[EM] Waking Life

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  1. _MajinZ_
     
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    Il dolore era una costante nella vita di Dimitriy. Lo conosceva fin da quando la sua mente poteva ricordare e benché fosse riuscito a domare quello fisico, quello più naturale e istintivo, la controparte psicologica era ancora una terra inesplorata. Certo, aveva imparato a conviverci e a sopprimerlo grazie al suo addestramento, però non poteva fare molto altro per contrastarlo. Soprattutto quando quest'ultimo era legato alle questioni incentrate sul cuore, intese come amore. Non aveva l'esperienza necessaria, perché troppo tardi aveva aperto gli occhi verso quella che era la vita vera... con la sua mole sconfinata di problemi. Però, con la libertà aveva accettato anche questo: era libero di vivere al massimo ogni sentimento, nel bene e nel male.
    Io non provo dolore in questo momento... e non soffrirò finché sarai tu a causarmelo. E poi sarei un codardo a fuggire dalle mie responsabilità, dopo che ho intrapreso volontariamente questa strada... sapevo già quali sarebbero state le conseguenze e le ho accettate. Non nego che tutto questo mi causerà del dolore, ma fa tutto parte del gioco che ho scelto di giocare.
    Socchiuse gli occhi, rilassandosi per godere di ogni singolo bacio che Violet, con una dolcezza infinita, donava a ogni sua cicatrice. Rimase in silenzio per qualche attimo, felice in ogni caso, per non spezzare la magia che continuava comunque ad aleggiare su di loro.
    Violet... non puoi proteggermi per sempre. Come posso crescere se non ho modo di imparare? Come faccio a sapere che il fuoco brucia se non ci metto la mano? Io... ho bisogno di provare qualsiasi cosa, il mio cuore ha bisogno di assorbire quante più emozioni possibili... brutte o belle che siano. E non posso farlo se tu non mi permetti di viverle.
    Dargli torto era praticamente impossibile... se lei davvero si considerava più adulta, più preparata riguardo al capitolo sui sentimenti, allora doveva trovare da sola l'errore nelle sue parole e capire che alla fine, era giusto così. Il biondo lentamente cambiò posizione, voltandosi completamente verso la corvina per guardarla negli occhi e scostarle con la mano quel ciuffo di capelli impertinente, ricadutole sul viso.
    Non aver paura di farmi del male, devi avere fiducia in me.
    Una carezza sulla guancia.
    E non aver paura di dirmi ciò che pensi, io non ti costringo ad amarmi. Non devi sentirti obbligata nei miei confronti, ma voglio che tu sia sincera con me. Come io lo sono stato con te.
    Le diede infine un bacio sulla fronte, accogliendola poi tra le sue braccia per stringerla con dolcezza... le doveva davvero molto e non avrebbe mai smesso di ringraziarla. Aveva scoperto il vero amore, solo grazie a lei. Non poteva chiedere nulla di meglio, questo bastava per farlo sentire più umano.

     
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    Sogni Lucidi_


    «Io non provo dolore in questo momento... e non soffrirò finché sarai tu a causarmelo. E poi sarei un codardo a fuggire dalle mie responsabilità, dopo che ho intrapreso volontariamente questa strada... sapevo già quali sarebbero state le conseguenze e le ho accettate. Non nego che tutto questo mi causerà del dolore, ma fa tutto parte del gioco che ho scelto di giocare.»

    «...»


    ...Perché dice sciocchezze? Certo che soffrirà! E probabilmente peggio che per tante altre cose! Come posso causargli dolore senza che lui soffra? Non ha senso, non ha senso, sta mentendo a sé stesso, non sa di cosa parla...

    «Violet... non puoi proteggermi per sempre. Come posso crescere se non ho modo di imparare? Come faccio a sapere che il fuoco brucia se non ci metto la mano? Io... ho bisogno di provare qualsiasi cosa, il mio cuore ha bisogno di assorbire quante più emozioni possibili... brutte o belle che siano. E non posso farlo se tu non mi permetti di viverle.»

    «...Ma se sono io, il fuoco...»


    Mormoro, adagiandomi contro la sua schiena in cerca di vicinanza e rassicurazioni...
    Lui ha perfettamente ragione, ma...se sono io il fuoco, le implicazioni morali di responsabilità sulle mie spalle assumono sfumature diverse e dimensioni enormi..
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    «Non aver paura di farmi del male, devi avere fiducia in me.
    E non aver paura di dirmi ciò che pensi, io non ti costringo ad amarmi. Non devi sentirti obbligata nei miei confronti, ma voglio che tu sia sincera con me. Come io lo sono stato con te.»


    «Non è mancanza di fiducia in te, la mia, Dimitriy...È solo che vorrei non essere io quella che ti ferisce...E vorrei che tu non fossi mai ferito, ma questo è impossibile...
    Perché ci tengo a te. Sei la persona migliore ch'io conosca, il miglior amico ch'io abbia, in questo punto della mia esistenza. Sei l'unico, Dio mio, sei l'unico amico che ho...E vorrei cavarmi il cuore per quello che ti ho fatto! Vorrei strapparmi la pelle a unghiate, scuoiarmi viva e fustigarmi per l'eternità, punirmi e punirmi e punirmi, per tutto ciò che ti sto causando e che ti causerò...»


    Si gira lentamente verso di me, per poi scostarmi delicatamente un ciuffo dal viso, regalarmi una tenera carezza sulla guancia ed un bacio sulla fronte. Io lo guardo, triste, addolorata, calma, e piano piano rispondo.
    Provo a spiegargli l'affetto che provo per lui; provo a spiegargli che, sì, ha ragione a voler fare esperienze, ma vorrei non essere io a fargli fare quelle brutte; provo a spiegargli quanto questo, invece, questo essere io a rovinargli questo momento della sua vita, mi faccia morire dentro perché è diametralmente opposto a ciò che desidero per lui.

    E via via che gli spiego cosa provo, nel mio cervello le reti neurali si risvegliano, si riattivano, ed assieme a ciò che provo mi sovvengono i ricordi del "perché" lo provo: ecco che la mia agitazione aumenta, che le lacrime iniziano ad affiorare agli occhi per poi scivolare giù, ed ecco che nel mio cervello ogni nodo della rete attiva un'altra rete con altri nodi a sua volta, e così mi accendo, ed ardo, di dolore e disperazione
    .

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    «Tu non ti rendi conto, ma...ti ho cambiato il cervello! Capisci??! Ti ho...alterato i pattern neurali: è questo che fa, il primo amore. Ti ho reso un drogato! Cristo, ho mandato fuori strada il tuo circuito della dipendenza, ti farò provare i sintomi dell'astinenza tali e quali a quelli della tossicodipendenza, della cocaina!!! Endorfine, ossitocina, vasopressina...
    Ti basterà ricordare accidentalmente di me, per sperimentare un'intensa attivazione delle aree del desiderio, del dolore fisico, della dipendenza da droghe! La tua motivazione verrà distorta, potresti sperimentare depressione fino al suicidio, oppure stalking fino all'omicidio se non saprai gestire correttamente la tempesta neurobiochimica che ti investirà...E anche senza pensare a me o a qualcuna che mi assomigli minimamente, sarai pervaso dall'astinenza di fondo: sarai più agitato, aggressivo, disperato, avrai picchi atroci e...e...Dio mio, cosa ho fatto, cosa ho fatto...»


    Senza neanche accorgermene mi ritrovo ad agitare le mani seduta sul letto, con lacrime d'ametista e gli occhi brillanti di fucsia ad illuminarmi il viso sfigurato da una smorfia di sofferenza acuta, come denota anche la bocca incurvata verso il basso. Ed infine, con le mani tra i capelli e la testa tra le braccia, mi accartoccio su me stessa, m'introverto, abbassando i toni della mia voce e iniziando a ciondolare ed oscillare avanti ed indietro -cullamento per rassicurazione-, parlando ora a me stessa, chiusa nel mio dolore causato dal suo dolore causato da me.
    Dio mio, Dimitriy...mi dispiace..
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    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    Evvai di bordata neuroscientifica 8D X°DDDD.

