Avventure Impreviste

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  1. _MajinZ_
     
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    Esistono molti modi per poter mandare avanti un'organizzazione criminale, metodi più o meno semplici che la fanno somigliare in tutto e per tutto alla gestione di un'azienda. La mossa più semplice ma allo stesso tempo peggiore, è quella di ammazzare ogni avversario, facendosi però un pessimo nome e portando i guadagni a zero: rimpiazzare ogni volta i morti è una pratica parecchio dispendiosa. Ecco perché servono introiti provenienti da varie attività, come il classico commercio di droga o di armi, con la prostituzione o il gioco d'azzardo. Infine esiste la pratica più sicura, ovvero fornire protezione e farsi pagare di conseguenza.
    Grazie a ciò si riusciva a tenere buoni i commercianti, fornendo tassi vantaggiosi per entrambi, e in più si ha un flusso costante in entrata di denaro. In questo modo ogni pedina è importante, ma fondamentale è che tutti paghino allo stesso modo: i furbi fanno male all'economia, uno che la fa franca è in grado di far marcire l'intero sistema. Per questo è necessario rispondere loro col pugno di ferro, andando di persona a riscuotere la quota e far capire quanto sia sbagliato quel modo di ricambiare l'aiuto fornito. Purtroppo non è un lavoro da tutti, per farlo serve una propensione alla rissa e una grande facilità nel perdere la pazienza. Insomma, sembra il lavoro fatto apposta per quella tipa tutta pepe di Alison Jin Long.
    Questa volta infatti tocca a lei fare le cose losche e, stranamente, Dimitriy non le ha fatto troppe raccomandazioni, fornendole semplicemente una lista di locali da visitare. Tra essi figurano una stazione di servizio, un ristorante, una lavanderia e... un sexy shop. Prima di tutto però c'è la lavanderia, quindi la giovane è diretta li. Il locale non sembra male, anzi, lo stile è parecchio moderno. Fuori si nota l'ampia vetrina, oltre la zona lavatrici e accanto il bancone con tanto di commessa: il capo non si vede. Bisogna parlare con lui per la quota, quindi forse è il caso di farlo chiamare. L'attività comunque sembra sgombra al momento, a parte altre due persone, un uomo e una donna, oltre alla commessa.

     
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    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Una volta accompagnò un membro degli Eversori per far riscuotere del denaro da un'officina. La stessa cui poco dopo andò lei a far visita sotto consiglio del suo superiore. Non era stata incaricata per quella missione per un semplice motivo: nessuno aveva opposto resistenza, chiunque, finora, si era comportato bene e non aveva cercato di fregarli. Alison non ci pensò davvero su quando le fu chiesto di andare di persona a fare un sopralluogo. La bionda non si chiese se fosse giusto o sbagliato, gli Eversori avevano offerto ad alcuni i mezzi necessari per aprire le loro attività, in cambio veniva chiesto..anzi, preteso, una percentuale dei guadagni. La stessa cosa valeva anche per lei, se ci si pensa bene. La giovane picchiaduro prestava il suo servizio alla gilda in cambio di molte comodità. Non era costretta a cercare un lavoro, aveva sempre una paga fissa, un tetto alternativo, una sorta di protezione e la possibilità di dedicarsi alla ricerca dei suoi obiettivi e ad una revisione continua della sua moto e delle sue armi. Fantastico, no? Il prezzo era il servizio fisso a vita, essere disponibili per qualsiasi cosa..ed alcuni sfruttavano questo per rendersi davvero odiosi.

    Luogo: Bloodrunner - Strade Comuni



    La porta del garage si aprì, il rumore del motore si attenuò particolarmente. Bumblebee sfrecciò fuori tutta contenta, come un cane che non vede l'ora di fare la passeggiata col proprio padrone. Dunque, si diceva..alla fine era stata chiamata lei, questo significava che si trattava di qualcuno che non aveva effettuato il pagamento entro il tempo previsto o qualcosa del genere. Erano richiesti i suoi pugni, Dimitriy la conosceva per cui si aspettava qualcosa del genere..non è il tipo di persona che affida incarichi a persone non idonee, la ragione deve essere per forza quella. Aveva avuto l'indirizzo e tutte le indicazioni possibili per arrivarci, oltre che inutili, lei conosceva perfettamente il Bloodrunner. Ogni cosa che non salta come un fungo dal nulla, lei ne conosce la posizione..più o meno.

    Luogo: Bloodrunner - Lavanderia Omino Bianco



    In breve tempo arrivo a destinazione, rallentò e si fermò. Non smontò subito, si guardò intorno per vedere se vi era un parcheggio nei dintorni o dove potesse piazzare il mezzo. Non era da escludere un possibile inseguimento, quindi preferì tenerla il più vicino possibile. Agganciò il casco alla moto e si avviò verso l'entrata a testa alta e pronta. Non aveva la minima idea di come doveva approcciarsi, inoltre vi era la possibilità che il tanto ricercato furbetto si fosse nascosto o fosse fuggito altrove, non avevano sue notizie. Sbuffò, questo è il genere di persone che la fanno incazzare, codardi che preferiscono nascondersi piuttosto che affrontare la realtà o le loro responsabilità. Se lei doveva mettersi a giocare a nascondino..è il caso che quello non si faccia proprio vedere per sempre, altrimenti ne prenderà davvero tante.

