minimo di educazione.
    In questo mondo tutti credevano che col denaro potevi comprare chiunque e di conseguenza, manipolare la gente come meglio credevi facendo leva sulla cupidigia dell’animo umano.

    Come fa a sapere il mio nome? Chi l'ha mandata qui?

    Affermai in maniera abbastanza brusca e diretta senza troppi giri di parole.
    La diffidenza era necessaria nel mio ambito lavorativo, non sapevi mai chi potevi trovarti davanti.
    Inoltre la mia selezione della clientela era molto meticolosa utilizzando un certo criterio.
    poteva sembrare strano il mio modo di comportarmi, ma se ero riuscito fino a quel giorno a sopravvivere senza troppi rischi e problemi, era dovuto proprio alla mia estrema diffidenza e sospetto.
    Inoltre volevo capire se fosse un cliente diretto o lavorasse per qualcuno.
    Insomma, prima di ottenere qualche risposta specifica la discussione non sarebbe andata avanti, e men che meno mi sarei sognato di accogliere in casa qualcuno cosi a cuor leggero.

    Ma soprattutto... perché ha deciso di farmi visita a un orario tanto insolito? Perché tutta questa fretta da non poter aspettare domani?





     
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    Il primo approccio non era andato poi così male. Certo, non gli aveva dato il benvenuto e si era dimostrato diffidente, facendogli un mucchi di domande, ma Delbert si era preparato a ben di peggio, soprattutto se si teneva conto che aveva che fare con un mostro. Per prima cosa doveva cercare di guadagnarsi un minimo la sua fiducia ed indurlo a collaborare con loro il prima possibile. Contando che non lo avesse già attaccato era plausibile che potesse farlo ragionare, scartando quindi i metodi drastici.
    Quindi cercò di mostrarsi simpatico esibendo, prima di tutto, un lieve sorriso.
    " Comprendo che l'ora sia un po' insolita e mi dispiace averle recato disturbo, tuttavia tale urgenza è giustificabile."
    Allora fece finta di essersi appena ricordato qualcosa.
    " Quasi dimenticavo: Mi chiamo Delbert Wilson. Molto piacere."
    Disse, sperando che l'altro lo lasciasse entrare. Non gli piaceva certo stare al freddo.
    " Lavoro per una piccola associazione. Purtroppo non posso scendere nei dettagli: preferiamo rimanere nell'anonimato. Non si preoccupi, non siamo dei criminali."
    Poi iniziò a rispondere alla prima domanda.
    " Sono stati i miei superiori a parlarmi di lei, ma ignoro come la conoscano. Non credo però che una persona con delle capacità... singolari come le sue passi inosservata."
    Poi passò al nodo focale della questione, che corrispondeva alla domanda più importante del ragazzo.
    " Vede, mi sono recato da lei oggi perché abbiamo bisogno di lei il prima possibile, se aspettassimo rischieremmo di lasciarci sfuggire ciò per cui sono qui. Vede, abbiamo localizzato qualcosa in un luogo disabitato e non sappiamo per quanto questo vi resterà. Si tratta di un'entità spirituale e la sua presenza in quel luogo è solo temporanea e noi non vogliamo lasciarcela sfuggire. Si tratta di uno spirito particolarmente interessante e noi vorremmo che lo catturasse per noi.
    Purtroppo noi non disponiamo dei mezzi, ma lei sembra averne le capacità.-

    Quindi attese la risposta del ragazzo.
     
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    La cosa mi puzzava sempre di più.
    Le informazioni che quel tizio mi stava dando erano fin troppo vaghe.
    Qualcosa non mi quadrava.
    Troppa impazienza di ottenere una risposta.
    Io non lavoravo in questo modo.
    Per me la meticolosità.
    La serietà.
    La fiducia tra me e i miei clienti doveva essere alla base di tutto.
    Se non riuscivo ad instaurare un rapporto di fiducia, il mio lavoro non poteva essere svolto al meglio.

    " Quasi dimenticavo: Mi chiamo Delbert Wilson. Molto piacere."


    Il suo presentarsi seppur in ritardo, non lo illuminava ai miei occhi di una luce diversa.
    In lui potevo riscontrare quasi comportamenti meccanici.
    Forzati.
    Non realmente spontanei.

    " Sono stati i miei superiori a parlarmi di lei, ma ignoro come la conoscano. Non credo però che una persona con delle capacità... singolari come le sue passi inosservata."


    Come se si stesse arrampicando su specchi cosparsi di olio per cercare di convincermi.
    Fin troppo artificiale nel saper instaurare un dialogo genuino.
    Fin troppo servo per avere un proprio pensiero.
    Fin troppo legato ai soldi per provare dei sensi di colpa.
    Chissà quale grosso bonus gli avevano promesso per convincere il ragazzo prodigio.
    Per riuscire a corrompermi.

    " Vede, mi sono recato da lei oggi perché abbiamo bisogno di lei il prima possibile, se aspettassimo rischieremmo di lasciarci sfuggire ciò per cui sono qui. Vede, abbiamo localizzato qualcosa in un luogo disabitato e non sappiamo per quanto questo vi resterà. Si tratta di un'entità spirituale e la sua presenza in quel luogo è solo temporanea e noi non vogliamo lasciarcela sfuggire. Si tratta di uno spirito particolarmente interessante e noi vorremmo che lo catturasse per noi.
    Purtroppo noi non disponiamo dei mezzi, ma lei sembra averne le capacità.-"


    ° Poveri stolti. °


    Io al contrario ero tutto ciò che una multinazionale poteva detestare: una sorta di spirito ribelle.
    Un individuo che odiava conformarsi, dato che quella stessa società conformista mi aveva trattato al pari di una bestia.
    Per me non esisteva il compromesso.
    Tutto ciò in cui credevo si basava su profondi principi morali.
    Più che altro sul mettere sempre davanti la coscienza al portafoglio.
    Al potere.
    All’ambizione.
    Questa capacità che mi era stata donata non avrebbe mai aiutato gente disposta a vendere la propria anima pur di dominare.
    Dopo i fatti avvenuti nel laboratorio avevo promesso di mettermi al servizio di gente realmente bisognosa e non certo per avvantaggiare magnati miliardari.
    Stavano già distruggendo questo mondo, non avrei permesso che potessero allungare i loro tentacoli anche su quello delle anime.
    Almeno io non mi sarei reso partecipe di intaccare pure il piano spirituale.
    Dopo essere scappato da una di quelle stesse multinazionali dedite a trattare gente come me – non proprio esseri umani convenzionali - come cavie, mi ero ripromesso che non avrei mai lavorato per società simili.
    Piccola o grande che fosse la società, l’obiettivo che volevano perseguire rimaneva decisamente discutibile.
    Catturare un'entità spiritica.
    Oltre che essere un gesto riprovevole era una vera e propria follia.
    Con l’aldilà e i suoi rappresentanti non bisognava scherzare.
    Trascendere l’equilibrio tra i due mondi poteva risultare un gioco molto pericoloso.
    A giocare a fare Dio si ci poteva scottare di brutto.