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  3. _MajinZ_
     
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    Amico. Una bella parola, dal significato profondo ma molto spesso usata a sproposito. In quanti si fingevano amici, persone fidate che alla prima distrazione erano pronte ad accoltellarti alle spalle e tradire la fiducia concessagli. Gli amici, quelli veri, erano una merce rara e preziosa, da tenere stretta e vicina, con cui condividere esperienze e fare fronte comune per affrontare i problemi della vita. A volte però quella semplice parola, diventava un'arma infida, fatta di uncini rivolti all'indietro per fare ancora più danni riportando indietro la mano. E ogni volta che Violet lo diceva, era come ricevere una nuova pugnalata dritta al cuore. Dimitriy stava già soffrendo e per quanto lei continuasse a sentirsi in colpa, ormai il danno era già fatto.
    Non serve che tu faccia tutto questo, ti ho già detto che non è colpa tua... dammi ascolto ti prego. Non rendere tutto ancora più difficile.
    Ogni secondo che passava, il dolore si faceva sempre più presente... ma solo perché ora era lui a sentirsi terribilmente in colpa. La vedeva struggersi per lui e vederla soffrire non faceva altro che far aumentare la sua, di sofferenza. Era disperata, ma alla fine il problema non era così devastante... insomma, questo genere di cose accadevano ovunque e in ogni momento dell'universo. Per ogni storia che andava bene, ne esistevano altre che andavano male e non sempre si arrivava a gesti estremi... era molto raro arrivare a tanto. Dimitriy non era il primo a ricevere un no, per quanto doloroso non si trattava della fine di tutto. Lei però continuava a disperarsi, a piangere lacrime violacee, a definire tutto quel che era appena accaduto come il peggiore dei mali. Finì per rannicchiarsi e dondolare presa dallo sconforto.
    Violet basta!
    Il biondo alzò un poco la voce, voleva risvegliarla e per far ciò andò a prenderla per le spalle stringendola leggermente per non farle del male. Non sapeva bene cosa fare, ma non poteva essere tutto così come diceva lei... Dimitriy non era una persona normale. Il suo animo era fatto per resistere, per quanto accettasse i sentimenti, non avrebbe mai permesso che essi lo rendessero dipendente fino al perdere la testa.
    Io non cambierò, non può essere così grave come dici tu! E' vero, non ho nessuna esperienza, ma so come trattare i sentimenti... mi hanno insegnato a farlo. La vera sofferenza... io l'ho già provata. E ne porto i segni sulla schiena.
    Abbassò lo sguardo, come gli accadeva ogni volta che ripensava al suo passato... ma lui aveva sofferto tanto in quel periodo, quindi riusciva a scorgere la differenza da un'esperienza di vita all'altra... e in questo caso stavano andando troppo oltre. Erano due modi di pensare diversi e, forse per questo motivo, iniziava a capire perché erano tanto incompatibili.

     
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    «Non serve che tu faccia tutto questo, ti ho già detto che non è colpa tua... dammi ascolto ti prego. Non rendere tutto ancora più difficile.»

    «Dimitriy! È moralmente colpa mia, non...!?»


    Non capisce! Maledizione, non riesce a capire davvero...! E non porta nemmeno una contro-argomentazione ribattendo alle mie affermazioni!
    Perché? Perché sono sola? Perché sono sempre, ogni dannata, fottuta volta, inesorabilmente sola...?
    Il mio moto di stizza si brucia e dissipa nell'aria come una piccola fiammata momentanea, facendomi ricadere nel mio baratro di disperazione isolata, senza che lui riesca nemmeno a "vedermi", da un punto di vista mentale
    .

    «Violet basta!»

    «...»


    Mi scuote per le spalle, urlando nel vano tentativo di trascinarmi a forza fuori dall'abisso. Vuoto, inutile, fallace tentativo: non è con la violenza o il corpo che puoi "salvarmi", Dimitriy. Solamente con la forza delle argomentazioni, potresti sperare di convincermi: convincermi che tu non sia condannato, che ci sia invece una possibilità di salvare te più che me. Ma non lo fa, perché non ne è in grado. E lo sento, lo sento con tutto il mio corpo: è come se in ogni singola cellula sentissi la sua incapacità, la sua incompetenza in campo dialettico e logico-formale. Non sa dibattere, non è una skill di cui abbia mai avuto bisogno in vita sua. Non sa ragionare, cavillare, sviscerare, approfondire, trovare il bandolo della matassa. Non sa fare scienza. Non è un programma di diagnostica incarnato: non sente per istinto i problemi e non vede le soluzioni seguendole con l'olfatto, come pare capiti a me. Manca di esperienza, di cultura, di...trasformare le conoscenze esterne in istinti interni, come è successo a me.
    Non capisce. Non può. Lo vedo arrancare, mentalmente sconvolto dalla faccenda: non sa che pesci pigliare, ha provato l'unica tattica che gli è venuta in mente, ovvero la violenza. Perché è ancora un bambino, si comporta in maniera istintiva, come la maggior parte degli uomini, degli umani, degli umanoidi: non sa controllare i propri sentimenti, non sa elaborare una strategia d'approccio e risoluzione al problema che risulti razionale. Semplicemente, c'è una situazione sgradevole, e la prima reazione è quella di aggredirla: intimidire la situazione, la persona, l'oggetto. Come prende a sberle un monitor quando il computer fa i capricci, o dare un pugno sul televisore a tubo catodico vecchio stile, o bestemmiare contro l'auto che non s'accende. Intimidire, così primitivi da farlo anche con oggetti inanimati privi di orecchie e coscienza da spaventare.
    Incredibile, desolante.
    Mi abbandono ancora una volta alla gravità, come un sacco sgonfio
    .

    «Io non cambierò, non può essere così grave come dici tu! E' vero, non ho nessuna esperienza, ma so come trattare i sentimenti... mi hanno insegnato a farlo. La vera sofferenza... io l'ho già provata. E ne porto i segni sulla schiena.»

    «...E ora ne porterai i segni anche sul cervello. Sulla corteccia prefrontale, nell'amigdala, nell'ippocampo, nel sistema limbico...»


    Snocciolo con sguardo basso e tono disilluso e spento, constatando che non riesce proprio a capire. Con quale arroganza nega le neuroscienze. Con quanta mancanza di umiltà asserisce di conoscere il proprio futuro e la propria personalità, le proprie evoluzioni: come potrebbe mai farlo? Come se si potesse controllare ciò che proviamo, le emozioni, ciò che siamo. Come se esistesse veramente il libero arbitrio, nella forma sciorinata e millantata dalle religioni, in barba come sempre a tutti gli esperimenti scientifici che dimostrano l'esatto opposto.
    Non ce la fa, non può. Eppure, forse ora si sta rendendo conto almeno della differenza tra i nostri due pensieri. Non si renderà conto della verità del mio, delle prove che ho, della ragione delle mie ragioni. Ma almeno si sta rendendo conto che esisto. Che ho un pensiero diverso. E che i nostri due pensieri sono veramente diversi. E quindi che ho ragione nelle mie conclusioni sul fatto che non possiamo stare insieme perché non potrebbe funzionare perché siamo troppo diversi.
    Sì, tecnicamente mi sta dando ragione, almeno sulla seconda parte, anche se non so quanto se ne renderebbe conto, con piena consapevolezza.

    Sollevo lo sguardo, languido e distrutto ed affranto, fino ad incrociare il suo
    .

    «Ti voglio bene, Dimitriy...Sei la persona a cui più voglio bene al mondo, adesso. E se potessi ti donerei il mio cuore. Ma non posso: sarebbe un suicidio per entrambi. Siamo diversi, siamo incompatibili, e questo ambiente tossico renderebbe il tutto ancora più folle, devastante, estenuante e stupido.»