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    Stato Mentale: Normale - Bene bene, cosa abbiamo qui?
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%
    Armi: Ember Celica - Colpi: 12 + 12
     
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  3. _MajinZ_
     
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    La lavanderia a gettoni “Omino Bianco” ti accoglie con la classica musichetta presente in quel tipo di locali, un jingle discreto che non da nessun fastidio e rende rilassante la permanenza tra le lavatrici. Ne conti una decina. Apri la porta e quella tintinna al tuo passaggio, annunciando a tutti il tuo arrivo... e in un istante le poche presenze all'interno della lavanderia, fanno convergere i loro sguardi su di te. In effetti non sembri la classica cliente, non hai nemmeno la cesta con i panni sporchi e ciò ti rende subito sospetta. La commessa ti fissa e all'inizio la sua espressione non è per nulla felice: forse già immagina il motivo della tua presenza.
    Salve, cosa posso fare per lei?
    Domanda con un sorriso finto la signorina, bionda ma con i capelli a caschetto. Allo stesso tempo però sento lo sguardo degli altri due inquadrarti... l'altra ragazza lo fa a intermittenza, mentre sistema la zona detersivi, mentre il ragazzo palestrato ti fissa senza nascondersi. Ti fa quasi schifo, viste le zone in cui punta gli occhi. Il clima non è dei migliori, ti senti osservata e lentamente la situazione inizia a farsi davvero pesante. Hai quasi voglia di riscuotere e andartene il prima possibile.
    Jaina, quella consegna...
    In quel momento la porta alle spalle della commessa si apre, mostrandoti un tizio grassoccio in giacca e cravatta, con una cicatrice sotto il naso. E' lui il titolare, Dimitriy te ne ha parlato. Proprio come la commessa, anche il capo ti guarda nel suo stesso modo... mi sa che anche lui ha capito. Di certo non si aspettava che ci fosse qualcuno e la cosa lo infastidisce davvero.
    Oh, non sapevo ci fosse un cliente: sbriga prima questa faccenda allora.
    Il furbetto prova comunque a fare finta di niente, mentre sparisce nuovamente sul retro e lo fa con una certa fretta. Devi parlare con lui, no? E se magari se la sta dando a gambe? Ma forse no, dai: ha semplicemente del lavoro da fare. Se chiedi di incontrarlo, di sicuro non rifiuterà di parlare con te. Non ha nulla di sospetto. No.

     
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    Al centro



    Luogo: Bloodrunner - Lavanderia Omino Bianco



    Un'entrata più che tranquilla, eccetto per i trovi sguardi indiscreti. La bionda non è stupida, anzi..conosce bene il modo di fare di molti individui del suo stesso sesso. Si piazzò all'entrata osservando per bene l'interno ed evitando di guardare la stessa persona per troppo tempo. Il suo falso innocente sorriso serbava la possibilità di rompere la faccia a qualcuno. In totale vi erano tre persone: una donna intenta a sistemare alcuni detersivi e robe simili, ogni tanto di volta, quasi in continuazione; un ragazzo palestrato che, privo di qualsivoglia vergogna, rimase a fissarla tutto il tempo..e non solo in volto. La giovane non si distrae e continua a mantenere la stessa beata espressione. L'ultima è la commessa che provò a interagire per cortesia.
    Bene bene, sanno già chi sono? - la commessa la salutò e le chiese cosa potesse fare per lei. La bionda la squadrò, la fissò dritto negli occhi, inclinò leggermente la testa in obliquo e dopo un sorriso leggermente più allargato fu pronta a rispondere. Se non che qualcuno la interruppe all'improvviso. Eccolo. Il proprietario, Dimitriy le aveva parlato di lui, spiegato per bene chi fosse il suo bersaglio. Stava cominciando a parlare di una qualche consegna, probabilmente nulla di rilevante, Alison ignorò, aveva già il chiodo fisso. Doveva scambiare quattro parole con lui..e tutti sanno cosa siano le parole per la giovane. Doveva usare le maniere forti fin da subito, per instillare un po' di terrore così che la situazione non si ripetesse e lei non venisse richiamata nuovamente. Certo..da una parte era un'esperienza divertente per lei, ma dall'altra era costretta a interrompere ogni sua faccenda personale. L'uomo la notò, si fermò subito e diede, in qualche modo, la precedenza a me per poi filarsela nella porta addetta al solo staff.
    Mi sta scappando, di già? - riprese l'attenzione sulla commessa. Una donna bionda coi capelli a caschetto. Si avvicinò al banco, diede un'altra occhiata ai due presenti voltandosi e senza scomporsi troppo.
    "Vorrei parlare con il proprietario" - disse con innaturale tranquillità, nel suo interno ferveva d'adrenalina, presto avrebbe potuto mettere le mani addosso a qualcuno senza doversi preoccupare delle conseguenze, anzi..i suoi modi di fare erano ben accetti, altrimenti non sarebbe stata convocata per svolgere questo compito. Doveva per forza essere qualcosa che potesse fare lei a suo modo, non sarebbe da sola sennò. Dopo aver detto ciò, non si curò della risposta, non si curò di qualunque tentativo di fermarla..i suoi passi tranquilli, privi di nervoso o esitazione, l'avrebbero condotta verso la porta usufruita dal robusto proprietario.
    Fate i bravi o vi dovrò punire - pensò e le sue azioni sarebbero state tali, non permetteva intromissioni, altrimenti non ci avrebbe pensato due volte a montare le armi e a far fuoco. Anche a costo di distruggere la lavanderia avrebbe terminato la sua missione. Manco fosse ad una sfilata di moda, si sentì al centro dell'attenzione, decisamente molto eccitante per lei. Che non si fraintenda..le piace stare al centro dell'attenzione, ma allo stesso tempo odia gli sguardi indiscreti.

    Stato Mentale: Normale - Facciamo che io passo, in ogni caso
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%
    Armi: Ember Celica - Colpi: 12 + 12
     
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  5. _MajinZ_
     
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    Quando esponi le tue intenzioni, all'interno del locale cala il silenzio. La commessa ora è palesemente infastidita, ma forse non è solo colpa tua: il suo capo l'ha lasciata in mezzo alla merda, chiunque sarebbe infastidito da ciò. Lo sguardo di lei si posa per un attimo sull'energumeno, prima di tornare da te. Non sa bene che fare, ma cerca comunque di darsi un contegno nonostante l'evidente disagio.
    Come ha visto il direttore al momento è impegnato, ma può lasciar detto a me... riferirò in seguito, a fine turno.
    Un altro sorriso finto, ma proprio in quel momento il tizio palestrato si alza e ti si affianca vicino al bancone. E' molto più alto di te, probabilmente supera senza fatica il metro e novanta, ma se ciò non è già abbastanza, il suo fisico statuario fa davvero paura. Appoggia la manona sul bancone, quindi ti guarda dall'alto verso il basso con aria superiore.
    E sentiamo, di cosa vorresti parlare con lui?
    Ormai è palese che anche lui ha qualcosa a che fare con il marcio della situazione e il suo volto serio non ti fa presagire niente di buono. Ti stanno ostacolando, è evidente, quindi capisci che con le buone non riuscirai mai a parlare col panzone, devi inventarti qualcosa per farlo e lo devi fare alla svelta. O magari chi lo sa, l'uomo ti sta aspettando... ma no, conosci l'ambiente e sai che una cosa del genere è parecchio difficile.
    Come vedi è impegnato, ti conviene tornare più tardi. E' un consiglio, fidati.
    Il colosso sorride, sicuro delle sua capacità. Sei una ragazzina, ai suoi occhi vali meno di zero, ma proprio questo ti mette in una posizione di vantaggio nei suoi confronti... non si aspetta nulla. Ma forse dovrebbe, solo che i muscoli ormai gli hanno strizzato anche il cervello.

