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.Caim[x]Astaroth
Titolo
Laputa a quanto pare era una città con molte sorprese, un occhio attento può trovarci miriadi di opportunità, alcune decisamente fuori dall'ordinario. Il demone prolungava il suo soggiorno nella città volante volendone scoprire tutti i dettagli, quello era il primo centro urbano da quando era arrivato su Endlos e la sua prima opportunità per capire un pò il tipo di persone che abitavano tale piano.
Era pomeriggio e il demone si trovava a girovagare per il distretto industriale, precisamente all'interno di un quartiere mercato ricco di negozi che vendevano i più svariati articoli. In questo mondo tecnologia e magia sembrano coesistere perfettamente. C'è una grande diversità di etnie, razze e modi di vivere... Non mi stupirei di trovare qualche naufrago proveniente da un mondo che ho distrutto...
Mentre il principe del Nekara si era soffermato a osservare delle armi di pregevole fattura in una vetrina, gli strumenti di morte lo affascinavano in tutte le loro forme, l'imp sulla sua spalla iniziò a ridere sguaiatamente.
Se vuoi farti qualche risata dovresti proprio leggere quell'inserzione.
Spiegò il diavoletto fra le risate, indicando poi un volantino attaccato su una parete poco distante. Astaroth strappò il volantino dalla parete e iniziò a leggere... Strabuzzò gli occhi poco dopo.
Patti demoniaci, consulenze spirituali, negromanzia e vendita di anime... Non avrei mai pensato che potesse esistere un agenzia simile...
Abbiamo trovato cosa fare oggi, Tylosh, faremo una visitina a questa azienda.
Sul foglio c'è scritto dove è la sede?
Si, non è lontana da quì, andiamo...
Astaroth e il suo piccolo compagno giunsero al limitare del distretto industriale, in un luogo posto nelle vicinanze delle mura che separavano tale zona dai quartieri alti. Arrivati davanti a un capannone austero e senza fronzoli si soffermarono per pochi attimi a osservare il nome dell'azienda.
Seele corporation...
Scandì piano, dubbioso, l'infernale per poi apprestarsi a suonare il campanello sui cui si poteva vedere il logo dell'azienda.narrato - Parlato - pensatocodice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
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Inizialmente, forse, li scambi per corvi.
Sono in cinque, seduti sul tetto della Seele Corporation. Figure scure, che se ne stanno lì tutte chine a fissare le stradine sottostanti. Devono essere alte intorno ai 30 cm, hanno grosse ali e artigli da volatile.
Ma non sono corvi. Il loro colorito tende al verde più che al nero, e quando uno di essi sgranchisce le ali vedi che sono membranose, da pipistrello.
Si chiamano Imp, e sono i servitori della Tenebra.
Il suono del campanello è per loro come un allarme: si alzano in volo all'unisono, calando giù dal cielo verso di te.
«Puzzi di Demone.» sibila uno di loro.
(Certo, forse farebbe meglio a parlare per sé, visto l'odore del suo alito. Foglie macerate, terra umida, scarafaggi).
«Cossa ci fai qui?»
Flap flap flap. Ti girano intorno tenendosi a distanza, come avvoltoi in attesa che una preda muoia.
«Identificati, per favore.»
La porta in tutto ciò rimane chiusa.. -
.ASTAROTH
Al suono del campanello cinque creature, simili a pipistrelli troppo cresciuti. scesero dal tetto del capannone iniziando a svolazzare intorno al demone. Erano dotati di artigli e la loro conformazioni fisica ricordava quella del diavoletto posto sulla sua spalla. Il loro colore tendeva verso un verde marcio mentre il suo imp era di un colore rosso sgargiante.
Noto una certa somiglianza...
Potrebbero essere mie lontani cugini, non sò... Io in conforto a loro sono molto più bello però.
Mormorarono i due indifferenti al fatto che quegli esseri iniziarono a volargli intorno con intenzioni che sembravano, ad una prima vista, non troppo buone. Ma Astaroth sapeva che quelle miserande creature non sarebbero state capaci di nuocergli in alcun modo, se avessero osato alzare anche un solo artiglio contro la sua persona, l'araldo del Nekara li avrebbe fatti a brandelli o li avrebbe ridotti in una massa informe di cenere fumante.
«Puzzi di Demone.»
