[EM] Firework

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    Proiettili e fiamme



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Una giornata tranquilla, meravigliosa. Il mondo è tornato normale, la vita di Alison pare essere retrocessa a quella di tutti i giorni. Un bene, forse, o un male, tra poco? Da quando Alison è entrata a far parte degli Eversori, non ha più avuto bisogno di lavorare..poiché aveva già tutto per la sopravvivenza e oltre. Aveva una sorta di paghetta fissa, qualsiasi cosa dovesse fare. Far nulla, lavorare pesante, rischiare la vita..i soldi in entrata erano uguali in ogni caso, per ogni situazione. In quel preciso momento Alison si trovava al garage, stavolta da sola, senza nessuna guardia o qualcuno che la tenesse d'occhio.
    Bene, ora questo va qui - stava maneggiando qualcosa, di sicuro pericoloso, perché lei deve sempre interagire con qualcosa di letale. Di fronte al tavolo da lavoro, le Ember Celica erano appoggiate sopra. La giovane prese una delle due, la sollevò, le diede un'occhiata al volo per poi rimetterla giù. Prese l'altra, la fece andare manualmente in forma guanto. Osservò accuratamente l'interno e, sempre manualmente, riattivò il meccanismo per tornare alla forma bracciale, per poi lasciarlo nuovamente sopra il tavolo. Si spostò ancora, più a destra, all'altra estremità del tavolo. Aveva costruito una canna in metallo collegato con un tubo ad una piccola bomboletta di napalm. Era così sbadata che per poco non ci stava mettendo la benzina, sollevò il contenitore di tale liquido dal banco di lavoro e lo poggiò a terra affianco. La benzina era molto pericolosa, non doveva essere confusa perché aveva probabilità maggiori di rischio esplosione, sarebbe un vero guaio se mentre sta combattendo le sue Ember Celica esplodano..portandosi via anche le braccia, magari.
    "E adesso il montaggio!" - prese ciò che aveva realizzato e tornò all'altra estremità del tavolo, dove vi erano i bracciali. Ne prese uno, attivò il sistema-guanto e si fermò. Sul momento non aveva realmente idea di come inserirlo. Provò a simulare un combattimento, con tanto di calci a vuoto.
    "..Fssssshhhh!" - simulò persino il rumore! E così le venne l'idea: la canna doveva attivarsi aprendo la parte superiore del guanto, da lì, con un gesto di pugno, si sarebbe attivato il lanciafiamme. Però aveva bisogno di un gesto preciso per permettere l'azione di uscita della canna. Finora aveva pensato a come scaricare i bossoli singoli, come aprire il guanto per ricaricare, come colpire e come disattivare o attivare le armi.
    Potrei fare così.. - si mise all'opera all'istante. Una sezione precisa e regolare, un rettangolo considerando l'arma appiattita su un foglio, si sarebbe sollevata mostrando la canna nascosta. Per azionare ciò, avrebbe dovuto piegare il braccio per poi stenderlo d'un colpo. Il lavoro fu faticoso, non a livello fisico, ma psicologicamente..Alison dovette avere grande pazienza, più forte ci stava rinunciando. Non è facile creare un dispositivo che risponda agli impulsi cinetici in un preciso modo. L'avete notato anche voi l'errore? La ragazza esultò quando riuscì, con successo, a implementare la canna. Sogghignò in modo inquietante, delirò manco fosse una piromane pazza..o forse è veramente una piromane pazza. Le piaceva giocare col fuoco, tanto..in più di un senso. Indossò l'Ember Celica e decise di testare l'aggiornamento. Piegò dapprima il braccio per poi stenderlo d'un colpo. Una parte della superficie superiore si sollevò mostrando la canna del lanciafiamme.
    Perfetto! - "E ora.." - tirò il gomito dietro, oltre il viso..per poi sferrare un pugno fronte a sé.
    "Fuo-" - No, aspetta! - realizzò all'ultimo istante ciò che aveva appena fatto, i gesti che aveva usato. Dunque, il lanciafiamme si azionò come previsto tirando fuori una bella fiammata, però in contemporanea sparò un colpo..il proiettile finì inghiottito nelle fiamme e come conseguenza provocò un'esplosione. La bionda volò indietro, cadendo inevitabilmente a terra.
    Ah.. - l'odore di bruciato era forte, così come il calore costante che proveniva dal suo lato destro. Volse lo sguardo notando con orrore che il lanciafiamme era ancora attivo.
    "Oh merda!" - si alzò rapidamente, mentre parte della parete destra del garage fu dipinta di un rosso e un arancione acceso.
    "Spegniti! Spegniti!" - un piccolo vuoto di memoria, dopo un gemito le venne in mente come doveva fare..sferrò un altro pugno..il lanciafiamme si disattivò, mentre un colpo diede il tocco di allegria alla ormai viva parete. Il proiettile andò a contatto col fuoco, incrementando il potenziale esplosivo. La bionda volò un'altra volta in direzione opposta.
    "Merda..sono esplosa due volte!" - esclamò in imbarazzo per il guaio combinato. I sistemi di anti-incendio si attivarono e presto bagnarono per bene tutto il garage. Compresa Alison, che si ritrovò zuppa, i capelli bagnati erano un tale fastidio per lei. Si accasciò sulle ginocchia sospirando rumorosamente..

