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Il dolore era una costante nella vita di Dimitriy. Lo conosceva fin da quando la sua mente poteva ricordare e benché fosse riuscito a domare quello fisico, quello più naturale e istintivo, la controparte psicologica era ancora una terra inesplorata. Certo, aveva imparato a conviverci e a sopprimerlo grazie al suo addestramento, però non poteva fare molto altro per contrastarlo. Soprattutto quando quest'ultimo era legato alle questioni incentrate sul cuore, intese come amore. Non aveva l'esperienza necessaria, perché troppo tardi aveva aperto gli occhi verso quella che era la vita vera... con la sua mole sconfinata di problemi. Però, con la libertà aveva accettato anche questo: era libero di vivere al massimo ogni sentimento, nel bene e nel male.
Io non provo dolore in questo momento... e non soffrirò finché sarai tu a causarmelo. E poi sarei un codardo a fuggire dalle mie responsabilità, dopo che ho intrapreso volontariamente questa strada... sapevo già quali sarebbero state le conseguenze e le ho accettate. Non nego che tutto questo mi causerà del dolore, ma fa tutto parte del gioco che ho scelto di giocare.
Socchiuse gli occhi, rilassandosi per godere di ogni singolo bacio che Violet, con una dolcezza infinita, donava a ogni sua cicatrice. Rimase in silenzio per qualche attimo, felice in ogni caso, per non spezzare la magia che continuava comunque ad aleggiare su di loro.
Violet... non puoi proteggermi per sempre. Come posso crescere se non ho modo di imparare? Come faccio a sapere che il fuoco brucia se non ci metto la mano? Io... ho bisogno di provare qualsiasi cosa, il mio cuore ha bisogno di assorbire quante più emozioni possibili... brutte o belle che siano. E non posso farlo se tu non mi permetti di viverle.
Dargli torto era praticamente impossibile... se lei davvero si considerava più adulta, più preparata riguardo al capitolo sui sentimenti, allora doveva trovare da sola l'errore nelle sue parole e capire che alla fine, era giusto così. Il biondo lentamente cambiò posizione, voltandosi completamente verso la corvina per guardarla negli occhi e scostarle con la mano quel ciuffo di capelli impertinente, ricadutole sul viso.
Non aver paura di farmi del male, devi avere fiducia in me.
Una carezza sulla guancia.
E non aver paura di dirmi ciò che pensi, io non ti costringo ad amarmi. Non devi sentirti obbligata nei miei confronti, ma voglio che tu sia sincera con me. Come io lo sono stato con te.
Le diede infine un bacio sulla fronte, accogliendola poi tra le sue braccia per stringerla con dolcezza... le doveva davvero molto e non avrebbe mai smesso di ringraziarla. Aveva scoperto il vero amore, solo grazie a lei. Non poteva chiedere nulla di meglio, questo bastava per farlo sentire più umano.. -
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Amico. Una bella parola, dal significato profondo ma molto spesso usata a sproposito. In quanti si fingevano amici, persone fidate che alla prima distrazione erano pronte ad accoltellarti alle spalle e tradire la fiducia concessagli. Gli amici, quelli veri, erano una merce rara e preziosa, da tenere stretta e vicina, con cui condividere esperienze e fare fronte comune per affrontare i problemi della vita. A volte però quella semplice parola, diventava un'arma infida, fatta di uncini rivolti all'indietro per fare ancora più danni riportando indietro la mano. E ogni volta che Violet lo diceva, era come ricevere una nuova pugnalata dritta al cuore. Dimitriy stava già soffrendo e per quanto lei continuasse a sentirsi in colpa, ormai il danno era già fatto.
Non serve che tu faccia tutto questo, ti ho già detto che non è colpa tua... dammi ascolto ti prego. Non rendere tutto ancora più difficile.
