New World, New Hope

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  1. Marcus «
     
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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:110% | SCHEDA
    Era ormai notte fonda, potevo capirlo benissimo dall'oscurità che aveva avvolto il mondo fuori dalle finestre del laboratorio, una visione a cui oramai mi ero abituato da tempo: il mio orario di lavoro si era allungato sempre di più e ogni giorno spegnevo le luci e chiudevo le porte sempre più tardi. Alcuni dei miei colleghi avevano iniziato a farsi domande sui miei straordinari incredibilmente lunghi: "forse ha bisogno di soldi" dicevano. La verità è che avevo bisogno di speranza.
    Nell'ultimo periodo le chiamate dall'ospedale si erano fatte sempre più rare, forse anche i medici stavano perdendo le speranze e come biasimarli. Ad ogni modo quel giorno era stato diverso dagli altri: avevo ricevuto la visita da un professorone piuttosto importante dell'istituto, si era presentato in laboratorio nella mattinata per discutere riguardo le mie "condizioni", avevo ancora quelle parole stampate a fuoco nella mente: "Figliolo..." mi aveva fissato con lo sguardo di chi osserva un cane malato di rabbia "non so come dirtelo ma... vedi, alcuni dei miei colleghi stanno spingendo perché tu abbandoni la ricerca: non esiste scienza su questo mondo che possa salvarti".

    Mi ripresi dal mio stato di catalessi all'improvviso, il suono della cappa aspirante in sottofondo iniziava a diventare fastidioso, quel continuo ronzare mi faceva prudere le meningi e rendeva difficoltoso pensare. Questa era ovviamente la malattia che si faceva sentire: solitamente si preannunciava con emicranie e dolori brevi e momentanei ma ogni giorno che passava si facevano sempre più frequenti e intensi; ormai ero costretto a viaggiare con scatole di antidolorifici nello zaino per non venire colto da un attacco improvviso.

    Cacciai via il fastidio e ripresi nelle mie attività di pulizia dell'attrezzatura, per la giornata ormai avevo dato tutto ciò che potevo ed erano ormai le cinque della mattina, era ora di rincasare e buttare giù qualche appunto per le prossime ricerche. Una volta terminato mi diressi subito verso lo spogliatoio e appoggiai il camice in un angolo, afferrando poi lo zaino contenente i miei libri. Senza prestare troppa attenzione mossi una mano per aprire la cerniera esterna e un grosso tomo scivolò fuori dal contenitore colpendomi un piede; non fu un impatto troppo doloroso ma fu sufficiente a farmi trasalire leggermente, mi chinai quindi per raccogliere il volume steso sul pavimento che riconobbi subito dalla copertina: era una lettura piuttosto interessante che mi aveva prestato un collega qualche giorno prima, "Teoria del parallelismo dell'universo". Fu in quel preciso istante che mi colpì, non una fitta di dolore ma bensì un'ispirazione: mi ritornarono in mente le parole del professore: "...non esiste scienza su questo mondo che possa salvarti".
    "...su questo mondo...".
    Forse era solo disperazione o follia ma ormai non avevo più nulla da perdere. Raccolsi le mie cose e uscì dal laboratorio mentre l'alba si presentava alle porte.

    MESI DOPO, IN UN DIVERSO PIANO DELL'ESISTENZA

    Sabbia, sabbia a perdita d'occhio. Non riuscivo bene a ricordare ciò che era successo nelle ore precedenti, la mia testa pulsava e batteva come un tamburo e sentivo la gola secca e dolorante, come se avessi urlato tutto il fiato che avevo in corpo. Come era arrivato lì ? Mi pareva di essermi svegliato in casa mia quella mattina, eppure ora mi trovavo in un deserto... Forse ero impazzito completamente a causa della malattia, eppure mi sentivo incredibilmente lucido. Forse stavo sognando allora, eppure il caldo era reale e la sensazione ruvida della sabbia sulla pelle era nitida. Mi scrollai i capelli da alcuni fastidiosi granelli e mi infilai una mano nella tasca della felpa per fare lo stesso, ad ogni modo percepì subito la presenza di un piccolo oggettino al suo interno. Nel pugno stavo stringendo un piccolo foglietto di carta accartocciato e sbavato da dell'inchiostro nero, su di esso alcune parole erano ancora leggibili: "L'esperimento funzionerà, il Maelstrom è forte [...] cura grazie alla magia e alla scienza, il mondo su cui cadrai si chiama Endlos".
    Ci misi ben poco per realizzare il significato di quella nota, il respiro mi si strozzò in gola e i miei occhi si ingrandirono al concepimento di ciò che era accaduto: non ero più nel mio mondo, ero in un piano totalmente diverso, sconosciuto, inesplorato e forse ostile. Sul mio viso si fece spazio un largo sorriso, forse sarei morto di stenti in quel mare di sabbia ma la sola idea di avere una piccola possibilità di trovare una cura mi donava una forza che mi aveva abbandonato ormai da mesi: speranza.
    |STATO FISICO: ok
    |STATO MENTALE: ok
    |TECNICHE UTILIZZATE: X
    |AZIONI PRESE: X

    |ELENCO PASSIVE:

    [ESPERIENZA] Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
    [Passiva di instant-casting]

    [LA MALATTIA] Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
    [Passiva di incremento energetico +10% & Passiva di malus fisico -50% in resistenza]
     