    Stato Mentale: Normale - Immagino già chi sta per arrivare..
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    Umibozu era quel tipo di persona che, se non disturbato, non dava fastidio a nessuno. Se ne stava per conto suo, alternando attività da scienziato a quelle da meccanico, facendo infine da autista durante le missioni della Gilda. Della sua vita privata si sapeva poco o nulla, per tutti era solo l'armadio nero che vendeva hotdogs. Quando andava via nessuno sapeva dove andasse, ma quando era presente era impossibile non notarlo. Era arrivato il momento di andare a revisionare il furgone, quindi si stava dirigendo nel garage, e la sua fortuna fu di fermarsi a prendersi un caffè alla macchinetta: il perché lo capirete tra poco.
    Senza pensare l'omone aprì la porta scorrevole, fece un passo avanti e si fermò. Una potente ondata di calore lo investì, illuminando i suoi occhiali da sole di un arancione intenso. Nello stesso istante il fondo del bicchiere si fuse, facendogli cadere il contenuto sulle scarpe. Infine si attivò il sistema antincendio, costringendolo a una doccia fuori programma, a lui e alla pazza che aveva scatenato tutto ciò. L'armadio abbassò lo sguardo, trovandosi davanti una Alison disperata. In un attimo capì subito quel che stava facendo.
    Non vorrei essere nei tuoi panni, ora.
    Disse semplicemente, superando la ragazza senza aggiungere altro e soprattutto senza scomporsi al pensiero che, entrando un secondo prima, sarebbe stata la sua faccia a sciogliersi. Comunque la sua premonizione si rivelò corretta... passarono tre secondi, poi arrivò una voce da fuori il garage. Era arrabbiato, molto.
    ALISOOOOOON.
    Dimitriy non si arrabbiava quasi mai, probabilmente in una situazione normale sarebbe rimasto calmo, ma non quando uno dei suoi sottoposti rischiava di mandare a fuoco la SUA base. Quella incosciente aveva bruciato anche una telecamera. Subito dopo il biondo entrò nel garage, fermandosi a due passi dalla ragazzina. Incrociò poi le braccia, assumendo un'espressione arrabbiata, fredda e severa: faceva davvero paura.
    Spiegami che stavi facendo. E vedi di essere convincente, signorina.
    Babbo Kozlov era incazzato nero. Questa volta Alison l'aveva fatta davvero grossa, serviva una bella ramanzina... anche se a lei non sarebbe piaciuta troppo. Però aveva rischiato grosso e ognuno doveva rispondere dei propri errori.

     
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    Giocare col fuoco



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Umibozu era lì, non se n'era accorta subito. Aveva aperto la porta nell'istante in cui la fiammata gli arrivò così vicino da non permettergli di bere più il suo caffè. Alison risollevò prima il capo, guardandolo. L'aveva affiancata con una calma innaturale, aveva rischiato..ma non si era scomposto minimamente.
    "Umibozu?" - tentò invano di chiamarlo, l'atmosfera si fece tragica, esageratamente tragica da risultare più comica che altro. La giovane seguì la sua camminata con lo sguardo, fino a voltarsi, sempre rimanendo a terra.
    "Amico mio, non abbandonarmi!" - allungo il piano con la mano aperta inscenando qualcosa di assurdo, sapeva benissimo che non si sarebbe voltato e che l'avrebbe semplicemente ignorata. Ma proprio questo suo comportamento le permetteva di creare quella scena insensata. Non sarebbe sfuggita dalle grinfie di Dimitriy. Sentì il suo nome ad alta voce.
    Merda, è già qui! - si alzò rapidamente, si guardò intorno in cerca di un nascondiglio, anche uno improvvisato andava bene. Niente da fare, a destra tutto bruciato, a sinistra nulla che potesse sembrare sufficiente per renderla "invisibile". Poi un lampo di genio, che si sarebbe rivelato un fallimento. Isaac aveva progettato delle tute in grado di rendergli invisibili.
    Devo trovarne una al più presto! - neanche il tempo di fare un secondo passo, che avvertì una sensazione di gelo, l'aura di un assassino, qualcuno dietro pronto ad eseguire un attacco a sorpresa. Era già lì. Sospiro voltandosi e cercando di mostrare più autocontrollo e sangue freddo che poteva. Dimitriy non gli faceva minimamente paura, nemmeno ciò che aveva fatto..solo la situazione la faceva agire così ridicolmente.
    "Dimitriy! Ti sembra il modo di rivolgerti ad una signorina? Signorina a chi?!" - braccia incrociate, finto sguardo di sfida, il quale distolse subito voltando la testa di lato con fare offeso. L'aveva combinata grossa e non aveva mai sentito Dimitriy gridarle contro..forse stavolta non doveva insistere col suo carattere..ma così è contraddittorio, cosa le importa a lei di come si impone Dimitriy. Lei non lo temeva e non le interessava il suo stato d'animo.
    "E calmati, non è successo niente!" - tornò a guardarlo con la faccia tosta di sorridergli davanti, spostò lo sguardo verso i resti delle fiamme e si scompose. Indicò a mano aperta la zona.
    "A parte quello.." - disse a bassa voce, stava solamente sperimentando un'implemento per le sue armi. Si tolse l'Ember Celica, per sicurezza, e andò a raccattare la sorella.
    "Stavo facendo un esperimento" - gli disse, era qualcosa di importante. Lei era sempre rimasta affascinata dalla magia, però non è in grado di fare nulla..poi quella sabbia non l'aiutava in nessun modo, non capiva come funzionasse. Quindi, dopo aver visto le capacità pirotecniche di Violet, la prima volta, le venne una mezza idea e dopo un bel po' si decise a provarne la realizzazione concreta. Ci era riuscito senza troppa difficoltà..ma altrettanto, è bastato così poco per mandare tutto allo sfascio, o al rogo.
    "Devo mica dirti tutti i dettagli?" - inclinò leggermente la testa, sospirò nuovamente. Ultimamente sospirava spesso, chissà come mai. Tanto sapeva benissimo che avrebbe dovuto dirgli tutto, non aveva intenzione di tenerlo segreto, anzi..in realtà se avesse avuto modo di completare con successo e senza errori, si sarebbe fiondata da chiunque per far sapere della notizia.

