Maledizione!

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    Cos'è, cos'è questo buio ? Non vedo niente, dove sono ? Sto sognando, forse ? Ricordo solo di star correndo tra gli stretti corridoi della Santa Maria Della Fortuna, inseguita dai suoi secondini e dai loro proiettili, in una giugla di lettini ospedialieri, grida e colpi straziati. Mi ricordo di starmi facendo strada verso qualcosa...ma cosa ? AH già! L'ala! L'ala adibita agli esperimenti sui viaggi dimensionali...Cosa volevo fare...SI, ora ricordo...Cercavo di fuggire da quell'incubo, da quell'orrore. Più il tempo passa, più le immagini si fanno meno sfocate...sono forse incosciente ? Forse tutto ciò è un sogno, ed io sono ancora nella clinica, tra le pareti imbrattate di sangue e le urla delle sevizie degli aguzzini. Oppure sono morta, e questo è una sorta di limbo. No, non può essere così: l'aldilà, Dio e tutte queste stronzate sono solo l'evoluzione capitalistica di concetti primitivi come l'anima o l'animismo. Infondo ognuno si sceglie il proprio Dio in base al proprio modo di produrre, no ? Ma ecco, ecco le immagini: sto correndo, corro verso una salvezza che forse non esiste, una corsa disperata verso la salvezza armata solo di pistola caricata a nove millimetri di odio e rabbia. Hackero la porta blindata e mi dirigo verso...

    Ah! Cos'è questo dolore ? Questa scossa...

    Apro gli occhi, ed inizio a guardarmi attorno: una lunga ombra nera mi sovrasta, oltre la quale si estende un mare dorato senza fine. La mia schiena percepisce un appoggio, una colonna, credo? Cerco di muovermi, ma il dolore è atroce; colpa dell'acido lattico nei miei tessuti. Con uno sforzo disumano, muovo la mano sinstra e noto che ancora stringo la pistola, una comune 9mm. Sfilo il caricatore, il braccio duole insieme a me, notando che il caricatore è completamente vuoto. Mi guarda addosso, e con mio stupore noto che il bianco della tuta è sporcato dal rosso del sangue. Quanto di questo rosso è mio ? “Ah! L'ennesima fitta, cazzo!” Sento un dolore lancinante alla spalla destra. Sbottono la pesante tuta, facendo scivola la manica destra via dal mio braccio. Ecco la causa di quelle fitte...Un proiettile mi ha centrato la spalla uscendo dall'altra parte...Fa una male cane. Devo trovare qualcuno che mi aiuti, prima che la ferita s'infetti. Contraggo i muscoli delle gambe con un gemito di dolore, premo la schiena contro la colonna, dannazione devo mettermi in piedi. Continuo, lentamente, tra un'imprecazione e l'altra a strisciare sul marmo della colonna ma la spalla non sembra molto d'accordo con questa decisione. Ogni tanto mi fermo, per recuperare quel poco di forze rimaste e non può non sfiorarmi la mente il pensiero di fargliela pagare a quel traditore. Alex, quell'infame ci ha venduto tutti a quei porci degli sbirri, ma un giorno gli farò ingoiare la canna del fucile...se riesco a sopravvivere per più di cinque minuti... Dopo aver maledetto il suo nome per avermi messa in questa situazione di merda, riesco finalmente a stare in posizione “eretta”. Mi guardo attorno, e alla fine le vedo: delle tende scarlatte. Forse loro potrebbero darmi una mano, o forse sono dei malintenzionati, dei banditi, qualsiasi cosa... ma non posso non permettermi di rischiare, ne vale della mia sopravvivenza, ma prima penso che rimarrò ancora un po' attaccata a questa colonna: il dolore alle gambe è ancora troppo forte.



    Edited by Restless - 28/12/2015, 21:29
     
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    Fuori da una delle tende rosse, Muirne saluta una persona dentro queste. Non una persona. Una cosa. Che somiglia ad una persona... un robottino, il suo. Adagiata da un meccanismo di leve ed una piattaforma su di una tinozza di liquido denso e nero. La rossa pare sollevata... non sentirà più quei maledetti cigoli alle sue spalle, accanto a lei o la notte, dati dalla carrozzeria del vecchio costrutto. E potrà superare il mal di capa.

    Rookie: "Implorazione: vuoi lasciarmi così meretrice? Neanche tenermi la mano?"

    Muirne: fa spallucce.) "Oh, c'mon, ci vorranno solo un po' di ore, è solo un bagno d'olio, volevo ritrovarti bello scrostato!"

    Rookie: "Simulazione emozionale: Ma se è troppo caldo? O troppo freddo?"

    Muirne: si posa una mano sul volto.) "Non puoi neanche sentirlo!"

    Rookie: "Continuazione simulazione emozionale: Ma posso immaginarlo!"

    Muirne: "Oooh...e va bene! Stupida lattina."

    Muirne va per prendersi l'ennesimo fastidio in nome all'amicizia che la unisce ad una lattin parlante, quando d'improvviso i suoi sensi, in particolare il suo udito, colgono un qualcosa di strano, un'alterazione delle correnti, forse, un pericolo, probabile. Quando volge lo sguardo, nota che in un lampo di luce sospetto, presso un colonnino dove riposano, da secoli probabilmente, le rovine sotto cui questi nomadi-meccanici tanto gentili - ed esosi - si sono stabiliti per quel ciclo solare. Una macchiolina nera si staglia ora al sole cocente del sud, contrastando il pallido sbiadito della colonna. "A castaway!" pensa meravigliata Muirne. Un naufrago, proprio come lei! Gli occhi smeraldo si allargano, alla possibilità di una nuova conoscenza.

