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Dimitriy aprì gli occhi all'improvviso, ancora abbastanza scosso da ciò che era successo nei suoi sogni... appena qualche istante prima. Scosso era comunque una parola grossa, non si trattava di nulla di negativo, anzi. Almeno in un primo momento non c'era nulla di compromettente, all'inizio soltanto però, finché non entrava in azione la razionalità e allora si che iniziavano i dolori. Il biondo si mise seduto, scostandosi una ciocca di capelli dal viso accaldato, restando poi con la mano premuta vicino alla tempia. Nella sua mente erano ancora vivide le immagini del sogno, non poteva ignorarle neanche sforzandosi... anche perché sembravano così vere, reali. Gli sembrava quasi di sentirla ancora addosso.
Era come se lei fosse qui...
Il russo sbatté le palpebre un paio di volte, voltandosi poi di lato... era da solo, come ogni notte. Eppure si sentiva strano adesso, come se una parte di lui si fosse staccata, lasciandolo privo di qualcosa di importante. Da un lato però si sentiva felice, insomma... era successo quello. Quello che lui alla fine voleva, quello che nella realtà non poteva accadere. Mai. Eccoli i pensieri razionali, quelli che facevano più male e ti facevano aprire gli occhi, facendoti cadere in una sorta di disperazione autoindotta. Lasciò cadere una mano sul letto, stringendo con forza le lenzuola. Era da solo, lo era adesso e probabilmente lo sarebbe stato per sempre.
Perso com'era nei suoi pensieri, ci mise un po' ad accorgersi del bussare alla sua porta, tanto che per un momento pensò di aver sognato anche quello. Subito dopo però scostò le lenzuola e fece per alzarsi, lasciando però cadere lo sguardo verso il basso. Panico. La sotto era ancora tutto, come dire, in piena attività. Il sogno non aveva lasciato solo dei ricordi mentali, ma anche il fisico aveva reagito in modo naturale, forse anche troppo. Per la prima volta in vita sua, Dimitriy Kozlov aveva fatto un sogno... bagnato.
U-un attimo!
Ma come... un tipo freddo e preciso come lui, si stava incartando? Stava succedendo davvero. BAM, ginocchiata al tavolino. Probabilmente anche l'attendente percepì quel rumore, con successive imprecazioni in russo. Cercò in qualche modo di raccattare l'altro pigiama, sperando che con tutto quel macello il suo amico la sotto si calmasse. Fece il più in fretta possibile per evitare anche dei sospetti, lanciando gli indumenti incriminati direttamente nel bagno, raggiungendo poi la porta con un balzo. Contegno, contegno. Era talmente imbarazzato che il suo sesto senso era andato a puttane. Si lisciò la canotta e sistemò i capelli. Poi aprì la porta.
…
Cazzo. Ci aveva messo tutto il suo autocontrollo per calmarsi... ma con lei davanti, dopo quel sogno, era una missione persa. Violet era davanti a lui che per un attimo la vide completamente nuda. Il suo aspetto intanto era terribile, i capelli biondi erano totalmente scompigliati e sotto gli occhi erano spuntate delle occhiaie. A forza scacciò via dalla mente le immagini, inutilmente, provando a darsi un contegno e fare almeno finta di niente.
Ciao...? Che succede?
Era strano, si vedeva che c'era qualcosa che non andava.
Nonpensarlanuda. Nonpensarlanuda. Nonpensarlanuda.
Più si sforzava e più i ricordi si facevano vivi, anche guardarla negli occhi era difficile. Si morse il labbro inferiore, provando a usare il dolore per dimenticare... come se il lividone sul ginocchio non facesse già abbastanza male. Non sapeva se sorridere o restare serio, era davvero imbarazzato e spesso distoglieva lo sguardo... questo Dimitriy era davvero un inedito e Violet era la prima persona che lo vedeva in quello stato. Prima e unica, probabilmente.. -
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Era una situazione difficile per Dimitriy, non si era mai trovato invischiato in una questione simile. Aveva tantissima esperienza sul campo, sapeva cosa fare per eliminare dei nemici e come comportarsi in una missione di infiltrazione... però non sapeva proprio come comportarsi davanti alla persona che fino a qualche minuto prima popolava i suoi sogni, in una tenuta completamente diversa da quella di adesso. Anzi, per essere precisi una tenuta neanche l'aveva. Il suo cuore era in tumulto, il suo raziocinio vacillava e la voglia di saltarle addosso era vicina ai livelli critici... ma doveva calmarsi, doveva farlo per forza.