    Stato Mentale: Normale - Nemmeno la privacy!
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  4. _MajinZ_
     
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    Dimitriy rimase fermo, immobile. La sua espressione non era cambiata di una virgola da quando aveva messo piede nel garage. Per quanto da fuori sembrasse calmo, forse un pochino infastidito, in realtà era davvero arrabbiato e il suo spirito omicida fluiva fuori, a stento riusciva a controllarlo. Ovviamente per la ragazza non vi era pericolo, non era così arrabbiato da fare azioni inconsulte, però ciò che aveva fatto lei era davvero grave, rischioso non solo per lei, ma per tutti i suoi compagni. E ciò faceva infuriare ancora di più l'assassino. Se non ci fosse stato il sistema antincendio, nuovo di zecca, a quest'ora non ci sarebbe stato più un Grumo.
    Sei stata una stupida.
    La voce calma non riusciva a nascondere il nervosismo, la delusione e quant'altro. Alison se ne sarebbe accorta di sicuro che questa volta Dimitriy era diverso, segno che questa volta l'aveva fatta proprio grossa.
    Non solo hai rischiato di fare male a te e a tutti i tuoi compagni, ma hai anche rischiato di mandare a fuoco la nostra base. Ti rendi conto della gravità della situazione?
    Il biondo allargò le braccia, quasi esasperato. Non era la prima volta che la lottatrice faceva errori grossolani, ma questa volta aveva passato il segno.
    Perché non hai chiesto aiuto a Umibozu? Perché non l'hai chiesto a me? Siamo compagni: noi ci aiutiamo a vicenda. Posso capire che tu voglia essere indipendente, ma per fare certe cose serve esperienza e se non ce l'hai... chiedi aiuto.
    Le braccia finirono lungo i fianchi.
    Fidati. Nessuno ti impedisce di fare ciò che vuoi, ma pensa prima. Agisci prima con la testa e solo quando sei sicura con le azioni. Non puoi permetterti certi errori, capisci?
    La rabbia era lentamente sfumata, ma le sue parole dovevano farla riflettere e così rimase li, fermo a fissarla come farebbe un padre con sua figlia, in attesa di conoscere il suo punto di vista... la questione era ancora parecchio seria. E si, era una ramanzina: lei poteva pensare ciò che voleva, ma questa volta era necessaria.

     
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    Compagni



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Si senti dare della stupida e della irresponsabile. Le fu chiesto di fidarsi e di chiedere aiuti ad agli, perché loro erano compagni. La giovane fece una smorfia divertita, senza rispondere o esporre i suoi pensieri a riguardo.
    Compagni - ogni volta le tornavano in mente le parole di Isaac, ogni volta aveva la dimostrazione si non doversi fidare degli altri. Non è solo questo..se Alison fosse stata un'altra persona, probabilmente avrebbe già legato e li avrebbe considerato una famiglia. Ma è proprio questo il punto, è nel suo carattere rimanere diffidente, non fidarsi appieno..trattare tutti allo stesso modo, che siano conoscenti, amici o sconosciuti. Per dire..non esiterebbe a prendere a pugni Dimitriy nel caso la chiamasse nel modo sbagliato o se si permetteva di approfittarsi di lei. Lei non prova vergogna, si comporta come sempre, come le gira, conta solo lei stessa, il resto è nulla. Per quanto il suo superiore ci provasse, questo concetto non le sarebbe mai entrato in testa. Lo rifiutava tutte le volte..e ringraziava Isaac per quelle parole, non che fossero la causa, bensì una prova su cui appoggiare il proprio pensiero. Dopotutto anche lei è tremendamente egoista, farebbe morire chiunque al posto suo e non si sacrificherebbe mai. Era un po' come l'oggetto speciale per riconoscere se trovarsi in un'illusione o meno. I compagni non dovrebbero venire minacciati per diventare tali.
    "Dimitriy" - l'espressione sul volto si fece più serio, la tonalità di voce cambiò, anch'essa seria, niente più scherzi o giochi. Lo chiamò come incipit della sua risposta. Sapeva benissimo cosa doveva fare.
    "Non è successo nulla, avevo tutto sotto controllo, ho fatto un piccolo errore" - disse ed era la pura verità. Ogni cosa era a suo posto, tutto era stato assemblato perfettamente e ogni cosa seguiva il proprio comando. Peccato solo che due di essi entravano in conflitto costringendo la bionda a usare entrambe le canne delle Ember Celica allo stesso tempo. Un piccolo errore di calcolo, nulla di più.
    "Tutto qui" - tornò a incrociare le braccia e chiuse gli occhi.
    Fidarsi, eh? - sorrise, si crede davvero che Alison sia così stupida da cambiare atteggiamento o imposizione per qualche parola sentimentale? Avrebbe sfruttato la cosa a suo favore, avrebbe fatto credere di potersi fidare, solo per raggiungere i propri obiettivi.
    "La sabbia, non ci riesco, per questo ho tentato di inserire qualcosa di nuovo nelle mie armi" - disse, come a giustificare il motivo per cui decide di attuare l'esperimento. In realtà..che sapesse usare o meno la sabbia, avrebbe comunque provato, poiché l'idea di avere dei lanciafiamme retrattili le infondeva un pazzo desiderio di distruzione, come abbracciare un potere oscuro, qualcosa cui non è possibile rifiutare. Voleva dominare il fuoco, con la magia o la tecnologia, era uguale..solo una via alternativa. Non gli avrebbe chiesto esplicitamente aiuto, così era come grattare la superficie del suo orgoglio, senza andare ad intaccarne la profondità. Era troppo curiosa di scoprire il suo potere, la sua affinità legata alla sabbia incantata degli Eversori.