     
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    Consigli



    Luogo: Bloodrunner - Lavanderia Omino Bianco



    Più tardi? - non volevano farla passare, quel tipo le si era piazzato davanti e cercava di intimorirla. La conoscete ormai Alison, no? Intanto non si fa intimorire da nessuno, almeno non a parole. Poi..c'è una cosa che non sopporta, ormai diventa ridondante ripeterlo: l'attesa. Quelli stavano prendendo tempo per il proprietario. Lei stava aspettando, impaziente, per niente. Insomma, se gli serviva un vantaggio ora lo aveva avuto. Non sospettava minimamente dei possibili pericoli, non credeva ci fosse qualcuno tra loro abile quanto lei, se loro la consideravano zero, per lei erano al di sotto. Non ci sarebbe voluto nemmeno l'impegno.
    Consiglio? - ripeté in mente le parole più irritanti, un bamboccio che crede di poterle dare consigli? Specie di quel genere, cos'è? La stava forse minacciando? Nessuno può minacciarla..o meglio, c'è chi può, ma non in questo modo. Non aveva nulla da perdere con loro, nemmeno il tempo. Dunque non aveva senso accettare le loro condizioni e, magari, fare pure come dicevano loro. Non si fa comandare a bacchetta senza guadagno..strano, questo lato morale pare comune con qualcosa o una gilda.
    "Capisco, dev'essere molto occupato.." - disse abbassando lo sguardo. Chiunque la conosceva sapeva fin troppo bene cosa aveva in mente e cosa stava per fare. Si voltò lentamente, i capelli d'oro, mossi dal movimento, si pararono con suggestione ai lati degli occhi, nascondendoli ai presenti. Il suo sguardo invisibile era ricco di adrenalina, si era caricata a tal punto che per lei era come in una corsa di cani. Uno sparo di pistola e tutti corrono come pazzi per vincere e guadagnarsi i vari premi. Non si fermò al mezzo giro, quello fu semplicemente per preparare l'Ember Celica destra, poi la sinistra. Continuò procedendo con un giro completo. Avrebbe quindi steso entrambe le braccia colpendo il ragazzo con un paio di pugni particolari, allineati e non uniti, ricchi di una potenza in grado di far volare via qualsiasi cosa. Un colpo devastante che non avrebbe lasciato spazio alla reazione, l'effetto a sorpresa le avrebbe dato un tocco di efficacia in più. Se fosse andato in porto così facilmente, sarebbe stato una sorta di messaggio per le altre due a non ficcare il naso e a farsi gli affari propri. Nessuno la fa aspettare, se ti trovi un muro a impedirti il passaggio..basta distruggerlo a pugni! Quasi perfetto come motto per Alison.
    "Io ho la priorità" - avrebbe detto, quindi, con un'espressione totalmente diversa. Niente sorrisini, niente facce angeliche o innocenti. Serietà, niente cazzate, uno sguardo ad una e poi all'altra, tuonandole.
    "Non provateci, è un consiglio, fidati" - avrebbe detto usando le sue stesse parole, riferito a chiunque lì dentro. Non avrebbe esitato a fare fuoco anche sugli altri se solo avessero mostrato opposizione. Bastava davvero poco. Se ognuno fosse rimasto al proprio posto, avrebbe proseguito per la porta dov'era andato il proprietario, scavalcando il corpo del tipo e aumentando il passo. Chissà cosa c'era dietro la porta o forse doveva prima preoccuparsi degli altri?

    Stato Mentale: Normale - Avete capito chi avete davanti?
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 90%
    Armi: Ember Celica - Colpi: 11 + 11
    Attive:
    CITAZIONE
    Nome: Stellar Impact
    Tipologia: Offensiva
    Raggio: Melee
    Descrizione: Attraverso le Ember Celica e ad una distanza ridotta dall'avversario, Alison colpirà il nemico con un particolare pugno devastante. Stenderà per bene il braccio e resterà in quella posizione fino allo sparo automatico, il colpo generato sarà in grado di respingere ulteriormente il bersaglio facendolo letteralmente volare via, nel caso in cui si tratti di un montante, o semplicemente di farlo slittare a buona distanza da lei. Una variante permette ad Alison di eseguire un colpo mirato verso un'arma, o un oggetto avversario, con l'intenzione concreta di disarmarlo e portarlo in una condizione di parità.
    [Consumo: Medio - Danno Fisico: Medio - Raggio: 7 metri][Consumo: Basso][Medio]
     
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  7. _MajinZ_
     
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    Attimi di silenzio... poi il botto. L'energumeno vola via, all'indietro, come scagliato da una catapulta e finisce con il diventare un amico intimo delle panche dietro di lui. La tipa intenta a riordinare gli scaffali fa un urlo per lo spavento, mentre l'altra rimane con le mani a mezz'aria e un'espressione parecchio stupita. Tutto è successo così all'improvviso e quasi non si è resa conto di nulla, rimanendo interdetta dalla brusca accelerazione degli eventi. Ora è talmente impaurita che non ha la forza di impedirti di avanzare, si limita a farsi da parte.
    I-il direttore la sta aspettando.
    La ragazza cambia totalmente registro, mentre l'altra si avvicina al colosso per controllare come sta... quello si sta riprendendo in qualche modo, ma sembra parecchio intontito e impossibilitato a rispondere al fuoco. Almeno per il momento. Prosegui quindi verso la porta e quando abbassi la maniglia per entrare, ecco che accade qualcosa di imprevisto. Sposti la porta e ti ritrovi davanti il direttore... che ti spruzza qualcosa sul volto tramite una bomboletta: si tratta di un gesto totalmente inaspettato, a cui non puoi reagire. Ti senti immediatamente debole, hai sonno, barcolli... e poi un colpo dietro la nuca ti fa cadere a terra.
    C-capo..!
    L'energumeno ti ha attaccato, vedi il suo viso appannato mentre ti accasci... i suoni si fanno ovattati: stai perdendo conoscenza.
    Siamo nella merda!
    Aggiunge la commessa, mettendosi le mani nei capelli.
    Calmi. Caricate anche lei e partiamo.
    Le parole del tizio sono le ultime che senti, poi buio, cadi nel mondo dei sogni.