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    Ho scoperto che volare mi piace.
    Non ho ali, ma un comodo cuscino di sabbia sofficissima. Fa caldo, ma l'aria che fendo in velocità è piacevole. Mi accarezza la pelle, mi scompiglia i capelli e fa danzare il mio mah'ri come una bizzarra sciarpa da aviatore. Chiudo gli occhi. Allargo le braccia. Inspiro.
    Sono il padrone dello Yuzrab!
    Il mondo è mio!
    Tutto ciò che è illuminato dal sole è il mio regn-!
    Okay basta. E' che mi gaso facilmente quando sono così in alto, nei miei elementi naturali: il caldo, il vento e la solitudine. Tutti i miei pensieri negativi vengono spazzati via e si sparpagliano come i granelli di sabbia prodotti dalla scia della mia nuvola magica. L'ansia che mi ha attanagliato per giorni e notti sembra rimasta a terra.
    Ho l'anima messa male, sì.
    Potrei rimanerci secco, già.
    Però guardo un bel panorama. Sento il tocco leggero dell'aria calda. Percepisco la magia dell'esistere qui ed ora.
    Dovrei volare più spesso: è definitivamente meglio della meditazione.

    Rallento e scendo un po' di quota, stendendomi con la pancia sulla nuvola di sabbia e la testa tra le mani. I granelli che strusciano sulla cicatrice fanno un piacevole solletico.

    « Mmmh? »
    Hey, ma lì sotto c'è qualcosa. Qualcosa che non sembra nè una roccia, nè un mostro, nè un miraggio di acqua. Sembra più una persona. Da sola.
    Ora, io non sono esattamente un esperto di questo mondo, ma una cosa la so: sorvolare il deserto è un conto.
    Camminarci invece mi sa che può essere fatale.

    Frenata aerea, inversione a U e repentina discesa. E' davvero una persona e... boh, non mi da l'idea di essere pericolosa.

    « Ehi, tu. » Mi fermo a qualche metro da lui, in piedi sulla nuvola ancora sospesa. Occhi più indagatori che timorosi.
    Non è un merovisho, questo è poco ma sicuro. Sarà un naufrago? O una vittima di qualche imboscata di briganti? Strano però, questa non è una rotta commerciale.
    « Che diamine stai facendo qui? » C'è una vaga nota di rimprovero nella mia domanda: insomma, questo non è proprio il luogo migliore per fare due passi. Certa gente dovrebbe avere più rispetto della propria vita, eh!



    ♦ Stato fisico: Ottimale
    ♦ Stato mentale: Curioso
    ♦ Energia: 90% (100 -10)

    ♦ Passive:
    Ciò che resta di Waza [Eterna giovinezza + Connessione spirituale con Waza | GdR only]
    Vivo, più o meno [Immunità a fame, sete e sonno. Influenzabile da tecniche attive]
    Anima Camaleontina ["Mimetizzazione" spirituale (Maschera dell'Anima)]
    Rivelazione delle Ossa [Auspex sensibile ai resti organici + Auspex spirituale]

    ♦ Attive:
    ♦ يطيع الرمال ~ La Sabbia Obbedisce
    Il Concordato dello Yuzrab ha concesso agli Eversori la manipolazione della sabbia. Questo elemento è ciò che più rappresenta l'intero Presidio del Sud - oltre alla violenza. Il manto del deserto accompagna i prescelti e seguirà i loro ordini. La sabbia assumerà una composizione specifica per ogni Eversore, poiché molteplici sono i caratteri e le storie dei mercenari di Merovish. Gli spiriti che risiedono in tutto il Sud ascolteranno le invocazioni, creando per loro il costrutto di sabbia che hanno scelto. Gli artefatti del deserto sprigioneranno la propria forza adattandosi allo stile di combattimento dell’utilizzatore.
    ► Nuvola d'oro
    La sabbia controllata da Xar è molto chiara e luminosa, praticamente dorata. Essa si raccoglie e si raggruma sotto forma di una piccola nuvola fluttuante di dimensioni variabili, ma mai superiori ai due metri quadrati. E' un mezzo di trasporto comodo e veloce: salendoci sopra Xar può usarla per volare e arrivare in posti difficili da raggiungere a piedi, o può scegliere di sfruttarla anche in combattimento (in questo caso l'altezza massima sarà solo 5 metri). Fuori dal combattimento la nuvola può portare al massimo tre persone: Xar più due passeggeri.
    [Tecnica di Volo | Consumo Medio | Durata Lunga]