Lo sforzo fu grande, ma alla fine il russo riuscì a non distogliere lo sguardo, fissando quei due occhi color ametista per qualche secondo... accorgendosi solo in quel momento della strana espressione della ragazza. Sembrava affranta da qualcosa, come se avesse commesso un'azione spregevole e il rimorso la stesse divorando. In quel momento ogni pensiero vietato ai minori venne meno, mentre il ragazzo inclinava leggermente il capo di lato, cercando di leggere il suo stato d'animo... ma poi giunse quella frase e lei abbassò il capo. Lui rimase dubbioso per qualche istante, poi la sua mente si attivò e riprese a ragionare. Violet aveva dei poteri mentali, a volte questi sfuggivano al suo controllo e prendevano una volontà propria. Facendo due calcoli era credibile che il sogno di lei si fosse collegato al suo, dando vita a quella scena così passionale.
Come...?
Fece un sospiro, posando poi delicatamente la mano sulla testa della mora.
Non è colpa tua... se proprio dobbiamo trovarne una, allora è nostra.
Dimitriy non si sottraeva alle sue responsabilità, sapeva bene che se lui non avesse superato quel confine, tutto questo non sarebbe mai accaduto. Alla fine la cosa era sfuggita di mano a entrambi... ma dovevano per forza farsene una colpa? Non era successo niente di male, era stato solo un sogno. Un bellissimo sogno.
Non piangere... ti prego.
La mano scese fino a raggiungere la guancia di lei, invitandola a sollevare il capo per guardarlo negli occhi. Non avrebbe sopportato la vista delle lacrime, non voleva che a causa della sua avventatezza soffrisse ancora. Ma non poteva neanche dimenticare... quel sogno era stato talmente vivido da essersi impresso nella sua mente e, anche sforzandosi, continuava a sentire l'impulso di stringerla e baciarla ancora. Però non poteva. Fece per scostare la mano, anche se ormai non sapeva più cosa dire o cosa fare... si sentiva perso.. -
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Le lacrime alla fine arrivarono, riversandosi sulle dita dell'assassino e bagnandole con il loro tepore ricolmo di tristezza, di paura... di vergogna. Un nuovo sospiro abbandonò le labbra del giovane Dimitriy, ritrovandosi costretto a distogliere nuovamente lo sguardo per evitare di vederla in quello stato. Per quanto lei continuasse ad addossarsi tutte le colpe, lui sapeva bene di essere stato la causa scatenante e ciò lo fa soffrire davvero molto. Non tanto per se, era abituato alla sofferenza e anche se a fatica ne sarebbe uscito, prima o poi... ma non voleva che fosse Violet a soffrire. Ci teneva troppo a lei, l'amava e su questo non aveva nessun dubbio. Ma proprio per questo motivo voleva vederla sempre sorridente. Non così... non per colpa sua.
Va bene così, non farti altro male. Ormai è successo e non si può tornare indietro... ma credimi, non è colpa tua.
La colpa è solo mia, le avrebbe detto... se lei non avesse fato quella precisa azione. Dimitriy infatti scostò la mano alla fine, ma subito dopo ci fu un nuovo contatto tra loro due... e lei annullò nuovamente la distanza cingendo il ragazzo in un abbraccio forte e dolce allo stesso tempo. Un abbraccio per chiedere scusa, un abbraccio per tranquillizzare entrambi... un abbraccio in grado di risvegliare ricordi ancora troppo freschi per essere dimenticati. Il russo sgranò gli occhi e si irrigidì, un po' in tutti i sensi. Il viso di lei era appoggiato al suo petto, i suoi seni premevano poco più in basso e sentirla così vicino, appiccicata, mandava a prostitute ogni tentativo di tenere a freno l'eccitazione appena sopita, ma che ormai era tornata in piena attività.
