[EM] La Città dei Segreti

L’Eredità dei Titani ~ Interludio I

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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Non è mai saggio allontanarsi in solitudine fra le dune dello Yuzrab. Calcarne le sabbie senza l'appropriato equipaggiamento e preparazione potrebbe causare la morte dello sventurato viaggiatore, anche solo per aver avuto l'ardire di sfidare gli elementi.
    E se anche questi non fossero stati abbastanza, legioni di orrori, banditi e creature voraci assortite creavano un deterrente abbastanza forte per evitare di lasciare le tratte commerciali.

    Esistono tuttavia persone alle quali tali problemi difficilmente possono applicarsi.
    Personalità talmente spietate da tenere alla larga il più preparato gruppo di banditi, anime talmente abituate al deserto da saper riconoscere le tane sotterranee dei Wyrm dalla posizione dei blocchi di sabbia, o di discernere il canto dei corni delle tribù di Viashino da quello del vento.

    Dimitriy forse non rientrava in quel gruppo, ma era una di quelle rare persone ad avvicinarvici molto.
    Non era la prima volta che calcava quelle dune, e sicuramente non sarebbe stata l'ultima.

    La novità, tuttavia, era il motivo.
    Nessuna missione straordinaria, nessun fine celato... la semplice richiesta del suo superiore di incontrarlo la, fra le sabbie fiammeggianti di madame Yuzrab.

    Perché Zimmer avesse scelto quel luogo, era un mistero... ma un mistero che presto sarebbe stato svelato.
    Il luogo dell'incontro era ormai vicino... proprio oltre la duna che si ergeva davanti al mercenario.



     
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  2. _MajinZ_
     
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    Zimmer era un essere particolare, dalle idee bislacche e a volte abbastanza estranee dai normali canoni che l'etica dei bipedi imponeva. Alcuni potevano dire che la saggezza non competeva ai Boggart, creature dedite a strane usanze chiusi nei loro cunicoli... tipo esplosioni, torte e orge da evitare come la peste. Tuttavia quando si trattava di fregare il prossimo e dare consigli utili, oltre che prendere decisioni a prima vista controverse... non c'era nessuno migliore del rossiccio. O almeno questo era quel che sperava Dimitriy.
    Il suo capo infatti gli aveva dato appuntamento in pieno Yuzrab, una cosa abbastanza inusuale e alquanto pericolosa, di difficile comprensione. La Lettera però voleva fidarsi, nonostante le ultime missione affidategli dal Mercante non erano andate poi così bene... aveva ancora una cicatrice nera a sfigurargli l'occhio, gentile concessione di quel corvo nei meandri delle Cave. In ogni caso aveva comunque guadagnato sempre qualcosa, tasselli utili non solo per arrivare alla sua vendetta, ma in ballo c'era anche qualcosa di molto, molto più grosso.
    Per questo motivo il biondo aveva inforcato la sua tenuta da Yuzrab, con tanto di turbante e tripla razione d'acqua, perché in quell'ambiente non si poteva mai sapere cosa si nascondeva oltre la prossima duna... mettendosi poi in marcia verso la zona dell'appuntamento. Non sapeva nulla, Zimmer non gli aveva anticipato molto e quindi fece numerosi ragionamenti, anche se tutti lo portavano verso un'unica direzione. La storia di Medusa, dei Titani e della maledizione che aveva creato questo deserto era ancora senza un finale, dovevano scoprire ancora la verità... e per arrivarci dovevano camminare ancora parecchio.
    Ad ogni modo, per il momento, il cammino del biondo assassino era giunto al termine, non gli restava altro da fare che superare la duna che aveva davanti, prima di raggiungere il suo capo... senza sapere minimamente cosa aspettarsi, questa volta. Il mistero tuttavia rendeva Dimitriy tremendamente curioso, non vedeva l'ora di affrontare una nuova mortale avventura... ormai ci aveva preso gusto. Affrettò quindi il passo, ansioso di incontrare Zimmer.