    Edited by Nyuu - 23/12/2015, 16:04
     
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  3. Marcus «
     
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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:110% | SCHEDA
    Ormai era già da qualche minuto che ero seduto in mezzo alla sabbia, mi ero coperto la testa utilizzando il cappuccio della felpa sperando di evitare un colpo di sole che poteva risultarmi letale in quelle condizioni. Sapevo che prima o poi avrei dovuto iniziare a camminare cercando una via di fuga da quell'inferno di sabbia ma la verità è che non avevo la più pallida idea di dove andare, quel luogo era nuovo per me e, come se non bastasse, non vi era niente in vista per chilometri e chilometri, avrei potuto prendere una direzione a caso e sperare, certamente, probabilmente però sarei finito solo con il girare in grandi cerchi, dopotutto era facile perdere il senso della direzione in un deserto. Ormai stavo iniziando a perdere le speranze quando ad un tratto udì una voce richiamare la mia attenzione, mi guardai attorno incuriosito e allarmato allo stesso tempo, non vi era nessuno nella zona circostante. Fu con mia grandissima sorpresa che, una volta alzato lo sguardo, notai quello che pareva un ragazzino volare nella mia direzione, sì: volare, su una nuvola di quella che pareva sabbia per altro.
    [Io... io]
    Rimasi talmente sorpreso dalla scena che il mio cervello si bloccò per un istante non riuscendo a formulare una risposta sensata, dopotutto non avevo mai visto gente volare se non su aeroplani o elicotteri.
    [Non lo so in realtà... Io credo di essere arrivato qui da un altro mondo.]
    Probabilmente dopo quella affermazione il giovane mi avrebbe preso per pazzo ma dopotutto era lui quello che stava volando sopra della sabbia, quindi non feci più di tanto caso all'assurdità della situazione in cui mi trovavo.
    [Questo posto, questo mondo... si chiama Endlos, giusto ?]
    Chiesi dopo un breve pausa necessaria per raccogliere le idee. Questa era una domanda di fondamentale importanza: dovevo assolutamente sapere se ciò che era riportato sulla nota era vero o meno, se ero veramente finito in un mondo diverso dal mio allora avrei avuto la possibilità di sperimentare con nuove tecnologie, scienze e forse anche con la magia da quel che riportava il messaggio mezzo cancellato. Speravo inoltre che quel ragazzo potesse aiutarmi, non pareva possedere cattive intenzioni in quanto mi aveva avvicinato lui per primo ma ciò non significava che fosse un'anima pia disposto ad aiutare tutti i matti che incontrava per il deserto.
    |STATO FISICO: ok
    |STATO MENTALE: ok
    |TECNICHE UTILIZZATE: X
    |AZIONI PRESE: X

    |ELENCO PASSIVE:

    [ESPERIENZA] Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
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    E quindi alla fine è davvero un naufrago. Figo. E' la prima volta che ne incontro uno fresco fresco di arrivo. Sembra il me stesso di qualche mese fa, tutto confuso e stralunato da un mondo completamente nuovo, solo che io ero apparso in mezzo alle rovine di Daleli.
    Almeno lì c'era un po' d'ombra.

    « Sei su Endlos, esatto. Precisamente nel Sud di Endlos. Questo è il deserto dello Yuzrab. »
    « Benvenuto. » ...Immagino?
    Sono vagamente in imbarazzo. Che dovrei fare, la guida turistica? Cioè non posso mica lasciarlo qui, ma caricarlo sulla mia nuvola così subito farebbe pizzicare il mio istinto diffidente, quello che di solito se ne esce con robe tipo: "Non fidarti! Magari è uno spietato assassino che adesca le sue vittime fingendosi un naufrago!"
    Di solito ha ragione una volta su dieci, ma nonsisamai.

    Beh, facciamo un passo alla volta.
    Lentamente, la nuvola scende fino a sfiorare il manto del deserto. Poi puff, si dissolve nell'aria in un tripudio di granelli dorati che volano via e si mescolano alla semplice sabbia.
    Atterro in piedi con tutta la leggerezza dei miei quarantuno chili, e lì rimango.

    « Succede spesso, sai? Che la gente arrivi qui da altri mondi. Anche se il Sud non è proprio il posto più facile per ambientarsi. » Spallucce e smorfia di rassegnazione. Merovish può essere un po' un trauma le prime volte, con i suoi cunicoli bazzicati dalla feccia del peggior genere. Ma a questo ci si può pensare dopo.
    Ora mi preme capire se chi ho davanti è o non è un potenziale pericolo alla mia persona.

    « Tanto per curiosità, come è successo? Era programmato o no? » Suppongo di no, vista la sua mancanza di equipaggiamento. Alcuni usano dei portali dimensionali, altri magie o rituali, o scienza sperimentale. Altri ancora ci arrivano per vie traverse apparentemente inspiegabili.
    Incrocio le braccia e assottiglio lo sguardo.
    Modalità investigativa: on.



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    Edited by Nyuu - 25/12/2015, 21:47
     
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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:110% | SCHEDA
    Osservo il ragazzo mentre inizia a discendere dolcemente verso il suolo: quella nuvola dorata stava attirando tutto il mio interesse in quel preciso istante, la mia mente faceva fatica a concepire ancora l'esistenza della magia in quel piano parallelo, sempre se di magia si trattava ovviamente. Una volta scomparso nel nulla quel bizzarro mezzo di trasporto la mia attenzione si focalizzò di nuovo tutta sul ragazzino minuto, la sua successiva affermazione mi incuriosì non poco: allora non ero l'unico ne il primo ad essere arrivato da altri mondi e, anzi, a quanto pareva si trattava quasi di una norma in quel piano, una cosa alquanto interessante che necessitava approfondimenti.
    [Credo di sì in realtà, era già da qualche mese che facevo ricerche su possibilità di viaggio extradimensionale, il problema...]
    Una lieve pausa nel mio discorso, giusto per prendere fiato, il caldo mi stava tagliando il respiro e iniziavo a percepire un lieve fastidio alle meningi.
    [Il problema è che erano solo teorie stese su carta, non ho idea di come ho fatto ad arrivare qui, in realtà non ho ricordo della giornata di oggi prima di questo preciso istante.]
    In realtà la mia era più curiosità che una vera necessità di sapere, dopotutto il mio obbiettivo era stato raggiunto: il come non mi importava più di tanto, forse ero riuscito a creare una macchina e il viaggio attraverso le dimensioni aveva interferito con il mio cervello in qualche modo ? Questa era una possibile ipotesi dopotutto.
    Solo in quell'istante mi accorsi di essere ancora seduto in mezzo alla sabbia e, soprattutto, di non essermi ancora presentato a modo. Mi alzai lentamente da terra facendo perno con entrambe le braccia e una volta in piedi mi avvicinai di qualche passo al giovane tendendo contemporaneamente una mano in segno di saluto, le alternative a questo punto erano due dopotutto: o il ragazzo era un assassino a cui piaceva chiacchierare con la sua vittima, oppure era del tutto innocuo. Sicuramente la seconda ipotesi era la più probabile.
    [Ad ogni modo il mio nome è Marco, molto piacere]
    Accenno un lieve sorriso mentre attendo una risposta da parte del giovane, dopotutto quante erano le probabilità di essere trovato in un deserto ? Forse era meglio farselo amico per farsi guidare verso la salvezza.
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    Più lo guardo e meno mi sembra pericoloso. Farfuglia qualcosa sui viaggi extradimensionali, ma dice di non avere memoria di come sia effettivamente arrivato qui. Inoltre non ha neanche una bella cera. Per carità, io non sarò il ritratto della salute, ma almeno riesco a sopportare il caldo.

