[EM] Dottor Kozlov

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  1. _MajinZ_
     
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    L'insonnia era una costante nella vita di Dimitriy, ormai ci aveva fatto l'abitudine. I momenti in cui riusciva davvero a riposare erano rari e andavano sfruttati a dovere. Non era questo il caso però, il fatto che se ne andasse a zonzo per la Behemoth a notte fonda era la prova: questa notte di dormire non se ne parlava proprio. I corridoi erano silenziosi, avvolti dalla penombra e fornivano un ambiente suggestivo per pensare, cercando di far stancare la mente per far arrivare il sonno, ma come ogni volta era tutto inutile. Sembrava però che stavolta non fosse il solo a restare sveglio... qualcun altro infatti vagava per quei corridoi.
    Mh..?
    Il biondo vide un'ombra familiare voltare l'angolo, se ne accorse solo perché il suo sguardo era casualmente puntato in quella direzione. Era lontano e decise di mantenere quella distanza: non voleva stare vicino a Bid'daum, a meno che non fosse strettamente necessario. La dedizione alla Gilda da parte del Gerarca era assoluta, nessun dubbio sulla sua lealtà verso di lei, però i suoi modi non andavano d'accordo con quelli del russo. C'era la cattiveria più nera nei gesti del Castigo, qualcosa che andava oltre la comprensione umana, qualcosa che Dimitriy non capiva... ma il suo istinto gli ordinava di starne comunque alla larga.
    L'ombra del Kuthiano scomparve immediatamente e il biondo riprese con la sua avanzata, voltando così l'angolo dalla parte opposta... camminò ancora un po', poi vide qualcosa di fuori posto nella immobilità del corridoio metallico. A terra, davanti all'ascensore, c'era una Alison priva di sensi... e non c'era nulla di normale in tutto ciò. La Lettera si mosse rapida, avvicinandosi alla ragazzina per poi rivoltarla a pancia su. Subito avvicinò l'orecchio al suo viso, percependo subito il respiro vagamente irregolare... così come il battito del cuore rilevato con la classica pressione alla gola. Stava bene, almeno ad una prima occhiata... ma svenire non era comunque la normalità.
    Ma che diamine hai combinato?
    Domandò lui al nulla, sollevando poi la biondina con entrambe le braccia. Ritornò quindi sui suoi passi per portare la recluta nella sua stanza, adagiandola quindi sul letto per poi coprirla: era fredda a causa del pavimento gelido. Infine afferrò una sedia e si sedette accanto, in attesa del risveglio della bella addormentata. Che cavolo, ora doveva fare anche il baby sitter!

     
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    Luogo: Yuzrab - Camera Alison Jin Long Behemoth