L'infernale posò lentamente gli occhi verso la creatura che aveva parlato, una tale feccia non avrebbe dovuto parlare così a lui, farlo incazzare sarebbe stata una scelta oltremodo sbagliata che avrebbe portato a gravi conseguenze.
E tu saprai di bruciato se oserai parlarmi così di nuovo.
Disse minacciosamente senza lasciar trapelare dalla sua voce alcun sentimento, solo la fredda sicurezza di chi è convinto di quello che stà dicendo. Bisognava far stare al proprio posto gli esseri inferiori.
«Cossa ci fai qui? Identificati, per favore.»
Che quelle creature fossero i portinai di quell'organizzazione? Tale pensiero passò per la testa dell'infernale, dopotutto erano scese a importunarlo subito dopo che lui aveva suonato il campanello, si doveva essere così.
Sono semplicemente Caim, un viaggiatore. Parlerò degli affari che mi portano qui solamente con chi ha la competenza di rispondermi.
La prima frase era volutamente una menzogna, Caim era il nome che aveva dato alla sua marionetta di carne, lui era Astaroth il demone, colui che teneva i fili dietro il sipario.SPOILER (clicca per visualizzare)Dettagli pg
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LAZARUS LEE.
Gli Imp gracchiano peggio dei corvi, oggi.
Mi rigiro sul letto, voltandomi verso la finestra. Eccoli là fuori, tutti zanne e artigli e ali membranose. Così agitati.
Una domanda telepatica. Che accade, stronzetti?
"Demone alle porte. Non è uno dei nostri."
Oh, hanno ragione: sento la sua puzza fin quassù. Non ci avevo fatto caso sinceramente, ero perso nei miei esperimenti.
"Che facciamo? A noi non piace."
Vedete la boccetta che mi rigiro tra le mani? Dolore Liquido della Luna Scura, acquistato dalla bancarella di un necromante poco raccomandabile. Ha parecchie applicazioni interessanti: si può bere, spalmare sulla pelle, inettare, sniffare quando sotto forma di cristalli.
Qual è l'effetto? Beh...
"Fatelo entrare. Arrivo subito."
Stappo la boccetta e mi lascio cadere una goccia sulla lingua.
«UGH!»
Lo spasmo è tale che la pozione quasi mi scivola dalle dita. No! Stringo forte il vetro, mentre con l'altra mano artiglio il lenzuolo.
«Ah...»
No, dai, non fatemi fare il wall of text descrittivo, non è un forum vietato ai minori. Immaginate! Sono un masochista pervertito che sta bevendo sofferenza distillata. Indovinate come mi sento? Cioè no, dicevo per dire, non immaginate nulla per favore. Sono un tipo riservato.
Il riassunto è che questa roba mi piace un sacco, e che ne devo comprare ancora.
E ancora.
E ancora.●
Gli Imp si involano, lasciandosi dietro un coro di grugniti e stridii.
La porta della Seele si apre, e sull'uscio fa capolino una Succubus - ali da pipistrello, lunghi capelli scuri, abiti da pornosegretaria. Che è come una segretaria normale, ma con una camicetta più trasparente e come una minigonna molto, molto più corta.
«Benvenuto. Il padrone la riceverà presto.» saluta con un sorriso mellifluo «Intanto è pregato di accomodarsi.»
La demonessa fa strada sculettando fino a una stanza al primo piano.
Una scrivania, sedie, un paio di librerie: sembrerebbe il noiosissimo ufficio di una società qualsiasi, non fosse per le pareti color sangue e i mobili neri.
Un tocco di stile goth, ma senza risultare troppo tetri: niente galline sgozzate, niente altari, niente antiche statuette inquietanti. Deluso? Allora lo sarai ancor di più dall'aspetto dell'umano appena entrato.
È un albino, secco come una mummia e alto più di due metri - la testa sfiora lo stipite della porta. Un ragazzino di vent'anni al massimo, il colorito malaticcio, che pare affogare in quel completo da lavoro (camicia bianca, giacca scura, cravatta blu) troppo largo e troppo corto per lui.
Dev'essere uno stagista impacciato.
«Buongiorno. Lazarus Lee.» si presenta, porgendo una mano ossuta. Bende si intravedono sotto i polsini della camicia troppo corta.
Il tono di voce, al momento, è neutro quanto la sua espressione.