     
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    Superata la duna, ecco raggiunto il luogo dell'incontro.
    Li, in un punto dove la sabbia si ritraeva per fare spazio ad un enorme lago di vetro, che rifletteva la luce solare proiettando bagliori verdastri nell'aria, proprio sulle rive dell'immobile scultura, ecco Zimmer.

    Sedeva dietro una voluminosa scrivania di legno scuro, carica di rapporti, rotoli di pergamena, fogli stampati... un enorme caos all'interno del quale il Boggart sembrava quasi sommerso.
    Fra i volumi polverosi che spiccavano dal mobile, Dimitriy poté riconoscere il grosso grimorio che tempo prima gli era stato affidato, quello che aveva tentato di aprire alle cave del sapere.

    In quel momento, Zimmer era intento a vergare una pergamena di simboli incomprensibili e disordinati. Trascinava la penna con lentezza esasperante, intingendola nel calamaio senza alzare lo sguardo. Vi era qualcosa di molto inquietante in quella scena... ma il Russo non poté capire con precisione il perché.

    "Ah, Dimitriy... " commentò il gerarca con un sospiro, sempre senza distogliere l'attenzione dalla pergamena, ormai talmente piena di simboli da sembrare completamente nera.
    Sopra di loro, semi nascosta fra le nuvole, la sagoma di un grosso drago bianco solcava pigramente l'aria. La titanica creatura che terrorizzava gli abitanti delle sabbie, quella che il russo sapeva perfettamente essere la Behemoth.

    "... che disastro, hai combinato questa volta. "



     
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  4. _MajinZ_
     
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    Superata la duna, una strana immagine si presentò davanti agli occhi del Russo... lasciandolo per qualche attimo davvero perplesso. In basso rispetto alla collina sabbiosa, si allargava un cristallino lago di vetro che emetteva dei riflessi verdastri, illuminando di una luce sinistra l'intera zona. Sullo sfondo si muoveva il drago bianco che nascondeva la Behemoth, volteggiando placido nell'azzurro del cielo. In primo piano infine c'era Zimmer, seduto a una scrivania in legno massiccio, ricoperta quasi completamente di tomi... compreso quel tomo. Il Boggart era intento a scrivere caratteri incomprensibili su una pergamena: il foglio ormai era completamente nero. Tutto l'insieme rendeva la situazione in qualche modo inquietante... ma era difficile comprenderne il motivo.
    Eccomi.
    Esordì Dimitriy avanzando, per poi fermarsi dopo appena qualche passo. Sapeva bene di aver generato una reazione a catena devastante, ma sentirlo dalle parole del Rossiccio assumeva tutto un altro valore. Aveva lavorato per portare a termine quel compito, aprire l'antico tomo per scoprirne i segreti... ma forse sarebbe stato meglio non farlo. Aveva stretto un patto con un essere pericoloso, una figura che l'aveva ricattato e sfruttato per i suoi scopi.
    Me ne rendo conto... ma ho fatto il possibile per svelare questo mistero.
    Il biondo riprese a camminare, fermandosi quindi a pochi passi dalla scrivania. Ancora non riusciva a capire se quel tizio era dalla loro parte oppure no... magari era comandato direttamente da Medusa e ora lei se la rideva nascosta nel suo corrotto nido.
    E' così grave?
    Purtroppo non riusciva ancora a comprendere la dimensione degli eventi, benché il soprannaturale fosse la norma su Endlos, finirci improvvisamente all'interno poteva disorientare un semplice essere umano. Gli servivano delle risposte e al momento poteva dargliele solo il Mercante, anche se già lui sembrava davvero preoccupato... con tutta probabilità si erano infilati in un grandissimo guaio e uscirne era parecchio difficile, al momento.

     
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    Il Boggart tace, lo sguardo perso sul foglio di pergamena.
    L'inchiostro, così nero da sembrare oscurità distillata, ha ormai riempito gran parte del fragile tessuto, danneggiandolo.

    Ancora non te ne accorgi, sicario. mormora, senza fermare la sua opera. Con un gesto della mano sinistra, apre con disinvoltura quel grimorio che avete così tanto faticato nel tentativo di forzarne la serratura.
    Ma le pagine al suo interno sono completamente nere, imbevute fino all'ultima dello stesso inchiostro che ora Zimmer sta consumando.
    Un unica parola si può leggere chiaramente su ogni pagina, scritta con un rosso che ricorda fin troppo il sangue.

