Rilascio

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    Drin, drin, drin.
    Un luogo, una data.
    Stringi le dita intorno al pomello e apri la porta. Apri la scatola di cartone, togliendo la maschera, te la metti, e sei pronto ad andare.
    Quando vedi la prima guardia, sai cosa fare. Alzi il braccio, la mano stretta in un pugno. Il respiro accelera, sotto le fibre della maschera. Ti prepari, avvicinandoti, di soppiato. Un attimo. Solo un attimo. Quello di cui hai bisogno... Ora!

    "Ehilà, salve, mi chiamo Goveshade e sono un mevcante assolutamente anonimo."
    Lo ammetto, non era quello che mi sarei aspettato. Sai, quando uno chiede una descrizione simile, si aspetta una cosa simile a, come si chiama? Hai presente quella storia dove quell'omino uccide tutta quella gente ma poi esce che era un sogno e in realtà ha ucciso un sacco di altra gente, ma non è andato proprio così? Comunque, non è importante. La mano stretta a pugno si apre, tramutandosi in un segno di saluto. I baffi posticci - si, so che definire un paio di baffi posticci, con annesso naso finto ed occhiali ed una parrucca bionda 'maschera' è un poco esagerato... Ma non potevo permettermi altro. - si scuotono, mossi involontariamente dal movimento del cranio al quale sono stati fissati, mentre il nostro protagonista continua la sua pantomima.
    "Sa, sono un mevcante di... hum... pezzi metallici!" L'altro braccio del nostro protagonista si sposta, e la mano - coperta da un guanto da cucina - va a battere sul fianco di una creatura metallica coperta di nastrini e con due ruote incollate alla gambe. Ai fianchi della creatura, due aste di legno la legano ad un carretto colmo di frammenti di ferro di vario genere. "Li voglio povtave... giù. E poi vendeve agli indigeni locali" Le mani indicano la direzione incriminata, per poi spostarsi dietro la schiena.

    "Quindi... posso andave?" L'obiettivo non è molto distante: il montacarichi che dovrebbe portarlo giù... se esiste ancora. In cinque anni cambiano parecchie cose, devo dire. Cos'è, foreshadowing? Da quando conosci parole così complesse? No, comunque. Solo una constatazione. Poi onestamente non ho mai capito come funzioni un montacarichi su un'isola volante. Comunque, la smetti con questo accento? Non è colpa mia, i baffi continuano a entrarmi tra i denti.
     
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  2. _MajinZ_
     
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    Nella sua vita Rhaziel ne aveva viste di cotte e di crude. Aveva assistito a tradimenti, ritorni, guerre e litigi di ogni tipo. Si era trovato ad affrontare strane creature, strane persone peggio delle creature e anche strane creature peggio delle persone. Insomma, aveva un'esperienza non indifferente nel campo delle cose particolari, ma sfortunatamente c'erano ancora delle cose che il suo occhio non aveva mai visto. Cose che nemmeno avrebbe voluto vedere... come ad esempio quel coso, non sapeva neanche come definirlo. Un ammasso di ferraglia con due gambe e un tubo di scappamento che gli spuntava dalla schiena. Si avvicinò a una guardia trascinando il carretto pieno di cianfrusaglie metalliche. Ma non era questa la stranezza.
    Certo, in molti potevano pensare che già la presenza di quell'essere potesse rappresentare un problema, ma non era vero. Stava semplicemente urlando ai quattro venti di essere una persona sospetta, soprattutto con una parrucca e dei baffi finti. Con tanto di nasone e occhiali, finti pure quelli. Rhaziel sospirò: sapeva di dover restare all'albero casa quella mattina. Invece aveva deciso di uscire. Sospirò.

    Ci penso io qui.

    Comunicò alla guardia mentre si avvicinava, squadrando meglio il simpatico truffatore. Quella lo riconobbe in quanto Aviatore e vedendo la situazione spinosa, decise di lasciar perdere. Che quella cosa camminasse era già una notizia, ma le sue scuse erano un po' troppo campate in aria.

    Da quel che so io, alle macchine assassine la sotto non interessa molto il commercio. Il loro unico hobby credo sia l'incenerire qualsiasi essere vivente vedano.

    Si, forse definire il curioso mercante come essere vivente non era proprio esatto, ma comunque camminava e sapeva ragionare, quindi alle macchine stava sicuramente antipatico.