    20a5bie

    Cosi voi vorreste catturare un’entità spiritica?


    Non avrei mai partecipato a questa follia.
    Conoscevo molto bene le regole dei due mondi e quell’equilibrio che si doveva mantenere nel non pestarsi i piedi a vicenda.
    I comuni esseri umani avevano sempre avuto questo problema.
    La loro cupidigia e ambizione si era sempre dimostrata un ostacolo fin troppo grosso nel comprendere cosa volesse dire la pacifica convivenza.
    Infondo la storia dell’umanità poteva essere più paragonata a quella di un virus che di un mammifero.
    Lo stesso mondo stava morendo per colpa della mia stessa specie.
    Ora volevano pure sfidare delle leggi che non bisognava neanche conoscere?
    Che i normali individui dovevano ignorare?
    Non avrei partecipato a una simile pazzia.

    Non avete idea di cosa volete fare. Con gli spiriti non si scherza, non sono come degli animali da braccare. Fidatevi, vi sto solo facendo un piacere rifiutando il lavoro. Determinati confini non bisognerebbe neanche osservarli, figuriamoci oltrepassarli


    Cercai di essere il più schietto e conciso possibile, senza perdermi in troppi giri di parole.

    Mi sa che avete visto troppi film sui Ghostbusters.
    Comunque non sono interessato.
    Buonasera.


    E senza che gli potessi dare altro tempo per riempire la sua merdosa bocca di minacce o parole, spinsi la porta nel chiudergliela in faccia cosi da poter dimenticare quella sgradevole conversazione il più in fretta possibile.

    Razza di idiota.







    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 22/10/2015, 04:14
     
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    Per certi versi era contento che fosse finita così: almeno non avrebbe avuto direttamente a che fare con quel mostro. Certo non gli era piaciuto che gli avesse chiuso la porta senza dargli modo di replicare e aveva trovato divertente quello che per lui non era altro che il delirio di un ragazzino. Cosa normale, dato che quell'uomo era quanto di più lontano ci fosse da una persona idealista o anche solo onesta.
    Senza scomporsi tornò indietro e informò i propri superiori che il ragazzo non fosse collaborativo e fosse quindi necessario l'uso della forza. In un modo o nell'altro l'avrebbero costretto ad aiutarli. Come previsto chi lo comandava richiesero l'intervento della squadra di sicurezza, precisamente di sole due persone: una che avrebbe dovuto aprire la porta e un'altra che avrebbe dovuto rendere il ragazzo inoffensivo. Il resto degli uomini si sarebbe semplicemente preoccupata di trasportare il ragazzo nel luogo designato.
    Non ci volle molto perché Mateus passasse, del tutto ignaro, dietro una delle finestre dell'edificio in cui si trovava e il membro della squadra gli sparasse addosso in potente sonnifero. Il poveretto avrebbe fatto in tempo a sentire il suono dello sparo e del vetro infranto, forse sarebbe persino stato in grado di capire che fosse stato colpito da una siringa per provare quindi ad estrarla, ma entro pochi secondi sarebbe crollato a terra.




    Finalmente gli effetti della sostanza che gli avevano iniettato stavano finendo e il ragazzo poté riaprire gli occhi, anche se non era di certo in ottima forma per via di un lieve mal di testa, gli arti indolenziti e un senso generale di confusione. Si trovava in una stanza, un sotterraneo forse. I muri erano rovinati per l'assenza di manutenzione e il tutto era illuminato da una lampadina bianca mal funzionante. Su un tavolo vi era quello che ad occhio e croce sembrava un apparecchio elettronico dal quale provenne una voce conosciuta.
    " Vedo che ti sei svegliato. Avrei preferito convincerti con le buone, ma visto il tuo rifiuto abbiamo dovuto portarti qui con la forza. Allora, ti trovi nella struttura dove si trova l'entità spirituale che ci interessa. Ti sarà possibile uscire solo quando avrai svolto il tuo compito.
    Ora hai due possibilità: o collabori, ci porti quel che vogliamo con tutto l'aiuto che ti serve e te ne vai sano e salvo o rimani qui ad aspettare, in balia dell'entità spirituale. Ti posso assicurare che non sarà piacevole: gli uomini che ha attaccato hanno passato dei momenti veramente brutti."

    Disse, sperando di essere riuscito a persuaderlo.
    " Ora dimmi, hai bisogno di qualche oggetto o un qualche tipo di aiuto, prima di iniziare la tua ricerca?"
    Disse, parlando ancora attraverso l'oggetto.
     
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  6. °PaNdEmOnIuM°
     
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    Dio la testa…


    Cos’era successo?
    Perché quella nausea e quel dolore?
    Perché quella confusione?
    Perché mi sentivo come se mi fosse passato sopra un bulldozzer?
    Ogni mio pensiero, respiro o movimento risultava pesante.
    Tutto mi sembrava non fluido e naturale.
    Come se quel luogo dove mi trovavo fosse artificiale.
    In un contesto dove io ero stato inserito senza che ne fossi stato lucidamente testimone o consapevole.
    Qualcosa non quadrava.
    Mi sentivo come se del tempo mi fosse stato sottratto.
    Come se fosse accaduto qualcosa contro la mia volontà.
    Brandelli di tempo che non avevo vissuto.

    Che male…


    All’inizio riuscire a osservare nitidamente fu difficile.
    Più che altro le immagini risultavano sfocate.
    Momenti di blackout di un corpo che era stato mandato fuori fase.
    Pezzi di immagini che andavano e venivano per il moto compulsivo dei miei occhi nell’aprire e chiudere le palpebre.
    Luce. Buio. Luce. Buio.
    In che luogo ero finito?
    Ci misi qualche istante di troppo per riuscire a mettere decentemente a fuoco, ma infine il nuovo scenario si palesò dinnanzi i miei occhi doloranti.

    Ma che …!?!? Cos’è questo posto?