Ogni secondo che passava, il dolore si faceva sempre più presente... ma solo perché ora era lui a sentirsi terribilmente in colpa. La vedeva struggersi per lui e vederla soffrire non faceva altro che far aumentare la sua, di sofferenza. Era disperata, ma alla fine il problema non era così devastante... insomma, questo genere di cose accadevano ovunque e in ogni momento dell'universo. Per ogni storia che andava bene, ne esistevano altre che andavano male e non sempre si arrivava a gesti estremi... era molto raro arrivare a tanto. Dimitriy non era il primo a ricevere un no, per quanto doloroso non si trattava della fine di tutto. Lei però continuava a disperarsi, a piangere lacrime violacee, a definire tutto quel che era appena accaduto come il peggiore dei mali. Finì per rannicchiarsi e dondolare presa dallo sconforto.
Violet basta!
Il biondo alzò un poco la voce, voleva risvegliarla e per far ciò andò a prenderla per le spalle stringendola leggermente per non farle del male. Non sapeva bene cosa fare, ma non poteva essere tutto così come diceva lei... Dimitriy non era una persona normale. Il suo animo era fatto per resistere, per quanto accettasse i sentimenti, non avrebbe mai permesso che essi lo rendessero dipendente fino al perdere la testa.
Io non cambierò, non può essere così grave come dici tu! E' vero, non ho nessuna esperienza, ma so come trattare i sentimenti... mi hanno insegnato a farlo. La vera sofferenza... io l'ho già provata. E ne porto i segni sulla schiena.
Abbassò lo sguardo, come gli accadeva ogni volta che ripensava al suo passato... ma lui aveva sofferto tanto in quel periodo, quindi riusciva a scorgere la differenza da un'esperienza di vita all'altra... e in questo caso stavano andando troppo oltre. Erano due modi di pensare diversi e, forse per questo motivo, iniziava a capire perché erano tanto incompatibili.. -
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Dimitriy sospirò pesantemente, ormai la frustrazione iniziava a farsi largo in lui. Per quanto si sforzasse di cercare le parole giuste, per quanto provasse a trovare una soluzione convincente per il loro problema... ogni tentativo andava puntualmente a scontrarsi contro un muro fatto di logica, di pensieri fin troppo razionali. E quel muro era Violet, lei che aveva così paura di aver fatto un immenso sbaglio e che non si accorgeva che con le sue parole continuava a girare il dito nella piaga che si era appena aperta sul cuore del biondo, ogni frase era come una manciata di sale lanciato su una ferita fresca. Facevano male, ma Dimitriy sapeva resistere. L'aveva sempre fatto, era una vita che resisteva alle difficoltà e di certo non sarebbe stata una delusione d'amore a distruggere ciò che aveva costruito in tutti quegli anni.
Eppure... non riusciva ad arrabbiarsi. No, non la odiava per ciò che era successo, anzi, le era infinitamente grato. In quei momenti privi di raziocinio si era sentito davvero felice, per qualche minuto erano diventati una cosa sola e viaggiavano sulla stessa lunghezza d'onda... per quanto lei continuasse a ribadire che erano totalmente diversi, per quella manciata di secondi erano diventati uguali, un ragazzo e una ragazza che si donavano amore, nient'altro. Poi però erano di nuovo atterrati nel mondo reale e li ogni piacere si era trasformato in sofferenza. La realtà non permetteva di abbandonarsi solo alla pura felicità, si aggiungevano altre variabili e dettagli che rendevano il tutto un groviglio di emozioni, di doveri e obblighi impossibile da districare.
Dici che siamo diversi... che siamo incompatibili...
La voce del ragazzo si era fatta malinconica, mentre lo sguardo di ghiaccio si posava in quello ametista di lei. Era tristezza quella che mostrava il suo sguardo, ma non vi era rabbia o dolore, solo una profonda tristezza.
Ma allora... perché ho ancora una voglia pazza di fare l'amore con te?