    “Morte”

    La punta del pennino ha ormai penetrato la superficie, cominciando a scavare ossessivamente sulla superficie della scrivania.
    Finalmente il gerarca alza il capo verso la lettera di sangue, fissandolo dritto negli occhi.

    Quelli di Zimmer sono neri, senza fondo. Profonde occhiaie gli scavano il viso, e evidenti segni di deperimento e malattia si fanno strada fra le sue rughe. Il pasha sembra essere invecchiato di almeno un paio di secoli.
    Non temere. Te ne accorgerai.

    Un boato, sopra le loro teste. Un esplosione di proporzioni titaniche, seguito dal grido strozzato del dragone bianco, dal cui corpo fuoriesce una colonna di fuoco nero.
    Senza più vita e controllo, il dio bestia comincia a precipitare verso la terra, disegnando uno squarcio di fumo al suo passaggio. A pochi istanti dall'impatto, il camuffamento viene meno, rivelando la mostruosità di lamiere e motori che è la nave base degli Eversori.

    La nave punta dritta verso di voi, con un rombo crescente che promette morte.
    L'impatto con la sabbia è tale che lo spostamento d'aria lancia lontano Dimitriy, che ha solo tempo di notare Zimmer tornare a scarabocchiare col suo pennino.


    E l'aria si fa satura di polvere, fumo, detriti...
     
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  6. _MajinZ_
     
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    Morte. Scritta in rosso, su uno sfondo completamente nero. Questo era ciò che veniva riportato tra le pagine dell'antico volume ora aperto. Pagine completamente ricoperte di inchiostro nero, su cui risaltava quella parola che non poteva essere fraintesa. E da quell'inchiostro attingeva Zimmer per ricoprire di simboli la pergamena... talmente satura di nero che ormai non forniva più una superficie su cui scrivere, facendo finire il pennino a incidere direttamente la scrivania. Solo in quel momento il rossiccio sollevò il capo, generando un funesto presagio nel cuore di colui che lo considerava al pari di un padre.
    Zimmer, tu...
    Era strano. Il suo aspetto pareva peggiorato: profonde rughe ne solcavano ora il volto, donandogli un'anzianità che prima era soltanto accennata. I suoi occhi poi erano completamente neri, stanchi e sciupati dalle occhiaie. Ma non era solo questo, sembrava una creatura malata non solo nel fisico, ma anche nella mente e nell'anima. Purtroppo però il biondo non ebbe il tempo di chiedere alcunché, visto che il Caos prese improvvisamente vita.
    Un boato esplose nel cielo, seguito dall'urlo sofferente del drago bianco avvolto da del fumo nero: era stato colpito. Ma da cosa? Domande inutili al momento. La nave madre divenuta base degli Eversori di Merovish stava precipitando, mostrando la sua vera natura solo a pochi attimi dall'impatto. Lo scontro con la sabbia fu violento, tanto da scagliare indietro il biondo assassino ma non il Rosso, che ritornò a scrivere come se non fosse accaduto nulla.
    Ma che succede?!
    Tutto questo non poteva essere reale, niente di tutto ciò aveva senso. Non era possibile che i suoi compagni fossero morti così, senza un reale motivo... ma soprattutto non aveva senso che Zimmer se ne restasse immobile senza fare nulla. In un'area densa di detriti e polvere, Dimitriy si alzò e con passo deciso si mosse ancora verso la scrivania.
    Zimmer!
    Avrebbe cercato di attirarne l'attenzione, voleva capire. Se era un inganno voleva saperlo, a meno che il mondo non si stesse davvero sgretolando, mischiando realtà e fantasia in un modo talmente folle da risultare alla fine credibile.