    Stato Mentale: Normale - Non ci casco in queste cazzate!
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    Era palese che Alison non si fidasse, Dimitriy lo sapeva e come darle torto? Era finita li sotto una pseudo minaccia, pronunciata proprio da colui che le aveva appena fatto la paternale. In cuor suo sperava che prima o poi lei avrebbe accettato tutto, divenendo parte della famiglia... ma tutto ciò era ancora un miraggio. Ad ogni modo bisognava prendere dei provvedimenti per evitare che incidenti come quello si potessero ripetere. Di sicuro la bionda non avrebbe digerito delle simili azioni, ma era proprio a causa delle sue che il suo superiore aveva deciso di essere cauto, prima che la situazione potesse degenerare.
    Per evitare che questi piccoli errori si ripetano, da oggi fino a quando lo riterrò necessario, Umibozu monitorerà le tue azioni.
    Bonk. Una chiave inglese cadde a terra. Il gigante era rimasto impassibile, non si poteva scorgere nulla con quegli occhiali da sole a fare da schermo.
    Ogni tuo movimento nella base sarà controllato, fuorché in bagno e nella tua stanza, almeno finché il tuo comportamento non migliorerà. E questo è quanto.
    Era pronto ad andarsene per ritornare nel suo ufficio, quando le parole della ragazza lo costrinsero a fermarsi. Aveva nominato la sabbia. Ancora non era riuscita a padroneggiarla? Dimitriy incrociò nuovamente le braccia. Per gli Eversori era normale e naturale imparare a sfruttare quella sabbia, si trattava quasi di un'abilità innata unica per ogni membro della Gilda del Sud. Essa si legava ai trascorsi dell'individuo, prendendo una forma precisa ma sempre diversa da persona a persona... era strano quindi che lei non avesse ancora stretto il legame.
    All'inizio... devi meditare e focalizzarti sulla sabbia. Sarà lei a fare tutto il resto, ma prima di tutto devi entrarci in sintonia. Se vuoi posso aiutarti, sempre che il tuo orgoglio lo permetta.
    Concluse infine il russo. Contrariamente a ogni proposito, alla fine la stava aiutando ancora una volta e questo era un segno di debolezza. Teneva molto a quella ragazzina e anche lei prima o poi se ne sarebbe accorta.

     
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    Provvedimenti



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Ecco le contromisure che Alison non avrebbe mai potuto accettare. D'altra parte non poteva ribellarsi..alla fine tutto dipendeva dall'operato di Umibozu. Riguardo le telecamere invece..di cui ne aveva distrutta una per sbaglio nell'incidente, non poteva farci niente se non preservare la propria privacy unicamente non mettendo piede nel locale.
    "Che cosa?!" - esclamò sorpresa e contraria, si voltò subito su Umibozu, sentendo una chiave cadere, quello era lì fisso e inespressivo. Ma era chiaro anche per la giovane che l'uomo non avesse proprio voglia di farla da guardia..nemmeno fosse una principessa o signorina così importante.
    "Se mi segui a casa ti riempio di botte, sappilo!" - lo minacciò puntandogli un pugno, per poi rivoltarsi su Dimitriy e incrociare le braccia, scazzata. Voleva aspettare che il biondo se ne andasse per brontolare a voce alta, ma quello si bloccò. Aveva sentito qualcosa di importante e si trattava della sabbia. Tornò a rivolgersi a lei che nemmeno lo guardava.
    Meditare e focalizzare? - pian piano si sciolse, sia l'atteggiamento che le braccia. Sapeva il significato di quelle parole, però non aveva ben chiaro il loro concetto nel concreto. Parliamo di Alison, per lei le cose devono avvenire subito, non ha mai provato a fermarsi a fare yoga. A quanto pare, però..era proprio questo il motivo per cui non riusciva a controllare la sabbia. Questa non si era più manifestata dal giorno in cui le era stato donato quel potere. All'inizio non ci fece tanto caso, come se non lo avesse mai avuto..però ora era curiosa, voleva avere qualcosa di speciale da mostrare. Tutti coloro che aveva incontrato avevano delle abilità fuori della norma, lei poteva solo prendere a pugni le persone, con una potenza mostruosa..certo, voleva di più. Forse anche ciò che avrebbe imparato con la sabbia sarebbe stato solo un miglioramento al proprio stile di combattimento, una chicca da poter sfruttare, senza smontare troppo la sua natura di lottatrice. Sotto questo punto di vista non era male. La bionda si trovò però a dover fare una scelta, tutto perché Dimitriy pronunciò la parola "orgoglio" che automaticamente la pose in guardia. A lei piacciono le scorciatoie, troppo..non poteva farci niente.
    "D'accordo" - rispose semplicemente, non le piace perdere tempo e non le importava davvero molto se raggiungeva gli obiettivi per merito di altri, altrimenti non si sarebbe unita alla loro organizzazione, che ci fosse una minaccia in mezzo o meno.
    "Però voglio cominciare il prima possibile" - un modo gentile per chiedere di iniziare subito, non c'era tempo da perdere, con Alison non c'è ne mai. Si esegue e basta, se si ha la possibilità si comincia subito e si finisce quando si può, con ogni mezzo..l'importante è il risultato.
    Sintonia - ripeté quella parola nella mente, cosa voleva davvero dire? Che la sabbia fosse, in un certo senso, autonoma? Che dovevano prima conoscersi e accettarsi? No, non comprendeva quel concetto..non ha mai avuto l'esperienza di essere in sintonia con qualcuno, se già qualcuno ci pensa la risposta è negativa, nemmeno con Violet. Forse si riferiva ad una questione che andava oltre la sottomissione, quando due entità si accettano e si seguono, o perlomeno che una delle due parti vada incontro all'altra. Alison era incerta.