    Quindi perché non mi dici davvero cos'hai intenzione di fare?

    E forse era meglio rispondere a un tizio con armi che gli spuntavano da ogni dove. Spada dietro alla schiena, incrociata con un fucile da cecchino. E poi dell'altro anche sotto la giacca, insomma, non era molto rassicurante. Aveva pure un occhio solo e la gente aveva paura di quelli con qualcosa in meno.

     
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    Beh, se volevi passare inosservato, non credo tu ce l'abbia fatta. Merda. Te lo dicevo che dovevi puntare sul cappuccio e affermare di essere un anti-eroe in cerca di redenzione. Se hanno fatto entrare quel tizio che abbiamo visto al cimitero, non vedo come avrebbero potuto negarti il passaggio. Hey, ci abbiamo provato l'altro volta e non ha funzionato. Certo, avevi affermato di essere un fottuto LICH e hai detto chiaramente di essere malvagio!
    Interrogato dall'omone orbo e armato di fucile e spadone, l'eroe che purtroppo abbiamo deciso di seguire tossicchia (sul come non saprei dirvi, visto che non ha trachea, polmoni, o altro) e tenta di arrabattarsi per trovare una risposta. Aspetta, hai detto fucile?

    Scenario uno: affermare ancora di essere un innocente mercante. Probabilità di riuscita? Non molte, onestamente. La cosa migliore che potrebbe capitarti è venire preso per mentecatto. "Uhm, si, diciamo che non sono stato completamente vevitievo con la scelta che ho fatto nel vocabolavio. Maledetti baffi." D'altro canto, come il nostro geniale protagonista si è appena reso conto, affermare di aver mentito in faccia a quella che sembra una guardia non sembra essere la migliore delle idee. Hey, perchè stai tentando di strizzare lo sguardo? Sai che non puoi farlo. Dovresti avere delle palpebre per farlo. Io sono convinto di conoscere questo tizio. Non credo. Ma si! Quante persone con un'arma da fuoco hai visto qui? Non molte, a dire la verità. Mentre a Immoren ne è pieno! Questo vuol dire che deve venire da lì! Come me! Beh, il fatto che abbia un fucile non vuol dire che venga da lì. In fondo, anche gli ornitorinchi hanno il becco, ma non per questo sono uccelli. Ornitoche? ... lascia perdere la metafora.
    "Io sono più un... impvesavio! Si. Uno scienziato! Voglio testave un... meccanismo... pev... vedeve se si può..." Ha parlato di macchine assassine. Prova a ancorarti a quello. Veeero. "Un meccanismo pev sfuggive ai mostvi che ci sono qui sotto! Un cammufamento contvo le macchine!" Per inciso, quando ci han tirato su, non mi ricordo nessuna macchina assassina, al massimo una bimba. Detto questo, se la situazione è quella che han detto, si spiegherebbe l'iniziale sospetto che è stato rivolto nei tuoi confronti.
    Aspetta, ma se viene da Immoren mi riconoscerà sicuramente! Ma non sei sic- Shht, sto pensando. Ecco: è grave. AH! Trovato. "Basta pvendeve questo..." E osserviamo la figura ammantata e mascherata avvicinarsi al carretto e cominciare a ravanarci come un cinghiala scava alla ricerca di un tartufo. "E questo. E ancova questo, e anche questo, si." E cominciare a tirare fuori placche metalliche di ogni genere. Poi, con tutta la maestria e eleganza per cui ormai lo conosciamo, il nostro protagonista stacca uno dei nastrini dalla sua bestia da soma e lo usa per legarsi sul capo una delle placche metalliche, a mò di maschera, coprendo completamente gli occhiali, i baffi, e la parrucca. Nasconde quindi brevemente le mani dietro la schiena, levandosi i guanti da cucina per svelare i guanti di metallo, e li agita davanti agli occhi della guardia in modo meccanico e artificioso. Il che, devo dire, trattandosi di un lich a vapore, gli risulta abbastanza facile. L'unico problema che ha è quando parla: la voce che emerge da sotto la maschera e dai baffi risulta decisamente distorta, complice il fatto che non può muovere più di tanto la mandibola.

    "Eh? Che cofa ne dice? Non è un tvaveftimento convincentiffimo? Eh?"
     
