[Quest] Green Paradise

Audient Void ~ Atto III

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  1. _MajinZ_
     
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    La natura ha di certo un notevole fascino per molte persone. La sua forza è sicuramente da ammirare, così come l'imprevedibilità che la caratterizza... ma non si tratta solo di questo. Il ruolo più importante della natura è quello di donare la vita, le piante infatti giocano un ruolo di primo piano in questo e senza di loro, la sopravvivenza di ogni individuo sarà costantemente a rischio. Ma grazie al verde, anche un deserto può cambiare volto, riassumendo quello che lo caratterizzava tanto tempo fa. Ad ogni modo non credo che per voi tre sia importante avere il pollice verde. Insomma, per quanto possa essere bello un verde prato, i soldi hanno sicuramente un profumo migliore e diciamolo: non avete proprio la faccia da ambientalisti sfegatati.
    In qualche modo vi è capitato tra le mani un volantino recitante parole... a dir poco fantasiose. Deliranti oserei dire. Questa gente vuole rendere lo Yuzrab un luogo ospitale, mandando a quel paese l'economia basata sull'Oro Blu che fa muovere il presidio, unito al commercio di schiavi, sia chiaro. Vi immaginate uno Yuzrab verde? Pieno di fiumi. Acqua per tutti... un vero disastro. La notizia positiva però è la paga: tanto, forse troppo per una semplice scorta. Ma voi non siete qui per farvi delle domande. Si tratta di un lavoro rapido, facile e dal guadagno assicurato: una vera manna dal cielo.
    Sul volantino è indicato il luogo di ritrovo, un piccolo laboratorio nel distretto delle luci. Senza pensare troppo quindi vi recate a destinazione, dove venite accolti da un tizio occhialuto e vestito in modo davvero eccentrico. Sembra il tipico esploratore dell'Africa nell'ottocento: occhialini tondi, capello da pescatore... camicia e pantaloni color sabbia, con tanto di zaino verdone in spalla. Con lui ci sono due abitanti del posto, a giudicare dalle tuniche bianche che indossano. Anche loro però sono equipaggiati di tutto punto, con tanto di sciabole ancorate alla vita. Stranamente però non vedete nessun altro mercenario: sembra che siate solo in tre.
    Bene ragazzi, il mio nome è Edward Jones e vi accompagnerò fino alla costa. Sarò il vostro tramite, per identificarvi come mercenari.
    La sua voce è fastidiosa, ma credo che dobbiate farci l'abitudine: passerete insieme almeno tre giorni, non siete contenti? Anche i due locali sembrano disperati comunque, quel tizio probabilmente non ha mai messo piede nel mondo reale... ma sembra davvero convinto della forza della natura! Sentite il suo sfavillante spirito bruciare tantissimo, ma anche no.
    Allora se non ci sono domande direi di procedere: la carovana ci aspetta all'uscita della città e che la natura sia con noi!
    Non ci credo, l'ha detto davvero. Detto ciò comunque il tizio fa strada e voi, volenti o nolenti siete costretti a seguirlo. Pensate al denaro, pensate al denaro. Guardandolo poi vi chiedete che cazzo ci fa un tizio così mingherlino in un luogo mortale come la Tana... in teoria dovrebbe essere già morto. Ma non importa, quel che conta è che la vostra avventura sta per cominciare e chissà, magari anche voi diventerete degli accaniti sostenitori degli alberi e della “cucina” vegana.


    _ __ ___ __ _



    Turnazione: Libera
    Scadenza: \\
    Note del QM: Allora, per questo primo turno non vi do una scadenza, ma dal prossimo ci sarà. Ora veniamo al post: siete liberi di descrivere come volete il modo in cui vi appropriate del volantino, siete liberi anche di descrivere eventuali viaggi per raggiungere la destinazione nel caso i vostri pg non stiano a Merovish XD insomma, divertitevi. Enjoy <3
     
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  2. °PaNdEmOnIuM°
     
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    Narrato l °Pensato ° l Parlato l Diciture fuori campo

    Utopia: una parola dagli innumerevoli significati.
    L’utopia poteva spingerti verso strade decisamente tortuose, come rincorrere disperatamente sogni sfuggenti che non riuscivi mai ad afferrare.
    Simile al camminare su un pavimento di fragile cristallo sospeso nel cielo: qualsiasi passo poteva risultare decisivo per frantumarlo in mille pezzi e farti precipitare verso un abisso di tormento e dannazione.
    L’utopia poteva distruggerti nell’inseguire una chimera e farti sprecare un’intera vita, ritrovandoti alla fine con non altro che un pugno di mosche nelle mani.
    Poteva annientare ogni parte di te stesso.
    Poteva portarti anche alla stessa follia.
    Perché l’utopia era tanto ammaliante da affascinarti, inebriandoti fino a perdere ogni grammo di lucidità e non calcolare più alcun rischio: e di rischi quando si era disposti a tutto per realizzare l’irrealizzabile ve ne erano.
    E li, forse, se ancora eri invaso da un microscopico barlume di lucidità nel mostrarti giudizioso, dovevi capire che il gioco non valeva la candela.
    In sostanza, seguendo un vecchio detto... la grandezza non era equivalente all’azione compiuta, ma più che altro allo scopo che vi era dietro di essa e a quanto realmente poteva essere percorribile e praticabile.
    Quando lessi sul volantino il motivo per cui si stava cercando gente da assoldare, il mio primo pensiero fu accostato al delirio: voler terraformare un intero deserto era follia pura.
    Chi aveva scritto quella roba non doveva stare molto bene di testa.
    Dalle poche informazioni che avevo ottenuto di Meorvish, la forza dell’economia di questo luogo si basava soprattutto sulla conformazione naturale del territorio, tra cui soprattutto lo Yuzrab, che gli aveva permesso di diventare punto nevralgico di alcuni commerci molto fiorenti.

    What is the real objective?
    -------------


    Ora, se veramente l’obiettivo era quello citato nell’informativa cartacea, i problemi sarebbero stati di vario genere: politici, culturali e sopratutto economici.
    Il maggiore rischio era inimicarsi chi ora era al comando, volendo ambire a realizzare qualcosa che se avesse avuto successo – molto improbabile – , avrebbe creato non pochi vuoti di potere sull’amministrazione della città e la gestione dei suoi commerci.
    La mia perplessità nel poter appoggiare una simile folle azione tendente al suicidio era forte, ma d’altro canto, il compenso che veniva offerto non era niente male, e io dovevo pur campare in qualche modo in questa fogna dispersa nel deserto.
    Cosi, senza pensare alle innumerevoli conseguenze scatenate da quella sorta di colpo di stato se fosse stato veramente attuato, mi diressi nel luogo dove sarebbe avvenuto l’incontro con questi fantomatici tizzi che si professavano salvatori del mondo; non’è che fossi un loro sostenitore, ma se la paga era davvero tanto alta, non avevo nessun problema a collaborare con chi si definiva arrogantemente figlio prediletto del mondo.
    Alla fine non si trattava altro che di fare da scorta.
    Un incarico facile, veloce e dal guadagno assicurato.
    I rischi non erano poi cosi alti – almeno per quanto mi riguardava – da essere etichettato come terrorista e vedere la mia faccia affissa su innumerevoli manifesti un po’ in tutto il presidio sud. Una volta giunto a destinazione, potei comprendere quanto i presenti non fossero poi cosi disorganizzati, mostrando una certa metodica seppur le loro espressioni e i loro vaneggiamenti non fossero cosi rassicuranti.
    Soprattutto il tizio in rappresentanza di tutta l’armata brancaleone – almeno nell’essere la voce di tutti -, sembrava quello maggiormente disturbato con evidenti manie di esaltazione, arrivando infine a benedire la riuscita della missione mediante la santa protezione della natura.

    Allora se non ci sono domande direi di procedere: la carovana ci aspetta all'uscita della città e che la natura sia con noi!

    ° Questo è completamente fuori di testa °


    Ancora incredulo per le parole usate dal quattr’occhi fanatico, mi limitai a seguirlo una volta che quest’ultimo avesse risposto a possibili domande o perplessità degli altri accorsi per il lavoro.
    Com’era possibile che un tipo cosi mingherlino potesse permettersi di utilizzare come ritrovo un posto malfamato come quello?
    Ancora non riuscivo a capire come un tizio dall’aspetto tanto cagionevole fosse riuscito a sopravvivere per cosi tanto tempo in una città dove tipi come lui venivano fagocitati, maciullati e risputati in poltiglia.
    Non me la raccontava giusta.
    Probabilmente nascondeva qualcosa, ma per il momento mi sarei limitato ad eseguire il compito affidatomi fino a quando non fossero sorti problemi a livello di collaborazione lavorativa.

    Per quanto mi riguarda possiamo procedere…




    Stato Fisico: Normale
    Stato Psicologico: Normale
    Mana: 100%


    Katana
    Arma in dotazione
    Shuusui (Acqua Autunnale): Non una normale spada, ma la spada. E' stata forgiata utilizzando una particolare lega chiamata vibranio. Sarà possibile tramite il rilascio di un consumo basso per l'attivazione (+ un consumo basso per ogni turno di mantenimento) poter emettere delle vibrazioni in grado di sfaldare i legami molecolari di qualsiasi lega con cui la lama della spada cozzerà. Per sfaldare totalmente i legami molecolari sarà necessario un contatto con la lega in oggetto, in caso contrario le vibrazioni si limiteranno a minarne la resistenza in maniera blanda.
    [1 punto x oggetto + 1 punto x tech di fendente potenziato]
    Si tratta di una katana affilata e piuttosto maneggevole di circa 97 centimetri, dall'elsa e il fodero neri, senza particolari ghirigori o decorazioni, eccezion fatta dello Tsuba, con raffigurati alcuni petali in altorilievo. Il fodero é laccato, e l'elsa e di fili dello stesso colore intrecciati. Il nastro che serve ad allacciare la katana all'obi é molto lungo, cosi che possa essere legato nella maniera che più si preferisce.
    All'inizio della lama questa e ripiegata verso il basso come a formare una specie di dislivello o scalino composto da un materiale molto più elastico del metallo che compone il resto dell'arma, questo impedisce alla katana di incurvarsi, spezzarsi o staccarsi dal manico anche in caso di colpi violentissimi.
    Il taglio della katana è preciso ed eccellente, in grado di provocare profonde ferite con il minimo sforzo.
    Lungo il primo terzo della lama vi è un'incisione che recita: "Owari Yokereba, Subete Yoshi" traducibile con "il fine giustifica i mezzi".
    Nonostante permette efficacemente di stoccare, viene usata principalmente per colpire con dei fendenti, e può essere impugnata ad una o due mani. Viene indossata con la parte concava della lama rivolta verso il basso, in modo da poterla sguainare velocemente con abili movimenti, cosi che in nessun modo il filo della lama (rivolto quindi verso l'alto) possa danneggiarsi con il tempo sfregando contro l'interno del fodero. .

    — a l t r o


    Nanotuta da battaglia: Una volta diventati operativi, ogni componente sveste i propri abiti civili per indossare una divisa con tanto di maschera che contraddistingue questo corpo di élite. Composto da una tuta aderente, questa divisa consente di ottenere una maggiore padronanza nei movimenti lasciando il corpo libero da ogni inutile impedimento che altri tipi di abbigliamento imporrebbero, limitando in questo modo la fluidità di azione. In realtà si tratta di una vera e propria armatura alleggerita che permette, a chi la indossa, di essere ben protetto mediante questa nanotuta che conferisce resistenza e al tempo stesso una leggerezza tale da non implicare alcuna difficoltà di spostamento o azione durante la battaglia.
    [1 punto x armatura + 5 punti x passiva di leggerezza]

    Inoltre la maschera è fornita di un termovisore che permette di osservare le radiazioni termiche emesse da un corpo (consumo basso per turno: raggio di utilizzo 15 metri) cosi da poter avere la situazione sotto controllo anche in situazioni di buio. Oltretutto sarà possibile misurare il grado di temperatura senza necessità di contatto e di evidenziare la distribuzione del calore sulla superficie di un elemento, un apparecchio o un edificio.
    Utile in fase di spionaggio per osservare all'interno di strutture la presenza di attività vitale senza essere costretto ad entrarvi all'interno.