(Da quanto sei a Laputa, esattamente? Perché forse l'hai sentito nominare, questo moccioso.
Le parole "processo per alto tradimento" ti dicono nulla?). -
.ASTAROTH
D'un tratto gli imp si allontanarono lasciando finalmente il demone in pace. Ora doveva solo attendere che gli aprissero e infatti pochi attimi dopo una donna, anzi una sottospecie di demone, gli aprì l'ingresso di quella struttura.
Astaroth alzò un sopracciglio. Parecchie volte si era dilettato con quel genere di creature, aveva un certo timore che quella che gli aveva aperto potesse essere di sua conoscenza ma fortunatamente non parve così. Ella comunque lo invitò ad entrare e il demone non se lo fece ridire due volte.
Che sventola!
Venne portato in un ufficio, un tipico ufficio di una qualunque azienda, dai colori, però, sbagliati. Pareti rosse e mobili neri, l'inferno aveva un'associazione di colori simile, fiamme rosse e roccia nera. La cosa lo fece mestamente sorridere, per una frazione di secondo almeno.
Il ricordo della sua calda dimora venne interrotto dall'ingresso di un ragazzo, macilento, in una sottospecie di uniforme lavorativa dalla taglia però completamente errata. Aveva un aspetto che gli ricordava quello di uno scheletro troppo cresciuto.
«Buongiorno. Lazarus Lee.»
Lazarus Lee, Lazarus Lee, dove l'ho già sentito...
Un flesh gli percorse la mente. Un titolo di giornale e qualche riga letta di sfuggita giorni prima. "CITAZIONECaso Lazarus Lee archiviato. In mancanza di prove l'imputato Lazarus Lee , direttore della SeeleCorp è stato assolto dall'accusa per altro tradimento in mancanza di prove schiaccianti."
Ecco dove aveva già sentito quel nome.
Astaroth, è un piacere fare la sua conoscenza.
Gli disse con un sorriso stringendogli la mano. Tramite quel contatto gli avrebbe mostrato le sue fattezze demoniache in modo che lui, e solo lui, potesse capire chi davvero fosse senza usare le parole. Dato il motivo per cui era giunto là non aveva senso tenere il segreto.
Lo sorprese comunque il fatto che demonietti come imp e succubi potessero girare senza alcun problema in un azienda probabilmente in regola con le autorità. Iniziò a ronzargli in mente l'idea che forse le creature come lui non erano così malviste in quel mondo... Che quel suo camuffamento fosse in fin dei conti inutile?SPOILER (clicca per visualizzare)Dettagli pg
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LAZARUS LEE.
Una stretta di mano, un'immagine che mi appare nella testa. La Tenebra sibila, scocciata dall'intrusione, ma pare essere una presentazione più che un attacco psichico.
Quel che vedo è un pezzo di brace con le corna: grosso, tarchiato, nero e venato di fuoco. Il vero aspetto del Demone che ho davanti, immagino.
Non batto ciglio. Somiglia un poco a Ifrit, ma non oso chiedergli se sono legati: troppe fazioni nei mondi infernali. Ho più di un esiliato nell'azienda, ergo preferisco non far nomi.
«Avevo già capito che fosse un Demone» spiego con un sorriso «ma la ringrazio per la trasparenza.»
Potrei ricambiare, sollevando il manto che cela al mondo la Tenebra, ma non penso che sia una buona idea. Potrebbe prenderlo come gesto di sfida - o peggio, potrebbe non vederlo nemmeno. Essere un Demone non significa automaticamente saper vedere le anime sul piano materiale, vero Azazél?
Lasciamo che mi creda un semplice umano. Farmi sottovalutare è la mia specialità.
«In cosa posso aiutarla?» domando, mentre mi accomodo dietro la scrivania. Giungo le mani sul legno e attendo risposta, tranquillo.
Non pare una bestia aggressiva. Penso voglia semplicemente fare affari.. -
.ASTAROTH
«Avevo già capito che fosse un Demone ma la ringrazio per la trasparenza.»
Quindi quel ragazzino o era davvero un buon osservatore o possedeva qualche capacità speciale. Dato che sembrava aver asservito altre entità demoniache al suo servizio optò per la seconda ipotesi. Nonostante le apparenze il ragazzo doveva avere un qualcosa di speciale diciamo, altrimenti non sarebbe il direttore di un azienda simile.