Non poteva negarlo, non ci riusciva. Voleva ancora sentire il suo respiro affannato sul viso, voleva ancora sentire il suo profumo e ascoltare la sua voce mentre lo chiamava. E per quanto la sua mente gli dicesse che ormai era tutto andato perso, era tutto distrutto, il suo cuore continuava a spingerlo verso una direzione giusta... ma che non era quella da seguire.. -
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Nel passato di Dimitriy vi era un vuoto forse incolmabile, anni passati nel completo isolamento, anni che cancellarono ogni emozione trasformandolo in una semplice ed efficiente macchina di morte. Solo con la sua fuga era riuscito a mettere fine a quella tortura, liberandosi del blocco che inchiodava ogni emozione in un mondo freddo e immobile. Quel mondo lentamente iniziò a ripopolarsi e i sentimenti attecchivano facilmente in un terreno vergine, ricco di sostanze nutritive che dormivano, attendendo il momento propizio per germogliare. Era vero quindi che non aveva l'esperienza necessaria, era come un bambino alle prime armi, ma ciò non significava che era solo uno stupido... si rendeva anche lui conto delle sue azioni, ma arrivare ad essere così razionali da posizionarsi al di sopra di tutto, distruggendo qualsiasi positività che si veniva a creare, proprio non riusciva a sopportarlo.
Sono parole vuote le tue.
Lo sguardo del biondo si fece duro, spietato. Era stanco di sentirsi trattato in un modo simile, era anche lui adulto e responsabile, si meritava un po' più di rispetto. Soprattutto quando c'erano in ballo dei sentimenti.
Io vedo solo una persona che ha paura di amare e che si rifugia dietro muri di fredde parole, allontanandosi da quella che è la realtà. Posso capire che non ci può essere una storia tra noi, lo accetto. Ma non venirmi a dire cazzate riguardo l'essere bestie, perché fino a qualche attimo fa hai negato con le azioni le tue stesse parole.
Erano insieme quando l'istinto aveva preso possesso di entrambi e non era stato di certo lui a fare quel sogno. Dimitriy sorrise amaramente.
Prima sei venuta qui in preda all'ansia per un sogno in cui non ti sei fatta troppi problemi, non hai pensato all'amigdala e alla corteccia prefrontale. O al fatto di essere una pedofila, come dici tu. Se mi hai sognato, vuol dire che mi desideravi. E comunque quando hai avuto la possibilità di interrompere tutto sul nascere... non ti sei sottratta alle mie attenzioni. Forse mi hai usato? O l'hai fatto per pietà? Io non sono ne un giocattolo e ne un uomo che ha bisogno della pietà della gente, ma soprattutto non ti permetto di catalogarmi come una persona che non è in grado di capire. Se continui a pensarla così... allora non sai proprio nulla di me.
Il biondo abbassò lo sguardo tornato triste, mentre lentamente andò a sedersi sul bordo del letto, per poi tirarsi su. Rimase fermo immobile in quella posizione, mentre i lunghi capelli ancora spettinati coprivano le sue cicatrici.
Ti direi di vergognarti, ma so che lo stai già facendo. Cazzo... almeno Coralia non mi ha mai raccontato stronzate, facevamo solo del sesso, però eravamo sinceri l'uno con l'altro. Ora invece mi sento vuoto. Forse è meglio che torni nella tua stanza, Pit Dog.
Le ultime due parole erano probabilmente le peggiori, da sentirsi dire. Da sentirsi dire per Violet. Segnava il ritorno di un confine, una muraglia che il russo aveva nuovamente sollevato... e questa volta sembrava più solida di prima. Raggiunse il bagno e si chiuse la porta alle spalle, aprendo dopo poco l'acqua della doccia. Voleva solo piangere e dimenticare. Voleva farlo da solo, insieme alla sua fidata e sincera solitudine.. -
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Doveva immaginarlo che quella conversazione non sarebbe giunta al termine facilmente, non bastava una porta chiusa per porre fine a quel dolorosissimo scambio di opinioni. Dimitriy si morse l'interno della guancia, mentre fissava l'acqua scendere dal soffione della doccia. Non era ancora entrato nel box, il contatto telepatico lo aveva fermato poco prima di fiondarsi sotto l'acqua gelida... poco prima che le sue lacrime si mischiassero alle gocce. Le ricacciò indietro e rimase fermo, immobile, conscio di aver sparato solo cazzate a vanvera. Lo sapeva e sapeva bene quanto lei avesse ragione, ci aveva messo un attimo soltanto per smascherarlo. Sospirò, abbassò il capo e strinse gli occhi con forza.