    Dove diavolo ero finito?
    Non era sicuramente casa mia il luogo dove ora mi trovavo?
    Per di più non sembrava un posto molto frequentato viste le condizioni delle pareti decisamente rovinate e ammuffite per l’umidità, oltre una fastidiosa lampadina scassata che illuminava ad intermittenza.
    Una catapecchia insomma.
    Senza dubbio non un posto all’ultimo grido, almeno che non fosse di paura per lo scenario tipo casa infestata da spettri brutti e cattivi.
    Dov’ero stato spedito?
    Probabilmente in un sotterraneo, vista l’umidità e l’assenza di riscaldamenti.
    Comunque doveva trattarsi di un luogo abbandonato. Un posto lasciato nel dimenticatoio chissà da quanto.
    La domanda comunque era una: chi mi ci aveva portato? E perché?
    I primi quesiti una volta riottenuta una capacità di riflessione e lucidità decente furono questi?
    A chi avevo rotto le palle cosi tanto da prendersi la briga di farmi sparire?
    Di rapirmi?
    Se effettivamente si trattava di un sequestro di persona.
    O era altro?
    Al momento cercare di collegare qualche tassello mi era difficile, più che altro perché mi ero risvegliato da poco e il cervello ancora faceva fatica a dare moto ai neuroni.
    Ancora mi era difficile spremermi le meningi.
    Sentivo come se qualcuno mi stesse trapanando il cervello.
    Poi una voce prese vita, e orientandomi con lo sguardo per cercare di capire da dove potesse provenire, mi accorsi che un apparecchio per comunicare – una di quelle ricetrasmittenti – era stato lasciato su un tavolo.
    Allora effettivamente ero stato portato li da qualcuno.
    Il suo personale benvenuto non tardò ad arrivare, più che altro per darmi ordini vistole intimazioni e minacce ricevute se la risposta non fosse stata positiva.

    " Vedo che ti sei svegliato. Avrei preferito convincerti con le buone, ma visto il tuo rifiuto abbiamo dovuto portarti qui con la forza. Allora, ti trovi nella struttura dove si trova l'entità spirituale che ci interessa. Ti sarà possibile uscire solo quando avrai svolto il tuo compito.
    Ora hai due possibilità: o collabori, ci porti quel che vogliamo con tutto l'aiuto che ti serve e te ne vai sano e salvo o rimani qui ad aspettare, in balia dell'entità spirituale. Ti posso assicurare che non sarà piacevole: gli uomini che ha attaccato hanno passato dei momenti veramente brutti."


    ° Il cazzone della proposta lavorativa °


    Ora tutto mi era chiaro.
    Ora ogni tassello si stava inserendo dove doveva.
    Il disegno aveva preso totale forma.
    Tutti i miei dubbi si dissiparono in breve tempo.
    A quanto sembrava il servo e i suoi capi non avevano preso tanto bene il mio rifiutare: lo stesso modo come mi avevano portato forzatamente in quel posto ne era una chiara dimostrazione.
    Tutto era stato deciso a prescindere dalla mia volontà.
    Narcotizzarmi infondo dimostrava quanto fossero decisi a non fermarsi davanti a nulla per arrivare ai loro scopi.
    Quanta rabbia provavo in quel momento?
    Tanta, decisamente troppa.
    Era come se avessi fatto un tuffo nel passato.
    Come se quei giorni da cavia non fossero mai passati.
    Come se quella mia prigionia stesse ancora perdurando.
    Nuovamente assoggettato ai potenti.
    Nuovamente trattato come un tramite per meri interessi di ambizione.
    Nuovamente uno strumento da utilizzare.
    Detestavo tutto ciò. Detestavo i miei simili.
    Questa realtà si basava su un equilibrio.

    " Ora dimmi, hai bisogno di qualche oggetto o un qualche tipo di aiuto, prima di iniziare la tua ricerca?"


    Certi equilibri non andavano intaccati.
    Ma purtroppo la madre dei cretini era costantemente incinta.
    Detestavo quanto l’uomo fosse arrogante nel credersi superiore a qualsiasi altra forma di esistenza: al pari di un intoccabile che non doveva dare conto a nessuno.
    Quanta arroganza vi era in quegli individui?
    Quanta arroganza vi era nell’uomo?
    Li avevo caldamente esortati a rinunciare.
    A non superare certi confini. Ma nulla.
    Il mio tentativo era stato vano.
    Al pari di cercare di spiegare la formula della relatività ad un asino.
    A quel punto nessuna parola sarebbe stata di utilità.
    Nessun mio discorso, per quanto convincente, avrebbe aperto le loro ottuse menti di scimmie.
    Gli idioti andavano trattati da idioti proprio perché incapaci di comprendere.

    2daf136

    Andate all'inferno!









    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 24/10/2015, 22:13
     
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    Quel ragazzo gli stava proprio facendo perdere la pazienza. Pensava che si fosse reso conto con chi aveva a che fare quando si era svegliato. Evidentemente era più testardo del previsto e a volte non c'era modo di far collaborare quel genere di persone. Stava per chiedere ai suoi superiori se fosse davvero il caso di insistere, anziché provare qualche altro metodo. Aveva già capito che sarebbe stato più semplice provare da soli, dopo aver deciso se sbarazzarsi di lui o se addormentarlo una seconda volta, per poi riportarlo nel suo appartamento. Fosse dipeso da lui avrebbe optato per il secondo metodo: i cadaveri erano sempre un problema, anche se dubitava che qualcuno si fosse davvero accorto della mancanza di quel mostro. Il superiore però gli fece segno di andare avanti, quindi fece un sospiro e riprese. Avrebbe tentato il dialogo per ancora una volta, poi sarebbe passato alle minacce.
    " Forse non ti rendi conto in che situazione ti trovi. In questo edificio..."
    Improvvisamente però il segnale venne disturbato e dal dispositivo arrivarono solo interferenze. Che si fosse rotto qualcosa? Non era questo il caso e di lì a poco il ragazzo si sarebbe reso conto quale fosse la causa: lo spirito che si trovava in quell'edificio. Era comparso di fianco a qualche metro di distanza. Aveva l'aspetto di una ragazza dai lunghi capelli bianchi, la cui immagine era in parte trasparente. Lei lo guardava, studiandolo a fondo. Se lui avesse posseduto una qualche capacità per percepire l'energia dell'altra si sarebbe reso conto che fosse parecchio potente. Volente o nolente Mateus avrebbe avuto a che fare con quello spirito. Ora doveva decidere come reagire, sempre che farlo fosse una mossa astuta.
     
