[EM] Misfortune

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    I am the "who" when you call "who's there?"

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    Xar

    Due volte al giorno, la mattina e la sera, guardo l'ago della Bussola dei Desideri.
    Di tutti i regali che gli eversori potevano farmi, questo è senza dubbio il migliore e più utile oggetto che avrei mai sperato di ricevere. Perché io so esattamente cosa desidero di più.
    E' una ragazza.
    No, un momento, non la desidero in quel senso. Devo trovarla e... E boh, non ho un piano preciso, ma se lei è riuscita a rompermi l'anima, lei deve riaggiustarmela.
    O pagare per questo.

    Due volte al giorno guardo l'ago della Bussola dei Desideri e sospiro.
    Doveva essere l'oggetto più utile del mondo, e allora perché non fa il suo lavoro? L'ago gira e gira continuamente senza puntare mai in una direzione precisa.
    E ho paura di sapere cosa significa.

    Toc-toc.
    Busso timidamente all'ufficio di Dimitriy. Ho bisogno di risposte e non saprei a chi altro chiedere. Attendo il suo permesso prima di entrare.
    Ultimamente ho un look stranissimo: la maglietta a maniche corte moderna abbinata ai pantaloni di chiara fattura meridionale, il mah'ri attorno al collo, le piume nei capelli, i tantissimi bracciali e pendenti di ossicini e un teschio sulla spalla. Potrei essere un figlio dei fiori scivolato per sbaglio in qualche setta satanica.

    « Ciao Dimitriy. Disturbo? »
    Mi stringo istintivamente nelle spalle. Ah! Dannato linguaggio corporeo, sempre a rivelare la mia insicurezza cronica.



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    Edited by Nyuu - 25/11/2015, 15:44
     
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  2. _MajinZ_
     
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    I giorni tranquilli erano una rarità al Blood Runner. Ogni volta c'era sempre qualcosa da fare: missioni da organizzare, fondi da riciclare, teste da far rotolare... prostitute da indennizzare. Il tempo per rilassarsi era davvero poco e certe volte non si trattava neanche di un rilassamento vero e proprio, ma solo di un lavoro meno stressante. Dimitriy approfittava di quei momenti per sistemare gli schedari nel suo ufficio, scaffali in cui conservava ogni atto e ogni rapporto, qualsiasi cosa che si poteva legare alla Gilda lui la conservava. Era rischioso avere delle copie cartacee, ma proprio non sopportava la troppa tecnologia e quindi si faceva carico personalmente della sorveglianza, in quanto sua responsabilità.
    Purtroppo però non era il solo a metterci le mani, spesso i sottoposti avevano bisogno di documenti specifici e quindi anche loro avevano bisogno di accedervi... ma spesso e volentieri si dimenticavano di mettere a posto e dunque toccava a lui sistemare tutto. Non che lo annoiasse, anzi, però doveva ricordarsi di far loro una ramanzina, una volta ogni tanto. Al momento comunque aveva tra le mani dei fascicoli scottanti, riguardanti certo tizio entrato in rotta di collisione con gli Eversori. Le informazioni su di lui erano ancora esigue, tuttavia le operazioni di accerchiamento erano già iniziate e i suoi sottoposti erano già sotto controllo, non bisognava fare altro che attendere il momento giusto... per poi entrare in azione.
    Ad ogni modo un bussare alla sua porta lo interruppe, facendolo voltare in quella direzione mentre sfogliava un fascicolo: Xar era appena entrato nell'ufficio. Anzi, probabilmente la sua insicurezza entrò per prima, seguita dal proprietario che per il biondo era come un libro aperto, tanto era semplice leggerne lo stato d'animo.
    No, non disturbi.
    Dimmi pure.

    Rispose il biondo, voltandosi un attimo, per poi riportare l'attenzione sugli scaffali per sistemare il fascicolo appena richiuso. Il cassetto raschiò un poco, bisognava dargli una sistemata e probabilmente ci avrebbe pensato dopo, usando l'alchimia. Prese comunque un altro plico, questo era legato alle entrate di una certa officina: ogni pagamento era confermato, giusto per evitare qualche pericolosa furbata.

     
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    Xar

    Sarà vero? Mi sembra che abbia il suo bel da fare, come sempre. Chissà come ci è finito lui in questa gilda. Chissà perché lo fa. Qual è la sua storia.
    So così poco di lui.