    Muirne: verso Rookie.) "Un attimo solo!"

    Rookie: "Intensificazione simulazione emozionale: Dove stai andando, meretrice?! Torna qui! Torna qui e prenditi cura di me! SUBITO! ... ... ... ... Sacco di carne."

    Oramai, Muirne è partita e si dirige a passo svelto sino ai piedi della colonna. Gli altri hanno ignorato il tutto perché... sì, insomma, naufraghi ne avran visti arrivare a frotte. Ma questo è il primo per Muirne! Appena in prossimità della vittima delle correnti dimensionali, si fa più cauta, quasi arrestandosi.

    "Is she a... what the..."

    E pensare l'aveva scambiata per maschio quando l'aveva intravista a distanze abbastanza ravvicinate. Non che lei sia un trionfo di femminilità... ma almeno non è così... poco donna. Pur rimanendo un istante indispettiva, specie dai capelli di Sofia, si avvicina ugualmente con cautela. Ora le viene in mente che potrebbe non essere una tipa apposto. Solo quando è sicura di esser stata notata parla, con la zazzera rossa e gli occhi verdi a sporgere verso Sofia.


    Muirne: "Hey, big lass, stai bene, nulla di rotto?"





    Muirne O'Gara☨ Energia: 100%
    Condizione fisica: Ottimale
    Condizione mentale: Ottimale


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    Through the Barricades - Percezione Pericoli
    "Way to go!" - Passiva di tasca dimensionale
    "Juss'a glander!" - Fabbricazione e manutenzione armi bianche
    "Good ol' gunnas!" - Fabbricazione e manutenzione armi da fuoco
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    Edited by Mordreth - 20/12/2015, 04:56
     
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    nihil sub sole novum: la stella splende nel cielo, il deserto ne riflette la luce, la pesantezza nelle mie membra rimane e senza assistenza medica potrei lasciarci le penne qui, ed il colonnato farà ombra a qualche sciacallo che divorerà i miei resti. Scusami signor Fato ma non è giorno il giorno in cui desidero morire, tanto meno qui ed in maniera così pietosa. Il dolore alla spalla non cessa, e le forza diminuiscono ad ogni secondo che passa: devo muovermi e raggiungere quelle tende, nonostante queste maledette fitte. “Stringi i denti, Sofia, sei passata per soglie molto più dolorose di questa...”. Tra un respiro a bocca aperta ed una bestemmia urlata mentalmente, cerco di muovere i primi stentati passi, in direzione dell'accampamento. Finché non mi appare lei.

    Cosa? Chi ?Un miraggio ? Il sole mi ha definitivamente dato al cervello e ho le visioni ? Bhé, se è solo un'illusione, è probabilmente la più bella che mi sia mai capitata: qualcuno è uscito da quelle tende scarlatte e sta venendo verso di me. Mi scappa un sorriso, stroncato immediatamente dall'ennesima fitta proveniente dalla spalla menomata e risultando, quindi, una smorfia incrinata al lato della faccia. A grandi passi la mia salvezza si avvicina: una salvezza minuta e dai capelli rossicci. Finalmente...

    ”Cosa fai ? Perché ti sei irrigidita? Guarda che non mordo, o almeno non sempre...”. La mia presunta salvatrice rallenta misteriosamente e quasi s'inchioda sul posto. Dalla sua faccia non mi sembra troppo felice di vedermi; certo, un ferito non è mai un bello spettacolo, ma sarebbe cortese non farglielo notare. “Si, ho bisogno di cure mediche:” le rispondo senza troppi convenevoli e dando fondo a tutta la mia rimanente forza e lucidità mentale, cercando di non ansimare dal dolore, fallendo.“Ho una ferita d'arma da fuoco 9mm nella spalla, il proiettile... Probabilmente entrato da dietro ed uscito da davanti, non ho idea di... AH!...Di quanto sangue abbia perso durante il mio stato d'incoscienza, ne da quanto tempo sono qui o quali sia la...portata dei danni... Ti spiegherò tutto dopo... ma ti prego... ho bisogno che tu mi porti al tuo accampamento e che qualcuno si prenda cura di questa brutta ferite”. So che nella sua testa si staranno accavallando tante domande: di chi è questa tizia ricoperta di sangue, perché stringe in mano quella pistola, da dove viene e che intenzioni ha, ma sono allo stremo delle forse, e le gambe iniziano a tremare vistosamente. Avrò tutto il tempo che vorrà per rispondere ai suoi quesiti, se riuscirò ad uscire viva da questa situazione.

     
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    Alle parole affannate della big lass, Muirne può intendere la risposta alla sua domanda sia un "sì, più o meno tutto". È attenta alla precisa e puntuale descrizione delle sue ferite e nota con dispiacere siano più le cose di cui non è a conoscenza che il contrario. Ma se le farà bastare la rossa. Deve, non ha mai abbandonato un commilitone ai suoi tempi e nella sua era, di certo non abbandonerà lei. Che non è un commilitone. Né della sua era. Né del suo piano... but whatever, there's a life on the line.

