Golden Sun

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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:100% | SCHEDA
    Pike ascoltò con interesse le parole di Alison, quindi non era nata lì ma ci viveva da molto, la cosa non la sorprendeva più di tanto, dopotutto sembrava molto a suo agio all'interno della città e si spostava con naturalezza e sicurezza, tratti di una persona che aveva speso quasi la sua intera vita in quel posto, di certo non doveva aver avuto vita facile, il Bloodrunner non sembrava proprio un luogo tranquillo in cui stare per una settimana o un mese, figurarsi degli anni interi !
    [Io non sono di Endlos.]
    Disse fra un boccone di carne e l'altro, si fermò un istante per deglutire.
    [Vengo da un mondo umh... come dire, con meno moto di questo ? ]
    Sorrise, incerta di come definire al meglio quell'affermazione, le era del tutto sconosciuto il concetto di tecnologia e progresso venendo da un mondo ancora bloccato ai viaggi su carretti e cavalli.
    [Sono venuta qui perché la mia dea mi ha chiesto di compiere una missione importante.]
    Annuisce con convinzione, anche se non ha la più pallida idea di quale sia questa missione è certa della decisione di Sarenrae, dopotutto lei era una divinità, agiva secondo meccaniche e scopi del tutto sconosciuti a mortali come lei o come Alison, di certo non si sarebbe sorpresa se la ragazza non avesse capito appieno la cosa, non molti avrebbero compiuto quel salto della fede lasciando tutto ciò che avevano di caro e conosciuto.
    [Sono arrivata al nord all'inizio e poi mi sono spostata verso il Pentauron, sono quasi morta assiderata nel viaggio e avevo ultimato le provviste, quindi ho chiesto in giro e questo posto era il più economico a disposizione, dopotutto non navigo esattamente nell'oro.]
    "Anche se lo indosso."
    Un nuovo boccone e un ennesimo sorso di birra, il boccale era sorprendentemente quasi vuoto e certamente non era un boccale piccolo. Pike fece un rapido cenno con la mano verso l'oste, indicando che vi era necessità di portare altra birra al tavolo, dopodiché riportò l'attenzione su Alison. Un pensiero le percorse la testa in quell'istante: ma quanti anni aveva quella ragazzina ? Pareva ben più giovane di lei e girava da sola in quartieri così pericolosi, certo aveva dato prova di sapersi difendere benissimo da sola ma non aveva dei genitori che la aspettavano a casa ? Pike fu un po' titubante su come mettere giù la domanda, dopotutto magari era orfana o non si trovava in buoni rapporti con i suoi parenti e di certo non voleva rischiare di toccare un tasto dolente e rovinarle l'umore.
    [Ma tu vivi qui da sola ?]
    Ottimo, rimanere sul vago era probabilmente la scelta più saggia da prendere. La sacerdotessa osservò per un attimo la ragazza presa da una strana ansia, appoggiando anche la forchetta sul piatto, certo Alison non aveva una vita facile, era evidente e qualche cosa le diceva che a casa non avrebbe trovato una amorevole famiglia ad aspettarla, sembrava una tipa così solitaria e indipendente, se per sua scelta o per cause sfortunate del destino questo Pike non poteva certo saperlo, ecco perché era particolarmente interessata a sentire la risposta della ragazza.
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    Luogo: Bloodrunner - Locanda Il Flauto d'Oro



    Il dubbio di Alison fu chiarito. Pike era una naufraga dimensionale a tutti gli effetti. Ella spiegò che la dea, che tanto adorava e ne seguiva i precetti, le aveva affidato un compito estremamente importante.
    Uh..questo suona interessante - però la sacerdotessa non scese nei dettagli, lasciando la pugile in un altro dubbio, che in seguito si sarebbe ricordata di porlo. Era chiaro che non provenisse da Endlos, però finché non ne aveva la conferma non poteva accettare completamente tale ipotesi. Aveva conosciuto svariate persone, molte le si potevano inquadrare ad occhio, riconoscere la loro provenienza o azzardarla. Pike vestita come una sacerdotessa e anche su Endlos esistono, non che la bionda ne conosca i culti, però poteva facilmente confonderla con loro. Inoltre non tutta Endlos era tecnologicamente avanzata, alcune zone erano prive, altre non eguagliava il Bloodrunner, il Garwec o l'Ovest, nei suoi tempi di splendore. Annuì per confermare la sua attenzione, mentre divorava il cibo tra un boccone e l'altro, lasciando spazio anche alla birra. Alison non è amante dell'alcool in genere, se dovesse scegliere tra birra e vino, si fionderebbe sulla prima. Non tanto per il gusto, amaro, bensì per la credenza che il vino sia la bevanda dei ricchi. Alison non scenderà mai ai loro livelli.

    In effetti.. - in effetti se fosse stata ricca non sarebbe scesa nel luogo più pericoloso del Pentauron e non avrebbe fatto portare la birra a tavola. Lo sguardo si affievolì ascoltando la breve storia di Pike: comparsa nel Nord, dopo aver rischiato di morire per il freddo, riuscì in qualche modo a scendere fin qui. Un lungo e faticoso viaggio. Ogni volta che incontrava un naufrago, si chiedeva come funzionava quel meccanismo tanto arcano e misterioso, come giungevano e cosa si provava. Non riusciva lontanamente a immaginare come potessero essere gli altri mondi, divagava tra immagini irrealistiche ed esagerate, talmente surreali che potevano venire collocati solo nei sogni. D'altronde non era una persona colta, neanche lontanamente. La città del Bloodrunner non è fatta per gli studiosi, se si vuole una carriera simile bisogna prostrarsi al Dittatore. Alison non si prostrerà mai al Dittatore, anzi, a nessuno. Proprio per questo che la bionda ha maturato degli ideali totalmente individualisti, sia per l'ambiente, sia per il non poter accettare di seguire una delle due fazioni: la dittatura o il crimine organizzato.

    Sbuffò divertita, ma con significato di disprezzo. Si sentì leggermente infastidita nell'udire ancora la questione sulla dea. Nel Bloodrunner non esiste la religione. O segui i potenti, o segui il denaro, o segui te stesso. Ma non aveva assolutamente intenzioni di tornare su quell'argomento, sia per non alterare la presente credente, sia per non perdere le staffe ancora una volta. Sbatté le palpebre quasi bloccandosi alla domanda dell'altra. La guardò dall'alto al basso, ovvero giungendo fino al busto, per poi far rimbalzare lo sguardo ai suoi occhi.
    "Si, vivo da sola, non si era capito?" - rispose con un espressione in parte stranita, in parte perplessa.
    "Ho capito" - disse, si scostò dal tavolo poggiandosi allo schienale della sedia e intersecando le braccia sotto il petto. L'angolo sinistro della bocca si sollevò mostrando un mezzo sorriso.
    "Questa è il Bloodrunner, cara mia, le ragazzine non possono certo girare tranquille a tarda ora" - affermò correttamente. E non è solo un modo di dire, poiché ovunque vige la stessa regola. Basta davvero poco per venire rapite e portati in luoghi di vendita o di studio. Lei stessa ebbe la terribile esperienza di finire dritta nella trappola di quei bastardi. Era stata portata in un centro ad Ovest e fu quasi per miracolo che riuscì a uscirne.