Lo so. Sono troppo inesperto per controbattere alle tue convinzioni... ma come posso rassegnarmi solo perché è una cosa normale? Voglio imparare e voglio farlo da solo, voglio amarti anche se so che è del tutto inutile. Lasciami almeno questo.
Non gli importava di sapere cosa sarebbe successo al suo cervello, non voleva sapere niente e non voleva pensare che era già tutto scritto. Per la prima volta in vita sua si era innamorato ed era intenzionato a godersi per intero questa esperienza, nel bene e nel male. E la connessione con Perception mostrava pienamente ciò che cercava di spiegare, trasmettendo una profonda tristezza ma al contempo una coraggiosa determinazione: non aveva paura di provare qualcosa di nuovo, anche se si trattava di qualcosa di terribile. Era amore, sapeva quanto potesse essere velenoso... ma era certo che quel veleno l'avrebbe aiutato a crescere.
Sono stato davvero bene... con te. Per una volta mi son sentito libero di amare e te ne sono grato...
Il ragazzo si voltò e raggiunse la porta, appoggiandosi ad essa proprio come faceva lei dall'altro lato. Chiuse gli occhi, cercando di percepirla come se non ci fosse nessuna barriera a dividerli. Riattivò il contatto un ultima volta.
Ma ora ti prego, lasciami da solo.
La sua era una supplica, il solo saperla ancora li lo feriva e lo distruggeva da dentro... straziava il suo cuore e l'unico modo per stare meglio era la lontananza. Anche se sapeva che anche così il dolore non sarebbe per nulla diminuito. Gli serviva del tempo per riflettere, per capire cosa fare, per non perdere di vista quella che era la realtà.. -
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Edited by Zaho's Violet - 21/12/2015, 23:16. -
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I secondi passavano lentamente, le lancette del grande orologio che regolava il tempo sembravano muoversi a rallentatore... e ogni movimento della sottile asticella dei secondi, causava in Dimitriy un intenso dolore all'altezza del cuore. Le aveva chiesto di andare via, l'aveva quasi implorata di lasciarlo da solo insieme ai suoi distruttivi pensieri... ma invece era ancora li e la sua sola presenza gli faceva male. Eppure allo stesso tempo la voleva li, insieme a lui. Le sue erano emozioni contrastanti, amore e dolore si mischiavano insieme... accettazione e negazione diventavano simili fino a unirsi e cancellare ogni differenza: proprio come avevano fatto i due amanti fino a qualche minuto prima. Erano completamente diversi, eppure in quei momenti non c'erano differenze a dividerli. L'amore era capace anche di questo.
E poi la porta si aprì, mettendo faccia a faccia un ragazzo e una ragazza nudi, uguali nella loro diversità, che si confrontavano con quelli che alla fine erano sempre i soliti problemi della vita... forse un po' più complessi rispetto alla normalità, ma alla fine non cambiava poi molto. Il biondo abbozzò un sorriso, non riusciva proprio a liberarsi di lei. Per fortuna. Si fissarono per un attimo, poi lei fece qualche passo avanti, cingendolo con le braccia e tirandosi sulle punte dei piedi, avvicinò le labbra a quelle del ragazzo, lasciandole unite in un casto bacio. Nessuna passione, solo dolcezza. Bastò quel gesto per farlo sciogliere. Quello unito a un dolcissimo contatto mentale più simile a delle carezze... che ad un'intrusione.