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  4. _MajinZ_
     
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    Rhaziel incrociò le braccia e inclinò leggermente la testa di lato, cercando in tutti i modi di decifrare quale tipo di “persona” avesse davanti, ma ogni tentativo stava andando lentamente a farsi benedire. Anzi, neanche troppo lentamente. Era comunque interessante come cercasse di tirarsi fuori dal pasticcio in cui si era infilato, da solo per altro, provando a essere in qualche modo umano... anche se non era per nulla credibile. La cosa di strizzare l'occhio poi, Rhaziel lo prese come uno scherzo davvero di pessimo gusto. Era complesso andare in giro senza un occhio, soprattutto in un mestiere in cui ne servivano almeno quattro.

    Un impresario... come vuoi.

    Il Cacciatore, un uomo scettico di natura, dubitava che quello fosse davvero un impresario o qualcosa del genere. E in questo caso non ci voleva un genio per capirlo, però era anche vero che Endlos era un mondo vasto, popolato da persone molto diverse... magari il nuovo modo di operare delle aziende prevedeva l'uso di mummie meccaniche. Era un'idea abbastanza stupida, ma forse c'era una piccola possibilità... ma no, cazzo. L'orbo scosse il capo, cosa stava pensando, era ovvio che quello stesse mentendo... ma in qualche modo l'aveva anche incuriosito. Così decise di vedere fino a quale punto si sarebbe spinto.

    Credi davvero che basti un camuffamento per ingannare le macchine?

    Domandò il mercenario senza crederci neanche troppo, mentre vedeva il coso trafficare con il suo carretto delle cianfrusaglie... disfandosi per altro del suo travestimento, ma era meglio sorvolare. Perché appunto iniziò a crearne un altro, facendo un collage di parti metalliche e nastrini, creando infine un copricapo di dubbio gusto. E in effetti i movimenti meccanici erano anche credibili, perfino la voce aveva un che di robotico. Però a Rhaziel venne un altro dubbio, riguardante proprio la gente a cui avrebbe venduto i suoi pezzi di ferraglia.

    Magari tu saresti credibile, ma gli umani? Come farebbero? Andare in giro con addosso del metallo li renderebbe solo più lenti.

    Era proprio curioso di sentire la risposta, questa volta. La cosa stava prendendo una piega esilarante, ma ovviamente Rhaziel non lo diede a vedere. Non ancora almeno, voleva farlo almeno alla terza sfilata di cazzate una dietro l'altra.

     
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    In effetti la sua domanda ha senso. Credi davvero che basti un camuffamento per ingannare le macchine? "Beh, fi." Ed essendo in parte macchina, credo di aver diritto a dire la mia. E in effetti anche questo ha senso. Ecco, liberati della placca metallica, e torna al tuo precedente travestimento: baffoni e parrucca bionda, senza però rimettersi i guanti da cucina, rimanendo quindi a metà, orribile ibrido fra l'umanità e le macchine. Hey, io non sono orribile.
    "Beh, gli umani non dovvebbevo venive con me. Io andvei giù, poi pvendevei cose da giù, e le vipovtevei su." Ma ha detto che giù ci sono le macchine assassine. "Ovviamente non cose assassine. Cose cavine. Cavvvine. Gvvv." Un dito metallico va ad alzare i baffoni. "Ca-ri-ne. Ecco, meglio. E poi potvei vendevle qui.
    Poi magavi pensandoci bene, con un po' di fantasia, si potvebbe adattave il cammufamento anche pev degli umani puvosangue."
    Il nostro protagonista tenta di mascherare la propria evidente non appartenenza al genere umano con l'astuta implicazione di essere un bastardo d qualche altra razza. "Si potvebbe magavi pvendeve un cavvettino metallico, mettevci sotto delle zampe finte, e montavci sopva un enovme fovnace! L'umano si nasconde dentvo la fovnace e BAM, tvavestimento pevfetto. Tvavestimento." Di nuovo, il dito alza i baffoni. "Tra-ves-ti-men-to. Maledetti baffoni, dovvò tagliavgli al più pvesto. Magavi si potvebbe anche accendeve la fovnace pev vendeve il tva... cammufamento più vealistico." Ed ora annuisce e si avvicina alla guardia, dandole una gomitatina, come a voler costruire un rapporto di complicità.