    Appena finito il breve briefing della ferita, Muirne si fionda su di lei, tenendo d'occhio la pistola, per evitare stupidi scherzi. Non si sa mai nel profondo Sud, il deserto è pieno di serpi. Una volta accertato questo, Muirne pone entrambe le mani sulle giunture delle gambe di Sofia, constatando che sì, tremino. Quindi non hanno poi così tanto tempo. Le guarda poi gli occhi, lucidi, ma lei riesce a parlare il che significa che forse un polmone non è andato. Rimane il problema del dissanguamento, anche se ora come ora sembrano avere tutto il tempo del mondo. Ma chi l'ha è meglio non l'aspetti.

    Muirne: "Rite, rite, lass... just shuddap now, will ye? Ora stai buona e fammi fare... una 9MM non è mica una Desert Eagle, ma immagino tu preferisca delle cure ora. Che dovrò fare io perché questi beduini lasciano un po' a desiderare."

    Lo saprà questa l'inglese? Con il suo accento così marcato poi sarà pure un inglese riconoscibile? Poco importa. Si avvicina l'irlandese e tenta di porle un braccio sotto la spalla ancora integra, per non far pressione sull'altra.

    Muirne: "Hooray sis... stand up!"

    La invita lasciandosi sfuggire altre parole anglofone, incurante se lei capisca o no. Non può fare a meno, data la concitata situazione. Le azioni parlano per lei, mentre tenta di sollevare Sofia, la quale nota che per essere così magra, la rossa sembra avere una forza ragguardevole. Sarà l'aver lavorato in fabbrica e fatto la guerra per anni.

    Avessero superato la prima ordalia, la seconda è ancor più frustrante ed ardua. La gaelic lass tenta con piccoli passetti di constatare l'effettiva funzionalità delle gambe della ferita. Più la soddisferà il suo ritmo, più gradualmente aumenterà la velocità. Ora la ferita deve distrarsi, è il meglio cui può pensare Muirne per alleviare il dolore.


    Muirne: "Muirne O'Gara, by the way... lo hai un nome tu?"





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    "Rite, rite, lass... just shuddap now, will ye? Ora stai buona e fammi fare... una 9MM non è mica una Desert Eagle, ma immagino tu preferisca delle cure ora. Che dovrò fare io perché questi beduini lasciano un po' a desiderare."

    Bhè, lo è se hai passato le ultime quattro ore a correre e combattere contro Robot da combattimento e guardie armate assortiti, ma lei non può saperlo, quindi eviterò di sembrare offesa per la sua attitudine riduzionista. Ciò che mi fa strano è il suo parlato: sembra essere mischiato con una lingua del nord-est del mio mondo, ma il suo accento è così marcatamente diverso da risultare incomprensibile. Che forse tra questo, ed in generale tra i vari piani dell'esistenza, ed il mio piano dimensionale ci siano dei parallelismo significativi? Forse sto solo facendo congetture, anche perché fino a poco tempo fa, credevo che il viaggio tra dimensione fosse solo una supposizione teorica...quindi forse non sono così impensabili le voci sulla creazione di un corpo di ricerca interplanare...che io non sia al sicuro neanche in questo mondo ?

    La mia rossa salvatrice grugnisce qualcosa nel suo idioma, mentre mi solleva il braccio e mi carica in spalla, muovendosi verso le piccole piramidi rosse poco lontane. Le gambe sono deboli, ma riesco comunque a farmi sufficiente forza per tenere un passo quantomeno dignitoso.

    La ragazza dai capelli rossi e dall'accento così marcato dice di chiamarsi Murnie, anche se per me sarà sempre divina provvidenza o botta di culo.

    “Si, mi chiamo Sofia Endokova: sabotatrice, stratega e scienziata dei Cavalieri Della Tempesta Elettromagnetica...”

    Sperando di non diventare la Fu Sofia Endokova, morta lontano da casa, tra le braccia di una completa sconosciuta, per quanto ammetto che sono braccia tra le quali non mi dispiacerebbe rimanere: fare dell'ironia mi aiuta a sdrammatizzare la mia attuale situazione di ferita e dispersa in terra potenzialmente ostile.

    “Dove siamo, di preciso ? Cos'è questo posto ?”

    Ansimo, tra uno sbuffo ed una bestemmia lanciata mentalmente contro chiunque abbia premuto quel maledettissimo grilletto.

     
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    Alla presentazione della big lass Muirne si lascia scappare un ironico e divertito fischio d'ammirazione. Che gran titoloni si devono dare a casa sua. Peccato non bastino manco per il cavolo una volta varcata la soglia del macello tutt'attorno. Quel Maelstorm che anche lei, per uno scherzo del destino e di una maledetta, può sentire. Sentito bene e penetrante il fischio alle parole "Cavalieri di something" - un titolo così british da darle la nausea -, Muirne prepara lo sgancio della bomba verità. Non prima, tuttavia, d'aver preparato il terreno. Non può semplicemente dire tutto a bruciapelo... a lei accadde ed è stato un bene lei abbia le spalle così larghe. Quella tipa sembra averle altrettanto grosse se non di più ma - Saint Patrick's sake! Se può risparmiarle qualcosa vista la vita le aspetta d'ora in avanti, lo farà con piacere. Rimane muta per un po' alla domanda di lei, sviando l'argomento.