    Vorrei fare di nuovo l'amore con lui...
    Che devastazione. Com'è progettato male, questo cervello che ci ritroviamo, e le regole di questo mondo in cui ci ritroviamo, non per nostra volontà. E tutto perché non è progettato per niente: è frutto del caos, del caso, e delle leggi naturali che aggiungono un pezzettino alla volta, costruiscono macchine ma senza teleologia, senza finalismo, senza avere uno scopo ultimo a guidare quindi la "scelta" delle componenti. Non c'è scelta, c'è solo selezione naturale: il più adatto in quel momento, sopravvive. Peccato che siano milioni di anni che il nostro cervello abbia pressoché smesso di evolversi: siamo ancora cavernicoli, letteralmente, e negli esperimenti di psicologia salta fuori come un pugno nell'occhio ogni volta. Perfino le scimmie sono più intelligenti, più veloci ed abili di noi, in determinati compiti, e questo fa sempre molto riflettere.
    ...
    Voglio fare ancora l'amore con lui. Vorrei afferrargli la faccia e baciarlo appassionatamente. Vorrei saltargli addosso e sciogliermi con lui come già abbiamo fatto una volta, due volte contando il sogno.
    Ed è per questo che sto zitta. Zitta, immobile, guardando di nuovo le lenzuola che tracciano curve sinuose e delicate, dopo esser andate in linea retta per qualche decimetro.
    Perché il mondo è sbagliato. Perché è fatto male. "È" male, esiste male. Perché il mondo è marcio, non solo per le regole stupide, tradizionali, ridicole, anti-scientifiche fatte dall'uomo. Perché è marcio nel midollo, per le sue regole fisiche naturali, per le sue dinamiche di psicologia evolutiva, per i vincoli di mortalità e gravità che possiede e che ci impone irrimediabilmente: possiamo fabbricarci delle ali tecnologiche per volare, ma non sappiamo comunque volare. Specialmente se quelle ali ci vengono a mancare, o si rompono in mezzo al volo.
    Precipitiamo. Nel caos, nella follia, verso la morte.
    Precipitiamo: un baratro entropico nero pece è tutto ciò che ci attende, alla fine della corsa insensata chiamata vita
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    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
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    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


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    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
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    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
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  5. _MajinZ_
     
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    Dimitriy sospirò pesantemente, ormai la frustrazione iniziava a farsi largo in lui. Per quanto si sforzasse di cercare le parole giuste, per quanto provasse a trovare una soluzione convincente per il loro problema... ogni tentativo andava puntualmente a scontrarsi contro un muro fatto di logica, di pensieri fin troppo razionali. E quel muro era Violet, lei che aveva così paura di aver fatto un immenso sbaglio e che non si accorgeva che con le sue parole continuava a girare il dito nella piaga che si era appena aperta sul cuore del biondo, ogni frase era come una manciata di sale lanciato su una ferita fresca. Facevano male, ma Dimitriy sapeva resistere. L'aveva sempre fatto, era una vita che resisteva alle difficoltà e di certo non sarebbe stata una delusione d'amore a distruggere ciò che aveva costruito in tutti quegli anni.
    Eppure... non riusciva ad arrabbiarsi. No, non la odiava per ciò che era successo, anzi, le era infinitamente grato. In quei momenti privi di raziocinio si era sentito davvero felice, per qualche minuto erano diventati una cosa sola e viaggiavano sulla stessa lunghezza d'onda... per quanto lei continuasse a ribadire che erano totalmente diversi, per quella manciata di secondi erano diventati uguali, un ragazzo e una ragazza che si donavano amore, nient'altro. Poi però erano di nuovo atterrati nel mondo reale e li ogni piacere si era trasformato in sofferenza. La realtà non permetteva di abbandonarsi solo alla pura felicità, si aggiungevano altre variabili e dettagli che rendevano il tutto un groviglio di emozioni, di doveri e obblighi impossibile da districare.
    Dici che siamo diversi... che siamo incompatibili...
    La voce del ragazzo si era fatta malinconica, mentre lo sguardo di ghiaccio si posava in quello ametista di lei. Era tristezza quella che mostrava il suo sguardo, ma non vi era rabbia o dolore, solo una profonda tristezza.
    Ma allora... perché ho ancora una voglia pazza di fare l'amore con te?
    Non poteva negarlo, non ci riusciva. Voleva ancora sentire il suo respiro affannato sul viso, voleva ancora sentire il suo profumo e ascoltare la sua voce mentre lo chiamava. E per quanto la sua mente gli dicesse che ormai era tutto andato perso, era tutto distrutto, il suo cuore continuava a spingerlo verso una direzione giusta... ma che non era quella da seguire.

     
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    «Dici che siamo diversi... che siamo incompatibili...
    Ma allora... perché ho ancora una voglia pazza di fare l'amore con te?»


    «Mf...Che domanda sciocca...»


    Si fa malinconico e mi domanda coi suoi occhi, che per quanto freddi non portano nessun sentimento duro ed aspro: è triste. Semplicemente triste.
    Sciocca per me, che di queste cose mi occupo da decenni ormai. Sciocca perché vecchia, trita e ritrita, scontata, banale: è una conoscenza così basilare che mi fa perfino dubitare che non sia una domanda retorica, e che la risposta sia "Palesemente perché non è vero che siamo incompatibili", quando invece sarebbe una fallacia logica -che va sotto il nome di non sequitur- bell'e buona.
    Sorrido, malinconica e demoralizzata, con sguardo compassionevole, comprensivo e colmo di amore materno.
    Ogni sua parola mi allontana di più, perché ogni sua parola traccia un dipinto sempre più nitido e chiaro della sua condizione mentale. Della sua condizione cognitiva, conoscitiva. Delle sue mancanze e delle sue lacune, sul mondo, sui meccanismi psicologici, sociali, le dinamiche umane. Decido di rispondere come se la domanda fosse in perfetta buona fede, e forse lo è: non posso affatto escluderlo, in fin dei conti
    .

    «Perché siamo bestie. Perché hai degli istinti che vengono dall'amigdala, mentre la tua corteccia prefrontrale gestisce il lato razionale, è il software di controllo, la coscienza, nata per tenere a bada l'amigdala, per indirizzarne le emozioni, le pulsioni, le spinte istintive che sono potenti ma rozze. Ci hanno fatto sopravvivere bene o male, finché non abbiamo imparato a raffinare le nostre scelte, con la logica ed il raziocinio della corteccia prefrontale, che è la parte più recente del nostro cervello infatti.»


    Spiego, con la calma e la pazienza di un'insegnante delle elementari, come già sono stata quando mi hanno fatta viaggiare a ritroso nel tempo. Lì, i bambini erano più piccoli, il livello delle materie più basso, e non ci avevo appena fatto l'amore assieme.

    «Vedi, Dimitriy...È proprio per questo che non possiamo stare insieme: tu non gestisci la tua vita con razionalità e scienza. mentre io sì. È questa la sostanziale differenza tra noi due, l'abisso che ci separa, che mi separa dalle persone comuni: la gente non lo capisce, crede che la scienza sia una delle tante opinioni che tutti hanno e che non valga niente, che solo la loro opinione conti perché tanto tutti hanno la loro e tutti hanno ragione nel loro mondo. E invece è proprio questo il punto: la scienza non solo non è un'opinione ma una collezione di fatti comprovati, un "corpo di conoscenza", ma è anche qualcosa di ben più grande, ovvero un modo di pensare. Una volta che entri nella mentalità scientifica, la tua vita cambia, si stravolge, e inizi a vivere in una maniera che la gente normale nemmeno immagina.
    Tu non sei freddo e razionale: tu sei represso e schiavizzato. Non c'è razionalità nel fascismo: c'è bigottismo religioso che è l'esatto opposto. Ti hanno insegnato a sopprimere ciò che provi, ad ammonirlo considerandolo sbagliato e riprovevole: ti hanno insegnato ad essere il carceriere di te stesso, e piano piano stai imparando a lasciarti andare, ma non lo stai facendo con razionalità. Lo stai facendo con emotività: senti che dentro di te è sbagliato reprimerti, ma non hai mai letto libri di psicologia, vero? Non hai mai seguito gli studi di neuroscienze, esperimenti su animali e persone. Stai seguendo l'istinto, ancora una volta: e come tale stai partendo finalmente, ma parti da zero non avendo fatto esperienze precedenti né conoscenza a guidarti. Sei come un bambino, che sperimenta per la prima volta il mondo percettivo delle sensazioni, delle emozioni, degli istinti, dei sentimenti, ed il senso liberatorio e soddisfacente del seguirli senza farsi le seghe mentali.
    Sei un bambino, e fare sesso con un bambino mi fa sentire pedofila: sto abusando di te, è questo che mi strazia e mi uccide dentro. Dovrei prima farti da mamma e da mentore, e solo dopo, solo quando avresti raggiunto una maturità adatta a decidere in piena autonomia e coscienza, solo allora potrei essere la tua amante, la tua ragazza, la tua compagna di vita.»


    Scuoto lievemente la testa, sconsolata, con le sopracciglia inarcate come ad arrendermi di fronte all'evidenza di quel che sto affermando.