    Ti svegli dopo un po', ma non hai idea di quanto tempo sia passato. Lentamente riapri gli occhi ed è la penombra ad accoglierti... ti serve qualche minuto per abituarti alla poca luce. La prima cosa che noti sono almeno altre dieci ragazze, tutte sveglie e tutte giovani proprio come te. Siete rinchiuse in una specie di stanza bianca che però si muove, quindi capisci subito di trovarti all'interno del rimorchio di un camion, visto che le dimensioni sono sicuramente maggiori del retro di un furgone. Dove stai andando non puoi saperlo, ma hai un brutto presentimento.
    Ti sei svegliata. Hai dormito per almeno tre ore... io sono Wendy, piacere.
    La voce proviene dalla ragazza di fianco a te, una tipa piccolina, con i capelli lunghi neri e gli occhiali, dietro i quali vedi un paio di occhi verdi e vispi. Anche se la situazione è palesemente critica, lei ti sorride in modo caloroso e dolce. Proprio in quel momento il mezzo si ferma, il motore si spegne e le vibrazioni cessano.
    Vedrai, andrà tutto bene.
    Prova a rassicurarti con fare materno, così come fa con il resto delle ragazze. Alcune piangono, altre tremano e quasi tutte pensano al peggio. Ma non lei, Wendy continua a restare calma... sorride ancora, ma questa volta esso svanisce subito: anche lei è molto spaventata. Ora noti comunque che i tuoi polsi sono liberi... qualcuno ti ha sfilato le Ember Celica. Ora si che siete davvero nella merda.

     
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    Caccia cani



    Luogo: Bloodrunner - Lavanderia Omino Bianco



    La sua testardaggine e la poca premura l'ha portò a quell'evento drammatico. Non poteva saperlo e chiunque al suo posto avrebbe agito in quel modo..cosa ne sapeva lei che stesse preparando un attacco a sorpresa? Effettivamente era sembrato molto calmo e serio, specie rispetto ad altri. Appena fece fuoco fece dilagare il panico tra le donne, non cercarono di ostacolarla e subito le diedero il via libera, facile facile. La giovane sorrise compiaciuta, quando le cose andavano bene e proseguivano a velocità sostenuta, in lei ritornava la calma. Riattivò i meccanismi delle Ember Celica. Accompagnati da rumori metallici, i guanti tornarono in forma bracciale. La bionda non si fermò, non esitò, non ebbe alcun timore..non si sarebbe mai aspettata un agguato, credeva che le cose sarebbe andate come al solito. Gli uomini tentare di fuggire, lei inseguirli, acchiapparli, riempirgli di botte e ottenere ciò di cui aveva bisogno. Il classico, insomma. Alison aprì la porta, fece appena in tempo a sollevare lo sguardo che sentì un odore fastidioso: il proprietario le aveva usato contro una bomboletta dal contenuto sinistro. Inarcò le sopracciglia indietreggiando. Sbatté più volte le palpebre.
    "Ma che..?" - inclinò la testa accorgendosi che i suoi sensi erano stati compromessi. Cominciava a sentirsi debole e un forte sonno sembrava sul punto di prendere il sopravvento all'improvviso. Averti la sensazione antecedente allo sbadiglio. Poi un colpo, i sensi intontiti non le registrarono il dolore effettivo, fatto sta che fu lo stesso efficacie. Inevitabilmente cadde a terra, mentre tutto sprofondava piano piano nell'oscurità.
    "Uh.." - la guancia si appoggiò al pavimento freddo. Cercò di reagire come poté, ma tra ciò che le avevano tirato addosso e il colpo inaspettato alla nuca, non c'era molto che potesse fare. Udì le ultime parole, niente di buono..sembravano intenzionati a montarla su un furgone.
    "No.." - tentò di protestare inutilmente con la voce flebile che si ritrovo. Lei stessa non riuscì a sentirsi, avvertì solo le sue corde vocali vibrare. L'immagine del proprietario, poi buio.

    Luogo: ???



    "Uh..ah.." - riaprì lentamente gli occhi lamentando l'ormai lontano dolore alla testa. Si trovava all'interno di un mezzo a motore. Le pareti bianche omogenee facevano credere di trovarsi in una sala d'isolamento di un manicomio. Peccato non fosse legata e di non trovarsi sola. Insieme a lei vi erano altre ragazze. Non richiese nemmeno tempo per riprendersi che, oltre ad una terribile sensazione, percepì una grande tristezza mista a paura nell'aria. Le ragazze parevano spaventate e disperate. Alcune piangevano, altre confortavano con la medesima espressione. Alcune fissavano un punto vuoto sotto di loro con uno sguardo spento e vuoto.
    Merda..dove mi trovo? - si chiese inutilmente, non era certa ma bastava davvero poco a intuirlo. Qualcuno presso lì parlò, era rivolta a lei: una giovane ragazza dai lunghi capelli neri, occhialuta con occhi verdi. Pareva più piccola di lei, almeno fisicamente. Alison si voltò guardandola prima dall'alto al basso, come per cercare di capire chi avesse di fronte. Disse di chiamarsi Wendy e che lei aveva dormito almeno tre ore.
    "Alison, Alison Jin Long" - rispose senza mostrare il minimo entusiasmo. Il nome ha un significato importante per la bionda, quando le veniva chiesto non poteva rifiutarsi a comunicarlo..tutti dovevano sapere chi era e dovevano ricordarsi di lei. Un'esaltazione di se stessa del tutto passabile. Cercò di rassicurarla, la picchiaduro era confusa. Tornò a guardare il resto e realizzò di essere finita in una terribile situazione..specie quando diede un occhio ai suoi polsi. Non aveva le Ember Celica. Si guardò intorno a lei, nei pressi del suo posto..un po' più lontano, niente. Qualcuno doveva essersi preoccupato di renderla inoffensiva. Proprio male..senza le Ember Celica la giovane non poteva fare molto. Era preoccupata e, in piccola parte, timorosa..però non si lasciò prendere la panico, non ne aveva il motivo. Non possedeva tutte le informazioni e fintanto che non accadeva nulla di concreto, si riteneva al sicuro. Tutto si fermò, vibrazione e movimento compreso..a breve avrebbe capito di più. Era stata rapita, non c'erano dubbi..da chi, poteva ipotizzarlo, perché? Era una domanda trascurabile, per cosa? Stava per scoprirlo.