    Ma Alison stava in un mondo tutto suo ora, o meglio..nella dimensione di chi non guarda alla realtà. Stava passando lentamente dalla fase peggiore a quella del semplice stato dormiente, disturbato, ma sempre meglio che restare priva di sensi. Aveva subito un duro colpo, si era svegliata appena, ancora con la guancia al pavimento mentre fissava il vuoto. Non riusciva a muovere nessun muscolo e i suoi pensieri erano molto confusi. Ogni tanto le passava qualche immagine davanti, ma la sua reazione nel collegare a cosa si riferisse era talmente lenta che andava in completo reset. Le passava una nuova immagine e smetteva subito di pensare a quella precedente. Così fino a che non sembrò riprendere appena appena coscienza, giusto per ricordare chi fosse e con chi doveva avercela. Un istante, un rapido pensiero..che poi tornò nella completa oscurità. Poco prima che qualcuno non ebbe la fortuna, o sfortuna, di ritrovarla e darle una mano.
    "Uhm.." - aprì gli occhi lentamente, sentiva un forte mal di testa e il suo corpo pareva opporre resistenza ai comandi del cervello. Quest'ultimo rimaneva più forte, nonostante ciò la debolezza era davvero fastidioso e diffusa. Già dal viso si poteva capire che non aveva passato una bella notte. Ci mise un po' a realizzare il luogo, o meglio..sapeva bene di trovarsi ancora alla Behemoth, o meglio ancora..non aveva niente per dire di non trovarsi lì. Poteva anche trovarsi da un'altra parte, ma sul momento credeva, giustamente, di trovarsi alla nave. Lo stanzino era la conferma, prima il suo sguardo al soffitto, poi alla finestrella azzurra di fianco. Poi..
    "A-ah..!" - tirò indietro il braccio destro in modo da rialzarsi appena sul gomito. Non riuscì a sollevarsi e il risultato fu una semplice torsione nelle coperte, finendo per schiacciare lo stesso braccio mentre tentava con una finta disperazione a cercare le Ember Celica nel cuscino. Si fermò. Si accorse di averle già ai polsi. Non si chiese nemmeno com'era arrivata lì, aveva avvertito una presenza, con la coda dell'occhio aveva individuato qualcuno, ma era ancora troppo pesante mentalmente, e fisicamente, per connettere tutto. Un'altra goffa torsione, una parte della coperta si tirò.
    "D-Dimitriy..?!" - lo vide chiaramente, lì seduto affianco a lei che la osservava. Si fermò ancora fissandolo, cercando..attraverso la sua poca ragione, di creare collegamenti logici. Le balzò subito nella mente l'idea che il suo superiore l'avesse trovata per terra e riportata nella sua stanza. Socchiuse gli occhi e gonfiò un pochino le guance, manco fosse davvero una bambina capricciosa. Stese lentamente il braccio e lo lasciò cadere al di là del letto.
    "Bang..saresti morto.." - disse con voce flebile, non era decisamente in forma. Abbassò lo sguardo per la stanchezza, ogni tanto li chiuse mentre la bocca rimaneva socchiusa. In realtà non si erano nemmeno attivati, erano nella loro semplice forma bracciale. L'ennesima goffa torsione, terminò il giro andando in posizione prona e affondando il viso sul cuscino. La coperta venne accidentalmente tirata ulteriormente, la gamba sinistra finì scoperta mostrando parte dei pantaloncini neri del pigiama, così come il braccio opposto già penzolante.
    "Cosa ci fai nella camera di una ragazza, sei un pervertito..?" - gli chiese sfacciatamente con un tono ancora più basso di prima, a causa del cuscino.

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  3. _MajinZ_
     
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    Dimitriy rimase in silenzio, paziente, in attesa che Alison si svegliasse da un sonno che non era per nulla naturale: non era normale dormire su un pavimento freddo, nel bel mezzo di un corridoio. Era una cosa abbastanza ovvia. Lentamente comunque la ragazzina riaprì gli occhi e dopo dei goffi tentativi per rialzarsi, dove mostrava tutta la confusione e la sorpresa nell'avere un uomo in stanza, terminò con un'ultima torsione per finire con la faccia sul cuscino. Si vedeva lontano un miglio che non era in forma, e quando una tipa iperattiva come lei non stava bene... beh, di sicuro doveva essere successo qualcosa di grosso.
    Pensi che un pervertito sarebbe rimasto fermo guardandoti dormire... senza fare nulla?
    Rispose il biondo restando al gioco, non era il caso di far valere la gerarchia in un momento del genere: anche Dimitriy sapeva essere normale, se lo voleva. Ad ogni modo il ragazzo si mosse e dopo aver afferrato delicatamente le coperte, cercò di ricoprire ciò che quella testona aveva scoperto con i suoi inutili movimenti.
    Piuttosto, vuoi dirmi che ci facevi svenuta nel corridoio davanti l'ascensore?
    Domandò il russo tornando a sedersi, ancora abbastanza pensieroso dopo quella visione. Non era preoccupato, ci voleva ben altro per quello, tuttavia aveva a cuore la sorte dei suoi sottoposti, soprattutto di quelli scelti personalmente. Vederla svenuta gli aveva causato qualche brutto pensiero, ma visto che reagiva forse non c'era nulla di cui preoccuparsi. Forse. I problemi al cervello erano tra i più imprevedibili e pericolosi.
    Se hai qualche problema di salute devi dirmelo. E non mentire, tanto lo scoprirei.
    Concluse il biondo ignaro di ciò che di li a poco Alison gli avrebbe rivelato. Per il momento i suoi ragionamenti l'avevano portato a questa conclusione, ovvero qualche problema di salute... ma ancora non riusciva a collegare l'ombra che aveva visto con quel che era successo. Incrociò le braccia e attese, voleva capire davvero che cosa era accaduto.