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    Impaziente come al solito, Alison non vedeva l'ora di iniziare. Dimitriy non obiettò, alla fine anche lui voleva capire quale fosse il vero motivo di tanta... lentezza. Non poteva essere solo un problema di concentrazione, anche se conoscendo la biondina magari era l'unico problema. Lei era impulsiva, imprevedibile come le fiamme scaturite dai suoi guanti, una persona che non ragionava molto prima di agire e questo era il motivo principale della punizione. Ma forse per la lottatrice, imparare a usare la sabbia si sarebbe rivelata una punizione ancora peggiore.
    Se hai con te la clessidra, siediti a terra proprio davanti a lei.
    Il russo attese che la ragazza fosse pronta, aspettandola nel caso non avesse la preziosa clessidra con se. Era un dono speciale, un sortilegio che rendeva unico ogni Eversore, perderlo significava gettare al vento una grandissima possibilità.
    Poi chiudi gli occhi e cerca di focalizzare nella tua mente l'oggetto. Devi riprodurlo con la tua immaginazione, studiandone ogni millimetro con estrema cura. Osserva la clessidra per il tempo che ritieni necessario, poi prova a immaginarla perfettamente... non è facile, quindi vedi di concentrarti a dovere.
    Focalizzare la propria attenzione su un determinato obiettivo, in questo caso un oggetto, era una delle regole basilari della meditazione... ma il biondo aveva volutamente omesso un dettaglio importante: prima della focalizzazione c'era il rilassamento mentale, con il quale bisognava svuotare la mente da ogni pensiero superfluo. Dimitriy voleva che ci arrivasse da sola, era intelligente ed era sicuro che alla fine avrebbe fatto quella scoperta con le sue sole forze.

     
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    Meditazione



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    "La clessidra?" - in un primo momento non capì a cosa si stesse riferendo Dimitriy, giusto un istante..poi ricordò che tutto cominciò con quell'oggetto molto piccolo da starci in una mano.
    "Si, ce l'ho con me" - disse mentre cominciò a tastare le tasche per poi tirare fuori il suo cellulare. Attaccato vi era la clessidra, un oggetto che la bionda preferì conservare e portare sempre con sé, come se fosse un portafortuna. Per lei creava anche suggestione a guardarla..sabbie, tempo, clessidra, diciamo che era un oggetto interessante da portare. Inoltre era un dono.
    Davanti a me - sganciò la clessidra dal telefono e l'appoggiò a terra delicatamente, ponendola in piedi. Fece un passo indietro e si sedette a gambe incrociate con le mani sopra le caviglie. Guardò Dimitriy impaziente, come un cagnolino in attesa di un ordine. Naturale che fosse impaziente, stava per studiare il trucco per controllare la sabbia magica. Qualcosa di unico e particolare, poiché la sabbia si manifestava secondo la natura dell'individuo, riproducendo quindi un potere singolare, della sola persona. Era curiosa di capire quale fosse e di come sfruttarlo, insomma..si parlava di una parte di lei medesima, lo si sente dal profondo. Il biondo le spiegò tutte le azioni da fare, ogni singola fase. La giovane ascoltò incerta delle sue parole, aveva compreso che doveva imporsi in un modo totalmente diverso dal solito. Usava parole come "focalizzazione", "riproduzione" e "immaginazione", ogni cosa che andava fuori il campo della lottatrice. Inclinò la testa in obliquo, si grattò al lato del capo e si ricompose eretta. Abbassò lo sguardo per un secondo, osservò la clessidra.
    "Ho capito" - diede conferma al suo superiore rivolgendogli un'ultima occhiata.
    Che roba.. - non si fidava molto si questo metodo, d'altra parte però essendo qualcosa di personale..magari doveva proprio agire in una maniera completamente diversa da come pensava. Tornò a guardare la clessidra, ad osservarla come le era stato detto. Tentò una prima volta. Chiuse gli occhi..immaginò la forma della clessidra, non era proprio perfetta e magari mancava di qualche dettaglio. Poi all'improvviso la figura si scompose, scomparve, si disintegrò e al posto suo apparvero altre figure totalmente casuali e che non c'entravano niente con ciò che stava facendo. Riaprì gli occhi. Lanciò un'occhiata a Dimitriy e cercò di giustificarsi.
    "Ci devo riprovare" - semplicemente, era un modo per dirgli di non puntualizzare o aggiungere altro, sapeva cosa doveva fare e se lo ricordava bene..solo non si era concentrata a sufficienza. Tornò quindi a guardare la clessidra, trasse un respiro e chiuse gli occhi. Come prima..immaginò la figura, o meglio..si era impressa l'immagine fotografica, la clessidra insieme alla porzione di pavimento e a ciò che aveva colto intorno. Fece uno sforzo: provò a isolare l'immagine..ma invece di vederlo chiaro e staccato da tutto il resto, parve più che si stesse concentrando a farla fluttuare. La clessidra era in volo, ma tutto il resto rimase nella sua mente. Riaprì gli occhi perplessa, la bocca si schiuse, si grattò sotto la cicatrice della guancia sinistra.
    "Ci sono quasi.." - non lo guardò stavolta e non staccò minimamente lo sguardo dalla clessidra. Si grattò il mento, respirò profondamente e chiuse nuovamente gli occhi. Stavolta immagino uno spazio interamente vuoto, che fosse bianco o nero non cambiava molto. Vide la clessidra apparire da un punto lontanissimo, oltre l'orizzonte che non poteva nemmeno identificare. Giusto, era più corretto dire che pareva materializzarsi dal centro dello spazio. Pian piano si fece più grande, sempre di più fino a fermarsi e mostrare le dimensioni originarie. Inconsciamente sembrava che fosse stata lei a portarlo fin lì, o almeno lei credeva che in qualche modo stesse controllando l'oggetto. Quest'ultimo cominciò a ruotare e a muoversi, rimanendo però sempre al centro del suo occhio mentale.
    Forza.. - i suoi pensieri finirono nel passato, tra ciò che aveva visto, vissuto, e ciò che sperava di compiere nel futuro. La sabbia era importante per lei, era qualcosa che le permetteva di venire inquadrata unicamente, riconosciuta, la sabbia determinava in parte chi lei fosse. Voleva conoscere la sua natura. Riuscì a bloccare l'immagine e, come se attraverso lo sguardo potesse farlo, nella sua visione mentale pareva ridefinire i bordi e la superficie della clessidra, renderla più completa e reale, più giusta. Aprì lentamente gli occhi. Passarono due secondi. La giovane lentamente si guardò intorno, prima i resti a destra poi il biondo. Non era successo niente.
    "Eh? Ma..Dimitriy?" - guardò la clessidra, poi di nuovo l'assassino. Cosa era successo? Forse era successo qualcosa mentre aveva gli occhi chiusi..da escludere, Alison era più che sicura che non fosse accaduto nulla, dunque qualcosa non aveva funzionato.
    "Dimitriy? Ma non è successo nulla!" - esclamò infastidita e impaziente, anzi..se la sarebbe presa con l'altro poiché pareva che il suo metodo non fosse veramente efficacie, anche se in realtà tutto dipendeva da lei. Ricordò Violet, lei ci era riuscita subito, lei poteva farlo senza problemi. Incrociò le braccia rimanendo seduta, cercando di capire, inutilmente, cosa mancava in tutto ciò, dove risiedeva il problema.

