Cavi, acciaio e incontri casuali

Pentauron: la più grande città di tutta Endlos, tanto da costituire un presidio a se stante. Un arcobaleno di moltitudini che racchiude l'essenza mutevole e contraddittoria dell'intero semipiano, governata da Lord Aeon, questo misterioso uomo a cui tutti i potenti del globo rispondono. Ho ancora molte cose da imparare su questo luogo: meno di una settimana e ho già visto cose assurde ed impensabili, descritte solo in quei libri di narrativa lasciatimi da mio padre. Si, insomma, non è roba di tutti i giorni vedere città sotterranee, esseri che ti tormentano nel sonno, esseri di ogni forma e dimensione. Per quanto mi senta ancora confusa, ho intenzione di battere questo mondo centimetro per centimetro, conoscerne l'essenza e capirne le sfaccettature: qualcosa mi dice che non tornerò a casa così tanto presto quanto vorrei, ed in ogni caso, neanche qui su Endlos le cose sono così rosee, sopratutto al Sud, dove ancora hanno il commercio degli esseri umani. Non che il lavoro salariato sia tanto diverso, certo, o che Helios non esistesse ma lì era meno evidente, ed i suoi movimenti più silenziosi e felpati: qui invece avviene sotto gli occhi di tutti, e questa gentaglia, protetta dall'indifferenza del popolo e con il placido consenso del potere, continua a fare denaro sulla carne del prossimo. Probabilmente si tratta di un giro d'affari estremamente redditizio per essere così ben accolto e tutelato, ho bisogno di saperne di più; tante cose ci sono da scoprire, e tante altre ci sono da cambiare: devo conoscere questo mondo, le sue usanze e le sue tradizioni per potermi approcciare ad esso e, perché no, cambiarlo completamente. Ma per ora, questo è solo un proposito fugace: non ho i mezzi per poter fare ciò che ho in mente, ne umani ne tecnologici...ma infondo siamo qui per procurarceli no ? Sono infatti arrivata da poco nella zone Ovest del Pentauron, quella che si collega al presidio detto “dell'acciaio”. A quanto mi sembra di capire, il presidio Ovest è quello più sviluppato di Endlos e, qualcuno mi ha riferito che nella zona Ovest del Pentauron è possibile trovare tecnologia di livello a basso costo. In parole povere, sono qui per spendere, con quali soldi direte voi ? Semplice: qualche ricco “amico” mi ha “gentilmente aperto” il suo portafogli con una parola gentile.
Tutti diventano gentili quando puoi applicare le minacce che fai.

Avanzo tra le imponenti architetture di grigio acciaio, tra le folle che vanno e vengono da altre parti del Pentauron e la caoticità che queste di portano dietro, ed un po' mi pento della mia scelta di venire qui. Non amo le grandi folle, per quanto sia abituata ad esserne circondata; Hopetown non è un posto per gente che ama stare da sola, merito anche delle case costruite una sopra l'altra con e come mucchi di spazzatura. Mi consolo col fatto che lo sto facendo per una buona causa. Ai lati delle strade, schiere di ingegneri e bottegai che lavorano ai loro progetti: da piccoli droni giocattolo ad imponenti armature meccaniche, a lampade stroboscopiche dai colori improponibili ad armi tecnologicamente all'avanguardia. Un mare di facce, suoni, immagini e volti caotici che collide con le antiche, severe ed eterne architetture del posto. “Sono in largo anticipo rispetto all'orario prefissato: ho ancora un'ora prima che il mio contatto si faccia vivo”, penso, iniziandomi a guardare attorno alla ricerca di qualcosa che non sia la fiera delle scienze ma con mia grande sorpresa non trovo nulla, quindi, mi metto a curiosare tra l'infinità di progetti scientifici e tecnologici, girando i banchi di lavoro con sguardo distratto.

Ed ecco che, nel mio girovagare, avvisto una delle anomalie che questo mondo non fa altro che lanciarmi appresso: una donna, dalla costituzione minuta e dai capelli mori, decide di divertirsi ad trasformare semplici utensili in arte moderna, per poi disassemblarli come se niente fosse. Non mi lascia interdetta l'atto in se, ma il come: come diavolo ha fatto a fare ciò ? Voglio dire, anche io sono in grado di alterare la materia, ma ho bisogno dei miei innesti per poterci riuscire con tale semplicità, e da quello che trapela dalle maniche dei suoi vestiti, lei non ne aveva. Che anche lei sia dotata di poteri...magici ? In questo mondo non è certamente una rarità, ma per me lo è: dopotutto vengo da un mondo regolato da leggi e dinamiche differenti da questo...in qualche modo sono un essere alieno, potremmo dire. Ma mentre sono persa nei miei pensieri, ecco che qualcosa mi urta...o qualcuno.

Scusa, non volevo. E' colpa mia, mi sono distratta.

Bhé, allora siamo in due. Notando meglio i dettagli, la figura che mi ha appena urtato è una ragazza dalla statura piccola e la corporatura esile, tanto minuta da costringermi ad abbassare la testa per guardarla negli occhi. Quanti anni avrà ? Sedici ? Mi sembra strano vedere una ragazza come lei girare da sola per queste terre. Non so, magari il pentauron è decisamente più sicuro di altre zone di Endlos, ma da dove vengo io basta davvero poco per finire con la gola aperta, sopratutto se sei una ragazza sola, anche se con le sue capacità credo che abbia relativamente poco da temere.

“No, tranquilla: non è successo niente.”