     
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    La visibilità ormai è meno di zero. L'ossigeno si accende come una scintilla, iniettando il cielo di un rosso scarlatto. Altre esplosioni, talmente acute da assordarti completamente. Ti alzi a fatica, ma con decisione... deciso a raggiungere quella figura che ormai conosci bene, e forse rispetti.
    Attorno a te, la sabbia comincia a scendere, come una pioggia nera, infinita. Un passo dopo l'altro, arrancando verso l'occhio del ciclone... eccola, la scrivania. Intonsa, come se gli eventi stessero accadendo in un altro piano d'esistenza. Mentre la nave, attorno a te, si schianta e esplode, mentre i tecnologici e costosi interni cedono alla violenza del chaos, quel particolare mobile resiste stoico, con tutto il suo carico di libri e documenti.
    Solo Zimmer sembra mancare all'appello.
    O forse sei tu che non riesci più a vederlo.

    Una grossa trave si stacca dal corpo della nave, e ti colpisce forte alla testa. Tutto si fa nero.
    I tuoi sensi squillano, bruciano. La morte è alle porte.



    Una mano ti scuote, facendoti destare da quell' indecifrabile incubo.
    "Sveglia, mon amì."
    Il sonno scivola via dal tuo corpo con una lentezza esasperante, lasciandoti il vuoto del sogno dentro lo stomaco, come una domanda senza risposta.
    Ma hai altro a cui pensare.

    A svegliarti è stato quello strano carovaniere dell'acqua, vecchia conoscenza del rossiccio e degli Eversori. Uno strano personaggio eccentrico, senza un occhio e con una lunga treccia di capelli color carota sempre avvolta al collo, come una sciarpa. Bernadotte, ti pare che si chiami.
    "Sta cominciando." mormora, indicando davanti a te, davanti alla folla.

    Ora ti ricordi.
    Ti trovi alla Fossa, per la celebrazione. Un funerale.
    Di norma, eviteresti cose del genere... ma è morto da poco un membro della tua squadra. Probabilmente, ti sembrava giusto partecipare.
    La stupidità della sua morte, dovuta a una semplice decisione sbagliata fatta da un suo compagno, sembra poca cosa rispetto al vuoto che la morte stessa lascia alle sue spalle.

    I riti alla Fossa si possono dividere in due: lo "scarico", come viene volgarmente chiamato il rito riservato ai poveracci i cui resti vengono raccattati dai caronti di Merovish durante la notte, che prevede solo ciò che il nome promette, oppure le celebrazioni vere e proprie.

    Chi ha i soldi per permettersele, può organizzare veri e propri riti.
    Inutile dire che far parte degli Eversori garantisce un certo grado di privilegio.

    Ed eccolo passare, in mezzo ai presenti. Il feretro, portato dai caronti. Una semplice cassa da morto nera, adornata da un semplice, piccolo occhio bianco, il cui significato è noto solo a pochi presenti.
    Fra la folla, vedi volti noti... alcune Voci che tu stesso hai reclutato, alcuni membri... è forse Bid, quello che hai intravisto?

    Il fereto sfila fra la folla.