...ecco...
Provò a dire qualcosa, ma era tutto inutile. Il suo cuore aveva iniziato a battere all'impazzata, mentre le mani non sapevano dove andare a posarsi... anche sfiorarle la schiena era rischioso, ogni contatto rievocava immagini vissute in sogno. Dimitriy volse il capo verso l'alto, ma più provava a calmarsi e più il suo corpo andava nella direzione opposta. Stava arrivando al limite. Strinse con forza i pugni.
Al diavolo.
Fu l'istinto a prendere il sopravvento. Le mani del biondo andarono a posarsi sulle guance di lei, tirandole su il viso e chinandosi per arrivare alla sua altezza... per poi baciarla. Non sapeva se era giusto o sbagliato, se lei avrebbe gradito o meno. Per quel che gli interessava poteva anche prenderlo a pugni dopo, ma ora aveva spento ogni raziocinio. Chiuse gli occhi e si lasciò andare, in quel momento non riusciva a pensare ad altro. Voleva solo sentirne il sapore, sentirlo davvero e anche se voleva non poteva fermarsi... non ora almeno.. -
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Avevano mandato tutto al diavolo e l'avevano fatto insieme. Basta con la gerarchia, basta con gli obblighi e basta con tutti quei doveri legati a un mondo che negava l'amore. Dimitriy gettò nel cesso tutti quelli che erano i suoi divieti autoimposti, tutto quei freni che ogni volta gli impedivano di vivere la propria vita come meglio voleva, negandogli tutte quelle piccole cose che rendevano il semplice vivere una cosa che poteva riempire il cuore di gioia. Per una volta voleva mettere il suo benessere al primo posto: adesso non c'era solo la Gilda da guardare dal basso verso l'alto, ma in cima alla montagna c'erano solo lui... e lei, la ragazza che amava.
E Violet rispose al bacio, un bacio caldo come il fuoco della passione... un bacio che volevano entrambi e a cui ne seguirono molti alti, sempre più intensi e focosi. Il cuore del biondo batteva all'impazzata e il suo corpo agiva prima della mente, segno che per il momento aveva abbandonato il Lampo ed era diventato solo Dimitriy, un ragazzo a cui avevano tolto tutto... ma che finalmente aveva deciso di prendersi una piccola rivincita. Ed era bello perché la mora non fuggì da tutto ciò e anzi, accettò l'amore del ragazzo in maniera incondizionata. Non c'era spazio per pensare al dopo, adesso c'era solo il presente... un bellissimo presente.
Senza staccarsi dalle labbra della psiomante, il russo scostò le mani dal volto di lei e andò a posizionarle sotto il sedere della giovane, con l'intenzione di tirarla su e trascinarla dentro la sua stanza. Fece un passo indietro, forse due, il tanto che bastava per far si che la porta si chiudesse... per poi appoggiarla alla fredda paratia metallica, avvolgendola poi con il suo corpo. Preso dalla frenesia del momento, il ragazzo iniziò a baciare il collo della sua bella e, mentre con la mano e il corpo la teneva su, iniziò a spogliarla come poteva.
Forse in un caso normale si sarebbe fermato, proprio come nel sogno in cui era venuta fuori la timidezza... ma ora sapeva che questo era ciò che voleva anche lei, quindi non vi erano confini da superare e barriere da infrangere. Ovviamente era pronto a fermarsi in ogni momento, ma dubitava davvero che da lei sarebbe arrivata a respingerlo, insomma, ormai erano andati talmente oltre che ritornare indietro era praticamente impossibile.. -
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_MajinZ_.