    Stato Mentale: Normale - Mi hanno rapita..bastardi
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  9. _MajinZ_
     
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    Un rumore metallico annuncia l'apertura delle porte del rimorchio, lasciando che la luce cancelli la penombra... e ciò causa a tutti un certo fastidio, costringendovi a chiudere gli occhi per qualche istante, almeno fino ad abituarsi al cambio di luminosità. Una coppia di uomini armati vi si para davanti, imbracciano dei fucili d'assalto e indossano un'uniforme grigia, con tanto di elmetto e passamontagna. Vi fanno cenno di scendere e lentamente saltate giù dal rimorchio, ritrovandosi in quello che pare un ampio piazzale recintato... oltre la rete vedete delle paludi e una rigogliosa foresta pluviale. Oltre ad altre guardie, per te Alison c'è anche un viso familiare: il titolare dell'Omino Bianco che regge una scatola metallica tra le mani. E sorride.
    Capisci subito che di scappare al momento non se ne parla, inoltre anche fare altri tipi di azioni inconsulte non è consigliabile: quelle armi sono tutte vere. Venite quindi raggruppate e condotte verso un edificio completamente bianco, in direzione di un grosso cancello che si apre, mostrandovi un grosso ascensore che, non appena ci salite sopra, inizia una lunga discesa verso il basso... mentre le luci elettriche illuminano i vostri volti a intermittenza. Arrivate infine a destinazione dopo cinque minuti di discesa, a questo punto il tizio grassoccio prende una direzione insieme ad alcune persone con indosso dei camici bianchi, mentre voi venite condotte in un'altra area sempre sotto la minaccia delle armi. Alcune ragazze provano a chiede spiegazioni, ma non ricevono nessuna risposta.
    Raggiungete infine un'area detentiva, con varie celle numerate e a quel punto venite divise in coppie... tu finisci insieme a Wendy nella cella numero due. All'interno ci sono due letti e sulla parete laterale un gabinetto e un lavandino. Accanto a entrambe le brandine ci sono degli strani macchinari, ma non capisci a cosa servano. Qualche secondo dopo lo schermo sulla parete opposta rispetto al cesso si accende, mostrando una donna dai capelli rossi e gli occhiali. Indossa anche lei un camice, ma non sai dire se si tratti di una dottoressa.
    Ben arrivate ragazze.
    La sua voce è sgradevole, resa ancora più brutta dalla distorsione degli altoparlanti.
    Siete qui perché scelte per affrontare alcuni innocui esperimenti... quindi non abbiate paura e state calme, non appena i test finiranno, tornerete dalle vostre famiglie. Non preoccupatevi, il governo del Blood Runner non vi vuole fare del male.
    Sta mentendo, ovviamente. E tu lo sai meglio di chiunque altro: il governo di quella città esiste solo sulla carta, ma in realtà è l'anarchia a regnare sovrana. A quel punto comunque le trasmissioni cessano... e nelle celle cala il silenzio, rotto solo dai singhiozzi e dalle urla. Wendy si siede su un letto e giunge le mani in preghiera, per poi chiudere gli occhi.

     
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    In gabbia



    Luogo: ??? - Struttura Sconosciuta Area Detentiva



    Il mezzo si fermò e presto tutte le ragazze, Alison compresa, furono costrette a scendere. Non vedevano la luce da un po', stando a ciò che aveva detto Wendy..la giovane bionda dai capelli lunghi aveva dormito almeno tre ore. Sempre se era giusto dire "dormito". Sollevò il braccio per coprire gli occhi dal sole. Per qualche motivo si sentì un po' in imbarazzo, come se stesse prendendo la cosa con naturalezza. Dunque abbassò il braccio e preferì socchiudere gli occhi e sopportare. Quando si abituò alla luminosità esterna, scrutò uno ad uno gli uomini che le circondavano. Tutti armati, imbracciavano dei fucili..e tra loro emergeva il proprietario della lavanderia. Portava in mano una scatola di metallo e portava su un sorriso alquanto odioso e irritante per la picchiaduro.
    Figlio di puttana.. - cercò di trattenersi, sapeva bene che esplodere in un momento come quello era assolutamente sconsigliato..per ovvie ragioni. Gli occhi mutarono in rosso acceso, fissava con odio il "robusto" individuo. Prese un profondo, ma silenzioso, respiro tentando di riprendere autocontrollo. Il suo sguardo tornò normale, più freddo..stranamente. Forse pian piano il suo carattere stava cambiando, chissà. Comunque sia, il gruppo di sfortunate rapite fu raggruppato e condotto all'interno di una struttura interamente bianca. Passarono un cancello ed entrarono in un ascensore scendendo verso il basso. Rimase in silenzio, come invisibile, mimetizzata tra le altre, tenendo lo sguardo fisso in avanti, ogni tanto attorno con la coda dell'occhio. Si sentiva in trappola e quando un animale si sente in trappola..possono succedere due cose: cercare una via d'uscita o, nel caso in cui non vi sia speranza, fare di tutto per aggrapparsi alla vita dando sfogo e tirando fuori ogni asso nella manica in possesso. Peccato che, senza le Ember Celica, non poteva altro che scegliere la prima opzione. Dopotutto ancora doveva arrivare il momento adatto. I proprietario ed altri individui in camice prendono una direzione, Alison e le altre per un'altra. La giovane si fermò un secondo incuriosita, cercando di memorizzare, per quanto poteva, la strada. Una compagna la toccò accidentalmente e la bionda riprese subito la marcia.
    Cosa vorranno farci? - si chiese. Questa sembrava un'organizzazione..a quanto pareva conducevano esperimenti illegali rapendo ragazze giovani. Non aveva mai sentito una cosa del genere, evidentemente non avevano mai avuto modo di prenderla. Anzi..era stato un caso, si trovò nel luogo sbagliato e per lei scattò la trappola. Non negava il timore, fintanto che non vedeva il pericolo di fronte..il sangue rimaneva della stessa temperatura di sempre. L'area detentiva, furono divise in celle..casualmente Wendy divenne la sua compagna. Una cella semplice, come quella delle prigioni o manicomi: due letti, un lato per il bagno e uno schermo. Notò degli strani macchinari, sfortunatamente, così a vista, non poteva comprenderli, non ci spese nemmeno tempo ad controllarli. Non disse nulla, non rivolse una singola parola alla giovane con lei. Lo schermo si accese e mostrò una donna occhialuta con capelli rossi. Pareva una dottoressa per via del camicie.
    Innocui esperimenti.. - strinse i pugni ascoltando il comunicato, era fin troppo evidente che le avrebbero fatto cose..non poco sgradevoli. Il Bloodrunner non c'entrava niente, ovvio..conducevano esperimenti illegali. Poco dopo lo schermo si spense e tornò il silenzio. Wendy pregava, Alison incrociò le braccia e attese. Lei non prega, non crede in nulla, solo a se stessa, non per questo non rispetta le credenze altrui.