    Muirne: "Te lo dico dopo, lass, certo che hai un nome bello strano... hey, non è che sei russa or something? Da dove vengo io quello è un nome di quelle parti... anche se non sono sicura d'aver mai sentito parlare di 'sti cavalieri della bufera electormagnetic."

    Finalmente possono raggiungere una tenda rossa e Muirne bercia qualcosa al beduino là vicino, che se ne va ingiuriandola in una lingua neanche la rossa conosce. Poco male, non le interessa, ora ha da salvare la vita a questa Sofia ed un tavolino è quello le serve per curarla. Mettendo un panno dalla tasca al tavolo dove avrebbe sistemato la 'cavallerizza', in particolare dove la spalla era forata, va per - se Sofia avrebbe permesso - adagiarla pancia in giù su quel lettino. Poi avrebbe pensato, con uno strappo della canotta a rivelare il ventre niveo, a tamponare la ferita da dietro, prima di fare altro.

    Muirne: "Di preciso siamo a Daleli, lass, nel presidio Sud dei quattro - o cinque non ricordo - di Endlos, mondo in cui siamo finite per capricci del Maelstorm attorno ad esso. Tough shite, uh?"





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    Un fischio ironico, un evidente verso di sbeffeggio; come osa? Io sono una guerrigliera del popolo, è un motivo di orgoglio combattere per la rivoluzione a fianco dei Cavalieri; siamo i figli del proletariato, i fiori non appassiti al lezzo dei tuguri...Ma non credo che ormai, ovunque io sia, importi qualcosa, e sono troppo debole per rispondere a tono. Stringo ancora la pistola scarica nella mano, le dita sono così stanche e spossate da rimanere contratte: muoverle è doloroso.

    "Te lo dico dopo, lass, certo che hai un nome bello strano... hey, non è che sei russa or something? Da dove vengo io quello è un nome di quelle parti... anche se non sono sicura d'aver mai sentito parlare di 'sti cavalieri della bufera electormagnetic."

    Russa ? Non so neanche cosa sia. Io sono originaria di Ishrand, la landa di ghiaccio a Nord-Est di Helios...forse la mia teoria, completamente campata in aria sui parallelismi dimensionali non è completamente infondata. Arriviamo alla tenda e Muirne screzia con uno dei villeggianti, non ho neanche sentito per che cosa. Poco dopo, mi ritrovo sdraiata su un lettino imporvvisato, pronta per le prime cure. Un rumore di vesti stracciate, una pressione sulla spalla, dolore. Stringo i denti, non è niente.

    "Di preciso siamo a Daleli, lass, nel presidio Sud dei quattro - o cinque non ricordo - di Endlos, mondo in cui siamo finite per capricci del Maelstorm attorno ad esso. Tough shite, uh?"

    Questa frase conferma tutto: sono lontana da casa, distante una quantità indefinita di un'indefinita misura spazio/tempo. In questo momento, però, c'è un'urgenza maggiore: avrò tutto il tempo per metabolizzare la notizia, con calma.

    “Devi farmi un favore...”

    Sibilo.

    “Controlla la ferita: vedi se al suo interno ci sono dei cavi rotti, o delle lastre di silicio danneggiate. So che ti sembrerà assurdo ma fallo per me, ti prego.”

    Se gli innesti interni sono stati danneggiati dal proiettile, vorrà dire che avrò un problema serio: senza quegli innesti a veicolare i miei poteri, rischio di morire ogni volta che il mio corpo inizia a produrre una qualunque sostanza chimica. Senza quegli innesti in uno stato decoroso, la mia effettiva utilità sul campo diminuirà drasticamente, e ciò non deve succedere: troppa gente dipende da me, in questo momento...anche se non so quanto abbia ancora senso tutto ciò...

     
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    Non risponde alle indiscrezioni su dove sia, né ai suoi commenti, il che intristisce alquanto l'Irish Lass, forse è stata un po' troppo espansiva. Magari quella non è esattamente una situazione davanti ad un bicchiere di Guinness, si sta parlando di una persona strappata alla sua terra.

    Sospira la rossa, in colpa, ma non è suo desiderio addolcire la pillola alla big lass. La ringrazierà un giorno. Le accarezza il capo dalla capigliatura strana un istante, apprensiva, per farla distendere, prima d'essere interrotta da lei stessa, prima di poter fare qualcos'altro. E gli occhi di Muirne si illuminano.


    Muirne: "Ooooh... be right back, big lass!"

    Patta la schiena con delicatezza, dalla parte integra, con allegria, malcelata allegria. Strano visto che la situazione non sembra consigliare di certo contentezza. Quel che può udire Sofia nel mentre è una voce metallica, dalle varie tonalità, introdotte da una neutra affermazione. Una voce metallica incredibilmente sensibile agli sbalzi d'umore propri di un umano.

    ...: "Simulazione emozionale: Grandioso! Sei tornata dal tuo... Simulazione emozionale alternata: Cosa fai? Mi ignori? Che prendi a fare le borse? Simulazione emozionale alternata intensificata: Dove vai?! Torna qui, sacca di carne! Torna qui e accudiscimi!! ... ... ... Affermazione: Meretrice."

    Torna nella tenda immediatamente, posando accanto il tavolo sui cui è adagiata il Cavaliere un grosso borsone, menandolo al suolo e sollevando una nuvola di sabbia, tossendo ed imprecando nella sua lingua strana. Immediatamente dopo tira fuori un rotolo con all'interno degli strumenti di varia natura e minute dimensioni, da piccoli coltelli, bisturi sino a pinzette e poi una fialetta e la porge in mano alla giovane.