    Edited by Kami della Falsa Speranza - 20/11/2015, 09:55
     
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  8. _MajinZ_
     
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    Il cielo ormai era acceso di rosso, fuoco ed esplosioni illuminavano il deserto e la sabbia ricadeva al suolo come pioggia, rendendo impossibile vedere a un palmo dal proprio naso. Dimitriy però continuò ad avanzare, imperterrito, allungando le braccia verso il punto in cui Zimmer sedeva. Una volta superato il velo di polvere, però, del rossiccio non vi era traccia. La scrivania era ancora li, in condizioni perfette nonostante la tempesta, ma il suo possessore era scomparso nel nulla... poi giunse il dolore, seguito dal buio. Morte, sei venuta a prendermi?
    Il russo ritornò alla realtà all'improvviso, risvegliato da quell'incubo ad occhi aperti dal tocco di una persona amica... o quantomeno familiare. Il sogno si perse lentamente, lasciandogli un vuoto incolmabile all'altezza del petto... un vuoto che andava riempiendosi di sconforto e di domande senza risposta. Pip Bernadotte lo avvisò, ormai il funerale stava per iniziare. Già, un funerale. Quando un Eversore moriva non era mai una bella cosa, il loro numero esiguo rendeva ogni perdita terribile... per questo motivo le celebrazioni erano sempre importanti, essere adepti dell'Eversione garantiva anche questo tipo di privilegi. Non una fossa comune, ma un rito con tanto di bara con inciso un simbolo che in pochi potevano capire.
    Tra la folla vi erano altri visi noti, come ad esempio alcune Voci d'élite e... quello era Bid'daum? Non ne era sicuro, ma quell'ombra che aveva intravisto gli somigliava parecchio. Ad ogni modo il biondo non guardava davvero ciò che lo circondava, il suo sguardo era perso in una direzione indefinita, la mente in un mondo totalmente diverso. Perché quell'incubo? Non riusciva a capirne il reale motivo... forse era una premonizione? Zimmer... era in pericolo? Tante domande, nessuna risposta. E mentre il feretro avanzava tra la folla, il russo continuava a cercare invano delle risposte. Aveva un bruttissimo presentimento, tanto grande da superare la solennità di quel momento. I pensieri non erano per nulla rassicuranti, ma purtroppo continuavano a vorticare inutilmente, privi di un vero senso logico. Poteva trattarsi solo di un caso... ma dopo tutto quel che era successo, iniziava davvero a dubitarne.

     
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    La folla comincia a rumoreggiare al passare del feretro, avanzando poco a poco assieme a questo come per accompagnarlo con lo sguardo durante tutto il suo tragitto.
    Alcuni conoscevano la persona contenuta in quella bara, in pochi ne conoscevano i sogni, le ambizioni... ora perse per sempre, come granelli di sabbia nel deserto.

    Alcuni, invece, sono li solo per lo spettacolo. Un funerale in grande stile non è certo cosa di tutti i giorni. Non che a Merovish non morisse mai nessuno, al contrario. Erano tutti fin troppo assuefatti dalla morte. Ad affascinare, era il rito.

    La bara viene portata attraverso un ponte di corde sulla piattaforma di roccia al centro della Fossa.
    Dal bordo di questa, decine e decine di stendardi di stoffa pendevano nel vuoto, svolazzando pigramente per capriccio di qualche inesistente corrente d'aria.
    Alcuni simboli erano noti, facente parte delle famiglie nobili della Tana. Alcuni erano famosi, come le casate dei vecchi Pasha. Ma la maggior parte erano ormai sbiaditi, consumati dal tempo. Molti ancora, erano completamente sconosciuti.

    Li, in quell'anticamera sospesa nel oscuro vuoto senza ritorno che fungeva da cimitero per tutta la Tana, il Sacerdote del Vuoto avrebbe recitato qualche formula vuota e priva di significato. Avrebbe cosparso d'incenso la bara, avrebbe aggiunto uno stendardo alla collezione della piattaforma e, finalmente, avrebbe calato il feretro giù nella fossa, fino a farla sparire nell'oscurità.

    La folla attorno a te continua a mormorare. Alcuni sembrano particolarmente ansiosi di poter terminare quella lunga cerimonia, e poter tornare alle proprie vite.
    Eppure, nessuno lascia quel santuario, dove la paura dell'ignoto, al termine della vita di tutti, li attende uno per uno.

    Il sacerdote ora troneggia sopra il feretro, guardando verso la folla al di la dell'enorme voragine con l'enorme falò che arde dietro di lui.
    Per un istante, incrocia il tuo sguardo...
    ... e solo allora, ti rendi conto che qualcosa non va.

    Quello non è il sacerdote, e quello che tiene aperto fra le mani non è un libro di omelie..

    Quello è il Cerimoniere dell'Arena Nera.
    E in mano, tiene aperto il Grimorio dei Titani.

    La cerimonia è improvvisamente al suo culmine.
    La bara viene calata, per mezzo di una tramoggia, verso l'oscurità. Un rumore secco rompe quel silenzio pieno di angoscia... una delle corde che reggono il feretro si spezza poco dopo l'inizio della discesa.
    Questa ciondola, appesa solo in parte all'imbracatura... poi inesorabilmente precipita qualche metro più in basso, sfracellandosi contro una rientranza in pietra della Fossa.