    « Hm. » Non indietreggio. Studio, immobile, con gli occhi ridotti a due fessure. Ha la pelle davvero bianchiccia. E' normale? Non rischia di scottarsi tantissimo?
    « Xar. » Le braccia si rilassano, la mia manina ossuta va a ricambiare la stretta in quel gesto a cui non sono ancora abituato. E' che odio il contatto fisico, soprattutto se si tratta di estranei. Lo faccio solo per non dare l'impressione di essere più timoroso di quel che già sembro.

    « Allora, Marco. Mi pare di capire... » Comincio a girargli intorno squadrandolo da capo a piedi. « ...Che non hai nessun tipo di mezzo di trasporto. » Armi non ne vedo. Neanche l'ombra di un misero temperino. Ottimo.
    « E Merovish, l'unica Tana del Sud, non è proprio vicinissima. Dubito che riuscirai a raggiungerla a piedi nelle tue condizioni. » Tre giri a 360 gradi possono bastare. Mi fermo davanti a lui. « Ma si da il caso che io abbia la mia nuvola magica. »
    Pausa d'effetto.
    Non lo sto prendendo in giro, davvero. Voglio solo chiarire le nostre posizioni: sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, ok? Gli sto facendo un favore enorme, eh!
    Intanto alcuni granelli di sabbia cominciano a volteggiare ai miei piedi. Potrebbe sembrare il vento, ma in realtà è magia: sono semplicemente io che mi preparo a materializzare nuovamente la nuvola dorata.

    « Allora? Bada bene però: la mia nuvola non si può rubare. Io la controllo. Fai un solo passo falso e ti scaravento giù. » Sembro minaccioso? Ci ho provato, ma non sono mai sicuro dell'effetto finale.
    Comunque la prudenza non è mai troppa, soprattutto in una terra come il Sud.
    Se sopravviverà lo vedrà coi suoi occhi.



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    Xar. Uno strano nome per un ragazzo ma, dopotutto, venivo pur sempre da un'altro pianeta, certamente non stava a me giudicare. Ad ogni modo il giovane ricambiò la mia stretta di mano ma non pareva essere troppo a suo "agio"; in verità pareva essere sempre in guardia, pronto a scattare, da li a poco iniziò anche a girarmi attorno come per studiarmi dalla testa ai piedi; forse la poca fiducia riposta negli estranei derivava dall'inospitalità del luogo, forse anche io avrei dovuto iniziare a comportarmi in questo modo onde evitare un coltello fra le scapole appena arrivati a questa "tana" citata dal giovane.
    [Ti ringrazio molto per l'aiuto che mi stai offrendo, purtroppo non ho niente con me per ripagarti della gentilezza]
    Forse non una delle cose più intelligenti da dire ma sicuramente era meglio mettere subito le cose in chiaro, giusto per evitare problemi futuri del tipo: "io ti ho aiutato e ora devi pagare". Dopotutto non avevo nulla di valore con me, un dettaglio che stava lanciando qualche dubbio sulle modalità della mia partenza; forse era stato solo un incidente il mio arrivo su Endlos, dopotutto se fosse stata una cosa programmata attentamente mi sarei portato dietro una valigia o uno zaino, al limite un telefono che poteva risultare sempre utile ma niente, avevo solo i miei vestiti e, fortunatamente, un pacchetto di sigarette e uno di antidolorifici nelle tasche della felpa.
    Osservai i granelli di sabbia che iniziavano ad agitarsi ai piedi del ragazzo, non vi era vento nel deserto, quindi si trattava evidentemente della magia di prima, un fenomeno veramente affascinante.
    [Non ti preoccupare: non sono un ladro.]
    Mi affrettai a chiarire subito dopo l'insinuazione del giovane, certamente non volevo fregare il mio salvatore e poi il viaggio fino alla città mi avrebbe dato il modo di porre qualche domanda riguardo l'arte del ragazzo, cosa che mi apprestai a fare immediatamente mentre mi preparavo a salire sulla nuvola di sabbia assieme a Xar.
    [Perdona la domanda ma... Come ci riesci esattamente ?]
    Chiesi con un evidente timbro di curiosità nella mia voce, mentre con un dito indicavo la sabbia che obbediente si piegava al volere del suo padrone, dovevo sapere se esistevano metodi di apprendere la magia e farli miei, sicuramente queste arti mi avrebbero aiutato non poco nelle mie ricerche.
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    [LA MALATTIA] Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
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    Xar

    No, in effetti non sembra proprio un ladro. E' solo un naufrago disarmato e mezzo disidratato, ecco. Forse, ma forse forse forse, potrei cominciare a fidarmi e a farmelo amico.
    Dopotutto è meglio avere alleati che nemici, specialmente qui a Sud.