    "Quindi, tutto a posto, si? Posso andave, si?" Il nostro protagonista tenta di rivolgere uno sguardo coccoloso alla guardia, cosa che ovviamente, anche escludendo gli occhiali e la parrucca, non gli è possibile. Ci credi davvero, che ti lascerà andare?
     
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  6. _MajinZ_
     
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    Lo spaventapasseri meccanico doveva essere un tipo abbastanza masochista, visto che continuava a peggiorare la sua già pessima situazione di minuto in minuto, lasciando Rhaziel sempre più perplesso. Non riusciva a capire se lo faceva apposta o era davvero tutto casuale. E nel secondo caso era ancora peggio... ma il Cacciatore era una persona comprensibile, quindi decise di godersi quella cosa ancora per un po'. A Laputa non accadevano spesso cose così divertenti, a parte quando un grifone decideva di scagazzare una finestra. Sfondandola.

    Ma prima hai detto che vai la sotto per vendere, le tribù umane ci sono. Ma abitano ancora più sotto del sotto.

    Insomma, era passato dall'essere il titolare di un'impresa prettamente commerciale, per poi cambiare attività e diventare un carovaniere che trasportava ferraglia da Klemvor a Laputa. La cosa iniziava a farsi davvero sospetta.

    Stai dicendo che cucineresti un umano dentro la fornace?

    Non aveva detto davvero così, ma era un ragionamento abbastanza ovvio da fare, visto che un umano non faceva una bella fine dentro una fornace. Quello però non si arrendeva, arrivando anche a dare al mercenario la classica gomitatina amichevole e complice. In tutta risposta Rhaziel allargò di poco la parte inferiore dello spolverino, scoprendo il cinturone con appeso il suo revolver a tre canne. Non gli piacevano quelli che si avvicinavano troppo.

    Mh, vediamo... la licenza da commerciante dov'è? E dovrei vedere il lasciapassare rilasciato dall'ufficio esteri di Laputa.

    L'occhio si fece a una fessura, mentre il castano richiedeva dei documenti che non esistevano neanche. Ecco si, adesso lo stava davvero prendendo in giro... una mossa scorretta, ma ormai voleva vedere fino a che punto si sarebbe spinto lo scheletro a vapore. Era convinto che prima o poi se ne sarebbe accorto che stava parlando con una persona che lo stava semplicemente prendendo in giro. Giusto perché si stava annoiando. Certe volte era davvero stronzo.

     
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    Quindi, lasciatemi ricapitolare: c'è un'isola volante, che vola sopra un posto pieno di macchine assassine, per citare la guardia, sotto alle quali ci sono delle tribù umane.
    E io che mi lamentavo di te, Ombra-Avvizzita. Vedi? Non sono così male. Sei perfetto. Per quest'ambientazione. Hey, grazie. Voleva essere un insulto.

    "Ah, quindi tutto ha senso! Ova si spiega: io volevo andave di sotto pev cammuffavmi tva le macchine, entvave nelle tvibù locali, e quindi vendeve lovo le mie cose, e quelle che vaccoglievò nel viaggio! Logica inattaccabile, non tvova?" Tvova. Guarda, per la prossima volta, ti consiglio seriamente di investire in un sacco di yuta con sopra disegnato un volto. Sarà più realistico di questo. "E, uhm, avete vagione. Mi dimentico sempve che gli essevi umani non sono ignifughi. Fovse si potvebbe investive in una tuta di amianto... o magavi una capsula di cemento..." Il nostro protagonista si gira e comincia a ravanare nuovamente all'interno del suo carretto. Mi spiace, niente amianto o cemento. Dopo qualche istante, sconfitto, si rimette i guantoni da cucina e torna a dedicarsi al suo interlocutore. "Fovse questa idea della fovnace andvebbe vipensata."

