[EM] Better, Faster, Stronger

Dimitriy in verità non riuscì a dormire affatto. Anzi, per essere precisi non ci aveva neanche provato, era troppo preso dai suoi dubbi per riuscire a chiudere occhio. In quelle nove ore era praticamente scomparso, si era come staccato dal mondo per entrare in una stanza isolata da tutto il resto... e per uno come lui, scomparire non era per nulla difficile. Se qualcuno avesse cercato di rintracciarne la presenza, avrebbe fallito nell'intento... e il Grumo pareva quasi vuoto privo della sua presenza, chissà se i sottoposti avrebbero percepito quella mancanza. Ultimamente infatti era sempre nel suo ufficio, ma la visita dell'Ombra l'aveva profondamente turbato, tanto da costringerlo a cercare un po' di solitudine.
Ormai l'orario era prossimo alla scadenza, ma della Lettera ancora nessuna traccia. Che avesse deciso di non presentarsi? Impossibile, non era da lui. Ma nonostante la sua assenza, il seminterrato del Grumo aveva iniziato una rapida mutazione, sfoggiando una tecnologia che prima si poteva solo sognare. Ma ciò era un bene, no? Allora perché... il russo si sentiva così frustrato? Non era invidioso, questo no, ma si sentiva inadatto... inferiore? Probabile. Forse era solo meglio così, i suoi sottoposti si meritavano sicuramente qualcosa di meglio e quella base faceva proprio al caso loro. Eppure non era felice.
Pochi secondi all'ora X. Probabilmente erano arrivati già tutti, ma del secondo in comando nessuna notizia. Arrivò giusto un secondo prima, in perfetto orario. Impercettibile fino a un momento prima, eccolo fare il suo ingresso con la sua solita espressione. Sembra diverso da nove ore prima, come se avesse ritrovato la calma che stava cercando... anche se poteva essere solo apparenza. In ogni caso lui era abbastanza bravo a nascondere i suoi pensieri, quindi agli occhi di tutti era sempre il solito, freddo e impassibile sicario.
Possiamo iniziare.
Esclamò, fermandosi a pochi passi dall'ombra intenta a osservare uno degli schermi. Era davvero curioso di scoprire in cosa consisteva il loro addestramento, era da tanto che non faceva qualcosa del genere e quindi non vedeva l'ora di iniziare.

Le tecnologie fornite dalla Legione erano erano fantastiche. Osservandole non ci voleva un genio per capire il motivo dell'efficienza di quell'esercito, con un sistema di addestramento simile qualsiasi soldato poteva diventare estremamente pericoloso. Non si trattava solo di realtà virtuale, ma di un sistema in grado di riprodurre la realtà in ogni suo aspetto, senza limitarsi semplicemente alla riproduzione di immagini in tre dimensioni. Dimitriy era ansioso di provare, ma prima di tutto osservo quelli che erano i suoi sottoposti. Sospirò appena. Quel gruppo era come l'acqua e l'olio: mescolandoli si poteva ottenere un composto unico, ma bastava distrarsi un attimo per vedere quel composto ritornare a due entità distinte.
L'ultima volta che aveva mandato quelle due in missione, era successo un casino terribile. Il biondo sperava comunque che Xar facesse un po' da collante, anche se questa volta c'era lui stesso a comandare e forse non ci sarebbero stati problemi. Forse. L'Ombra era li per osservarli e bastava un singolo dettaglio fuori posto per far calare ancora di più la loro valutazione già traballante.
Ragazzi, mi raccomando.
Non fatemi fare figure di merda. Avrebbe voluto aggiungerlo, ma non lo fece: la sua espressione severa forniva abbastanza spiegazioni. Questa era la loro occasione per dimostrare che, pur essendo un piccolo gruppo, avevano tutte le carte in regola per fare bene, nonostante qualche piccolo inciampo durante il cammino. Sprecarla significava dare completamente ragione a Bid'daum e Dimitriy voleva assolutamente evitarlo. Voleva riprendere il controllo e l'unico modo per farlo, era prendere il massimo dei voti in quella prova.
Il russo comunque decise di non perdere altro tempo, andando quindi a posizionarsi sulla piattaforma in attesa di iniziare. Chiuse gli occhi per trovare la concentrazione giusta, segno che aveva preso davvero sul serio l'addestramento e tutti dovevano capirlo: Dimitriy era entrato in modalità assalto, per lui tutto quello non era un gioco. Aveva lasciato fuori ogni emozione, indossando la maschera da perfetto assassino che sempre conservava... proprio per occasioni come questa qui.

Il caricamento dello scenario fu rapidissimo, come un battito di ciglia. Quando Dimitriy riaprì gli occhi, si ritrovò destabilizzato per qualche secondo buono, almeno finché non riuscì a rendersi nuovamente conto delle proporzioni... di un mondo vasto e senza il minimo punto di riferimento. Le nuvole si muovevano rapide nel cielo, riflettendo il loro bianco sulla superficie di un mare solido, increspato eppure sorprendentemente stabile e fermo. Intorno al quartetto non c'era altro che uno spazio infinito ma vuoto. Era confortante sapere che tutto ciò era comunque finto, creato artificialmente, perché trovarsi dispersi in uno spazio simile significava solo cadere nella pazzia, se tutto ciò fosse davvero reale. Ma non lo era e anzi, si trattava di uno spazio perfetto dove tenere i test per sondare tutte le loro capacità.
Ovviamente, come ogni prova degna di tale nome, bisognava per prima cosa sondare le abilità basilari, raccogliere informazioni in modo tale da creare dei test che si potessero adattare a tutti, secondo delle caratteristiche individuali. Per prima cosa quindi spuntarono dal terreno di cristallo quattro colonne bianche, simili ad alberi ma prive della chioma smeraldina. Questa prova consisteva nel colpire quelle costruzioni con la massima potenza di cui si disponeva... l'allenamento quindi iniziava subito a richiedere il massimo sforzo disponibile, era una cosa abbastanza insolita. In gener infatti si iniziava da piccoli esercizi per poi arrivare a quelli più faticosi. L'Ombra doveva avere in mente qualcosa e non potevano fare altro che eseguire gli ordini.
Serviva la forza bruta, niente di troppo ragionato o coreografico, bastava un semplice attacco in cui racchiudere una forza primordiale e inarrestabile. Dimitriy camminò fino a trovarsi a pochi passi dalla colonna... in quel momento chiuse gli occhi, con le braccia distese lungo i fianchi e i pugni chiusi, le gambe leggermente divaricate. Lentamente il suo corpo venne avvolto da una sorta di velo traslucido, una copertura che ogni tanto si increspava e assumeva un colore opaco in corrispondenza del pugno destro e della gamba sinistra. All'improvviso il russo aprì gli occhi e andò a colpire con un violento pugno la colonna, seguito da un calcio questa volta rivolto al fianco del bersaglio: aveva tutta l'intenzione di spaccarla a metà con due colpi mirati. Ignoranza si, ma con un po' di stile era ancora meglio.