    Stato Mentale: Normale - Sembra non ci sia un'uscita
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    Un pesante silenzio cade infine sulla zona detentiva. Come un sudario avvolge l'area, piena di una tensione quasi palpabile che rende difficile persino respirare. Tutte voi sapete di essere in pericolo, ma forse l'unica a non risentirne più di tanto sei proprio tu, Alison. Per quanto non sei estranea alla paura che percepisci nell'aria, la tua preparazione è sicuramente diversa da quella di qualche semplice studentessa e riesci a gestire la tensione. Tuttavia sai bene che non puoi permetterti di abbassare la guardia, al momento infatti non c'è soltanto in ballo la tua vita, ma anche quella di tante persone innocenti. Cosa farai, porterai a termine la missione e basta... oppure aiuterai anche le altre? La decisione spetta solo a te.
    All'improvviso le porte della prigione si aprono, annunciando l'arrivo di alcuni soldati e un medico. Si avvicinano alla cella numero uno e aprono la porta, facendo segno alle ragazze di uscire... una si arrende subito, ma l'altra si rifiuta in lacrime di avanzare, anche sotto la minaccia delle armi. In quel momento la preghiera di Wendy si fa più intensa, ma nulla può contro le mani dei soldati che afferrano la poverina e la trascinano fuori, continuando a strattonarla per tutto il tragitto finché non sparisce dalla vostra vista. Poi il silenzio ritorna, forse ancora più sgradevole di prima.
    Ti prego, salvale.
    La piccola ragazza con gli occhiali continua a pregare, anche se fino ad ora non è servito a molto. Ad un tratto però sobbalza e probabilmente accade a tutte voi, udendo quell'urlo straziante levarsi all'improvviso e rimbombare per l'intera struttura. Passano i minuti, le ore... ma le due ragazze non ritornano. Inizi a pensare che probabilmente quei letti sono li semplicemente per bellezza: nessuna torna indietro. E adesso tocca a voi due.
    Il vostro turno arriva dopo un tempo che non sapete quantificare, ma le modalità sono le stesse a cui avete assistito poco prima. Vi invitano prima con le buone, in caso contrario arriveranno le cattive... Wendy però si alza e con calma cammina verso il gruppo di uomini, invitandoti a fare lo stesso, per il bene di entrambe. In caso contrario arriveranno le botte.

     
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    Luogo: ??? - Struttura Sconosciuta Area Detentiva



    Alison chiuse gli occhi. Provava enorme fastidio nel sentire le urla delle prime due ragazze della cella affianco. Lei e Wendy erano state collocate nella seconda, questo significa che sarebbero state le prossime. Le preghiere dell'ultima non servono a niente, Alison lo sa, lei non ha mai pregato nessuno. Per la giovane dai capelli biondi, sono solo gesti inutili, cercare speranza in qualcosa in cui bisogna solo credere. E se succede qualcosa di miracoloso, si attribuisce ciò al divino..balle, per Alison, se succede è solo grazie a se stessi. La bionda, se proprio deve pregare qualcuno, quel qualcuno non può che essere lei stessa. Tornò il silenzio, era successo qualcosa di spiacevole alle prime due. Era permesso loro di udire i passi degli uomini, pronti a piazzarsi di fronte alla cella, aprirla e invitarle con le buone a uscire e seguirli. C'è in ballo la vita di molti innocenti..cosa vuol dire? Ad Alison non importa chi rischia la vita, deve pensare a se stessa, perché questo è un mondo crudele. Eppure..nel profondo, emerge quel lato di giustizia universale, qualcosa che da un lato le ficca l'idea di poter aiutare tutte le altre ragazze. Non è femminismo, lei non si amalgama con il genere, si distacca e tutto il positivo si riferisce unicamente a se stessa. Non sopporta i deboli, le persone che aspettano che siano gli altri a salvarle. Nonostante lei stessa, in passato, ci aveva sperato. Il motivo è il medesimo per cui non ha voluto prendersela con gli altri, ma solo con se stessa. Ancora non si spiega, per quale motivo percepiva quella sensazione. Non importa. Non è più quella questione, bisogna focalizzarsi su ciò che è più concreto e significativo per lei. Ora toccava a lei e alla povera Wendy, ora doveva agire per salvare se stessa e, magari, attuare una vendetta. Lei è una vendicatrice, non va confusa come salvatrice. Non agisce per gli altri, ma per soddisfare se stessa e aiutare se stessa, fisicamente e psicologicamente. Uno sfogo, una ripicca, restituire ciò che si è subito che sia con la stessa moneta o un'altra.
    Bastardi.. - Wendy si alzò per prima, con una calma innaturale. Forse aveva accettato quello che pareva essere il suo destino. Alison non era della stessa opinione, rimase seduta esitando. Labbra serrate, occhi minacciosi, fissava prima uno e poi gli altri, dritti negli occhi o almeno in quella direzione. La ragazza si voltò e, in qualche modo, convinse la bionda a non permetter loro di usare la forza, a non subire botte inutili. Aveva ragione, non poteva opporsi, quindi tanto valeva fare come voleva se tanto lo avrebbe dovuto fare in ogni caso. Abbassò lo sguardo, con rancore, si alzò e si affiancò alla compagna di cella.
    Devo trovare un modo - autocontrollo, qualcosa che aveva appreso da poco. Vero, non aveva più le sue Ember Celica, ma nascondeva un asso, qualcosa di nuovo..qualcosa che probabilmente si sarebbe reso molto utile. La speranza è l'ultima a morire, eh? Ogni volta pare confermarsi, nulla era perduto. Doveva mantenere la calma, la lucidità e pensare positivo, poiché presto avrebbe trovato la soluzione e rifilato tante botte a tutti loro che l'avevano rapita e costretta a camminare verso il suo supplizio. Di solito è una che perde la calma, in circostanze diverse l'avrebbe fatto, però qui è tutt'altra storia. Non può rischiare, avverte il pericolo intensamente, un errore è fatale. In pratica, doveva cogliere il momento opportuno per ribaltare tutto, comprese le sorti, le sue per prime, poi in seguito, probabilmente, anche quelle delle altre per conseguenza.

