[LAM] Doti Diplomatiche

Sala del Trono, Mastio.
Presidio Errante, Endlos.

Un rumore sollecitato di passetti destò l'Alfiere dal suo pigro ascolto dell'ennesima disputa fra qualche cittadino. Seduta sul suo trono, il capo placidamente posato sul proprio pugno e l'aria molto stanca, sollevò lo sguardo incuriosita verso l'origine di quel rumore insolito eppure familiare. Contemporaneamente si aprì una breccia fra la folla che, in parte spaventata ed in parte reverente, concesse il giusto spazio ad una personalità così spiccata e temuta nell'intero Presidio, giunta lì sicuramente per una ragione prioritaria rispetto a qualunque altra. Raramente -infatti- metteva piede fuori dalla propria scuola.

Shantotto, Rettore del Magisterium.
Ufficiale del Presidio Errante dagli immensi poteri.

-Oh, buongiorno Shantotto!- avrebbe detto l'Alfiere Errante, mentre sul bel volto da silfide si disegnava un sorriso radioso -Cosa ti porta da queste parti?

Nella sala, intanto, era calato un rispettoso silenzio.
Per qualunque straniero quel comportamento sarebbe potuto apparire alquanto bizzarro, soprattutto considerando che l'Arcani Magister lì presente a stento arrivasse al metro d'altezza. Il viso tondo, gli occhi grandi e due codini biondi. Nulla di oggettivamente minaccioso, a parte la consapevolezza che fosse il mago vivente più potente del Presidio -per alcuni, anche il più crudele- oltre ovviamente tutte le sue cariche ed onoreficenze.

« Mio Alfiere, sono qui per una ragione:
chiedere asilo per i maghi della mia precedente Nazione.
La politica in quel mondo sta davvero mutando; non c'è più volontà di appoggiarli,
nè regnanti che diano la possibilità a dei maghi di aiutarli.
Laputa sarebbe il regno perfetto per loro,
la conoscenza ed il potere che ne deriverà sarà ai vostri occhi oro. »

A quelle parole, l'Alfiere Errante reclinò la testa, dubbiosa.

« Avete la mia parola. »

Lo sguardo dei presenti migrò dalla piccola maga alla Galanodel, probabilmente incuriositi dal responso.

-In realtà non saprei: mi farebbe piacere ospitare dei maghi in difficoltà... ma non so se ne abbiamo le risorse. Però non posso certo ignorare questa richiesta... magari potremmo smistarli ad Est, nel caso siano troppi- sospirò, visibilmente a disagio, tirando indietro la testa e levando gli occhi al cielo -Va bene, hai il permesso di avviare le pratiche. Una volta giunti qui decideremo cosa fare.

Fu così che il Rettore tornò al Magisterium vittoriosa.
Anche perchè -di fatto- l'Alfiere non le aveva mai negato alcuna richiesta.

Ufficio del Rettore, Magisterium.
Presidio Errante, Endlos.

L'ufficio del Rettore era un luogo estremamente curioso.
Le pareti ricoperte da scaffali ricolme di libri antichi, molti dei quali estremamente pericolosi. Un paio di teche ad esporre strani cristalli emananti auree di natura arcana e degli strumenti dalla dubbia -se non completamente oscura- utilità. Dietro ad una parete, in alcuni istanti di silenzio, sarebbe potuto arrivare l'eco di qualche urlo agghiacciante, proveniente da chissà dove. Insomma, non era esattamente il luogo in cui potersi sentire a proprio agio.
Al centro della stanza, ovviamente, una grande scrivania in mogano molto ordinata, dietro alla quale era ben visibile una sontuosa poltrona su cui erano accatastati molti cuscini. Questa fungeva da scranno alla rinomata Shantotto, Arcani Magister nonchè Arcimago, Ufficiale e svariati altri titoli. Nonostante l'aspetto, infatti, si diceva possedesse un'anima molto antica.
Ed era proprio lì, sguardo austero, mentre ti fissava.
Senza dire una parola.

Sala del Trono, Mastio.
Presidio Errante, Endlos.

