Finding Paradise

{ Presidio Sud, Merovish }
Muirne O’Gara | Sephirah | Karakuriki

Non era proprio un periodo fortunato per Karakuriki e Muirne.
L’escalation di rogne era cominciata al Distretto delle Luci, in quel maledetto vicolo in cui avevate salvato una ragazza in difficoltà, solo per scoprire in seguito che la fanciulla - tanto gentile e ospitale all’apparenza - era una sorta d’invasata a capo di una setta.

Il suo nome era Millea, e vi aveva fregato.
Certo, essere raggirati a Merovish non era cosa infrequente, ma non bastava questo pensiero per consolarvi, né tanto meno per risolvere il vostro problema. La sostanza psicotropa che vi era entrata in circolo non era droga comune, di quella che fa sballare i tossici nei quartieri peggiori della Tana. Era molto più potente e più raffinata, in un certo senso. Agiva su canali sensoriali normalmente sopiti, instillando vere e proprie esperienze di contatto col divino – la fantomatica Tempesta Eterna, come la chiamava Millea. Una volta esposto a qualcosa di tale portata, il cervello non riusciva più realmente a concentrarsi. Spesso il pensiero tornava a quel nettare divino in grado di rendervi un tutt’uno con l’essenza stessa del Maelstrom.

La vostra ragione vacillava.
Anche senza volerlo, più volte avevate accarezzato il pensiero di lasciare tutto e abbracciare quella fede. Forse cercavate di sopprimere l’idea, ma la verità era che avreste fatto qualunque cosa pur di rivivere quell’esperienza. La Tempesta vi stava chiamando, Millea vi stava chiamando, e voi non potevate più resistere.

A questa rogna già abbastanza grossa si dovevano poi sommare i fatti di Daleli, dove - su commissione di quello strampalato Doc - avevate rischiato la vita per portare a casa… nulla? Il vostro datore di lavoro era sparito dalle Cave del Sapere, forse messo in fuga da ciò che gli avevate riferito durante la missione, forse messo a tacere da chissà quale boss locale a cui aveva pestato i piedi. Non si era messo più in contatto tramite le ricetrasmittenti, e forse vi sareste pure inalberati per il trattamento… se solo non ci fosse stata la questione aperta con Millea a pressarvi il cranio.

Ma da dove cominciare per cercare la Sacerdotessa? Nella casa in cui vi aveva ospitato non c’erano più stati movimenti, appostarsi lì non sarebbe servito a nulla. E poi una volta trovata, cosa avreste dovuto fare? Vi trovavate in uno dei tanti cunicoli cittadini a ponderare su queste e molte altre questioni.

Per la precisione stavate anche aspettando una persona: Sephirah, una conoscente di Muirne che - venuta a sapere della disavventura con Millea - si era offerta di aiutare a darle la caccia non appena i tempi sarebbero stati maturi. Chissà se Karakuriki nutriva qualche dubbio sullo slancio di solidarietà di una sconosciuta non coinvolta direttamente? Dopotutto non sarebbe stata la prima volta che una fanciulla col viso d’angelo vi mascherava le sue reali intenzioni.

Ma in una città come Merovish ci si poteva davvero permettere
d’ignorare una possibile alleata?

{ Presidio Sud, Merovish }
Muirne O’Gara | Sephirah | Karakuriki

Si era radunato un gruppo piuttosto variegato, perfino per gli standard della Tana. Un giovane uomo accompagnato da due goblin, una giovane ragazza d’officina affiancata dal suo robot e infine un’appariscente sventola in abiti succinti in compagnia di un unicorno alato multicolore. Le stranezze erano all’ordine del giorno a Merovish, ma sicuramente qualche ubriacone si stropicciò gli occhi di fronte a quella scena, per capire se fosse tutto reale o se si trattasse ancora della sbornia della sera precedente.

Il tempo fu sufficiente per i convenevoli di rito prima che accadesse qualcosa d’inaspettato.

“Se cercate la sacerdotessa Millea, posso indicarvi la strada per raggiungere il suo covo.”

Una voce nella vostra testa. Nessuno nei paraggi. Un unico messaggio telepatico per ciascuno dei cervelli presenti. Il contatto fu improvviso, non ci fu niente a preannunciarlo. Un autentico fulmine a ciel sereno. Il flusso psion vi trasmise subito dopo la ricostruzione del tragitto: una camminata di almeno mezz’ora attraverso dei passaggi dismessi e poco frequentati. In un battito di ciglia eravate coscienti di quale fosse la direzione da percorrere, di quante svolte dovevate compiere e di quale sarebbe stata la vostra meta. Con l’occhio della mente riuscivate a visualizzare un vecchio bocchettone inserito in un sottopassaggio scavato nella roccia. Stando a quelle visioni, strisciando per decine di metri dentro quell’imboccatura - sporca di terriccio, muffa e chissà cos’altro - avreste raggiunto i condotti di aerazione che si affacciavano sul rifugio di Millea.