Dimitriy rimase fermo, all'inizio. Poi la strinse semplicemente a se, facendo si che i loro corpi tornassero vicini, pelle contro pelle. Chiuse poi gli occhi e si lasciò cullare da quei pensieri, acquisendo la consapevolezza che nonostante tutto, lei ci sarebbe stata sempre. Anche se magari solo come amica, ma già il fatto di essere li era molto importante per il russo. Però adesso arrivavano anche gli inconvenienti di quella situazione di vicinanza. Erano molti i punti sensibili a contatto, sentiva i seni premere contro il suo petto... le intimità sfiorarsi... il profumo di lei che lo inebriava. Il cuore iniziò a battere appena più forte, poi giunse quella strana sensazione allo stomaco. Infine l'eccitazione. Il corpo reagiva e si poteva fare ben poco per contenere la verità che esprimeva.
Violet... se rimani... io...
Un sussurro vicino all'orecchio, probabilmente il modo peggiore per comunicare qualcosa, in una situazione come quella. E poi la voce resa roca da un'eccitazione ormai crescente, rendeva tutto ancora più difficile.
Non so se riuscirò a trattenermi... continuo a pensare che vorrei fare l'amore con te ancora... e ancora... voglio baciarti... voglio...
La strinse ancora, sempre delicatamente, sfiorandole involontariamente l'orecchio con le labbra. Tutti i pensieri che aveva fatto prima si erano volatilizzati, ogni obbligo se ne stava nuovamente andando e ogni ragionamento che diceva quanto tutto questo fosse sbagliato, stava diventando ancora una volta inutile. E se lei non farà nulla per fermarlo, probabilmente sarebbe caduti nuovamente in quel piacevole errore commesso già due volte. Forse però... lo voleva anche lei. Ma per fermarsi bisognava agire in fretta, perché il corpo del ragazzo era diventato terribilmente sincero. Stavano camminando sull'orlo del baratro... un baratro che però si allungava da entrambi i lati, dove cadere significava sia sbagliare... sia vivere.. -
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Alla fine successe ancora. Non importava se fino a qualche istante prima, i due ragazzi avessero fatto dei ragionamenti che portavano in un'altra direzione... non era importante se solo pochi secondi prima erano finiti ad un passo dal litigare. E soprattutto erano diventati ininfluenti quegli obblighi che si erano autoimposti, visto che in un modo o nell'altro avevano avuto la stessa medesima ricaduta che gli aveva portati a unirsi la prima volta. Avevano trovato diversi punti negativi, avevano capito che tutto ciò era fondamentalmente sbagliato... eppure eccoli di nuovo li, appiccicati, vicini, pronti a fare ancora l'amore nonostante tutto. Il loro era un enorme controsenso, eppure lo stavano accettando senza tirarsi indietro. Forse stavano sbagliando ancora, ma probabilmente nessuno dei due la stava pensando a quel modo.
Dimitriy infatti non rimase sorpreso dalla risposta positiva della fanciulla, sapeva bene che anche lei voleva la stessa identica cosa... e ne fu felice. Era sbagliato, non lo negava assolutamente. Però allo stesso tempo il suo cuore si sentiva leggero, libero di seguire la sua strada senza pensare alle conseguenze... si sentiva libero di amare. Tutto era possibile in quel mondo racchiuso tra quattro mura, dove l'esterno era terribile ma in quel piccolo spazio non vi era nessuna barriera e potevano desiderare ciò che volevano. E il biondo era felice che, almeno per il momento, non ci fosse neanche nessuna barriera tra loro due.
