[Quest] World Collide, Act II: Dreadful London

Aizen, Alison.

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    Luogo: ??? - Strade Comuni



    Lo spiraglio a cono infuocato investì il barbiere. Tuttavia non fu un'ondata particolarmente efficacie e le svariate lingue formatesi con l'impatto parevano più sferrare timide frustate al corpo dell'uomo, piuttosto che lacerargli i vestiti e la carne come artigli incandescenti. Ancora più scossa, ancora più spaventata e sorpresa, gli occhi di dilatarono maggiormente quando vide una figura scura oltre l'ammasso infuocato. Poi, squarciando le rossi fauci, il suo nemico continuò la corsa fino a raggiungere inevitabilmente la bionda. L'enorme velocità e spavalderia, sopraffecero la pugile che si ritrovò indifesa a quel doppio attacco letale. Fortuna volle che le ferite inferte ai fianchi, in volo, non furono sufficienti a squarciare la carne in modo irreparabile. Le ferite si aprirono e fuoriuscì rapidamente del sangue, la pressione accelerò l'uscita del liquido rosso.
    "Ah..!" - gemette quasi osservando la scena a rallentatore. Gli occhi freddi e il viso inespressivo rendevano tutto più terrificante, come se qualsiasi cosa tentasse di fare fosse completamente vana. Non aveva speranza. Cadde rovinosamente al suolo sul fianco, mentre rapidamente portava entrambe le mani sulle ferite. Stramazzava tra lamenti, mentre la sua espressione mutò in conformità del dolore provato. Guardava le ferite e il suo avversario in continuazione, quasi dubitando ogni volta dell'accaduto per poi realizzare puntualmente che quella paura era divenuta realtà.

    Stava per morire, di nuovo. Aveva fallito, ancora. Era davvero necessario cadere tutte le volte prima di poter raggiungere un obiettivo? Come se il fato volesse infliggere sempre una lezione al limite della morte prima di permetterle di proseguire con la sua avventura. Ogni tentativo di risollevarsi era vano, non era più in grado di combattere, poteva solo sperare in un miracolo o attendere con ansia che la sua ora giungesse in fretta. Anche in quel momento, la bionda rimase coerente col suo carattere. Impaziente, voleva che quel momento finisse, nel bene o nel male. La sua fortuna sfacciata si confermò anche questa volta: un altro individuo fece la sua apparizione. Presa com'era dalla ferita, non si fece sorprendere. Era un uomo di bell'aspetto e portamento, dalla voce calma e pacata e dal linguaggio..sicuramente in contrapposizione con quello di Alison. Dorian il suo nome e sembrava conoscere molto bene il barbiere Todd. Troppo bene. Ordinò al suo scagnozzo Frank di raccogliere il suo stesso braccio e di portarsi via sia il rettile White, provato dalla battaglia ma evidentemente uscito come vincitore, e la straniera di quel mondo.
    "Ugh.." - più di una volta cominciò a vedere sfocato, segno che la ferita a lungo andare stava creando problemi alla ragazza. Almeno quelli erano suoi alleati e avevano tutta l'intenzione di darle una mano. I suoi salvatori, c'erano tanti punti interrogativi, ma sicuramente avrebbe avuto modo di ricevere tutte le informazioni e risposte necessarie.

    Luogo: ??? - Locale Sotterraneo



    "Ah!!" - gemette forte quando il senza cervello non prestò la minima attenzione ed afferrò, con la mano libera, la combattente per la vita. Il dolore lancinante tardò ad attenuarsi, perse le speranze, si lasciò andare evitando qualunque forma di resistenza. L'altro membro li raggiunse subito aggrappandosi a Frank. Alison ebbe modo di osservare, sotto sopra, lo scontro tra gli altri due. Dorian e Todd erano formidabili, l'ultimo era anche più provato, ma in qualche modo sembrò reggere più che bene lo scontro. Il primo invece parve essere molto sicuro di sé. Sfortunatamente, data la gravità delle ferite inferte, la bionda riuscì a seguire davvero poco dello scontro, lasciando cadere lo sguardo a vuoto di tanto in tanto. Avvertì l'effetto della gravità prima di chiudere gli occhi e lasciarsi ad un lungo riposo interrotto svariate volte. Stavano passando per le fogne, seguendo un percorso apparentemente labirintico, finirono dritti dritti in un luogo dall'aria vecchia e arronzata. Umidità e scarti descrivevano l'ambiente del locale sotterraneo.
    "Uoh!" - esclamò quando il bestione la lasciò facendola cadere sul pavimento. A fatica tentò di risollevarsi, ma non ebbe la voglia di lanciare una brutta occhiata su chi le aveva permesso una seconda occasione. Il locale era illuminato parzialmente, una voce anticipò la venuta di una coppia di persone. Un uomo vestito in modo trasandato con un cappello a cilindro e degli occhiali liquidò Frank scusandosi, l'altra pareva più anziana e, a parte il vestiario più ricco, portava una benda a coprire gli occhi.

    "Alison..ugh..Alison Jin Long.." - rispose ansimando e stringendo i denti per il dolore ancora fresco. Lo sguardo serio era più simile a quello di un cane che aveva subito una grossa batosta, ma che conservava ancora tutta la sua determinazione.
    "Immagino però che voi sappiate già chi sono.." - incredibile, ma forse vero..sarebbe la prima volta che lei, Alison Jin Long, sia conosciuta da qualcuno prima che lei stessa si presenti, allora era davvero famosa, da qualche parte tra i piani d'esistenza. Non ringraziò Madama Cassandra, non era nel suo stile, quindi preferì riporre l'attenzione sul dottor Jeckyll, cui aveva davvero molto da dirle..e da spiegarle.
    "Capisco.." - chiuse gli occhi apprendendo la notizia della fine del suo collega. Non che lo conoscesse, erano solo legati da quello che, apparentemente, doveva essere un destino comune. Invece come scherzo, fu deciso che uno dei due doveva morire e l'altro proseguire con il compito. Afferrò l'ampolla proposta, all'interno vi era un liquido verde, non era una persona schizzinosa, specie in una situazione come quella. Bevve l'intruglio tutto d'un fiato.
    "Anf.." - riprese fiato, gemendo ogni tanto per il dolore, teneva perennemente le braccia presso le due ferite più gravi, senza toccarle. Il Saltatore, era stato questo a uccidere il suo compagno. Van Helsing invece era il famigerato re che voleva la sua testa. Cominciavano a quadrare alcune cose, ma non era soddisfatta.
    "Viaggio tra le scacchiere..?" - ripeté in modo interrogativo, le balenò immediatamente l'idea che le scacchiere fossero un riferimento alle dimensioni. Sorprendente quanto perspicace poteva risultare la pugile, quindi evidentemente c'erano altri giocatori intenti ad occupare ruoli di quel pericolo e importante gioco.

    "A che gioco..stiamo giocando?" - domandò, poiché in fondo era stata spedita lì quasi alla cieca. Spinta solo da un senso di responsabilità che ancora non aveva trovato un valido fondamento, quasi giustificato dal semplice intuito al compiere tale avventura.
    "A che cazzo di gioco stiamo giocando?! Chi cazzo è questo re?!" - si agitò alterandosi, poi tossì e si piegò in due per ovvi motivi, mentre la voce andava via via a farsi benedire, strozzata dal dolore. Uno sfogo..per il suo fallimento.
    "Come..come ho fatto..a fallire così?" - si lasciò cadere, le ginocchia toccarono il suolo, mentre la chioma andava a coprire gran parte del volto. Portò il braccio destra alla fronte e con un gesto netto riportò al chiaro della luce il suo volto. Non era segnato dalla tristezza, provava rancore e rabbia, ma era consapevole che non c'era altro modo, che non poteva andare diversamente.
    "Ho bisogno di sapere tutto, dove sono..e cosa dovrei fare" - esatto, cosa doveva fare di preciso. Era tutto ancora vago, ancora mancante di spiegazioni. Dovevano mirare al re e fare scacco matto? Una spiegazione su ciò che sta succedendo è ben gradita, la giovane ha bisogno di conoscere la situazione totale, l'evento che sta compromettendo non solo quella dimensione. Il fenomeno storico e inscrutabile che vuole intrecciare i pezzi di queste scacchiere.