    "L'unico modo che hai per vivere qui è pensare a te stessa" - annuì con fare superiore, di chi aveva una grande esperienza. Alison non raggiungeva ancora i vent'anni, però ne sapeva parecchio. In passato trascorreva la sera con una compagnia dedita alle corse clandestine, mentre la mattina veniva impiegata in lavoretti di meccanica.
    "Ti consiglio vivamente di andartene via di qui appena puoi, non è facile ambientarsi e adeguarsi alle regole di questa città" - Chissà se la tua dea potrà salvarti - e spostò la testa orizzontalmente, marcando la negazione. Sollevò lo sguardo al soffitto ricordando che aveva un dubbio da porre di cui era molto curiosa. Non tanto per la curiosità che scaturiva ciò, bensì perché aveva voglia di mettere alla brace Pike. Farsi beffa di lei o ridere per la sua stupida credenza, un vero svantaggio per chi vuole vivere qui.
    "Ma..qual era questo compito importante che ti ha affidato la tua dea?" - chiese schioccando la lingua e riappoggiando i gomiti sul tavolo.

    Stato Mentale: Normale - Non che ce l'ho a cuore, però..non voglio sensi di colpa!
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    La risposta di Alison non fugò completamente i dubbi della sacerdotessa, quindi aveva ancora dei genitori oppure no ? Ad ogni modo lasciò semplicemente correre la cosa, non se la sentiva proprio di approfondire ulteriormente quell'argomento, non per il momento almeno, dopotutto le due si erano appena conosciute e almeno dalla parte della sacerdotessa non vi era ancora tutta questa confidenza. Ascoltò anche con interesse il successivo avvertimento, al che un sorrisetto fece capolino anche sul suo volto, era in quella città da circa una settimana ormai e, sì, la vita non era stata facile e ancora certamente non si era abituata a tutta quella tecnologia e quella violenza ma in passato aveva affrontato anche di peggio, molto peggio, dopotutto come sacerdotessa aveva viaggiato anche il mondo che non era proprio un luogo tranquillo fra bestie selvagge e mostri di ogni genere e dimensione. Certo all'esterno Pike poteva sembrare totalmente indifesa ma sapeva bene come combattere per salvarsi la pelle. Fu la successiva domanda di Alison che lasciò la sacerdotessa un attimo pensosa. Per quale motivo la sua dea la aveva portata su Endlos, beh la risposta era estremamente semplice. Con un movimento ben deciso Pike alzò un poco le spalle, inclinando anche leggermente la testa, mentre ancora masticava un boccone di carne.
    [Munch... non ne ho la minima idea.]
    Schietta, diretta e sincera, non poteva rispondere in altro modo dopotutto. Prese un altro sorso di birra finendo definitivamente il boccale, riprendendo poi a mangiare, si fermò solo pochi attimi dopo pensando che, forse, con quell'affermazione era risultata un poco vaga per i gusti della giovane dai capelli biondi, così appoggiò la forchetta riportando l'attenzione su Alison.
    [Probabilmente tu non puoi capire ma, per una sacerdotessa come me, queste sono cose all'ordine del giorno. Riceviamo visioni e apparizioni, le divinità ci sussurrano compiti e molto spesso non ci spiegano perché ma siamo semplicemente onorati del compito che ci hanno affidato, dato che ciò significa che si fidano del nostro giudizio, alle volte imperfetto.]
    La sacerdotessa a questo punto si portò un dito sotto al mento con fare pensoso, era comunque piuttosto curiosa anche lei di quale fosse stato il suo scopo finale in questa missione sacra e poi il perché Sarenrae avesse scelto proprio lei, dopotutto vi erano due possibili spiegazioni in merito.
    [Vedi, solitamente una deità affida un incarico così importante solo in due casi: o per espiare una serie di peccati che ci rende impuri, cosa perfettamente possibile.]
    Una breve pausa mentre le sopracciglia di Pike si corrugavano leggermente in un'espressione a metà fra la preoccupazione e il nervosismo, vi era un'altra alternativa che non aveva ancora preso del tutto in esame e la cosa la lanciava un poco in ansia.
    [Oppure perché ci vogliono richiamare a loro come campioni e avatar, in poche parole: semidei.]
    Certo la cosa avrebbe alquanto fatto onore alla sacerdotessa, però quella carica rappresentava una enorme quantità di poteri e responsabilità di cui farsi carico, per molti sarebbe bastata la promessa di immortalità e forza ma un avatar di una dea, specialmente se questa era una dea buona e magnanima, doveva rispecchiare in tutto e per tutto la sua deità, alla perfezione, nel più piccolo dettaglio. Pike non era esattamente sicura di essere all'altezza se Sarenrae veramente avesse deciso di coronarla campionessa, dopotutto era sì una brava sacerdotessa, devota alla causa e sempre in prima linea per aiutare il prossimo, però non era di certo perfetta ne tanto meno rispecchiava appieno i canoni della dea, dopotutto alle volte cadeva nell'ira, nell'invidia e nelle tentazioni della vita. Pike rimase un attimo immobile fissando il fondo del calice ormai completamente vuoto, la sua espressione era un misto di tristezza e preoccupazione, ad ogni modo durò poco. Si ricordò subito dopo di non essere esattamente da sola seduta a quel tavolo e così si riscosse da quello stato di torpore, cacciando via per un istante i brutti pensieri e riacquistando il suo tipico sorriso sereno.
    [Perdonami, mi sono lasciata trasportare un po' troppo.]
    A quel punto la sacerdotessa spostò la sua attenzione dal viso di Alison ai suoi polsi, quei bracciali così curiosi che aveva visto in azione ancora la attiravano magneticamente, non vi era nulla di lontanamente simile nel suo mondo di origine e si chiedeva ormai da un po' quale fosse il loro funzionamento.
    [Ma quindi quei cosi lì.]
    Dito teso verso le armi celate della giovane pugile.
    [Sono bracciali magici ? Sono stati incantati ? Oppure vi è stata forgiata dentro una runa di qualche genere ?]
    Certo per Pike tutto quel meccanismo così complesso non poteva che risultare da una qualche sorta di fonte arcana, non pensava minimamente al fatto che quelle due armi erano semplicemente il frutto di una attenta ingegneria meccanica e che non centravano assolutamente nulla con la magia o gli incantesimi. In quel preciso istante si sentì un po' come una bambina che vede per la prima volta un giocattolo nuovo in una vetrina di un negozio, per quanto quelle che Alison portava ai polsi non fossero assolutamente giochi per bambini ma bensì armi vere e proprie.
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    Luogo: Bloodrunner - Locanda Il Flauto d'Oro