Così, ebbro d'amore e desiderio, lasciò che la mano di lei lo guidasse, fremendo al contatto tra le loro intimità. E proprio come prima la sollevò, appoggiandola delicatamente contro la parete del bagno per sorreggerla con dolcezza. Questa volta però non vi era nessuna fretta, anche se la gravità poteva risultare fastidiosa, ma francamente a Dimitriy non importava di faticare... voleva stare con lei, voleva fare l'amore con la ragazza di cui si era innamorato: qualsiasi altra cosa risultava superflua e inconsistente. Cercò le sue labbra per tuffarcisi ancora, per assaporarla come se fosse sempre la prima volta. E lentamente iniziò a muoversi, piano, per godere di ogni secondo insieme... senza essere turbati dai pensieri esterni. Quelli fastidiosi e negativi.
Sarebbe stato bello se tutto ciò fosse durato all'infinito, ma purtroppo la realtà era ancora li dietro l'angolo e una volta finita la loro danza millenaria, tramandata di generazione in generazione per la salvaguardia della specie, si sarebbero dovuti confrontare ancora una volta con lei... e constatare le conseguenze delle loro azioni. Ma per il momento tutto ciò era tenuto fuori dal loro mondo, non serviva proprio a nulla.. -
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Il biondo rimase in silenzio, con gli occhi chiusi, stretto alla persona che amava. Il suo profumo lo inebriava e respirarlo lo faceva sentire bene, tranquillo. Ma a farlo sentire meglio era il loro stretto contatto, privo di ogni risvolto passionale o carnale, si trattava di un semplice abbraccio carico di dolcezza e amore... un momento di coccole, come probabilmente l'avrebbe definito qualunque altra coppia. Loro però non lo erano. E forse era proprio per questo motivo che ogni istante era prezioso, erano attimi da vivere intensamente perché probabilmente quella sarebbe stata l'ultima volta che i due si sarebbero trovati così vicini. Perché tutto ciò era proibito, illegale, distruttivo per entrambi. E lo sapevano bene, l'avevano sempre saputo... però avevano sbagliato volutamente. Ora più di prima le conseguenze di ciò erano sparse intorno a loro.
Questo... è lo sbaglio più bello che mi sia mai capitato. Ma resta comunque un errore, lo sappiamo entrambi... ed è inutile parlarne ancora. Dobbiamo prenderne atto e reagire. Ma non adesso... non ancora.
La stretta si fece leggermente più stretta e per un attimo anche le palpebre si strinsero ancora di più, era difficile abbandonare quei pensieri così intensi e dolci di poco prima... per poi ripiombare nella spietata realtà. Dovevano separarsi, era l'unico modo per iniziare a riparare il danno che avevano fatto, ma nessuno dei due voleva farlo. Dimitriy non accennava a sciogliere l'abbraccio, al momento non era un'opzione contemplata tra i suoi pensieri. Erano talmente vicini che i battiti dei loro cuori si mischiavano, così come i loro respiri... le loro anime. No, non voleva staccarsi da lei, il solo pensiero di lasciarla andare lo faceva stare male.
Non te ne andare.
La sua era quasi una supplica, mentre affondava il viso nell'incavo del collo della fanciulla, baciandola sulla spalla con dolcezza, senza malizia. Si sentiva debole, indifeso senza di lei e proprio non se la sentiva di restare da solo. Se poteva esprimere un desiderio... ecco, avrebbe espresso quello di restare insieme a lei almeno fino al mattino. Non chiedeva altro, sapeva che stare insieme per sempre non era possibile, ma almeno per il resto della notte potevano ancora condividere quel rapporto così speciale e unico.
Solo con te mi sento libero... libero di amare, di decidere. Di desiderare.
Un altro piccolo bacio carico d'amore.
Rimani con me fino a domattina, non voglio lasciarti andare e sento di non riuscire a sopportare la tua mancanza... non stanotte almeno.
Era quello il suo unico desiderio, non chiedeva altro. Voleva cullarla tra le sue braccia, farla sentire amata e protetta, voleva addormentarsi insieme a lei e sognare insieme ancora una volta. Aveva bisogno di quell'amore, anche solo per una singola notte..