    [1 punto x tecnica a consumo visualizzazione fonti di calore]


    Stile di Combattimento
    Addestramento Paramilitare
    Per poter contrastare le macchine, la resistenza si è impegnata negli anni a selezionare e addestrare individui che risultassero idonei ad affrontare vari tipi di battaglie nelle situazioni più imprevedibili e inaspettate. Gli operativi, cosi chiamati, sono figure elitarie che hanno dimostrato durante la dura e faticosa preparazione sia fisica che psicologica, di possedere vari tipi di talenti – dall’uso di armi specifiche, al corpo a corpo - che a sua volta, l’organizzazione si è impegnata ad affinare e potenziare mediante addestramenti paramilitari.
    47 era già uno dei migliori lottatori di tutta la resistenza prima ancora che le sue capacità venissero potenziate.
    L'addestramento a cui è stato sottoposto ha elevato le sue già straordinarie doti atletiche a livelli che vanno ben oltre i limiti umani, portando ciascuna delle sue capacità fisiche a livelli sovrumani, facendone di fatto una sorta di soldato perfetto.
    Nel caso dell’agente 47, questo talento riguarda l'utilizzo di una spada molto leggera e facilmente manovrabile – tutt’altro che scontato come stile – per incentrare i propri colpi non tanto sulla forza bruta quanto sulla tecnica, riuscendo ad ottenere un tale livello di concentrazione e abilità che la capacità dell’azione diventa fulminea. Uno stile di estrazione veloce della spada, rendendo capaci di agire nel modo più veloce ed efficace possibile, attraverso forme codificate (Kata), dove si apprende l’uso della spada e lo stile stesso.
    In sostanza uno stile che nasce dall’unione di mente e corpo dove la base sono i colpi d'estrazione, seguiti da attacchi veloci e mirati, e ancora: parate fluide, naturali, contrattacchi rapidi e colpi atti a disarmare o atterrare l'avversario. Capacità di concentrazione, rapidità nei movimenti, e precisione millimetrica, sono alcune delle cose più evidenti che si possono ottenere da questo particolare stile di combattimento.

    -------------------

    Di conseguenza l'apprendimento di un simile stile di combattimento gli ha concesso una serie di capacità preposte a supportarlo in battaglia:



    Passive:
    Mescolandosi tra varie coperture, confondendo le sue linee e muovendosi cautamente può passare inosservato o furtivamente al di là delle persone.
    Sa come avvantaggiarsi dell'ambiente e come utilizzare la luce e le ombre.
    E le opportunità di un movimento non notato non gli sfuggono in quanto conosce l'importanza del giusto tempo e l'utilizzo della diversione.
    Senza produrre rumore il guerriero può avvicinarsi alla vittima ed ucciderla senza che questi se ne accorga!
    [5 punti x passiva di Furtività]
    (non produrre rumore)


    47 è in possesso di un abilità alquanto unica, che lo rende un avversario talmente temibile da essere percepito solo nel momento in cui i suoi colpi vanno a conclusione. Consiste nel celare la propria presenza completamente sul campo di battaglia: in sostanza sarà in grado di azzerare la propria aurea potendo cosi diventare invisibile a chi detenga capacità extra sensoriali.
    Inoltre tale peculiarità risulta assai favorevole in situazioni dove il nemico non è a conoscenza dell'ubicazione, ad esempio all'interno di banchi di nebbia, cortine fumogene o grotte completamente al buio.
    (l'effetto decade quando si usano tecniche offensive)
    [5 punti x passiva di assenza di Aura]



    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 16/11/2015, 03:12
     
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  3. °Nyram The Faceless°
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -Spirito della Condanna-



    Victor K. Sanction



    f0lqKba





    Prima...

    Il deserto si stendeva a perdita d'occhio, una distesa rovente e inospitale che aveva ben poca cura di chi aveva le palle di calpestarne l'arida e antica pelle. La palla di fuoco rovente all'orizzonte diffondeva sfumatura infernali su quelle dune sparse, gettando ombre che parevano vive e tramutando il calore in illusioni danzanti.
    Fra quelle illusioni, quasi si squarciasse nel sole stesso, un frammento di mondo venne strappato via.
    L'aria sino ad allora lugubre e immobile si riempì di un rombo sordo e costante, mentre venti roventi si levavano da quella che pareva essere una bocca incandescente spalancata nell'aria, rovente di un calore di ben altro genere.
    Poi l'essere venne vomitato da quel pozzo d'inferno come un rigurgito stentato e rimasticato troppo a lungo. La nube di polvere e sabbia si sollevò a oscurare il varco mentre si richiudeva, lasciandosi alle spalle una scheggia di fuoco simile ad una meteora impazzita, volta a sfrecciare fra le dune malamente.
    Infine, con uno stridio assordante, il proiettile si arrestò in un rimbombo di fiamma che spazzò via il terreno per alcuni metri.
    Al centro, rovente sotto il sole a cui rivolgeva rivoli di fumo e bagliori metallici, uno strano agglomerato sostava col suo cavaliere in sella, le ruote ancora incandescenti e l'uomo curvo in avanti, la mano guantata avvolta su uno strano ciondolo e lo sguardo bicromo, tutto ciò che appariva visibile fra l'alto collo della giubba avvolto di cinghie e il largo cappello, puntato su di esso.
    Era arrivato. La mano gemella si posò lentamente sul metallo, carezzandolo con cura mentre un rombo sordo rispondeva basso e ronzante, quasi facendo le fusa.
    -Gli siamo appiccicati al culo, vecchia mia..-
    Una voce roca, bassa e consumata, malapena udibile mentre il piede tornava a separarsi dal terreno e le mani si serravano sul manubrio della fiera cavalcatura, serrando la presa e producendo un nuovo rombo sordo di risposta. Poi il proiettile schizzò nuovamente via nel deserto, verso quel nuovo mondo inaspettato.
    Trovare un centro abitato in quella latrina bollente non era facile e la sete era una pessima compagna anche per chi veniva dalle pozze ardenti dell'inferno. Non fu un caso dunque, se al primo segno di vita lo straniera setacciasse le vie fra gli sguardi sospetti a cavallo del suo Incubo, cercando una taverna di suo gusto.
    La taverna di suo gusto era peraltro un tugurio buio e cadente a sufficienza da nascondere al sole quegli alcolici che, ad un primo assaggio, parevano essere infiammabili quanto bastava per essere ottimi esplosivi.
    Nel silenzio totale pagò con alcuni frammenti di argento fuso, che sorprendentemente vennero fatti sparire senza repliche ne storie. Insolito.
    Ma quegli scarti non lo avrebbero sostenuto a lungo.
    "Sembri uno che ha bisogno di un lavoro.. Uno con una buona paga.." Gli buttò lì un grasso quarto di bue seduto a pochi sgabelli da lui. Pochi sguardi al locale, come se qualche anima pia potesse mai mettervi piede spontaneamente, poi gli rifilò un logoro pezzo di carta macchiata. Non rispose, lo faceva di rado. Invece scorse i segni con attenzione, riconoscendone malapena qualcuno. Uno schiocco di lingua seccato e uno sguardo interrogativo all'altro.
    "Uno di quelli, eh?" Così disse, poi aggiunse "Non è lontano, uno di quei bei pezzi di metallo e ti mostro dove andare". Annuì sollevandosi lentamente e facendo scivolare uno degli ultimi frammenti sul banco, prima di mettere a posto la grossa pistola adagiata al cinturone con aria eloquente. Non voleva scherzi.

    Adesso..

    Era quasi pronto a fare retromarcia per raggiungere quel grosso spaccone e infilargli una canna di fucile nel cranio, quando vide il luogo descrittogli per sommi capi. Il luogo è insignificante e poco curato, gli ricorda casa. Rassetta il fucile richiuso sulla schiena e la lama dietro la cintura, ben conscio invece della bellezza che gli pesava dal cinturone lungo il polpaccio. Il suo mezzo ronzava costante e guardingo, mentre si avvicinava a passo lento e accorto, osservando la situazione con prudente esperienza. Voleva quei soldi, gli servivano. In fretta.
    Scese lasciando il mezzo dietro di se, nascosto in un vicolo secondario ad un paio di metri, con una pacca e qualche roca raccomandazione. Due tizzoni ardenti risposero muovendosi placidamente, mentre voltava loro le spalle.
    Infilarsi nel buco menzionato fu poco diverso dall'infilarsi in una latrina o nella taverna di poco prima, ma decisamente più affollato. Feccia sparsa un po ovunque rendeva verosimile la storia che gli aveva rifilato il balordo, se non per un fottuto pezzo di paglia che sembrava pronto ad andare giù con uno sputo, che a quanto poteva cogliere dalle brevi parole che aveva appena iniziato a rifilare alla loro vista, doveva fare loro da garante. Aveva visto inizi peggiori e quantomeno non parlava troppo. Sperava la gente di quel posto, qualunque esso fosse, seguisse la stessa linea di condotta: dopo aver inseguito quei dannati rigurgiti dell'abisso attraverso una dozzina di piani, non aveva tempo ne pazienza di perdersi in chiacchiere. Prima di tutto portare a termine il lavoro, raccogliere la paga, mettersi in sesto e poi far saltare quelle teste senz'anima che gli avevano rovinato la vita una per volta.
    Un grugnito roco d'assenso annunciò che aveva compreso e non aveva nulla da dire: qualunque cosa dovesse affrontare la avrebbe presa di petto e quando fosse stato il momento.

    Status Fisico: Incolume, regolare.
    Status Mentale: Standard, impaziente.
    Riserva Mana: 100%

    Abilità passive rilevanti:
    >Incubus Hellspeed: Famiglio/Taglia Grande
    >

    Tecniche Attive:
    >//
    >//

    Armi:
    >Magnum Re-Evolve (Gun Blade) 6 colpi
    >Machine Gun: Colt Spitfire (Mitraglia) 24 colpi
    >Snipe Gun: Winchester Sentence (Fucile da cecchino) 6 colpi
    >Hi Coat (Armatura stile giubba)


    Resoconto


    CITAZIONE
    Dopo aver attraversato l'ennesimo portale raggiungendo questo nuovo piano, il forestiero vaga per parecchio prima di trovare una città. Quindi, per trovare un po di grana gli viene suggerito un lavoro all'apparenza semplice, che lui accetta di buon grado, avendo poca scelta e poca grana. Detto ciò, raggiunge il punto di incontro.