     
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    Interrogatorio doppio



    Luogo: Yuzrab - Camera Alison Jin Long Behemoth



    Ascoltò in silenzio la risposta di Dimitriy. Era immobile in quella posizione..immobile, senza nemmeno respirare.
    Un pervertito? - riecheggiò quella parola nella sua mente, come se non fosse stata lei a dirla per prima. Provò ad accostare il biondo con la figura del pervertito e..no, non riuscì a trovarne il riscontro eppure..bastava semplicemente pensare al fatto che era un uomo e dargli un carattere molto meno freddo. Diciamo che se Dimitriy avesse avuto una piccola percentuale del carattere bollente della bionda, di sicuro sarebbe stato un pervertito a tutti gli effetti. Oh, ma così sembra che sia Alison la pervertita! Però lei è una donna, se torniamo alle premesse..era una questione riferita esclusivamente agli uomini. Innegabile, Alison non è certo una santarellina, si divertiva alquanto ad assumere certi atteggiamenti tra l'infantile e l'astuzia adulta, se capite cosa vi è inteso. Isaac era un perfetto candidato per i suoi giochetti, ma sfortunatamente..era così impegnato da non vederlo da troppo tempo. Un mese forse..o anche due, dalla fine della riunione per le missioni del Bloodrunner. Non è il caso si divagare su un argomento vecchio. Appena udì la domanda, il centro di tutto, la giovane cominciò a fare versi sconosciuti approfittando della sua posizione facciale.
    "Mastro Dimitriy.." - ed ecco un nuovo epiteto, tipico del suo carattere..la giovane voltò appena il viso lateralmente, verso Dimitriy. In questo modo ebbe la possibilità di respirare ancora e di guardarlo con un unico occhio disponibile. Un occhietto curioso, malizioso, in cerca di una verità inesistente, ma che la giovane non poteva sapere.
    "..Mi ha toccato le tette, non è vero..?" - ignorò la sua domanda, apposta..cercando di rimanere su un argomento discutibile e inutile. La bionda non aveva intenzione di riferire all'assassino cosa le era successo, lo guardò seria e in parte incazzosa, nonostante stesse solamente recitando. Sollevò un poco il capo per sistemarsi meglio sul cuscino, stavolta preferì mostrare tutto il viso al suo caro superiore. Si lasciò una risatina alquanto sconnessa.
    "Una domanda alla volta.." - gli disse innanzitutto, chiuse gli occhi sorridendo, stava pensando a qualche battuta o una frase da dire per aggirare l'argomento. Un bel gioco di parole..o qualcosa per allungare i tempo. Perché Dimitriy doveva ficcare il naso nei suoi affari?
    "Svenuta ha detto..?" - riaprì gli occhi fingendo di fare la finta tonta, tornò quindi in posizione supino a guardare il soffitto.
    "Chissà.." - tornò a guardarlo ruotando solo la testa. Sorrise ancora, non ne era certa, ma credeva di irritare parecchio il biondo, lui era un tipo che voleva sapere le cose subito o almeno nel minor tempo possibile. Mentre Alison stava facendo di tutto per sviare le domande e rimanere in silenzio. Chi avrebbe retto di più?
    "Sarà la depressione tra i recenti e passati avvenimenti..devo aver bevuto parecchio e nel tentativo di fare un giretto più in là..deve essere andata proprio così..!" - rispose incrociando le braccia e facendo cenno con la testa. Cercò di far passare quella risposta come vera.
    Ti va bene così, Dimitriy? - come avrebbe reagito Dimitriy? Sarebbe riuscito a smontare la sua frase? A trovare una spiegazione sensata del fatto che Alison quella notte non aveva per niente bevuto? Diciamo che..se avesse fallito in questo piccolo gioco, allora avrebbe dovuto accontentarsi di quella affermazione, quindi..di non continuare più sull'argomento.