    I presenti fanno a gara a chi riesce a sporgersi di più, lasciandosi sfuggire versi di esclamazione.
    "Ma allora è morto davvero!" senti commentare da più presenti.

    Diversi metri sotto di voi, il corpo senza vita di Zimmertraugher dei Cunicoli Dai Quali Si Torna giace in una posizione innaturale sul ciglio di quell'incavo irregolare di roccia.
    La posizione precaria infine cede, e il corpo scivola inesorabilmente nell'abisso, scomparendo nell'oscurità senza far rumore, aggiungendosi ad altri infiniti cadaveri che riposano sul fondo.
     
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  10. _MajinZ_
     
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    Dimitriy continuava ad avanzare insieme alla folla, ma più lo faceva e più quel brutto presentimento si ingrandiva. Giunse infine alla Fossa, dove quella pessima sensazione si era fatta ancora più pressante, era come se un pugnale si fosse appena piantato nel suo cuore. La bara era li, sospesa nel vuoto, pronta a sparire nel buio della voragine, accompagnata dalle parole del Sacerdote del Vuoto... ma c'era qualcosa che non andava. Il biondo sollevò lo sguardo prima fisso sul terreno, ritrovandosi davanti una figura ben nota, che però non corrispondeva a quella che doveva essere li presente in quel momento. Il Cerimoniere dell'Arena Nera svettava sul feretro. Tutto ciò non aveva alcun senso, non poteva essere reale.
    Il russo rimase fermo, immobile, incredulo. Gli occhi sgranati scrutavano quell'uomo, reggeva tra le mani quel maledetto Tomo. Quel Grimorio dei Titani che aveva causato tutto questo caos. E la cosa più preoccupante era il fatto che quell'antico libro, impossibile da aprire, ora mostrava le sue pagine al Cerimoniere... mentre il rito giungeva inesorabilmente al suo culmine. Il respiro del biondo assassino si fece improvvisamente trafelato, scomposto. La bara iniziò la sua discesa, ma proprio in quel momento una delle corde si spezzò. Il cuore del ragazzo perse un battito. Il feretro precipitò sulle rocce che circondavano la fossa. Come posseduto Dimitriy scattò in avanti, fino a raggiungere il bordo del precipizio. Fu allora che lo vide.
    No...
    Sgranò gli occhi, non riusciva a crederci. Zimmer giaceva su un nido roccioso, sul limitare dell'abisso. Il sicario strinse con forza i pugni, talmente forte da lacerare i guanti bianchi... che iniziarono a tingersi di rosso. Già, di Rosso. Come poteva trovarsi li senza sapere nulla? No, questa non era la realtà, doveva trattarsi per forza di un altro incubo. Il corpo del Boggart iniziò a sprofondare, fino a sparire inghiottito dal buio. La Lettera quasi non respirava. Se ne stava li, con lo sguardo perso nel vuoto, paralizzato e incapace di realizzare ciò che era appena successo. Era... sconvolto. Cercò di darsi comunque un contegno, non poteva permettersi di farsi notare, di far notare i legami. Il suo tentativo però fallì e rimase fermo immobile ad osservare il baratro, mentre la sua anima piangeva lacrime amare. Non era riuscito a salvarlo.

     
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    "Potevi salvarlo."

    All'improvviso, la folla tace. Perfino il sacerdote interrompe la sua omelia, mentre le candele intarsiate d'oro e di corallo si spengono, una per una.
    Un silenzio innaturale, alieno. Gli occhi dei presenti sono tutti su di te.
    Occhi freddi, nemici.
    Riconosci molti volti, nella folla. Voci. Colleghi Eversori. Pasha. Vittime.
    Tutti ti scrutano... senza odio, senza rabbia... ma con l'accusa stampata nello sguardo.

    "Potevi salvarlo." ripete la voce.
    Appartiene ad una ragazza, che risalta fra la folla quasi fosse fatta di un altro materiale.
    Alta, bionda... vestita da un lungo poncho verde.
    Non l'hai mai vista prima... ma quella voce la riconosci.