Sorrido, un po' imbarazzata: vorrei chiedergli come ha fatto quello che ha fatto. Non sono spaventata, sono solo...curiosa ? Ma non vorrei ferirla in qualche modo: non vorrei farla sentire una sorta di fenomeno da baraccone, anche se forse qui è più normale di quanto pensi sfoggiare le proprie capacità “anomale”.

Che carina: sta cercando di mettermi in guardia da venditori di fumo. Bhé, devo concedertelo: sei davvero premurosa, ma so benissimo riconoscere truffatori e venditori di fumo. Si insomma: ci sono cresciuta in mezzo.

“È veramente gentile da parte tua, in ogni caso”.

Sorrido, senza dar troppo peso al precedente impatto, a differenza sua.
É evidente che c'è qualcosa che non va in questa damigella dall'aspetto aggraziato e dai lineamenti sottili: spero di non averla messa in soggezione.

“Hey, tutto bene ? Hai bisogno di aiuto ?”

È evidente come questa povera anima abbia bisogno di aiuta, più di quanto ne ho bisogno io: sembra quasi un territorio ostile, questo dell'ovest. Forse...

“Dimmi, da dove vieni ? Cosa ti spinge da queste parti.

Che si tratti di una Naufraga ? Una sbandata come me ? Mi avvicino a lei, sperando di non intimorirla: è già successo altre volte e non vorrei succedesse ancora.

Errore 404: file non trovato.

Che strani modi ha questa donna di porsi verso le persone. Non mi sembra tradizione degli Endlosiani fare...qualunque cosa abbia appena fatto lei. È evidente da chilomentri ormai che si tratta di un naufrago, ed è evidente come anche che lei sia molto lontana da casa. È anche evidente che non sappia parlare la lingua comune in maniera efficiente...ora che ci penso: come faccio io a saperla ?

“Non è così innaturale trovarsi a disagio in queste situazioni, fidati.”

Ad ogni modo: non credo di avere molto tempo da perdere, e non credo neanche di poterle dare queste grandi informazioni...infondo anche io sono qui da relativamente un nulla...Però mi spiace non poter fare niente per aiutarla.

“Forse dovresti provare in quella direzione: li ho visto un paio di cose interessanti.”

Indico alle mie spalle: se deve solo fare un regalo, lì è pieno di ninnoli curiosi.

“Se vuoi ti posso dare una mano a scegliere.”

Ho ancora un bel po' di tempo, a mia disposizione.

Orde d'imbarazzi e d'imbarazzanti pensieri si susseguono nella mia testa: fa quasi più schifo di me con i regali, ma dopo aver regalato delle pantofole usate non credo che mi batterà mai nessuno.

Siamo vicino ad un banale mercato di cianfrusaglie e la piccola avventuriera smarrita cerca un qualche ciondolo, un ornamento di qualche natura per quello che, ad intuito, può essere solo una persona per cui ha particolari attenzioni...tipo un amante o qualcosa di simile.

Ah, che sbadata: ancora non mi sono ancora presentata.

“Sophia, piacere di conoscerti...signorina?”

Mi guardo un attimo intorno alla ricerca di qualcosa che potesse andare bene, ma evidentemente non c'erano foderi in queste zone.

“E comunque l'idea del fodero non è male, tutt'altro. Parlami un po' di questo Lance, è il tuo ragazzo?”

Non riesco a lasciare andare un abbassamento di tono, retaggio di ferite ancora fresche.

"Bhé.."

Non credo di aver molta voglia di rispondere a questo quesito: è una storia lunga, piena di cicatrici e fori di proiettile.

“Si, vengo da un'altro mondo...anzi: sono relativamente da poco giunta qui e tante cose mi sono ancora estranee.”

Tipo il tuo ragazzo che “evoca cose”. Evocare cose ? Che vuol dire ? Genera spade dal nulla ? Non è possibile, orsù. Eppure lei ha piegato una padella come se niente fosse, senza apparentemente possedere innesti di nessun tipo.

“Vengo da Helios, un pianeta appartenente ad un altro piano dimensionale.”

Un piano dove una persona come te si troverebbe estremamente male, te lo assicuro: smog, ferro e strade piene di gente poco amichevole. Talvolta innestata, talvolta no, ma hanno tutti il colettllo a scatto nella tasca e tanta voglia di guadagnare facile. La povertà li ha resi così: un mare nero che inquina l'anima di tutti.

“Ah si: mi sembra una buona idea...il fodero dico: è carino.”

Sospiro: stranamente quella dei due che sembra essersi perduta in una realtà sua sembra essere lei.

“Scusami se te lo chiedo...ma come hai fatto prima a ridurre così la merce di quel tizio?”

“Elementaristi eh?”

Avevo letto di questa capacità di alcuni esseri viventi nelle biblioteche di Merovish: dovrò approfondire i miei studi in merito.

“Sembra interessante: nel mio mondo non è proprio facile fare quello che fai tu-”

Un beep mi ricorda che il mio tempo sta per scadere: ho un contatto da conoscere e dell'equipaggiamento da comprare.

“Oh scusami: devo andare a trovare una persona. Mi spiace abbandonarti ma...dovere.”

Mi volto ed inizio a camminare: spero che Muirne mi abbia indicato bene e che l'equipaggiamento ottenuto mi aiuterà nella campagna contro i Lich.

“Spero di rivederti un giorno, Eva.”

Saluto distrattamente con la mano, mentre mi allontano verso altri lidi.