    «È un percorso che richiederebbe anni, veramente. L'ho già testato svariate volte in vita mia, e non ho più le forze...sono stanca, Dimitriy, mi sono fatta vecchia. Vecchia dentro. E tu sei un così caro ragazzo, una così tenera persona...che abusare di te, illuderti dalla mia posizione di forza e conoscenza -perché sapere è potere, non dimenticartelo mai-, è il crimine più atroce ed immorale ch'io possa mai commettere. E l'ho già commesso. E la mia amigdala mi sta urlando in testa di commetterlo ancora. Tutto questo è blasfemo per me, per questo vorrei uccidermi: per punirmi appagandomi il mio desiderio sociale di giustizia, ed al contempo per far cessare egoisticamente questo dolore.
    E alla fine tutto si riduce, come al solito, a una scelta: assecondare l'amigdala per un istante di piacere ed un successivo tormento razionale molto più lungo, o disciplinarsi con razionalità e lungimiranza soffrendo un po' di mancanza emotiva ora ma guadagnando in serenità nel futuro? Una scelta, tra amigdala e corteccia prefrontale. E ogni volta che cediamo all'amigdala, rendiamo più difficile e doloroso seguire poi la corteccia prefrontale.
    ...
    E io sto qui, a vomitare cazzate di neuroscienze, e mi sento stupida perché è assurdo ch'io stia dicendo queste cose così di base alla persona con cui mi sono spinta così tanto oltre la base. C'è una dissonanza cognitiva atroce, in tutto ciò, che mi sta logorando dentro, le meningi, la mia testa...»


    Termino scuotendo sempre di più la testa, soffrendo e tenendola tra le mani, con le lacrime che accennano a riaffacciarsi, stavolta cadendo però con più placidità: non più un torrente in piena, ma un ruscello rassegnato al proprio scorrere inesorabile. Colpa della gravità, colpa della realtà. Vivo su un livello talmente superiore e diverso, che mi sento sola. E sono sola, come lo sono sempre stata in tutta la mia vita. Mai nessuno che mi capisse, e se mi capiva non è più al mio fianco in ogni caso. E sono sola, e non faccio altro che farmi del male, e accidentalmente farne anche agli altri, a chi più mi sta vicino. Sono colpevole. Colpevole di essere debole, umana, con bisogni ed esigenze animali. Colpevole, di avere bisogno di amare ed essere amata. Colpevole, di essere troppo colta, troppo intelligente e diversa. Colpevole di essere sola. Condannata, dalla mia condizione, ad una lenta agonia immortale.


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    Evvai di bordata depressivo-neuroscientifica X°DDDD.

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    Nel passato di Dimitriy vi era un vuoto forse incolmabile, anni passati nel completo isolamento, anni che cancellarono ogni emozione trasformandolo in una semplice ed efficiente macchina di morte. Solo con la sua fuga era riuscito a mettere fine a quella tortura, liberandosi del blocco che inchiodava ogni emozione in un mondo freddo e immobile. Quel mondo lentamente iniziò a ripopolarsi e i sentimenti attecchivano facilmente in un terreno vergine, ricco di sostanze nutritive che dormivano, attendendo il momento propizio per germogliare. Era vero quindi che non aveva l'esperienza necessaria, era come un bambino alle prime armi, ma ciò non significava che era solo uno stupido... si rendeva anche lui conto delle sue azioni, ma arrivare ad essere così razionali da posizionarsi al di sopra di tutto, distruggendo qualsiasi positività che si veniva a creare, proprio non riusciva a sopportarlo.
    Sono parole vuote le tue.
    Lo sguardo del biondo si fece duro, spietato. Era stanco di sentirsi trattato in un modo simile, era anche lui adulto e responsabile, si meritava un po' più di rispetto. Soprattutto quando c'erano in ballo dei sentimenti.
    Io vedo solo una persona che ha paura di amare e che si rifugia dietro muri di fredde parole, allontanandosi da quella che è la realtà. Posso capire che non ci può essere una storia tra noi, lo accetto. Ma non venirmi a dire cazzate riguardo l'essere bestie, perché fino a qualche attimo fa hai negato con le azioni le tue stesse parole.
    Erano insieme quando l'istinto aveva preso possesso di entrambi e non era stato di certo lui a fare quel sogno. Dimitriy sorrise amaramente.
    Prima sei venuta qui in preda all'ansia per un sogno in cui non ti sei fatta troppi problemi, non hai pensato all'amigdala e alla corteccia prefrontale. O al fatto di essere una pedofila, come dici tu. Se mi hai sognato, vuol dire che mi desideravi. E comunque quando hai avuto la possibilità di interrompere tutto sul nascere... non ti sei sottratta alle mie attenzioni. Forse mi hai usato? O l'hai fatto per pietà? Io non sono ne un giocattolo e ne un uomo che ha bisogno della pietà della gente, ma soprattutto non ti permetto di catalogarmi come una persona che non è in grado di capire. Se continui a pensarla così... allora non sai proprio nulla di me.
    Il biondo abbassò lo sguardo tornato triste, mentre lentamente andò a sedersi sul bordo del letto, per poi tirarsi su. Rimase fermo immobile in quella posizione, mentre i lunghi capelli ancora spettinati coprivano le sue cicatrici.
    Ti direi di vergognarti, ma so che lo stai già facendo. Cazzo... almeno Coralia non mi ha mai raccontato stronzate, facevamo solo del sesso, però eravamo sinceri l'uno con l'altro. Ora invece mi sento vuoto. Forse è meglio che torni nella tua stanza, Pit Dog.
    Le ultime due parole erano probabilmente le peggiori, da sentirsi dire. Da sentirsi dire per Violet. Segnava il ritorno di un confine, una muraglia che il russo aveva nuovamente sollevato... e questa volta sembrava più solida di prima. Raggiunse il bagno e si chiuse la porta alle spalle, aprendo dopo poco l'acqua della doccia. Voleva solo piangere e dimenticare. Voleva farlo da solo, insieme alla sua fidata e sincera solitudine.

     
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    «Sono parole vuote le tue.»

    «Per le tue orecchie, sì...»


    Mormoro, malinconica, comprensiva, mentre mi rivolge il suo miglior sguardo di odio. Non mi arrabbio con lui, non mi arrabbio proprio: è successo, tutto quanto, ormai. Non c'è più motivo di arrabbiarmi. C'è solo desolazione. Distruzione. Disperazione. E incomprensione, tutt'intorno a me. Come al solito: fosse la prima volta, che sento rivolgermi queste parole...

    «Io vedo solo una persona che ha paura di amare e che si rifugia dietro muri di fredde parole, allontanandosi da quella che è la realtà. Posso capire che non ci può essere una storia tra noi, lo accetto. Ma non venirmi a dire cazzate riguardo l'essere bestie, perché fino a qualche attimo fa hai negato con le azioni le tue stesse parole.»


    Corrugo la fronte, perplessa. Non capisco. Con le mie azioni ho confermato le mie stesse parole: la mia corteccia prefrontale non è stata abbastanza forte per sopraffare la mia amigdala, la mia volontà è stata debole ed ha ceduto di fronte a tali bordate dell'istinto...

    «Prima sei venuta qui in preda all'ansia per un sogno in cui non ti sei fatta troppi problemi, non hai pensato all'amigdala e alla corteccia prefrontale. O al fatto di essere una pedofila, come dici tu. Se mi hai sognato, vuol dire che mi desideravi. E comunque quando hai avuto la possibilità di interrompere tutto sul nascere... non ti sei sottratta alle mie attenzioni. Forse mi hai usato? O l'hai fatto per pietà? Io non sono ne un giocattolo e ne un uomo che ha bisogno della pietà della gente, ma soprattutto non ti permetto di catalogarmi come una persona che non è in grado di capire. Se continui a pensarla così... allora non sai proprio nulla di me.»


    Sospiro, lievemente, nasalmente, lasciandolo sfogare, afflosciandomi un po' di più, morendo un po' di più. Ormai sono troppo vecchia, davvero troppo stanca, per andare avanti ancora, così, con cose come questa...Cosa sta dicendo? Cosa si sta inventando? Come fa a divergere così drammaticamente dalla realtà?! Ecco. Ecco perché. Perché non posso stare con lui. La sua mente non è addestrata ad eseguire diagnostiche, in campo relazionale. Non sarebbe un compagno affidabile. Non potrei contare su di lui, dal punto di vista sentimentale: rischierei di ritrovarmi in questa situazione ogni volta che ci fosse un problema. Non capisce. E non lo biasimo, perché non può capire: non ha gli strumenti adatti, per farlo.