    Stava quasi per ribattere. Non attendeva altro per fare qualche commento arrogante. Ricevere un compito da un dio, di cui non si sa nemmeno il contenuto. Qualcosa di così privo di logica che per una mente chiusa come quella di Alison non sarebbe mai potuta venire accettata. Ma la sacerdotessa prevenne, anticipò la bionda e le spiegò che quelle come lei ricevevano visioni e apparizioni cui spesso non venivano spiegate. Vi erano due casi: redimersi o diventare campioni. Ora la storia si stava facendo sempre più interessante e piena di dettagli. Ancora una volta, l'arrogante e prepotente sorriso si estese e, per poco, non stava per mettersi a ridere pensando a Pike come campionessa. Poi ad un tratto tutto si spense. Abbassò lo sguardo verso il calice, poi di nuovo sugli occhi di Pike, i quali erano rivolti sul primo oggetto. Alison preferì stare in silenzio e non infierire, doveva essere qualcosa di importante per lei, sapeva benissimo che continuare l'avrebbe messa in una posizione totalmente sbagliata. D'altra parte nemmeno lei voleva ricevere lo stesso riguardo i suoi pensieri, le sue idee e desideri. Però non riusciva a digerire il fatto che qualcuno..oltre a pensare a terzi, provava a mettersi in gioco per diventare uno strumento divino. Perché alla fine era come venir usati, giusto? Alison odia venire usata, non avrebbe mai permesso una cosa del genere. Peccato che, in parte, si trovava in una situazione simile. Non per diventare campione o qualcosa di importante, semplicemente per adempiere a scopi personali era costretta a fare lavori sporchi. Una vendicatrice che per farlo diventava una criminale. Tuttavia, aveva un suo senso: vendicare, uccidere, essere criminali. Solo che la pugile distingueva la vendetta dall'omicidio crudo di un criminale. Non accettava altre interpretazioni, quasi un rigetto. Non voleva venire considerata al pari di un criminale solo per perseguire uno scopo di vendetta ma usando gli stessi mezzi.

    Era proprio meglio cambiare discorso. A differenza di Pike, Alison non è una persona che si apre facilmente, in qualsiasi senso si possa intendere. Non parlava mai del suo triste passato e se lo faceva dava l'idea di non soffrirne per niente. In fondo era così, ma ancora più fondo..era diverso. La bionda reputa i morti come individui che non sono riusciti a sopravvivere, deboli. Suo padre è stato un debole, per quanto bravo e ottimo in vita, alla fine ha ceduto, ha perso. Non è solo per farsi vedere come una dura, lo pensa davvero. D'altra parte, non avrebbe mai voluto che succedesse una cosa del genere. Sembra contraddittorio. Sempre individualista, egoista, eppure perseguiva un obiettivo che non riguardava tanto se stesso, ma suo padre. Al di là di quei soggetti cui vorrebbe trovare e spaccare la faccia. Magari anche lei era stata, in qualche modo, spinta da una divinità. Magari per renderla qualcuno in grado di liberare lo schifo del Bloodrunner oppure per qualche senso di colpa, non avendo avuto un perfetto rapporto con lui. I suoi occhi non permettevano di scrutare questi pensieri. Tranquilla, continuava a guardare Pike, cui prese l'iniziativa di cambiare discorso.

    Stavolta si indirizzò su qualcosa a lei sconosciuto: le Ember Celica. Sollevò il braccio con naturalezza, un piccolo movimento di polso e il bracciale mutò nel guanto da fuoco attraverso svariati meccanismi tecnici.
    "Non c'è nulla di magico" - appoggiò il gomito così da poter tenere il mento con la mano. Un semplice sorriso, nulla di malizioso o arrogante come i precedenti.
    "Queste sono il mio capolavoro, interamente meccanici, si attivano attraverso impulsi cinetici" - spiegò, portò il braccio davanti a se e lo piego verso il suo viso, in modo da far vedere la struttura laterale a Pike. Con un altro movimento del polso, una piccola torsione rapida, l'Ember Celica destra si attivò tornando alla forma precedente.
    "Con queste ho la piena sicurezza di girare per le strade di questa bella città!" - tornò ad appoggiare le mani al tavolo.
    "Ma da che razza di mondo vieni? Non conoscete la tecnologia dalle tue parti?" - domandò sorpresa con uno sbuffo smorzato di divertimento. Mentre Pike peccava grandemente nel campo tecnologico in tutte le sue sfaccettature, Alison aveva profonde lacune di sapere riguardo all'ambito magico. Sapeva bene o male cos'era, ma non conosceva le sue leggi o una definizione precisa.
    "Te invece? Non hai nulla?" - domandò per poi esprimersi con disappunto - "Non va proprio per niente bene, cara mia Sacerdotessa" - incrociò nuovamente le braccia continuando il cenno col capo - "Sei stata fortunata a incontrare una come me, se era per un altro non avresti avuto la stessa sorte" - affrontare così soggetti pericolosi e senza scrupoli era morte certa, o almeno lo era per chi era dotato solo di capacità curative. Le parole dolci e di pace non funzionano per niente, l'unico linguaggio concesso e quello dei pugni ed Alison lo conosceva bene, poteva insegnarle anche tutto l'alfabeto.