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Nuova avventura



    Pensato Intelligenza Artificiale
    "Parlato Intelligenza Artificiale"
    Pensato Agente Oregon
    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Bazar delle Talpe



    Quando ebbe modo di sapere ciò, non ci pensò due volte a far sapere al compagno che cosa avrebbe voluto che facessero. Heta, l'intelligenza artificiale dello spartan Agente Oregon, era incuriosita dalle lettere segnate su quel volantino. Il pezzo di carta volava leggero senza interruzioni, il vento lo trasportava senza logica, senza meta, a destra e a sinistra. Prima un po' su, poi un po' giù. Finché l'armatura scura e blu non fece da muro, negando ulteriore libertà al foglio. Non sul petto, non sulle gambe, nemmeno sulle braccia, ma nel punto che renderebbe più ridicola la sua immagine. Poteva evitarlo, poteva afferrarlo prima, poteva seguire il consiglio del costrutto, eppure non si mosse, anzi..seguì il destino fermando i piedi e attendendo l'impatto impercettibile. Lui non poteva sentire il vento. Dentro l'armatura, anche la temperatura era mite, neutra quanto l'ospite mentale. Solo attraverso le foglie, i suoni che produceva il vento o le informazioni che gli dava Heta, poteva capire com'era fuori dall'involucro tecnologico. Il foglio rimase attaccato al visore, mentre la prevedibile intelligenza artificiale si mise subito all'opera con lo scan. Che fosse girato o visibile in parte dagli occhi umani, l'oggetto venne identificato e codificato, non che ci fosse bisogno di molto..quasi immediatamente riferì l'oggetto di quel che doveva essere un semplice bando.
    Un progetto ambizioso - commentò mentalmente. Si, perché sanno ormai tutti quanto stretto, o meglio dire obbligato, è il legame tra lo spartan e la sua intelligenza artificiale. Rendere un deserto una foresta verde, qualcosa di molto difficile da pensare, una realizzazione quasi..irreale, ma ciò che era per l'Armatura, differente lo era per l'altra. Su Endlos tutto è possibile, quasi ormai potrebbe essere un motto. Tutto viene giustificato da questa semplice frase, mai sentita da terzi, qualcosa che è uscita da sola dall'osservazione. Magia, tecnologia, poteri speciali, persone speciali, quasi tutte riunite apposta.
    Agente Oregon, sebbene la curiosità sia del genere umano, nutro interesse sullo svolgimento di queste possibili sperimentazioni - Oregon cacciò via il foglio dal visore con freddo e malo modo. Un singolo gesto, secco, preciso, per poi ricomporsi nella sua figura sempre più simile ad un robot.
    Lo so, prossima destinazione?

    Luogo: Endlos - Distretto delle Luci



    Il Distretto delle Luci. Probabilmente il luogo più tranquillo della capitale meridionale. Non che cambiasse molto, per lo spartan era del tutto indifferente, ovunque lo guardavano alla stessa maniera, ovunque non tutti osavano infastidirlo. Non solo per la sua armatura. Non tutti raggiungevano la sua altezza, chi lo superava non provava alcun interesse, chi aveva un'indole più timida riservava timore ingiustificato nei suoi confronti. Non è una persona spaventosa, nemmeno violenta o volgare o irascibile. Tutt'altro, ma proprio il mistero di sé lasciava intendere altro. Comunque sia.
    Viene chiamato Distretto delle Luci, identificabile come uno dei quartieri più tranquilli - Oregon non disse, o pensò, nulla in merito - Quasi tutte le risorse acquifere provengono da qui - aggiunse, senza un mero scopo. Oltre a questo, senza necessità di udirlo nella testa, l'ambiente pullulava di empori e negozi vari. Doveva essere una zona piena di laboratori, non solo da intendere per scienza e tecnologia, bensì pure per magia. Quindi, in breve, raggiunsero il luogo d'incontro. Oltre a lui vi era un altro indossante una tuta futuristica, all'apparenza più leggera e meno tecnologica della sua. Insieme ad uno di stampo molto più vecchio, rustico, anzi no, particolare, proveniente da un'era che ben conosceva per storia. Gli altri lo avrebbero visto come tutti, eccezione per Heta, invisibile ai loro occhi. Lei decide quando mostrarsi, se mostrarsi unicamente ad Oregon o se usare i sistemi di ascolto e riproduzione suoni dell'armatura per comunicare all'esterno. Così fece, rischiando di confondersi con la persona dello spartan.
    "Dove siamo diretti?" - semplice. Ad ogni modo nient'altro da dire, il "timido" spartan non proferì parola e tutto si susseguì come deciso. Avrebbero seguito l'eccentrico mingherlino, amante della natura..ma senza farsi coinvolgere troppo dall'ideale. L'una perché non umana ma interessata agli esperimenti, l'altro perché onnivoro e fin troppo attaccato al suo ambiente futuristico, dove il metallo regna sul legno.

    Stato Mentale: Tranquillo e serio
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%
     
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  5. _MajinZ_
     
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    Abbandonate ben presto il Distretto delle Luci, raggiungendo in breve tempo i cunicoli che vi portano all'uscita della Tana. Il damerino che vi fa da guida sembra sapere il fatto suo, per il momento, infatti attraversate senza pericoli quelle gallerie su cui avete sentito un sacco di leggende e storie... molti dicono che sia facilissimo perdersi, finendo in zone inesplorate o abbandonate dalle persone per ovvi motivi. Nessuna creatura vi assale, non incontrate proprio nessun pericolo, forse siete stati un po' prevenuti nei suoi confronti. Magari è solo un tipo un po' eccentrico, e dietro al suo fanatismo c'è un ottimo esploratore.
    Ah, questa sabbia presto sparirà! Il potere del verde renderà anche il Meridione un luogo vivibile!
    Esclama quello una volta fuori dai cunicoli, mandando a puttane ogni idea positiva che vi siete fatti su di lui: questo tizio non sta proprio bene, è talmente convinto dei propri ideali che non si accorge di risultare un pelino ridicolo. Comunque ad attendervi c'è una carovana che conta una quindicina di cammelli e altri cinque uomini del Sud. Tre camelidi sono destinati a voi, mentre alcuni sono bardati di tutto punto per trasportare varie casse e rotoli di stoffa, uno invece può contare su una sorta di capanna sulla schiena e quel posto privilegiato viene occupato dalla vostra guida... potete comunque decidere di andare a piedi, se i cammelli vi stanno antipatici.
    Restate in attesa per qualche minuto, rallegrati dai vaneggiamenti dell'esploratore, ma alla fine riuscite a mettervi in marcia. La costa non è di certo dietro l'angolo, quindi il viaggio si rivela abbastanza lungo e complicato, soprattutto a causa delle vie da percorre che allungano il tragitto per evitare i gruppi di banditi... ma almeno riuscite a scampare ad eventuali assalti e combattimenti imprevisti. Il viaggio dura tre giorni interi ma per fortuna non li passate sempre in movimento, infatti fate due soste al giorno di un paio d'ore e solo all'alba del quarto giorno il vostro orizzonte cambia completamente.
    Superate l'ultima duna, lasciandovi il deserto alle spalle e subito la brezza marina vi colpisce il viso: il profumo della salsedine vi inebria e il gridare dei gabbiani rompe la monotonia dei tre giorni passati. Davanti a voi si allunga la costa, il mare liscio come l'olio vi invita quasi a fare un bel tuffo... è un vero peccato che dobbiate lavorare, non è vero? Ad ogni modo non vedete solo una costa spoglia, ma in basso notate una piccola cittadina portuale dove sono attraccati diversi pescherecci e alcune navi più grandi. Riprendete ad avanzare e ben presto capite di essere diretti verso un vascello in particolare: è enorme e i marinai sono già indaffarati a svuotare la stiva. La polena dell'enorme nave raffigura una bellissima donna, le vele invece non mostrano altro che il loro bianco.
    Forza, quelle dolci piantine ci stanno aspettando!
    Niente, lui è proprio andato. Arrivate comunque a destinazione e mentre avviene lo scambio di merci, avete il tempo di guardarvi attorno e di rilassarvi un poco. Vicino al pontile ci sono dei pescatori che rammendano una rete, alla vostra destra una locanda e poco più a sinistra, il bagnasciuga. Decidete che fare, tanto per il caricamento delle merci ci vorrà all'incirca un'ora. E' il momento buono per allontanarsi un po' dalla vostra pazza e petulante guida.


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    Turnazione: Libera
    Scadenza: 28 Novembre
    Note del QM: Non ho descritto molto del viaggio, proprio per darvi modo di fare un po' di gdr libero, ricordate solo che ad ogni sosta montate un campo con delle tende scure e di notte fate i turni di guardia. Una volta arrivati al porto, ci sono tre zone con cui interagire, se volete. Potete usare il topic in bacheca per mettervi d'accordo :3 Enjoy <3
     
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  6. °Nyram The Faceless°
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -Spirito della Condanna-



    Victor K. Sanction



    f0lqKba



    Come sperato, le chiacchiere durano poco: si inizia la marcia in fretta, al seguito delle sembianze inaffidabili della loro guida. Mentre si avviano ai cunicoli la figura alta e stretta negli strani abiti del pistolero lasciò vagare lo sguardo cupo, dai colori bicromi.
    I suoicompagni erano figuri variegati, un'accozzaglia strana anche per i suoi standard, senza contare la roba che indossavano. Un tempo avrebbe dato volentieri un'occhiata a quei pezzi di metallo o simile, ma ormai.. La tecnologia da sola era limitata, la Geenna gli aveva insegnato nuove vie, differenti.. E nuovi bisogni.
    I passi si susseguivano e solo una volta lo sguardo si voltò, mentre passavano per le scure vie dei cunicoli, a sbirciare alle sue spalle. Sapeva bene che l'Incubus era poco distante, sempre legato a lui e sempre ligio al suo dovere, ma voleva assicurarsi che non fosse immediatamente visibile. Voleva assicurarsi che gli guardasse le spalle finchè poteva.
    Ed in effetti lo fece per abbastanza tempo: nella penombra dei cunicolli il silenzio regnava sovrano, limitando anche gli eccessi di follia della guida in preda ad un fanatismo tutto suo. La cosa tuttavia non lo preoccupava: i pazzi avevano sempre le tasche gonfie e badavano poco a spese.
    Al loro arrivo alla prima tappa, la figura giunse nuovamente per ultima, chiudendo la fila. Lo sguardo si nascose appena sotto il cappello, mentre scrutava la carovana a cui si sarebbero aggregati con un rumore seccato dalle labbra sfregiate, nascoste dall'alto bavero. Fin troppi, chissà quanti affidabili per altro.
    Allentò appena il fodero dell'arma, così da averla a portata al primo segno di necessità, poi diresse lo sguardo alle cavalcature.
    Esseri deformi e dalle gambe ricurve.
    Che gli inferi lo avessero dannato se avesse messo piede su uno di quei cosi gobbi. Si fermò a riflettere alcuni istanti, prima di portare le dita guantate entro il bavero, ripiegandolo per un brevissimo istante.
    Un fischio basso e deciso risuonò per un istante a intermittenza, dando un segnale ben preciso.
    Il rombo lo raggiunse in risposta poco dopo, quasi emulandolo, mentre la figura sfolgorante li seguiva sfrecciando fuori dai cunicoli. Il metallo riflette la luce e piccole fiammelle rilucono scrutando dalla placca anteriore il gruppo, mentre la grossa motocicletta derapa di fronte al pistolero, quasi a frapporsi a sua difesa, separandolo dal resto del gruppo.
    Uno sguardo soddisfatto le rispose, mentre la mano si levava a sfiorarne la sella in una pacca, quindi montò in sella rapido e deciso, sollevando un'occhiata cupa al resto del gruppo, quasi a dissuaderli dal fare domande o considerazioni non richieste.
    Quindi, ignorando il resto, la marcia ebbe inizio.
    La voce della guida era un perenne chiodo nel culo, cosa che spinse quasi subito il dannato a porsi ai margini del gruppo, approfittando della sua mobilità per scrutare il perimetro circostante con aria distaccata e accorta. Il tragitto sembra essere quello giusto, a prescindere dalle seccature imposte dalla guida, diffati non ebbe modo di scorgere un solo bandito lungo la strada. Forse era solo fortuna. I pazzi e i diavoli erano sempre fortunati.
    Le nottate si susseguirono come le giornate: il pistolero si ritirava con la sua moto, sedendo in silenzio con la schiena adagiata lungo la fiancata metallica, talvolta in silenzio, talvolta bisbigliando sommessamente brevi monosillabi. Talvola la creatura artificiale pareva rispondere, fremendo appena o con bassi e discrenti ronzii del motore.
    Anche quando il suo cavaliere dormiva, il segugio appariva sempre immobile, con le due piccole scintille incandescenti presenti e vigili nel profondo della carrozzeria.
    Infine lo scorse. Il mare.
    Era un ammasso infido e instabile di acqua. Se all'inizio un moto di stupore lo scorse nel vedere quella diavoleria, la diffidenza ebbe presto la meglio. Non c'era spazio in cui correre in quella distesa merdosa, e le goccie bruciavano le labbra e seccavano la lingua senza dissetare. Al diavolo quella distesa maledetta.
    Così l'umore si fece più cupo e lui ancora più silenzioso. Poche parole sussurrate al suo destriero, che parve allontanarsi lentamente e silenziosamente.
    I suoi passi invece, erano diretti verso la figura della locanda, dove contava di bere un goccio al tavolo più tranquillo che avesse trovato, così da allontanare lo spettro del viaggio su quella distesa d'acqua di fuoco e lavare via dalle labbra il sapore del sale.
    -Almeno una dozzina di pazzi per ogni porta e due porte per ogni fottuto cristiano sano di mente..-
    Imprecò fra se e se, mentre si accingeva a spalancare la porta del momentaneo rifugio.



