Girovagando per Laputa

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Se c'è una cosa in grado di rilassare una mente razionale e matematica sono i puzzle: quando si riesce ad incastrare i pezzi giusti fra loro ci si sente fieri di sé, realizzati, poiché si ha l'inconscia consapevolezza di aver messo in ordine qualcosa che prima era nel più totale caos.
    Laputa era questo, per lui. No, non un puzzle, ma il caos. Il caos a forma di dedalo urbano, con un costante vociare di fondo condito da sguardi straniti e continue ronde da parte di pattuglie armate fino ai denti.
    Era un fottuto labirinto, ed ai suoi occhi appariva pericolosissimo.

    Forse era arrivato in quel mondo nel giorno sbagliato, magari c'era una strana ricorrenza di cui non era al corrente oppure qualche giorno prima qualche straniero aveva fatto qualcosa di male; Ian non lo sapeva. Non aveva idea di cosa pensare, si sentiva soltanto fuori posto. Ignorato. A volte un po' schifato dal mondo. Sicuramente affamato ed assetato. Le persone che vollero rivolgergli la parola si limitarono a risposte semplici, per lo più cordiali, e puntualmente mal interpretate.

    Un esempio? Impiegarono quattro ore per trovare la taverna. Il motivo? Il vocabolo "taverna". Aveva chiesto di tutto, Ian - da Hotel a Cubo-bara - tranne "taverna". Per lui era "troppo scontato" che la chiamassero così solo perché sembrava di trovarsi in un'epoca medievale; Quello della taverna era solo "uno stereotipo", quindi "figurati se la chiamano così; Aspetta qui, vado a chiedere informazioni a quel tipo laggiù".
    In qualche modo credeva d'aver alimentato la tensione e l'odio di Rudolf, se non fosse per il fatto che comunque sia la sua missione era stata un successo: i due si trovavano davanti "Il Cappio di Bronzo". Stanchi? Sì. In stato confusionale? Un po'. Senza la minima idea di come avrebbero pagato? Ovvio. Ma ciò che importava era essere giunti alla meta; Al resto ci avrebbero pensato in un secondo momento.
     
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  2. Dogbert
     
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    Essere pervasi dal senso di irritazione non è piacevole. È... Beh, irritante di per sé. Quando è poi istigato da innumerevoli piccoli fastidi è come una belva tormentata da topi che tentano di rodere le sue zampe: suscettibile, impaziente ed emotivo.
    Ecco Rudolf descritto in questo momento.
    No, non è in quei giorni.
    Lui non li ha quei giorni.
    Anche se a volte potrebbe sembrarlo.
    A vessarlo non è la fame, la sete o la stanchezza. Non che non ne provasse. Si limita a rimandare queste necessità ad un momento più propizio per soddisfarle. A tenerlo sul chi vive è lo stesso meccanismo che preme sull'istinto di un animale carnivoro quando è al di fuori del suo territorio. Sente di essere estraneo, ospite perlopiù sgradito. E i mercanti che strillano, i vecchi che camminano lenti, i ragazzini che strillano, le guardie che cercano di essere le più gaggie...
    Tutto ciò fino al punto di rottura. Esiste un limite a tutto, inclusa la sua capacità di gestire il fastidio. Esplode. Come un'arma biologica che si rispetti: in maniera non convenzionale. Anziché cominciare a usare figli di puttana per picchiare altri figli di puttana inizia a dare sfogo a tutta la sua vis comica dal sapore squisitamente infantile.
    Inizia a sfoderare tutto il reperto: dal chiedere ossessivamente quanto manca al dover fare pipì ogni cento metri dal molestare verbalmente Ian suggerendo insulti verso chi stava andando a interrogare fino ai discorsi parossistici senza capo né coda degni di un delirio febbricitante.