    « Non fa niente. » Rilasso il viso e faccio spallucce. « Facciamo che mi devi un favore. »
    La sabbia dorata struscia e volteggia fino a creare un grumo sempre più grande. Sembra quasi un cuscino, un magico puff volante: la comodità è la stessa, forse anche migliore. Sospesa a poche spanne dalle semplici sabbie sue cugine, attende solo di librarsi in volo.
    Hop! La nuvola non è così eterea come sembra, i granelli si addensano adattandosi al mio peso come un fluido non newtoniano. C'è spazio per due, forse anche tre persone. Sprofondo a gambe incrociate, aspettando l'insolito passeggero: siederà al mio fianco, non dietro.
    Non mi fido ancora così tanto.

    Sbatto le palpebre un paio di volte alla sua domanda. Come ci riesco? Intende i dettagli tecnici o cosa? Forse proviene da un mondo con poca magia?
    « Beh, sono uno sciamano. » Supercazzola in arrivo. Non posso mica spifferare che in realtà la manipolazione della sabbia è una specialità degli eversori.
    « E questa è opera di uno dei tanti spiriti della sabbia che risiedono nel deserto. Ho imparato a controllarlo, così come faccio con altri spiriti. » Che non è tutta la verità ma non è neanche del tutto falso. Notare la collanina che mi passo tra le dita, prego: ossicini, artigli, teschietti, scaglie e insetti cristallizzati nell'ambra. « Anche se la mia specialità sono gli spiriti animali. »
    Intanto la nuvola si alza placidamente in volo. Niente altezze vertiginose: una ventina di metri sono più che sufficienti per sorvolare lo Yuzrab. Nemmeno la velocità è elevatissima, ma abbastanza da scompigliare i capelli e richiedere un aumento del volume di voce.
    Puntiamo dritti verso Merovish.

    « Comoda, no? Funziona con la mia energia. O "mana", come la chiamano i maghi. »
    Continuo a guardarlo con la coda dell'occhio, più tranquillo di prima ma non meno vigile. « Tu invece cosa sai fare? Dovrai pur conoscere qualche trucchetto per difenderti. Non sei atterrato in un luogo proprio tranquillo, sai? »




    ♦ Stato fisico: Ottimale
    ♦ Stato mentale: Tranquillo
    ♦ Energia: 80%

    ♦ Passive:
    Ciò che resta di Waza [Eterna giovinezza + Connessione spirituale con Waza | GdR only]
    Vivo, più o meno [Immunità a fame, sete e sonno. Influenzabile da tecniche attive]
    Anima Camaleontina ["Mimetizzazione" spirituale (Maschera dell'Anima)]
    Rivelazione delle Ossa [Auspex sensibile ai resti organici + Auspex spirituale]

    ♦ Attive:
    ♦ يطيع الرمال ~ La Sabbia Obbedisce [1/2]
    Il Concordato dello Yuzrab ha concesso agli Eversori la manipolazione della sabbia. Questo elemento è ciò che più rappresenta l'intero Presidio del Sud - oltre alla violenza. Il manto del deserto accompagna i prescelti e seguirà i loro ordini. La sabbia assumerà una composizione specifica per ogni Eversore, poiché molteplici sono i caratteri e le storie dei mercenari di Merovish. Gli spiriti che risiedono in tutto il Sud ascolteranno le invocazioni, creando per loro il costrutto di sabbia che hanno scelto. Gli artefatti del deserto sprigioneranno la propria forza adattandosi allo stile di combattimento dell’utilizzatore.
    ► Nuvola d'oro
    La sabbia controllata da Xar è molto chiara e luminosa, praticamente dorata. Essa si raccoglie e si raggruma sotto forma di una piccola nuvola fluttuante di dimensioni variabili, ma mai superiori ai due metri quadrati. E' un mezzo di trasporto comodo e veloce: salendoci sopra Xar può usarla per volare e arrivare in posti difficili da raggiungere a piedi, o può scegliere di sfruttarla anche in combattimento (in questo caso l'altezza massima sarà solo 5 metri). Fuori dal combattimento la nuvola può portare al massimo tre persone: Xar più due passeggeri.
    [Tecnica di Volo | Consumo Medio | Durata Lunga]