    Stato Mentale: Normale - Non è successo niente! Dove sbaglio?
    Stato Fisico: Normale - Leggero impatto alla schiena e al fianco sinistro
    Energia: 100%
    Armi: Ember Celica - Colpi: 12 + 10
     
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    Dimitriy si aspettava una reazione simile, così come si aspettava un epilogo del genere... ma la prima fase dell'addestramento non consisteva in altro che quello: focalizzare, visualizzare, immaginare. Erano le basi della meditazione, con l'aggiunta dello svuotamento della mente che la biondina aveva imparato da sola. Aveva fatto qualche tentativo, ma il risultato ottenuto si poteva dire accettabile. Adesso però bisognava passare alla fase successiva, quella un pochino più complicata e delicata. Bisognava andarci cauti e per una tipa come Alison era proprio qui che si nascondevano le difficoltà.
    Per forza non è successo nulla, questo serviva a prepararti al vero addestramento.
    Il biondo fece qualche passo avanti, piegandosi sulle gambe per poter guardare dritta negli occhi quella che al momento era la sua allieva.
    Ora che hai visualizzato la clessidra, afferrala nella mano e rompila. Cancellala dalla realtà, ma ricostruiscila nella tua mente. Ricordati di tenere il pugno stretto, anche se il vetro ti ferisce e la sabbia graffia e brucia.
    Qui aumentava la difficoltà, visto che concentrarsi con il dolore di mezzo non era facile... ma anche qui c'era un trucco: invece di dimenticare il dolore, bisognava concentrarsi su di esso e usarlo come tramite per avere una concentrazione ancora maggiore.
    Poi visualizza l'immagine mentale, proprio come hai fatto prima, solo che ora devi immaginare la sabbia che scorre nella clessidra. Se riuscirai in questo, allora potrai passare alla fase finale. Sempre che tu ne sia capace.
    Il russo la pungolò nell'orgoglio, solo così poteva spingerla a dare il massimo. Quindi si tirò su e incrociò nuovamente le braccia, così da assistere a questa nuovissima prova. Chissà se Alison aveva davvero le abilità per raggiungere un tale stato di concentrazione... necessario per diventare una cosa sola con la sabbia.