    «Ti direi di vergognarti, ma so che lo stai già facendo. Cazzo... almeno Coralia non mi ha mai raccontato stronzate, facevamo solo del sesso, però eravamo sinceri l'uno con l'altro. Ora invece mi sento vuoto. Forse è meglio che torni nella tua stanza, Pit Dog.»


    Quelle ultime due parole sono come unghie sulla lavagna, per i miei timpani. Mi viene una stretta alla bocca dello stomaco: cos'ha appena fatto? Ha...completamente...distorto la realtà. Ha completamente imposto un qualcosa di assolutamente ridicolo, che stride e non combacia con niente, NIENTE, di tutto ciò che c'è stato finora e che ci sarà ancora. Un punto di discontinuità nel dominio della funzione. Un buco, un fottuto buco nella trama coerente del multiverso. Un buco nel suo tessuto cerebrale, una reazione infantile, orgogliosa, cattiva, dura. Quella di un animale in trappola, ferito, che reagisce con la violenza non sapendo più che altri pesci pigliare.

    Lo guardo alzarsi, stando muta, e lo osservo fluttuare etereo ai miei occhi fino al bagno. Surreale. Chiude la porta. Sento il rumore dell'acqua scorrere nelle tubature.
    Inspiro.
    Mi alzo, è il mio turno. Raggiungo la porta del bagno, mi fermo, mi accosto ad essa fissando il legno a pochi centimetri, ma la mia mente è altrove, è oltre: attraverso l'ostacolo, il muro che ha frapposto pensando di poterla chiudere così. E raggiungo la sua mente
    .

    “Sei tu che usi parole vuote come fredde barriere, "Blood Letter".
    Ti desidero e ti ho sognato perché sono un animale esattamente come te e come tutti, frutto di selezione riproduttiva. E in quanto tale sono stata debole: l'amigdala è molto più potente ed atavica del controllo razionale che possiamo sviluppare, il quale è tutt'altro che infallibile.
    Non sei niente di tutto ciò che hai insinuato prima: non ho fatto l'amore con te per pietà o per usarti. Non è stato "sesso" per me: ciò che provo verso di te è ben chiaro e nitido nella mia mente, Dimitriy, ed è vero e reale come i fatti hanno dimostrato. Io ti amo, Dimitriy. Ma ciò non toglie che sia sbagliato, stupido, dannatamente tossico e deleterio, né che siamo incompatibili. Siamo umani, Dimitriy: ci innamoriamo, a volte delle persone "sbagliate", incompatibili. All'amore interessa solo copiare i nostri geni in maniera sufficientemente affidabile: fa cazzate perché non calibra bene i partner, se non lo affini e non lo controlli. E nemmeno io sono perfetta, mi dispiace: non posso controllare esattamente tutto ciò che provo.”


    Pausa. Sto perdendo di efficacia, mi sto disperdendo troppo. Ma c'è così tanto da dire! Avrei così tanto da spiegargli! Ma non posso nemmeno fargli un sunto del vivere in un minuto in un clima emotivo del genere, no? No. Non si può, perché il mondo è una merda.
    Appoggio una mano alla porta, all'altezza delle tempie, per sorreggermi in questo sforzo mentale disumano. Sono così stanca, che vada sempre tutto a rotoli, allo sfacelo. La mia vita è un degrado continuo. Nessuno che mi capisce, tutti che reagiscono male e mi trattano di merda. Secondo lui l'ho denigrato, quando è veramente un bambino e questa sua reazione è perfettamente in linea con la tesi, e in tutta risposta lui ha tentato di denigrare me, millantando la mia inferiorità gerarchia secondo criteri e parametri che non sono assoluti nemmeno per lui. Figurati quanto può valere per me. E...sono stanca, sono stufa, e ripensare a questo mi fa innervosire una seconda volta, ed il mio tono si fa più duro e severo, esigente, impositivo, imperativo. Spietato, spesso, per la gente comune: guardare in faccia la realtà è una pratica così poco diffusa che perfino dei banali fatti scientifici tendono ad offendere la gente, specie se religiosa.
    Sbuffo e sospiro, stringendo i denti e riconcentrandomi su ciò che ho ancora da dirgli
    .

    “Smettila di crearti mondi immaginari in cui ripararti: non sono così semplice come il tuo inconscio sta cercando di dipingermi, solo perché non capisce. Non ti ho usato, non ti ho "scopato per pietà" o qualsiasi altra stronzata tu ti stia inventando. Io sono Violet, la stessa Violet di sempre: ho un corpo, ho dei sentimenti, così come te. Ci siamo amati, ci amiamo, siamo intrecciati ed invischiati l'uno con l'altra: non sarà chiudendo una porta o chiamandomi col mio ridicolo grado in una ridicola organizzazione dopo che entrambi ce ne siamo fottuti allegramente, che mi convincerai a desistere. Che tu sia maturo. Stabile. Un compagno di vita ideale. Che tu capisca.”


    Sospiro di frustrazione e stress e stanchezza, adagiando la fronte contro la porta.
    Così non fai altro che confermare tutti i miei timori più terribili, Dimitriy: così mi convinci sempre di più di aver sbagliato, di averti fatto solamente del male, perché le emozioni sono la cosa più letale del multiverso e io non ti ho aiutato a gestirle in maniera saggia, anzi le ho alimentate, illuse, deluse.
    Affronta la realtà, Dimitriy: c'è un mondo, là fuori, e tu devi ancora vederlo.
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    Doveva immaginarlo che quella conversazione non sarebbe giunta al termine facilmente, non bastava una porta chiusa per porre fine a quel dolorosissimo scambio di opinioni. Dimitriy si morse l'interno della guancia, mentre fissava l'acqua scendere dal soffione della doccia. Non era ancora entrato nel box, il contatto telepatico lo aveva fermato poco prima di fiondarsi sotto l'acqua gelida... poco prima che le sue lacrime si mischiassero alle gocce. Le ricacciò indietro e rimase fermo, immobile, conscio di aver sparato solo cazzate a vanvera. Lo sapeva e sapeva bene quanto lei avesse ragione, ci aveva messo un attimo soltanto per smascherarlo. Sospirò, abbassò il capo e strinse gli occhi con forza.
    Lo so. Sono troppo inesperto per controbattere alle tue convinzioni... ma come posso rassegnarmi solo perché è una cosa normale? Voglio imparare e voglio farlo da solo, voglio amarti anche se so che è del tutto inutile. Lasciami almeno questo.
    Non gli importava di sapere cosa sarebbe successo al suo cervello, non voleva sapere niente e non voleva pensare che era già tutto scritto. Per la prima volta in vita sua si era innamorato ed era intenzionato a godersi per intero questa esperienza, nel bene e nel male. E la connessione con Perception mostrava pienamente ciò che cercava di spiegare, trasmettendo una profonda tristezza ma al contempo una coraggiosa determinazione: non aveva paura di provare qualcosa di nuovo, anche se si trattava di qualcosa di terribile. Era amore, sapeva quanto potesse essere velenoso... ma era certo che quel veleno l'avrebbe aiutato a crescere.
    Sono stato davvero bene... con te. Per una volta mi son sentito libero di amare e te ne sono grato...
    Il ragazzo si voltò e raggiunse la porta, appoggiandosi ad essa proprio come faceva lei dall'altro lato. Chiuse gli occhi, cercando di percepirla come se non ci fosse nessuna barriera a dividerli. Riattivò il contatto un ultima volta.
    Ma ora ti prego, lasciami da solo.
    La sua era una supplica, il solo saperla ancora li lo feriva e lo distruggeva da dentro... straziava il suo cuore e l'unico modo per stare meglio era la lontananza. Anche se sapeva che anche così il dolore non sarebbe per nulla diminuito. Gli serviva del tempo per riflettere, per capire cosa fare, per non perdere di vista quella che era la realtà.