Shantotto, a dispetto dell'aura di terrore e morte di cui sembrava circondarsi, non era affatto una creatura mostruosa. Carina addirittura: quando vi fissava con aria imperiosa era davvero graziosa ed i suoi lineamenti paffutelli e minuti erano forse la ragione per cui l'Alfiere non le aveva mai detto di no da quando era a Laputa.

« Siete dunque voi gli Aviatori? »

Vi guardò ancora prima di continuare senza attendere risposta, segno che quella fosse solo una domanda retorica.

« "Dettagli" non ce ne sono oltre a ciò che sto per dire.
C'è un mondo dove la necessità di magia sta per finire;
un'Accademia di Maghi è lì situata:
trovatela, prima che venga cancellata »

Con un gesto ampolloso andò a discostare la frangetta.
Intanto si udirono altre urla di sottofondo provenire da oltre la libreria.

« Sono pacifici e restii al cambiamento:
convinceteli a migrare a Laputa, così che possano ricominciare da questo momento.»

Liquidò la questione in quel modo, così da tornare su un libro di magia scritto di suo pugno: attendendo lì come stoccafissi vi sareste resi conto che non era intenzionata a continuare quello spreco di tempo, dunque vi sareste congedati, aprendo la porta dell'ufficio.

« Quando vi siete voltati vi ho fatto una magia:
parlare la loro lingua senza conoscerla per voi non sarà follia »

Già a questo punto sarebbero potuti sorgere dubbi come "quando è accaduto?" oppure "è saggio risponderle male o infastidirla?", di cui la risposta della seconda era ovviamente negativa.

« Il portale è la terza porta a destra, uscendo di qui. »

Altro urlo agghiacciante da dietro la libreria, forse in segno di saluto.

Città sconosciuta.
Lontano da Endlos

Camminando per i vicoli sarebbe stato difficile notare particolari, principalmente perchè la zona in cui eravate finiti sembrava priva di troppe uscite, vetrate e balconate comprese. Solo il cielo e la strada: sarebbe potuto sembrare strano, ma avrebbe avuto senso nel caso Shantotto avesse preferito non destare troppo interesse in quegli spostamenti interplanari. Soprattutto per i nativi di quel mondo sconosciuto.

Usciti dal vicolo, sareste sbucati direttamente alla piazza principale: l'intera città avrebbe assunto il suo vero aspetto squisitamente gotico. Alti palazzi le cui cime imperiose parevano sfidare il cielo, esattamente come le geometrie architettoniche quasi impensabili per le leggi della fisica conosciuta dai due visitatori. Davanti a tale bellezza, nessuno avrebbe pensato che quel mondo non avesse davvero più bisogno di maghi: sarebbe stato possibile realizzare tutto quello senza magia?
Infondo la magia era anche una forma di arte: incantava il novizio e, dove la fisica generava ostacoli, semplicemente ne modificava le leggi.

In ogni caso, la piazza era anche abbastanza affollata da creature umanoidi. C'erano umani, elfi, strane crature molto grosse -che sarebbero potute somigliare ad orchi se non fosse stato per la loro carnagione dai toni freddi o dalla forma del cranio, molto più umana- e uomini gatto. Abiti sfarzosi e particolarmente variopinti, anch'essi dalle geometrie insolite. Tutto in quel mondo aveva dell'esotico.

Anche l'uomo che ti passò di fianco: umano, scuro di carnagione e molto grosso. Aveva i capelli di un bianco quasi accecante e dal portamento sembrava possedere una qualche carica militare. Sguardo torvo in bellavista ed atteggiamento austero, infatti, procedeva deciso verso un grande palazzo lì vicino, proprio di fronte ad un'enorme fontana.

Città sconosciuta.
Lontano da Endlos

"... mi perdoni l’interruzione, ma io e il mio allievo siamo appena giunti da lontano. Quindi non conosciamo bene la città e vedere questa sorprendente varietà di razze, mi meraviglia. Potrebbe, gentilmente, chiarirci di più la situazione di questo luogo? Sono tutte razze natie?”