     
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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:110% | SCHEDA
    La materializzazione della nuvola dorata fu prevista ma mi colse comunque di sorpresa, non avevo mai visto la magia in azione e la facilità con la quale il giovane riusciva a controllare la materia attorno a se mi lasciava sempre più basito. Una volta essermi seduto affianco al mio soccorritore, venendo avvolto delicatamente dalla sabbia del deserto che si muoveva e scorreva come acqua, la piccola nuvola inizio a sollevarsi dal terreno per poi fluttuare rapidamente in avanti, volando ad una velocità piuttosto sostenuta. La sensazione del vento che mi colpiva la pelle era incredibile, avevo già volato prima ma non era certo comparabile a quella esperienza unica.
    Xar era quindi uno sciamano, conoscevo il termine, nel mio mondo solitamente quel titolo veniva associato a certi individui di tribù primitive ma non vi era nulla di magico in loro, era più che altro un titolo culturale e religioso. Invece quel giovane possedeva una innata capacità di comunicare con gli spiriti e poterli controllare a suo piacimento, attingendo ad una certa fonte di energia definita da Xar come "mana".
    [Interessante.]
    Parlo più tra me e me a quella rivelazione mentre il mio cervello tenta ancora di accogliere razionalmente tutti gli eventi incredibili che si erano susseguiti durante quella mattinata, passo qualche secondo nel più profondo silenzio fissando a vuoto le sabbie che scorrono veloci sotto a noi, solo alla domanda del ragazzo mi scuoto da quello strano stato di torpore.
    [Io non conosco la magia e non sono bravo con le armi.]
    Affermo mentre faccio scorrere una mano sotto al mento cercando di asciugare qualche goccia di sudore che iniziava ad accumularsi a causa del caldo afoso. Io dopotutto ero solo un comune essere umano, in un mondo in cui di comune non pareva avere niente, forse sarei stato in svantaggio in quell'ambiente ostile ma anche io possedevo qualche asso nella manica: la mia scienza.
    [Però sì: conosco qualche trucchetto per difendermi. Sono piuttosto esperto nella chimica, con i giusti materiali posso creare esplosivi, veleni, acidi e altre sostanze utili.]
    Annuisco lentamente cercando di farmi coraggio per il duro lavoro che mi aspettava davanti, prima di tutto sarei dovuto sopravvivere per poter avere qualche speranza di trovare una cura. Mi voltai nuovamente verso il giovane, i miei occhi pieni di curiosità, di voglia di apprendere, speravo che il ragazzo avesse voglia di parlare perché avevo un sacco di domande da porgli riguardo questa "magia".
    [E si può apprendere ? La magia intendo.]
    Avrei fatto qualsiasi cosa per apprendere anche se il trafficare con materiale arcano andava contro la mia mentalità logica da scienziato, in quel preciso istante però non mi importava: ero sempre stato molto aperto alle nuove tecnologie e scienze, trovando la fase di apprendimento estremamente interessante e stimolante, chissà quante porte mi si sarebbero aperte una volta piegate al mio volere le arti arcane.
    |STATO FISICO: ok
    |STATO MENTALE: ok
    |TECNICHE UTILIZZATE: X
    |AZIONI PRESE: X

    |ELENCO PASSIVE:

    [ESPERIENZA] Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
    [Passiva di instant-casting]

    [LA MALATTIA] Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
    [Passiva di incremento energetico +10% & Passiva di malus fisico -50% in resistenza]
     
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    Xar

    ...Chimica? Dove ho già sentito questa parola? Ah sì, da Amber! Anche lei pasticcia con provette e intrugli dai vapori impestanti.
    Non è che io approvi tanto. E poi non mi sembra neanche tutto 'sto gran metodo difensivo. Lanciare boccette ai nemici, dico. Senza contare tutto il lavoro che c'è dietro a quelle miscele, e gli ingredienti da reperire, e il dover rifare tutto da capo se si sbaglia il procedimento.
    Nah, preferisco decisamente la magia.

    « Hmm. » Approvo poco, ma non disapprovo nemmeno. Tutto dipende dall'abilità del singolo individuo, immagino.
    Siamo quasi a Merovish. All'orizzonte si intravede già la grande roccia che si staglia in mezzo alle dune, l'unica entrata della Tana. E' stato fortunato, questo Marco: se fosse arrivato appena più lontano dalla città non l'avrei mica incrociato.
    « Oh sì. » Mi ridesto quando parla di magia. « Insomma, quasi tutti possono impararla. C'è chi è più bravo e chi è completamente negato. Credo dipenda anche dall'indole della persona. Però ci sono un sacco di tipi di magia. Tipo... »
    Fammici pensare. Beh, ci sono io. « Robe spirituali. » Sollevo un dito. « Psioniche. » Due dita. « Tipo gente che riesce a far volare oggetti col pensiero. » E molto altro. Penso a Violet e a tutte le sue onde d'urto psioniche. « Poi, le classiche magie elementali. » Tre dita. Ne ho viste poche, di queste, ma so che esistono e che sono potenti. Mai sottovalutare qualcuno che può spararti una palla di fuoco in faccia, insomma.
    E... E basta, credo? Ho sentito parlare delle illusioni, ma non le ho mai viste all'opera.
    « Io però conosco solo lo sciamanesimo. » "Solo". Come se l'intero ramo della magia spirituale non avesse altri millemila rami e sottomaterie.
    « Comunque, quella è l'entrata di Merovish. » Indico quella grande roccia sempre più vicina. « E' una città completamente sotterranea. Devi stare attento a un sacco di cose: ai cunicoli, ai ladri e agli assassini, ai truffatori, ai cunicoli, al buio... » Ho già detto cunicoli?
    Fisso lui con una certa preoccupazione: è fin troppo chiaro che è un naufrago appena arrivato. Lo prenderanno subito di mira.
    Sospirone.
    « Ti accompagnerò fino al centro della città. »