    Status Fisico: Incolume, regolare.
    Status Mentale: Standard, impaziente, seccato, irritato.
    Riserva Mana: 100%

    Abilità passive rilevanti:
    >Incubus Hellspeed: Famiglio/Taglia Grande
    >

    Tecniche Attive:
    >//
    >//

    Armi:
    >Magnum Re-Evolve (Gun Blade) 6 colpi
    >Machine Gun: Colt Spitfire (Mitraglia) 24 colpi
    >Snipe Gun: Winchester Sentence (Fucile da cecchino) 6 colpi
    >Hi Coat (Armatura stile giubba)


    Resoconto


    CITAZIONE
    Il cowboy viaggia solitario e silenzioso, appartandosi in compagnia del suo motociclo infernale e allontanandosi ai margini ad ogni occasione. Diffatti opta infine per rifugiarsi nella locanda e bere qualcosa nell'attesa della partenza.

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Lungo viaggio



    Pensato Intelligenza Artificiale
    "Parlato Intelligenza Artificiale"
    Pensato Agente Oregon
    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Bazar delle Talpe -> Cunicoli d'Ingresso



    Quello era proprio un fanatico del verde. Non faceva altro che ripetere le stesse frasi, a volte cambiava le parole..ma il succo era quello. Un po' irritante, ma Oregon era in grado di ignorarlo completamente. Aveva altro da pensare..a lui bastava comunicare con la sua intelligenza artificiale per non sentire altro. Lo distraeva in qualche modo, Heta lo sapeva bene e non aveva nulla da dire in merito. La loro destinazione era ben fuori da Merovish. Il gruppo infatti doveva risalire in superficie e attraversare tutto il deserto. Non fu quella la parte difficile. Il solo pensare di dover fare un viaggio di almeno tre giorni..questa era una parte estremamente noiosa. Alcune persone si sarebbero, probabilmente, infuriate al solo pensiero. Ma evitiamo di mettere in mezzo altri individui che non c'entrano nulla con la storia. Il loro obiettivo era piuttosto chiaro, Heta avrebbe voluto avanzare subito con le domande. Tuttavia non era il caso, avrebbe ricevuto comunque tutte le risposte, non era il caso di mostrarsi impazienti. Anche se questo tratto caratteriale era difficile da dire se appartenesse o meno al costrutto. Sempre calmo e riflessivo, ma spesso non attendeva oltre per esprimere il proprio parere. Si sa qual è la parte più ironica..si vuole dire: tre uomini armati e ben equipaggiati..che si ritrovano, per cosa? Una missione di giardinaggio. Del tipo, ecco come vengono sprecati i soldati più abili e addestrati.
    Bella moto - pensò, quella aveva un'aria tecnologica, poi era una tipologia di mezzo molto amata dallo spartan. Spesso usava i Mongoose proprio in mancanza delle moto. Poi la forma di quella due ruote è qualcosa di affascinante, amata da tutti gli uomini "forti" come Oregon. Faceva figo e lui si immaginava perfettamente di trovarcisi sopra.
    Quelli devono avere la stessa funzioni dei cammelli - espresse improvvisamente, sempre attraverso il canale mentale. Quasi pareva interrompere il pensiero dello spartan, questo trovo il modo di capovolgere la situazione a suo favore.
    Possono sostenermi? - infatti, Oregon indossava un'armatura piuttosto pesante..era decisamente improbabile che uno di quelli potesse reggerlo.
    Probabilmente no e, probabilmente, quella moto è dotata di un'intelligenza artificiale - disse puntualizzando per bene, specie la seconda parte - Sei gelosa? - sogghignò poi, nessuno avrebbe potuto sentirlo, il volume era troppo basso e il casco aveva il canale del microfono spento apposta.
    La gelosia è un'emozione umana, come lei sa, Agente Oregon, non sono in grado di provarla - certo, lo spartan lo sapeva bene, però ogni tanto gli andava di trattarla più..come un essere umano. Inoltre doveva rompere un po' la monotonia del viaggio. Si avvicinò a uno dei cammelli, poi abbassò lo sguardo un attimo, portò prima il piede destro a lato per poi girarsi del tutto. Rifiutò il passaggio, quegli animali non avrebbero potuto reggerlo per bene. Anche se fosse, avrebbero faticato..li avrebbe avuti sulla coscienza. Poteva benissimo farsela a piedi. L'armatura, inevitabilmente, cominciò a sbuffare per via del pesante calore del deserto. Era un sistema automatico in modo da mantenere una temperatura mite all'interno dell'esoscheletro. Era da molto tempo che non avvertiva la sensazione di caldo o di freddo.

    Luogo: Endlos - Pontile Bagnasciuga



    Il viaggio durò ben tre giorni. Ad ogni tappa giornaliera dovevano metter su tende e dormire facendo a turni per la notte. Seguivano una traiettoria ben precisa, piuttosto lunga..ma decisamente sicura, almeno così credevano. Ci mancavano solo i banditi, anche se in fondo..probabilmente con loro la faccenda sarebbe risultata più divertente. Erano tutti dei tipo piuttosto cazzuti, simili, loquaci, a nessuno di loro piaceva parlare. Oregon non si faceva nessuna strana idea, non azzardava niente del genere, si faceva gli affari suoi come sempre e preferiva mantenere il suo atteggiamento più professionale possibile. Nessun legame, sono dei mercenari, lavorano per soldi, non per socializzare. Per qualche motivo si sentì un po' a suo agio, ma allo stesso tempo doveva mantenere un autocontrollo di ferro, non che non l'avesse, e prestare molta attenzione. Una sorta di rivalità, forse. No dai, non c'era partita, Oregon sfoggiava la sua armatura e la sua altezza bastava a dar giudizio e voto. Scherzi a parte..al quarto giorno il gruppo finalmente raggiunse la destinazione. Pareva essere un piccolo porto o qualcosa del genere. Alcuni dei cammelli portavano delle casse e altro, dovevano trattarsi dei materiali della missione. Heta non indagò, così come lo spartan, ancora meno curioso. Per scaricare le merci avevano circa un'oretta di pausa. L'ambientazione era particolare, diversa. C'era una presenza d'acqua che rendeva il clima leggermente meno torrido. Poteva accorgerselo dagli sbuffi provenienti dall'armatura: erano diminuiti, seppur di poco. Per il resto, il punto di riferimento era un pontile. Presso esso vi erano dei pescatori, dall'altra parte una locanda e più in fondo un bagnasciuga. Proprio lì si sarebbe diretto, lì avrebbe speso la sua pausa. Sperava di trovarsi da solo. Uno di loro aveva preferito dirigersi verso la locanda, per l'altro non aveva molta importanza. Voleva solo un posto per ammirare il mare. Non aveva molte occasioni per vederlo. Il mare crea nostalgia, lo sanno tutti.

    Stato Mentale: Tranquillo e un po' nostalgico
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%
     
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    Narrato l °Pensato ° l Parlato l Diciture fuori campo

    Senza tergiversare troppo decidemmo infine di spostarci da quel luogo malfamato – come diavolo poteva essere la base operativa di quell’individuo era un mistero – per incamminarci verso i minacciosi e letali cunicoli di Merovish: ancora rammentavo le non poche difficoltà che ci misi la prima volta per accedere in questa fetida città mediante essi.
    Forse il mio mal giudizio su quel tipo era fin troppo eccessivo, dato che le sue abilità orientative ci facilitarono non poco il compito di procedere per quei luoghi in cui, leggende e storie, decantavano le orribili sventure capitate a chi aveva attraversato quegli antri oscuri e angusti.
    Almeno questa era la voce che circolava dentro la città, e che ormai avevo ascoltato talmente tante di quelle volte da avere la nausea.
    Insomma, pur se fosse difficile ammetterlo, seguire quel pazzo squilibrato ci aveva risparmiato non poche insidie e rogne nell’attraversare incolumi quelle diramazioni sotterranee.
    Ero sempre più incuriosito da quella figura bizzarra e grottesca che ci aveva assunto per una missione che, onestamente, non aveva senso; il suo atteggiamento era talmente stralunato e strampalato, da pensare quasi che la sua non fosse altro che una recita per rimanere fedele a un personaggio che si era costruito nel tempo.

    ° Chi sei veramente amico? °


    Tenere a bada dei seguaci richiedeva doti di manipolazione e raggiro non indifferenti.
    Non riuscivo a farmene una ragione su come un tipo che chiaramente mostrava disturbi dissociativi, deliranti e di allucinazioni, potesse al contempo mostrare capacità diplomatiche e di sopravvivenza di un certo livello: o era un fottuto bipolare o era solo un gran figlio di puttana.
    Qualcosa mi puzzava.
    Anzi, più di qualcosa.
    Comunque, sia se si trattasse di un bluff o se veramente fosse genuino quel suo modo di fare, avevo un compito da portare avanti, ed essendo io un professionista non mi sarei tirato indietro.
    Ormai non facevo più caso a quei suoi discorsi deliranti, limitandomi solo a stare al passo dei miei compagni ed eseguire il mio compito come richiesto.
    Nulla di più, nulla di meno.
    Per quanto riguardava gli usi e i costumi dei miei colleghi, ormai non mi stupivo più di nulla, dato che avevo compreso come questo mondo non fosse altro che un’immensa pattumiera dimensionale dove arrivava di tutto.
    Quindi, quando vidi uno di essi guidare una cazzo di motocicletta in mezzo al deserto – non capendo da dove fosse fuoriuscita e perché rispondesse al suo fischiare al pari di un cane –, mi limitai a procedere nella mia marcia senza mostrare chissà quale aria meravigliata o stupefatta per l’evento incredibile e bizzarro a cui i miei occhi stavano assistendo.
    Quando ci fu offerto di poter utilizzare dei bizzarri animali di una bruttezza smisurata – sembravano esseri deformi colpiti da delle radiazioni nucleari – come mezzi di trasporto, io mi rifiutai categoricamente, preferendo utilizzare le mie stesse gambe e procedere spedito facendo affidamento sulle mie sole capacità fisiche.

    Non metterò mai il mio culo su una schifezza del genere.