L'interruzione della bestia antropomorfa non fu di per sè eccessivamente fastidiosa, almeno in apparenza: ciò nonostante era evidente il modo indagatore con cui avrebbe fissato entrambi, ancor più dopo la richiesta delle razze presenti.

”Se non gli dispiace, stiamo anche cercando l’accademia di magia. Potrebbe darci qualche informazione?”

-Capisco- avrebbe detto l'uomo, chiudendo gli occhi e facendo il punto della situazione -Avete anche il loro stesso odore.
Se questo non fosse bastato a generarvi qualche perplessità, sarebbe certamente giunto in aiuto il vostro interlocutore: una semplice occhiata da parte sua e ben quattro soldati vi avrebbero circondati. Nessuna arma in bellavista o minacce evidenti, ma di sicuro non era un segno rassicurante.
-Non temete, signori- avrebbe aggiunto -vi riportiamo lì senza problemi.

Da notare il "riportiamo"; ad una breve analisi sarebbe giunto abbastanza spontaneo dedurre che vi avessero scambiati per maghi. Che fosse stato l'aspetto di Agro a renderli sospettosi? La richiesta così inusuale, tipica di uno studioso straniero? Oppure... l'odore?
Sta di fatto che, rimanendo serrati, vi avrebbero condotti alla vostra meta... il che non era di per sè un male, se solo i modi fossero stati più accomodanti. Almeno non avevano armi sguainate, il che era comunque incoraggiante, a modo suo.

Accademia Magica
Lontano da Endlos

-Ho detto che l'Ambasciatrice ci deve delle spiegazioni.

Per qualche strana quanto ignota ragione, il vostro arrivo aveva generato un certo scompiglio a livello politico. L'omone voleva a tutti i costi parlare con una certa Ambasciatrice, al momento impegnata. In tutto ciò aveva borbottato per almeno venti minuti cose che potevano essere viste sia come rimproveri -tralasciando il tono della voce- che come minacce -considerandolo. Voi, da parte vostra, eravate rimasti su una panca a fissare il teatrino imbarazzati. Questo fino a che la porta non si aprì e ne usci... lei.
L'Ambasciatrice.

Era piccola e dal faccino tondo e paffutello.
Abiti da principessina, capelli rosa, occhi verdi e portamento buffo quanto tenerello.

Premettendo che per chiunque sano di mente sarebbe risultato abbastanza fuori luogo aggredire a caso una creaturina così dolce e carina, lei avrebbe comunque trovato il tempismo giusto per accorgersi in sordina di voi e cogliere nei discorsi senza senso dell'uomo l'idea -sbagliata- che si era fatto della situazione, e cioè che due maghi erano stati invitati dall'Accademia senza autorizzazione del governo cittadino.
Fu per questo che perse un'intera ora a rassicurarlo del fatto che non fossero stati invitati e che no, nessuno in accademia aveva in mente strani complotti politici contro la gente "normale".

Quando l'attesa sembrò diventare interminabile, ecco che le parole dell'Ambasciatrice e le mani di un paio di uomini gatto riuscirono a far uscire tutti i vostri accompagnatori da palazzo, lasciandovi finalmente liberi, non senza un enorme sospirone sconsolato.

-Perdonate l'attesa- avrebbe infine detto la bambolina, esibendosi in un elegante e graziosissimo inchino -Il signore che vi ha scortati diceva che mi cercavate: posso fare qualcosa per voi?

Accademia Magica
Lontano da Endlos

”Agrodon Mustang. Molto piacere ambasciatrice. Siamo giunti fin qui da molto lontano, con un messaggio della rettrice Shantotto. Se possiamo riferirlo a lei, vorrei prima sapere come mai i maghi sembrano così screditati in questo mondo. Non voglio essere impertinente, ma dalla terra da cui venivamo noi sono tenuti in alta considerazione e difatti è questo il punto cardine del nostro messaggio.”

