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Liquid Blame.
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[ DEAD END ]
Non c'era molto di nuovo sotto il sole. Id guardò Saori andarsene, senza accennare ad accompagnarla alla porta. Dopotutto, aveva l'impressione che se avesse provato ad alzarsi dalla sedia la febbre l'avrebbe stesa per terra. E comunque aveva altro da considerare, come il racconto di Violet. Un serpente che si morde la coda ... un racconto di donne violentate e cani nel corpo di uomini e uomini nel corpo di cani, e merde nel corpo di teste di cazzo. Un groviglio simile non sarebbe stato possibile scioglierlo neanche a mente lucida. Quali dovevano essere le intenzioni dei rapitori? Qual'era il senso di quella messinscena? Ma dopotutto, era sempre stato difficile prevedere i movimenti o le intenzioni della combriccola di 42. Nella sua testa balenò l'immagine di una grossa ragnatela, tesa fra un grattacielo e un altro, con fili spessi e bianchi che si tendevano fin nelle stelle.
La trama era ben definita. Il fatto che poi qualche filo vibrasse di iniziativa personale, o penzolasse morto al suolo, non intaccava l'integrità della struttura. Il centro del loro nemico era solido, capace di tessere un disegno complesso e prevedere le deviazioni con mosse di vantaggio. Si portò una mano alla testa.« Possiamo anche salutare il nostro giorno di paga » commentò, acida.
Prese la scatola del take-away, sovrappensiero, e afferrò un pezzo di pollo alle mandorle tra il pollice e l'indice, portandoselo alla bocca. Prima che il boccone freddo potesse toccare le sue labbra, però, Id si fermò a mezz'aria. Inconsapevolmente, stava usando il braccio sinistro. L'assenza di dolore la stupì un po', tanto da farle rischiare di perdere la presa. Le sue "dita" erano coperte da un guanto nero, lucido. O almeno, agli altri sarebbe sembrato un guanto. Gettò il cibo tra le sue fauci e tornò a nascondere il braccio sotto il poncho, un piccolo rumore metallico nella spalla che la ricompensava di quella sua prodezza.
Era ovvio che qualcosa non tornasse, ma per quello che ne sapevano potevano anche darlo per morto, Shifter. Non che avessero modo di finire il lavoro: dovevano assicurare loro stessi, ormai.
« Anche se Shifter fosse ancora vivo, non c'é modo di capire dove sia. A meno di farselo spiegare da uno dei nostri "amici". »« Sono successe molte cose da quando ci siamo separati. » un affermazione banale ma corretta.
« Abbiamo preso i contatti con due tipi, Blossom e Cherry ... vittime dei nostri nemici. Li hai visti anche tu, dopotutto. Li incontrammo fuori dal Nirvana. Ad un certo punto io e Nina ci siamo separate dal gruppo e siamo state attirate in una trappola ... »
Mentiva sapendo di mentire. Non erano state attirate, era lei ad esserci buttata a capofitto.
« Un gruppo di maiali antropomorfi » si fermò un attimo per sentire quanto ridicolo sembrava « ha decimato la sede delle shotgun babes. Erano interessati al recupero di una ragazzina ... Toxic Candy, mi sembra. » si portò di nuovo la mano destra alla tempia. « Mefisto, la mia testa. »
Strinse gli occhi, poi li riaprì.
« Non ho ben chiaro quale fossero le intenzioni di questo gruppo, in ogni caso. I maiali erano mercenari, assoldati da una ragazzina coi capelli chiari, probabilmente un'hacker. In ogni caso, ho portato via il culo da lì con Nina e poco altro. E c'é un'ulteriore problema che probabilmente tornerà a darci calci negli stinchi ... » aggiunse. « Eclaire. »
A quel punto avrebbe raccontato loro, con fatica, di quello che era rimasto della ragazza e di come la spada demoniaca l'avesse rigenerata del tutto. Avevano un conto aperto.. -
_MajinZ_.
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Dimitriy sospirò ancora, ormai rassegnato. Saori non disse molto altro e decise di lasciare l'incontro, lasciando oltretutto diverse domande senza risposta. Alla fine era Maximilian quello che poteva fornire risposte soddisfacenti, ma sapere qualcosa in più da lei prima di quell'incontro sarebbe di sicuro tornato più utile... e invece nulla. A questo punto poteva anche evitare di presentarsi, un biglietto o una lettera poteva funzionare allo stesso modo. Comunque gli assicuratori rimasero da soli e in breve raccontarono le loro esperienze, quel che era successo nel momento in cui si erano divisi... anche se forse l'allontanamento più sospetto era stato quello del biondo assassino, che alla fine era semplicemente caduto nella più elementare delle trappole.
La farò breve.
Esordì il russo, appoggiando le braccia sui braccioli della poltrona.
Quando ci siamo divisi mi sono imbattuto in quel cowboy, il pistolero che abbiamo incontrato anche al palazzo di Shifter... e l'ho ucciso. Poi non ricordo cosa sia successo, ho perso i sensi e mi son ritrovato all'interno di un auto che stava per essere accartocciata. E poi nulla, il resto lo condividiamo.