    Beh, non è il momento di chiederselo adesso. Richiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino alla scrivania. Estraggo la bussola dalla tasca dei pantaloni e la appoggio sul tavolo in modo che Dimitriy possa vederla bene.
    L'ago sembra inseguire la traiettoria di una mosca impazzita. Ora ruota a destra, ora a sinistra, prima gira velocissimo e poi rallenta senza un ritmo preciso.

    « Non capisco. » Mugugno dopo qualche secondo di contemplazione dell'oggetto.
    « So esattamente cosa desidero, eppure la bussola non ha mai reagito. »
    Potrebbe essere rotta! O difettata. Posso averne una nuova? Una nuova sicuramente funzionerà.
    Sono disposto a tutto pur di non ascoltare quella vocina fastidiosa nella testa. "Lei non è qui."
    Cazzate! Scuoto la testa scacciando quell'idea.
    « Credi che sia possibile per una persona rendersi invisibile ai poteri della bussola? »
    Sì, deve essere sicuramente così. E' sempre stata una stronzetta sfuggente, avrà imparato ad occultare la sua presenza su, uhm, tutto il semipiano. In tal caso, i documenti dell'Eversione dovrebbero essere utili! Non siamo forse noi la gilda dai mille occhi e orecchie? Qualcuno deve averla vista, eddai!




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    Edited by Nyuu - 25/11/2015, 21:06
     
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  4. _MajinZ_
     
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    La Bussola dei Desideri. Tutti gli Eversori la possedevano, si trattava di uno strumento infallibile e dotato di capacità arcane in grado di superare i normali limiti della realtà. Essa non era legata al magnetismo, come ogni bussola tradizionale, ma sfruttava il cuore del proprietario per indicare la direzione in cui si trovava il più grande desiderio dell'individuo in questione. Era un oggetto molto potente, i cui segnali però andavano spesso interpretati... bastava una piccola indecisione nel proprio cuore per perdersi, facendo impazzire di conseguenza il sensibile ago della bussola. Se però il desiderio era fondamentale per l'utilizzatore, allora difficilmente la direzione da intraprendere era sbagliata... tranne in alcuni specifici casi.
    Nella bussola di Xar c'era un po' di confusione, l'ago era impazzito e di sicuro non stava funzionando in maniera normale, ma quei movimenti erano più che anomali. Dimitriy posò il fascicolo sullo scaffale, voltandosi completamente per poi avvicinarsi alla scrivania per osservare l'oggetto. Posò le mani sul legno lucido, pensoso.
    Non credo si possa sfuggire a questa bussola, sfrutta qualcosa da cui non ci si può nascondere, ovvero il nostro cuore. Quindi l'esito dipende solo da noi.
    Anche Dimitriy ne aveva una, rinchiusa in una scatolina e avvolta in un panno. Il suo desiderio più grande però si era avverato una volta raggiunto Endlos, quindi al momento non aveva nulla da inseguire, preferendo tenere l'ago lontano dalla sua vista. A dire il vero una volta ci aveva provato, ma l'unico risultato fu quello che aveva adesso davanti ai suoi occhi... e ciò significava una cosa sola: il desiderio non si trovava sul Semipiano.
    Ci sono due casi in cui la bussola impazzisce.
    Il russo si voltò in direzione del ragazzino dai capelli verdi.
    Il primo si verifica quando il desiderio non è nitido, quando non vuoi davvero raggiungerlo ma è un semplice capriccio.
    L'assassino si mosse ancora, andando ad appoggiarsi con il sedere alla scrivania, per poi incrociare le braccia al petto, senza distogliere lo sguardo dalla recluta.
    Nel secondo caso, invece, la situazione cambia e anche di molto. Può significare che ciò che desideri non esiste o, più probabilmente, non si trova in questo mondo. La bussola non riesce a superare l'area di influenza di Endlos.
    Dimitriy fece una pausa, facendosi forse più serio.
    Qual'è il tuo desiderio, Xar? So che la tua anima ha qualcosa che non va, ma non ho idea di come siano davvero le cose. Me ne vuoi parlare?
    Sapeva ben poco, non essendo il suo campo principale, ma il piccoletto l'aveva reclutato lui e ogni tanto faceva bene confrontarsi con i propri sottoposti per cementare un rapporto... che alla fine non era solo semplice cameratismo, ma una vera e propria famiglia.