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    ♦ يطيع الرمال ~ La Sabbia Obbedisce [2/2]
    Il Concordato dello Yuzrab ha concesso agli Eversori la manipolazione della sabbia. Questo elemento è ciò che più rappresenta l'intero Presidio del Sud - oltre alla violenza. Il manto del deserto accompagna i prescelti e seguirà i loro ordini. La sabbia assumerà una composizione specifica per ogni Eversore, poiché molteplici sono i caratteri e le storie dei mercenari di Merovish. Gli spiriti che risiedono in tutto il Sud ascolteranno le invocazioni, creando per loro il costrutto di sabbia che hanno scelto. Gli artefatti del deserto sprigioneranno la propria forza adattandosi allo stile di combattimento dell’utilizzatore.
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    La sabbia controllata da Xar è molto chiara e luminosa, praticamente dorata. Essa si raccoglie e si raggruma sotto forma di una piccola nuvola fluttuante di dimensioni variabili, ma mai superiori ai due metri quadrati. E' un mezzo di trasporto comodo e veloce: salendoci sopra Xar può usarla per volare e arrivare in posti difficili da raggiungere a piedi, o può scegliere di sfruttarla anche in combattimento (in questo caso l'altezza massima sarà solo 5 metri). Fuori dal combattimento la nuvola può portare al massimo tre persone: Xar più due passeggeri.
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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:110% | SCHEDA
    La vista che mi si presentò davanti nei minuti successivi fu a dir poco impressionante. Lentamente dalle sabbie in lontananza emerse una monumentale struttura granitica, su di essa facevano bella mostra squarci e crepe, segni dell'inospitalità di quel clima. Quella era l'entrata per Merovish stando alle parole del ragazzo, rimasi ancora più sorpreso nello scoprire che si trattava di una città sotto la sabbia e non sopra, non esisteva nulla di simile nel mio mondo. Xar mi avvertì di tutte le cose che potevano nuocermi e sembrò, stranamente, preoccupato per la mia incolumità, tanto che si offrì di accompagnarmi fino in città.
    [...]
    Rimasi un attimo immobile sospirando profondamente, gli occhi fissi sulla superficie frastagliata della roccia, mi ritrovai istintivamente a stringermi forte un braccio scosso da tremori, pochi attimi dopo una fitta alle tempie mi colse di sorpresa facendomi digrignare i denti.
    [Xar]
    Iniziai a parlare sperando di cacciare via quel dolore crescente, ora iniziavo a sudare ancora di più, non per il caldo ma per lo sforzo nel rimanere concentrato.
    [Io ti sono grato del tuo aiuto, mi hai salvato la vita e non me ne dimenticherò, però...]
    Ritornai in silenzio un attimo stringendo un paio di volte gli occhi, iniziava a diventare difficoltoso pensare razionalmente.
    [Vedi, io sono venuto su Endlos per un motivo, sto cercando qualcosa che possa aiutarmi. Qualcosa che non posso ottenere nel mio mondo.]
    Sentì un liquido caldo scorrermi fuori dal naso, arrivando a toccarmi il labbro, il sapore ferroso del mio stesso sangue riempì per un attimo i miei pensieri. Mi mossi rapidamente con una mano pulendomi, sperando di non essere visto dal ragazzino e facendo finta di niente.
    [Qui però ho i mezzi per ottenere ciò che cerco. Ho ben compreso la pericolosità di questi luoghi ed è per questo che ti chiedo di poter proseguire da solo nei cunicoli.]
    No, non era il mio istinto suicida che si faceva sentire, semplicemente avevo un concetto ben chiaro in mente.
    [Devo imparare a sopravvivere in questo posto se voglio ottenere qualcosa, ti chiedo per questo di indicarmi la via verso la città e lasciarmi a me stesso. Se sopravvivrò magari ci rincontreremo, se morirò... beh, significa che non sono fatto per questo mondo.]
    Annuì convinto, anche il mal di testa iniziava a diminuire, per fortuna si trattava solo di un attacco momentaneo. Mi voltai solo in quel momento verso Xar, cercando di decifrare una possibile espressione sul suo viso, forse mi avrebbe considerato pazzo per quella richiesta ma non mi importava, non potevo farmi proteggere per sempre e prima o poi avrei dovuto comunque riattraversare i cunicoli per uscire, tanto valeva testare immediatamente la mia adattabilità a quel territorio.
    |STATO FISICO: ok
    |STATO MENTALE: ok
    |TECNICHE UTILIZZATE: X
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    |ELENCO PASSIVE:

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    [LA MALATTIA] Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
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    Planiamo. Man mano che ci avviciniamo alla gigantesca roccia la nuvola magica scende sempre di più, dolcemente, fino a sfiorare di pochi centimetri la semplice sabbia.
    Sembra tutto tranquillo, ma qualcosa traballa nel suo tono di voce. Starà solo male a causa della disidratazione?
    Lo guardo. No, anzi, quasi lo scansiono da quanto intensamente sto cercando di cogliere cosa non va. E io sono un ottimo osservatore.