    Muirne: "È Jameson, la tua anestesia, bevi su ed a grandi sorsi! Intanto, raccontami un po' di te... di cosa facevi prima di Endlos. Più racconti meno pensi alle cose brutte, su!"

    Cerca di essere più positiva possibile la giovane irlandese. Sa che dovrà farle male... ma oltre a darle l'unica cosa in grado di intorpidirla sia a portata di mano, non può far per evitare a Sofia il dolore. Certo, che è dura assurgersi a paladina di tutti - o almeno quelli le capitano - naufraghi toccano Endlos. Ma tra lei e la Drow all'Est, se la sta cavando davvero egregiamente. Good girl, Muirne!

    Per quanto tenti di essere delicata, deve per forza incidere la carne e scavare nella ferita, con tutta la delicatezza possibile e cercando di far perdere meno sangue di quanto non ne abbia già perso alla ragazza. Pulisce e disinfetta attorno ed alla fine arriva al problema. Cavi e silicio, li sa riconoscere e sa anche riconoscere un taglio ed un buco e delle recisioni quando ne vede. Si pulisce con un braccio il sudore che già sente, per lo sforzo ed il sole.


    Muirne: "Stringi i denti, yer a big lass."

    Scavando ancora di più e con un piccolo saldatore ad energia cordialmente rubato a Morag il giorno Mr. Torgue decise dovesse lavorare per lui, Muirne tenta di rinsaldare gli impianti di Sofia, alla bene e meglio, cercando perlomeno di farli tornare funzionanti, occupandosi di tanto in tanto di tamponare la ferita e versarvi sopra dell'alcool della sua fialetta personale. Inutile dire che alle volte il saldatore sfiora la carne viva e la pizzica dolorosamente. Ma perlomeno, il lavoro procede spedito.





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    La voce di un robot permea la tenda; una rudimentale intelligenza positronica a, giudicare dalle sue limitate capacità di elaborazione dati. Questo, in parte, mi rallegra: forse non sono poi così lontana da casa, almeno a livello tecnologico. Sicuramente è meglio che trovare orripilanti mostri alieni che dimorano ai confini del tempo e dell'universo, i cui servi intonano canti di morte blasfemi e cose da libri di fantasia. Nonostante le frasi dette dal piccolo robottino, che dalla mia posizione riesco ad avvistare appena, non siano molto illuminanti, ne tanto meno carine nei confronti di Murnie, mi danno un insolito senso di sicurezza; forse non sono poi così lontana da casa.

    Ah, a proposito di Murnie: lei è uscita dalla tenda, probabilmente a prendere attrezzi utili per il suo lavoro. Davvero una donna interessante, nonostante forse trovi i suoi modi un pochettino troppo rozzi; tutto sommato mi è simpatica. Ah, eccola, che sta tornando: ecco, ha tutti gli strumenti da lavoro necessari e...una provetta con un liquido bruno in mano...non sarà mica whiskey ?

    "È Jameson, la tua anestesia, bevi su ed a grandi sorsi! Intanto, raccontami un po' di te... di cosa facevi prima di Endlos. Più racconti meno pensi alle cose brutte, su!"

    Non faccio molte storie, trangugio tutto d'un fiato. Gusto dolce ed ammantate, ma l'alcol si sente tutto e sale velocemente: si, è decisamente whiskey. Poco male se dovrò ubriacarmi per soffrire di meno: ho bevuto di peggio. Penso un attimo a cosa dire alla mia nuova amica. Impossibile, o altamente improbabile, l'ipotesi che possa essere un'agente della IP, quindi non c'è pericolo nello sbottonarsi un po', mi aiuterà anche a sopportare il dolore che verrà. Inoltre lei merita di avere delle risposte: dopo tutto mi ha salvato la vita.

    “Vengo da Hopetown, l'unica vera grande città nel cuore del bacino petrolifero che è il sud di Helios. Non lasciarti ingannare dal nome: è un posto di merda, te lo assicuro. Inquinamento, fame, povertà e sfruttamento sono all'ordine del giorno. Io combattevo contro tutto questo, nei cavalieri della “bufera elettromagnetic”, come li hai chiamati tu: come penso tu abbia capito, non sono una civile.”

    C'era un po' di stizza nel riprendere la sua citazione, lo ammetto, ma capisco che l'abbia fatto per sdrammatizzare la situazione. Inoltre, non credo di potercela avere con chi mi sta salvando la vita.

    “Ad ogni modo, non sono originaria di quelle zone, come avrai intuito dal nome: vengo adAH!”

    Cazzo, sta iniziando ad incidere la carne. Coraggio Sofia, hai subito di peggio.

    “Dal nord est...del mio mondo...Ishrand. Ci sono stata solo una volta...è un posto senza anima viva... un'esplosione atomica; le radiazioni non hanno lasciato molto...”

    Il tempo passa tra taglia, cuci, brucia, bestemmia e bricolage vario con i miei innesti. Sono stanca, ma non abbastanza per lasciarmi andare a Morfeo: un proiettile nella spalla non basta a fermarmi. Mi rivolgo a Murnie, continuo la storia.

    “I miei fuggirono proprio da quell'esplosione: io nacqui durante il viaggio verso Hopetown. Tu dimmi, invece, da dove vieni ? Sei di queste parti, oppure anche tu come me sei una che è stata catapultata qui dal tuo mondo ?”