    Stato Mentale: Normale - Non fallirò un'altra volta..
    Stato Fisico: Molto Ferita e stanca - Taglio lungo alla guancia sinistra, perforazione alla spalla destra, piccole contusioni alla schiena e due profondi tagli ai fianchi
    Energia: 30%
    Armi: Ember Celica - Colpi: 1 + 2 + 1 + 1
     
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    Alison..



    La ragazza avrebbe sentto gli effetti dell'intruglio a meno di un minuto dalla sua ingestione. Alcuni improvvisi crampi allo stomaco la avrebbero scossa per un istante, prima che avvertisse i tremiti dovuti alla ferita diminuire e il dolore attenuarsi. In breve anche respirare divenne più facile, anche se un torpore e un lieve indolenzimento lasciarono momentaneamente i suoi muscoli provati, come dopo un instenso sforzo. [Ferite subite ed energie spese recuperate del 50%]
    Intanto, le prime domande e affermazioni iniziarono a venir scambiate. All'inizio, con un dubbio, Jeckyll spostò lo sguardo sulla veggente, che lenta accarezzava un mazzo di tarocchi con fare distratto. In breve un cenno di diniego fu volto in risposta, mentre una giovane bassa e stanca veniva levata a sottolineare la cosa.
    -Solo cosa eravate e dove eravate, mia cara..
    L'altro annuì con un cenno di assenso, ora più sicuro, mentre l'uomo rettile raccoglieva prontamente un piccolo rotolo di bende e le posava con un cenno silenzioso al fianco della ospite, invitandola a bendare quanto restava delle ferite.
    -E' così, signorina Alison. Non siete i primi che soccorriamo..
    Aggiunse semplicemente, prima che le tue domande avessero inizio. La tua prima domanda, in particolare, lo spinse da subito a togliersi per un momento il cappello, passandosi le dita nei capelli appena scoloriti alle tempie.
    -Oh, cielo, domande difficili.. E' vitale tu capisca, che ti trovi in un impiccio enorme: questo gioco per quanto ne sappiamo coinvolge migliaia di mondi da migliaia di secoli, senza curarsi di tempo e spazio.. Ma forse è bene cominciare dall'inizio. Il nostro, almeno..
    Accennò con un sospiro, prendendo un vecchio sgabello e indicandoti una delle brande di fronte a se, mentre la veggente si accomodava su una simile e altrettanto malmessa, in un angolo appartato e il rettile incrociava le gambe sul terreno.
    Un leggero rumore indicò che il narratore si stava schiarendo la voce, prima che la narrazione iniziasse, lenta e costante.
    -Non sappiamo cosa sia questo gioco, ne chi ne sia l'artefice, ma esiste e ne siamo coinvolti ormai da oltre un decennio.. Il nostro mondo era un paradiso di scienza circondato dal mare: un'immensa città variopinta e pienqa di innovatori e geni emergenti. Ma ovviamente la scienza non nasce dal nulla, vecchio e nuovo si contendeva l'anima del mondo di Londra..-
    Un sorriso impacciato interruppe la narrazione, mentre ricordi probabilmente più nostalgici emergevano al descrivere gli eventi.
    -Un tempo la nostra dimensione era dominata da mostri e uomini, entrambi divisi fra luce e oscurità. L'avvento della tecnologia rese le cose più marcate, creando nuovi mostri come il nostro Frank e.. me, e donando agli uomini nuovi mezzi per imporsi. Noi.. siamo quanto rimane di quelle creature.. C'era un certo equilibrio, prima di questo, anche se le lotte di tutti i giorni ne facevano parte..-
    Concluse quel preludio, adagiandosi sullo schienale e squadrandoti, quasi aspettandosi di leggere un giudizio nel tuo viso. Ma riprese abbastanza in fretta, togliendosi gli occhiali per ripulirli con un fazzoletto logoro, più per nascondere l'aria accigliata forse, che per bisogno.
    -Poi, all'improvviso cominciò. Fu quasi una invasione: era un proclamo a tutto tondo. Apparirono, iniziarono a far sparire alcuni di noi e presto i primi vennero scelti. Anche noi, come voi, abbiamo avuto i primi pionieri.. Ne hai tuo malgrado conosciuti alcuni..-
    Un sorriso sconsolato si fece largo, quasi affranto, mentre gli occhiali venivano inforcati e le dita si intrecciavano in un movimento convulso.
    -Il signor Sweeney, un celebre barbiere ed artista, caduto in disgrazia dopo l'assassinio della figlia che lo portò a sterminare una famiglia nobile, il nostro Dorian Gray: un uomo toccato dagli antichi portenti dei giorni antichi, condannato a restare in vita mentre la sua anima appassisce al posto del suo corpo, il conte Vlad Tepes, uno dei più antichi e potenti di noi e il suo acerrimo rivale: il cacciatore Abraham Van Helsing..-
    La voce si spense lentamente in un sospiro, scuotendo il capo con un cenno esasperato.
    -Quattro di noi scelti senza alcun criterio, ma tutti ottimi uomini. Solo Vlad e Abraham avevano dei trascorsi: il nostro attuale re perso la giovane moglie per via di una malattia incurabile e, preso dalla disperazione chiese al conte di riportarla come non morta. Ma lei cambiò profondamente e lui la uccise.. Incolpò Vlad per molto tempo, prima di perdonarlo.. Ad ogni modo, andarono, svanirono nel nulla..-
    A questo punto un'esitazione si colse nettamente, mentre le sopracciglia si corrucciavano e un senso di impotenza si diramava dalla figura quasi contratta sullo sgabello.
    -Oh, viaggiarono molte volte, in molti mondi.. Sempre senza rivelare molto, ogni volta che tornavano erano sempre più logori, più segnati. Dorian.. Dorian ne risentì più di tutti, sembrò quasi staccarsi dalla realtà. Mi mostrò molte volte la sua anima, nel ritratto.. L'ultima volta..-
    Gli occhi vennero coperti con un cenno del capo, mentre le parole si mozzavano senza trovare seguito. Una voce giunse prontamente in suo soccorso, riprendendo il discorso.
    -Ad ogni modo, un giorno tornarono e non ripartirono più. Quella volta ci accorgemmo subito che era diverso..
    La veggente sfogliava lentamente le carte, parlando con voce atona, composta e distaccata.
    -Vlad non era con loro, Dorian da allora si è rifiutato di dirci cosa hanno visto e Abrham.. Lui era fuori di se: si rivoltò contro di noi e sembrava qualcosa avesse risvegliato e alimentato tutti i vecchi rancori: fu immediatamente chiaro che anche qualcosa nella mente del signor Todd si era guastato, lo seguì e per un pò svanirono..
    Un sospiro parve segnare che il dottor Jeckyll si era ripreso, poichè si raddrizzò appena e riprese, guardando verso il basso.
    -Quando Van Helsing ricomparse aveva dichiarato una crociata contro le creature della notte, sterminandole senza tregua. Presto iniziò a fare proseliti e a convogliare ogni sforzo nella tecnologia necessaria a sterminarci. Prima che ce ne rendessimo conto aveva preso il potere, il cielo era intossicato dai fumi di scarico e il sole era sparito. Noi, ci siamo ritrovati quì, nelle fogne.. Quelli rimasti..
    Con un sorriso vuoto, sollevò lo sguardo verso la figura della ragazza, accennando un diniego.
    -Abbiamo capito solo quando sono stati gli altri a venire da noi, non il contrario.. Avevamo perso. E' questo il gioco: la lotta per il proprio mondo. Cercate di arrivare in cima passando sui cadaveri dei mondi sconfitti.. Se doveste fallire.. Anche ora, ogni vostro fallimento si ripercuote sul vostro mondo. La pazzia dei nostri eroi, questa distruzione, il vostro arrivo: non è un caso. Forse non te ne sei resa conto, ma io sono uno scenziato..-
    Accennò lentamente, ergendosi quasi per farsi forza, prima di concludere.
    -La verità è che questo mondo stà morendo: il cielo è devastato dai fumi e il sole non ci tocca da anni, le acque sono intossicate dagli scarichi e la gente stà appassendo. I vecchi portenti sono estinti, sterminati dalla crociata del re.. Siamo condannati senza possibilità di scampo, tutto perchè quei quattro sono caduti.. E' una catena.. Inizi a capire? Questo gioco è una guerra al massacro.. Probabilmente persone come Dorian hanno portato sulle spalle il peso della fine di mondi già condannati, a cui dare il colpo finale per sopravvivere.. Allora non capivamo..-
    Detto ciò, fu la veggente a riprendere la parola, segno che il resto delle risposte erano nelle sue mani. Si ressettò un istante la gonna, prendendosi del tempo, prima di continuare.
    -Hai fallito perchè giochi a un gioco che non conosci: combatti contro chi ha già perso la via al termine della strada che tu hai appena iniziato a percorrere. Nella loro casa. Questo posto è diverso dagli altri e ognuno lo è da se stesso. Quì non c'è molta magia, la scienza impregna l'aria stessa e la forza dei muscoli è marchiata nella terra da secoli di lotte. Cose che altrove sono difficili, quì possono essere eseguite senza limite ne sforzo, mentre altre sono impossibili. Le differenze puoi saperle solo tu che hai visto entrambi i mondi e, scoprirle è vitale..-
    Detto ciò, per la prima volta accennò un breve sorriso, sollevando il capo.
    -Quando Dorian tornava con gli altri, portava sempre con se una chiave: questo gioco ha un obbiettivo e ogni giocatore lo conosce istintivamente. Pensaci attentamente, dal tuo arrivo quì devi aver intuito l'obbiettivo. C'è un motivo se le chiamiamo scacchiere..-