     
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    “Lo so. Sono troppo inesperto per controbattere alle tue convinzioni... ma come posso rassegnarmi solo perché è una cosa normale? Voglio imparare e voglio farlo da solo, voglio amarti anche se so che è del tutto inutile. Lasciami almeno questo.
    Sono stato davvero bene... con te. Per una volta mi son sentito libero di amare e te ne sono grato...
    Ma ora ti prego, lasciami da solo.”


    Si ravvede, torna razionale, capisce di non potersi liberare così facilmente di me, con un paio di insulti da quattro soldi ed etichette sociali di pura convenzione tarocca. Eppure, per quanto normalmente questo suo nuovo approccio avrebbe avuto il massimo effetto su di me, in questa particolare circostanza mi suona alle orecchie come veleno amaro che cola tra i miei neuroni, soffocandoli in una morsa di impotenza ed agonia mortifera lunga una vita.
    Se ora lo lasciassi da solo, a rimuginare e autoflagellarsi e farsi menzognere e tossiche teorie sull'amore, sarebbe profondamente ingiusto e sbagliato. E vorrei fare, agire, riparare, aiutarlo, ma ho paura che siano sbagliate anche quelle, seppur in modo diverso
    .

    “... Proviamo questa nuova strada. Tanto la vecchia so già a cosa porta.”


    Stravolgiamo il percorso standard, facciamo qualcosa di diverso: lui se lo merita. Lui merita il meglio di me. Merita ch'io ci provi finché avrò respiro.

    Con la telecinesi apro la porta...e ci ritroviamo entrambi faccia a faccia, nudi, visi seri...ma nel senso di vuoti ed apatici, non ostili. Tristi, svuotati, spenti, animati dal dramma che stiamo vivendo, dalle lacrime in procinto di uscire. Ci fissiamo per qualche istante, poi...mi alzo in punta di piedi, in un gesto lento, inclinando la testa, chiudendo lentamente gli occhi, avvicinandomi con mani e braccia a lui... E lo cingo, e lo bacio.
    Un bacio "a stampo", immobile, come due statue di poesia nell'eterno. E mentre lo bacio, telepaticamente sussurro nella sua mente
    .

    “Non sei solo.
    Non ti abbandonerò mai, potrai sempre contare su di me.”


    Come spiegargli che per me l'amore è la cosa più importante, e che per questo aver permesso che tutto ciò accadesse è il crimine più grande ai miei occhi? Come spiegargli che vorrei che per lui non fosse così, che lui fosse uno duro e che se ne fregasse e si scopasse Coralia -chiunque ella sia- senza romanticismo e sentimenti, che non fosse vulnerabile all'amore "vero", che non desiderasse vivere il resto della sua vita con affianco una compagna in maniera seria, adulta e responsabile, in armonia e serenità, come nelle fiabe "e vissero felici e contenti"? E desidererei per lui tutto ciò per proteggerlo, ma è sbagliato. E che vorrei infatti al contempo che lui fosse invece esattamente così romantico come me, in maniera tale da non sprecare la sua unica esistenza non sperimentando mai una tale profondità d'animo, perché trovo che la vita sarebbe indegna di essere vissuta se vissuta veramente al livello delle bestie come la maggior parte dei cosiddetti senzienti?

    “Hai ragione, non ti devi rassegnare. E amarmi è tutt'altro che inutile: avrà conseguenze grandissime, le sta già avendo. E tu sei libero, Dimitriy: non scordartelo mai. Non ti posso togliere niente, nessuno può: solo quello che gli concedi di toglierti. Tieniti tutto, tientelo stretto, tienitelo caro, fanne tesoro, perché saranno le esperienze più belle e importanti di tutta la tua vita.”


    Come fare a fargli capire che non voglio che si strugga da solo, adesso? Non ha senso farsi del male così, in maniera puramente ed esclusivamente autolesionista, senza il minimo senso.
    Oppure... Oppure gli sto facendo del male io, con il mio comportamento attuale? Forse aveva bisogno davvero di passare attraverso questo dolore tagliente e lacerante, per una corretta crescita, emotiva e psicologica?
    "Corretta"...? Ma non ne ha già subito abbastanza? Cosa ne potrebbe trarre, come ne uscirebbe, cosa imparerebbe? A scappare dall'amore la prossima volta che lo incontra, forse?
    Non posso permetterlo, per tutto quello che ho detto prima
    .

    “Anch'io ti sono grata. Anch'io sono stata bene, e per una volta ho potuto essere libera di amare...”


    E mentre lo bacio, immobile ancora, solo pochi istanti passati grazie alla rapidità fulminea dei pensieri, labbra contro labbra, corpo contro corpo, intimità contro intimità, con gli occhi chiusi...sento qualcosa risalirmi dalla gola, un movimento della lingua che si inarca, una contrazione dell'utero, un brivido dalla nuca alle tempie sotto i capelli. Sento il mio cervello che si accende a cascata, di colori sempre diversi ad ogni millimetro che l'ondata elettrica macina. Sento il desiderio, il desiderio di baciarlo di nuovo più attivamente, con la lingua, in maniera passionale. Sento il desiderio di muovere le mie anche contro la sua pelvi, di strofinare i miei punti sensibili contro...contro...

    Sento il mio desiderio crescere.

    E resto immobile. Mi sforzo il più possibile di non avere nemmeno una contrazione, di restare completamente paralizzata e pietrificata come una statua, di non far scattare di nuovo quella scintilla, di tenere a bada i miei istinti, in gabbia quella bestia che è in me, incatenata, ammaestrata, ammonita. Una bestia che non ha nulla di spregevole o immorale, come comunemente s'intende -ma io non sono comune, io sono una scienziata: per noi anche le parole hanno un significato diverso, rispetto alle sovrastrutture simboliche ed ignoranti della società-, solamente di dannoso a livello di bilancio nel lungo periodo, proprio perché è rozza e cieca e non vede oltre un palmo dal suo naso.
    Cerco di non dare l'impressione di volergli saltare addosso, ancora. E ancora, e ancora. Cerco di non stuzzicarlo e torturarlo, perché non so davvero che cosa sia giusto fare: nemmeno questo che sto facendo so se sia giusto, e mi capita rarissimamente di non sapere come muovermi, di non saper decidere il meglio a cui devo comportarmi, cosa è morale ch'io faccia. Mi sento a disagio, sto male in quest'incertezza che vuole farmi rimanere immobile. Ma forse ha ragione lui: possiamo stare bene entrambi, in questi attimi d'amore puro, senza pensare a nient'altro, all'Eversione, al passato, al futuro, alle cazzate della gente e della società e dei meccanismi naturali. Lasciarci andare, che si fotta il mondo, seguire l'istinto ed i sentimenti... Forse, in fondo, non è poi così sbagliato. O, forse, è solo l'ultima, unica cosa che possiamo fare, che ci resta da fare, che ci è concesso di fare.

    Ed io sono sull'orlo del baratro. Basta un lieve sussulto, e potrei perdere l'equilibrio composto e rigido che mi sto sforzando così tanto di auto-impormi, almeno questa volta, come se potesse servire a riparare all'istintualità sfrenata di prima, o forse solo ad evitare di peggiorare la situazione. Eppure, cosa pretendo? Lo sto baciando, e già questo atto simbolico ha un significato fisico pesante che sto imponendo su di lui. E per di più siamo nudi, coi nostri sentimenti e desideri che si toccano e si sfiorano e sono ancora bagnati dell'amore in cui siamo dolcemente naufragati fino a poco fa. Sono pazza, a pretendere che non mi dia quella lieve spintarella atta a trascinarmi giù con lui, trascinarlo giù con me, a trascinarci entrambi nel baratro delle tenebre e dell'oblio dell'amore senza cognizione. Sono pazza, e sono stupida, e sono colpevole, un'altra volta: continuo a illudermi che piccoli passettini in quella direzione non possono fare male, non preluderanno a tutta la catena di eventi e conseguenze successivi, che un bacetto innocente per fargli capire che non è solo ed è sbagliato che si rintani a flagellarsi è solo un apostrofo poetico, un gesto simbolico, è arte. E invece 'sto cazzo: è materia, è chimica, è biologia, corpi che fanno ciò per cui sono programmati, che iniziano la danza del corteggiamento. Sono proprio stupida, a non pensare queste cose prima di farle, di agire, di decidere come comportarmi. Sono stupida e pazza, se penso di poter soggiogare l'istinto per eccellenza che causa la vita da milioni e miliardi di anni. Sono una povera illusa: sono solo una macchina, un automa, un veicolo per i miei geni, che svolgono il loro sporco lavoro sulla pelle di ogni singolo ospite che creano, come pulci che saltano da un cane all'altro, parassiti e carcerieri ed aguzzini e carnefici di vite che loro stessi generano ed addestrano, per farsi servire e morire nel servizio, come ignari e patetici pedoni su di un'immensa scacchiera. E più mi rendo conto della miseria delle regole della vita in cui siamo immersi e costretti, più sento la debolezza insinuarsi nella mia forza di volontà, l'arrendevolezza nelle mie membra, la scioglievolezza nei miei sentimenti..
    .