    Edited by Ruina Mundi - 27/2/2016, 09:16
     
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    Ridacchia di gusto alle prime parole di Sofia. Dapprima le pareva avesse un palo nel didietro... o una galleria da parte a parte, ma ora, complice forse il Jameson, ma ora le sembra più simpatica. Sarà il non prendersi sul serio, né lei, né la sua storia, oppure la solidarietà, visto Hopetown le ricorda vagamente una situazione a lei particolarmente cara, ancora.

    Muirne: "Pfheeheh! No, non sembri civile, ma per me - ye know - ha ben poco senso. Sai da dove veng...."

    Poi una disattenzione, forse un tratto di passaggio dovuto, ma le fa male e per quanto Muirne detesti far male a qualcuno è necessario perché la tipa non si ritrovi con frammenti vari in giro a crearle problemi alla sua parte "umana". Anche se umana pare tutta, perciò si limita ad intimare uno "ssssh" darle una carezza sulla testa - "Where the fuck is yer head? What the fuck are those bloody hair?"- e dare due colpetti sulla boccetta di Jameson per invitarla a continuare a bere. Meglio di così è difficile fare.

    Muirne: "Su, su, non è niente... almost done, quasi fatto!"

    Bomba atomica è qualcosa le fa rizzare i capelli e correre un brivido lungo la schiena. Gliene aveva parlato Violet sicuramente, aggiornandola sul suo mondo e più che ricordarne la natura, ricordava cosa erano state in grado di creare, tanto ferma il suo lavoro, colpita. Per un istante le attraversa l'idea anche l'Irlanda avrebbe potuto rischiare... idea svanita l'istante successivo. Altamente improbabile... sarà l'empatia gioca brutti scherzi.

    Muirne: "Mi dispiace big lass, sembra che vieni dal peggiore dei mondi possibili... senza offesa, ma sembra faccia davvero schifo. Ma dopotutto cercavi di farlo diventare un po' migliore... ti capisco."

    Poi il discorso vara su di lei e Muirne comprende sia il minimo, questo. Perché le sta pure salvando la vita, ma potrebbe al contempo anestetizzarla più del dovuto, giusto per venderla in giro a pezzi. Una possibilità non così remota in quel di Merovish, quindi è il caso di accontentarla. Si inarca, scrocchiando sonoramente la schiena prima di continuare.

    Muirne: "Beh... come ti dissi, non sono di Endlos, ma anche io combattevo per la libertà a casa, big lass. Ma in un posto verde, tutto verde, circondato dal mare più blu. Irlanda. Minacciata da un impero di bastardi e prepotenti. Ci sono stati secoli e secoli di rivolte e diciamo un irlandese non nasce civile o soldato, più. Non ti dirà nulla, ma bloody amen. Poi mentre combattevo sono stata vittima dei capricci del fato aprendo la porta sbagliata... letteralmente... ed eccomi qua. Al Sud, mi son data da fare, che altro potevo? Ho imparato la lingua ed ho fatto quel facevo meglio. Armi. Mi hanno pure assunto in una fabbrica, sai? Poi ho avuto problemi con una setta ha pensato bene l'assuefazione ad una droga mi faccia percepire il Maelstorm fosse la cosa migliore possa capitarmi. No, well, quella è venuta dopo... diciamo che ho trovato la donna della mia vita ed ora non potrei chiedere di meglio... diciamo mi è andata bene."

    Giusto, dovrà raccontarle di questo incontro, a lei sicuramente interesserà. Lei interessano così tante cose dopotutto. Forse avrà persino visitato quel pianeta, non ne ha idea... Sofia può sentire il suo tono da maschiaccio affievolirsi sino a diventare soffice nel parlare della "donna della sua vita". No laughing matter indeed.

    Muirne: "Quasi fatto, eh! Come ti senti ora? Un po' più leggera?"





    Muirne O'Gara☨ Energia: 100%
    Condizione fisica: Ottimale
    Condizione mentale: Ottimale


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    Come mi sento? Tralasciando lo shock e lo smarrimento che ancora mi pervadono, direi che sono abbastanza apposto, per quanto la stanchezza fisica invade le mie membra: sfido chiunque a non essere stanco dopo aver corso per ore e ore tra corridoi e proiettili.

    Muirne parla, parla della sua storia: di come anche lei era, nel suo mondo, una combattente per la libertà, di come era finita in questo mondo a me ancora oscuro e di com'era riuscita a trovare la donna della sua vita, facendo per un attimo cadere la sua maschera da maschiaccio. Non tutti sono fortunati come lei: l'unica persona che ha deciso di condividere la sua vita con me, l'ha fatto solo per sterminare la mia squadra e sbattermi nella cella più buia di hopetown...sentir parlare d'amore infetta ferite ancora calde. Devo dire però che non siamo poi così dissimili: entrambe guerrigliere, probabilmente sin dalla più tenera età, entrambe per una causa che riteniamo giusta, entrambe finite qui tramite la “porta sbagliata”.Quante possibilità c'erano di trovare una persona del genere appena “sbarcati” su endlos ? Non serve essere grandi matematici per capire che sono le stesse probabilità che ha la ruggine di tornare metallo: zero.

    Eppure io posso invertire la reazione di corrosione dei metalli, eppure io sono riuscita a vincere la probabilità, ancora una volta.