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I sensi del biondo ormai erano completamente offuscati, il profumo di lei lo inebriava e gli faceva perdere completamente la testa. Era tutto su un altro livello rispetto al sogno, che per quanto reale e coinvolgente, ometteva dei dettagli che rendevano magico quel momento. I respiri uniti, i cuori che battevano all'unisono... quei profumi dovuti all'eccitazione del momento, quel desiderio irrefrenabile di donare amore senza pensare alle conseguenze del gesto. Sentirsi così vicini era una sensazione che si avvicinava alla perfezione, scambiarsi il calore dei propri corpi e quei baci sempre più intensi e passionali... era tutto troppo bello per rovinarlo pensando a quella che era la realtà, con tutte le sue noie e i problemi. Non c'era posto per tutto ciò, ma solo per un ragazzo e una ragazza che in quel momento volevano donarsi solo... amore.
Velocemente i vestiti iniziarono a volare sul pavimento della cabina, mentre le labbra si univano a intervalli regolari ma sempre più ravvicinati. Le mani si muovevano per accarezzare ogni centimetro di pelle umida, senza tralasciare neanche un dettaglio. Dimitriy era ormai ebbro d'eccitazione, le baciò ancora il collo e affondo il viso nelle morbidezze della sua bella, per poi ritornare alle labbra per divorarle ancora di baci. Giunse poi quel pensiero e lui si fermò per un istante, guardandola dritta nei suoi occhi dilatati, due specchi che mostravano voglia e desiderio. Il ragazzo sorrise a sua volta, mentre con estrema delicatezza la sollevava ancora per poi adagiarla sul letto sfatto.
Una volta giunti in quel nido, anche gli ultimi indumenti svanirono... via i pantaloni, via l'intimo e qualsiasi altro impedimento che non permetteva il contatto dei corpi ormai nudi, bollenti. Il russo si chinò quindi su di lei per baciarla ancora, avvicinandosi con calma per afferrarle una mano e incrociare le dita con le sue, mentre l'altra forniva appoggio per evitare di opprimerla con il proprio peso. E, in contrapposizione alla fretta che aveva distinto i due ragazzi fino a quel momento, le intimità si sfiorarono, lentamente, rendendo quasi snervante l'attesa. Alla fine i loro corpi si unirono, proprio come era successo nel sogno, dando vita a quella che si, adesso era davvero la perfezione. Dimitriy iniziò quindi a muoversi baciandola con dolcezza, donandole tutto l'amore di cui era capace, senza pensare nient'altro che a lei. Era la sua vita e in quel momento era il centro di tutto: il suo cuore, la sua anima.. -
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_MajinZ_.
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La ruota del tempo che tutto controllava, che scandiva la vita di ogni essere vivente fin dal principio, in quel momento sembrò rallentare... fino a fermarsi del tutto. Ogni cosa attorno a loro era svanita, proprio come nel sogno vivevano in un mondo fatto apposta per loro due, privo di ogni legame con la realtà. In questo mondo non vi erano costrizioni, non esistevano ingombranti divieti morali e soprattutto era lontano dalla violenza, dalle ingiustizie e soprattutto lontano da quella vita opprimente che esisteva al di fuori. Un paradiso, si trattava proprio di questo. Dimitriy immaginò a sua volta una vita insieme a lei, che mano nella mano avanzavano verso la loro felicità.
Al riparo dalla cruda verità, il sogno dei due ragazzi proseguiva. Fecero l'amore, nel senso più puro del termine. Nessuna perversione, nessun secondo fine, ma solo un dolce e candido sentimento totalmente naturale che nasceva tra i due amanti. Divennero un corpo solo, scambiandosi affetto con ogni movimento, ogni bacio infuocato. I loro respiri erano sincronizzati, così come i battiti dei loro cuori: nulla al momento sembrava essere in grado di dividerli. Simili eppure così diversi, ma che contrariamente ad ogni supposizione riuscivano a completarsi a vicenda, rilasciando una magia in grado di cancellare ogni cosa, facendogli dimenticare la realtà anche solo per un singolo attimo... bastava quello per essere felici.