     
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    Xar

    "Quindi l'esito dipende solo da noi."


    Deglutisco. Ho il brutto, bruttissimo presentimento di star per sentire proprio quello che temo.

    "Ci sono due casi in cui la bussola impazzisce. "


    Continua lui mentre io muoio d'ansia.
    Seguo con gli occhi ogni suo movimento, ascoltando con tanta curiosità quanta preoccupazione. Il primo non è proprio il mio caso: non si tratta di un capriccio, per tutte le divinità! Qui mi ci gioco la pelle, perciò dubito fortemente di avere delle indecisioni a proposito.
    Nel secondo caso, invece...

    "...Può significare che ciò che desideri non esiste o, più probabilmente, non si trova in questo mondo. La bussola non riesce a superare l'area di influenza di Endlos."


    « ...Oh. »
    Eccola là, gelida e spiacevole come un'improvvisa secchiata d'acqua in faccia.
    Abbasso lo sguardo, fissando il pavimento. Tutto diventa estremamente silenzioso.
    Se prima la mia presenza all'interno di questa gilda aveva poco senso, ora è la mia intera esistenza su Endlos a non avere un perché. Sono nella fottuta dimensione sbagliata.
    "Salta in quel portale" dicevano i Guardiani. "La gente della tua tribù viaggia continuamente in quest'altro piano!", dicevano. Non hanno tenuto conto dei capricci del maelstrom che si è divertito a strattonare di qua e di là un'esistenza un po' trasparente come la mia, rigettandola infine nell'occhio del ciclone. Il Semipiano.

    Mi sento leggeeeero leggeeeero. E' normale o sto per avere tipo un attacco d'ansia, o cosa?
    Le parole di Dimitriy sembrano così lontane e ovattate. Ci metto più di qualche secondo ad elaborare quello che mi ha detto. Non so dove trovo la forza di tornare a guardarlo negli occhi.
    Devo avere più o meno la faccia di uno a cui è stato appena diagnosticato un cancro allo stadio terminale.
    E potrebbe anche non essere un paragone troppo lontano dalla realtà.

    « Beh » Lui sa già qualcosa della mia situazione, quindi che mi frega di tenermi altri segreti? Tanto ormai non cambierà un cavolo.
    « Dovevo trovare la persona che mi ha fatto questa. » Sollevo un po' la maglietta scoprendo il fianco destro. E' una bruttissima cicatrice: sembra che qualcuno si sia divertito a strappare e reimpastare la carne come pongo, e poi l'abbia lasciato lì a seccare senza logica alcuna.
    « Non è solo un danno fisico, è anche una ferita spirituale. Grave. E il rimedio provvisorio col quale ho tirato avanti fino ad oggi non durerà ancora molto. »
    Credo che sia la prima volta in assoluto che ammetto tutto questo ad alta voce. Non sono sicuro dell'effetto che mi sta facendo.
    Dimitriy però non è uno sciamano, non posso parlare per troppi tecnicismi.
    « In pratica alla mia anima manca un frammento, e forse quel frammento ce l'ha quella persona. E se non trovo una soluzione... »

    Non... non riesco a finire la frase.