Quando il fiume d’informazioni cessò, la voce ignota anticipò qualsiasi vostra perplessità.

“Niente domande, vi basti sapere che non siete gli unici a osteggiarla. Una volta sul posto, tenete un basso profilo e mischiatevi tra gli adepti.”

Con la stessa facilità con cui vi aveva contattato,
il telepate troncò le comunicazioni.

{ Merovish, ??? }
Muirne O’Gara | Sephirah | Karakuriki

Nonostante la comunicazione telepatica vi avesse presi in contropiede, si poteva comunque definire una manna dal cielo. In quale altro modo un gruppo improvvisato come il vostro avrebbe potuto sperare di avvicinare una setta merovisha? Ciò comunque non eliminava il fattore di stranezza dall’intera questione: chi vi aveva dato quelle indicazioni, come sapeva del vostro obiettivo, e soprattutto perché lo aveva fatto?

Si suol dire che a fidarsi degli sconosciuti nella Tana
si finisce a dormire sul fondo della Fossa.

Purtroppo si trattava dell’unica pista a vostra disposizione, perciò non vi restava che percorrerla
o abbandonare qualunque prospettiva di rivedere la Sacerdotessa.

Quando giungeste al sottopassaggio dismesso, il puzzo nauseabondo dell’aria stantia fu l’unico benvenuto riservatovi. Il bocchettone si trovava dove vi era stato mostrato, ma le sue dimensioni erano appena sufficienti a far strisciare una persona alla volta. Cadence non poteva passarci con le sue attuali dimensioni e - considerando che stavate per infiltrarvi di nascosto nel covo di una setta - probabilmente la scelta migliore era quella di lasciarla indietro.

Una volta dentro le vecchie condutture d’aerazione, fu perfettamente udibile una litania distante. Strisciando fino all’altro capo del passaggio lercio avreste raggiunto un bocchettone facilmente apribile che si affacciava su un corridoio. L’illuminazione era scarsa, evidentemente quella zona non era molto frequentata. Dal punto in cui eravate sbucati, l’androne era pavimentato solo in corrispondenza di una breve scalinata alla vostra destra. Per il resto si poteva poggiare i piedi solo su roccia e terriccio, stando attenti a non inciampare su qualche trave di legno abbandonata per terra. Oltre a quelle, nelle vicinanze c’era soltanto una grossa cassa di legno vuota.

L’eco dei canti liturgici sembrava provenire dalla vostra sinistra, dove però il terreno si faceva ancora più accidentato. La pavimentazione iniziava alla vostra destra - dopo la scalinata - in un’anticamera che dava su una portone chiuso e su un corridoio che portava chissà dove.

{ Merovish, ??? }
Muirne O’Gara | Sephirah | Karakuriki

Mentre Karakuriki assegnava al servitore Cut il compito di andare in avanscoperta in direzione dei canti liturgici, Muirne attivò la funzione di scan del suo robot. Dopo qualche istante di analisi, lo schermo verde del costrutto rivelò la planimetria circostante nel raggio di una trentina di metri. Data la potenza limitata del dispositivo, la rilevazione non aveva un alto livello di dettaglio, ma almeno adesso avevate un’idea indicativa della forma di quel posto. L’ispezione della cassa, invece, non aveva rivelato nulla d’interessante.

Mentre rimuginavate su quale potesse essere la vostra prossima mossa, la principessa Sephirah aveva un'espressione assente, con lo sguardo perso nel vuoto in contrapposizione al suo solito animo gioviale.


{ Merovish, ??? }
Cut

Risalendo il corridoio malmesso in direzione della nenia liturgica, il goblin superò un angolo quasi totalmente ostruito da radici rinsecchite e sgusciò dal lato opposto, dove riprendeva la pavimentazione. Girato l’angolo le voci si erano fatte ancora più intense e - grazie ad alcune finestrelle affacciate su di un salone sottostante - era possibile accertarsi che la celebrazione in corso stava coinvolgendo centinaia di persone.