    “Sono felice per te...”

    Vorrei sorridere ma non ci riesco, la mia mente viaggia a quel giorno: quel sangue versato, quei muri sporchi di sangue, il rumore del mio naso accarezzato dal calcio di una pistola, il suo sorriso mentre lo faceva. Un affronto che non troverà mai giustizia.
    Nel tono di voce si può chiaramente percepire una certa malinconia. No, non posso mostrarmi debole. Riprenditi Sofia: non hai tempo per versare lacrime.

    “Ad ogni modo-”

    Il tono ritorna calmo e pacato, quasi allegro. Cerco di sedermi sul tavolo, la testa gira un po' ma è tutto sopportabile.

    “si, sto meglio. Grazie davvero per l'aiuto mostrato. Vedo che sei abbastanza skillata con le macchine: io me la cavo abbastanza, tanto da aver costruito la mia prima arma con un tubo, un supporto di legno ed un paio di chiodi. Il risultato fu pessimo, ma meglio di niente. Ad ogni modo, le mie competenze non finiscono qui, anzi. Principalmente mi occupo di chimica: macromolecole, composti organici ed anche bio-ingegneria. Nei cavalieri della bufera whatever ero anche e sopratutto scienziata. Ho messo per gran parte della mia vita la mia scienza al servizio della causa: quella del comunismo anarchico e la fine dell'oppressione capitalista!”


    Quest'ultima parte l'ho pronunciata con un tono volutamente altisonante e profondamente ironico, quasi ad imitare il classico militante severo.

    Prenderla con ironia; l'unico modo per non lasciarsi divorare dal proprio male di vivere, l'unico modo per nascondere l'angoscia.



    Edited by Ex/Human - 2/3/2016, 00:42
     
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    Muirne ridacchia all'apprezzamento di Sofia. Aveva quasi finito, quindi può anche darle una leggerissima scrollata ai capelli... o quello che dovrebbero essere i dreadlock per un'irlandese degli anni venti sulla Terra. Probabilmente delle rampicanti che crescono dal cranio, tanto da potersi preoccupare della testolina dell'altra.

    Muirne: "Pfheeheh! Sì, anche io son felice ai trovato me e non qualche energumeno, big lass."

    Ha avvertito sia rotto il di lei tono di voce e la rossa può poco, se non tentare di mostrarsi, almeno lei allegra. Le han detto durante la guerra il suo riso fosse contagioso e spera vivamente non fosse una panzana per prenderla in giro. Maledetto Shacamat, doveva farlo esplodere quando poteva con quel suo brutto muso figlio di Belfast! Sorride all'indiscrezione dell'altra sul primo esperimento con un'arma. Non se la ride come prima tuttavia, ridursi così per difendersi significa vivere in mondastri dove la povertà è un lago nero e ci si sguazza volenti o nolenti fino al collo.

    Muirne: "Oh god... can't believe it... non ci credo! Cosa diavolo era?"

    Ascolta poi tutta la tiritera della sua occasionale paziente, mentre va fondere e rendere inoffensivi per l'organismo alcuni fili sfibrati dal colpo, nella zona più vicino alla pelle. Tenta di non fondere metalli nella carne, ma alle volte accade e non può farne a meno, per questo non s'oppone al lungo discorso di lei... discorso dal quale alcune cose a Muirne... semplicemente non tornano.

    Muirne: "Well... ti posso capire. La parte del lottare. Bio-robe e chimica mai capito un cavolo... sono un meccanica-armaiola io, mica altro. Che poi... strano comunismo e capitalismo esistono anche da me, com'è possibile? That's... weird."

    Finita un ultima sutura artificiale, i bio-innesti della donnona sono di nuovo correttamente funzionanti e non ingombrano la carne. Un bel po' di dolore e tanto sudore ma alla fine la rossa l'ha trionfata ed il suo gran ghigno sornione lo dimostra.

    Muirne: "Doc O'Gara in the building, folks! Ora ti faccio una fasciatura e poi... ah... dovresti, ehm... svestirti. Posso?"

    Non che le dia noia, ma è sempre scomodo chiedere ad una persona questo. Normalmente avrebbe agito senza pensare alle conseguenze, ma oltre a recuperare la garza fa poco in quel frangente. Gliel'avesse permesso, Muirne avrebbe fasciato finalmente il petto di lei ed avrebbe indietreggiato, per dare aria e facoltà di muoversi.





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    Non posso non sorridere alle espressioni colorite di Muirne: è davvero una persona simpatica, oppure è il whisky che da facendo effetto.

    “Voleva essere una carabina, e non so per quale intercessione degli astri non mi sia esplosa in mano. Sicuramente avrei avuto un vantaggio insindacabile: non avrei più avuto problemi al tunnel carpale!”

    Mi scappa una risata, mentre Muirne smanetta con un paio di saldature. Nonostante qualche piccola indelicatezza, la sua mano è estremamente gentile. Il suo tocco è delicato e candido, è una sensazione strana quella che sto provando in questo momento...penso di essere stata molto fortunata ad aver trovato lei; una persona che, nonostante evidenti divergenza tra i nostri mondi, riesce a capirmi ed io riesco a capire lei.