    CITAZIONE
    Quì è semplice, tira le somme e raccogli le nuove informazioni facendo mente locale. Forse questo ti aiuterà a focalizzarti e a portare tutto a termine. Certo, all'improvviso diventa un compito molto più spiacevole: una testa diventa molto più pesante da prendere quando conosci la storia che ci ruota intorno. Ma se non vuoi che quella testa diventi la tua..

    Scadenza: 10 aprile
    Ordine: Libero
    Domande: Bando di riferimento.
     
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    Luogo: Londra - Locale Sotterraneo



    Le si chiuse un occhio per i crampi allo stomaco causati dall'ingerimento di quell'intruglio particolare. L'altro occhio puntava al dottore che le aveva consegnato tale pozione, già era pronta a maledirlo per il male causato, quando poi si accorse che alcune delle ferite, anche le più gravi, cominciarono man mano a rimarginarsi. Anche le forse stavano tornando, tanto che la bionda non ebbe più difficoltà alcuna nel sollevarsi da terra ed erigersi in piedi. Anche stavolta non ringraziò, poiché non era nel suo stile. Troppo orgogliosa per mostrare la santa e buona educazione. Sapevano cos'erano e dov'erano, avevano soccorso altri individui, non era la sola a finire in quel mondo. O meglio..non erano i soli, dato che erano partiti in due da quel che sapeva. La pugile era intenta a comprendere a fatica le parole del dottore e dell'altra, per un attimo tutto ciò suonava filosoficamente astratto, oltre che complesso, qualcosa cui non poteva avere una risposta chiara. Una guerra che continuava da migliaia di anni e coinvolgeva tantissime dimensioni differenti. Londra, quella era la città in cui si trovava. Londra era un paradiso, Londra era perfetta prima che la tecnologia prendesse il sopravvento. Parlava di equilibrio e di fazioni, mostri e umani, oscurità e luce. Si sedette sulla branda indicata osservando curiosa come l'apparente cieca si adagiasse su un posto con una naturalezza tale da parere priva di deficit fisici. La narrazione continuò in modo lento e costante, a volte interrotta da qualche gesto o semplice pausa. La bionda appoggiò le mani sulla branda ai fianchi, accavallò la destra sulla sinistra e si tirò un pochino indietro col busto. Le Ember Celica poste ai piedi cozzarono tra loro durante il cambio di posizione, istintivamente sollevò il ginocchio per postarlo di qualche centimetro sopra l'altro, in modo da non ripetere la collisione.

    Il dottor Jeckyll continuò la storia. Alison lo guardava con particolare interesse, eppure al tempo stesso c'era qualcosa che non la convinceva. Anzi più di una cosa. Quattro nomi, quattro persone scelte a cui furono affidate delle responsabilità mai rivelate. Obiettivo che solo ognuno di loro conosceva. Viaggiarono tra le dimensioni, compirono eventuali imprese e ogni volta tornarono sempre più diversi da prima. Anche lei, probabilmente, se sarebbe stata in grado di ritornare al suo mondo sarebbe risultata diversa. Ma sul momento non lo credeva affatto. Non credeva che sarebbe mai cresciuta davvero, anzi, pensava di essere già abbastanza matura..quando, con ogni evidenza, non era vero. La bionda sbuffò divertita con una nota d'incredulità e ironia. Stava giusto per ribattere, per esporre ulteriori dubbi, quando quel sorrisetto si cancellò appena le fu ricordato del suo fallimento. Quella donna aveva ragione: Alison aveva partecipato ad un gioco senza conoscere le regole. La combattente è fatta così, quel tipo di persona che butterebbe a lato del divano il regolamento per cominciare subito a giocare, saltando anche il tutorial. Poi la frustrazione sarebbe seguita da sé fino a poi scoprire le meccaniche del gioco e come superare i vari livelli. Ogni volta che perdeva, tornava più forte di prima. Il livello d'abilità del barbiere era nettamente superiore al suo, ma ora Alison aveva compreso come funzionava lo specifico gioco di Londra. Sembrava possibile usufruire di più energia in un periodo relativamente breve. Cosa impossibile su Endlos. Era come se poteva superare i suoi limiti. D'altra parte..come giustamente fece notare la stessa donna bendata, potevano esserci cose possibili sul suo mondo, ma impossibili qui, a Londra.

    "Mi è difficile credere a tutto ciò" - cominciò dando un piccolo impulso con le mani per prostrarsi in avanti col busto. Appoggiò un braccio sul ginocchio destro, a sua volta sopra quello sinistro, e pose il gomito sinistro sopra l'altro braccio per posare il mento sul palmo della mano.
    "Sembra più una storia che riguarda unicamente alcuni amici tra loro" - scostò leggermente il viso dalla mano per evitare che le dita posate potessero coprire parte delle parole.
    "Inoltre non sono un mostro, ma un essere umano" - affermò gesticolando con la medesima mano, un gesto circolare. Poi si scompose e si alzò facendo qualche passo in una direzione casuale ed evitando ogni contatto visivo con gli altri.
    "Non m'importa niente né del vostro mondo né del mio" - affermò incrociando le braccia sotto al petto e dando le spalle ai restanti.
    "Voi credete esista una sorta di profezia? Che coinvolga degli eroi?" - domandò ma non diede tempo loro di rispondere. Si voltò all'improvviso lasciando cadere le braccia. Poi sollevò il braccio destro con l'indice teso.
    "Mi state dicendo che io devo rivestire i panni di un eroe?" - la voce si affievolì mentre il braccio tornò a cadere, fece un passo indietro - "Io non credo nell'esistenza degli eroi" - abbassò lo sguardo, poi guardò dritto negli occhi di ognuno di loro, o almeno nella loro posizione..contando la bendata.

    "Non mi tiro indietro di fronte alle mie responsabilità" - disse, quasi stesse cercando che qualcuno la convincesse che pure lei, una mezza criminale, poteva diventare qualcosa di più. Avere una fama, essere considerata un'eroina. Conservava sempre la speranza che un giorno poteva godere di simili privilegi consegnati dal fato, era forse quello il suo momento?
    "Scacchiere, eh? Quindi devo fare scacco matto?" - o meglio mirare a sconfiggere il re: Van Helsing, il cacciatore. Anche Alison era una cacciatrice, una piega di eventi inaspettata. Lui vedeva in lei come una minaccia maligna, lei vedeva in lui lo stesso.
    "Cosa succede..se fallisco?" - domandò, ma non era l'ultimo quesito, non si sarebbe ritirata per nessun motivo. Qualunque fosse il rischio, avrebbe messo in gioco se stessa. Era un gioco, lei non sopporta perdere, qualunque sia il tipo di gioco. Inoltre voleva la sua rivincita. Nessuno fa un torto ad Alison di quel genere per poi passarla liscia. Un altro nome aggiunto alla sua lista nera. Un altro individuo da uccidere a pugni. Vendicarsi e sfogare la rabbia della precedente sconfitta. Non avrebbe perso una seconda volta, nel caso. Poi sorrise, con un'espressione spavalda e arrogante.
    "A chi tocca muovere?"