    Stato Mentale: Normale - Mantieni la calma, Alison, ce la puoi fare
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    Sotto la minaccia delle armi da fuoco, venite scortate fuori dalla zona detentiva, ritrovandovi quindi nel corridoio attraversato qualche ora prima... ma questa volta la strada vi conduce dall'altro lato, verso la zona che all'inizio pareva irraggiungibile. Le porte si aprono e vi trovate davanti un lungo corridoio, con ai lati diverse porte quasi tutte chiuse... molte paiono delle celle, ancora. Dalla vostra posizione vedete poco, ma all'intero scorgete delle persone. Dalla piccola apertura vedete delle ragazze con lo sguardo perso nel vuoto, mentre altre urlano e altre ancora se ne restano nascoste in un angolo della cella.
    Alison, la tua attenzione però viene attirata da qualcos'altro. Mentre camminate, passate accanto a una stanza normale, con la porta chiusa solo a metà. La dentro c'è il tizio della lavanderia che discute con una figura che non riesci a vedere... una cosa però la noti: il tizio grassoccio mantiene tra le mani la scatolina metallica però aperta, al cui interno brilla qualcosa che ti appartiene: le tue Ember Celica. La tentazione di andare a recuperarla è forte, ma le guardie non ti permettono molto e ti spingono per continuare a camminare... mentre la porta si chiude.
    Arrivate quindi in una nuova stanza, appena vi mettete piede la luce chiara vi acceca. La stanza è completamente bianca e al suo interno ci sono diversi medici con tanto di guanti e mascherina. Venite invitate senza troppa gentilezza a sdraiarvi sui due lettini presenti, il tutto mentre Wendy continua a pregare. I soldati se ne vanno e voi vi ritrovate sdraiate sotto le luci di una sala operatoria, legate a dei lettini e senza la possibilità di muovervi. Cinghie di cuoio bloccano polsi e caviglie. I medici preparano quindi delle iniezioni, la prima cavia è la piccola Wendy.
    Ma che succede?
    Esclama un infermiere. Voltandosi vedi qualcosa di strano, infatti sembra che l'ago non riesca a forare la pelle della moretta... la quale ha iniziato a muoversi in modo strano. Il suo corpo viene attraversato da convulsioni sempre più violente, tanto da impedire a uno degli inservienti di legarti completamente: hai una mano libera. I medici tentano di bloccare l'occhialuta in ogni modo, ma all'improvviso tutte le lampadine esplodono. Una luce rossa si sprigiona dal corpo della ragazzina, esplodendo poi in una fragorosa onda d'urto... tale da far ribaltare il tuo letto di lato. E poi senti delle urla. Urla dei medici. Uno vola oltre la tua posizione, schiantandosi sul muro ormai privo di vita. Non capisci che succede, anche perché non vedi molto.
    Senti il suono di corpi smembrati, almeno finché la porta non si apre. I soldati entrano e un'ombra si avventa su di loro. Con la coda dell'occhio vedi solo una sagoma, con dei tratti davvero peculiari: corna nere sul capo, alette membranose sulla schiena e pugni. Enormi pugni che sfracellano ogni cosa. La porta viene scardinata e l'ombra esce fuori. Rimani da sola mentre le urla continuano... sei in una posizione scomoda, ma puoi riuscire a liberarti. Ritrovandoti così in una stanza nella penombra, lorda di sangue e interiora.

     
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    Luogo: ??? - Struttura Sconosciuta Sala Operatoria