    Una cosa: a fine post tieni gli occhi chiusi :3
     
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    Accigliò lo sguardo cercando di fulminarlo mentalmente. Quello che aveva appena fatto era solo un addestramento..lei non ha bisogno di addestramenti. Alison è il tipo di persona che salta i tutorial nei videogiochi. Qualunque esso sia, non c'è da perdere tempo con cose troppo facili o noiose. Fece finta di niente, si rilassò..non era sicura che fosse una trappola e scorgendo il volto di Dimitriy non era in grado di comprendere cosa gli passava per la testa o le sue vere intenzioni, se ce n'erano. Inarcò perplessa il sopracciglio sinistro quando il suo superiore le disse di dover ora rompere la clessidra, stringendola per bene nel pugno. Doveva cancellare dalla realtà la clessidra..però tornare a immaginarla nella mente. In pratica doveva rifare la stessa cosa di prima solo rompendo l'oggetto. Doveva ammetterlo, aver fatto prima la preparazione le avrebbe reso le cose più facili.
    Spero non si stia prendendo gioco di me..o lo ammazzo - osservò per bene la clessidra, il tempo necessario per ricordarne bene la figura. L'afferrò con la destra, se la sistemò bene al centro del palmo e strette forte, sufficiente a romperla. Con gli occhi chiusi cercò di immaginare nuovamente la figura. Una piccola smorfia segnò il volto per un secondo, si era inevitabilmente tagliata. I nervi lungo il braccio erano fastidiosi, mentre la giovane continuava a stringere l'oggetto..l'idea di sanguinare la innervosiva. A tal punto che l'immagine visualizzata fu riempita da un fiume immaginario di sangue, respirò profondamente come reazione al fastidio. Cercò di calmarsi, fece finta che quella fosse acqua e che la clessidra fosse impermeabile..sarebbe durato poco quel raro momento. Arrivo al punto di visualizzare la clessidra priva di ogni liquido attorno, quello era scivolato e per un attimo si era dimenticata del dolore alla mano. Forse non era proprio ciò che il biondo si poteva immaginare o aspettare, ma magari la strada scelta, inconsciamente, da Alison poteva portarla comunque al traguardo. Il viso era completamente rilassato, la bocca serrata così come gli occhi. Pian piano tutto ciò che stava attorno a lei scompariva, rimaneva solo la clessidra e la sua sabbia muoversi all'interno. Anche il suono, per quel brevissimo momento, sembrò azzerarsi del tutto. Ma non poteva durare a lungo, l'orgoglio messo a prova avrebbe rischiato di accelerare tutto e di passare, come da un lato all'altro, oltre il punto centrale di concentrazione. Dimitriy, evidentemente, stava cercando allo stesso tempo di insegnarle un trucco per imparare a concentrarsi..a quale scopo poi. La giovane non desiderava molto, solo poter scoprire la natura della sabbia, inoltre il suo stile di combattimento non prevede l'uso di concentrazione..o almeno non tanto quanto altri. Male non faceva, però non le era necessario..almeno lei credeva così. Stava commettendo un errore. Se n'era accorta, ma era decisamente difficile modificare le immagini create, alcune erano così insistenti e incollate che c'era bisogno di uno stimolo drastico per far sparire tutto. La sabbia non scorreva come in una normale clessidra, anzi..vedeva la sabbia muoversi su se stessa, come il ciclo dell'acqua che bolle. Rilasciò piano i frammenti, per poi tornare a stringere. Avvertire un'intensità incostante del dolore fu sufficiente a spezzare l'immagine fissa prodotta. Sentiva quel poco sangue fuoriuscire lentamente, goccia dopo goccia. Granello dopo granello. Come per magia, l'immagine fu totalmente diversa, radicalmente..come prima, solo che la sabbia era cambiata, essa scorreva normalmente, come in una qualsiasi clessidra comune. Come in quella clessidra. E ora? Quanto ancora?

    Stato Mentale: Normale - ...
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    Nel momento esatto in cui Alison chiuse gli occhi, la vera magia iniziò a muoversi e ovviamente lei si perse tutto lo spettacolo. Non appena la clessidra andrò in pezzi, come era ovvio che fosse la sabbia iniziò a colare dal palmo della mano, mischiandosi al sangue che iniziò a scorrere anche abbastanza copiosamente. Sembrava tutto normale, almeno finché il flusso di sangue e sabbia non si fermò a mezz'aria, prendendo immediatamente la via del ritorno. Una sorta di bolla di stasi avvolse la mano, facendo tornare il sangue al suo posto e cancellando dalla realtà ogni frammento della clessidra... conservando tuttavia la sabbia.
    I granelli infatti iniziarono a vorticare intorno alla mano, per poi ampliare il loro viaggio turbinando intorno all'intero corpo della ragazza. Era strano però, visto che non vi era neanche un filo di vento, ma la rena sembrava sospinta da uno di quei tipici mulinelli che si sviluppavano nelle zone desertiche. Un istante dopo però, ogni granello iniziò a brillare sempre più intensamente, generando una luce che probabilmente avrebbe percepito anche lei, nonostante gli occhi chiusi. Infine la sabbia si fece ancora più fine, divenne polvere... poi la reazione: nella nebulosa si generavano diverse esplosioni, le quali a loro volta davano vita a una serie di lampi accecanti. Dimitriy si coprì il viso, davvero sorpreso da una tale forma.
    Bene, questa è la tua abilità con la sabbia. Sembra molto utile come diversivo, ti conviene studiare una pratica attivazione.
    Spiegò il biondo, constatando come quella tecnica si abbinasse perfettamente alla lottatrice: era imprevedibile, proprio come lei. Stranamente però non aveva assunto una forma prettamente offensiva, ma forse era un bene.
    Sei soddisfatta?
    Domandò poi il russo, che ancora non aveva accettato il danno precedente... però doveva ammettere che era stata brava. Inoltre la meditazione poteva tornarle utile, ma probabilmente ancora non se ne rendeva conto.