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    Inutile dire che una volta esplicato il funzionamento delle Ember Celica la sorpresa sul voltò di Pike finì solo per aumentare, non aveva mai visto un sistema di ingranaggi così complesso e beh, avanzato. Nel suo mondo aveva sì visto armi da fuoco ma queste erano enormi e scomode da trasportare, spesso rumorose e ben poco affidabili, finendo per esplodere su se stesse più delle volte che riuscivano ad aprire il fuoco in modo corretto. Allora Alison era una inventrice provetta ? Strano a dirsi ma certamente la sacerdotessa non lo avrebbe mai detto, dopotutto la giovane pugile sembrava una tipa più interessata a mollare cazzotti che non a sedere e ingegnarsi su pezzi di metallo creando macchine e simili.
    [Beh abbiamo armi che fanno fuoco ma sono di certo più grandi di queste.]
    Si portò un'altra mano sotto al mento riportando alla memoria di un evento a cui aveva preso parte in prima persona: l'assedio ad un castello fortificato. Era stata una battaglia piuttosto "pulita" se così si può definire, le forze di fanteria non avevano avuto alcun bisogno di scalare le mura e rischiare la vita grazie all'intervento degli ingegneri nanici, questi avevano portato dalle loro case nelle montagne armi di enorme calibro, cannoni dalla forma di dragoni che sputavano fiamme a diversi metri di distanza, facendo letteralmente piovere rosso sopra le mura del castello, e poi avevano enormi trabucchi e catapulte oltre che bombe ed esplosivi di vario genere. A Pike tutta quella roba non era mai piaciuta e per quanto avessero risparmiato vite da un lato, dall'altro era abbastanza sicura che i soldati trincerati dietro le feritoie di roccia avessero passato gli ultimi istanti delle loro vite fra atroci sofferenze, un'esperienza che non avrebbe certo augurato a nessuno.
    [Solitamente le persone dalle mie parti fanno più affidamento alla magia, la puoi usare un po' per tutto, da un antifurto fino al cuocere un pezzo di carne.]
    Spallucce.
    [Di certo è meno rumorosa e più affidabile di certi aggeggi.]
    Alle successive parole di Alison, Pike quasi scoppiò a ridere coprendosi la bocca con una mano, davvero pensava che una persona non abituata a difendersi sarebbe potuta sopravvivere ad un viaggio pericoloso come quello per il nord ? No, certo che no. Inoltre la sacerdotessa in vita sua aveva passato di molto peggio, era stata forgiata da combattimenti e sofferenze e non era certo estranea all'uso della forza, dopotutto per quanto il suo culto professasse l'amore e il perdono vi era la tradizione di addestrare tutti i professanti alle vie della guerra, non era strano trovare un chierico a condurre un esercito.
    [Beh al momento no, non ho armi con me, anche se sono stata addestrata dal mio ordine all'uso di molte armi bianche.]
    Annuì con sicurezza e anche un poco di orgoglio, dopotutto era fiera della sua destrezza in combattimento e certo non tentava di nasconderlo.
    [Tutti i sacerdoti sono allenati all'uso della spada per combattere il male, io personalmente preferisco la mazza ferrata, la trovo molto più efficace contro non-morti e simili.]
    Certamente rompere delle ossa era estremamente più facile che tentare di tagliarle.
    [Inoltre non dispongo solo di miracoli curativi, possiedo molte difese e altrettanti metodi di offesa, non sono molto sicura di che idea hai dei culti in generale...]
    A questo punto la sacerdotessa sollevò un sopracciglio fissando in modo incuriosito la giovane, non era certa se queste sue affermazioni provenivano da semplice ignoranza della materia, oppure se effettivamente su Endlos i monaci non si comportavano in quella maniera.
    [Ma siamo spesso costretti a viaggiare e difenderci da bestie e mostri di ogni genere, inoltre dobbiamo saper combattere per poter contrastare non-morti e demoni che minacciano la vita di innocenti. Io personalmente non ho affrontato molte battaglie in vita mia ma ho affrontato ben di peggio che un paio di teppisti da strada. Credi che dal mio arrivo nel Pentauron nessuno abbia già tentato alla mia vita ?]
    Era vero, dopotutto girare con un'armatura fatta letteralmente d'oro non poteva che attirare l'attenzione delle persone, anche quelle sbagliate purtroppo, la sacerdotessa durante la sua permanenza si era dovuta difendere ma, per il momento, non aveva incontrato ostacoli troppo ardui, solitamente un paio di bulletti armati di lame che se la erano data a gambe subito dopo aver visto uno dei miracoli di Pike in azione, probabilmente non esattamente abituati a vedere utilizzatori dell'arcano nel loro territorio. A quel punto al tavolo si avvicinò nuovamente l'oste, con una grossa caraffa in mano piena di birra, rapidamente riempì il boccale della sacerdotessa e, se ve ne fosse stata la necessità, anche il boccale di Alison, dopodiché sarebbe tornato semplicemente al suo bancone, riprendendo a pulire bicchieri e contenitori vari.
    [Ma quindi se questo posto è pericoloso come dici... perché semplicemente non te ne vai ? Forse il resto di Endlos è anche peggio ?]
    Pike dubitava fortemente che questo fosse vero, sicuramente Alison aveva un buon motivo per rimanere al Bloodrunner, non le pareva una tipa molto legata alle sue radici o alla sua casa, aveva un carattere acceso e vivo, di una persona che ama esplorare e girare il mondo, quindi il fatto che fosse così sedentaria in un luogo non le quadrava molto, stonava con il resto della personalità di Alison dopotutto.
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    Luogo: Bloodrunner - Locanda Il Flauto d'Oro



    Accigliò lo sguardo non aspettandosi la reazione di Pike. Si era messa a ridere, addirittura era costretta a coprirsi la bocca con una mano. Poi inarcò un sopracciglio perplessa, chiedendosi se realmente ciò che aveva detto fosse così divertente. La sacerdotessa spiegò che non era solo una comune maga, bensì era stata addestrata anche all'uso di armi bianche. Alison non lo era, o almeno..ebbe modo di provarne qualcuna una volta, ma proprio non si adattavano al suo stile. Era assolutamente esperta in quella sezione di combattimento, invece le Ember Celica erano perfette. Non c'è bisogno di spiegare perché mai fossero così adatte a lei.
    "Ah?" - sorpresa, davvero, questa ragazza man mano si stava dimostrando una persona diversa da prima. Alison si era fatta un'idea completamente sbagliata. Tipico della pugile era giudicare le persone dall'aspetto, però..questo non significava che non avrebbe creduto ad altro, certamente vedere i fatti era ciò a cui si affidava per davvero. Il resto delle parole erano solo provocazioni. Spingere gli altri a mostrarle chi erano davvero, per poi rifarsi nel giudizio. Questo la mostrava a molti come una ragazza antipatica, arrogante, prepotente e..forse anche molto ingenua.

    Alison non era così stupida, in fondo. Ogni parola che l'altra pronunciava le dava sempre più una sensazione di vero. Non riusciva a immaginarsela con in mano una mazza ferrata a picchiare mostri. Le sarebbe bastata una sola volta, una sola volta vederla in azione per figurarsela completamente. Aveva ragione, non aveva molte conoscenze sulle religione. Insindacabilmente le catalogava tutte come pura invenzione, stupidate, balle. Ma al di là di questo, si era sempre fatta l'idea che i sacerdoti fossero individui gracili, deboli, forse anche meschini e bugiardi.
    "Eh eh" - abbassò lo sguardo e, insieme, il capo - "Eh eh eh" - sogghignò sempre più divertita. Poi scoppiò a ridere, si sporse in avanti, tanto quasi da toccare col seno il piatto ormai vuoto, appoggiando una mano al tavolo col gomito rialzato.
    "Dimostri di avere le palle, dolcezza!" - esclamò sorridendola e ispezionandola da cima a fondo, per quanto potevano arrivare gli occhi.
    "Lo ammetto, forse mi sono fatta un'idea sbagliata di te!" - di te, non dei sacerdoti in generale. Non aveva assolutamente cambiato la sua opinione sul suo genere, ma solo sull'individuo Pike.