    Stato Mentale: Normale - Destino o no, questa è una cosa che voglio fare!
    Stato Fisico: Ferita - Piccolo taglio alla guancia sinistra, piccola perforazione alla spalla destra e due tagli ai fianchi
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    Armi: Ember Celica - Colpi: 1 + 2 + 1 + 1
     
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    Alison..



    Il dottore la osservò lentamente, lasciandole il tempo di reagire a modo suo, dopo aver assorbito la notizia. Per un istante uno sguardo di intesa venne rivolto alla veggente cieca e impassibile, prima che un sorriso di vero divertimento si palesasse offuscato da un alone di stanchezza.
    -Al contrario, fu la tragedia causata da tutto questo a creare delle unioni, ma soprattutto.. Forse non hai colto la giusta prospettiva: chiunque abbia creato questo gioco, non ha lasciato ad alcuno di noi nessuna scelta..-
    Sottolineò lentamente, prima di socchiudere gli occhi con un sospiro, guardando di fronte a se, come a ripassare una formula già vista e rivista.
    -Una storia che va avanti da chissà quando e che in tanti posti ed epoche differenti non ha mai soddisfatto nessuno. Eppure prosegue in un ciclo senza fine. Ovviamente ci siamo posti delle domande: pensa a quello che sappiamo.. All'improvviso un mondo viene scosso da una dimostrazione di forza, delle persone vengono trascinate loro malgrado nel gioco, per la prima volta. Ovviamente la cosa non sembra grande quanto effettivamente è, così iniziano a giocare prima di rendersene conto..-
    Sottolinea con calma, punto dopo punto, squadrando la figura della giovane come ad aspettare che la comprensione la raggiunga.
    -Se vincessero potrebbero smettere.. Perchè non lo fanno? Vengono scelte le persone più disparate: eroismo? Vengono mandate su mondi già sconfitti e condannati, quindi lo escluderei.. Patriottismo? Sapendo che ogni errore potrebbe avere conseguenze terribili a lungo termine? No, un patriota finirebbe paralizzato dall'indecisione. No, invece è una ruota perfetta: sei quì, per tornare indietro dovrai vincere: se lo fai tutto ciò che ottieni è una proroga. La volta successiva potresti provare ad opporti, ma la dimostrazione di potere che ha dato il via a tutto ti spinge a farti delle domande: che conseguenze ci sarebbero per me? E soprattutto, se qualcun'altro andasse al posto mio e non fosse all'altezza, sarebbe presto il gioco a venire da me, e a quel punto nessuno potrebbe più sfuggirgli.. -
    Quindi scosse il capo come a deridere se stesso, di fronte alla continua girandola di quel meccanismo.
    -Come se non bastasse, la sconfitta fa qualcosa a chi torna, qualcosa che lo rende un pericolo per l'intero piano, come una bomba ad orologeria pronta a trascinarlo nel baratro del gioco.. Profezia? Magari, mia cara.. Ma io direi che siamo solo pedine. L'unica risposta a cui siamo giunti è che sia necessario vincere il gioco per tirarsi fuori. Quelle chiavi dovranno pur aprire qualcosa.. Non metteranno fine al gioco, forse, ma potrebbero rappresentare il biglietto di uscita..-
    Concluso ciò, si limitò ad incrociare le braccia al petto, sollevando lo sguardo verso l'alto, quasi riflettendo sulla situazione in corso.
    -Più che l'eroe, temo tu debba fare una scelta: lottare o morire.. Vlad era proprio come te al principio, tornava sbraitando per salvare l'orgoglio ferito e ripartiva ogni volta ringhiando contro il creatore di questo labirinto senza uscite, pronto a trovarlo ovunque fosse.. All'inzio, già.. Credo che nessuno sia veramente indistruttibile dentro come crede, e i mondi sono tanti. Prima o poi qualcosa inizia a spezzarti..-
    Constatò stringendosi nelle spalle. Del resto chi ti stà davanti è conscio di essere poco più che un fantasma, intrappolato in un mondo agli sgoccioli.
    -..Dunque, se fallisci.. Beh, non saprei davvero dirti: Vlad non è tornato, Sweeney ha perso il senno, Dorian si è totalmente distaccato dalla realtà e Abraham.. Qualunque cosa sia tornata, quella NON è Abraham.. Qualunque cosa abbia fatto le regole, agisce in modo sottile.. Piuttosto mi preoccuperei di un altro dettaglio: uno di voi ha già fallito.. Potrebbe avere conseguenze..-
    Si soffermò, come per riflettere attentamente sulla cosa, ma appariva evidente che non aveva abbastanza cognizioni da dare una risposta certa: il dottore era una mente geniale, ma quello era troppo anche per lui.
    -..Ad ogni modo, ritengo che abbiamo guadagnato un pò di tempo: questo posto è sicuro per ora, non ci hanno mai trovati quì. A questo punto credo la scelta sia tua: noi possiamo portarti dal re, del resto.. Non abbiamo nulla da perdere, non abbiamo futuro ad ogni modo.. Purtroppo dovremo affrontare le sue pedine: anche escludendo Dorian e Sweeney, qualunque fato abbiano trovato, ci sono alcuni degli esseri umani più crudeli e pericolosi che questo mondo abbia mai visto: Jack il Saltatore, Jack lo Squartatore e lo stesso Van Helsing.. La scelta è tua, ma il tempo scorre: darà fuoco alla città pur di trovarti.. Devi scegliere tu come agire.-

    CITAZIONE
    La situazione è chiara quanto possibile: hai informazioni e congetture e la possibilità di scegliere se farti guidare nella tana del lupo. Puoi anche decidere di pianificare la cosa a modo tuo se preferisci, oppure di agire senza aiuto, gli scenari possibili sono molti: decidi quello che ti sembra più congeniale.

    Scadenza: 12 aprile
    Ordine: Libero
    Domande: Bando di riferimento.
     
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    Prede e cacciatori



    Luogo: Londra - Locale Sotterraneo



    Non avevano scelta. Non aveva scelta. Questo fece storcere il naso alla bionda. Non le piaceva per niente udire frasi del genere. Lei ha sempre scelta, anche se filosoficamente si poteva affermare che si crede di aver scelta quando tutto è predestinato. La bionda non sa queste cose e anche conoscendole non approverebbe a tale mentalità. Voleva ribattere, ma preferì prima ascoltare tutto il noioso discorso. D'altronde lei aveva già accettato l'incarico. Quando le cose si facevano troppo per le lunghe, perdeva la pazienza. Apparentemente si veniva scelti a caso..anzi, no, doveva esserci una regola sconosciuta, qualcosa cui, per forza di cose, era impossibile scoprire. Eroi, criminali, erano tutti uguali, non venivano giudicati gli individui secondo il loro ruolo nel mondo. Ma secondo ciò che ricoprivano nell'intersezione di tutti i mondi. Nella collisione tra essi. Inoltre non si diventava eroi..ma qualcosa di diverso, qualcosa che rimane a se stessi e che resta conosciuto solo a coloro che conoscono la storia e che sono attivamente partecipi al gioco. Nel mondo del scacchi, quando una pedina colpisce il re avversario, non riceve alcuna lode.
    "Pedine.." - ripeté a bassa voce fissando Madama Cassandra. Stando alle sue parole, l'unico modo per riappropriarsi della libertà era compiere il proprio obiettivo. Vincere il gioco. Se fosse riuscito a sconfiggere Van Helsing avrebbe riavuto la sua libertà a tempo indeterminato. Questo doveva essere la cosa più preoccupante. Non era detto che non sarebbe stata coinvolta in un ulteriore gioco. Quegli uomini..gli eroi di Londra, hanno tutti perso il loro titolo per compiere ciò che sentivano di portare a termine. Loro hanno varcato più e più volte il portale dimensionale del loro mondo, finendo in tanti altri. Era una sorte che sarebbe toccata pure ad Alison? In pratica..era una prescelta di Endlos? Destinata a sostenere il peso del suo mondo. Ma per quale motivo lei? Non aveva senso rifletterci, i presenti non potevano fornirle una risposta. Che fosse mica correlato alla sua fortissima determinazione? La sua capacità di rialzarsi sempre in qualunque situazione?