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  6. _MajinZ_
     
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    Xar alla fine non era cambiato molto, da quando si erano conosciuti. Dimitriy ricordava un ragazzo insicuro e pauroso, che però nascondeva un potenziale pressoché immenso... doveva solo avere un po' di fiducia in se stesso e nient'altro. Erano passati dei mesi da quel momento e le cose in apparenza sembravano uguali, ma la realtà era abbastanza diversa. Insicurezza, ansia e paura erano ancora presenti, tuttavia la dentro c'era anche dell'altro. Il biondo riconosceva la determinazione, la voglia di non arrendersi per trovare a tutti i costi una soluzione, per restare attaccati alla vita con le unghie e con i denti.
    Quanto sei certo che la persona che cerchi sia la responsabile?
    Domandò il russo osservando quella brutta cicatrice, sicuramente troppo grande per un corpo così minuto. Il “forse” comunque era un dettaglio importante, l'indecisione a volte era uno dei fattori in grado di mettere in crisi la Bussola.
    Vedi, la bussola può risentire della tua indecisione se per caso... c'è uno scambio di identità.
    La lettera portò una mano al mento, grattandoselo con fare pensoso. Trovare una soluzione era abbastanza complesso, anche perché questo non era il suo campo: abile con le indagini, ma totalmente negato nello sciamanesimo. L'unica cosa che poteva fare al momento era cercare di indirizzare Xar verso un uso corretto della bussola. E magari accennargli del fatto che il loro Gerarca, Bid'daum, era uno sciamano di prim'ordine. Dalle maniere e dai gusti discutibili, ma non suo campo era uno dei migliori.
    Hai provato a chiedere un consulto da Bid'daum? Io non so trattare le anime, almeno non nella maniera di uno sciamano. Riesco a nascondere la mia, ma non so manipolarla.
    Il Ki era simile per certi versi all'anima, ma in realtà era solo un prodotto di quest'ultima e per utilizzarlo bisognava renderlo diverso, da una semplice estensione dell'anima.
    Ti aiuterò comunque a trovare una soluzione, ci sarà sicuramente un modo per salvare la tua anima... anche senza viaggiare tra i mondi.
    Aveva sorriso? Forse. Era comunque giusto essere ottimisti, il problema del piccolo sciamano era grave ma non impossibile da risolvere... bisognava solo premere i pulsanti giusti, parlare con le persone adatte e fare delle occhiate davvero minacciose.

     
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    Xar

    Quanto sono sicuro che la ragazza che mi ha quasi ucciso masticandomi la pancia sia la responsabile dello stato in cui versa la mia anima?
    Direi abbastanza. Yup. Tipo al cento per cento.
    Che effettivamente ce l'abbia lei, il dannato pezzo mancante, non ne sono sicurissimo. Non so nemmeno come dovrebbero funzionare le cose in questi casi. Frammenti di anime si possono agganciare ad altre anime? Secondo lo sciamanesimo totemico che Waza mi ha insegnato sì. Ma Taaka non era una sciamana e dubito che lo sarà mai. E' possibile che i pezzi della mia anima si siano appiccicati inconsapevolmente alla sua?
    Aaah, che confusione. Non so un cavolo.
    Ma questo non dovrebbe frenare il mio desiderio di trovare l'unica persona che potrebbe avere gli elementi per aggiustarmi, no?
    E poi voglio fargliela pagare.

    « Ho parlato col Gerarca Bid'Daum. » E ho ancora i brividi a ripensare a quell'incontro, aggiungerei.
    « Ha detto che potrebbe sapere come aiutarmi, ma non mi ha più contattato. » E io mi sto legittimamente preoccupando. Temo di non essere degno nè del suo tempo, nè del suo interesse, nè delle sue preoccupazioni. Devo almeno cominciare a cercare una soluzione da solo, per dimostrare che non sono un ragazzino buono solo a lagnarsi e a farsi salvare da altri.
    Come, uhm, come è sempre stato finora.

    Riprendo la bussola, fissando l'ago un'ultima volta prima di rimettermela in tasca.

    « Grazie. E' che è un casino. » Sospiro. O forse sto sbuffando?
    Improvvisamente mi è venuta una gran voglia di parlare.
    « Lo sai che non ho bisogno di mangiare o dormire, no? E' per colpa di questo. » Qualcosa si spezza nel mio solito tono di voce. Le parole di fanno più concitate.
    « E non cresco. Non crescerò mai più. Io adesso dovrei avere... » Conto sulle dita. Ho smesso di tenere il conto della mia età circa un anno e mezzo fa.
    « Sedici. Sedici anni e mezzo. » Rabbia in parole uscite a denti stretti. Rancore nei miei occhi grigiastri che fissano i suoi.
    Come vorrei essere grande anche io. Chissà, forse sarei diventato alto come lui. Invece sono bloccato nel mio corpo pre-adolescenziale e molto probabilmente ci rimarrò.
    E tutto questo non è giusto.