    "Non fraintendermi, per crederti fino in fondo dovrai dimostrarmelo, a meno che non siano tutte palle!" - quasi a tono di sfida - "Chissà se un giorno avrò il piacere di vederti in azione" - si tirò nuovamente indietro tornando eretta con la schiena. Durò un paio di secondi prima che si riformasse la gobba tipica da pasto. Afferrò un pezzo di pane, lo addentò e staccò via metà di esso come fosse una coscia di pollo in formato mini. Masticò con forza e lentamente. Digerì pensando a come rispondere alla domanda. Ci aveva pensato moltissime volte ad andarsene via dal Pentauron. Voleva vedere il mondo, voleva vedere tutti i paesaggi del semipiano. Voleva vivere un'avventura spericolata, non che già in parte non la stesse vivendo di suo, però..avrebbe preferito farlo senza tutti quei mali del passato. Proprio il passato, lei che tanto professa di guardare il presente, è perseguitata dal peso della vendetta. Inoltre, probabilmente il Bloodrunner era l'ambiente che più di adattava a lei. Conosceva troppo quel posto, non è solo per questione di possibile nostalgia, ma anche perché l'anarchia della città le permetteva di fare quello che voleva. Non seguiva mai il codice della strada, quando qualcuno la infastidiva non esitava a far scoppiare una rissa, non le importava dell'ordine pubblico..e allo stesso tempo, proseguiva con le sue ricerche.

    "Ho avuto rare occasioni di uscire di qui" - cominciò, non aveva potuto approfondire molto, tutto ciò che sapeva era frutto di ascolti casuali e quella piccola istruzione cultura che aveva avuto. Non serviva essere estremamente colti per sapere quanto pericoloso fosse Endlos.
    "Ci sono molti ambienti pericolosi fuori da questa città" - droni assassini al presidio occidentale, non-morti al presidio settentrionale, criminalità generale al Sud, forse anche di più del Bloodrunner. Il luogo più tranquillo pareva proprio l'Est, da cui proviene. Di Laputa non ne sapeva molto, era successo qualcosa a livello civile.
    "Diciamo che ho degli impegni che mi tengono legata qui" - disse, non mostrò alcuna tristezza, parlò con naturale tranquillità.
    "E poi perché qui posso fare quello che voglio, per quanto sia pericoloso, se conosci le regole e sai come comportarti, sei completamente libera!" - e le fece un occhiolino. La sua gilda era uno di quei motivi, una di quelle catene. Non perché la costringevano a rimanere lì, nonostante avesse dei compiti lavorativi, ma perché aveva dei conti in sospeso con alcuni di loro.

    Stato Mentale: Normale - Prima o poi avrò le loro facce sui miei pugni!
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    Sorrise divertita alle parole della giovane, Alison era una tipa piuttosto forte, sia fisicamente che caratterialmente, di questo Pike ne era certa al cento per cento, si sentì quasi onorata da come la giovane pugile la vedeva. Inoltre di certo non aveva torto, dopotutto chiunque era bravo a parlare appioppandosi titoli e quant'altro, la cosa difficile era confermare ciò che si raccontava ma la sacerdotessa sapeva bene di non essere una interessata a gonfiarsi l'ego, tutto ciò che aveva detto lo aveva dimostrato nella vita più di una volta, Alison semplicemente non ne era stata spettatrice.
    [Anche tu sembri una guerriera piuttosto formidabile, non ho mai visto nessuno combinare combattimento corpo a corpo e armi da fuoco.]
    Annuì con un lieve tono di ammirazione nella voce, certamente lei possedeva la magia ma non sarebbe mai stata capace ne di utilizzare, tanto meno di costruire armi come quelle impugnate dalla giovane brawler.
    [Sei per caso stata addestrata o...?]
    La sacerdotessa non riuscì a finire la domanda, si interruppe a metà notando la presenza dell'oste in piedi di fianco al tavolo, per quanto fosse grande e grosso Pike quasi non si accorse della sua presenza tanto si avvicinò silenziosamente, sul suo volto un'espressione piuttosto mesta e triste, come di qualcuno che porta brutte notizie.
    "Perdonatemi molto se vi interrompo ma ho appena ricevuto notizie dal Nord."
    Dicendo questo il gigantesco uomo spostò lo sguardo fra le due giovani un paio di volte, evidentemente messo a disagio da qualche cosa che la sacerdotessa non riusciva a comprendere.
    "Avendomi informato dei suoi dogmi e dei suoi compiti in quanto donna di fede... Credo che queste voci possano interessarla."
    Così dicendo il gigante si spostò di lato appena, permettendo ad entrambe le ragazze di portare lo sguardo verso il bancone poco distante. Seduti su dei bassi sgabelli sedevano quattro o cinque uomini dal vestiario pesante, i volti scavati dalla fatica e dal poco sonno, la pelle rovinata dal freddo e dal gelo, piuttosto chiaro intuire la loro provenienza.
    "Sono uomini del profondo Nord, ci portano voci della piaga dei non-morti. A quanto pare qualcuno si è sollevato contro questi mostri e sta raccogliendo a se avventurieri da tutta Endlos per aiutarlo."
    Detto questo l'uomo semplicemente si congedò con un reverenziale cenno del capo tornando alle sue mansioni. Pike continuò a fissare per qualche attimo gli uomini seduti al bancone, la sua fronte corrugata in un'espressione seria, le spalle prima rilassate ora erano lievemente sollevate e i muscoli tesi. Fece vagare ancora per un attimo lo sguardo rimanendo in perfetto silenzio prima di riportare l'attenzione sulla giovane.
    [Ti ringrazio molto della compagnia Alison, ora scusami.]
    In un unico gesto si scolò il secondo boccale pieno di birra mentre le gote si arrossavano appena un poco per l'alcool in circolo. Si pulì le labbra bagnate con un rapido movimento del braccio, usando la stoffa della manica come tovagliolo. Fatto questo semplicemente si alzò in piedi spostando rumorosamente la sedia dal tavolo, si voltò verso gli uomini del nord e fece per dirigersi verso di loro, l'attenzione della sacerdotessa pareva essere totalmente cambiata da un istante all'altro. Pareva quasi come in uno stato di trance ma nei suoi occhi compariva solo una seria convinzione e null'altro.
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    Luogo: Bloodrunner - Locanda Il Flauto d'Oro



    Era già pronta a cogliere l'occasione per vantarsi. Pike ricambiò, non che fosse cortesia, per Alison era la pura verità. Lei era una combattente esperta che combinava l'uso delle armi da fuoco con la kickboxe. E questo era solo l'inizio. Il suo armamentario, il suo stile, il suo "livello" di combattimento era destinato a crescere ancora di più. D'altronde le Ember Celica avevano già ricevuto una modifica: un lanciafiamme si nascondeva in ciascuno dei bracciali. Stava per formularle un'altra domanda, quando fu interrotta dalla presenza dell'uomo di prima. L'oste riferì una notizia molto particolare. La bionda dalla lunga chioma rimase con le labbra schiuse, concentrandosi nell'ascolto. Il suo sguardo rimbalzava da uno all'altro, mentre la sua curiosità cresceva.
    Notizie dal Nord? - sbatté due volte le palpebre ponendosi eretta lentamente. Parlò della piaga dei non-morti, nulla di spettacolare, quella c'era da un po'. Un cenno scontento col capo, smorzato subito appena ascoltò il seguito. Qualche pazzo stava radunando dei volontari per provare a fare qualcosa contro quelle creature. Alison uccide solo in due occasioni: i figli di puttana di cui si deve vendicare e i mostri. Guarda caso questi rientravano proprio tra le sue competenze.