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    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    :guru: tentatrice, ha sangue demoniaco-succube-vampira :guru:.

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    Edited by Zaho's Violet - 21/12/2015, 23:16
     
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    I secondi passavano lentamente, le lancette del grande orologio che regolava il tempo sembravano muoversi a rallentatore... e ogni movimento della sottile asticella dei secondi, causava in Dimitriy un intenso dolore all'altezza del cuore. Le aveva chiesto di andare via, l'aveva quasi implorata di lasciarlo da solo insieme ai suoi distruttivi pensieri... ma invece era ancora li e la sua sola presenza gli faceva male. Eppure allo stesso tempo la voleva li, insieme a lui. Le sue erano emozioni contrastanti, amore e dolore si mischiavano insieme... accettazione e negazione diventavano simili fino a unirsi e cancellare ogni differenza: proprio come avevano fatto i due amanti fino a qualche minuto prima. Erano completamente diversi, eppure in quei momenti non c'erano differenze a dividerli. L'amore era capace anche di questo.
    E poi la porta si aprì, mettendo faccia a faccia un ragazzo e una ragazza nudi, uguali nella loro diversità, che si confrontavano con quelli che alla fine erano sempre i soliti problemi della vita... forse un po' più complessi rispetto alla normalità, ma alla fine non cambiava poi molto. Il biondo abbozzò un sorriso, non riusciva proprio a liberarsi di lei. Per fortuna. Si fissarono per un attimo, poi lei fece qualche passo avanti, cingendolo con le braccia e tirandosi sulle punte dei piedi, avvicinò le labbra a quelle del ragazzo, lasciandole unite in un casto bacio. Nessuna passione, solo dolcezza. Bastò quel gesto per farlo sciogliere. Quello unito a un dolcissimo contatto mentale più simile a delle carezze... che ad un'intrusione.
    Dimitriy rimase fermo, all'inizio. Poi la strinse semplicemente a se, facendo si che i loro corpi tornassero vicini, pelle contro pelle. Chiuse poi gli occhi e si lasciò cullare da quei pensieri, acquisendo la consapevolezza che nonostante tutto, lei ci sarebbe stata sempre. Anche se magari solo come amica, ma già il fatto di essere li era molto importante per il russo. Però adesso arrivavano anche gli inconvenienti di quella situazione di vicinanza. Erano molti i punti sensibili a contatto, sentiva i seni premere contro il suo petto... le intimità sfiorarsi... il profumo di lei che lo inebriava. Il cuore iniziò a battere appena più forte, poi giunse quella strana sensazione allo stomaco. Infine l'eccitazione. Il corpo reagiva e si poteva fare ben poco per contenere la verità che esprimeva.
    Violet... se rimani... io...
    Un sussurro vicino all'orecchio, probabilmente il modo peggiore per comunicare qualcosa, in una situazione come quella. E poi la voce resa roca da un'eccitazione ormai crescente, rendeva tutto ancora più difficile.
    Non so se riuscirò a trattenermi... continuo a pensare che vorrei fare l'amore con te ancora... e ancora... voglio baciarti... voglio...
    La strinse ancora, sempre delicatamente, sfiorandole involontariamente l'orecchio con le labbra. Tutti i pensieri che aveva fatto prima si erano volatilizzati, ogni obbligo se ne stava nuovamente andando e ogni ragionamento che diceva quanto tutto questo fosse sbagliato, stava diventando ancora una volta inutile. E se lei non farà nulla per fermarlo, probabilmente sarebbe caduti nuovamente in quel piacevole errore commesso già due volte. Forse però... lo voleva anche lei. Ma per fermarsi bisognava agire in fretta, perché il corpo del ragazzo era diventato terribilmente sincero. Stavano camminando sull'orlo del baratro... un baratro che però si allungava da entrambi i lati, dove cadere significava sia sbagliare... sia vivere.

     
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    «Violet... se rimani... io...
    Non so se riuscirò a trattenermi... continuo a pensare che vorrei fare l'amore con te ancora... e ancora... voglio baciarti... voglio...»


    La sua voce bassa, così vicina, così vicina all'orecchio, come le sue labbra, come il suo respiro caldo e...e...che vibra dentro di me, nei miei timpani, nel mio cervello, nel mio intero corpo...

    «...»


    Non ho più parole, ormai, non ci sono più parole...La situazione, la nostra vita in questo fotogramma istantaneo spazio-temporale, si sta trasformando ancora una volta in un qualcosa di unicamente fisico, di puramente corporeo. E non c'è bisogno di nessun'altra comunicazione se non quella non-verbale, per esprimerci e per capirci reciprocamente.
    E le nostre mani si muovono, assieme ai nostri venti, ai nostri corpi, alle nostre braccia e le nostre gambe e le nostre labbra e le nostre palpebre ed i nostri polmoni ed i nostri cuori. E una mia mano scorre e scivola verso il basso, fino a lambire la sua parte più intima, a cingerla, a governarla, a dirigerla sapientemente, lentamente, amabilmente, verso la mia intimità, aiutandola ed indirizzandola verso quel cammino così naturale e così antico, vecchio di milioni e miliardi di anni, percorso e ripercorso da trilioni di individui nel tempo, nello spazio, nel multiverso.
    Ed ancora una volta, è l'amore a prevalere, a vincere, a dominare su qualsiasi altra cosa, sensazione, sentimento, istinto, ragionamento, pensiero. Perché l'amore vince sempre, "Amor Vincit Omnia", come recitano poesie ed opere teatrali da sempre.
    Ed è l'amore che trionfa. Ed è il sentimento che trionfa. Ed è la percezione che trionfa. Ed è la neurobiochimica che trionfa. Ed è l'evoluzione, la selezione naturale, che trionfa. La replicazione dei geni, che trionfa. Che regna. Che pervade l'intero campo dell'esistenza, riducendola tutta ad essa: tutto, tutto quello che facciamo, tutte le poesie che scriviamo, gli imperi che erigiamo, le lotte che perpetriamo, gli omicidi ed i crimini che commettiamo, la pace e la bontà per cui ci sacrifichiamo...tutto, è solamente, unicamente perché i geni si riproducono. E non è nemmeno "affinché i geni si riproducano", ma perché "sono sopravvissuti e si sono riprodotti di più i geni che spingevano verso quei comportamenti". Un orologiaio cieco, una macchina senza scopo, che esegue gli ordini senza finalità e senza coscienza.
    Ed eccoci, allora, che eseguiamo di nuovo gli ordini, privi di volontà astratta ed avulsa da qualsiasi cosa, una volontà immaginaria impraticabile, irrealizzabile nemmeno a farla artificialmente. Eseguiamo ordini. E facciamo l'amore. E ce lo godiamo, fottendocene altamente degli altri ordini che cercano di imporci dall'esterno e che cerchiamo di imporci noi dall'altro della nostra corteccia prefrontale.
    Eseguiamo ordini, facciamo l'amore, e siamo felici. Null'altro importa, tutto il resto è immerso nell'oblio per ora, per la terza volta, per l'ennesima volta, ed è questo il paradiso.
    Facciamo l'amore, e basta
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

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    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
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    Alèèèè X°°°°°DDDDDD!.