    Inoltre, procedere a passo mi permetteva di non essere rallentato in caso di possibili attacchi o agguati, venendo limitato nei movimenti e non potendo cosi la migliore prestazione possibile.
    Cosi, dopo una serie di minuti di stallo ad ascoltare altre cagate pazzesche e deliranti del tizio esploratore, l’intera carovana finalmente si mise in marcia e con essa anche noi.
    Il viaggio non fu breve per arrivate alla tanto agognata meta, e durante quel susseguirsi di albe e tramonti, dovetti per tutto il tempo sorbirmi i vaneggiamenti di quel tipo sul tornare alle origini del mondo.
    Più di una volta fui tentato di infilargli la mia katana su per il culo per farlo tacere e impalarlo, lasciando che a fermarmi da un azione cosi drastica fosse solo il lauto stipendio che avrei percepito a fine lavoro: un motivo più che valido per sopportare quelle boiate.
    Fortunatamente, quella condanna non durò più di un paio di notti, scorgendo dopo le ultime dune... quella mole spropositata di acqua chiamata mare, e di conseguenza lasciandoci alle spalle l’arido e scomodo deserto.
    Si chiamava mare, cosi lo definivano.
    A osservarlo, non potei far a meno di ammirare quella vastità che si perdeva all’orizzonte.
    Più che altro quella reazione fu istintiva, dato che avevo sentito parlare di esso mediante racconti che descrivevano la sua imponenza e bellezza.
    Effettivamente era cosi.
    Anche nel mondo da cui io provenivo era esistito il mare, ma purtroppo, dopo la ribellione delle macchine e la terraformazione, esso sparì lasciando al suo posto distese brulle e polverose oltre che l’estinzione di tutte le specie viventi che ospitava.
    Una volta giunti nella zona portuale della cittadina, ci dirigemmo a un imponente vascello con tanto di equipaggio.
    Non potei fare a meno di rimanere abbastanza perplesso: come poteva della gente incapace di intendere e di volere essere cosi meticolosamente organizzata?
    Ciò mi rendeva ancora più sospettoso su quali fossero i reali scopi che questa gente avesse.
    Oltretutto, non capivo da dove potessero attingere a simili risorse.
    Quel tanfo aumentava sempre più.
    Ci fu dato del tempo libero per riprenderci dalle fatiche del viaggio dato che quella procedura di carico richiedeva almeno un’altra ora, lasciando che i doveri potessero essere accantonati per i diletti.

    Così è questo... il mare


    Io ne approfittai per avvicinarmi al bagnasciuga e osservare ancora il mare.
    Benché non fossi un sentimentale, non potevo fare a meno di non staccare gli occhi da quella vastità e perdermi dentro di essa.
    Solo dopo mi accorsi di non essere l'unico interessato a quella zona, dato che anche l'altro mio collega, quello che come me indossava indumenti più moderni e tecnologici, aveva deciso di ammirare il fascino della costa.

    Non prendermi per uno dalla lacrima facile... devi sapere che nel luogo da cui io provengo il mare non esiste più. Devo dire che osservare questa grande quantità di acqua fa un certo effetto.





    Stato Fisico: Normale
    Stato Psicologico: Estasiato
    Mana: 100%


    Katana
    Arma in dotazione
    Shuusui (Acqua Autunnale): Non una normale spada, ma la spada. E' stata forgiata utilizzando una particolare lega chiamata vibranio. Sarà possibile tramite il rilascio di un consumo basso per l'attivazione (+ un consumo basso per ogni turno di mantenimento) poter emettere delle vibrazioni in grado di sfaldare i legami molecolari di qualsiasi lega con cui la lama della spada cozzerà. Per sfaldare totalmente i legami molecolari sarà necessario un contatto con la lega in oggetto, in caso contrario le vibrazioni si limiteranno a minarne la resistenza in maniera blanda.
    [1 punto x oggetto + 1 punto x tech di fendente potenziato]
    Si tratta di una katana affilata e piuttosto maneggevole di circa 97 centimetri, dall'elsa e il fodero neri, senza particolari ghirigori o decorazioni, eccezion fatta dello Tsuba, con raffigurati alcuni petali in altorilievo. Il fodero é laccato, e l'elsa e di fili dello stesso colore intrecciati. Il nastro che serve ad allacciare la katana all'obi é molto lungo, cosi che possa essere legato nella maniera che più si preferisce.
    All'inizio della lama questa e ripiegata verso il basso come a formare una specie di dislivello o scalino composto da un materiale molto più elastico del metallo che compone il resto dell'arma, questo impedisce alla katana di incurvarsi, spezzarsi o staccarsi dal manico anche in caso di colpi violentissimi.
    Il taglio della katana è preciso ed eccellente, in grado di provocare profonde ferite con il minimo sforzo.
    Lungo il primo terzo della lama vi è un'incisione che recita: "Owari Yokereba, Subete Yoshi" traducibile con "il fine giustifica i mezzi".
    Nonostante permette efficacemente di stoccare, viene usata principalmente per colpire con dei fendenti, e può essere impugnata ad una o due mani. Viene indossata con la parte concava della lama rivolta verso il basso, in modo da poterla sguainare velocemente con abili movimenti, cosi che in nessun modo il filo della lama (rivolto quindi verso l'alto) possa danneggiarsi con il tempo sfregando contro l'interno del fodero. .

    — a l t r o


    Nanotuta da battaglia: Una volta diventati operativi, ogni componente sveste i propri abiti civili per indossare una divisa con tanto di maschera che contraddistingue questo corpo di élite. Composto da una tuta aderente, questa divisa consente di ottenere una maggiore padronanza nei movimenti lasciando il corpo libero da ogni inutile impedimento che altri tipi di abbigliamento imporrebbero, limitando in questo modo la fluidità di azione. In realtà si tratta di una vera e propria armatura alleggerita che permette, a chi la indossa, di essere ben protetto mediante questa nanotuta che conferisce resistenza e al tempo stesso una leggerezza tale da non implicare alcuna difficoltà di spostamento o azione durante la battaglia.
    [1 punto x armatura + 5 punti x passiva di leggerezza]

    Inoltre la maschera è fornita di un termovisore che permette di osservare le radiazioni termiche emesse da un corpo (consumo basso per turno: raggio di utilizzo 15 metri) cosi da poter avere la situazione sotto controllo anche in situazioni di buio. Oltretutto sarà possibile misurare il grado di temperatura senza necessità di contatto e di evidenziare la distribuzione del calore sulla superficie di un elemento, un apparecchio o un edificio.
    Utile in fase di spionaggio per osservare all'interno di strutture la presenza di attività vitale senza essere costretto ad entrarvi all'interno.

    [1 punto x tecnica a consumo visualizzazione fonti di calore]


    Stile di Combattimento
    Addestramento Paramilitare
    Per poter contrastare le macchine, la resistenza si è impegnata negli anni a selezionare e addestrare individui che risultassero idonei ad affrontare vari tipi di battaglie nelle situazioni più imprevedibili e inaspettate. Gli operativi, cosi chiamati, sono figure elitarie che hanno dimostrato durante la dura e faticosa preparazione sia fisica che psicologica, di possedere vari tipi di talenti – dall’uso di armi specifiche, al corpo a corpo - che a sua volta, l’organizzazione si è impegnata ad affinare e potenziare mediante addestramenti paramilitari.
    47 era già uno dei migliori lottatori di tutta la resistenza prima ancora che le sue capacità venissero potenziate.
    L'addestramento a cui è stato sottoposto ha elevato le sue già straordinarie doti atletiche a livelli che vanno ben oltre i limiti umani, portando ciascuna delle sue capacità fisiche a livelli sovrumani, facendone di fatto una sorta di soldato perfetto.
    Nel caso dell’agente 47, questo talento riguarda l'utilizzo di una spada molto leggera e facilmente manovrabile – tutt’altro che scontato come stile – per incentrare i propri colpi non tanto sulla forza bruta quanto sulla tecnica, riuscendo ad ottenere un tale livello di concentrazione e abilità che la capacità dell’azione diventa fulminea. Uno stile di estrazione veloce della spada, rendendo capaci di agire nel modo più veloce ed efficace possibile, attraverso forme codificate (Kata), dove si apprende l’uso della spada e lo stile stesso.
    In sostanza uno stile che nasce dall’unione di mente e corpo dove la base sono i colpi d'estrazione, seguiti da attacchi veloci e mirati, e ancora: parate fluide, naturali, contrattacchi rapidi e colpi atti a disarmare o atterrare l'avversario. Capacità di concentrazione, rapidità nei movimenti, e precisione millimetrica, sono alcune delle cose più evidenti che si possono ottenere da questo particolare stile di combattimento.

    -------------------

    Di conseguenza l'apprendimento di un simile stile di combattimento gli ha concesso una serie di capacità preposte a supportarlo in battaglia:



    Passive:
    Mescolandosi tra varie coperture, confondendo le sue linee e muovendosi cautamente può passare inosservato o furtivamente al di là delle persone.
    Sa come avvantaggiarsi dell'ambiente e come utilizzare la luce e le ombre.
    E le opportunità di un movimento non notato non gli sfuggono in quanto conosce l'importanza del giusto tempo e l'utilizzo della diversione.
    Senza produrre rumore il guerriero può avvicinarsi alla vittima ed ucciderla senza che questi se ne accorga!
    [5 punti x passiva di Furtività]
    (non produrre rumore)


    47 è in possesso di un abilità alquanto unica, che lo rende un avversario talmente temibile da essere percepito solo nel momento in cui i suoi colpi vanno a conclusione. Consiste nel celare la propria presenza completamente sul campo di battaglia: in sostanza sarà in grado di azzerare la propria aurea potendo cosi diventare invisibile a chi detenga capacità extra sensoriali.
    Inoltre tale peculiarità risulta assai favorevole in situazioni dove il nemico non è a conoscenza dell'ubicazione, ad esempio all'interno di banchi di nebbia, cortine fumogene o grotte completamente al buio.
    (l'effetto decade quando si usano tecniche offensive)
    [5 punti x passiva di assenza di Aura]



    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 29/11/2015, 03:57
     
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  9. _MajinZ_
     
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    Essere assoldati per fare da scorta ha dei lati positivi, anche se lo fate per una missione riguardante il giardinaggio. Prima di tutto venite esonerati dai lavori manuali, quindi non dovete partecipare allo scarico delle merci e quindi vi potete allontanare da quel pazzo ambientalista... e poi, finché non arriva un vero e proprio pericolo, potete semplicemente farvi gli affari vostri. Ed è quello che fate alla fine, dovete pur riempire quel lasso di tempo in qualche modo, no? Ignorate comunque i pescatori, preferendo ammirare il mare o provare ad assaggiare il famosissimo Amaro del Pescatore. Un liquore a base di sardine, per uomini forti. E che non amano il proprio stomaco.

    Viktor
    Mentre avanzi verso la locanda, senti chiaramente un intenso vociare provenire dall'interno: la normalità insomma, non sentire nulla avvicinandosi a un'osteria in genere è un brutto segno... a meno che non sia il giorno di chiusura. Ciò comunque ti invita ad entrare, ma appena apri la porta e metti piede all'interno del locale... tutti si zittiscono. E ti guardano male, come se sia appena arrivato il peggiore dei criminali. Se prima tutti conversavano insieme, parlando anche da un tavolo all'altro, ora gli avventori parlottano a bassa voce ai loro tavoli, lanciandoti occhiatacce a intervalli regolari. Nessuno ti rivolge la parola.
    Un silenzio imbarazzante ti avvolge mentre avanzi verso il bancone, dove noti il classico oste che continua a lucidare all'infinito un povero boccale ormai divenuto opaco. Quello ti guarda e senza che tu dica qualcosa, ti appoggia davanti una bottiglia con dentro uno strano liquido ambrato. Affianca alla bottiglia un bicchierino e in quel momento senti nuovamente lo sguardo di tutti puntato contro. Tutti sembrano attendere qualcosa. Capisci di essere davanti a una prova: superandola sarai accettato da tutti... in caso contrario nessuno parlerà mai con uno sconosciuto. Sono queste le usanze della costa. Sai bene che evitare la prova sarebbe una vergogna, quindi è sempre meglio tentare... in fondo cosa potrebbe mai andare storto?