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    Non avrei collaborato per tutto l’oro di questo mondo.
    Non mi interessava.
    In quel momento l’unico mio pensiero fisso era il ribrezzo verso individui del genere.
    Individui che avevano perso ogni loro integrità morale.
    Che per arrivare ai loro fini avrebbero venduto, ucciso o fregato le loro stesse madri.
    Odiavo quel tipo di gente, e a prescindere dalle minacce, non mi sarei ammorbidito sulla mia posizione.
    Alla fine sapevo che molti mi consideravano una sorta di mostro, quindi, poco m'importava di salvare una posizione sociale che già a priori faceva schifo.
    Essere usato come un mezzo era qualcosa che non accettavo.
    Sentì nuovamente gli strascichi stritolarmi e opprimermi più di quanto facessero già nel mio quieto vivere e nei miei incubi.
    L'angoscia di sentirmi imprigionato in una gabbia.
    L'opprimente sensazione claustrofobica di essere limitato nello spazio.
    Quel mio passato torbido riaffiorò nel rimembrare quei giorni di prigionia.
    Quei difficili momenti in cui ogni mio respiro, istante e azione non erano incentrati che solo su esperimenti.
    Solo sull’essere analizzato, sondato e squadrato come tramite o strumento per arrivare a un obiettivo o comprendere qualcosa che non si conosceva.
    Odiavo quella sensazione.
    Odiavo quell’arroganza con cui certa gente si prendeva determinate confidenze senza tenere conto della persona.
    Dell’individuo.
    Odiavo che questo mondo si basasse esclusivamente sul più banale e spietato desiderio di potere e ambizione, senza tenere conto dei molti ma solo ed esclusivamente guardando al singolo e bramoso interesse di individuo.
    A livello di portare acqua esclusivamente al proprio mulino senza tenere conto delle ripercussioni che quell’azione poteva scatenare.
    Una volta lessi la citazione di un famoso scrittore che recitava cosi: "Prima di costruire un muro dovrei chiedermi quello che intendo riparare o escludere, e a chi potrei recare danno".
    Stessa cosa valeva quando - come per esempio proprio in quella situazione -, senza tenere conto dell’armonia, si pensava esclusivamente al proprio tornaconto.
    Senza tenere conto dell'equlibrio.
    Del quieto e sano vivere.
    In questo caso più che dell’armonia, bisognava tenere conto dei rischi non da poco che una simile azione scellerata poteva comportare.
    A volte una bestia è meglio lasciarla dormiente e non stuzzicarla troppo.
    Stessa cosa valeva per gli spiriti.
    Le entità avevano loro precise regole per apparire cosi come per instaurare possibili contatti.
    Figuriamoci volerne imprigionare una e sfruttare il suo potere.
    La mia posizione quindi sarebbe stata ferma e decisa senza minimamente esservi possibilità che mi potessi ammorbidire.
    Ormai non davo più conto agli sproloqui che quel tipo mi vomitava addosso.
    Ignorando ogni sua singola parola, mi alienai totalmente dalla realtà lasciando che la mente vagasse nel rimembrare quei giorni inquieti che mi avevano quasi spinto alla follia.

    Mh!?


    Poi nuovamente la mia attenzione fu attratta dalla comunicazione, più che altro dall’interferenza che stava impedendo all’apparecchio di funzionare perfettamente.
    Stava accadendo.
    Percepivo la stessa aria farsi decisamente più pesante.
    Avevo come l’impressione di non essere più solo in quella stanza.
    Un gelido e agghiacciante brivido mi discese lungo la schiena.

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    Qualcosa non va…


    Lentamente sentì la necessità di spostare il mio sguardo di lato.
    Come spinto dall'irrefrenabile curiosità di osservare qualcosa.
    Istintivamente quel bisogno era pulsante.
    Insistente.
    Opprimente.
    Un rivolo di sudore discese rigandomi la fronte.
    E in fine la vidi mentre anch’ella mi osservava: una ragazza dai lunghi capelli bianchi la cui immagine era in parte trasparente.
    Sembrava studiarmi.
    Squadrarmi.
    Valutarmi.
    Un poltergeist?
    In quel momento mi fu difficile emettere anche il più flebile suono, come se la mia voce si fosse spezzata.
    In quegli istanti decisi di non fare nulla e vedere come la situazione si sarebbe mutata.
    Una domanda però continuava insistentemente a balenarmi nella testa: cosa diavolo stavano tentando di catturare?

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    Abilità Passive
    Chiaroveggenza only GDR
    Questo termine significa letteralmente visione chiara ed è l'abilità di percepire intuitivamente e di interpretare le immagini, le impressioni e i sentimenti che riguardano il passato, il presente e il futuro.
    Vi sono alcune persone che hanno il dono naturale della chiaroveggenza, e può pure essere sviluppato.
    Per diventare chiaroveggente, l'avidità spesso costituisce un deterrente che disturba le vibrazioni dell'atmosfera.
    Il migliore sviluppo, sia di facoltà psichiche o spirituali interiori, viene acquisito quando vi è una completa passività, pace e quiete.
    La chiaroveggenza comprende la percezione degli eventi in fasi passate, presente e/o future in finestre molto veloci di esperienza.
    Questo perché gli eventi sono visti fuori dal continuum spazio/temporale.
    La chiaroveggenza differisce dalla telepatia in quanto le impressioni chiaroveggenti vengono percepite ad un livello al si sopra del normale o psichico, fuori dal nostro regno, senza l'assistenza di un'altra mente.
    La telepatia richiede una comunicazione con gli esseri viventi fisicamente.
    Comunque questo è un dono difficile da portare.. non è sempre semplice sapere (o presumere di sapere) quello che succederà a noi e a chi amiamo in futuro..
    [Passiva di premonizioni]

    Lingue senza Vita
    Il bisbiglio dei senza pace è molto chiaro all'esper; concentrandosi per un momento regola i suoi sensi sul Mondo Sotterraneo, rendendolo capace sia di vedere che di sentire tutto ciò che vi traspare attorno a lui.
    Inoltre si può comprendere il linguaggio dei morti, così a meno che uno spettro esca dagli schemi e utilizzi un linguaggio a lui sconosciuto, può comprendere le parole di ogni anima defunta.
    [Passiva per comunicare con gli spiriti]

    Tocco degli Spiriti
    Si è capaci di percepire le energie residue che circondano gli oggetti; questo permette di determinare informazioni di vario genere attraverso flash di immagini, suoni e voci (è compito del giocatore interpretare i dati ottenuti).
    Per raccogliere informazioni in questo modo si deve entrare in una trance leggera, ed avere una percezione minima del mondo circostante.
    Chi sfrutta questa abilità non rimane estraneo alle emozioni trasmesse dall’oggetto, al contrario esse rimarranno impresse come se fosse stato lui stesso a viverle.
    [Passiva per visualizzare informazioni tramite il tocco di oggetti]






    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 3/11/2015, 21:13
     
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    Qualcosa non era andato come quelle persone avevano previsto, ma non c'era da stupirsi: lo stesso Mateus aveva detto che gli spiriti fossero imprevedibili e che ragionassero spesso con criteri difficili da comprendere. Lo strano fantasma si era fatto vedere molto presto e si era messo a fissare il ragazzo portato lì. Nonostante frequentasse quel luogo, non si poteva essere certi che infestasse l'edificio, dato che l'uomo con cui aveva parlato il ragazzo, aveva sostenuto che avrebbe potuto lasciarlo presto.
    Se l'esperto dell'occulto avesse potuto percepire il potere di chi lo stava guardando, si sarebbe reso conto che possedesse una forza enorme e che sarebbe stato nei guai, se avesse dovuto affrontarla. Non c'era da stupirsi che il gruppo che voleva assoldarlo non ce l'avesse fatta da solo e che avesse preferito mandare qualcuno di sacrificabile come lui, qualcuno considerato alla stregua di un mostro.
    Tuttavia, non si trattava di una presenza malevola, ma questo non lo avrebbe potuto capire semplicemente guardandola.
    Dopo circa una ventina di secondi la ragazza scomparve, per comparie nuovamente alle sue spalle, il che non era un comportamento molto rassicurante. L'unica cosa certa era che avesse attirato la sua attenzione.
    " Curioso... sembri essere diverso da loro."
    Iniziò lei, mantenendo un tono di voce calmo e non troppo alto. Che con "loro" intendesse le persone che volevano catturarla? Difficile dirlo, ma prima che il ragazzo potesse dire qualcosa, scomparve di nuovo, per riapparirgli a lato.
    " Le tue mani sono macchiate di sangue..."
    E ancora una volta si spostò, posizionandosi su un altro lato.
    "... eppure non mi sembri malvagio."
    Disse stupita. Evidentemente aveva capito qualcosa su di lui.
     