    "Non ho paura del fallimento" - affermò. Certo, era curiosa di sapere cosa rischiava. Così come loro non avevano nulla da perdere, nemmeno Alison aveva da perdere se non la sua stessa vita. Non aveva nessuno che l'aspettava. Nessuno che pensava costantemente a lei. Sola dall'inizio alla fine. Sola come quegli uomini cui hanno perso tutto? Magari è così che vengono scelte le persone..in base a quanto potevano scommettere, in base ai loro averi, in base alle loro convinzioni, caratteri. In base alla loro solitudine?
    "Se per vincere devo sconfiggere il loro re, allora pretendo di andare dritto da lui a spaccargli la faccia" - esordì determinata e seria. Voleva la sua testa? Avrebbe lei avuto la sua. Non si fa problemi a uccidere chi minaccia la sua vita. Van Helsing la stava cercando, avrebbe messo a fuoco tutta la città, secondo le parole della bendata. Lo avrebbe colto di sorpresa andando lei da lui. Qualcosa che non poteva aspettarsi e anche se così non fosse, l'importante era trovarsi al confronto. Ognuno doveva agire secondo i propri obiettivi. Alison agiva sia perché aveva da sistemare torti personali, come lo scontro con Todd e la minaccia del Re, sia perché era l'unico modo per tornare alla sua amata libertà.

    "Vorrei fare prima una deviazione" - Alison è sempre stata vendicativa e non lasciarla passare liscia al barbiere, doveva riprendersi la sua rivincita.
    "Quello di prima..Todd? Quei due, non sappiamo cos'è successo.." - poi si bloccò. Portò una mano al mento mentre lo sguardo scivolava sul pavimento seguendo, senza coscienza, una linea casuale.
    "No" - cambiò idea, oltre a non doversi lasciare distrarre da questioni minori, aveva il presentimento che avrebbe rivisto quel tipo. Dovevano affrontare le loro pedine per andare avanti. Avrebbe incontrato numerosi avversari e non l'avrebbe fatto da sola. Aveva bisogno di una mano, per forza. Era orgogliosa, ma questo è il gioco. Le pedine sono schierate in due fazioni. Chissà quale rappresentava Alison..il leader? Il re opposto? Era la speranza delle creature nascoste dell'oscurità? Proprio lei che, nel suo mondo, avrebbe preso le parti di Todd, o meglio ancora di Helsing.
    "O la mia testa o la sua, andiamo da questo cacciatore, devo fargli capire che ha sbagliato preda!" - esclamò mostrando un pugno. Già era stata preda svariate volte nel suo mondo, ci mancava pure in altri. Nonostante la gentilezza e la buona volontà nei suoi confronti, Alison giudicava i presenti solo materialmente. Loro erano stati costretti ad aiutarla e non perché era lei, ma perché era una prescelta. Quelle formalità non avevano peso, vada per la loro inclinazione caratteriale, vada perché riponevano, in un certo senso, speranza in lei. Non servì riferirlo, tutti erano consapevoli che per vincere la partita erano necessari sacrifici. Questo valeva anche per Alison, farebbe qualsiasi cosa per riprendersi la libertà, compresa morire.

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    Alison..



    In silenzio al suo posto, la figura di Jeckyll osservava in silenzio, quasi valutando le scelte dell'altra, mentre la situazione le veniva posta nei giusti termini. Quando questa concluse la sua decisione, la sua schiena si erse, lasciando che lo sguardo crucciato si facesse attento e pensieroso.
    -Bene. Non avrebbe senso tornare a cercarli: sarebbe rischioso e, ad ogni modo, il fato di noi tutti è segnato..
    Le ricordò, facendo un cenno alla silenziosa figura dell'uomo invisibile, che si sollevò cautamente dal posto, uscendo dalla stanza. Quindi si rivolse alla veggente, con un gesto blando.
    -Madama Cassandra, la prego di mandare un messaggio ai rifugi settendrionali. I mostri questa notte marceranno per l'ultima volta, verso il palazzo reale..
    Le confermò, mentre questa rivolgeva un cenno impercettibile, allontanandosi a sua volta in silenzio. La figura del dottore si volse, avvicinandosi ad uno dei mobili bassi e malmessi e inserendo una chiave, così da estrarne una cintura con alcuni involucri di cuoio imbottito, allacciandosela alla vita, sotto il lungo soprabito logoro.
    -Quest'oggi, nel bene o nel male, potrebbe essere l'ultima giornata di Londra..
    Accennò, rivolto più a se stesso che ad altri. La figura dell'uomo invisibile spunto nuovamente dalle ombre di una delle gallerie laterali, seguita dalla figura mastodontica e ricurva di Frank. Il dottore si avvicinò ai due con occhio critico, passando velocemente e con mano esperta le dita sul braccio apparentemente ricucito e annuendo soddisfatto.
    -Signorina, se sei pronta, è ora di mettersi in marcia: la strada nei tunnel è lunga e dobbiamo essere pronti a cogliere ogni minuto del diversivo che ci forniranno da nord. Usciremo direttamente nel palazzo, da un passaggio nella sala del trono. Oggi i fratelli azzanneranno alla gola i fratelli, senza nessuna pietà..
    Aggiunse alla fine, lanciandole uno sguardo duro.
    -Fa in modo che la cosa non sia inutile..
    Detto ciò la figura di Madama Cassandra emerse dal corridoio, confermando con un cenno del capo. Lo sguardo serafico e vacuo, privo di vista, era fermo in loro direzione con aria fatalista.
    -Addio, Signor Jekyll.. Bianco, Frank.-
    Si limitò a sentenziare, prima di volgere loro le spalle, quasi a porre fine ai saluti e a dare il via alla spedizione. Il dottore la scrutò per un istante cupo, prima di annuire.
    -In marcia!..
    Volgendosi si diresse verso una grossa grata aperta, diretta verso uno scuro tunnel che portava in direzione nord-ovest. Tubi e canali di scolo lo riempivano completamente, rischiarati malapena dalla luce elettrica e smorta di poche lanterne, disposte ad alcune decine di metri l'una dall'altra.
    La schiena del dottore era silenziosa, mentre lo sguardo si dirigeva talvolta verso l'alto, controllando le grate sigillate al termine degli svariati pioli di appoggio. Anche la figura del rettile invisibile era silenziosa, tornata sulla schiena della grande figura cupa di Frank, l'unica che pareva dimostrare con lo sguardo vispo, chiari segni di disagio e norvosismo.
    I tunnel si diramavano apparentemente in una rete senza fine, chilometri e chilometri di canali che passavano sotto la sterminata città che ricopriva quel mondo per larga parte. Il dottore non sembrava avere intenzione di aggiungere altro, guidandovi in un silenzio cupo, un silenzio comprensibile, se si rifletteva sulle implicazioni che quella spedizione aveva per lui. Li guidava verso la distruzione del proprio mondo e verso uno scontro all'ultimo sangue con un uomo che conosceva da tempo immemore, e che per quel mondo aveva combattuto a lungo, prima di portarlo sul baratro.
    L'odore caldo e umido, appiccicoso e sgradevole della fogna rendeva, assieme al paesaggio invariato, tutto una monotonia cupa e deprimente. Alcuni piccoli animaletti scivolavano negli angoli cupi, e anche un paio di occhi felini, dal bagliore dorato, vi seguirono nel cammino per alcuni istanti, prima di rincorrere qualcosa nella penombra. Il tempo era difficile a scorrere, vista la posta in palio. In mezzo a quello che ormai era un labirinto, non c'era via di ritorno e all'arrivo attendeva qualcosa di spiacevole, qualcosa che forse sarebbe stato meglio non incontrare. Ma ormai era tardi per i ripensamenti e l'unica cosa da chiedersi era se lo scorrere del tempo incessante fosse una condanna intollerabile o un rifugio passeggero che poteva finire da un momento allaltro.
    Poi, senza preavviso, in quella marcia incessante, il dottore si fermò dinnanzi a un vicolo cieco.
    -Ci siamo..-
    Asserì in un sussurro tetro. Avevate camminato per almeno un paio di ore, e ora eravate lì. Una mano tastò il muro con fare esperto, prima che questo tremasse crollando dall'altra parte in un roco rombo, seguito da una nube di polvere e detriti.
    Attraverso questa potevate scorgere una sele di pioli volti a formare una scala, che conduceva ad una piattaforma circolare simile ad una stretta balconata, sul cui lato sporgevano alcuni ingranaggi collegati ad una leva. Lentamente, uno alla volta, il gruppo ti precedette, salendo su quella balconata in silenzio e attendendo il tuo turno.
    A quel punto, la mano esile del dottore, trasse la catena a se.
    Uno stridio sordo accompagnò uno strattone improvviso, mentre la piattaforma ruotava, rivelando un varco in quella che doveva essere stata una porzione di finto muro. Dall'altra parte, un arazzo sembrava fare da tendaggio.
    -Potrebbe essere oltre l'arazzo. Ormai ci avrà sentiti.. Quando sei pronta.-
    Lo sguardo scivolò su di te, in attesa, assieme ad altre due paia di occhi. Ti avrebbero seguita non appena varcata la soglia. Cosa avresti trovato dall'altra parte?