    Pike si scusò e l'abbandonò in fretta senza ulteriori spiegazioni. Scolò un secondo boccale e la lasciò lì. La bionda seguì con lo sguardo, un po' incerta su cosa fare. Scosse il capo, si alzò, prese il suo bicchiere e bevve un sorso per poi posarlo. Fece per andare. I suoi movimenti si paralizzarono, si girò e provò a riafferrare il bicchiere per terminare il liquido alcolico. Sbadatamente lo spinse ed esso si rovescio sul tavolo.
    Fa niente! - scrollò le spalle e accelerò il passo per raggiungere la sacerdotessa. Non poteva mancare quel discorso. Il vero problema, tuttavia, non era tanto l'obiettivo, ma se a lei davvero importava e poteva abbandonare momentaneamente il Bloodrunner. Sul momento non ci pensò molto, poteva essere l'occasione tanto cercata per visitare un presidio mai visto. Inoltre, probabilmente, c'era anche una ricompensa, così non avrebbe nemmeno perso il tempo per niente.

    Non può lasciarmi così! - insomma, non è un comportamento adeguato per una sacerdotessa! Anzi, doveva essere Alison a fare quello che lei aveva appena fatto. Non era da lei, o meglio..non doveva esserlo. Quindi Alison decise di seguirla, di sentire il discorso, di affiancarla.
    "Quindi sai essere anche maleducata" - disse ironicamente portando le mani ai rispettivi fianchi, con un sorriso arrogante e determinato. Il solito. Gli uomini erano seduti al tavolo, non molto lontano da loro. Alison si era interessata alla storia, potevano davvero essere il suo biglietto per una nuova avventura. Questo, naturalmente, non andava a incidere con i suoi piani. Aveva le sue responsabilità, non si sarebbe fatta distrarre, ma fintanto che non vi erano progressi tanto valeva consumare il tempo in altro modo. Le sfiorò il pensiero di un'ennesima rissa.
    "Se c'è bisogno di interrogarli, io conosco un metodo infallibile!" - sollevò il braccio puntandosi un pollice, schioccando la lingua a bocca chiusa e facendo un occhiolino. Non era difficile capire quale fosse il metodo..ha due mani, due guanti tecnologici e sa tirare pugni. Perché è così che si agisce coi criminali del Bloodrunner, perché quelli erano di città, giusto?

    Stato Mentale: Normale - Da quando i morti sono un problema?
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    [Mi dispiace.]
    Furono le uniche parole che, quasi in automatico, scivolarono fuori dalle labbra di Pike in risposta all'affermazione di Alison. La sacerdotessa si limitò a procedere con passo convinto verso i viaggiatori appena entrati nella taverna e ora intenti a consumare il loro pasto. Si faceva largo fra la folla che ora si stava radunando attorno ai nuovi giunti, a quanto pare la notizia si era diffusa in tutto il locale e, chi prima chi dopo, chiunque nella stanza aveva abbandonato le sue correnti attività per avvicinarsi ed ascoltare il racconto. Per questo fu abbastanza difficile per le due ragazze superare l'ultimo muro di persone, quelle più vicine ai viaggiatori. Mentre Pike si faceva largo quasi a spallate fra le persone si girò per un istante verso Alison, facendo cenno di "no" con la testa, aveva intuito subito che cosa la ragazza avesse in testa per "convincere" quegli uomini a parlare, non vi era bisogno di violenza insensata.
    [Non ci sarà bisogno di interrogarli, sono contadini non criminali.]
    A quel punto le due furono abbastanza vicine da poter osservare meglio i figuri: tre uomini e una donna, facce pallide, pelle screpolata in più punti sul viso, abiti pesanti di pelliccia o cuoio, mani callose e consumate da anni e anni di lavoro infruttuoso nei campi, era chiaro come il Sole che quelle persone non avevano passato una vita facile negli agi e nel conforto. La sacerdotessa a quel punto si fece avanti catturando l'attenzione di uno degli uomini con un breve inchino rispettoso e un radioso sorriso.
    [Perdonate se interrompo il vostro pasto, ma mi è stata riferita la vostra storia eh...]
    A quel punto l'uomo che si era voltato per squadrare la sacerdotessa e, che per altro, sembrava anche il più anziano del gruppo, iniziò a gesticolare con le mani, facendo quasi cadere il suo piatto dal tavolo, nei suoi occhi un misto di terrore reverenziale e di sollievo di essere probabilmente lontano leghe e leghe dal Nord e dai non-morti.
    "Un giovane stolto ecco cosa !"
    Pronunciò quelle parole quasi sputando per terra dal disprezzo.
    "Nessuno può sconfiggere i Lich e intendo proprio NESSUNO. Quel tizio non sta chiamando a se avventurieri ma altri corpi da regalare a quei mostri, te lo dico io !"
    Quando il nome Lich fu pronunciato Pike ebbe un sussulto immediato, nei suoi occhi un terrore incontrollato cancellò per un attimo tutta la serenità che la aveva accompagnata fino a quel momento prima di ritornare seria. Aveva avuto la fortuna di non aver mai avuto niente a che fare con simili esseri, erano potenti e altrettanto malvagi, solo i più potenti paladini del suo ordine e di altri nel suo mondo di origine avevano potuto affrontarli e portare a casa la pelle.
    [La prego, potrebbe indicarmi su di una mappa o un semplice foglio di carta dove questo giovane sta radunando truppe ?]
    A quella domanda anche il resto del gruppo interruppe il suo pasto portando l'attenzione sulla giovane sacerdotessa, tutti ugualmente increduli. Per un attimo il vecchio la osservò con aria persa per poi scuotere violentemente la testa come ripresosi da una trance, non sapeva bene il motivo di quella domanda, o non voleva pensarci troppo.
    "Certo, certo. Yurik passami la mappa."
    Un foglio di carta fu srotolato in breve sulla superficie legnosa del tavolo, una mappa grezza del Nord.
    "Un piccolo insediamento vicino la Calaverna del Pettirosso. Qui."
    Un dito rinsecchito ed adunco andò a conficcarsi sulla carta sporca di inchiostro, la sacerdotessa osservò con attenzione per poi annuire, a quel punto il gruppetto semplicemente riavvolse la pergamena porgendola a Pike, dopotutto a loro non serviva più.
    "Se avete intenzione di andare..."
    E a questo punto il suo sguardo scivolò prima dalla sacerdotessa, poi verso Alison.
    "Vi auguro una fine breve e senza sofferenze."
    Detto questo l'uomo semplicemente si congedò dalla conversazione con un semplice cenno del capo, per poi tornare al suo piatto, seguito a ruota dal suo gruppo di viaggio. Pike si allontanò rispettosamente lasciandoli mangiare in pace, dopotutto era abbastanza certa non vedessero cibo caldo da diversi giorni. A quel punto la sacerdotessa si voltò verso Alison, il suo sguardo sempre serio non era mutato.
    [Hai detto che mi volevi vedere in azione, giusto ?]
    Un lieve sorrisino divertito a questo punto comparve sul suo volto che lentamente tornò a distendersi e rilassarsi.
    [Ho intenzione di andare a Nord per spaccare qualche cranio non-morto, se per caso fossi interessata all'avventura allora spero di poterci rivedere.]
    Un braccio teso in segno di saluto, un nuovo radioso sorriso.
    [Così potrò dimostrarti che non sono solo belle parole le mie.]
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    Luogo: Bloodrunner - Locanda Il Flauto d'Oro