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    Quella domanda continuava insistentemente a balenarvi nel cervello mentre rimanevo come uno stoccafisso ad’osservarla: cosa volevano da quell’emanazione?
    Il disagio provato ritrovandomi a una distanza tanto esigua da lei era forte, ma per quanto provassi quella spiacevole sensazione – ansia e agitazione più che altro - la mia parte riflessiva non smetteva di analizzare, studiare e teorizzare.
    Più che altro mi chiedevo quale fosse il reale motivo per cui volessero catturare quella presenza, e a quali oscuri scopi mirasse questa fantomatica organizzazione.
    Perché voler sfruttare le capacità di uno spettro?
    Quella situazione non mi piaceva per niente.
    Ora però mi ritrovavo involontariamente coinvolto senza che io avessi dato l’avvallo a un’azione tanto rischiosa e scellerata, dove, uno spirito dalla potenza ignota – ma molto probabilmente considerevole – si era materializzato di fianco a me nell’azione momentanea di osservarmi.
    Scrutarmi.
    Studiarmi.
    Da questo momento in poi ogni mia possibile azione, parola o gesto dovevano essere attentamente ponderati con minuzia per non rischiare di scatenare possibili azioni ostili da parte sua.
    Non conoscevo il motivo per cui infestasse quel luogo, e quale oscuro passato la legasse a quell’ambiente; pertanto era necessario mostrarsi cauti e cercare di mantenere un atteggiamento propositivo proprio per non trasmettere nervosismo e poterla innervosire.
    Gli spiriti erano molto sensibili alle vibrazioni emanate, e quando ti capitava di averci a che fare era fondamentale mantenere la calma e il controllo per non urtare la loro suscettibilità.
    Quel mio nervosismo – seppur cercassi forzatamente di controllarlo – non era tanto dovuto alla sua apparizione, quanto all’essermela ritrovata quasi a un palmo dal naso in cosi breve tempo mostrando un atteggiamento atipico per uno spirito: l’essersi materializzata nel voler essere lei la prima ad approcciare con un mortale.
    Onestamente mi aveva spiazzato. Un comportamento simile da parte di un’entità non mi era mai capitato.
    Avevo a che fare con una variabile di cui mi era difficile poter prevedere le sue mosse.
    Al momento l’unica cosa che potevo fare era osservarla e capire perché avesse voluto palesarsi nel mostrare quasi un atteggiamento incuriosito.

    " Curioso... sembri essere diverso da loro."


    Almeno questo potei intuire tramite le sue conseguenti azioni di ronzarmi intorno nell’apparire e scomparire cominciando a comunicare con il sottoscritto.
    Mi stava studiando, questa era la verità.
    Qualcosa in me l’aveva attratta - al pari di una gazza con un oggetto luminoso - menzionando il fatto che fossi diverso dagli altri individui con cui aveva interagito.
    Avevo a che fare con un altro tipo di entità.
    Quello spirito era di tutt’altro livello rispetto le normali entità spettrali o poltergeist con cui di solito mi imbattevo.
    Cosa diavolo era lei?
    Forse un Dio?
    Avevo come la stramaledettissima impressione di essere sondato nell’animo e che il mio stesso passato fosse un libro aperto per lei. Poi quel suo specifico modo di definirmi mi fece comprendere che avevo a che fare con un'entità che poteva trascendere ogni conoscenza di tempo e spazio.

    " Le tue mani sono macchiate di sangue..."

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    "... eppure non mi sembri malvagio."

    Con chi o cosa diavolo avevo a che fare?

    Come fai a sapere questi dettagli di me? Cosa esattamente sei tu?

    Asserì tentando di instaurare un dialogo con lei seppur quelle sue affermazioni mi avessero turbato non poco.
    Come tutti gli esseri umani stavo palesando la più antica e primordiale fobia di cui la mia razza era in possesso, ovvero la paura di avere a che fare con ciò che non si poteva razionalizzare.


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    Questo termine significa letteralmente visione chiara ed è l'abilità di percepire intuitivamente e di interpretare le immagini, le impressioni e i sentimenti che riguardano il passato, il presente e il futuro.
    Vi sono alcune persone che hanno il dono naturale della chiaroveggenza, e può pure essere sviluppato.
    Per diventare chiaroveggente, l'avidità spesso costituisce un deterrente che disturba le vibrazioni dell'atmosfera.
    Il migliore sviluppo, sia di facoltà psichiche o spirituali interiori, viene acquisito quando vi è una completa passività, pace e quiete.
    La chiaroveggenza comprende la percezione degli eventi in fasi passate, presente e/o future in finestre molto veloci di esperienza.
    Questo perché gli eventi sono visti fuori dal continuum spazio/temporale.
    La chiaroveggenza differisce dalla telepatia in quanto le impressioni chiaroveggenti vengono percepite ad un livello al si sopra del normale o psichico, fuori dal nostro regno, senza l'assistenza di un'altra mente.
    La telepatia richiede una comunicazione con gli esseri viventi fisicamente.
    Comunque questo è un dono difficile da portare.. non è sempre semplice sapere (o presumere di sapere) quello che succederà a noi e a chi amiamo in futuro..
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    Il bisbiglio dei senza pace è molto chiaro all'esper; concentrandosi per un momento regola i suoi sensi sul Mondo Sotterraneo, rendendolo capace sia di vedere che di sentire tutto ciò che vi traspare attorno a lui.
    Inoltre si può comprendere il linguaggio dei morti, così a meno che uno spettro esca dagli schemi e utilizzi un linguaggio a lui sconosciuto, può comprendere le parole di ogni anima defunta.
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    Tocco degli Spiriti
    Si è capaci di percepire le energie residue che circondano gli oggetti; questo permette di determinare informazioni di vario genere attraverso flash di immagini, suoni e voci (è compito del giocatore interpretare i dati ottenuti).
    Per raccogliere informazioni in questo modo si deve entrare in una trance leggera, ed avere una percezione minima del mondo circostante.
    Chi sfrutta questa abilità non rimane estraneo alle emozioni trasmesse dall’oggetto, al contrario esse rimarranno impresse come se fosse stato lui stesso a viverle.
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    Sicuramente il ragazzo aveva capito una cosa: chi aveva davanti non era uno spirito come tanti altri. Era decisamente più forte della media, il suo comportamento differiva parecchio dai normali fantasmi e aveva capito subito delle cose riguardo Mateus. Col tempo era riuscita a rafforzarsi, perdendo le caratteristiche tipiche delle entità con cui solitamente aveva a che fare il ragazzo e ingrandendo la propria consapevolezza, imparando quindi a comunicare con anche con coloro che non appartenevano all'aldilà.
    Tuttavia c'era anche un altro motivo per cui era così diversa da tutti gli altri spiriti: lei non era originaria di quel mondo. Ne apparteneva ad un altro, con regole e possibilità differenti da quello. Attese qualche secondo, prima di rispondere alla domanda dell'investigatore.
    " Io sono Cassie, la guardiana dei portali. Colei che viaggia tra i mondi e mette sotto la sua ala gli spiriti non ancora pronti ad andare nell'aldilà."
    Durante i suoi viaggi aveva scoperto di non essere l'unica custode e in alcuni mondi l'abilità di viaggiare tra le dimensioni era così comune che poteva considerasi come una comune viaggiatrice. Tuttavia nel mondo di Mateus la capacità di aprire dei varchi per nuovi mondi era qualcosa che nessuno sapeva fare, per questo l'organizzazione che aveva contattato il ragazzo voleva catturarla.
    " Non conosco il tuo passato, ma è facile vedere lo stato di un'anima. Capire la sua inclinazione e se un evento l'ha segnata esso rimane fino a che questa non riesce a superarlo o fa qualcos'altro per annullarlo.
    Vedo abbastanza chiaramente la macchia di un omicidio sulla tua."