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  8. _MajinZ_
     
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    Come al solito Bid'daum si divertiva a giocare con i suoi sottoposti, soprattutto su quelli vagliati dallo stesso Dimitriy. Era successo diverse volte e non sempre la cosa avveniva per un motivo serio, ma solo per semplice sadismo. Erano dei metodi discutibili, che il biondo non approvava per nulla, ma era innegabile l'abilità di comandante del Castigo. Tuttavia non sopportava che qualcuno giocasse con la vita delle proprie reclute, dando persino delle false speranze. Anche Xar era finito in quel turbinio di corruzione, ma forse era davvero la sua unica speranza per salvare la sua anima... anche se poteva sembrare un controsenso.
    Al solito...
    Il russo parlò a mezza voce, ma non era da lui parlare in quel modo. Il cambio in comando l'aveva davvero destabilizzato.
    Proverò a parlarci io, sono sicuro che saprà trovare una soluzione per te. Sei prezioso, non lascerò che la tua anima vada in pezzi.
    Pensava davvero quelle cose, ed era certo che a modo suo anche il Gerarca avesse visto lo stesso talento che aveva convinto Dimitriy. La sua condizione lo rendeva un perfetto Eversore, era invisibile, non aveva bisogno di bere o mangiare e soprattutto... nessuno faceva mai caso a un ragazzino. Purtroppo però c'erano anche dei lati negativi. Xar non poteva crescere e questa privazione era per lui una sofferenza continua.
    In molti vorrebbero restare bambini a vita, ma immagino che questa sia solo un'utopia.
    Per ogni bambino prima o poi arrivava la fase del “non voglio crescere”, ma in realtà non vi era niente di bello in tutto ciò: smettere di crescere significava morire o peggio, finire nella stessa situazione di Xar... e doveva essere terribile.
    Risolvendo il tuo problema, ritornerai a crescere? Oppure la crescita è comunque compromessa?
    Dimitriy ricambiò quello sguardo carico di rabbia, facendosi comprensivo. Lo capiva bene anche se non conosceva quella condizione, però in un certo senso anche lui un tempo era ingabbiato in un corpo statico... che non progrediva. Per questo voleva aiutarlo, in qualche modo si rivedeva in quel ragazzino dai capelli verdi.

     
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    Xar

    A me i complimenti fanno uno strano effetto. Ne ho ricevuti così pochi che non c'è da sorprendersi se sono venuto su così insicuro e complessato. Mi piacciono e mi imbarazzano terribilmente allo stesso tempo.
    Sono prezioso. Pre-zio-so. E' indubbiamente un complimento. Fortuna che ho la pelle scura, altrimenti a quest'ora somiglierei a un peperone e sarebbe stato ancora più imbarazzante.
    Dimitriy, dai modi di fare così calcolati ma capace di parole gentili e sincere, è una presenza che riesce a calmarmi un po'.

    « Non so. » Spallucce. Mi cingo un braccio e guardo altrove.
    « Credo dipenda da come o con che cosa riuscirò a riparare il danno. » Se ci riuscirò, ma questo evito di aggiungerlo.
    Anche io mi appoggio un po' alla scrivania, senza però sedermici come ha fatto lui.
    « Non posso usare l'anima di un animale, sono fatte in modo diverso dalle nostre. Non sono compatibili in termini così lunghi. E non voglio mica usare l'anima di un altro essere umano. » Strappare il pezzetto che serve a stabilizzare la mia e lasciare qualcun'altro nella mia condizione? Non voglio farlo. Anzi, sono sicuro che non riuscirei a farlo.
    Se sia gentilezza o debolezza non lo so.
    Se la penserò allo stesso modo nel momento in cui sarò al limite, nemmeno.

    A proposito, quale sarà "il limite"? Bid'Daum non era stato specifico.
    Diventerò un vegetale, o saluterò il mondo con un cedimento delle gambe? O forse mi addormenterò e basta?
    E' tanto che non dormo. Magari sarà quasi piacevole.