    Hey, guarda, ha una pistola a tre canne. Ce ne sono, su Immoren? Ora che me lo fai notare, no. Cosa vuol dire questo? Che è un inventore! COME ME! Hai ragione, è pieno di inventore che girano in giro con due armi da fuoco, quello che credo sia uno spadone, ed una corazza e... Hey, io lo faccio. Tu sei un idiota. E sopratutto, tu non sei un inventore, non ti ho ancora visto inventare alcunchè. Ai miei tempi ho inventato un sacco di cose! Comunque, potrebbe anche voler dire che non viene da Immoren. È quello che sto cercando di dirti da cinque minuti. Esiste un solo modo per esserne certi - Dargli fuoco e interrogare la sua anima, dopo averla torturata per giorni? Non credo di essere abbastanza potente da aggredirlo così, in pieno gio- Chiedere è troppo? O chiedere, veeeero.
    "Hey, pev cuviosità, tu vieni da Immoven? Immo... Im-mo-ren? Ecco, maledetti baffoni. Comunque, dicevo, uhm... non sono cevto di aveve quelle licence e quel lasciapassave. Quando sono entvato qui non mi hanno chiesto alcunchè." Il nostro protagonista effettua una prova di diplomazia! "Sono pvopvio necessavi? Eh? Eh?" Non credo sia riuscita. "Se si, dov'è l'ufficio che li vilascia?"
     
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  8. _MajinZ_
     
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    La situazione stava lentamente degenerando, passando da divertente a ridicolo nel giro di pochi istanti... quindi era forse meglio definire il tutto come un'inesorabile caduta libera. A parte le idee del catorcio, tutte davvero discutibili, a sorprendere Rhaziel era il fatto che quello strano personaggio non si accorgesse della presa in giro e l'uomo si stava davvero impegnando a tirare fuori scuse sempre meno credibili. Era un po' come sparare sulla Croce Rossa di Endlos. Già, in molti definirebbero tutto questo “cattiveria gratuita”, prendersela con un credulone non era mai bello... ma tutto ciò era tremendamente divertente.

    Decisamente.

    Aveva pensato davvero di creare una fornace da usare come travestimento. Una fornace accesa. E credeva davvero alle sue parole, senza accorgersi che il confine tra commerciante disperato e macchina assassina era più sottile di quanto potesse pensare. Ad ogni modo la minaccia delle armi non sembrava funzionare, anzi, ottenne l'effetto contrario a quello sperato: rese infatti il tizio più curioso che spaventato... il che era un male.

    No, sono nativo di Endlos.

    Rispose il Cacciatore, accorgendosi di come quel catorcio non fosse completamente ritardato, ma sembrava essere in grado di far funzionare i probabili ingranaggi che si trovavano nella sua testa. Rhaziel però era pronto a dare una risposta convincente, così da continuare a perpetrare con crudeltà il suo spietato passatempo. Dai, prima o poi se ne sarebbe accorto. DOVEVA accorgersene per forza... così almeno Rhaziel l'avrebbe lasciato passare, almeno per pietà. Scherzone.

    Questi documenti vengono rilasciati quando qualcuno lascia Laputa, in quando giungendo qui sopra si diventa appunto cittadini del Presidio. Cazzata numero uno. L'ufficio che li rilascia si trova nella città alta, si tratta dell'ufficio... Ci pensò un po', doveva essere qualcosa di credibile. Ufficio dei Lasciapassare. Bam, cazzata numero due.

    Rhaziel annuì convintissimo, anche se quel lato tremante della sua bocca, che preannunciava un'imminente risata o anche una qualche malattia brutta, non lo faceva risultare molto credibile... la sua furbacchionata non aveva ancora molta vita. Doveva sbrigarsi a concludere lo scherzo, altrimenti quel tizio l'avrebbe sicuramente scoperto. Ne dubitava abbastanza, però era sempre meglio essere prudenti.

     
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    Vedi? Te l'avevo detto. Potrebbe star mentendo! Perchè dovrebbe? Perchè forse è un cacciatore di taglie che sta alle mie calcagna, e vuole prendersi la tua testa ed appenderla alla sua cintura! Ma non ha dei teschi alla cintura: perchè dovrebbe cominciare proprio con te? Non esiste che una tattica di risposta: l'inganno chiaro! Il che? Che diavolo stai dicendo? Cosa hai bevuto?
    "Quindi io sono un cittadino di Laputa." Se il teschio potesse sogghignare, lo farebbe; ma il punto è che non solo ne è fisicamente incapace in quanto teschio privo di muscoli, ma anche perchè dotato di una maschera con occhiali e baffoni. Si, lo so che l'ho già detto, volevo solo sottolinearlo nuovamente perchè la cosa è incredibilmente ridicola. "E tu non sei di Immoven." Anche questa è una ripetizione. Perchè ripeti le cose? Per esserne certo. Tra l'altro, nel dirlo, gli avambracci del nostro protagonista si alzano, andando in una posa alla Fonzie. Sapete chi è Fonzie? No? Fa niente.