«In cosa posso aiutarla?»
Gli chiese finalmente. Ora poteva sviscerare il motivo per cui aveva deciso di recarsi in quel posto, curiosità da un lato, bisogno di informazioni dall'altro.
Avrei bisogno di qualche delucidazione sul posto... Sono un naufrago arrivato da poco ed è mia intenzione integrarmi a pieno in questo piano.
"Naufrago" Quel termine si era stampato a caratteri cubitali nella sua memoria. Lo aveva sentito nominare più volte nella sua breve permanenza. Naufraghi erano coloro che arrivavano su Endlos da altre dimensioni, lui era un naufrago.
In fin dei conti da voi voglio solo un chiarimento: Spiritismo, negromanzia e altre pratiche moralmente ritenute "sbagliate" in altri mondi quì sono accettate, coretto?
Ne aveva avuto praticamente la riprova entrando in quel locale abitato da simili creature. Poi i volantini di quella corporazione non lasciavano dubbi, Endlos, o quanto meno Laputa sembrava avere una politica piuttosto liberare riguardo entità sovrannaturali e pratiche eticamente controverse.
Io in veste di demone potrei ad esempio andare in giro a promettere favori in cambio di anime senza alcun problema? Ovviamente una volta ottenuti i permessi necessari, immagino.
Non che gli interessasse quel tipo di interazione, solitamente lui le anime le prendeva con la forza, perché fregare gli umani quando si poteva usare la violenza? Non era forse più facile?
Questo liberalismo poi è una prerogativa di Laputa o anche negli altri presidi è così?
Forse quelle domande risultavano ovvie al ragazzo ma lui che era giunto da così poco su Endlos non era al corrente della linea politica dei vari presidi (i cui nomi e caratteristiche basilari aveva da poco imparato) riguardo ai demoni e alla soprannaturalità in generale. Tutta quella libertà poi lo lasciava piuttosto basito, era il primo mondo ad avere una simile tolleranza, forse perché, ipotizzò, era un ricettacolo di stranezze e invece di debellarle tutte era risultato più facile "legalizzarle". Se non puoi batterli unisciti a loro.SPOILER (clicca per visualizzare)Dettagli pg
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LAZARUS LEE.
Inarco un sopracciglio. Per che mi ha preso, un ufficio informazioni? Dovrebbero distribuire delle brochure per naufraghi ai cancelli di Laputa, sarebbe tutto molto più semplice.
Che perdita di tempo. Il primo impulso è di cacciarlo via a calci, ma lo sgorbio fa una domanda interessante.
Assottiglio lo sguardo.
Viene in casa mia, mi scambia per uno sportello informativo, e ora mi chiede pure se può farmi concorrenza.
«Laputa è l'unico presidio in cui la Necromanzia è studiabile in maniera accademica, grazie all'influenza del Magisterium - la scuola di magia.» spiego con calma e pacatezza «In tutti gli altri presidi, Nord soprattutto, trafficare con i non-morti è un'attività assolutamente riprovevole. Tranne che al Sud, ma tutto ciò che è normalmente riprovevole viene accettato al Sud.» spallucce.
«Promettere favori in cambio di anime non è illegale, comunque, tant'è che le attività della Seele si estendono in più presidi. Nulla le vieterebbe, quindi, di darsi alla compravendita di anime, eccetto per un piccolo problema:» scandisco pian piano, gli occhi fissi in quelli del demone. Le mani sul tavolo, mi alzo a metà dalla sedia, sporgendomi verso di lui.«Noi.»
Un lieve sorriso, mentre allento i legacci che la trattengono.Ciao.
Scommetto che tu sei uno di quelli che non pensa di poter avere paura. Perché mai voi Demoni dovreste spaventarvi? Siete i più forti, i più malvagi, i più osceni e corrotti del cosmo. Sono gli altri a pisciarsi sotto quando vi vedono, di solito. Immagino che tu non abbia mai conosciuto una creatura peggiore di te.
Ti svelo un segreto:
quando Lucifero venne scagliato all'Inferno, scoprì di non essere giunto lì per primo.
Esistono orrori molto più antichi e più blasfemi di voi. Esseri per cui i secoli non sono niente, che inspirano secoli ed espirano nebulose.
Anche le divinità hanno i loro déi.