    Dalle profondità oscure del Deposito, un grido di donna echeggiò nel nulla. Non proveniva dal basso, non proprio, sembrava venisse da un altra scala. La più vicina distava almeno trenta metri da quella percorsa da Dimitriy, e l'oscurità dell'abisso divideva quello spazio.
    Ma Dimitriy fece la sua scelta. Scelse di ignorare quella disperata richiesta d'aiuto. Scelse di continuare la sua missione, di fare il suo dovere.
    E ci condannò tutti.


    "Potevi salvarmi. Potevi salvare tutti."
    Ma le scelte hanno significato in quanto tali solo perché irrimediabili. Hanno valore solo per questo piccolo, prezioso dettaglio.
    Loro, come tutto ciò che ne consegue.

    "Capitano Bernadotte!"
    Un improvviso dolore all'occhio sinistro ti toglie il respiro. Senti freddo, come se qualcosa di metallico ti si fosse attaccato all'iride. Qualcosa che lentamente, inesorabilmente, si stringe su di te.

    Dove sei?
    Se non fosse per le pareti in pietra, sembrerebbe la sala operatoria di un chirurgo. Sei legato ad una parete, mani e piedi. La testa tenuta ferma da uno strato di nastro adesivo.

    La figura davanti a te ti osserva. Sorride.
    E' un anziano, il volto sfigurato da diverse bruciature e cicatrici.
    Riconosci l'uniforme. Purtroppo.

    Un alto gerarca dell'Impero.
    Un Nazista.
    Non ne capisci il grado, le mostrine nascoste dietro un grembiule bianco.

    pL4OtSQl



    "Ho sentito parlare di lei, capitano." Capitano? Come ti ha chiamato, prima? Non sembrava il tuo nome, o uno dei tuoi vecchi alias.
    "Abbiamo lo stesso nome, noi due... Pip... Pete... " mentre parla, l'uomo si avvicina, ti guarda con uno sguardo quasi maniacale. "Ma... tu mi chiami "Deathshead". " Ti accorgi di non vedere dall'occhio sinistro. C'è davvero qualcosa di attaccato all'orbita. "Non mi piace. Io sono ... un uomo felice. Non vedi?" la voce dell'uomo è calma, gioviale. Continua a sorridere. Riesci quasi a contare le cicatrici dell'uomo. "Non suona bene, in Inglese. Dillo ... correttamente." la vite si stringe, il dolore aumenta. Senti colare qualcosa dall'orbita del tuo occhio sinistro.

    "To...ten...kopf."



    Qualsiasi cosa fosse attaccata al tuo occhio viene strattonata indietro, portandosi dietro l'organo, diverso sangue e tanto, tanto dolore.
    Quasi non senti l'uomo ridere.
    Quasi.
     
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  12. _MajinZ_
     
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    Silenzio.
    Un gelido, soffocante silenzio calò sulla piazza, ricoprendola come un pesante drappo scuro che impediva alla luce, in questo caso al suono, di espandersi. Dimitriy se ne accorse non appena i suoi pensieri abbandonarono il baratro, dandogli modo di voltarsi. Incontrò occhi freddi, sguardi ostili che lo trafiggevano da ogni lato. Quegli occhi appartenevano a volti che faceva male incontrare: molti erano Voci, amici, colleghi... vittime. Ma non vi era rabbia in quelle iridi, era solo una pesante accusa ad animarli. E come un dardo acuminato il senso di colpa si conficcò nel cuore, facendogli versare lacrime di sangue. Poteva salvarlo.
    Io non...
    Provò a dire qualcosa, ma la sua attenzione venne catturata da una figura che risaltava in mezzo alla folla, come una fiamma nel buio. Non l'aveva mai vista, era certo di non conoscerla, eppure quella voce era dannatamente familiare. Poi il ricordo si fece vivido: durante la discesa sotto le Cave del Sapere, una richiesta d'aiuto provò a distrarlo, ma il russo preferì andare avanti... per non rompere la promessa fatta a uno sconosciuto. Non disse altro, era tutto vero. Abbassò il capo e lanciò un altro sguardo nella Fossa. E al buio lasciò il suo ultimo pensiero: perdonami.