    CITAZIONE
    Siamo al momento della verità.
    Dopo il lungo viaggio e le rivelazioni più disparate, sei vicino all'obbiettivo. Una cosa di cui non necessariamente si potrebbe essere felici, ma l'unico modo per saperlo è andare avanti. Ormai non è più possibile ripensarci, il trambusto per attivare il passaggio avrà messo in allerta chiunque fosse dall'altro lato.
    C'è solo una cosa da fare!

    Scadenza: 21 aprile
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    Ultima mossa



    Luogo: Londra - Locale Sotterraneo



    Il momento stava per giungere. L'atto finale, le ultime battute, l'ultima battaglia. Un obiettivo affidato dallo stesso destino. Non si conoscono le ragioni, le motivazioni dietro tale scopo. Quando è iniziato, come, dove, perché..tutte domande inutile e insensate. Il passato. Non conta più nulla, si guarda il presente e s'ignora il futuro imminente. Alison ragionava così, se prima voleva sapere perché era stata scelta lei, ora non le interessava più. L'importante non è sapere perché sia stata selezionata lei fra tutti, ma che attualmente aveva un grosso impegno da portare a termine, qualsiasi che poteva sconvolgere i destini di tutti i mondi..o almeno suonava di tale importanza. Lo ribadì lo stesso dottore: non serviva andare a controllare gli altri due, quindi la meta era decisa. Era pronta? Non poteva non negare tale nervoso. Una svergognata come lei non aveva mai provato tale sensazione. Un peso, un'assillante e intensa emozione d'ansia. Se falliva, tutto era finito. Ma..dipendeva davvero solo da lei? No, impossibile..non era la prescelta, bensì una di loro. C'erano tanti altri, pochi altri. Non aveva mai dato troppa importanza al destino, esso si forgia da se stessi, così pensava Alison, mentre altri credevano nella pura casualità o in qualcosa di prescritto. Lei non poteva fallire..anzi, non perché non voleva, non era un modo di dire. Non poteva di principio. Per definizione. Se questa volta il destino si era già pronunciato, aveva già vinto. Viva, morta, vittoria, sconfitta. Non importava il risultato, ma che ci fosse un risultato. Doveva adempiere al suo compito, al suo destino. Qualunque esso fosse, avrebbe comunque lasciato una traccia, per se stessa o per qualcun altro. Altrimenti non sarebbe lì..altrimenti quel gruppo di bestie, criminali, mostri, nascosti, non avrebbe sacrificato la propria vita per una semplice credenza.

    Luogo: Londra - Tunnel Sotterraneo



    Scrocchiò le ossa delle dita, ricambiando lo sguardo severo del dottore.
    "No di certo..se questo è il mio destino, lo compirò!" - era preoccupata, tanto tesa. Non era in complete forze e le munizioni scarseggiavano. Se questo Re era molto più forte del barbiere..sarebbe stato un vero problema. Poteva battere qualcuno più forte di chi non era riuscita a sconfiggere? Non era da sola. Seguì il gruppo: dovevano percorrere un lungo tragitto nei tunnel. L'addio a Madama Cassandra. Come se fosse normale, come se già lo sapessero..tutti più consci di lei. Alison guardò un'ultima volta la bendata, si voltò per prima..non amava quei momenti. Anzi, si era anche innervosita un pochino per una precisa parola detta dal dottore: addio. Aveva una linea di pensiero molto severa e determinata. Non ammetteva che qualcuno cadesse in tale errore. Tuttavia, lasciò correre, preferì tenersi qualche frase da dire in un altro momento..un altro di quelli tristi e nostalgici. Il viaggio si rivelò fastidiosamente silenzioso. Per quanto sembrassero conoscere molto del loro futuro, per quanto venivano identificati come i mostri di questa dimensione..mostravano bene la loro parte umana, anche se non era veramente corretto associare le caratteristiche di ansia, tensione e paura all'umanità. Però la bionda era umana e la maggior parte di loro erano antropomorfi, quindi le veniva spontaneo vederla su quest'ottica.

    Luogo: Londra - Piattaforma Circolare



    "Ci siamo..?" - ripeté guardandosi attorno e avanzando lentamente. Erano in un vicolo cieco. Jeckyll rivelò il passaggio segreto. Un ennesimo condotto scuro, l'ultimo. Avevano camminato più di due ore da quando erano usciti dal loro nascondiglio. Ogni passo era una nuotata verso la superficie, verso la decisione e, al contempo, il timore. Non aveva più segni di nervoso, tensione, tremore. L'espressione era perennemente seria, sguardo accigliato. Salirono quindi sulla piattaforma circolare.
    "Non l'avrei mai detto, spero di riuscirci, di cambiare qualcosa" - confessò la mezza criminale. In tutta la sua vita aveva sempre combattuto e aveva rischiato molte volte la sua vita. Aveva affrontate molte sfide, ma questa..questa era tutt'altra cosa. Non sapeva spiegarselo, era la prima volta. Tutto ciò che è "prima volta" non lo riconosce, non lo identifica. D'altra parte non era confusa o spaesata, sapeva bene cosa doveva fare e in cosa stava per cacciarsi. Un eroe. Cosa vuol dire eroe? Colui che viene riconosciuta per atti di una certa importanza? Alison poteva venire considerata eroina? Nessuno la vedeva, nessuno la conosceva..così pochi, da contare sulle dita una mano, potevano davvero raccontare questa storia. Un'eroina sconosciuta? Come se avesse importanza..si voltò verso il dottore.
    "Non dovresti dire mai "addio". Addio si dice solo quando si è morti e io non penso che tu..voi..siate condannati" - tornò a guardare verso l'obiettivo.
    "Non avresti dovuto dirlo e spero non debba venire l'occasione di farlo" - un gesto con entrambi i polsi: le Ember Celica cambiarono forma passando da bracciali a guanti da fuoco. Fece lo stesso con le caviglie. Aveva un proiettile in ciascuna arma. L'arma della mano destra ne conteneva un altro in più. Aveva poche carte in mano. Poche pedine in campo. Non aveva molte scelte o strategie, serviva quella risolutiva..quella per fare scacco matto sicuro. Difficile credere che ce ne siano più di una. Chiuse gli occhi per qualche istante, poi li riaprì lentamente. Pervasa da un forte senso di responsabilità e determinazione, concluse:
    "Sono pronta"

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    La Sala Del Trono



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    Alison..



    Un ultimo sguardo del dottore ti scruta di sfuggita, prima di posarsi verso il varco che siete ormai pronti ad attraversare. Le ultime parole che ti rivolge sono poche e brevi, quasi stanche.
    -Quando una veggente ti da un addio, è saggio rispondere mia cara.. Con l'età forse capirai. Qualunque cosa accada, ricorda che la nostra sopravvivenza è perfettamente inutile.-
    Citò, prima di farsi avanti, impettito, ergendosi quasi stesse per mostrarsi su un palco ben allestito. Gli altri due non replicano, limitandosi a sostenere quell'aria silenziosa e composta di ineluttabilità che li avvolge.
    Quando varchi la soglia la luce di alcuni ampi bracieri e di poche lampade soffuse ti abbaglia per un istante, dopo la penombra a cui siete stati sottoposti tanto a lungo.
    -E così, eccovi quì..Dopo tante tribolazioni le pedine sono tutte disposte ai miei piedi. E' la mia corona che volete? Temo di non avere nulla di così sfarzoso da offrire..