Di certo voi Demoni fate schifo, paragonate agli uomini, ma non siete che pulviscolo dal punto di vista di un Antico. Sto parlando di esseri come la Tenebra, incarnazione del buio assoluto che esisteva prima dello spazio stesso.
La Tenebra sarei io.
Stai tranquillo, pulcino, non intendo farti del male. Lo senti questo alito freddo sul tuo collo? Girati pure, non troverai nulla alle tue spalle. Questo perché sono dentro le tue spalle, ma anche nel sangue, nei nervi e nelle viscere.
Voglio solo assaggiarti. Hai una bella anima, sai? Puzza di uova marce e di sangue rappreso. Fammela leccare.... Sì, così.
Voglio solo ricordarti che a volte, anche voi Demoni siete in grado di tremare.
Cerca di non pisciarti addosso se possibile, mh? La sedia è nuova.. -
.ASTAROTH
Il ragazzino gli fece una lezione che gli fece capire per bene un pò della mentalità di quel mondo. Come aveva già ipotizzato il sud era il presidio più tollerante, nel senso che a quanto pareva non c'era alcun organo vigilante che potesse fermare soprusi e lo svolgimento di azioni eticamente sbagliate. Lo tenne a mente.
«Promettere favori in cambio di anime non è illegale, comunque, tant'è che le attività della Seele si estendono in più presidi. Nulla le vieterebbe, quindi, di darsi alla compravendita di anime, eccetto per un piccolo problema. Noi»
Il tipo si era piuttosto alterato, aveva frainteso le sue parole, prima voleva fare solo un esempio, mica mettersi in competizione. Sorrise per un attimo piacevolmente alla reazione che aveva causato in quel ragazzino, pensando che fosse spaventato da un eventuale competizione con lui. Il suo aspetto forse, anche se non lo stava dando a vedere, lo aveva scosso. Incredibile, anche quando non voleva gli riusciva di essere malefico e stronzo.
Ed ecco che stava per ribattere ma qualcosa gli bloccò la voce in gola. Un'entità alle sue spalle, un entità che lo schiacciava con la sua sola presenza. Cercò di vedere cosa fosse con la coda dell'occhio ma non vide alcun ché dietro di sé. Quella pressione, quella potenza, quella irrefrenabile paura l'aveva provata in presenza di una sola entità in vita sua...
Ballaam...
No, una voce diversa da quella del suo padrone gli scivolò non lungo la schiena, ma lungo la sua anima sporca e corrotta. Un qualcosa di putrefatto, un qualcosa che non sarebbe dovuto esistere, almeno non lì, come era possibile, quel ragazzino... Chi era veramente? Esposto a quella... quella... cosa il grande principe si fece piccolo e indifeso, tremante. Il ragazzo lo avrebbe visto irrigidirsi sulla sedia, spalancare gli occhi e aggrapparsi convulsamente ai braccioli della sedia.
Lo toccò nel profondo, nell'animo, gli disse cose malefiche, ma non furono queste a farlo tremare, no, era la potenza che trasudava quella voce indistinta, una minaccia che avrebbe potuto fagocitarlo in sol boccone della sua oscurità completa, senza via d'uscita. Tenebre, tenebre e nient'altro...
Poi finì come era iniziato, quella cosa si allontanò finalmente da lui scivolando via, finalmente poteva respirare e rilassarsi di nuovo. Abbassò il capo guardando a terra, sottomesso a quella creatura che gli aveva fatto provare un terrore secondo solo a quello derivato dall'ira del signore del Nekara. Alzò nuovamente gli occhi ardenti come braci verso quelli del ragazzo, ora privi della consueta spavalderia.
T-tu e quella... creatura ... Siete la stessa cosa?
Chiese ancora scosso, spaventato e con la voce tremante.
L'imp che aveva assistito a tutto ciò rimase in silenzio, preoccupato, ma in ascolto, presto o tardi il suo padrone gli avrebbe spiegato.SPOILER (clicca per visualizzare)Dettagli pg
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LAZARUS LEE.
"T-tu e quella... creatura ... Siete la stessa cosa?"
In tutta risposta, sorrido.