Forse la sua assenza era stata si più sospetta, tuttavia non aveva portato a molto se non all'eliminazione di un nemico pericoloso. Certo, ne avevano ancora tanti, ma perderne anche solo uno non poteva che giovare alla loro situazione. Un nome però lasciò il ragazzo perplesso, davvero una spada aveva cambiato così tanto quella Eclaire, la stessa Eclaire che qualche ora prima era disperata, l'aveva vista in lacrime... e aveva iniziato ad imparare ad apprezzarla. Ricordava bene i momenti passati con lei, quel tentativo di rubargli un bacio. Possibile che quell'intrusione mentale l'avesse resa debole fino al punto da farsi controllare da un oggetto? Certo, non era un semplice oggetto, ma la forza di volontà di una spadaccina non poteva vacillare così facilmente. Doveva esserci dietro dell'altro.
Eclaire... credi sia possibile recuperarla? O la dobbiamo contare come nemica?
Voleva davvero evitare di combatterla, ma questa era una guerra e se il fato avesse deciso di metterli contro, Dimitriy non avrebbe esitato. Si trattava di uccidere o essere uccisi, questa era la lotta per la sopravvivenza e purtroppo era impossibile salvare entrambe le cose. Se Eclaire decidesse di intralciarlo, il suo destino ne uscirebbe irrimediabilmente segnato.. -
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Finito in una macchina accartocciata. Una situazione che non sarebbe piaciuta a nessuno, certo. Forse in virtù di quell'avvenimento claustrofobico la volontà del russo era venuta un po' a vacillare, forse per quello si esponeva. L'idea che il proprio corpo fosse costretto a comprimersi su se stesso ... ossa che spaccavano carne e muscoli prima di disintegrarsi: avrebbe segnato chiunque. Tuttavia, la domanda gli sembrò comunque strana. Ma se Dimitriy chiedeva, tanto valeva elaborare un po' di più sull'argomento.« Ha tagliato di netto un braccio di Nina, la stronza. » rispose, secca.
Forse aveva ragione Dimitry: forse qualcosa non tornava. Non che avesse elaborato molto sull'argomento. Non aveva notato Eclaire se non quando aveva iniziato a competere con lei per la spada: prima le era sembrata una persona normale, quasi banale. Scosse la testa.
« Con quella spada, mirando un po' più in là avrebbe potuto tranquillamente tagliarla a metà. »« Ha parlato di finire il lavoretto iniziato al Nirvana. » Un altro dettaglio che non quadrava: lei avrebbe dovuto proteggere il Nirvana, non certo attaccarne lo staff.
« Quell'arma ... può avere una certa influenza sulle persone, certo. Ma non saprei. Forse era già così prima o forse le è successo qualcosa; te ne accorgerai anche tu quando la vedrai, da come parla e da come si è ridotta. Personalmente, io mirerei alla testa e non mi fermerei finché non ne rimane che una poltiglia. ». -
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Alzò le spalle. O almeno, la spalla. Quella che non funzionava a scatti.« Toxic Candy è sparita. Credo l'abbiano presa, ma potrebbe essere riuscita a dileguarsi per conto suo. »
Se ci speri.
« Ragazzi. Ho il quadro della situazione. L'antefatto, cioè. Scusatemi, è tutto un po' confuso ancora, eppure al contempo chiaro. »
Confuso. E anche insolito. Non c'erano influenze psioniche in atto, ma tra la febbre e il flusso continuo della descrizione, a Id sembrava di essere sotto attacco. Era come se ogni parola, ogni concetto, cercasse di infilarsi tra un suo neurone e l'altro, provasse a generare un ricordo, un'immagine. La telepate parlava senza filtri, lanciava sassi in uno stagno già agitato. Sassi, idee, frammenti ... più pesanti forse di quanto essa stessa era in grado di comprendere. Sicuramente più di quanto lo fosse Id. Pezzi degli scacchi volavano in circolo e poi cambiavano pattern, in una coerografia degna delle stanze più allucinate del Piano L.
Era difficile carpire dei significati in mezzo a quel trambusto. Re, Regine ... allegorie di qualcosa, forse entità metafisiche, o semplicemente un altro modo di ribadire che erano capitati in un gioco di forze maggiori. Sballotatti da un posto all'altro. Per quanto assurdo, l'idea che esistesse un Re Bianco panzone da qualche parte non era meno incredibile di un'organizzazione complessa e oscura di killer guidata da uno scheletro in tuba.
Si diede la spinta con i piedi nudi, dondolando sulla sedia. Nel frattempo, c'era stato un ostinato silenzio da parte del russo, probabilmente altrettanto impegnato a elaborare.« Quella donna ... »
Era difficile capire il gioco a cui aveva giocato, prima di sparire del tutto. Se lei e Nina fossero rimaste nel locale dimesso con gli altri, invece di andarsi a cacciare nella trappola, forse avrebbe avuto l'occasione di dirle qualcosa di più. Di capire. La sua stupidità aveva deciso diversamente; facile come rubare una macchina, facile come baciare una prostituta dai capelli corti e mori. Facile come perdere un braccio.
Sotto la febbre si risentiva triste; improvvisamente avrebbe voluto cacciare gli altri assicuratori e rimanere da sola. Invece aprì un cassetto, estrasse una bottiglia di Devil's grasp e ne buttò giù un sorso bruciante.
« "Nord" non ci aiuta granché. Niente di quello che hai detto ha alcun senso per me; a meno che non si riferisca al mero nord geografico di questo piano, potrebbe essere qualsiasi cosa. »
Non molto d'aiuto.
« Se anche volessimo seguire il consiglio ... dovremmo iniziare a cercare da qualche parte.
Ma, »
aggiunse, posando la bottiglia e accendendo un'altra sigaretta,
« consapevoli che seguire questa strada potrebbe essere l'ultima cosa che facciamo. »
Avevate altri impegni questo mese?. -
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