    Pike si scusò, del tutto ignorato dalla bionda che intersecò le braccia non appena definì quegli uomini come contadini. Nel Bloodrunner non esistono contadini, erano tutti criminali, chi più, chi meno. Eccetto Alison naturalmente..e forse qualche innocente sporadico. Ad ogni modo la sacerdotessa si rivolse al gruppo di persone, i quali all'inizio sembravano ignorarla presi dalla foga di una discussione. Lich. Non ne sapeva molto, ma stando alle voci stavano creando grossi problemi al presidio settentrionale. La pugile era indifferente, non le importava nulla della piaga..ma non appena udì quanti, secondo gli uomini, fossero in grado di fermare queste creature. La bionda scoccò loro uno sguardo fulmineo.
    Nessuno? - forse volevano dire nessuno tranne lei. I Lich per lei erano fondamentalmente dei morti, anche se non è nemmeno la definizione più corretta. Il suo campo di conoscenza su queste creature era proprio al minimo, fatto sta che la bionda, estremamente sicura di sé, credeva di poter far fuori quanti Lich voleva. Notò il sussulto della sacerdotessa e lì rimase perplessa, la osservava di sott'occhio mentre dubitava del resto. Qual era il problema? Erano solo un branco di creature cui avevano smarrito la via della propria casa. Serviva solo qualcuno che andasse lì e li sistemasse per bene.

    Pike sembrò cambiare totalmente, così interessata alla faccenda che chiese subito informazioni sul luogo della piaga. Aveva intenzione di andarci? Un uomo stava reclutando volontari per una crociata anti-Lich. Una sacerdotessa non poteva certo rifiutarsi nel prestare il proprio servizio contro una simile oscurità. Lo sguardo di Alison rimbalzava tra la mappa e Pike, mentre man mano immaginava come sarebbe finita quella storia.
    La Calaverna del Pettirosso - ripeté le parole del luogo, non ne era davvero sicura..ma credeva di aver già sentito questo nome.
    "Tsk!" - accigliò lo sguardo guardando male il tipo che le aveva augurato una fine rapida e indolore. Come non compatirlo, era solo un povero stolto, debole e privo di capacità, al quale, di fronte al minimo pericolo condiva tanta esagerazione alle storielle del suo luogo. Un po' come vantarsi di avere il presidio più pericoloso. Facevano a gara, credendo di dimostrare di essere migliori perché vivevano in ambienti più ardui. Pivello, non aveva ancora vissuto per bene nel Bloodrunner. Che ipocrita, alla fine anche lei faceva lo stesso: andava a dire che la sua città era la più pericolosa quando, in confronto a tanti altri ambienti di Endlos cui non aveva mai potuto o pensato di mettere piede, risultavano di gran lunga più letali.
    "Non sai chi hai davanti, vecchio!" - e lo fulminò con lo sguardo prima di rivolgersi a Pike, già pronta a spiegarle la sua decisione.

    Nord, evidentemente a breve stava per essere calpestato da due giovani guerriere dal temperamento e dallo stile completamente diverso. Sorrise e sbuffò divertita udendo la determinazione della sacerdotessa. Qualcosa in comune l'avevano e di certo non avrebbe fatto la figura della debole rifiutando un simile invito. Un modo per far vedere quanto valeva, non era certo una persona ridicola! Ricambiò il saluto stringendole la mano, ma senza mollare la presa.
    "Non mi lascio sfuggire una simile occasione" - lo sguardo rimbalzò dalla mano agli occhi - "Sai essere anche cruenta, eh?" - poi mollò la presa. Tutto confermato, Alison si sarebbe unita all'avventura contro il male. Non tanto per vedere Pike in azione, ma perché l'idea di poter fare liberamente quel che sapeva fare meglio, la stuzzicava troppo.
    "Ce l'hai un telefono?" - domandò, poi realizzò che la tipa non sapeva, fino a poco fa, cos'era una moto - "Sai cos'è un telefono, vero? Chiamarsi a distanza, sai? Per metterci d'accordo..non vorrai mica fartela tutta a piedi, vero?" - chiese grattandosi dietro la testa. Non ne era sicura, ma per qualche motivo si immaginava la guerriera della luce rifarsi tutta la strada per tornare indietro..a piedi.

    Stato Mentale: Normale - Quindi devo fare l'eroina? Io? Ah!
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  11. Marcus «
     