Nell'udire il nome del Rettore, l'Ambasciatrice non riuscì a trattenere un'espressione curiosa, misto di sorpresa, gioia e qualche timore; portò la manina paffutella alla boccuccia ed indietreggiò di mezzo passo.

-La nobile Shantotto?- balbettava -La grande maga? L'eroe dell'Ordine? Colei che ha combattuto per Cosmos durante i primi cicli di guerre contro Chaos? La mia simile che si distinse per le sue gesta durante la Crystal War?

Barcollò, finendo per sorreggersi ad una colonna per non crollare.

-La credevamo scomparsa da così tanto tempo... sta bene, dunque?

Ciò nonostante, sebbene quel nome generasse nella piccoletta una sorta di timore reverenziale senza precedenti, non le sembrava nemica. Addirittura preoccupata per il suo stato, a dire il vero. Questo, a conti fatti e per proprietà transitiva, poteva significare che fosse anche la loro amica, in un certo senso. Di Ted ed Agrodon. Le servirono tuttavia altri minuti per riflettere sulle parole degli ospiti, realizzare la loro domanda e trovare una risposta che riassumesse in breve eventi distribuiti in un lunghissimo arco temporale.

-Beh, a volte può accadere nel corso della storia- avrebbe detto pacata ai due -Un tempo eravamo la forza portante di questo mondo. Poi è fiorita la scienza e la tecnologia ma, dopo un periodo di collaborazione reciproca, per qualche strana ragione ha finito per surclassarci e sottometterci. Forse perchè è accessibile a tutti coloro che se ne interessano e quindi vi sono molti seguaci, ma attualmente è considerata al pari di una religione in queste terre. Tutto ciò che non segue quella linea è tenuto fuori considerazione dalla politica e la società. Anche i monaci, i poeti e gli artisti non sono più considerati cittadini di prima classe.

Sospirò mesta, abbassando il capo ed arricciando la boccuccia.

-In realtà non ho mai capito per quale ragione sia nata tale competizione e mi dispiace molto di questo, anche perchè ci occupiamo di cose diverse ed abbiamo approcci assolutamente differenti nell'affrontare problemi: loro sfruttano le leggi naturali, noi maghi, ad esempio, le modifichiamo momentaneamente per i nostri scopi- alzò lo sguardo su di loro, mostrando un'evidente tristezza -Suppongo sia quello che accada di solito con gli estremismi. C'è stato un tempo in cui eravamo messi al rogo da alcuni culti religiosi. Infondo, la rarità del nostro dono ci ha sempre resi una minoranza...

Città sconosciuta.
Lontano da Endlos

"Capisco perfettamente la situazione. Immagino che Shantotto volesse evitare proprio che questo si ripetesse ... ma sembra che siamo arrivati tardi. Immagino che molti di voi siano costretti a rimanere chiusi qui dentro, certo è un bel posto, però la situazione non può andare avanti. La rettrice ci ha mandato qui sapendo che la necessità della magia in questo mondo sta per finire, chiedendoci espressamente di transitarvi nel nostro mondo.”

La piccoletta rivolse le sue attenzioni verso Agrodon, solo dopo aver lanciato un'occhiata perplessa verso Ted: a vederli sulle prime, avrebbe potuto giurare che la strana bestia esotica fosse solo una montatura molto originale. In realtà poteva essere anche molto altro... ma sicuramente non si aspettava il capo del gruppo.

”Capisco che per voi è un grande salto nel vuoto, ma dal mondo da cui veniamo, la richiesta magica è sempre più maggiore. Restando qui, rischiate di venire cancellati, prima o poi questa che anni addietro era una gloriosa accademia, verrà sostituita da mezzi più futuristici … condivido la preoccupazione di dovere lasciare la vostra casa, ma tra non molto rischia di non essere più vostra. Shantotto è molto lungimirante, quei titoli che ha appena elencato non gli sono stati dati a caso. Su Endlos verreste rispettati e con il tempo riuscirete a crearvi una nuova casa tutta vostra.
Vi chiedo, quindi, a conoscenza del fatto che la magia qui sta svanendo, mentre nel mondo in cui si trova la vostra nobile Shantotto è una delle prime necessità, di abbandonare questa accademia e seguirci su quelle del nostro mondo."