    « ... » Sangue? Quello era sangue? E non nasconderti, cavolo!
    Ascolto tutto. Osservo tutto. E traggo qualche conclusione.
    Sta cercando qualcosa che possa aiutarlo? Qualcosa cosa? Aiutarlo come? Sembrava interessato alla magia. Vuole la magia. La magia può aiutarlo. Sta male, e la magia può aiutarlo.
    « Ho capito. » Non distolgo lo sguardo nemmeno per un attimo. Potremo essere più simili di quanto si direbbe: anche io sto cercando qualcosa che possa salvarmi da una fine orribile. Lui però non sembra avere l'anima rovinata come la mia. Qualsiasi cosa abbia, è un problema che non posso vedere con questi occhi.
    Ma una cosa è certa: è determinato a cavarsela da solo, e per questo ha tutto il mio rispetto.
    « Hai più palle di quanto pensavo. Ottimo, ti serviranno. » In quello stesso esatto momento veniamo avvolti dall'ombra della grande roccia. Grande effetto scenico, sembra quasi un presagio nato proprio per sottolineare le mie parole. Giuro che non l'ho fatto apposta.
    Il nostro mezzo di trasporto rallenta. Mi alzo sulla nuvola ancora in movimento e faccio cenno a lui di fare lo stesso: tra pochi secondi la sabbia magica scomparirà, e se qualcuno non vòrrà trovarsi col sedere a terra sarà meglio che si prepari ad atterrare in piedi.
    Puff. Ritorno sulla comunissima sabbia. Ogni volta mi sorprendo di come quei semplici granelli sembrino così poco comodi in confronto a quelli della nuvola magica.
    Siamo a meno di un centinaio di metri dall'entrata.

    « La vedi quella fenditura? » Quella che sto indicando con l'indice. « Si entra da lì. Troverai un labirinto di cunicoli: alcuni conducono al cuore della città, altri... Beh. » Un gesto sbrigativo con la mano. Davvero, non so se lo vuoi sapere.
    « Se segui i mercanti o le carovane non dovresti avere troppi problemi. Loro vanno quasi tutti al centro della Tana. » Io facevo così le prime volte, per memorizzare la strada giusta. « E diffida di chiunque. »
    Non fidarti di nessuno è, a mio modesto parere, la Prima Regola D'Oro di sopravvivenza a Merovish.

    Mi sa che è arrivato il momento dei saluti. Sfodero un altro dei miei migliori sguardi-scanner.
    « Spero che troverai quello che cerchi, Marco. Mi spiace non poterti offrire acqua o cibo, non ne ho. » Spallucce. Non mi rendo mai conto di quanto sono dannatamente fortunato a non avere bisogno di quel tipo di sostentamenti per sopravvivere.
    Allungo una mano. Eh? Cosa? L'ho fatto davvero? ...Imbarazzante.
    « U-uhm. Allora... Buona fortuna. »



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  13. Marcus «
     
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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:110% | SCHEDA
    Sorrisi lievemente all'affermazione del giovane, certamente la mia intenzione di proseguire da solo era dettata in parte dal mio coraggio, eppure non riuscivo a far stare ferme le mie mani, ancora percosse da un lieve tremore, questa volta non per colpa della malattia. Sapevo che in quelle caverne i possibili destini erano soltanto due: vita o morte. D'altra parte una volta raggiunta la città non era certamente detto che riuscissi a sopravvivere più di due giorni ma in fondo era inutile stare a pensare tutto questo, non avrebbe fatto altro che peggiorare la mia situazione mentale.
    Quando l'ombra dell'enorme roccia ci avvolse quasi tirai un sospiro di sollievo, certamente il caldo non era diminuito di molto ma potevo sentire la cima della mia testa bruciare per il semplice contatto con i raggi solari, qualche altro minuto così e mi sarei potuto sciogliere come un gelato. Non appena il giovane si solleva in piedi mi appresto ad imitarlo, ben consapevole che mancava ancora poco all'arrivo, compito che non mi risultò proprio del tutto facile a dire il vero, tenere l'equilibrio su quella massa quasi liquida e, per lo più, in movimento costante non era proprio un compito facile per una persona con le mie abilità atletiche. Rischiai quasi di cadere ma, quando la sabbia si dissolse sotto di noi, riuscì a mantenere sufficiente equilibrio per evitare davvero una pessima figura. Il giovane mi indicò una grande fenditura nella roccia, mi spiegò di seguire i mercanti e di non uscire fuori strada dato che i cunicoli erano un labirinto di gallerie, già potevo vedere un sentiero lievemente battuto, segno che qualcuno era passato di lì recentemente, le tracce fresche mi avrebbero di certo aiutato.
    Xar disse anche che avrebbe potuto offrirmi acqua o cibo ma non ne aveva con se in quel momento, non importava molto, per quanto fossi assetato non ero ancora disidratato e per ora non percepivo i morsi della fame, in città avrei poi cercato un modo per sfamarmi e dissetarmi, cosa abbastanza difficile dato che non avevo soldi o merce di scambio ma avrei escogitato qualcosa.
    [Ti ringrazio molto per l'aiuto che mi hai dato, sei stato anche troppo gentile con me.]
    Annuisco con un mezzo sorriso che mi increspa il volto mentre allungo il braccio ricambiando il saluto del giovane.
    [Se riuscirò a sopravvivere ai cunicoli e a Merovish spero di poterti rincontrare e restituire il favore un giorno.]
    Detto questo mi voltai verso l'enorme faccia rocciosa, presi un lungo respiro, salutai un'ultima volta il ragazzo con un cenno della mano e mossi il primo passo verso l'entrata, il dolore alla testa mi aveva lasciato e le mie mani non tremavano più, la curiosità aveva preso il sopravvento ora, la curiosità dell'ignoto e di ciò che avrei potuto trovare davanti a me.
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    [LA MALATTIA] Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
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