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    Alla fine successe ancora. Non importava se fino a qualche istante prima, i due ragazzi avessero fatto dei ragionamenti che portavano in un'altra direzione... non era importante se solo pochi secondi prima erano finiti ad un passo dal litigare. E soprattutto erano diventati ininfluenti quegli obblighi che si erano autoimposti, visto che in un modo o nell'altro avevano avuto la stessa medesima ricaduta che gli aveva portati a unirsi la prima volta. Avevano trovato diversi punti negativi, avevano capito che tutto ciò era fondamentalmente sbagliato... eppure eccoli di nuovo li, appiccicati, vicini, pronti a fare ancora l'amore nonostante tutto. Il loro era un enorme controsenso, eppure lo stavano accettando senza tirarsi indietro. Forse stavano sbagliando ancora, ma probabilmente nessuno dei due la stava pensando a quel modo.
    Dimitriy infatti non rimase sorpreso dalla risposta positiva della fanciulla, sapeva bene che anche lei voleva la stessa identica cosa... e ne fu felice. Era sbagliato, non lo negava assolutamente. Però allo stesso tempo il suo cuore si sentiva leggero, libero di seguire la sua strada senza pensare alle conseguenze... si sentiva libero di amare. Tutto era possibile in quel mondo racchiuso tra quattro mura, dove l'esterno era terribile ma in quel piccolo spazio non vi era nessuna barriera e potevano desiderare ciò che volevano. E il biondo era felice che, almeno per il momento, non ci fosse neanche nessuna barriera tra loro due.
    Così, ebbro d'amore e desiderio, lasciò che la mano di lei lo guidasse, fremendo al contatto tra le loro intimità. E proprio come prima la sollevò, appoggiandola delicatamente contro la parete del bagno per sorreggerla con dolcezza. Questa volta però non vi era nessuna fretta, anche se la gravità poteva risultare fastidiosa, ma francamente a Dimitriy non importava di faticare... voleva stare con lei, voleva fare l'amore con la ragazza di cui si era innamorato: qualsiasi altra cosa risultava superflua e inconsistente. Cercò le sue labbra per tuffarcisi ancora, per assaporarla come se fosse sempre la prima volta. E lentamente iniziò a muoversi, piano, per godere di ogni secondo insieme... senza essere turbati dai pensieri esterni. Quelli fastidiosi e negativi.
    Sarebbe stato bello se tutto ciò fosse durato all'infinito, ma purtroppo la realtà era ancora li dietro l'angolo e una volta finita la loro danza millenaria, tramandata di generazione in generazione per la salvaguardia della specie, si sarebbero dovuti confrontare ancora una volta con lei... e constatare le conseguenze delle loro azioni. Ma per il momento tutto ciò era tenuto fuori dal loro mondo, non serviva proprio a nulla.

     
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    «...Credo sia inutile qualsiasi cosa io possa dire ora, Dimitriy...È stato bellissimo, ancora una volta. E ci stiamo uccidendo con le nostre stesse mani, ogni volta di più. Sono sfinita, sono esausta, e non fisicamente. E boh, Dimi, non so davvero cos'altro dire: le parole non servono a nulla, ormai...»


    Fisso il vuoto ancora una volta, dopo aver tenuto a lungo gli occhi socchiusi mentre lo abbraccio. Non ho più nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia, dopo tutto il male piacevolissimo che ci siamo fatti.

    «Non so nemmeno se dovrei andare...Cioè, sì, credo che dovrei, ma...non voglio...»


    Mormoro stringendomi a lui, di più ancora, pelle a pelle, nudi e caldi e...indifesi.

    «Mi fai sentire protetta. Sei l'unico...l'unico luogo, l'unica situazione in tutto il multiverso, in cui io mi sento...al sicuro. O, per lo meno, meno in pericolo che altrove.»


    Fredde lacrime iniziano a rigarmi il volto, scendendo lente sulle mie guance e sulla sua schiena, mentre i miei occhi vitrei rimangono fissi sull'arredo spartano del bagno. Blocco la presa attorno a lui: non voglio che mi lasci, non voglio staccarmi da quel rifugio, non voglio abbandonarlo per il resto del mondo freddo ed ostile. Sospiro, disidrata dalla vita che animava il mio cervello fino a prima di questa sera. Adesso sono morta. Morta dentro. Impossibilitata ad andare avanti.
    Sarà una tragedia. Sarà una carneficina, una mattanza. Siamo fottuti, siamo spacciati. Siamo sulla stessa barca, ci siamo dentro in due. Non sono sola. È questo, forse, l'unico pensiero positivo, rincuorante, che mi dà flebili segni di speranza. L'unica nota positiva: forse lui può aiutarmi ad uscire da questo casino. Ci siamo dentro in due, e io non so più che pesci pigliare: tutto ciò che faccio non fa che peggiorare la situazione.
    E rimango qui, abbracciata a lui, intanto. Come se il mondo non potesse raggiungerci, finché stiamo stretti così, a contatto l'uno dell'altra. Il mondo cattivo non può venirci a prendere, finché siamo insieme.
    Ma io e lui non siamo insieme, non stiamo insieme. Io e lui siamo da soli. Io sono da sola. Lui è da solo. Non siamo uniti, siamo divisi, e questo mi spezza la faccia in un miliardo di frammenti lacrimosi, mi fa esplodere la testa e mi impone di urlare fino a non avere più fiato, a rovinarmi la gola e le corde vocali mentre il mio petto brucia e la mia carcassa viene sparsa per tutto lo spazio-tempo.
    Sono sola, è inutile che mi illuda. Sono sola, e lo sarò anche domani quando mi risveglierò da quest'orrendo incubo, e mi ricorderò che è del tutto reale
    .


    _Specchietto Tecnico:



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    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


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    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
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    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
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    Morte termica dell'universo sisi.

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  15. _MajinZ_
     
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    Il biondo rimase in silenzio, con gli occhi chiusi, stretto alla persona che amava. Il suo profumo lo inebriava e respirarlo lo faceva sentire bene, tranquillo. Ma a farlo sentire meglio era il loro stretto contatto, privo di ogni risvolto passionale o carnale, si trattava di un semplice abbraccio carico di dolcezza e amore... un momento di coccole, come probabilmente l'avrebbe definito qualunque altra coppia. Loro però non lo erano. E forse era proprio per questo motivo che ogni istante era prezioso, erano attimi da vivere intensamente perché probabilmente quella sarebbe stata l'ultima volta che i due si sarebbero trovati così vicini. Perché tutto ciò era proibito, illegale, distruttivo per entrambi. E lo sapevano bene, l'avevano sempre saputo... però avevano sbagliato volutamente. Ora più di prima le conseguenze di ciò erano sparse intorno a loro.
    Questo... è lo sbaglio più bello che mi sia mai capitato. Ma resta comunque un errore, lo sappiamo entrambi... ed è inutile parlarne ancora. Dobbiamo prenderne atto e reagire. Ma non adesso... non ancora.
    La stretta si fece leggermente più stretta e per un attimo anche le palpebre si strinsero ancora di più, era difficile abbandonare quei pensieri così intensi e dolci di poco prima... per poi ripiombare nella spietata realtà. Dovevano separarsi, era l'unico modo per iniziare a riparare il danno che avevano fatto, ma nessuno dei due voleva farlo. Dimitriy non accennava a sciogliere l'abbraccio, al momento non era un'opzione contemplata tra i suoi pensieri. Erano talmente vicini che i battiti dei loro cuori si mischiavano, così come i loro respiri... le loro anime. No, non voleva staccarsi da lei, il solo pensiero di lasciarla andare lo faceva stare male.
    Non te ne andare.
    La sua era quasi una supplica, mentre affondava il viso nell'incavo del collo della fanciulla, baciandola sulla spalla con dolcezza, senza malizia. Si sentiva debole, indifeso senza di lei e proprio non se la sentiva di restare da solo. Se poteva esprimere un desiderio... ecco, avrebbe espresso quello di restare insieme a lei almeno fino al mattino. Non chiedeva altro, sapeva che stare insieme per sempre non era possibile, ma almeno per il resto della notte potevano ancora condividere quel rapporto così speciale e unico.
    Solo con te mi sento libero... libero di amare, di decidere. Di desiderare.
    Un altro piccolo bacio carico d'amore.
    Rimani con me fino a domattina, non voglio lasciarti andare e sento di non riuscire a sopportare la tua mancanza... non stanotte almeno.
    Era quello il suo unico desiderio, non chiedeva altro. Voleva cullarla tra le sue braccia, farla sentire amata e protetta, voleva addormentarsi insieme a lei e sognare insieme ancora una volta. Aveva bisogno di quell'amore, anche solo per una singola notte.

     
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34 replies since 30/10/2015, 12:34   413 views
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