    Oregon e 47
    Bello il mare, vero? Quando è così calmo guardarlo trasmette pace e tranquillità, tutto il contrario rispetto a quando si arrabbia: la sua furia è in grado di intimorire anche i più impavidi. Ma dovevate scegliere proprio questa location? Siete proprio delle femminucce. Già, come quella tipa in bikini che si sta prendendo il sole a pochi passi da voi. La vedete su una sdraio, sdraiata sulla pancia, con indosso degli occhiali da sole. La sua pelle è già abbastanza abbronzata, ed è anche abbastanza strano vedere qualcuno starsene sotto quel sole mortale. Vi sembra quasi un miraggio, ma tutto quel ben di dio è reale. Tra l'altro la parte sopra del bikini è pure sganciata, mentre il sotto non lascia molto spazio all'immaginazione.
    In quel momento comunque lei si muove, infilando la mano sotto la sdraio per tirarne fuori una ampolla bianca. Abbassa quindi gli occhiali da sole e vi osserva, facendo un sorriso più che malizioso. La brezza le muove appena i capelli neri, mentre scuote l'ampolla.
    Quale di questi due ragazzoni può aiutare una fanciulla in difficoltà? Spalmarsi la crema sulla schiena è complicato... <3
    Il tono di voce è molto convincente, ma chissà: magari si tratta di una trappola. Però non vorrete mica deludere una ragazza indifesa, persa in una situazione davvero difficile. Tanto ci vuole ancora un po' prima di partire.


    _ __ ___ __ _



    Turnazione: Libera
    Scadenza: 6 Dicembre
    Note del QM: Siete liberi di accettare o meno le proposte dei png, per il resto mi sembra tutto chiaro :3 Enjoy <3
     
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  10. °Nyram The Faceless°
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -Spirito della Condanna-



    Victor K. Sanction



    f0lqKba



    Arrivò davanti la porta accompagnato da un vociare crescente, che si disseminava all'interno nella classica atmosfera a cui era abituato. Ci mise poco a fare alcuni passi all'interno.
    L'atmosfera cambiò immediatamente, lasciando il posto ad un silenzio guardingo e opprimente. Lo sguardo bicromo si spostò alcuni istanti dall'ombra del cappello, lasciando che l'occhio color veleno si assottigliasse in un'occhiata tagliente e cupa. Solo sotto il bavero il volto sfigurato nascondeva un ghigno inquietante. Si sentiva quasi a casa.
    Avanzò con noncuranza passando nel mezzo del locale, quasi sfidando gli avventori a fare del loro peggio, prima di sedersi. L'oste sembrava quasi un clichè, un figuro che non cambiava anche a dimensioni di distanza. Non attese l'ordinazione, ma gli mise davanti una bottiglia e un bicchiere, e il silenzio e gli sguardi si fecero più pesanti. Capiva. Ora si sentiva decisamente a casa. Ovviamente era sul lavoro, non poteva fare come voleva, così prese il bicchiere e lo fece scivolare verso l'oste mentre l'altra mano sganciava appena le prime cinghie del bavero, lasciando intravedere i denti candidi e la carne sfregiata mostrare una bocca degna di un teschio o di un demonio. Lo sguardo però non si lasciava fraintendere: non era un sorriso quello.
    -Chi beve da solo si affoga..-
    Annunciò col tono roco e basso, prima di buttare un pezzo d'argento affianco al bicchiere, afferrando la bottiglia e riempiendolo a metà con uno sguardo eloquente. Come aveva detto, stava lavorando: non poteva farsi avvelenare sul lavoro. Così attese qualche istante, che l'altro desse il via, prima di avvicinare la bottiglia alle labbra.
    Dalle sue parti la bontà di un liquore si misurava dalla sua capacità come combustibile: un uomo beveva quello che beveva la sua moto, per intendersi. E da quando il fatto era successo, lui aveva passato gran parte del tempo a bere. Mentre avvicinava la bottiglia alle labbra affinò l'olfatto per sentire l'odore dei vapori provenienti dalla bottiglia: era un semplice modo per capire la gradazione di una bevanda forte. La lingua saettò appena sul labbro sfregiato, ansiosa di liberarsi dell'aria colma di salsedine che vi si era depositata, asciugandola. Poi tirò un lungo sorso, tenendo l'occhio di veleno fermo sul barista ad osservarne l'espressione, prima di deglutire con gusto, prendendone un altro sorso senza staccarsi dalla canna.
    Il sapore era insolito, non sapeva dire con cosa fosse fatto, ma era migliore della roba che gli avevano dato da un paio di portali a quella parte. Se nulla fosse andato in modo tale da dargli sospetti o effetti collaterali, si sarebbe girato, rivolgendosi verso il resto della folla a osservarli lentamente, tirando un terzo sorso prima di staccarsi dalla canna asciugandosi le labbra col dorso del guanto.
    A quel punto avrebbe potuto finalmente dedicarsi a studiare meglio l'ambiente e i volti che lo componevano. Non si sapeva mai chi si poteva incontrare: talvolta si potevano fare incroci utili in quei posti.
    Inoltre poteva dedicarsi alla riesamina dei suoi compagni di viaggio. Gente stramba a vedersi o a sentirsi, che dir si volesse. Non si fidava. Ma del resto lui non si fidava mai, quindi cambiava poco. Quello che invece era necessario, era la paga: se quella fosse stata un miraggio avrebbe sparato quello stronzo con la bocca piena dritto fra le palle. Ma in fondo era inutile pensarci allora: era meglio tentare di capire cosa aspettarsi dalla missione. Gli puzzava più del liquore che per una fottuta raccolta di fiorellini servisse una dannatissima scorta armata di quel calibro. Ma ovviamente in quei posti aridi c'era gente più che disposta ad uccidere per mantere il monopolio su risorse limitate. Risorse che non lo sarebbero state più, se qualcuno avesse trovato la soluzione giusta.
    Che la avessero trovata dei pazzi fanatici non faceva che rendere lo scenario più colorito, ma aveva visto di peggio altrove, quindi doveva stare solo in guardia ed essere pronto a sparare. In fondo neanchè lui era uno stinco di santo. Quello che davvero lo seccava era il dover salire su un fottuto barile galleggiante in quella distesa di acqua merdosa. Aveva scorto in cima un buon punto da cui tenere d'occhio la situazione e sparare, ma che gli inferi fossere dannati se c'era una possibilità di salvarsi la pelle senza finire sul fondo del boccale. Inoltre quella roba dondolava come una baldracca ubriaca: gli metteva la nausea solo a guardarla. Bah, che dannato impiccio. Forse avrebbe dovuto portarsi una bottiglia di quel liquore: tanto per calmarsi lo stomaco.
    -Tienimene una da portare..Quei ronzini là fuori hanno l'aria di bere solo latte di vacca..-
    Constatò, quasi fra se e se, dopo essere giunto ad una decisione, in quel tono bruciato che pareva costringere la gente al silenzio per ascoltare.


    Status Fisico: Incolume, regolare.
    Status Mentale: Standard, impaziente, a suo agio.
    Riserva Mana: 100%

    Abilità passive rilevanti:
    >Incubus Hellspeed: Famiglio/Taglia Grande
    >

    Tecniche Attive:
    >//
    >//

    Armi:
    >Magnum Re-Evolve (Gun Blade) 6 colpi
    >Machine Gun: Colt Spitfire (Mitraglia) 24 colpi
    >Snipe Gun: Winchester Sentence (Fucile da cecchino) 6 colpi
    >Hi Coat (Armatura stile giubba)


    Resoconto


    CITAZIONE
    Tempo di una classica bevuta come ai vecchi tempi: un bicchiere a te e una bottiglia a me. Qualche sguardo in giro ed un'ordinazione da portar via.

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    Pensato Intelligenza Artificiale
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    Pensato Agente Oregon
    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Pontile Bagnasciuga



    Molti poeti conferiscono un significato nostalgico al mare - ruppe il silenzio dello spartan. Il suo stato d'animo non poteva eludere i sistemi dell'intelligenza artificiale. Heta aveva classificato l'insieme di sensazioni, provate sul momento da Oregon, sotto l'etichetta di nostalgia.
    Nostalgia.. - disse nella mente, ripeté più volte, come un eco. Inconsciamente..e quando voleva smetterla e arrivare al punto di togliersela dalla testa, ecco che veniva ripetuta più volte.
    Nostalgia - ripeté il costrutto invisibile. Ora l'eco pareva avere anche un'origine, o meglio..tutt'altro aspetto, non era più un eco, bensì Heta. No, Oregon era confuso, Heta non stava ripetendo quella parola..era Oregon a dare la sua voce alla ripetizione della stessa. Forse era solo stressato, oppure è semplicemente difficile interpretare il più realisticamente possibile questa sezione di narrato. Il pensiero e la mente. Qualcosa che avviene istantaneamente, una serie di pensieri che varie volte si formano casualmente, alcuni privi di senso.
    Tu provi nostalgia? - le chiese. Imbracciava il fucile, dritto con la schiena, il suo sguardo era volto oltre l'orizzonte. Anche se all'inizio parve non aiutare per niente. Ora era come se potesse confidarsi. Uno come lui preferisce tenere le proprie emozioni riservate, nascoste. Ma con Heta non è possibile, lei non giudica, dunque..forse è proprio per questo che non teme la vergogna. Sia per i pensieri che per le emozioni.
    Lei sa che io non posso provare emozioni umane - rispose precisa, come sempre. Aveva perso il conto di quante volte aveva ricevuto la medesima risposta. Eppure non si capacitava totalmente nei suoi riguardi. Se sapeva che conosceva perfettamente cosa non poteva provare, perché gli rispondeva?
    Ho calcolato che simulare una consolazione allievi possibili disturbi - insomma, influenzato quindi l'esito di una possibile missione. Tuttavia, non era da lei tentare di ragionare da umana. Di avvicinarsi sotto mentite spoglie. Ha sempre sottolineato bene la differenza tra le due razze. Sollevò un piede e lo spostò leggermente più vicino all'altro. Allentò la presa del fucile e, con un piccolo gesto, riaffermò la salda presa. Oregon era nostalgico. Amava la sua patria, voleva tornare indietro..specie ora che sapeva che poteva essere in un grosso pericolo. E l'avversario peggiore ce l'aveva talmente vicino da leggergli i pensieri costantemente. Pareva un duello di resistenza. Tutto ciò era ridicolo, o ironico..oppure erano le regole ad essere il problema. Heta non è umana, non doveva ragionare secondo le proprie regole, bensì tutt'altro. Le regole delle macchine sono diverse da quelle degli umani.
    Soggetto alleato in avvicinamento - lo allarmò con un tono indifferente. Quelle furono le sue ultime parole, evidentemente sapeva anche che non voleva mostrarsi turbato o provato di fronte a terzi. La sua presenza contemporanea poteva disturbare l'immagine che voleva dare. Tipico dello spartan, butto giù un occhio sul rilevatore di movimento segnato in basso a sinistra sul visore. Ebbe la conferma, dimostrando una certa ribellione per Heta. Non si scostò minimamente, preferì far finta di non vederlo, di non sentirlo. Nessuna percezione, seguì con lo sguardo il puntino giallo intermittente..fino a quando non ce n'era più bisogno. Innegabile la sorpresa, quello disse che dal suo mondo non c'era più il mare. Dedusse, senza aiuto da terzi, che non aveva mai avuto modo di vedere il mare.
    "Mi spiace" - si limitò a dire. Le prime parole che uscirono dal microfono furono quelle di Heta. Oregon parlò per la prima volta, mostrando la sua vera voce..nel caso qualcuno si fosse confuso in precedenza. Non sapeva che dirgli..non è il genere di persona che racconta la sua storia. In un passato recente qualcuno ci provò, senza successo. Fintanto che porta l'armatura, il suo nome è Agente Oregon..la sua storia è certificata, nulla da far sapere ad altri.
    Possibile soggetto alleato in avvicinamento - anche qui adottò la stessa strategia. Solo dopo che fu richiamata la sua attenzione, si voltò avendo una chiara identificazione del soggetto. Una giovane donna dalla pelle abbronzata. Non si chiese minimamente come potesse reggere il calore del luogo. Si era ripetuto fino all'esaurimento che su Endlos tutto poteva succedere. Magari era dotata di una pelle particolare.
    "Tutta tua" - si rivolse all'altro soldato coperto. Non perde tempo su questo, non ne ha voglia e..non è il tipo per certe cose, d'altronde non potrebbe nemmeno farlo. O forse si, ma così sarebbe costretto a sporcarsi la copertura alle mani, magari rendendo scivolosa la presa delle armi per conseguenza. Si voltò nuovamente verso il mare.