    Lei e Wendy sono costrette ad andare avanti. I soldati che le scortano sono armati e la coppia non ha nessun modo per disobbedire. Wendy non ne sarebbe mai in grado, basta vederla per capire che è fin troppo debole e gracile per tentare gesta coraggiose di alcun tipo. Una persona completamente passiva. Non può farci niente, così come neppure Alison è in grado di agire in alcun modo. Alla fine nemmeno lei è così forte, almeno senza le sue armi. Aveva pensato più volte di reagire e tentare di colpire di sorpresa quegli uomini, ma bastava davvero poco per fare una brutta fine o uscirne ferita. Dunque, meglio di no. Percorsero un lungo corridoio, quello che all'inizio non pareva per nulla destinato a loro. Ai lati vi erano numerose porte chiuse o bloccate, Alison continuava a guardare davanti senza nemmeno degnare un cenno esitante, così decisa, ferrea e dal sangue ribollente. Si, perché rimanere impassibili ai fatti esterni non significa per forza avere sangue freddo. La giovane fremeva di vendetta. Con la coda dell'occhio notò qualcosa da stonare la monotona camminata. Si fermò e rivolse lo sguardo verso la porta semiaperta: il proprietario della lavanderia stava discutendo, in modo sospetto, con qualcuno cui non era in grado di identificare o vedere. In mano aveva la scatola di metallo con le sue Ember Celica. Evidentemente tra tutte le ragazze lei era stata l'unica armata e con capacità, sfortunatamente non sufficienti..data la situazione in cui si era ritrovata.
    Eccole.. - accigliò lo sguardo, pagò per l'indecisione, forse fu un bene, e non ebbe modo di tentare un assalto rischioso per riprendere le sue armi e riscattarsi. Un soldato la spinse in avanti, la bionda riprese la marcia accelerando e affiancandosi a Wendy. Quella continuava a pregare.
    Che stupida - non capiva che non avrebbe ricevuto aiuti dall'esterno, non capiva proprio che avrebbero fatto la fine di tutte quelle giovani ragazze in cella, urlanti o magari diventate vegetali. E questo era solo il lato positivo, potevano aver interpretato male, forse dovevano ancora venire giudicate. A pensarci la morte pareva un'eventualità piuttosto rara, che senso aveva rapire ragazze e farle ammazzare? Nonostante il motivo ignaro, quelle dovevano essere per forza individui che già avevano ricevuto il loro trattamento.
    Devo trovare una soluzione in fretta - l'ansia cominciò a pervaderle la mente, rendendola pian piano meno lucida. Un gruppo di medici, identificati così per convenzione, si preoccuparono di tenere ben legate le due ragazze ai lettini.
    Merda..no! - gocce di sudore, la bionda non riusciva a trattenere quell'aria pesante. La temperatura aumentare, il respiro diventare irregolare così come il battito, ormai accelerato. Non era una persona dal sangue freddo, non sempre, non ora. Le avrebbero fatto un'iniezione, lei odia le iniezioni. Le fanno schifo, bucano il corpo, fanno uscire sangue, lei odia perdere sangue. I suoi occhi si fanno rossi, si sentiva minacciata, lo era, si sentiva in pericolo, lo era. Wendy sarebbe stata la prima, una visione spaventosa, non poteva permettere questo avvenimento. Dopo li lei ci sarebbe stata Alison. Non era diversa dalla prima, non poteva aiutarla, era al suo stesso livello. Uno dei medici parve confuso, non sono in grado di procedere. A sentire quelle parole, quasi di colpo, tornò la calma. Se c'era stato un imprevisto voleva soltanto dire che avevano speranze per sfuggire a quella costrizione.
    Cosa succede?! - urla, medici che volano contro una parete..la giovane dai capelli lunghi era confusa, non capiva, non riusciva a vedere bene. Poi sbatté più volte le palpebre incredula. Riuscì, per un momento, a vedere qualcosa di totalmente assurdo. Un figura con corna nere, ali membranose ed enormi mani a pugni. Il rumore di smembramento era sgradevole, ma fintanto che non era lei il bersaglio andava tutto bene. Si sentì in parte intimorita e in parte sollevata. Nemmeno i soldati che le avevano lasciate poterono qualcosa contro quella sorta di demone. Scardinò la porta e uscì. Rimase sola, immobile, ancora stupita..ma salva. Aveva una mano libera, i medici non riuscirono a legarla completamente a causa dell'imprevisto causato da Wendy. L'odore di sangue, per la prima volta, non era fastidioso..anzi, confermava l'essersi salvata. Si liberò, diede un'occhiata intorno, i suoi occhi lilla non diedero alcun segno, una cosa normale, una cosa meritata. Poi essi si posarono sull'uscita enormemente forzata. La varcò.

    Stato Mentale: Normale - Sono salva, gli sta bene
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  15. _MajinZ_
     
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    Cammini nella stanza schivando organi, arti e pozze di sangue... ti sembra di essere finita in un mattatoio. Per esseri umani. Avanzi fino alla porta, ma non trovi quest'ultima nel posto dove dovrebbe essere, bensì la vedi ben oltre la soglia, accartocciata contro una parete. Il corridoio... ha cambiato completamente colore. Le pareti da bianche sono diventate rosse, colorate dai corpi sembrati e schiacciati presenti lungo tutto il percorso. Quella vista ti mette lo stomaco sottosopra, tutto ciò non è opera di una mente umana e una pena simile è forse troppo grande anche per loro. Rischi di rimettere la colazione. Per fortuna riesci a trattenerti, quindi inizi a camminare immersa nel silenzio e nella penombra.
    Proprio a causa del silenzio, ogni rumore che ogni tanto salta fuori ti fa quasi sobbalzare. Scintille scoppiettano da ciò che rimane delle luci, il sangue che gocciola dal corpo del soldato conficcato nel controsoffitto... una porta che si apre, proprio davanti a te. E' lui, il titolare della lavanderia... con la scatola metallica tra le mani, lo scrigno che custodisce le tue armi. Questo spinge a fatica la porta piegata da un pugno, esce nel corridoio fissando la scena terrorizzato. E si, lui vomita per davvero. Solo dopo il disgustoso spettacolo, quello si gira e ti fissa. Poi sgrana gli occhi e fa per allontanarsi, ma inciampa nei suoi stessi piedi e cade a terra... la scatola rotola fino ad arrivare ai tuoi piedi.
    Pa-pagherò! Ma non farmi del male... ti prego!
    Patetico, non è vero? Faceva tanto il gradasso, ma alla fine anche lui reagisce come ogni uomo davanti al suo giudice. Quello che ne decreta la vita o la morte. Proprio in quel momento un'esplosione squarcia la vostra riunione, invadendo il corridoio con l'onda d'urto che fa chiudere gli occhi. Subito dopo scatta un allarme... ma a giudicare dalla posizione, qualcuno deve aver forzato l'ascensore... e sai già chi è il colpevole, dev'essere per forza Wendy. Ora puoi decidere se farla pagare davvero al tizio panciuto, che per inciso si è anche pisciato addosso, oppure andare oltre e provare a dare una mano al Demone. Senti degli spari, altre esplosioni: sembra che ci sia una guerra, la fuori.

     
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