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  5. _MajinZ_
     
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    Dimitriy era un tipo paziente, a volte anche troppo. Fargli perdere la pazienza era un lavoro difficile, possibile solo in casi di stress estremo sia fisico che mentale... ma in un caso normale come questo, beh, Alison aveva perso in partenza. L'esperienza maturata in numerosi interrogatori poteva tornare utile anche stavolta, ma non ci voleva un genio per capire che la biondina stesse facendo di tutto per far virare il discorso verso una rotta differente. Ma il russo non aveva intenzione di arrendersi davanti al primo capriccio, lui doveva sapere cosa capitava alle sue reclute: non voleva nessuno sulla coscienza.
    Certo, più e più volte.
    Stava scherzando o... no? Era difficile dirlo, la sua espressione e pure il tono erano sempre gli stessi, ma Alison poteva capirlo da sola che il suo superiore la stava semplicemente prendendo in giro. Insomma, era di Dimitriy che si parlava. Non allungherebbe mai le mani su una donna, se non totalmente consenziente. Decise comunque di restare al gioco, ma era evidente come l'alternanza delle stagioni che lei stesse mentendo... adesso bisognava capire il motivo per cui lo stava facendo ed era qui che le cose si complicavano.
    Non hai bevuto, quando ti ho trovato non puzzavi di alcool.
    La prima scusa era stata smantellata in un attimo, l'altra era un po' più complicata ma Dimitriy aveva una spiegazione anche per quella.
    E tu sei immune dalla depressione, basta guardarti per capirlo.
    Bastava vedere come aveva reagito dopo la morte del padre, non tutte le ragazze della sua età sarebbero state così risolute nella propria vendetta. Era una tipa forte, piuttosto che abbattersi preferiva abbattere le cose.
    Perché mi stai mentendo? Non funziona con me, te l'ho già detto.
    Concluse infine guardandola dritta negli occhi: la situazione era seria, una cosa del genere non era normale e ci dovevano essere delle spiegazioni. Non aveva voglia di trascinarla in infermeria per farla analizzare da fredde e insensibili macchine. Bastava solo lui.

     
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    Caratteri impropri



    Luogo: Yuzrab - Camera Alison Jin Long Behemoth



    Quello fermo, immobile e composto. Quella distesa, sollevò la gamba sinistra, quella scoperta, e cominciò a piegarla lentamente. Poi la raddrizza e la ripiega e così via ad ogni parola pronunciata dal biondo. Come se non sentisse il peso di subire ulteriori sconfitte, stavolta in campo oratorio. Ebbene Dimitriy aveva perfettamente ragione, non aveva bevuto quella notte. Non c'era odore di alcool, quindi doveva essere successo qualcos'altro. Alison sa benissimo la verità, schioccò la lingua senza degnare Dimitriy di uno sguardo.
    Intelligente Dimitriy, ma non mi arrendo! - chiuse gli occhi pensando a come tentare nuovamente di sviare il discorso. Giustamente non doveva perdere l'argomento precedente. Stavolta avrebbe agito inversamente. Prima la parte interessante per lui, poi per lei..così che l'argomento si sarebbe spostato dal primo al secondo, in quanto ultimo seguendo l'ordine. Un sorriso smorzato dal lato destro, quello non visibile al suo superiore. Aveva avuto un'idea e ora doveva raccontare un'altra storiella.
    "Complimenti Dimitriy, sembri davvero determinato a sapere cosa mi sia successo.." - cominciò riaprendo gli occhi e fissando il soffitto. La voce rimaneva flebile, mentre ormai aveva riacquistato completa lucidità mentale. Le parole uscivano da un'espressione seria, come se stavolta avesse deciso di vuotare tutto. Ma sappiamo bene che non è così..sarebbe una profonda contraddizione.
    "Mi viene profonda vergogna e imbarazzo a raccontartelo..farò un'eccezione per questa mia terapia, caro Psichiatra.." - e da Mastro, il biondo assassino era stato promosso a Psichiatra. Un nuovo epiteto per lui, una nuova storia da raccontare. Nonostante non fosse cambiato nulla, sembrava che lo scenario si fosse trasformato. Non più sullo scomodo letto, bensì su un divano..e il freddo umano ora portava occhiali, camicia e un blocco nero per gli appunti.
    "Inconsciamente desideravo a tutti i costi tornare a gironzolare per la nave..tanto da non poter chiudere occhio.." - vero, dovrebbe raccontare una bugia, ma questo fu il reale movente che spinse la giovane a uscire dalla camera a notte fonda e incamminarsi verso l'ascensore. Quella notte aveva scoperto che non poteva andare oltre senza un accompagnatore di un certo grado. Lì il grado si acquisiva a seconda delle capacità, ma sopratutto della fiducia che i gerarchi ponevano. In poche parole..non si fidava ancora nessuno della violenta giovane.
    "Quell'ascensore di merda non mi avrebbe impedito il passaggio..decisi di usare i miei guanti.." - portò una mano a coprire gli occhi, ora stava arrivando la parte drammatica.
    "Ma..ahimè! Sono inciampata..deve essere andata proprio così..ho colpito col gomito sulla parete e..bang..!" - staccò la mano che assunse con le dita la forma della pistola, la rivolse al cielo stendendo il braccio.
    "..Mi sono sparata accidentalmente.." - lasciò cadere il braccio sul lato esterno, seguì il corpo in modo da dare totalmente le spalle all'altro. Un modo per capire se la gente mente è proprio guardandola negli occhi, Alison voleva evitare ulteriori contatti visivi. Chissà stavolta come avrebbe risposto Dimitriy..ma non è mica finita qua.
    "Quando mi rimetterò in forze verrò a cercarti, non mi dimenticherò dei tuoi abusi su di me..non è corretto, io ti pago per le sedute e tu te ne approfitti..!" - disse con tono altamente sdegnato, cercando di enfatizzare per bene, nonostante il discorso in sé non aveva molto senso..c'erano troppi errori evidenti e voluti, ma questa è la scena che si è voluta realizzare.