È estremamente piacevole terrorizzare un demone, ma cerco di non crogiolarmi troppo nella mia soddisfazione. Ci si sente soddisfatti quando si è riusciti a raggiungere un obiettivo; il fatto stesso che l'obiettivo esista, però, implica che quell'azione sia una devianza dalla normalità. Qualcosa che non accade tutti i giorni, e che cela nei suoi meccanismi la possibilità di un fallimento.
Far cagare addosso umani e demoni non dovrebbe essere un obiettivo da raggiungere:
deve diventare naturale.
«E questo è il motivo per cui le consiglio di parlare a me prima di tentare una qualsiasi mossa su Endlos.» sussurro mellifluo, tornando a sedermi «Vede, l'immagine che diamo al popolo è molto importante per noi della Seele Corporation.
Quando le persone si fidano dei Demoni, sono loro stesse a chiedere dei contratti. Le anime ci arrivano senza dover fare niente, e nessuno ci considera una minaccia. Ma se una scheggia impazzita inizia a spargere Caos nel semipiano...» assottiglio lo sguardo, scrutando ogni piega del suo animo con iridi ghiacciate «La reputazione di tutti i Demoni ne risentirebbe, e di conseguenza gli affari. Timore e rispetto si tramuterebbero in odio.»
Capito il concetto? Non è difficile: fingi di essere uno di loro, fatti amare, sii affidabile e carino. Ti offriranno il loro spirito su un piatto d'argento, ringraziandoti pure mentre lo divori.
Meno soddisfacente dell'andare in giro ad ammazzare e distruggere, te lo concedo. Ma sul lungo periodo, se quel che ti interessa sono i risultati, è l'opzione più economica e vantaggiosa.
«Lei mi dica cosa vuole, e cercheremo di trovare un accordo. Cerca anime? Noi abbiamo le anime.» allargo le braccia «Pulite, di qualità, senza umani con forconi annessi.
Cerca potere? Schiavi? Un modo di tornare al suo piano d'origine? Uno spazio in cui fare esperimenti di necromanzia senza fastidi? Possiamo fornirle tutto quello che vuole - al giusto prezzo.
Possiamo diventare amici. Collaborare.»
Mi sporgo in avanti, tornando a incrociare le dita. Un perfetto Gendo Hikari, meno gli occhiali - gli avevo, degli occhiali arancioni, ma si sono rotti.
Inclino il capo.
«Fino a quel momento, però, è pregato di darmi del lei.». -
.ASTAROTH
«E questo è il motivo per cui le consiglio di parlare a me prima di tentare una qualsiasi mossa su Endlos.»
Questo non poteva farlo insomma. Un solo "padrone" bastava e avanzava, averne due sarebbe stato insostenibile. Diamine, lui era un fottuto demone, era stato una divinità perfino e ora gli toccava sottostare a questo o a quel despota e perchè poi? Perché era debole... E in fin dei conti aveva paura di ribellarsi quando le possibilità di vittoria erano così scarse...
Quando le persone si fidano dei Demoni, sono loro stesse a chiedere dei contratti. Le anime ci arrivano senza dover fare niente, e nessuno ci considera una minaccia. Ma se una scheggia impazzita inizia a spargere Caos nel semipiano... «La reputazione di tutti i Demoni ne risentirebbe, e di conseguenza gli affari. Timore e rispetto si tramuterebbero in odio.»
Digrignò le zanne, contraendo la mascella in un istintivo moto di rabbia impotente, la testa gli pulsava da matti, non riusciva a pensare. Il fatto di esser stato sottomesso da quel ragazzo dall'aspetto così debole gli faceva disprezzare la propria debolezza. L'intera sua mente ora era occupata a trovare un modo per uscire da quell'orribile situazione, avrebbe scelto la cosa meno peggiore per lui. Ballaam gli aveva ordinato di portare le tenebre su Endlos tramite massacri e spargimenti di sangue, Lazarus gli stavachiedendoordinando di comportarsi bene in modo che gli umani si fidassero di lui e gli vendessero a loro volta le anime senza colpo ferire. Ballaam poteva colpire ovunque e in qualunque momento, era una certezza. Lazarus e quella sua "cosa" forse non avrebbero potuto fare lo stesso. Cosa voleva lui? Essenzialmente fare quel cazzo che gli pareva, non potendo farlo il modus operandi di Ballaam era certamente quello che si accostava di più al suo. Aveva fatto la sua scelta, sarebbe rimasto fedele...