    Stato Mentale: Serio e un po' nostalgico
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%
     
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    Narrato l °Pensato ° l Parlato l Diciture fuori campo

    Non so perché decisi di condividere quel pensiero, ma lo feci.
    Certo, era un compagno di squadra, una persona con cui dovevo cooperare, ma ciò non toglieva che quella mia reazione era strana per le mie abitudine.
    Più che strana, mi faceva provare disaggio.
    Qualcosa osservando il mare aveva come prodotto una risonanza a cui ero stato attratto magneticamente.
    Una sorta di autocoscienza che mi aveva spinto a tirare fuori il lato più umano di me stesso.
    Quel lato che da operativo avevo imparato a sopprimere.
    Combattere per un organizzazione paramilitare ti spingeva ad anestetizzare ogni tuo sentimento.
    A rendere il tuo stesso pensiero simile a un calcolatore che valutava la migliore azione nel farti ottenere il minor rischio producendo il maggior risultato.
    Non so perché mi venne così spontaneo tirare fuori un espressione tanto “umana” – ormai non mi sentivo più parte integrante di quella specie -, ma guardando il mare mi venne spontaneo interfacciarmi a un livello così intimo con quell’essere celato dietro un armatura come me.
    Probabilmente guardare ciò che mi era sempre solo stato raccontato - senza poterlo percepire così nitidamente come ora dal vivo - mi aveva semplicemente emozionato.

    Emotion
    -------------


    Che cosa curiosa le emozioni.
    Avevo dimenticato quale calore potevano regalarti simili sensazioni.
    Avevo scordato i lati positivi di essere una creatura di carne e ossa e non di metallo e silicio.
    Avevo scordato il reale motivo per cui nel mondo da cui provenivo, stavamo combattendo quella guerra serrata contro le macchine: proprio per difendere quella nostra umanità, quelle emozioni, e far si che non si estinguessero.
    Mi ero talmente abituato a quel tipo di vita da risolutore, che avevo scordato cosa volesse dire anche preservare.
    Cosa volesse dire vivere per costruire un futuro migliore.
    Ma in fondo io non ero altro che un lupo cresciuto in una terra di lupi, il mio ruolo non era altro che rendere possibile quel futuro migliore mediante proprio quel mio distaccamento emotivo.
    Perché la verità è che gli ideali sono pacifici, la storia è semplicemente violenta.

    Figurati, era più un pensiero automatico nell’osservare qualcosa di così tanto bello per la prima volta.


    Cercai di riportare i rapporti a un mero interesse lavorativo, spingendo nuovamente quelle mie emozioni ad essere soppresse per non scordare il motivo reale per cui ero li. La necessità che mi aveva spinto a raggiungere questo luogo. Ben presto però quel nostro colloquio poetico venne interrotto da una voce che catturò la nostra attenzione.

    ° Però °


    Una ragazza dalle procaci forme era intenta a prendere il sole a pochi passi da dove ci trovavamo, anche se, onestamente, mi chiedevo come potesse la sua delicata pelle – essendo una donna – sopportare temperature così micidiali esponendosi a quei raggi mortali.
    Qualcosa non mi quadrava?
    Che fosse una trappola?
    Onestamente il mio sesto senso da operativo mi consigliava di non abboccare, e lasciare che qualche altro infoiato cadesse nella trappola di quella mantide religiosa.

    Non ho accettato questo lavoro per fare il cascamorto con le donne. Io sono un professionista.


    Soffermandomi semplicemente a guardarla qualche istante, decisi infine di rientrare alla nave e tenere d’occhio il carico – alla fine qualcuno doveva vigilare sulla sicurezza – per tenere fede al mio compito.

    Mi sono anche fin troppo perso a trastullarmi, è ora di ridare priorità alla missione.
    Io rientro, buona continuazione amico.






    Stato Fisico: Normale
    Stato Psicologico: Diffidente...
    Mana: 100%


    Katana
    Arma in dotazione
    Shuusui (Acqua Autunnale): Non una normale spada, ma la spada. E' stata forgiata utilizzando una particolare lega chiamata vibranio. Sarà possibile tramite il rilascio di un consumo basso per l'attivazione (+ un consumo basso per ogni turno di mantenimento) poter emettere delle vibrazioni in grado di sfaldare i legami molecolari di qualsiasi lega con cui la lama della spada cozzerà. Per sfaldare totalmente i legami molecolari sarà necessario un contatto con la lega in oggetto, in caso contrario le vibrazioni si limiteranno a minarne la resistenza in maniera blanda.
    [1 punto x oggetto + 1 punto x tech di fendente potenziato]
    Si tratta di una katana affilata e piuttosto maneggevole di circa 97 centimetri, dall'elsa e il fodero neri, senza particolari ghirigori o decorazioni, eccezion fatta dello Tsuba, con raffigurati alcuni petali in altorilievo. Il fodero é laccato, e l'elsa e di fili dello stesso colore intrecciati. Il nastro che serve ad allacciare la katana all'obi é molto lungo, cosi che possa essere legato nella maniera che più si preferisce.
    All'inizio della lama questa e ripiegata verso il basso come a formare una specie di dislivello o scalino composto da un materiale molto più elastico del metallo che compone il resto dell'arma, questo impedisce alla katana di incurvarsi, spezzarsi o staccarsi dal manico anche in caso di colpi violentissimi.
    Il taglio della katana è preciso ed eccellente, in grado di provocare profonde ferite con il minimo sforzo.
    Lungo il primo terzo della lama vi è un'incisione che recita: "Owari Yokereba, Subete Yoshi" traducibile con "il fine giustifica i mezzi".
    Nonostante permette efficacemente di stoccare, viene usata principalmente per colpire con dei fendenti, e può essere impugnata ad una o due mani. Viene indossata con la parte concava della lama rivolta verso il basso, in modo da poterla sguainare velocemente con abili movimenti, cosi che in nessun modo il filo della lama (rivolto quindi verso l'alto) possa danneggiarsi con il tempo sfregando contro l'interno del fodero. .

    — a l t r o


    Nanotuta da battaglia: Una volta diventati operativi, ogni componente sveste i propri abiti civili per indossare una divisa con tanto di maschera che contraddistingue questo corpo di élite. Composto da una tuta aderente, questa divisa consente di ottenere una maggiore padronanza nei movimenti lasciando il corpo libero da ogni inutile impedimento che altri tipi di abbigliamento imporrebbero, limitando in questo modo la fluidità di azione. In realtà si tratta di una vera e propria armatura alleggerita che permette, a chi la indossa, di essere ben protetto mediante questa nanotuta che conferisce resistenza e al tempo stesso una leggerezza tale da non implicare alcuna difficoltà di spostamento o azione durante la battaglia.
    [1 punto x armatura + 5 punti x passiva di leggerezza]

    Inoltre la maschera è fornita di un termovisore che permette di osservare le radiazioni termiche emesse da un corpo (consumo basso per turno: raggio di utilizzo 15 metri) cosi da poter avere la situazione sotto controllo anche in situazioni di buio. Oltretutto sarà possibile misurare il grado di temperatura senza necessità di contatto e di evidenziare la distribuzione del calore sulla superficie di un elemento, un apparecchio o un edificio.
    Utile in fase di spionaggio per osservare all'interno di strutture la presenza di attività vitale senza essere costretto ad entrarvi all'interno.

    [1 punto x tecnica a consumo visualizzazione fonti di calore]


    Stile di Combattimento
    Addestramento Paramilitare
    Per poter contrastare le macchine, la resistenza si è impegnata negli anni a selezionare e addestrare individui che risultassero idonei ad affrontare vari tipi di battaglie nelle situazioni più imprevedibili e inaspettate. Gli operativi, cosi chiamati, sono figure elitarie che hanno dimostrato durante la dura e faticosa preparazione sia fisica che psicologica, di possedere vari tipi di talenti – dall’uso di armi specifiche, al corpo a corpo - che a sua volta, l’organizzazione si è impegnata ad affinare e potenziare mediante addestramenti paramilitari.
    47 era già uno dei migliori lottatori di tutta la resistenza prima ancora che le sue capacità venissero potenziate.
    L'addestramento a cui è stato sottoposto ha elevato le sue già straordinarie doti atletiche a livelli che vanno ben oltre i limiti umani, portando ciascuna delle sue capacità fisiche a livelli sovrumani, facendone di fatto una sorta di soldato perfetto.
    Nel caso dell’agente 47, questo talento riguarda l'utilizzo di una spada molto leggera e facilmente manovrabile – tutt’altro che scontato come stile – per incentrare i propri colpi non tanto sulla forza bruta quanto sulla tecnica, riuscendo ad ottenere un tale livello di concentrazione e abilità che la capacità dell’azione diventa fulminea. Uno stile di estrazione veloce della spada, rendendo capaci di agire nel modo più veloce ed efficace possibile, attraverso forme codificate (Kata), dove si apprende l’uso della spada e lo stile stesso.
    In sostanza uno stile che nasce dall’unione di mente e corpo dove la base sono i colpi d'estrazione, seguiti da attacchi veloci e mirati, e ancora: parate fluide, naturali, contrattacchi rapidi e colpi atti a disarmare o atterrare l'avversario. Capacità di concentrazione, rapidità nei movimenti, e precisione millimetrica, sono alcune delle cose più evidenti che si possono ottenere da questo particolare stile di combattimento.