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  7. _MajinZ_
     
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    La lottatrice non voleva proprio arrendersi e ciò era davvero ammirevole. Se avesse mostrato la stessa risolutezza durante un vero interrogatorio, per l'addetto a quest'ultimo sarebbe stato molto difficile estorcerle la verità. Era anche vero che la sua età poteva diventare un grosso problema, infatti era a causa di quella che le sue scuse erano parecchio infantili, doveva fare ben altro se voleva avere la meglio su Dimitriy. Però una cosa l'aveva fatta giusta, ovvero evitare lo sguardo indagatore del russo, così diventava un pochino più complesso... ma era la portata delle cazzate a essere troppo grossa per essere ignorata.
    Mhmh...
    Fece lui per restare ancora al gioco, seguendo il discorso con finta attenzione. Incrociò quindi le braccia e appoggiò la caviglia sul ginocchio, ammirato quasi dalla fantasia che stava usando la biondina per inventare quella storia strampalata. Stava anche recitando davvero bene, aggiungendo quella nota d'imbarazzo che poteva fregare molti, ma non colui che la stava ascoltando. Decise di ascoltare in silenzio, per poi attendere qualche istante prima d riprendere a parlare... doveva sistemare le idee per poi smontarle una ad una.
    Ne approfitto perché posso, sono il tuo capo.
    Semplice e lineare, il suo ragionamento non faceva una piega... nel mondo dei pervertiti, ovviamente. Ma ovviamente non era quella la questione importante e il russo non l'aveva mica persa di vista: ci vedeva molto bene in questi casi.
    Quindi vuoi dirmi che ti sei sparata in faccia, giusto?
    Fece una pausa.
    Potrebbe essere vero, ma allora perché il tuo viso era privo di segni e residui di polvere da sparo? E poi...
    Ecco il dettaglio fondamentale.
    Per sparare con le tue armi, devi muovere il pugno in avanti. E non credo funzioni se è la tua faccia ad andare verso il pugno.
    Boom, headshot. Per restare in tema. Ad ogni modo la giovane poteva inventare tutte le scuse che voleva, ma Dimitriy decise che poteva essere abbastanza... quindi decise di fare la sua mossa, di giocare la sua carta più potente.
    Va bene, se non vuoi dirmi nulla... andrò a visionare le registrazioni delle telecamere. Loro almeno non mentono.
    Il biondo si alzò e fece per avviarsi. Dov'era il trucco? In quel punto non vi erano telecamere in quel punto, ma si trovava solo all'interno di quell'ascensore... che ovviamente era rimasto chiuso. Chissà se Alison ci poteva cascare.