     
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    Sentì qualcosa di strano alla mano. Nonostante avesse gli occhi chiusi percepiva qualcosa di luminoso. Aprì lentamente gli occhi e..anche se molti si sarebbero aspettati una reazione diversa, la giovane rimase immobile, con la bocca aperta piena di sorpresa. Era affascinata da ciò che stava vedendo. Erano come tante stelle luminose, stranamente non le provocavano alcun fastidio o bruciore agli occhi, per cui continuò ad osservarle. Si sollevò piano piano, era la stessa identica situazione dell'altra volta. Il giorno in cui ricevette in dono la clessidra, qualcosa di manifesto allo stesso identico modo. La sabbia vorticava attorno a lei, sospesa, tenuta in aria anche senza presenza del vento. Poi, come tante esplosioni, i granelli collidevano tra loro loro generando scintille luminose. Lo stesso Dimitriy fu costretto a proteggere gli occhi, la bionda non poteva conoscerne i veri effetti, quanta intensità c'era in quelle luci. Poteva solo intuirlo dalla reazione altrui. Sorrise emozionata, ma si trattenne..non era la prima volta, bensì la seconda e stavolta aveva compreso come sfruttare la sabbia. Non c'erano più segreti, sentiva fluire l'energia che le permetteva di far uscire la sabbia. Era come se avesse acquisito un nuovo muscolo da muovere, un nuovo braccio con cui sferrare un pugno. La giovane doveva soltanto calmarsi, scendere sotto la normale soglia..da lì la sabbia si sarebbe generata. Successivamente, come stesse incrementando il livello di adrenalina, tutti i granelli avrebbero cominciato a muoversi e tremare, non tanto..impercettibilmente. Poi con l'aiuto di un colpo o semplicemente l'aumento eccessivo di adrenalina, avrebbe prodotto la reazione. Insomma..era come passare dall'autocontrollo alla perdita. Prima si creava la sabbia con la calma, poi la si faceva esplodere. Interessante, degno di lei, rispecchiava la sua natura. Quando tutto è calmo ma freme per andare avanti, non stare fermi..poi, accumulazione sufficiente, esplosione imminente e via coi fuochi d'artificio. Per questo la giovane non mostrò la sua emozione. Espirò profondamente..chiuse gli occhi per un momento.
    "Ho capito come funziona" - disse, aprì gli occhi guardandolo. Dimitriy avrebbe potuto benissimo notare la sabbia riemergere dal nulla, come se avesse usato un ingrandimento ottico.
    "Osserva quanto sono bella!" - esclamò, i granelli si illuminarono uno a uno velocemente, troppo per qualsiasi reazione. La luce esplose ancora invadendo tutta la stanza. Non era un'abilità offensiva, come aveva sottolineato il biondo, si trattava di qualcosa di tattico. La giovane non stava riproducendo la tecnica per divertimento, aveva un piano in mente..come l'altro, nemmeno lei si era dimenticato di ciò che era successo, di ciò che aveva combinato. Sorrise, scattò a riprendere le Ember Celica poggiate sul tavolo e fuggì in fretta da garage ridendo. Non voleva subire punizioni, non in quel momento almeno. Non voleva fare altro, nessun lavoro, niente di niente..era stato un incidente e temeva che finito il corso accelerato di yoga l'assassino le avrebbe detto cosa avrebbe dovuto fare per riparare all'errore.
    Col cazzo! - peccato che non sarebbe durato molto..o meglio, prima o poi l'avrebbe rivisto e non era nemmeno detto che avrebbe ricevuto una punizione o qualcosa di simile. Suonava divertente, tutto qui. Stava solo terminando col botto, come sempre..ha ragione quello ha definirla imprevedibile, come molti. In molte occasioni è sempre sembrata una stupida o una che si fa trascinare dalle emozioni infuocate, eppure, in realtà, aveva ben altro da nascondere. Emergeva in lei, ogni tanto, una nota di furbizia e intelligenza..sufficienti a capovolgere varie situazioni, un po' come quella.

    Stato Mentale: Normale - La sabbia non ha più segreti per me!
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    Ogni tanto era bello dare alle persone un'altra possibilità, soprattutto facendole credere di aver ottenuto una vittoria ma che in realtà si trattava di una gentile concessione. Anche se non usava lo sguardo, Dimitriy sapeva benissimo dove fosse la biondina... e sapeva anche dove si trovava Umibozu, oltre al numero di persone che affollavano la tavola calda al piano superiore. Il ragazzo però non la riacchiappò, alla fine era riuscita a fare della meditazione e ciò diminuiva un pochino la sua punizione, anche se aveva ancora delle cose di cui rispondere. Aveva però dimostrato dell'impegno, il che faceva salire nuovamente le sue quotazioni.
    Sei troppo morbido con lei.
    La voce del gigante di colore risultò ovattata, visto che aveva la testa dentro il cofano del furgone.
    Non ti starai rammollendo?
    Domandò poi, facendo sorridere il biondo assassino. Era vero, forse non era stato davvero severo e abbastanza duro, ma quando vedeva del potenziale... beh, non poteva fare a meno di essere curioso, evitando di stroncare una carriera promettente.
    No, sono solo curioso. Voglio vedere fino a dove può arrivare... e allo stesso tempo, voglio sfruttare quel potenziale fino a quando mi sarà possibile.
    Sapeva che prima o poi la loro alleanza sarebbe giunta al termine, un giorno la lealtà di Alison verso la Gilda avrebbe iniziato a vacillare... quindi bisognava sfruttare quel tempo per addestrarla e renderla una preziosa alleata. L'armadio rise, ma quando lo fece Dimitriy era già sparito: doveva incontrare una certa persona... il prima possibile.

     
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