Nell'ascoltare quella proposta, l'ambasciatrice non potè nascondere una certa preoccupazione: le manine paffute si fecero sempre più sudaticce e prese a carezzarsele con movimenti nervosi. Non che non fosse allettante ma... non era così semplice.

-La linea di condotta della Nobile Shantotto è questa, ve lo confermo, ma non è da tutti accettata- spiegò -Ci sono gruppi conservatori in quest'Accademia e... anche se trovassi il modo di dissuaderli, molti di noi hanno famiglia. Come facciamo a spostarci addirittura in un altro mondo?

Città sconosciuta.
Lontano da Endlos

”Capisco bene le sue preoccupazioni Ambasciatrice. Noi non siamo certi venuti fin qui per ordinarvi cosa fare e come pensare. Ma posso assicurarvi che Laputa dispone dei mezzi necessari per fare una cosa del genere, altrimenti noi due come saremo mai potuti arrivare fino a qui? Inoltre …" mentre l'elefante parlava, la piccola taru-taru reclinò la testolina rosa. Non incredula ma perplessa, come se non si fossero ben capiti su qualcosa ” … la rettrice Shantotto possiede un grande potere magico. Da come ne ha parlato fino ad ora non sembra essere una schiocca, ma anzi, sa quello che sta facendo, altrimenti non avrebbe mai fatto una simile proposta.”
”Precisamente. Anche i gruppi “Conservatori” capiranno la situazione, d’altronde, chi meglio di loro ha potuto vedere il lento decadimento della magia in questo mondo? Shantotto si prenderà personalmente l’incarico di trovarvi una nuova casa e una nuova vita.“

Sarebbe seguito un lungo momento di silenzio, di quelli anche un pò imbarazzanti.
Era evidente che la piccoletta non sapesse cosa dire, e lo diceva il suo sguardo vacillante fra gli interlocutori ed il pavimento sotto i suoi piedini. Alla fine, però -da buona donna di politica- si fece forza e riuscì a parlare ancora.

-Ehm, signori... temo di essermi espressa male- avrebbe detto, con molto garbo, fondamentalmente per non dar loro l'idea di una tentata offesa -I conservatori, volendo, posso dissuaderli io. Il problema è che molti maghi hanno una famiglia qui. Una famiglia... ehm "normale". Lady Shantotto ha richiesto dei maghi ma dubito che molti maghi si sposterebbero ed abbandonerebbero qui i loro cari.

Città sconosciuta.
Lontano da Endlos

”Ehm … penso che la rettrice non voglia privare nessuno della propria famiglia. Il suo scopo è provare a salvare questa accademia e i maghi che ci sono dentro, se le vostre richieste sono queste, credo che si possa fare!”
"Se lo garantisci tu, ci credo!"

La piccola interlocutrice reclinò la testolina, storcendo la boccuccia e dando l'idea di una persona poco convinta. Ciò nonostante il nome del Rettore era comunque molto, molto rilevante e se agiva con tale sicurezza doveva avere assi nella manica di cui lei non conosceva l'esistenza. A quel punto avrebbe dovuto rimediare e ricercare le conoscenze mancanti, per il bene dei suoi "protetti".

-Percepisco le vostre buone intenzioni, ma per la salvaguardia della mia gente non posso accettare la proposta- la risposta giunse lieve e mortificata. Ad essa sarebbe seguito un lungo attimo di silenzio in cui, probabilmente, sia Ted che Agrodon avrebbero potuto sentire sulle proprie spalle il peso del fallimento. Eppure, inaspettatamente, giunse la speranza -Forse sarebbe meglio parlare direttamente con la nobile Shantotto, se possibile. Non firmerò accordi prima di aver ben chiare tutte le dinamiche e le ragioni del caso.

E con ciò la questione si chiudeva... ma se ne apriva un'altra.
La piccoletta chiedeva di parlare con Shantotto: cosa avreste dovuto fare?