    Di nuovo scomparve e riapparve in un altro punto.
    " Ho risposto a quanto mi hai chiesto, ora spetta a me farti una domanda. Ho visto tante anime segnate da questo evento, ma molte erano diverse dalla tua. Potresti raccontarmi cos'è successo?"
    Era quantomai ovvio che il ragazzo avesse suscitato la sua curiosità.
     
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    ° Chi sono io? °

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    Mi ripetevo.

    ° Chi sono io? °


    Quella domanda insistentemente non smetteva di tartassarmi.
    Di stordirmi.
    Di assillarmi.
    Quali progetti avevo per me stesso?
    Quali scopi mi ero prefissato?
    Quale significato potevo dare alla mia esistenza?
    Molti erano i dubbi.
    Già prima di incontrare lei.
    Per tutta una vita non avevo fatto altro che fuggire.
    Che scappare dalle situazioni.
    Ignorare quell’eco di frustrazione del mio animo per non voler trovare il coraggio di affrontare i miei demoni.
    Le mie più profonde paure. I miei incubi.

    ° Io sono… °


    La realtà era che per quanto fossi vivo biologicamente, la mia anima al contrario era morta proprio come quegli stessi spiriti con cui comunicavo e interagivo.
    Mi limitavo a seguire una routine senza che in essa trovassi un senso, ma che al pari di una formica nel perseguire lo stesso percorso ogni giorno, vivevo senza una coscienza che mi permettesse di capire quale ruolo avessi in questo mondo.
    L’unico scopo che mi ero realmente prefissato era sopravvivere, e prima di quell’inaspettato e inatteso incontro, la cosa non mi aveva mai toccato più di tanto.
    Ma ora che l’ascoltavo.

    ° Io sono…. °


    Ora che comprendevo cosa rappresentasse.
    Quale delicatissimo compito gli era stato assegnato... le mie incertezze aumentarono esponenzialmente.
    Dacché la paura si era dimostrata la prima sensazione provata al suo cospetto, ora una nuova sensazione aveva preso il sopravvento: più schiacciante, più avvilente, più opprimente.
    Che senso avevo dato fino a quel giorno della mia stessa esistenza?
    Quale reale contributo volevo offrire?
    Sempre se veramente ve ne fosse stato uno?
    Dove stavo andando?
    Cosa mi spingeva a sopravvivere?
    La sola paura di non essere fagocitato dall’oblio della dimenticanza, o la sincera ricerca di uno scopo più grande della mia singolarità?
    Al momento mi sentivo frastornato.
    Ogni altra possibile sensazione era messa in secondo piano rispetto a quel senso di inadeguatezza dinnanzi a lei.
    Nel sapere quanto lei fosse cardine fondamentale di un qualcosa di cosi importante dove io, invece, ero solo una povera anima spaesata e incerta che vagava in una realtà senza avere punti di riferimento o ambizioni.
    Come una rondine senza il suo stormo.
    Se avessi dovuto usare due concetti specifici per definirmi, senza dubbio sarebbero stati vuoto e inesistenza.
    Quelle sue parole mi avevano toccato profondamente.
    Per qualche istante la fissai, perdendomi in quei suoi occhi eterei ma al contempo carichi di un’empatia piuttosto rara: come se potesse comprendere ogni mio più piccolo e nascosto tormento.
    Come se potessi percepire un senso di protezione da parte sua.

    jjty83

    Cosi riesci a vedere quella macchia tanto indelebile di sangue nel mio animo eh?


    Interruppi un istante il mio parlare per sorriderle e mostrare un espressione più rilassata e amichevole.

    Quella dannata nota scarlatta nel mio passato.


    Come se quei timori non mi avessero mai toccato.
    Da un certo punto di vista mi sentivo molto simile a quella creatura.
    Da un certo punto di vista mi reputavo anche io un traghettatore.

    Già… in fondo come si possono far tacere tutte quelle urla!? Sai, non smettono di gridare: continuano a rimembrarmi ciò che ho fatto.
    Un prezzo necessario per spezzare le catene della mia oppressione, ma posso garantirti che non vado fiero per quello che ho fatto, anzi… tutt’altro.


    Quel giorno non sembrava mai essere veramente passato.
    Il giorno in cui fuggì da quel luogo infernale, spezzando le catene della mia schiavitù.
    Rinnegando quello status di cavia.
    Di schiavo di una società etichettatrice.
    Rifiutando di passare anche un altro singolo istante in quel posto di dannazione che aveva consumato gran parte della mia vitalità.
    Che aveva annullato il mio animo.
    Che aveva divelto le mie speranze e infranto i miei sogni.
    Che aveva spezzato le mie ali e macinato le mie ossa.

    Remembrance
    ----------------


    D’un tratto ogni preciso istante riaffiorò in singoli fotogrammi che cominciarono a martellarmi il cervello in un tormento che non mi dava pace.
    Forse semplicemente la sua presenza aveva amplificato i miei sensi di colpa, o forse, istintivamente, avevo deciso finalmente di volermi confrontare con i miei demoni.