    «Chiedi a quel signore dove possiamo trovare sua madre.»
    «Che succede se incroci un gatto con un cane?»
    «Chiedi alla ragazza se fa sconto comitiva.»
    «Crei un animale che litiga con sé stesso?»
    «Ehi, dì alla vecchia che le sono venute le ragnatele.»
    «Ma poi tenta di mordersi da solo senza apparente motivo?»
    «No non chiedere a quella racchia che poi ti infetta con la racchiggine che non si cura e finisce che devo sopprimerti sennò diventi brutto pure tu.»
    «Ma poi come si chiamerebbe l'ibrido? Catto? Gane? Sono orrendi come nomi.»
    «Ehiiii chiedi a quello zuccherino se vuole farsi un giro sulla giostra più compatta al mondo dai. Se ci sta ti passo qualche foto.»
    «Io preferisco Gane. Ok si chiamerà Gane.»
    «Solletica lo scroto alla guardia e giustificati dicendo che è così che ci si saluta con rispetto da dove veniamo. Dai. Nun t'aregge.»
    «Ma secondo te il Gane finisce per odiare sé stesso così tanto che diventa emo?»
    «Chiedi a quella tipa se si è rifatta le tette o meno e tocca per controllare.»
    «Io non voglio un Gane emo. Poi si fa crescere il pelo sulla fronte per fare il ciuffo, non vede dove mette le zampe e finisce per sbattere la testa.»
    «Chiedi al vecchio se conosce il suolo, poi dagli un calcio al bastone e digli che glielo hai appena fatto incontrare.»
    «Ma se il Gane poi diventa emo, come fa a tagliarsi senza pollice opponibile? Deve farglielo il padrone?»
    «Uuuhh, guarda, un cucciolo di scimmia. Deve essere randagio, non ha il collare. Possiamo adottarlo? Giuro che lo porto io a fare i bisognini.»

     
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    Ezazél
    Ezazél non era uno stalker. Davvero. A volte, però, capitava che il piccolo bibliotecario desse involontariamente quell'impressione.
    Il suo problema era che, in quanto adepto della Via del Mondo, trovava molto interessanti i comportamenti altrui. Il suo terzo hobby preferito (dopo la lettura e il giocare a palla) era il people watching - che è come il bird watching, ma con meno rametti nei capelli.
    Aveva persino il binocolo.

    Quel giorno stava gironzolando per la piazza di Laputa, cercando un buon punto di osservazione. Camminava col nasino all'insù, cercando un lampione o un terrazzino su cui arrampicarsi, quando all'improvvisò si bloccò in mezzo al selciato. Le orecchiette da gatto scattarono in alto, gli occhioni si spalancarono.
    Una frase lo aveva colpito. Parole udite di sfuggita, che spiccarono in mezzo al normale brusio di sottofondo tipico del centro città.

    «Che succede se incroci un gatto con un cane?»

    Ottima domanda! Chi era stato a parlare? Due uomini alti che camminavano a pochi metri da lui, e che subito quatto quatto si mise a seguire.
    Si drappeggiò i lunghi capelli biondi a mò di sciarpa, per evitare di farseli calpestare. Voleva sapere come continuava la conversazione, ma a quanto pare era stato solo un commento casuale. Uffi! L'altro tipo non pareva in vena di dialogare.
    Il chiacchierone invece insisteva.

    «Crei un animale che litiga con sé stesso?»

    Un sorrisetto arricciò le labbra dello spiritello.
    Quei due gli stavano simpatici. Cosa stavano facendo esattamente? Non parevano avere una direzione precisa: vagavano qua e là, l'uno osservando tutto con attenzione, l'altro facendo commenti stupidi.
    Turisti? Naufraghi spaesati? Di certo non erano del luogo. Continuò a seguirli, incuriosito dalle loro maniere.

    Lui non era uno stalker, davvero. Non era colpa sua se era piccolo e svelto, così abile nel nascondersi tra le gambe delle persone. Dopo qualche minuto, però, si stufò di essere un osservatore passivo: voleva fare amicizia col signore che faceva le battute buffe.
    I due però erano così alti e così impegnati. Come attirare la loro attenzione?

    TOCK.

    Punzecchiando il culo del tizio ciarlone con il suo fido bastoncino, che domande. Così facendo, saggiando la consistenza della carne, avrebbe anche potuto capire da dove arrivavano.
    E se erano naufraghi, forse avrebbe potuto dare una mano.

    Energia: 100%

    Artefatto utilizzato:
    CITAZIONE
    Bastoncino punzecchianaufraghi
    Un ramoscello lungo quanto un braccio di Ezazèl, ovvero 20 cm scarsi. L'oggetto viene utilizzato per punzecchiare tutta la gente strana e più o meno svenuta che si trova sul percorso, allo scopo di comprendere se la persona:
    - Sia viva
    - Morda
    - Sia naufraga
    Le incredibili proprietà di questo bastoncino permettono infatti di comprendere la Dimensione di provenienza dell'individuo e da quanto egli sia su Endlos, grazie a dati scientifici incontrovertibili quale la morbidezza della sua carne e il rumore che fa il poveraccio quando lo punzecchi.

    Passive:
    A librarian's Life - bonus destrezza +50%
    Babelfish - Comprensione linguaggio animale
    Memoria Enciclopedica - passiva di sapienza storica
     
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2 replies since 18/12/2015, 22:14   67 views
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