    Dolore.
    Un'intensa fitta attraversò l'occhio sinistro, accompagnata da una sensazione di freddo sulla retina... una morsa che continua a stringersi inesorabilmente, senza pietà. Strinse i denti, provando a muoversi, ma non ci riuscì. Era incatenato a una parete di pietra, con il capo bloccato dalla stretta del nastro adesivo, in quella che pare una spartana sala operatoria. Lo sguardo dell'occhio sano andò a posarsi sull'unica figura che oltre a lui riempiva la stanza. Era un uomo anziano, dal viso sfigurato dalle cicatrici. Un medico a giudicare dal grembiule, oppure un macellaio. Ma gli occhi si sgranarono e piansero di dolore, davanti a quella consapevolezza.
    Era un nazista. I gradi non si vedevano, ma non aveva importanza... quello era un fottuto bastardo nazista. Raschiò i denti con forza e con un impeto fece suonare le catene. Era inutile. Ma qualcosa non andava ugualmente. Quel pezzente lo chiamava in modo strano, nell'Organizzazione non vi erano gradi, lui non era un capitano. E non si chiamava... Pip. Una sensazione di vuoto avvolse lo stomaco, mentre il vecchio si fece estremamente vicino. Non vedeva dall'occhio sinistro, ma non aveva importanza al momento: quei ricordi non appartenevano a Dimitriy Kozlov, ormai era abbastanza evidente.
    Deathshead. Si chiamava così il bastardo, sorrideva mentre il dolore all'occhio diventava sempre più pressante... il tutto in contrapposizione all'allegria che dimostrava quell'uomo, che al momento aveva solo una richiesta. Voleva il suo nome pronunciato nella sua sudicia lingua. Nello stesso istante qualcosa iniziò a colare dall'orbita sinistra.

    "To...ten...kopf."

    Qualsiasi cosa fosse stretta sull'occhio, improvvisamente venne spinta internamente... per poi essere strappato via, generando un'esplosione di dolore che per poco non si portò via la ragione. Purtroppo però rimase cosciente, abbastanza cosciente da sentire quella risata accentuare il male che continuava a pulsare senza pietà.

    GAAAAAAAAAAHHH!!!

    Un urlo atavico riempì la camera, mentre il dolore lo portava lentamente sull'orlo dell'incoscienza. Che qualcuno mi salvi.

     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Non esistenza.

    Questa è l'unica sensazione che avverti, ora.
    Un dolce oceano di niente di avvolge, ti compenetra.

    Poi una voce ti sussurra all'orecchio, con la dolcezza che solo una madre può avere.
    "Ricorderai." un semplice sussurro, come un segreto rivelato ad un caro amico.
    "Ricorderai. Così che tu possa rimediare. Così che tu sappia." sussurrò ancora, mentendo.
    Perché nulla potrà cambiare le tue scelte.
    Nulla potrà alterare la tua destinazione, ora che hai superato tutti i bivi che il Fato ti ha posto davanti.

    ... o forse...
    "... non potrai dirlo a nessuno... o sarà tutto vano..."

    Un forte dolore all'occhio ferito ti sveglia, di soprassalto.
    La cicatrice inferta dal corvo del Vecchio brucia, brucia come se vi avessero versato sopra del carbone ardente.
    Poi, come se niente fosse, la sensazione scema quasi fino a scomparire del tutto.
    Lo sfregio, da completamente nero, torna ad avere un colorito più sano.

    Ti svegli spaesato, confuso.
    Sei a terra, su un pavimento scavato nella roccia. Attorno a te, colonne e volti si confondo, man mano che la vista torna precisa, ma mano che la mente si schiarisce.

    E ricordi, ricordi tutto.
    Ricordi la missione, ricordi Zimmer preoccupato per la spedizione sotterranea.
    Ricordi l'incidente nella miniera, le fiamme, i crolli.

    Ricordi l'Upperdark.

    E ricordo ciò che hai visto dopo, l'Upperdark.
    Ora sei sveglio... ma sei ancora ben lontano dalla fine di questa faccenda.

    [Continua su Red Gold]
     
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