    Ma prima di raccontarti di quel giorno, dovrei raccontarti la mia storia cosi che tu possa comprendere meglio…


    Così, senza ulteriori giri di parole avrei cominciato a raccontarle del mio passato.
    Dei disagi in famiglia.
    Dei maltrattamenti di mio padre sul sottoscritto e mia madre.
    Di ciò che io ero e che ancora non conoscevo: il mio essere un esper e un medium.
    E poi i conseguenti anni nelle case famiglia passando da un posto all’altro al pari di un pacco, fino ad essere venduto come cavia per un laboratorio che studiava fenomeni paranormali.
    Ogni aspetto, ogni evento, ogni fatto che stavo raccontando sembrava come se lo stessi rivivendo.
    Come se potessi nuovamente percepire ogni sofferenza provata in un tormento che mi stava consumando in una sofferenza indicibile: al pari di pezzi vetro che si stavano conficcando nella mia testa torturandomi lentamente.
    Ma per quanto quell’esperienza nel rivivere ogni evento mi stesse dilaniando nella mente e nel corpo – in un evidente espressione anche fisica di malessere sul mio volto -, continuai imperterrito nel descrivere ogni fatto fino al giorno della mattanza.
    Fino a raccontare con inquietante e precisa minuzia gli eventi che mi avevano spinto a massacrare tra scienziati, collaboratori e sicurezza, i venti individui presenti nei laboratori della D.a.r.p.a.

    5anh55

    Vedi… nel mio mondo la parola limite non è ben compresa. Molti della mia specie sono convinti che questo mondo che ci ospita sia in realtà un nostro dominio, e come tale, ogni nostra scellerata azione sia giustificata in quanto scioccamente convinti di essere i padroni incontrastati di questa realtà.


    Mi bloccai un attimo nel sospirare e riflettere ulteriormente su quelle mie stesse parole accusatorie che stavano dipingendo i miei simili al pari di virus seppur vi fosse anche del buono in una parte di essi, ma troppo pochi per svegliare la coscienza dei molti.

    Purtroppo ciò che non può essere compreso dalla gran parte della mia gente, verrà sempre visto come una minaccia o come una preda da catturare per essere studiata. Le mie azioni seppur brutali... sono state necessarie per rivendicare la mia libertà di individuo in un mondo dove ci dimostriamo tanto idioti da farci la guerra tra la nostra stessa specie per sciocche ambizioni di potere. Quindi posso garantirti che non si fermeranno fino a quando non ti avranno catturato. Il consiglio che ti do e di porre il tuo interesse su altre realtà, perché questa è infettata fino al midollo dalla corruzione. Non c’è speranza per la mia gente, né salvezza ma solo estinzione..





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    Per diventare chiaroveggente, l'avidità spesso costituisce un deterrente che disturba le vibrazioni dell'atmosfera.
    Il migliore sviluppo, sia di facoltà psichiche o spirituali interiori, viene acquisito quando vi è una completa passività, pace e quiete.
    La chiaroveggenza comprende la percezione degli eventi in fasi passate, presente e/o future in finestre molto veloci di esperienza.
    Questo perché gli eventi sono visti fuori dal continuum spazio/temporale.
    La chiaroveggenza differisce dalla telepatia in quanto le impressioni chiaroveggenti vengono percepite ad un livello al si sopra del normale o psichico, fuori dal nostro regno, senza l'assistenza di un'altra mente.
    La telepatia richiede una comunicazione con gli esseri viventi fisicamente.
    Comunque questo è un dono difficile da portare.. non è sempre semplice sapere (o presumere di sapere) quello che succederà a noi e a chi amiamo in futuro..
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    Lingue senza Vita
    Il bisbiglio dei senza pace è molto chiaro all'esper; concentrandosi per un momento regola i suoi sensi sul Mondo Sotterraneo, rendendolo capace sia di vedere che di sentire tutto ciò che vi traspare attorno a lui.
    Inoltre si può comprendere il linguaggio dei morti, così a meno che uno spettro esca dagli schemi e utilizzi un linguaggio a lui sconosciuto, può comprendere le parole di ogni anima defunta.
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    Si è capaci di percepire le energie residue che circondano gli oggetti; questo permette di determinare informazioni di vario genere attraverso flash di immagini, suoni e voci (è compito del giocatore interpretare i dati ottenuti).
    Per raccogliere informazioni in questo modo si deve entrare in una trance leggera, ed avere una percezione minima del mondo circostante.
    Chi sfrutta questa abilità non rimane estraneo alle emozioni trasmesse dall’oggetto, al contrario esse rimarranno impresse come se fosse stato lui stesso a viverle.
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    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 10/11/2015, 11:50
     
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    La ragazza ascoltò con attenzione quanto l'altro le disse. Era quantomai evidente che fosse una persona tormentata e ora riusciva a spiegarsi il perché di parecchie cose che aveva percepito in lui. Tuttavia non riusciva bene a capire come mai solo raccontare i momenti difficili, tristi o sanguinolenti gli faceva rivivere quelle esperienze come se ne fosse di nuovo il protagonista. Di nuovo lo fissò interrogandosi sul perché. Le cause sarebbero potuto essere molteplici e solo conoscendolo bene avrebbe potuto fare delle ipotesi piuttosto sicure. Al momento poteva solo provare a indovinare. Forse si trattava di sensi di colpa o magari tali episodi erano stati così traumatici da segnarlo profondamente.
    Fu comunque colpita quando lo sentì come preoccuparsi per lei e le consigliò di abbandonare subito quella dimensione. Dopo qualche secondo di stupore, abbozzò un sorriso.
    " Non devi preoccuparti per me. Non possono farmi niente."
    Disse, chiudendo gli occhi.
    " Ma lo stesso non si può dire per te. Difficilmente ti lasceranno andare dopo quello che hai visto. Possiedi delle informazioni riguardo loro che vorrebbero tenere nascoste."
    Quindi riaprì gli occhi e attese qualche attimo, cambiando apparentemente discorso.
    " Comunque, sostieni di aver fatto alcune scelte per via delle circostanze. Di esserti macchiato per proteggere te stesso."
    Ed erano quelli i casi in cui le macchie potevano andare via più facilmente.
    " Ti propongo di fare una specie di prova. Ti porterò in una dimensione diversa da questa, dove nessuno ti vedrà come un mostro. Vedremo se in altre situazioni riuscirai a dimostrarti migliore delle persone che adesso giudichi o se quanto hai fatto si ripeterà."
    Attese quindi di sentire se il ragazzo volesse viaggiare in quel posto lontano di cui parlava. A dire il vero non aveva molta scelta, dato che, come aveva già detto, difficilmente le persone che lo avevano portato lì lo avrebbero lasciato andare. Sarebbe stato un viaggio lungo, in cui avrebbe scoperto se fosse come quelle persone che disapprovava o se avesse avuto modo di costruire qualcosa di positivo, dimostrando la sua innocenza. In quel caso forse avrebbe capito che l'unico che doveva perdonarlo era lui stesso.
     