     
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    Luogo: Yuzrab - Camera Alison Jin Long Behemoth



    Ma fa sul serio?! - non avrebbe potuto notare l'espressione sorpresa e confusa della giovane Alison. Tutto era basato un semplice gioco, però d'altra parte, al momento, nessuno dei due poteva verificare se ciò che veniva detto era vero oppure no. O meglio, Dimitriy abilmente riusciva a fornire spiegazione corrette e logiche che andavano a smontare tutte le favole della bionda. Sembrava tanto che lei stessa non sapeva com'erano andate veramente le cose quella notte. Non sapeva cosa pensare, ad un primo momento era tentata di credere ad ogni sua parola..però era tutto troppo ridicolo. Così orgogliosa che avrebbe preferito affermare di essere stata lei stessa a strisciare verso il letto inconsciamente, magari avendo pure avuto un piccolo vuoto di memoria. Non si mosse e non disse nulla. Ascoltò fino alla fine tutta l'argomentazione del suo superiore. Fino a che..non disse che sarebbe andato a controllare lui stesso con le telecamere.
    No! Così scoprirà tutto! - il timore sembrava prendere il sopravvento. Non voleva che Dimitriy scoprisse la verità, erano affari suoi, poteva gestirla la cosa. Non aveva bisogno di una mano e non era tenuta a fornire ogni spiegazione.
    "Aspetta..!" - cercò di fermarlo, rimanendo però voltata sul lato della finestra.
    "Ti dirò tutto.." - lo fece solo per guadagnare tempo, non aveva davvero intenzione di dirgli altro. Le telecamere..il biondo non aveva preso in considerazione che la giovane potesse davvero essere interessata a scoprire la verità su di lei. A venire a conoscenza dei reali fatti, che fosse uno scherzo o no, lei non ammetteva che qualcuno si potesse approfittare di lei.
    Potrebbe essere un buono scambio - pensò, entrambi avrebbero potuto avere ciò che desideravano, le informazioni che bramavano. Nonostante per una valeva l'intento egoistico e per l'altro quello altruista. La giovane avrebbe accettato a dare lo stesso prezzo. Cosa per cosa.
    "Non serve preoccuparsi per qualcosa di momentaneo..non ho bisogno delle sue cure o attenzioni, Dottore.." - si espresse, conferendogli il titolo supremo dispregiativo di Dottore. Non c'è bisogno di spiegare a cosa si riferisse con "attenzioni". Infilò entrambe le braccia nelle coperte, presso l'estremità superiore, poi con uno sforzo sollevò tutto e si coprì interamente rannicchiandosi.
    "Non ti dirò niente..!" - terminando la frase con un suono infantile..particolarmente disturbato dallo stato compromesso della giovane. La tonalità di voce si abbassò fino a spegnersi totalmente.
    "Così potrò sapere pure io la verità.." - e diede un colpo di tosse forte per togliersi il prurito che le si stava formando alla gola. Che il verdetto sia il pareggio? Nessuno perde, nessuno vince? O meglio..era più corretto dire che entrambi ne sarebbero usciti vincitori, ma questo solo se Dimitriy sarebbe uscito dalla stanza per andare a verificare lui stesso dalle telecamere. Ma gli esterni sanno che non c'è nulla, questo significava solo che entrambi avrebbero perso. Era solo uno scambio, ma l'impertinente sembrò mostrare più furbizia dell'assassino, o c'è uno sbaglio?

    Stato Mentale: Provata - Maledetto..come la mettiamo ora?
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  9. _MajinZ_
     
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    Dimitriy sospirò, alla fine Alison aveva deciso di tenersi tutto per se. Forse il biondo aveva usato l'approccio sbagliato, magari facendosi più comprensivo avrebbe ottenuto qualcosa in più... ma in quel caso non sarebbe stato per nulla credibile. Era meglio comportarsi nel solito modo, quello distaccato e da superiore, che però si era rivelato ugualmente inefficace. Di certo non poteva cavarle fuori la verità con la tortura, in fondo non si trattava di un attacco nemico: la Behemoth era impenetrabile da quel punto di vista. Doveva esserci sotto qualcosa d più personale e il russo aveva intenzione di impegnarsi davvero per scoprirlo. Se era un problema di salute o chissà cos'altro, doveva assolutamente saperlo.
    Ve bene, riposati allora.
    Il sicario ormai si era alzato dalla poltroncina, così si avviò verso l'uscita e si fermò proprio sull'uscio, appoggiando una mano sulla parete. La osservò per un istante, nascosta così sotto le lenzuola sembrava proprio una bambina capricciosa e proprio come tale... era certo che prima o poi sarebbe stata lei a dirle la verità. La mano si chiuse a pugno, non aveva intenzione di perdere qualcuno per una mancanza di comunicazione, una cosa del genere non poteva proprio perdonarsela e per questo avrebbe indagato da solo. Come al solito.
    Dovresti scrivere un libro però, la fantasia non ti manca.
    Concluse infine l'assassino uscendo dalla stanza, lasciando che la porta automatica si chiudesse alle sue spalle. Senza dire nulla si recò nuovamente sul punto del ritrovamento, analizzando ogni fessura e angolo nascosto, qualsiasi punto potesse nascondere un indizio. Non trovò nulla di interessante, sarebbe stato bello se ci fosse stata davvero una telecamera... poi un flash. La telecamera dentro l'ascensore era fornita di microfono, o meglio, una specie di interfono. Magari poteva aver registrato davvero qualcosa. Decise di andare a controllare, così per scrupolo: probabilmente non c'era nulla, ma non riusciva proprio a togliersi quel pensiero dalla testa.