    La voce è matura e carismatica, incute un certo rispetto e un grado notevole di soggezione. Eppure una volta che lo sguardo si adegua alla luce si può scorgere una figura che ha poco a che vedere con quella di un tiranno dichiarato e assoluto: la sagoma è vestita di abiti semplici e logori, di una eleganza stinta non dissimile da quella dello stesso dottor Jeckyll. Al lungo soprabito si accosta un cappello largo e scuro, appena sguarcito. La figura è quella di un uomo di mezza età dai lunghi baffi e dalla barba severi e incanutiti da tempo e preoccupazioni. Eppure fra i tratti sottili e aguzzi del viso, severi e autoritari, due occhi di un azzurro chiaro e penetrante fanno capolino. E' la figura di un uomo di azione, che ha calcato abbastanza campi di battaglia da avere una innata sicurezza in se stesso.
    Affianco a lui fanno capolino la ben nota figura di quello che deve essere Il Saltatore, con le lucenti lenti della maschera puntate su di voi, mentre le gambe meccaniche lo tengono chino verso il suolo.
    Dall'altro lato invece una figura avvolta in una cappa scura, sormontata da un alto cappello a cilindro, ti scruta con un mezzo sogghigno, il volto elegante e piacente contratto da una distorta espressione di ferocia che pare specchiarsi nelle iridi nere e profonde. Senza dubbio Jack lo Squartatore.
    Ma ciò che più attira gli sguardi sono le teche poste ai lati della sala, lungo il lungo cammino che vi separa dal trono, sovrastato da uno dei tanti stendadi rossi e neri che portano le insegne dell'imperatore.
    Ogni teca ha al suo interno oggetti particolari e caratteristici: un arco e una freccia sovrastati da un piumato copricapo verde, un guanto dalle cui dita spuntano lunghe lame arrugginite, un diario blu simile allo sportello di una cabina e dozzine di altri, perfettamente in fila. L'ultima aggiunta, con lo sportello ancora aperto, sembra essere una gemma nera. Ai piedi di quest'ultimo è ancora accasciata una figura dal petto sfondato: la hai vista una volta sola, ma da abbastanza breve tempo da riconoscerla, visto che ti ha accompagnato all'arrivo su quel mondo.
    -Tanti sforzi per così poco.. Tutto ha una fine, anche io. Chiedo solo di finire di svolgere il mio compito.. A volte c'è bisogno di radere ogni cosa al suolo per poter ricostruire..
    Accennò lentamente la voce, strofinando qualcosa coi polpastrelli delle dita, prima di sollevarsi lasciandola ricadere sul trono imbottito: sembrerebbe una foto.
    -E' finita, Abe.. Non protrarre questo scempio: quanti mondi dovranno pagare ancora? E' follia..-
    Lo sguardo penetrante dell'altro si fermò sulla figura del dottore, quasi senza vederla davvero.
    -Henry Jeckyll.. Da quanto tempo.. Hai creato molti problemi. Una volta eri umano, ti è così difficile capire? Ma non ha importanza, alla fine pagheranno tutti.. -
    La voce si spenso in un cenno del capo, al quale i due Jack si mosserò all'unisono, facendosi avanti subito seguiti dalla figura dell'Imperatore. Quasi in risposta Jeckyll estrasse un'ampolla verdastra dalla cinta, movimento al cui Frank e il Bianco invisibile, si fecero avanti a loro volta, separandosi per mettersi sul cammine dei sicari del sovrano, quasi a delimitare i confini dello scontro.
    -Non esitare..-
    Poche parole, senza guardarti, prima che il tappo dell'ampolla cada al suolo risuonando nel silenzio e che l'ampolla venga avvicinata alle labbra.
    Dopo pochi istanti puoi scorgere un'ombra enorme, anche più robusta e imponente di Frank, oscurare il muro, laddove vi era Jeckyll. Gli abiti ora laceri facevano da sfondo ad un volto completamente privo di colore, se non per quello delle venature di un verde insolito e innaturale, che pareva rispecchiarsi negli occhi feroci. Al posto del dottore vi era una creatura che pareva aver preso vita dalla sua più profonda disperazione.
    Lo sguardo dell'imperatore si riempì di disprezzo.
    -Così hai scelto.. Morte..-
    La figura di Van Helsing scattò con una velocità impressionante, seppure non al livello di quella di Sweeney. Al tuo fianco un ringhio più simile ad un ruggito scosse le mura, mentre Hyde si faceva avanti a suo volta.
    Era cominciata.

    CITAZIONE
    Beh, poco da dire: ci ho messo un pò, sia per impegni crescenti, sia perchè volevo colmare un pò il divario di tempi fra le due quest.
    Ad ogni modo la situazione non ha bisogno di essere spiegata, ormai le scelte sono state prese e ciò che conta è l'ora e subito, quindi stà a te.
    Ti ho lasciato volutamente l'iniziativa in questo scontro, perchè una volta cominciata ti ritroverai in una vera e propria guerra senza quartiere, quindi potrebbe essere il tuo ultimo attimo di respiro.
    In bocca al lupo e occhio: le risorse sono ormai limitate, quindi talvolta sacrificare qualcosa potrebbe essere preferibile rispetto al confronto diretto, per arrivare al traguardo. Il cadavere del tuo collega è un monito più che sufficiente a ricordare che in questa quest si muore, credo. xD

    Scadenza: 26 aprile
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    Ultimo scontro



    Luogo: Londra - Piattaforma Circolare



    Preferì non rispondere. La bionda si sentiva schiacciata dal peso di una responsabilità apparentemente più grande di lei. La sua vita, fino ad ora, era segnata da una serie di fallimenti. Da battaglie che non riusciva a vincere, che non poteva vincere. In ogni dove, in ogni quando, la sua figura non veniva riconosciuta. Il suo nome non aveva fama. Tra organizzazioni segrete, mafia e altro, solo ora sembrava comprendere che, a volte, il destino riserva degli episodi eroici ma che non verranno mai ricordati. Solo ora, la giovane e intrepida pugile, capisce che non bisogna ricercare ad ogni costo un riconoscimento, ma essere abbastanza maturi da tener conto unicamente delle conseguenze che hanno le proprie azioni. Il tutto indipendentemente se queste vengano riconosciute o meno. Rende malinconici a pensarci.

    Luogo: Londra - Sala del Trono



    La Sala del Trono. Il trono del tiranno. Tre da una parte, quattro dall'altra. Per quanto numericamente siano superiore, ogni singolo membro di quell'imminente guerra sopravalutava o sottovalutava la propria fazione. Riponeva speranza o si sentiva sicura. Ci fu uno scambio di battute tra i vecchi non più amici. Alison rimase in silenzio per tutto il tempo. Non poteva intromettersi nei loro discorsi. Lei era estranea fondamentalmente. Il destino però la pensava diversamente, dato che l'aveva costretta a metter piede in quell'ambiente e le aveva affidato un compito importante..senza rivelarle il finale. La vittoria non era scontata, tutt'altro. Si sentiva tesa, era la prima volta che fremeva in un pentolone di emozioni contrastanti. Non era una scazzottata, non era uno scontro tra bande criminali..era una lotta che avrebbe deciso il destino dei mondi, il tutto all'insaputa dei numerosi abitanti del multiverso. Squadrò uno a uno gli avversari. Poi il suo sguardo si poso ai lati, su quella serie di teche..su quel corpo senza vita del compagno. Un fallimento. Forse non avrebbero dovuto separarsi. Non era il momento dei ripensamenti o rimorsi, non era tra le sue competenze la salvaguardia della vita del "partner". Le fu chiesto di non esitare. Tastava bene l'aria pressante del momento. Spaventoso ripensare al fatto che le loro vite non avevano alcun valore..o meglio, che potevano essere sacrificate. Che anche la sua vita dovesse giungere a tale termine? Morire per una causa superiore? Poteva compiere una simile impresa? Senz'altro no..però, forse, giunta sul momento avrebbe fatto la scelta più sensata, più giusta.