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  14. °PaNdEmOnIuM°
     
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    Narrato l °Pensato ° l Parlato l Diciture fuori campo



    Una nuova realtà.
    Una vita diversa.
    Avere la possibilità di ricominciare tutto.
    Come se mi fosse concesso il rarissimo privilegio di rinascere e vivere nuove esperienze.
    Di vivere una seconda storia.
    Interfacciarmi con una realtà diversa per vedere se quel difficile percorso vissuto in questo mondo caotico, si sarebbe ripetuto inevitabilmente anche nell'altrove - il luogo da cui essa proveniva - diventando così solo un precedente.
    Vi era qualcosa in quella figura.
    Qualcosa che faceva di lei un essere unico nel riuscire a leggerti come nessun altro.
    Emanava qualcosa, o forse, semplicemente, quella sua voce pacata e calda, riusciva a toccare nel giusto modo le corde del tuo animo e farti osservare il futuro con un pizzico di ottimismo.

    Sarebbe molto bello ciò che dici amica mia... veramente molto bello


    Ascoltarla ti faceva credere ciecamente a ciò che diceva, dimenticando anche se per solo pochi istanti, tutta la merda che ti aveva investito in precedenza da quando eri nato.
    Ecco, sostanzialmente, la mia vita era stata ciò: un cumulo di merda in cui affogavo perennemente senza avere possibilità di uscita, o forse no?

    ° Potrebbe anche essere come dice lei, magari... °


    Forse ora veramente potevo avere la possibilità di voltare pagina?
    Forse ora veramente potevo mettermi tutto alle spalle?
    Dimenticare ogni cosa: gli esperimenti, l’incidente, gli abusi e ogni altra schifezza che mi era capitata nella mia incasinata vita.
    Senza dubbio, quella creatura ti ci faceva credere.
    Ti osservava con aria comprensiva, molto più che comprensiva.
    Vi era qualcosa nel suo sguardo, qualcosa di unico che le permetteva di sondarti dentro ma che allo stesso tempo, ti permetteva di perderti in esso trovando una sorta di rifugio.
    Uno sguardo dotato di un eterno incoraggiamento, che si incontrava molto di rado, probabilmente solo nei tuoi desideri o sogni più nostalgici.
    Forse cercandolo in quelle tue più cieche speranze o vane illusioni.
    Sembrava che potesse capirti esattamente fin dove volevi essere capito, credendo in te come solo a te sarebbe piaciuto credere in te stesso, e darti quella sicurezza di aver ricevuto da lei esattamente l'impressione che speravi di produrre nelle condizioni migliori.

    xzhtgjehpadfptfx

    Tu dici…


    Ero come ammaliato dalle sue parole, per la precisione incantato.
    La tentazione di poter lasciare questa gigantesca pattumiera dove vivevo era molto forte, ma l’ignoto al tempo stesso di non sapere cosa avrei trovato dall’altro lato mi terrorizzava.

    Che è solo… una questione di prospettive? Di circostanze??


    Cosa fare quindi?
    Accettare spinto dal coraggio di superare dei limiti che mi intimorivano, o rimanere aggrappato a quella paura che non mi aveva mai permesso di osare troppo proprio perché i cambiamenti drastici mi avevano sempre spaventato.
    Molto probabilmente, la verità era solo una: che amavo solo recitare quella parte di vittima e crogiolarmi in una visione pessimistica della vita a cui mi ero ormai magistralmente adattato.
    A questo punto non avevo molte scelte, a prescindere da quanto potessero essere convincenti i suoi discorsi.
    Effettivamente - riflettendoci attentamente -, coloro che forzatamente mi avevano sbattuto in questo luogo contro la mia volontà, non si sarebbero fatti scrupoli a cucirmi la bocca per sempre.
    Sapevo troppo: e si sa che chi sa troppo di certi ambienti o giri, prima o poi diventa concime per le piante.
    Alla fine l’unica cosa che mi era rimasta, l’unica cosa a cui potevo ancora disperatamente e pateticamente aggrapparmi, era proprio la mia vita.
    Accettare non era poi una decisione cosi pessima vedendo come le cose si stavano rapidamente sviluppando, oltre che per le brutte pieghe che avrebbero sicuramente preso in futuro.
    Come sempre, era solo e soltanto un discorso di sopravvivenza e adattamento come sosteneva il buon vecchio Darwin.

    In fondo, non c'è nulla che mi trattenga realmente in questa realtà. Va bene, proviamo come dici tu. Sono stanco di fuggire da me stesso.





    Abilità Passive
    Chiaroveggenza only GDR
    Questo termine significa letteralmente visione chiara ed è l'abilità di percepire intuitivamente e di interpretare le immagini, le impressioni e i sentimenti che riguardano il passato, il presente e il futuro.
    Vi sono alcune persone che hanno il dono naturale della chiaroveggenza, e può pure essere sviluppato.
    Per diventare chiaroveggente, l'avidità spesso costituisce un deterrente che disturba le vibrazioni dell'atmosfera.
    Il migliore sviluppo, sia di facoltà psichiche o spirituali interiori, viene acquisito quando vi è una completa passività, pace e quiete.
    La chiaroveggenza comprende la percezione degli eventi in fasi passate, presente e/o future in finestre molto veloci di esperienza.
    Questo perché gli eventi sono visti fuori dal continuum spazio/temporale.
    La chiaroveggenza differisce dalla telepatia in quanto le impressioni chiaroveggenti vengono percepite ad un livello al si sopra del normale o psichico, fuori dal nostro regno, senza l'assistenza di un'altra mente.
    La telepatia richiede una comunicazione con gli esseri viventi fisicamente.
    Comunque questo è un dono difficile da portare.. non è sempre semplice sapere (o presumere di sapere) quello che succederà a noi e a chi amiamo in futuro..
    [Passiva di premonizioni]

    Lingue senza Vita
    Il bisbiglio dei senza pace è molto chiaro all'esper; concentrandosi per un momento regola i suoi sensi sul Mondo Sotterraneo, rendendolo capace sia di vedere che di sentire tutto ciò che vi traspare attorno a lui.
    Inoltre si può comprendere il linguaggio dei morti, così a meno che uno spettro esca dagli schemi e utilizzi un linguaggio a lui sconosciuto, può comprendere le parole di ogni anima defunta.
    [Passiva per comunicare con gli spiriti]

    Tocco degli Spiriti
    Si è capaci di percepire le energie residue che circondano gli oggetti; questo permette di determinare informazioni di vario genere attraverso flash di immagini, suoni e voci (è compito del giocatore interpretare i dati ottenuti).
    Per raccogliere informazioni in questo modo si deve entrare in una trance leggera, ed avere una percezione minima del mondo circostante.
    Chi sfrutta questa abilità non rimane estraneo alle emozioni trasmesse dall’oggetto, al contrario esse rimarranno impresse come se fosse stato lui stesso a viverle.
    [Passiva per visualizzare informazioni tramite il tocco di oggetti]






    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 11/12/2015, 09:59
     
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