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  10. _MajinZ_
     
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    Dimitriy volse lo sguardo al neon sul soffitto, sospirando. Xar non si trovava in una bella situazione, questo era evidente, ma il fatto di non poter far nulla in prima persona rendeva la Lettera abbastanza frustrata. Era stato lui a reclutarlo, era responsabile delle condizioni dei sottoposti e tra i suoi principi l'aiuto alle reclute era fondamentale. Purtroppo però non era uno sciamano, in questo caso quindi si sentiva impotente e inutile. Il Castigo era l'unico che aveva le conoscenze necessarie, ma preferiva giocare e lasciare frasi a metà, piuttosto che aiutare una promettente recluta a riparare la propria anima... e questo dava al russo parecchio fastidio. L'avrebbe sicuramente affrontato, ma prima doveva capire una cosa.
    Xar.
    Il tono di voce si fece più serio, mentre lo sguardo di ghiaccio scendeva nuovamente sul piccolo sciamano.
    Quanto è grande il tuo desiderio di vivere? Vuoi davvero ritornare normale? Quanto ti manca dormire?
    Erano domande simili, dalla risposta comune. Voler vivere significava diventare normali, diventando normali diventava nuovamente utile dormire... dormendo si tornava ad essere normali e quindi vivi. Dimitriy non voleva una risposta precisa, gli bastava capire se nel cuore del ragazzino ci fosse davvero quella voglia di vivere che si percepiva nelle sue parole. Arrendersi non era una possibilità valida. Non c'era posto per la paura quando si trattava della propria sopravvivenza, perché la vita era il tesoro più prezioso che si possedeva. Ma non tutti se lo meritavano.
    Sai, a volte è giusto essere egoisti. Ci sono un sacco di persone a cui la loro anima non serve... persone che non meritano di vivere.
    Lo sguardo del biondo si fece più determinato.
    Fare una cosa giusta non ti rende malvagio, ma solo più umano. Se vuoi davvero riparare la tua anima, non pensare alle conseguenze. Se vuoi vivere, hai il diritto di farlo.
    Sì, poteva sembrare un discorso deviato per certi versi, ma quelle parole le stava pronunciando una persona a cui era stato tolto tutto, ma che grazie alla sua volontà era riuscito a riprendersi gran parte di ciò che era suo. Senza ripensamenti, senza scrupoli: rivoleva la sua vita e se l'era presa, perché sapeva che alla fine era giusto così.

     
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    Ogni domanda che mi pone è come un ago che mi infilza sempre più a fondo. E' la prima volta che mi apro così a qualcuno. Mi sento terribilmente vulnerabile.
    Piccino piccino.
    Il guscio emotivo dietro il quale mi nascondevo crolla come un castello di sabbia al sole.
    Le pareti della stanza erano così opprimenti anche prima? Questa luce fredda viene dalle lampade o dal suo sguardo?
    Mi gira la testa. Mi bruciano gli occhi.

    « Se vuoi vivere, hai il diritto di farlo. »


    Se guardo per terra non se ne accorgerà. Se chiudo gli occhi e mi nascondo dietro la frangia spettinata non se ne accorgerà. Affondo il viso nella sciarpa.
    Non se ne accorgerà, non se ne accorgerà.
    Dicono sempre che gli uomini non dovrebbero piangere, ma vale anche per i ragazzini?

    « Io... » No! No! Non va bene!
    La mia voce è spezzata e bassa. Respiro profondo. Provo a deglutire, ma ho la sensazione di avere un sasso in gola.
    « Non voglio morire. Non così. Non è giusto. »
    No, non è giusto morire prima ancora di aver cominciato a vivere. E' triste essere un'esistenza irrilevante, sempre quello sullo sfondo, dimenticato, scontato, poco importante. So bene di appartenere a questa categoria, e so bene di non essere l'unico. Li ho visti a Merovish: bambini stanchi di portare il peso del loro stesso corpo, schiacciati dalle crudeltà di un mondo che finge di non vederli. Che ha già deciso il loro destino.
    Ma con me non ci riuscirà.
    Ci ha già provato.
    Non ci è riuscito.


    Calma improvvisa. Respiro impercettibile. Improvvisa realizzazione.
    « Sono sopravvissuto a una ferita mortale con tanto di danno spirituale. Sono stato aiutato, certo, ma la mia volontà di vivere non è stata una cosa normale. » Il tono piatto chi da voce per la prima volta a una verità di cui si è reso conto dopo troppo tempo.
    Le mani mi fanno male da quanto le sto stringendo. I miei occhi tornano a fissarsi su Dimitriy con una nuova luce.
    I due rivoletti di lacrime sono quasi asciutti.

    « Hai ragione, non posso sempre preoccuparmi delle conseguenze di qualsiasi cosa. Sono quasi morto già una volta. Sono tornato per rimanerci. »

    Lo giuro su qualsiasi cosa. E chi se ne frega di Taaka, non la voglio vedere mai più.
    Troverò qualcos'altro.