Al momento non mi serve niente, ma in caso si dovesse presentare la necessità prenderò in considerazione la vostra offerta.
Rispose in tono mansueto, umile, come era abituato a fare quando parlava al suo padrone, questa almeno era la facciata che voleva mostrare. Dentro il demone era tutto un ribollire di rabbia e odio, superata la paura iniziale per quell'entità con cui aveva fatto conoscenza poco prima iniziò a pensare a un modo per vendicarsi. Al momento lui non poteva farlo direttamente, non ne era capace, ma forse c'era chi poteva...
Se non le dispiace ora prenderei congedo.
Disse forse con un pò troppa fretta di andarsene...SPOILER (clicca per visualizzare)Dettagli pg
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LAZARUS LEE.
Ma come, vuoi già andartene? Ci siamo a malapena conosciuti! Sarebbe un peccato lasciarsi così, abbiamo così tanto di cui discutere. Affari da organizzare, anime da commerciare.
Fammi compagnia.
«Certo che mi dispiace. Abbiamo appena iniziato a parlare!» allargo le braccia «Non la lascerò andar via così, senza risorse né informazioni. Ha un posto dove passare la notte almeno?
Sia mai che io non aiuti un demone naufrago. Siamo tutti dalla stessa parte, no?»
Pregi dell'avere i fluidi corporei neri: i ghigni ti escono di un'inquietantezza unica, quando scopri i denti.
«Mi pare di capire che non sia interessato al modus operandi della mia Seele, e ciò è perfettamente comprensibile: siamo un'azienda nuova, e mi rendo conto che possa sembrare una stramberia per millenarie creature come lei. Nessun problema; se ha altri obiettivi li può perseguire, purché lontano dalle mie attività. Mi basta che i miei demoni non vengano associati ai comportamenti altrui.
Endlos è abbastanza grande per tutti.»
Li ha letti i miei volantini, sì? Siamo a Laputa, a Sud, e stiamo tentando di espanderci anche a Nord.
Cosa dice? Che come territori conquistabili avanzano solo il pacifico Est, il Pentauron e l'ultra-razzista Ovest?
Ooooops.
«Mi dica, perché un demone dovrebbe interessarsi di spiritismo e necromanzia?» socchiudo gli occhi «Sono campi in cui anche noi stiamo facendo ricerche. Potrebbe essere interessante collaborare.»
Gli esperimenti a Sud sono a un punto morto; Heinrich si è fatto evanescente, Sionn si è spostato a Nord. Servirebbe nuova linfa all'attività, nuove idee per sfruttare gli schiavetti a nostra disposizione.
È un peccato lasciarli così vivi e tranquilli.
«Sta cercando corpi ospiti per portare qui altri demoni?». -
.ASTAROTH
E ovviamente non gli venne permesso di andarsene così presto. Il ragazzo aveva qualcosa in mente e per ora non poteva fare altro che ascoltare, fingendo di stare al gioco ma allo stesso tempo rifiutando ogni proposta che gli veniva messa sotto il naso. Da bravo venditore Lazarus era molto insistente e sembrava possedere una certa esperienza con i demoni, ma lui non si sarebbe lasciato ingannare.
«Non la lascerò andar via così, senza risorse né informazioni. Ha un posto dove passare la notte almeno?
Sia mai che io non aiuti un demone naufrago. Siamo tutti dalla stessa parte, no?»
Un posto dove dormire, offerto da quel tipo? Si e poi in cambio quanti favori gli avrebbe chiesto? No, non si sarebbe fatto estorcere niente. Lo aveva capito questo tipo, non era uno che faceva gentilezze disinteressate, ne era certo, non avrebbe accettato, per niente al mondo.
Non deve preoccuparsi, ho preso una stanza al Cappio di bronzo.
Bugia. Come glielo doveva dire, non voleva il suo aiuto, aveva sbagliato ad entrare in quel posto e ora voleva soltanto uscire.
E dunque con perspicacia Lazarus intuì che non gli interessava il modo di fare dei suoi dipendenti, gli intimò quindi di non rompergli le uova nei suoi panieri, doveva accontentarsi degli scarti della sua azienda. L'avrebbe ascoltato, o meglio lo avrebbe fatto ogni qualvolta i suoi occhi sarebbero stati puntati su di lui, in caso contrario avrebbe fatto come gli pareva, dopotutto: Occhio non vede, cuore non duole.