     
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    Si! - quando udì che Dimitriy si era arreso, per Alison fu un'enorme gioia, anzi..più che altro si trattava di sollievo. Non era obbligata a dire ogni cosa le succedesse, voleva rammentargli, con leggero imbarazzo nonostante non fosse da lei, che non era lì perché costretta e minacciata, come invece si tratta..bensì perché lo voleva lei ed era lei a sfruttare loro e non il contrario..quando invece è proprio l'opposto.
    No, aspetta.. - sobbalzò appena, poiché debole, e ricordò che in quel modo non avrebbe mai potuto conoscere la verità. Insomma..è vero che era nato tutto per gioco e che l'obiettivo primario era far perdere la pazienza al biondo e costringerlo alla resa. Però la scusa alimentò sempre più quel piccolo dubbio, fino a farlo diventare qualcosa di particolarmente rilevante per la giovane. Diciamo che si era un po' persa tra le intuizioni. Chiunque può dire che Dimitriy non sia il tipo di persona da approfittarsi dei subordinati in spiacevoli condizioni..però la bionda, per motivi ancora in parte ignoti, continuava a mostrare diffidenza verso l'assassino. Ciò è dovuto probabilmente ai primi approcci dell'ultimo sulla prima e che, in fin dei conti, la giovane si era trovata invischiata in quel pericoloso mondo..Dimitriy ha senz'altro parte della colpa.
    "Non serve che me lo dici, so ben.." - lui non l'ascoltò, tirò due frasi fatte e, indirettamente, si complimento della sua fantasia e capacità di raccontare delle balle così evidente. Si tratta di un complimento, sotto questo punto di vista, vero? Probabilmente no..Alison, a questo punto, si indignò un po' per non averla lasciata finire di parlare.
    "Dimitriy..! So che devo riposarmi..!" - si voltò verso la porta con una torsione più rapida delle precedenti. Allungò busto e braccio inutilmente, in atto di lamentela. Inevitabilmente finì col far uscire parte di lei giù dal letto.
    "Fottiti..non te ne puoi andare via così..!" - gli urlò dietro, nonostante la voce flebile e che a parare la maggior parte dei suoni era la porta automatica ormai chiusa. Si lasciò andare a penzoloni. I capelli toccavano il pavimento, così come alcune delle dita delle mani. Sospirò profondamente e, manco fosse già morta, tentò di risollevarsi mostrando enorme fatica mista a pigrizia. Tornò quindi ad osservare l'inutile soffitto sempre uguale. Ora non sapeva se aveva agito bene..se era stato davvero il caso di mantenere segreto, di non far sapere al suo superiore com'erano andate le cose quella notte. Non era per non coinvolgerlo, non voleva che la voce si spargesse, sia ferendo il suo orgoglio rendendola una delle probabili tante vittime del gerarca, sia per non dare nell'occhio allo stesso gerarca. Se le cose fossero rimaste nascoste, avrebbe fatto di sicuro una migliore impressione, avrebbe espresso la sua finta attitudine di collaborare appieno con tutti i membri della gilda. A dire il vero, Alison funzionava così..chi mette in pericolo la sua vita è da considerarsi un nemico, anche se sotto la stessa famiglia. Non c'è distinzione: quella non è la sua vera famiglia, lei deve sopravvivere. Sbuffò e chiuse gli occhi.

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