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    La verità era dolorosa, era come una medicina amara in grado di farti stringere gli occhi... il suo sapore poteva essere talmente cattivo da far scendere le lacrime. Però era noto che più una medicina era amara e maggiore era il suo potere curante. Nel caso della verità, essa era in grado di riaccendere la determinazione di chi era in grado di sopportarla, proprio come stava accadendo per il piccolo Xar. Le lacrime si affacciarono dai suoi occhi, bagnarono le guance e per un attimo trascinarono il ragazzo in un mondo di disperazione. Ma non durò più di un battito di ciglia: lo sguardo successivo era proprio quello che Dimitriy si aspettava di vedere. Era vivo, gli era stata concessa una seconda possibilità: non doveva sprecarla.
    Questo è ciò che volevo sentire, così parla un vero guerriero. Un vero Eversore.
    Il russo mosse la mano, posandola sulla testa del giovane sciamano: se voleva piangere un altro po' poteva anche farlo. Era ancora un bimbo e a loro le lacrime erano concesse senza remore, ma probabilmente il momento del pianto era volato via non appena la consapevolezza aveva illuminato il cielo buio che lo sovrastava. Avrebbero trovato un modo alternativo per riparare la sua anima, con o senza l'aiuto del Castigo.
    Troveremo un modo, vedrai.
    Aveva smesso da un po' di scompigliargli i capelli, sapeva quanto a Xar ciò desse fastidio... ma era il modo che aveva Dimitriy per sottolineare quanto fosse diverso il loro rapporto: con gli altri sottoposti non era così espansivo. Lo sciamano però era finito in quella lista di privilegiati, contenente davvero pochissimi nomi che godevano della piena fiducia del biondo.
    Sei molto coraggioso, non dimenticarlo mai. In molti avrebbero perso la speranza, ma la tua reazione è stata quella giusta: bravo.
    Nemmeno i complimenti erano una cosa che usciva spesso dalla sua bocca, però era consapevole di quanto questi erano mancati nella crescita di Xar, quindi qualche iniezione di fiducia non poteva che far bene, se somministrate al momento opportuno.

     
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    Xar

    Non credo di poter essere chiamato Guerriero con la g maiuscola, ma sto indubbiamente combattendo una battaglia. E ho intenzione di vincerla.

    Prima le pareti e le luci fredde mi sembravano opprimenti, tutto girava e l'aria stessa era faticosa da respirare. Ora è il contrario. Tutto è fermo e perfettamente cristallizzato nel momento. La stanza sembra grandissima. Uno spazio infinito interrotto solo da un ramoscello che continua a stare in piedi, un elemento tanto insignificante quanto ostinato: io.
    Sono qualcosa di così debole e vulnerabile che perfino l'aria potrebbe attraversarmi e disintegrare ogni mia molecola. Non è una bella sensazione, e la mano che si posa sulla mia testa non aiuta. Chiudo gli occhi e mi irrigidisco d'istinto.
    Anche questo è colpa sua. Ad ogni contatto fisico rivivo inconsciamente il ricordo peggiore della mia vita: i colpi, i graffi, le mani attorno al mio collo, ogni sua fibra muscolare pervasa dall'intenzione di uccidermi sul serio; la sensazione di soffocare e di non poter far niente per evitarlo; e poi il dolore.
    Un trauma del genere non si può superare in un paio di sedute, ma sopporto quel gesto. Chissà, forse un giorno potrò tornare ad apprezzare il valore di un abbraccio.
    E quasi sicuramente dovrò ringraziare Dimitriy.

    Tiro su col naso e mi asciugo le guance. Basta piagnucolare.
    « G... Grazie. So che non sarebbe il momento opportuno, con tutte le faccende del Bloodrunner, però... » Aagh, perché mi è così difficile chiedere un favore?
    « Insomma... Vorrei tornare a Merovish prima di lanciarmi nelle operazioni di questo presidio. »
    ...Già. Sto chiedendo le ferie.
    « E poi se non risolvo questa cosa non sarei di alcun aiuto in ogni caso. » Mi affretto ad aggiungere.
    Perché Merovish, poi? Perché sicuramente non è al Pentauron che troverò qualche risposta. Nemmeno il Bloodrunner ha l'aria di essere il posto dove potrei trovare qualcuno o qualcosa che faccia al caso mio. Insomma, non so cosa sto cercando, ma so che non è qui.
    ...O forse ho solo bisogno di una scusa per tornare a casa e schiarirmi le idee.