Allora abbiamo raggiunto un accordo. Le mie operazioni non le recheranno alcun disturbo.
Credici...
«Mi dica, perché un demone dovrebbe interessarsi di spiritismo e necromanzia? Sono campi in cui anche noi stiamo facendo ricerche. Potrebbe essere interessante collaborare. Sta cercando corpi ospiti per portare qui altri demoni?>>
Spiritismo: Studio delle anime in ogni loro forma e dei metodi per piegarle al proprio volere. A lui non era mai interessato, lui le anime le aveva sempre date in pasto al Nekara e fine.
Necromanzia: Come riportare in vita i morti. Forse c'era altro ma non si era mai interessato a tale branca, dopotutto lui i cadaveri li creava, non gli interessava riportali in vita.
Riguardo ai corpi... Gli avrebbe riso in faccia, ma si trattenne.
Bhè non posso che augurarle buona fortuna per le sue ricerche. Riguardo ai corpi, no grazie, non ne ho bisogno, solitamente usiamo i portali. Io sono un eccezione.
Ma non tutti i mondi erano uguali, in alcuni non era così facile creare un collegamento col Nekara. Lui aveva come l'impressione che per collegare forzatamente Endlos con i suoi inferi in modo permanente ci sarebbe voluto un immenso quantitativo di energia - e quindi tante e tante anime.
Ma al momento i miei "compagni" non anno alcuna intenzione di venire su Endlos.
Non che se ne avessero intenzione te lo direi. Lui invece era l'avanscoperta, colui che doveva sondare il terreno e occuparsi eventualmente di tutti i preparativi per un eventuale invasione delle forze oscure di Ballaam. Un compito che non confaceva al suo rango di principe e comandante, ma ora non poteva farci nulla, debole come era poteva fare solo quello. Si alzò...
Ora devo proprio andare... Si avviò verso la porta...La ringrazio per la piacevole chiacchierata, arrivederci. Dunque sarebbe uscito.
La prossima volta sarà lui a piegarsi a me...
Si ripromise, rancoroso, carico d'odio e voglia di vendicarsi.SPOILER (clicca per visualizzare)Dettagli pg
Aspetto: [X senza spada]
Stato fisico: Normale
Stato psicologico: Danno psicologico alto, Spaventato
Energia: 100%
Riassunto:
Tecniche Passive:
Prettamente scenico. -
.
You say I'm changing?
Sorry, I didn't know
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LAZARUS LEE.
«Il piacere è stato mio.» mi alzo in piedi per andare a salutarlo. Un soriso, una stretta di mano.
«Arrivederla.»
Il Demone fa per uscire, e io do ordine mentale ai miei schiavetti di non ostacolarlo. Potrà andarsene liberamente, senza Imp che gli facciano la cacca in testa o Succubi che sibilano insulti al vetriolo.
Io invece torno alla scrivania, buttando i piedi sul legno, e mi prendo un momento per pensare. È stato criptico e molto riservato, il signor Astaroth, ma si è lasciato sfuggire interessanti particolari.
Ha parlato di "compagni".
Ha detto che i "compagni" solitamente usano i portali.
Ha specificato che i "compagni" non intendono venire su Endlos, per il momento.
«Intet, hai sentito?» bisbiglio, portando l'anello nero all'altezza del volto. Così scocciante, non capire mai se e quando si viene spiati. Sarebbe utile, in occasioni simili, poter dire al draghetto d'ossa "hey, sintonizzati un attimo qui!"
Non è giusto che il famiglio di Khatep mi spii sempre quando scopo, e quando salvo Laputa da potenziali invasioni demoniache si faccia i fattacci propri.
Un sospiro. Torno ad incrociare le braccia sul petto, e porto la mente lontano lontano. Lì, dove il ghiaccio non si scioglie mai, il vento soffia forte e il ghiaccio scintilla.
Nord. Lì dove Demoni e spiritisti si rintanano, lontano dalle grinfie di Laputa.
Tiro i fili di Tenebra che tutti ci collegano. Strattono i guinzagli dei miei cuccioli.
"Ragazzi?"
Un messaggio telepatico, dritto nella testolina di ogni dipendente della Seele.
"Ho una comunicazione per voi...".
[SC] Lesson One: Wickedness |