Il mondo reale però era spietato, non dava tregua e per quell'unico momento rubato al tempo, decise di vendicarsi in modo estremamente crudele. Non fece niente di orribile, semplicemente riattivò quella razionalità che fino a poco prima l'istinto era riuscito a confinare altrove, dando modo ai due ragazzi di esprimere ciò che era rinchiuso nei loro cuori. Adesso però le loro menti erano di nuovo funzionanti, la magia era finita e ora si trovavano faccia a faccia con i risultati delle loro azioni.
E' stato un errore.
Dimitriy fissava il soffitto, stretto in un cantuccio di un letto troppo piccolo per poter contenere due persone affiancate. Il suo corpo nudo era proprio accanto a quello di lei, ma non aveva il coraggio di voltare il capo per guardarla. Sapeva bene quali errori aveva commesso, erano fissi nella sua mente e non sapeva proprio come fare per risolvere la cosa... probabilmente era troppo tardi per farlo. Ad ogni modo era più preoccupato per il modo in cui Violet avrebbe reagito... lei che aveva un rapporto quasi conflittuale con le emozioni. Ma in questo momento anche il russo era nella stessa situazione: entrambi si erano avventurati in un territorio che, forse, sarebbe stato meglio se fosse rimasto inesplorato.. -
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_MajinZ_.
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Dimitriy si sentiva vuoto, come se qualcosa dentro di lui si fosse spezzato. Era appena passato dalla felicità più grande alla depressione più totale. Per quel che aveva fatto... non c'erano giustificazioni, ogni tentativo di trovare scappatoie falliva e il motivo era uno solo: non si poteva sfuggire a quella che era la dura realtà. E in quel momento nella sua testa vi era un elenco di tutte le regole che aveva appena infranto, come ad esempio fraternizzare troppo con i sottoposti... lasciarsi andare alle emozioni... accettare i propri sentimenti. Ma era davvero così grave? Per quanto la sua mente gli dicesse che aveva fatto una stronzata, il suo cuore continuava a dirgli che alla fine era un uomo... gli uomini amano, non vi era nulla di sbagliato in ciò.
Perché...
Iniziò a parlare per spezzare il silenzio, il suo tono ora era tornato ad essere quello solito, privo della passione che lo contraddistingueva prima... quando chiamava il suo nome. La voce era comunque calma, controllata.
Perché devi sempre prenderti tutta la colpa? Questa cosa... l'abbiamo fatta in due, abbiamo sbagliato in due e odio che tu voglia addossarti tutto questo. Smettila di farti male solo tu: piangi, prendimi a pugni, fai quello che vuoi. Però non tenermi fuori, ho diritto quanto te di soffrire e non mi spaventa farlo... perché io ti amo. E non mi vergogno a dirlo.
Il russo era un ragazzo intelligente, sapeva analizzare le situazioni e soprattutto sapeva analizzarsi... certo, ci metteva un po', ma nessuno meglio di lui poteva conoscersi. Ormai aveva capito quali sentimenti lo legavano alla corvina e perciò non aveva paura ad ammetterli, non si vergognava perché era la più pura verità.
E non mi pento di aver fatto questa cazzata con te, perché è stata la cazzata più bella che mi sia mai capitata in tutta la mia vita. Non mi importa cosa pensano gli altri, quello che ho fatto l'ho fatto con il cuore... e non c'è niente di sbagliato in questo.
L'assassino strinse i pugni e, quasi arrabbiato, si girò sul fianco mostrando la schiena martoriata dalle cicatrici alla ragazza li accanto. Era stufo di dover nascondere se stesso anche quando non svolgeva il suo lavoro, non voleva indossare una maschera per nascondere i propri sentimenti anche a se stesso... almeno li, in quella stanza, voleva essere se stesso. Non chiedeva molto altro, voleva solo vivere come una persona normale... anche se solo per una manciata di minuti alla volta.
Edited by _MajinZ_ - 14/11/2015, 10:05. -
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