    Annuì senza proferire nemmeno una singola parola. Le risorse erano davvero esigue: proiettili contabili sulle dita di una mano e non era nel pieno delle sue forze. Probabilmente il vantaggio numerico era solo avvantaggiato da questi piccoli deficit. L'arroganza e la prepotenza non erano richieste, non c'era spazio per tanta superbia. Seria e controllata, si pose in guardia lentamente..poi tutto cominciò. I sei combattenti la precedettero correndo l'uno verso l'altro. Non era stato studiato alcun piano, non sapeva nulla delle abilità dei suoi avversari. Era tutto..da improvvisazione. Lei odia improvvisare, ma pare non ci sia altra scelta. Doveva agire senza curarsi della vita degli altri. Brutto da dire e pensare..ma era effettivamente così. Lo sguardo si accigliò, le labbra si strinsero, il capo si chinò appena. Riprese in determinazione e partì a sua volta. Doveva puntare tutto sull'inizio, prendere il più grande vantaggio possibile. Portò il braccio dietro e sparando un colpo sfruttò il rinculo per superare la linea amica e portarsi tra le due fazioni. Fece uscire le canne dei lanciafiamme e stese le braccia. Un piccolo impulso e uscirono fuori gli sbuffi letali di un drago. Con il massimo della potenza e dell'efficacia che poteva metterci. Spostava le braccia in direzioni dei suoi avversari creando una linea di fiamme. Sollevò, poi, il ginocchio destro e stese improvvisamente la gamba, quasi a dare un calcio a vuoto ad altezza petto: sparò un colpo che, a contatto con le fiamme, avrebbe creato un'esplosione considerevole, proprio come fece contro Sweeney. Quest'ultimo pareva più veloce dell'Imperatore. Fece la stessa cosa con l'altra gamba, cercando di causare danni a più nemici possibili.

    In questo modo avrebbe tratto ben tre vantaggi: i nemici non potevano avvicinarsi, almeno fino alla fine delle fiamme; la Lucertola poteva sfruttare il caos per confondersi usando i suoi poteri; avrebbe sfoderato una letale offensiva. Doveva dare il massimo già dall'inizio, altrimenti non avrebbero avuto modo di recuperare in qualche modo. O almeno questo era ciò che sentiva sul momento. Le era sfuggito che tutti facevano parte di un piano, di una scacchiera, di un gioco del destino..sia lei, sia quei mostri, sia i loro avversari. Doveva vincere quella partita a tutti i costi. Non sopportava perdere e questa volta non avrebbe potuto reggere in alcun modo la sconfitta, per ovvie ragioni.

    Stato Mentale: Normale - Devo vincere!
    Stato Fisico: Ferita - Piccolo taglio alla guancia sinistra, piccola perforazione alla spalla destra e due tagli ai fianchi
    Energia: 40%
    Armi: Ember Celica - Colpi: 1 + 1 + 0 +0
    Passive:
    CITAZIONE
    The Brawler [Passiva di Forza e Velocità]
    The Fighter [Passiva di Riflessi + Passiva di Istant Casting]

    Attive:
    CITAZIONE
    Nome: Celestial Ember (x2)
    Tipologia: Offensiva
    Raggio: 10 metri
    Descrizione: Alison, dopo aver attivare il sistema dei lanciafiamme posto nelle Ember Celica ai polsi, stenderà le braccia e darà un piccolo impulso trincando le stesse braccia. Dalle bocchette fuoriuscite verrà emanato un getto continuo di vere fiamme in grado di ustionare e arrecare ingenti ferite al minimo contatto. L'intensità del fuoco è tale da carbonizzare in pochi secondi e la potenza del getto è in grado di spostare persone e oggetti, come fosse un idrante, nonostante non sia di lava.
    [Consumo: Alto - Danno Energetico: Alto]

    Riassunto: Usa un colpo Normale di Ember Celica per scattare in prima linea e aprire le danze: usa un doppio Celestial Ember tentando di bruciare i suoi avversari. A questo aggiunge un doppio colpo Normale di Ember Celica mirando all'incirca tra le posizioni dei tre, in modo da creare un paio di esplosioni improvvise e imprevedibili e dar modo ai compagni di sfruttare il caos infernale creatosi.
     
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  10. °Nyram The Faceless°
     
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    La Sala Del Trono



    QVQk0yu





    Alison..



    Lo scontro inizia con violenza, ti getti contro il tuo avversario, scagliando con prontezza una linea di fiamme che si intervalli fra voi. Lo sguardo esperto e duro di Van Helsing ti segue però ad ogni passo, e mentre le fiamme si fanno avanti, lui avvicina le mani alla cintura, sotto la lunga giubba, estraendo due sfere translucide e scagliandole contro la linea di fuoco. A contatto con il calore queste esplodono a loro volta, generando un forte spostamento d'aria e lasciando le fiamme quasi soffocare in ampie volute di fumo, mentre il gas contenuto al loro interno le privava dell'ossigeno.
    Al tuo fianco, proprio da quelle volute, una lunga lingua parve fuoriuscire da uno sbuffo fino a quel momento non visibile nella cortina, mentre una figura si materializzava cogliendo alla sprovvista la figura saltata a mezz'aria del Saltatore. La lingua si avvolse alla caviglia, strattonandolo e scagliandolo al suolo con un pesante tonfo, mentre la figura rettilea gli saltava addosso e i due si colpivano con violenza, avvinghiati in una stretta mortale, rotolando all'interno del muro di vapori e residui e sparendo alla vita con sibili e stridii meccanici.
    Dal lato opposto invece i due parevano avvinti in una schermaglia: Frank aveva le braccia e i fianchi cosparsi di profondi tagli di una precisione chirurgica, mentre la figura di fronte a lui schivava abilmente i colpi rispondendo con affondi mirati. Proprio durante uno di questi un colpo lo raggiunse al mento, sbalzandolo via come uno straccio, mentre la grossa figura si estraeva un coltello dal fianco e si accingeva a dirigersi verso il suo avversario in procinto di rialzarsi.
    Ma non c'era tenpo di prestare loro attenzione: la figura di Van Helsing, di fronte a voi aveva già estratto un nuovo marchingegno metallico, scagliandolo a mezz'aria, verso di voi. A quel punto qualcosa al suo interno parve spezzarsi, sollevando degli spruzzi e degli sbuffi di vapore verdognolo seguiti da vapori pestilenziali. Con velocità notevole per la sua nuova stazza la figura di Jeckyll ti fu presto avanti, parando con un grugnito gli schizzi, mentre grosse piaghe rossasstre si aprivano lungo gli arti. A quel punto con un possente battito di mani capace di spingere indietro l'imperatore, sollevo un riflusso di vento tale da scagliargli indietro l'intera nube. L'imperatore si coprì rapido con la giubba, spalancandola poi con uno strattone così da allontanare il flusso, solo per subire un pugno violento della sagoma che lo aveva caricato e che lo abbattè al suolo con un urlo disumano.
    Per un momento la cosa sembrò fatta, non fosse che un calcio incredibilmente violento prese Jeckyll allo stomaco, sollevandolo da terra con tutta la sua mole e scagliandolo indietro sulle ginocchia.
    -Non ho aspettato tutto questo tempo solo per dare a voi mostri l'occasione di prendermi tutto una seconda volta..
    Ringhiò la voce, roca e distante, mentre la figura si sollevava. Ombre insolitamente profonde si levavano dietro e dentro di lui ad ogni movimento, scivolando attraverso le cavità del viso e avvolgendolo in un alone oscuro.
    Le mani si mossero rapide, afferrando dei sottili dischi e scagliandoli contro di voi, iniziando a diramare un bagliore incandescente e minacciando di esplodere travolgendo il vostro versante del campo di battaglia. [Mediox4]
    Intanto, attorno a voi, il rumore di urla e gemiti si confondeva a quello di vetri e manufatti infranti, disseminando il campo nel caos.
    Con una folata d'aria, quello che potrai identificare come una intera teca di mattoni, ti passò invece affianco, diretta come un proiettile contro il vostro avversario.

    CITAZIONE
    Insomma, mi sono concesso una parentesi con licenza musicale tanto per cambiare, ma quando ci stà ci stà u.u Detto ciò, tutto procede nella norma, ricorda cosa ti è stato detto nello scontro precedente e dopo per organizzare il tuo piano di battaglia e prosegui u.u I Medi non sono tutti colpi diretti a te, sono il numero degli attacchi lanciati: due sono diretti frontalmente verso te e Jeckyll, gli altri ai due lati rispettivi del campo. Puoi organizzarti come preferisci, in questo scontro dovrai agire in maniera strategica oltre che fisica, decidendo quali mosse possono influire ai fini della battaglia e anche quali suggerimenti ignorare o utilizzare per avere i migliori risultati. Non prendere tutto per oro colato ma attento anche a mosse potenzialmente inutile che potrebbero costare parecchio! Riuscire a padroneggiare il segreto delle battaglie potrebbe inoltre darti ora un grosso vantaggio.

    Scadenza: 9 luglio
    Ordine: Libero
    Domande: Bando di riferimento.
     
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24 replies since 19/1/2016, 03:04   512 views
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