    "Noi di Immoven siamo gente pacifica. Mevcanti." È questo l'inganno di cui stavi parlando prima? Grande inganno. Mio cugino ne avrebbe fatti di migliori. Aspetta, mio buon amico. Io non sono tuo amico. "Ah, le vostve infovmazioni sono state di gvande aiuto, si." La mano del protagonista scioglie la sua posa statuaria e va ad immergersi nel ciarpame del carretto. Afferra un pezzo di metallo dalla forma indescrivibile, quello che forse una volta era la testa di un'arma da lancio di una tribù primigena capace di tornare indietro dopo essere stata scagliata, ma che ora somiglia alla progenie infernale tra un'ascia e una catena, e lo porge alla 'guardia'. "Noi di Immoven cvediamo che la gentilezza vada vipagata in eguale quantità." Io personalmente mi offenderei a ricevere un simile dono, ma poi faccia quel che vuole, il tizio. Poi le mani tornano a frugare fra le tasche, estraendo infine un taccuino coperto di macchie di carbone e una matita, che prontamente scrive sulla prima pagina il nome dell'ufficio.
    Ah, se quanto ha detto vero, potrò andarmene - ma da libero cittadino, e non da prigioniero! Che gioia. E finalmente potremo abbandonare l'orribile isola volante. Dopo quest'ultimo pensiero, il 'mercante' di cui stiamo seguendo le avventure nasconde il taccuino e appoggia la mano sull'impropria bestia da soma meccanica che tira il suo carrellino e comincia lentamente a farle fare un'inversione ad U in mezzo alla strada.
     
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  10. _MajinZ_
     
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    Rhaziel ormai era sul punto di scoppiare a ridere, ma ormai lo scherzo era andato talmente avanti che era un peccato concluderlo con l'ammissione della presa in giro. Il Cacciatore decise di trattenersi e cercò di farlo con tutto se stesso, inghiottendo ogni risata e cancellando ogni pensiero buonista: aveva fatto lo stronzo fino ad ora, non poteva mica diventare buono tutto d'un colpo. Avrebbe fatto lo stronzo fino in fondo. Il tizio meccanico intanto era caduto nella trappola e ora era convinto di essere per davvero un cittadino ufficiale di Laputa. L'orbo comunque fece segno di diniego con la testa, non era di Immoren, anche se la parola “pacifici” cozzava davvero molto con l'aspetto di questo turista.

    Ne son felice.

    Oh ma tu pensa, era stato perfino utile. Fece un sorriso spropositato per la frase appena pronunciata, segno che ormai la ridarola stava per entrare in scena, ma per fortuna ci pensò la stessa vittima a metterci una toppa. Tirò fuori dal carretto una specie di... cosa... che un tempo era sicuramente qualcos'altro. Era proprio un brutto regalo, tipo quando reciclavano i regali degli altri anni e tu ti ritrovavi con l'orologio a forma di anatra che, stranamente, avevi riciclato a tua volta. Rhaziel afferrò quell'obbrobrio solo perché indossava dei guanti, altrimenti avrebbe gentilmente rifiutato... ma la situazione era talmente bella e surreale, che decise di fare almeno la persona educata. Almeno fino a quando sto tizio non si sarebbe accorto dell'inganno.

    ...grazie.

    Disse il mercenario con un tono abbastanza schifato, mentre il mercante decise di appuntarsi il nome dell'inesistente ufficio, facendo cadere quasi la mascella dell'altro. Rhaziel alla fine rimase affascinato, non credeva che bastasse così poco per fregare le persone strane. L'abitante di Immoren infatti riprese il suo carretto e lentamente iniziò a ritornare da dove era venuto. Affascinante. Magnifico. Era lo scherzo migliore di sempre. E ovviamente l'autore decise di non rivelare assolutamente nulla... era troppo bello.

    Alla prossima.

    E nulla, appena quello fu abbastanza lontano, Rhaziel si accasciò a terra per ridere a crepapelle, tenendosi perfino la pancia e attirando gli sguardi confusi delle guardie li presenti.

     
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