    Si, ammetto che l'esistenza in più parti del multi-universo di modelli simili è strana, molto strana.
    Ma forse neanche così tanto, a pensarci bene: si potrebbe spiegare il tutto con il fatto che, in uno stesso mondo, le variabili di sviluppo possibili sono ristrette, ma ciò sarà vero anche per il resto del cosmo ? No, non credo di avere gli elementi necessari per formulare una teoria del tutto: infondo, fino a qualche minuto fa, non credevo neanche possibili i viaggi dimensionali. C'è tanto da imparare, ancora.

    "Doc O'Gara in the building, folks! Ora ti faccio una fasciatura e poi... ah... dovresti, ehm... svestirti. Posso?"

    Spogliarmi? Davanti a lei? Davvero ?

    Io...sinceramente non so...

    “O...ok...per me non ci sono problemi.”


    No, non è assolutamente vero. Eppure è necessario.
    Afferro un lembo della pesante tuta-camice della santamaria con la destra, l'altro con la stessa mano. Quest'ultimo movimento risulta decisamente più difficoltoso, ma alla fine è fatta. Non possono nascondere un certo imbarazzo nel trovarmi davanti ad una persona sconosciuta con le spalle scoperte...sopratutto dopo quello che è successo. Avrebbe visto le valve tricuspidi su fianchi e braccia. Avrebbe visto le cicatrici e fatto domande, dolorose domande a cui non so se voglio dare risposta.



    Edited by Ex/Human - 3/3/2016, 23:12
     
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    Alla battuta Muirne se la ride patchando le ultime carni e cose sulla spalla di lei. Dando un colpetto leggero perché si fissino ben bene. Non ha idea di cosa sia un tunnel carpale, giusto a grandi linee... ma che si può mai fare? Almeno lei troppe - malattie forse? - non le sono venute, né ha avuto la "fortunta" di viverle sulla propria pelle.

    Muirne: "Well... almeno trovi il lato positivo nelle cose, farai strada!"

    Non le aveva decisamente dato questa impressione di primo acchito, ma almeno ora si sta sciogliendo e sta persino sorridendo! Il che vuol dire si trova a proprio agio e Muirne non potrebbe essere più contenta di questa cosa. Allegra e rimessa a posto, oggi il suo lavoro da supereroina l'ha fatto, anche senza poteri magi è così via.

    Quando arriva il momento fatidico della domanda, l'irlandese ridacchia malcelatamente con un pugno sul labbro superiore alla titubanza della donna ben più imponente di lei. Come vedere un tank squittire come un pulcino. "Adorable." S'avvicina con le bende, dando un'occhiata a quello che aveva già intravisto ed aveva potuto intuire, ma non forzandovi troppo la mano... giusto. Un pensiero subitaneo ed un copp... un pugn... un... no, che può fare con quell'ammasso di cose ai suoi tempi non esistessero? Si limita quindi ad una bonaria e leggera spintarella dietro la nuca a imbroncirsi lievemente.


    Muirne: "Hey... non farti strane idee, sono impegnata."

    Poi, con una risata colpevole di chi ha detto qualcosa apposta, torna la vecchia Muirne, se Sophia "vecchia" la può chiamare. Comincia a fasciarla, rimanendo alle sue spalle. Passa il rotolo dalla schiena al petto, passando per i seni e sino al fianco opposto per poi ripetere l'operazione un paio di volte. Un procedimento lungo e perciò le chiacchiere possono continuare... la rossa tuttavia non sembra dare a mente del corpo dell'altra.

    Muirne: "Sei dannatamente fortunata. Oggi non pensavo neanche di fare un bagno d'olio a Rookie... poi potevo farlo da Violet, ma volevo prendermi un po' d'aria... comunque, hai qualche idea su cosa fare? Così posso darti indicazioni e non vai a farti sgozzare in qualche vicolo. O peggio farti drogare, com'è successo a me... "





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    Ah guarda: l'ultimo dei miei pensieri in questo momento è rimorchiare una sconosciuta in una situazione del genere. Diciamo che con l'amore ho chiuso per un bel po', senza scendere nei dettagli.
    Non replico al commento volutamente sarcastico della rossa, limitandomi a sorridere e a chiudermi momentaneamente nei mie pensieri; giusto per metabolizzare la cosa.

    Come staranno i miei compagni ? Cosa starà succedendo dall'altra parte del tunnel? È più di un anno che non ho loro notizie, ed ora sono così lontana da casa. Mi chiedo quanto tempo sarà passato di là... non è poi così scontata: chi mi dice che lo scorrere del tempo, in questo mondo, non è dierso da Helios ? Ci saranno sopravvissuti ? Oppure sono già tutti dentro le sbarre, o peggio, dentro ad un fossa comune ?

    Le parole di Muirne mi tirano fuori dal mio brainstorm, chiedendomi cosa voglio fare nell'immediato futuro. Indubbiamente le sue indiscrezioni catturano la mia attenzione, ma non credo che lei abbia voglia di scendere nei dettagli, anche perché non è poi così indecifrabile l'esperienza dietro quelle parole. Non posso non sentirmi vicina a lei, in questo momento.

    “Sinceramente non ne ho idea: pensavo di trovare una città dove riposarmi e “fare provviste”. Sapresti dirmi la città più vicina ?”

    Io sono stata tenuta in cella d'isolamento, torturata e seviziata in maniere che il solo descriverle farebbe inorridire il più efferato degli assassini. La Santa Maria è il buco nero della memoria e della coscienza umana, un luogo dove nessuno vorrebbe e dovrebbe ritrovarsi.

     
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