In una navata che non avrebbe sfigurato in confronto ai templi antichi eretti secoli prima a Daleli, era radunata una folla di fedeli – ciascuno di essi intabarrato in un burqa bianco con alcuni accenni di nero. Era una marea indistinta di volti celati, distinguibili a malapena per la corporatura.
Solo dieci di loro si trovavano sull’altare rialzato e - pur essendo vestiti esattamente come gli altri - lo scettro di cui erano dotati indicava probabilmente un rango gerarchico superiore.

Davanti a loro c’era il fulcro dell’intera celebrazione.
L’unica persona col volto scoperto e le vesti tinte di colori caldi.
Davanti a loro c’era…



La sacerdotessa Millea.

{ Merovish, ??? }
Muirne O’Gara | Sephirah | Karakuriki

La situazione della principessa Sephirah non stava migliorando: quando Muirne cercò un contatto fisico per rasserenarla, lei non reagì allo stimolo. Da quando avevate varcato i confini di quell’antro sotterraneo la ragazza era rimasta immobile come una bambola senza vita. Non poteva trattarsi di un semplice shock, doveva esserci dell’altro. Forse era stata colpita da un sortilegio?

Di tempo per accertarvi delle sue condizioni non ne avevate molto: uno dei servitori di Karakuriki aveva appena localizzato Millea, intenta a celebrare una sorta di liturgia nel salone che aveva attirato l’attenzione di Muirne. Ciò a cui Cut poteva assistere dalla sua posizione sopraelevata era trasmesso in tempo reale al suo padrone, che riferì a sua volta all'Irlandese.

Il passo successivo suggeritovi dalla voce ignota che vi aveva condotto fin lì era di mischiarsi tra i fedeli, ma voi non avevate idea di dove trovare delle tuniche. Probabilmente avreste dovuto setacciare quelle sale. Dato che era in atto una celebrazione, era forse lecito pensare che nel resto del covo non avreste incontrato dei membri della setta e che quindi potevate aggirarvi per i corridoi con relativa tranquillità?

D’un tratto una sensazione opprimente vi schiacciò come una tenaglia sulle tempie. Un richiamo magnetico risalì attraverso il canale sensoriale che avevate acquisito per colpa della sacerdotessa. Oltre il portone poco distante da voi c’era il nettare che avrebbe risvegliato i vostri sensi. L’astinenza si era fatta insopportabile. La droga vi stava letteralmente chiamando a sé e resistervi sarebbe stato arduo.

In un certo senso poteva essere un’occasione da non lasciarsi sfuggire: avreste potuto prelevare un campione di quella sostanza in piena autonomia, per poi sottoporla agli studi di qualche alchimista del Distretto delle Luci nella speranza di ricavarci un antidoto che potesse disintossicarvi. Però avvicinarsi a quella sostanza era sicuramente un azzardo: potevate davvero scommettere sul vostro autocontrollo in presenza di quell’ambrosia così irresistibile?


{ Merovish, ??? }
Cut

La cerimonia procedeva senza intoppi.
La voce suadente dell’officiante risuonava cristallina in tutta la navata gremita di adepti.

« Tempesta Eterna, Creatrice non creata, eleviamo la nostra preghiera affinché su di noi possa discendere la Tua benedizione. »

I fedeli s’inginocchiarono all’unisono, mormorando una nenia sommessa.

« Tu il nostro pianto, Tu la nostra gioia, i mondi rispondono al Tuo respiro. Riserva a noi un destino di grandezza. Il popolo che hai scelto guarda alla Tua furia dal cuore del Tuo corpo. »

Di nuovo in piedi, la folla si separò ordinatamente in due ali, lasciando un corridoio nel mezzo.

« Ti preghiamo di accettare l’offerta di quest’umile figlio. »

Un fedele identico agli altri avanzò verso l’altare portando in dono uno scrigno finemente decorato. Dopo aver riposto lo scrigno sull’altare con un inchino, il fedele fu accolto da Millea con estrema dolcezza. Con le sue dita sottili abbassò il cappuccio dell’offerente, rivelando il volto di un uomo sulla quarantina con un’ampia stempiatura priva di capelli.

« Noi tutti ti ringraziamo, Egon. I tuoi doni sono graditi al Maelstrom. »

Mentre la folla ripeteva meccanicamente la formula di ringraziamento, l’uomo convocato rimase totalmente rapito dalla figura di Millea. Eppure c’era qualcosa d’inaspettato in quella pantomima pseudo-religiosa. Una sensazione particolare che avrebbe sfiorato sia Cut che Karakuriki. Una sensazione di familiarità.

Era la prima volta che sentivate pronunciare
quel nome declamato dalla Sacerdotessa?