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    Ciò che resta di Waza [Anti-invecchiamento + Connessione spirituale con Waza | GdR only]

    Vivo, più o meno [Immunità a fame, sete e sonno. Influenzabile da altre tecniche attive]

    Anima Camaleontina ["Mimetizzazione" (Anti-Auspex) spirituale]

    Rivelazione delle Ossa [Auspex sensibile ai resti organici + Auspex spirituale]

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  14. _MajinZ_
     
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    Lo sguardo del biondo assassino si fece curioso, non capiva come mai Xar si sentisse ancora in soggezione a parlare liberamente con lui. Insomma, Dimitriy aveva demolito parecchie barriere che potevano esserci tra superiore e sottoposto, quindi non c'era motivo di sentirsi in imbarazzo o insicuri: era una persona normale alla fine, quindi potevano parlare senza farsi troppi problemi. In fin dei conti lo sciamano era ancora piccolo, non era il caso di essere subito severi... per il momento la gerarchia poteva attendere.
    Non ci son problemi, non siamo ancora pronti a lanciare il nostro attacco, qui al Blood Runner, quindi puoi ritornare a Merovish per il tempo che ritieni necessario. Però rimani rintracciabile, non si sa mai.
    Il loro era un mondo sempre in movimento, dove gli eventi si susseguivano senza sosta e non si poteva mai sapere quando si sarebbe presentata una certa situazione, quindi restare sempre allerta era fondamentale se si voleva restare vivi. La posizione del Rosso era ancora sconosciuta, fino a quel momento non vi era molto di interessante da fare... però appunto, le cose potevano cambiare all'improvviso e in quel caso servivano tutti i rinforzi possibili.
    Vuoi che venga con te?
    Domandò poi il russo, senza pensarci troppo. In fondo si era offerto di aiutarlo, quindi se il piccoletto aveva bisogno di aiuto non doveva fare altro che dirlo: Dimitriy aveva lasciato a Merovish parecchi contatti, nonché le sue Voci d'élite, quindi era semplice per lui cercare informazioni specifiche. Il biondo comunque attese, avvicinandosi nel frattempo allo schedario ancora in disordine, per sistemare poi alcuni fascicoli ordinati nel modo sbagliato... era davvero un casino quella roba.

     
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    Xar

    Ah, uh, è stato molto più facile del previsto. O sono io che mi faccio troppi problemi, o è lui ad essere troppo permissivo con me.
    O forse un po' entrambe le cose.

    Rilasso le spalle giusto un attimo prima di irrigidirmi nuovamente a sentire quell'ultima frase.
    Sbatto le palpebre un paio di volte: non sta scherzando, è serissimo.

    « Puoi farlo? Insomma, qui sei... » "...il capo." « ...sempre impegnato. »
    Non so se sia delicatezza o buon senso, ma non me la sento di pizzicare quel nervo. La situazione dopo l'apparizione del simulacro non è stata facile per nessuno, figuriamoci per Dimitriy. Forse farebbe bene anche a lui cambiare aria per un po'.

    « Ma se non è un problema... allora sì. Sì. Grazie. » Sorriso appena accennato, ma sincero.
    Potrebbe essere un'idea anche migliore di quanto sembri. Date le circostanze, a stare per conto mio rischierei solo di deprimermi un sacco. O peggio, potrei stare male anche fisicamente.
    Non so, non è che questa cosa delle anime sia proprio una scienza esatta.

    Ha ancora un bel po' di lavoro da sistemare, noto con un certo disagio. Mi sa che gli ho fatto perdere un sacco di tempo.
    « Allora ti lascio lavorare. Fammi, uhm, fammi sapere quando partiamo. » Indietreggio come un gambero.
    « E grazie ancora. » Sguardo basso. La voce ridotta a un mormorio.
    « Davvero. »
    E' l'atteggiamento di qualcuno che non ha mai imparato a rapportarsi con persone così gentili.
    E' il buffo tentativo di esprimere gratitudine a distanza, ma con la stessa intensità di un abbraccio.
    E' il tono di chi vorrebbe trasmettere molto più di qualche parola di ringraziamento, ma è un insicuro cronico con la paura del contatto fisico.

    Spero che lo capisca. Grazie.



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