    -------------------

    Di conseguenza l'apprendimento di un simile stile di combattimento gli ha concesso una serie di capacità preposte a supportarlo in battaglia:



    Passive:
    Mescolandosi tra varie coperture, confondendo le sue linee e muovendosi cautamente può passare inosservato o furtivamente al di là delle persone.
    Sa come avvantaggiarsi dell'ambiente e come utilizzare la luce e le ombre.
    E le opportunità di un movimento non notato non gli sfuggono in quanto conosce l'importanza del giusto tempo e l'utilizzo della diversione.
    Senza produrre rumore il guerriero può avvicinarsi alla vittima ed ucciderla senza che questi se ne accorga!
    [5 punti x passiva di Furtività]
    (non produrre rumore)


    47 è in possesso di un abilità alquanto unica, che lo rende un avversario talmente temibile da essere percepito solo nel momento in cui i suoi colpi vanno a conclusione. Consiste nel celare la propria presenza completamente sul campo di battaglia: in sostanza sarà in grado di azzerare la propria aurea potendo cosi diventare invisibile a chi detenga capacità extra sensoriali.
    Inoltre tale peculiarità risulta assai favorevole in situazioni dove il nemico non è a conoscenza dell'ubicazione, ad esempio all'interno di banchi di nebbia, cortine fumogene o grotte completamente al buio.
    (l'effetto decade quando si usano tecniche offensive)
    [5 punti x passiva di assenza di Aura]



    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 7/12/2015, 23:34
     
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  13. _MajinZ_
     
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    Viktor
    Appena mandi giù quella roba dal sapore orribile... non succede assolutamente nulla. A parte il sapore orribile, quel liquore non è neanche tanto forte quanto credi: hai assaggiato sicuramente bevande più forti. E infatti ti domandi come ciò possa bastare, ma dopo qualche minuto inizi a capire il motivo del silenzio ancora presente nella locanda. Passa un attimo e senti come se all'interno del tuo stomaco sia appena scoppiato un incendio, anzi, percepisci un intenso bombardamento che ti fa anche tossire. Passi alcuni secondi infernali, interminabili, ma che ti lasciano comunque in vita. Sei un po' scosso, ma riesci a restare in piedi nonostante tu sia rimasto piegato in due... e finalmente gli sguardi si spostano da te, mentre l'intera osteria si anima di voci e schiamazzi: ti hanno accettato.
    Prendi pure la bottiglia, la regaliamo a chiunque sopravviva alla Bomba di Profondità.
    Ti dice l'oste ridendo, ma non riesci a capire se le sue parole siano vere o false... riguardo la sopravvivenza di qualche sfortunato bevitore. Il tuo tempo però sembra giunto al termine. Qualche marinaio si alza in seguito al suono di una campana e, a giudicare dalla provenienza, sembra arrivare direttamente dal porto. Si tratta della campana di una nave e l'unica ancorata è quella legata alla tua missione: è meglio se ti affretti a raggiungere gli altri.

    Oregon e 47
    Inutile dire che la tipa si incazza e non poco, in seguito al vostro rifiuto. Vedete i suoi occhi furenti puntati verso di voi, seguiti da un insieme di bestemmie e insulti degni degli scaricatori di porto poco più avanti, facendovi anche dubitare che si tratti davvero di una signorina. Quella comunque si tira su, dopo essersi riallacciata il bikini, quindi scaglia il tubetto della crema solare dritto in testa a Oregon e infine recupera la sdraio per poi sparire tra i vicoli del porto.
    Avete fatto incazzare la donna pipistrello, ma vi assicuro che è meglio così.
    Vi dice un marinaio che vi passa accanto, dirigendosi verso il galeone che sembra in procinto di partire. Le manovre di scarico sono terminate, la carovana sta facendo gli ultimi preparativi e quasi tutte le casse sono state caricate sui cammelli. Avete giusto il tempo di chiedere magari spiegazioni al marinaio, ma dovete fare presto: la campana della nave sta suonando, fra non molto salperà e addio aneddoti marinareschi.

    -

    Una volta tornati alla carovana, avete modo di osservare l'interno di una delle casse prima che venga issata sul camelide... e notate l'interno pieno di piccoli barattoli traslucidi, con all'interno una terra stranamente nera come la pece, da cui spuntano dei piccoli boccioli verdi, simili a piccole rose ma fatti completamente di foglie. Subito dopo la cassa viene chiusa con delicatezza e immediatamente sentite una voce fin troppo familiare raggiungervi, facendovi pensare a una diserzione pur di non starlo a sentire. Il guadagno però vi fa tornare coi piedi per terra, in un paio di giorni sarete ricchi e liberi, quindi resistete.
    Perfetto miei prodi! Adesso che abbiamo recuperato le piccole piantine coraggiose, siamo pronti a riprendere la marcia! Dobbiamo dirigerci verso i campi coltivati, evitando che qualche malintenzionato cerchi di rapirle!
    E stringe tra le mani uno dei contenitori di vetro, osservandolo estasiato. Ora siete sicuri che sia davvero fuori di testa, non avete più dubbi. La carovana comunque attende che prendiate posizione, dovete proteggere le retrovie, prima di iniziare a muoversi. Avete davanti una giornata di cammino, sempre che tutto vada liscio come il mare accanto a voi, ma nel presidio Meridionale non si può mai sapere cosa si nasconde dietro la prossima duna. Quindi occhi aperti e occhio alla sabbia, il vero pericolo è quello che non si vede arrivare.


    _ __ ___ __ _



    Turnazione: Libera
    Scadenza: 14 Dicembre
    Note del QM: Non dovrebbero esserci problemi, per dubbi e robe usate il topic in bacheca. Enjoy <3
     
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  14. °Nyram The Faceless°
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -Spirito della Condanna-



    Victor K. Sanction



    f0lqKba



    La bevanda non sembrava effettivamente nulla di che, non ci fu da stupirsi che dopo averla ingollata si mettesse tranquillo pensando ad altro. A quel punto però, raggiunto lo stomaco, lo prese alla sprovvista, abbastanza perchè i vapori caldi soffocassero alcuni rochi colpi di tosse. Interessante, da un paio di mondi a quella parte non provava qualcosa di innovativo. Con un gesto discreto si asciugò le labbra storpiate, nascondendole nuovamente dietro l'alto bavero del cappotto, prima di avvertire il riprendere del chiacchiericcio attorno a se. A quanto pareva erano tutti soddisfatti, finalmente.
    L'oste intanto, gli offri la bottiglia senza tanti complimenti, cosa che portò la bocca deturpata a nascondere un ghigno celato.
    -Neanche all'inferno rifiutano una bevuta gratis.. Dovrò ripassare..-
    Arrancò nel tono rauco e graffiante, prima che una campana lo avvisasse che era arrivato il momento. Dannazione se sperava di allontanarsi da quella striscia di terra sul mare il prima possibile. Sperava solo non avessero intenzione di sbatterlo su una di quelle enormi botti galleggianti: avrebbe chiesto un extra.
    Si sollevò con un cenno di capo, mentre la mano libera separava un laccio di cuoio da quelli del cinturone, legandone le estremita a cappio, al collo della bottiglia, così da poterla tenere comodamente. Fatto ciò si sarebbe diretto verso l'uscita, tornando al trambusto concitato del porto con passi lenti e costanti. Una volta all'aperto, a tiro della spiacevole aria salmastra e fresca, si guardò un'istante intorno, sino a trovare la carovana con lo sguardo. A giudicare dai preparativi riprenderete il viaggio. Via terra, per fortuna. Mentre oltrepassava le ombre affianco alla taverna, un sibilo familiare gli fece eco, mentre la sagoma del motociclo sgusciava fuori rimettendosi alle sue calcagna, come un segugio fedele.
    Bastò uno sguardo attento e diffidente per scorgere uno dei barattoli contenenti la merce. Nulla che gli interessasse: quello che invece gli interessava era riprendere il viaggio: cosa che decise di fare non appena sentì una voce familiare e nauseante, che lo spinse ad avvicinare nuovamente le labbra alla bottiglia, tirando un lungo sorso solo per poi issarsi con una pacca in sella al suo veicolo. Il deserto, finalmente: quelli si che è il tuo elemento. Pericoloso, avanti e indietro, sopra e sotto, ma solo finchè ti fai cogliere alla sprovvista. Così lui vi si recava in sella, approfittando dell'affidabilità della sua compagna per descrivere larghi cerchi attorno al perimetro della carovana, assicurandosi di non essere seguiti e di non trovarsi i nemici appostati davanti, come aveva sempre fatto, tra un sorso e l'altro, giusto per rendere le chiacchiere che sicuramente sarebbero arrivate più sopportabili. Si, gli sembrava decisamente meglio.


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    CITAZIONE
    Arrivato il tempo di ripartire, raccoglie mezzo e souvenir per mettersi in marcia, dandosi una veloce occhiata attorno. Quindi si prepara e fare la guardia al carico e a perlustrare il cammino, sopportando in tutto ciò la spiacevole guida.

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    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Pontile Bagnasciuga



    La ragazza provocante la prese male. Più che normale, dev'essersi sentita in profondo imbarazzo e avrà provato un po' di vergogna. Cose che succedono quando ci si aspetta tutt'altro e si ottiene un rifiuto così..freddo. Si, perché quello era, no? Proprio non l'avevano calcolata, uno aveva passato la palla all'altro, quest'ultimo si sobbarcò il dovere più noioso. Quella tirò giù offese e imprecazioni mostrando un lato contrapposto a quel che ci si aspettava. Tanto da tirare contro il casco dello spartan il contenitore della crema. Oregon rimase immobile e impassibile, l'oggetto rimbalzò ai suoi piedi. Dopo l'allontanamento della fanciulla, Oregon abbassò lo sguardo leggermente perplesso dal gesto inutile. Sospirò, inudibile per via del casco. Si accorse di non aver ricevuto alcun messaggio da parte di Heta. Evidentemente aveva calcolato che l'offensiva in arrivo sarebbe stata del tutto inefficace. Poi giunse un marinaio che associò un animale alla ragazza.
    "Pipistrello?" - una singola e semplice parola. La domanda era ovvia: cosa intendeva con pipistrello? Perché era meglio non starle vicino o interagire con lei? Insomma..qualche spiegazione a riguardo, niente di che. Da quando era su Endlos sapeva che molte cose erano fuori dal comune, quindi l'uso di termini non era mai inappropriato, c'era sempre qualche significato..concreto. Esatto, probabilmente si riferiva a qualche peculiarità della donna. Non ebbero molto tempo per chiacchierare, anzi..giusto il ricevere le risposte alle varie domande. Non tanto la sua, ma quelle possibili dell'altro, dalla lingua più lunga.

    Luogo: Endlos - Deserto dello Yuzrab



    Ed ecco la chiamata, quel tipo era proprio un fanatico, talmente tanto da sembrare irreale. Doveva credere fermamente nel suo ideale, o quanto meno..in un'ideale. Chissà quali ragioni lo spingevano a tanto, portare il verde nello Yuzrab era un progetto ambizioso e degno di stima. Poteva cambiare molte cose, chissà se il fato o i piani alti di questo mondo avrebbero potuto permettere un simile cambiamento. Improbabile..ecco per cui Oregon si limita a mantenere le distanze e a operare come semplice bodyguard. Ha bisogno di vederlo coi suoi occhi, così affine al pensiero del costrutto. Heta aveva smesso di proferire parola, non ebbe la minima curiosità nelle parole del marinaio, così dell'altro soldato. Forse perché già immaginava le loro risposte..o meglio, calcolare. Prima che possa intervenire in qualche modo, fintanto che se ne stava buona e zitta, per Oregon era solo un bene. Un po' di respiro, il sentimento di tornare soli, quasi fosse a volte necessario. Tutti hanno bisogno della propria privacy, no? Nonostante Heta fosse solo un'intelligenza artificiale, ormai aveva accettato di definirlo un individuo al pari di altri, già da quando ebbe modo di riflettere sulla discussione tra l'IA e i gemelli. I cammelli erano pronti, trasportavano quelle che dovevano essere le piante. Ora..si che man mano gli venivano in mente svariate domande. Ancora non avevano ricevuto nessun attacco. Non avevano pensato di proporlo alle posizioni più elevate di Merovish? Perché così pochi mercenari?
    Non sono in grado di rispondere alle sue domande, Agente Oregon - si aspettò una risposta più lunga, magari con qualche scoperta..di solito non si mette a parlare per esprimere frasi fatte, probabilmente si stava impegnando in calcoli tutti suoi. Lo spartan imbracciò l'arma e prese la sua posizione, dovevano tornare a scortare le basi di tale ideale. Eppure continuava ad avvertire qualcosa nell'aria. Un altro giorno di cammino, un altro giorno di possibili attacchi..la sua vera preoccupazione non è il viaggio, bensì la meta.

    Stato Mentale: Serio e un po' preoccupato
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%


    Edited by "Gerik" - 4/1/2016, 02:34
     
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