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    PIKE DUNHALIN - Energia: 100%
    Pike rimase sorpresa per un istante, ritrovandosi bloccata nella morsa di ferro che era la mano di Alison, a quanto pareva anche la giovane era intenzionata a venire al Nord, certo la sacerdotessa non sarebbe potuta essere più felice di tale affermazione e, dove solitamente si sarebbe trovata preoccupata per la vita di un terzo, era piuttosto sicura che la giovane pugile fosse abbastanza dura da sopportare una simile impresa. Prima che un sorriso potesse comparire sul suo volto, ad ogni modo, Alison pronunciò il nome di un oggetto totalmente ignoto a Pike, un telefono. Anche la spiegazione della giovane non aiutò molto a comprendere esattamente di cosa si trattasse, era per caso un qualche cosa di magico ? Eppure Alison aveva detto che non era capace di usare la magia, o così pareva per lo meno.
    [Un telefoche..?]
    Inclinò leggermente la testa di lato incuriosita, la risposta alla domanda era piuttosto ovvia: no. Nel suo mondo non esistevano moto e telefoni, anche se vi erano mezzi per comunicare a distanza con altre persone ma certo questi non potevano venir trasportati in una tasca o, comunque, essere utilizzati da una persona qualunque, trattandosi nella maggior parte di complessi rituali o potenti incanti. Per lo meno Alison pareva avere un mezzo di trasporto per raggiungere il Nord, Pike ipotizzò doversi trattare della moto con cui avevano raggiunto il locale e si trovò improvvisamente a sorridere come una bambina a cui avevano appena fatto un regalo. Non vedeva l'ora di viaggiare ancora su quel mezzo così particolare e strano.
    [Beh se ci vogliamo parlare sai di certo dove trovarmi, mi fermerò qualche giorno alla locanda, farò provviste per il viaggio e poi partirò.]
    Annuì dirigendosi non più al loro tavolo ma bensì all'ingresso del locale, dopotutto l'ora era ormai tarda e Alison si era trattenuta per un lungo periodo di tempo, probabilmente era l'ora di salutarsi per la notte.
    [La mia intenzione iniziale era proprio quella di farmela a piedi, dopotutto una volta sperimentato un viaggio so piuttosto bene di cosa necessito per sopravvivere al meglio a questo giro... Credo.]
    Bisbigliò sotto voce fra se e se l'ultima parte, anche se le due erano talmente vicine che probabilmente Alison avrebbe potuto udire comunque senza alcun problema.
    [Ma se non sono di troppo peso un passaggio sarebbe di certo gradito.]
    E un altro sorrisone, sperava veramente di fare il viaggio di ritorno in sella a quella moto, ne era rimasta talmente affascinata in quei pochi minuti che non poteva minimamente immaginare il divertimento di compierci un viaggio di giorni. Certo non aveva minimamente pensato né al clima rigidissimo, né al terreno difficoltoso, né alla scomodità di passare troppo tempo seduti su di una sella che ti sballottava da una parte all'altra, però dopotutto Pike era troppo contenta in quel momento per poter prestare attenzione a certi "dettagli".
    [E poi ormai so come si cavalca una moto.]
    Cavalca, esatto. Evidentemente alla sacerdotessa non era ancora ben chiaro in testa cosa fosse esattamente un veicolo a motore.
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    [STATO MENTALE] ok
    [TECNICHE UTILIZZATE] X

    [AZIONI PRESE] X

    [ELENCO PASSIVE]
    • Virtue: La presenza della dea è forte, il sacerdote emanerà dal suo corpo una lieve e costante luce vibrante, questa causerà un immediato effetto di calma e pace in chiunque si trovi nella sua sola presenza.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: provoca un senso di calma e tranquillità)
     
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    Luogo: Bloodrunner - Locanda Il Flauto d'Oro



    Qualche giorno. La sacerdotessa era davvero intenzionata a rimanere lì qualche giorno, fare provviste per poi farsi tutto il viaggio verso il Nord a piedi. A piedi.
    No, Alison..No.. - "E' deciso allora, verrò a prenderti io! - Cosa?! - distolse lo sguardo durante il suo conflitto interiore. Perché aveva preso una decisione così affrettata? Giusto..dopotutto si tratta di Alison, le cose non affrettate non sono per lei. Inoltre rispecchiava perfettamente la sua natura da avventuriera. Cogliere le occasioni e, raramente, dire di no. Altrimenti avrebbe vissuto una vita vuota. Non doveva contare su nessuno, non doveva aspettare nessuno. A casa viveva da sola, quindi..aveva completa libertà sulla sua vita, poi..prima o poi bisogna arrangiarsi in qualche modo? Non si può essere sempre seguiti. Ed Alison, per quanto si dimostri infantile a volte, è completamente indipendente, senza ombra di dubbio.

    Si apprestò a dirigersi verso l'uscita, si voltò un'ultima. Mano destra al fianco omonimo. Spostò il peso sullo stesso piede con un'ancheggiata.
    "Aspettami, ci conto" -scostò quindi la mano, l'indice e il medio uniti a toccare appena la tempia. Un saluto spavaldo e, senza esitazione, abbandonò il locale. Qualche giorno. Che voleva dire di preciso? Non aveva molta importanza..saranno uno o due, massimo tre. Pike aveva il dovere di aspettarla, anzi..l'obbligo, suonava più costrittivo così. La moto parcheggiata fuori era intoccata, la bionda prese il casco e si apprestò ad indossarlo, quando si bloccò ripensando alla decisione che aveva preso. Come un fiume in piena, le passarono tutte le immagini di quella stolta donna. Viaggiare con Alison, a suo rischio e pericolo. In futuro si sarebbe accorta di quanto lagnosa poteva arrivare ad essere Alison. Erano dirette al Nord e a Nord fa freddo e lei odia il freddo. E quando c'è qualcosa che odia, lo ripete all'infinito, non importa cosa.

    Sul momento non aveva realizzato perfettamente la meta, l'importante era uscire da quella città. Non era la tipa da porre le radici in un luogo, nonostante il Bloodrunner era la città ideale per lei. Alison e Bloodrunner, non era nata lì, però era un'accoppiata perfetta. Un po' come un figlio che vuole abbandonare la famiglia, cercar fortuna, incontrare ostacoli, rendersi conto delle difficoltà della vita, per poi provare nostalgia e sentire il bisogno di ritornare sui suoi passi e rintanarsi nell'amata patria, nella quale, i genitori misericordiosi, non avrebbe atteso altro per organizzare una festa. Ricorda tanto una parabola, vero? Ripose il casco, oggi aveva ancora una volta voglia di disobbedire alle regole cittadine. Montò sulla moto: l'accese. Un piccolo rombo, al pari dello sfogo per aver dovuto sopportare un passeggero particolare. Di solito non doveva sostenere il peso di due individui. Alison era abbastanza.

    Luogo: Bloodrunner - Strade Comuni



    Piede all'acceleratore e sfrecciò nuovamente per le strade della città ormai sulla tarda ora. A proposito di patria, era ora di tornare a casa e lanciarsi sul letto e spendere quelle ultime ore, prima di cambiare mondo, con qualcosa di poco produttivo. Ad esempio rilassandosi, guardare qualcosa..in attesa del fatidico giorno. La pugile deve distrarsi, trovare qualcosa da fare, il solo pensiero di dover aspettare almeno un giorno, le incrementava la forte tentazione di tornare indietro, prendere Pike, posizionarla al posto passeggero e dirigersi immediatamente verso Nord. Si fermò al semaforo, raramente lo faceva, e pensò seriamente di farlo.
    Mi aspetterà - pensò, non con fare romantico o nostalgico, indubbia era la parola della sacerdotessa, però..non aveva mai creduto che lei, l'impaziente, sarebbe stata attesa da qualcun altro. Gli altri la facevano aspettare, le cose, il mondo e tutto il resto. Il tempo le era nemico, lei odiava il tempo. Invece, stavolta il contrario, gli altri devono affidarsi a lei. Era forse un principio di crescita per questa giovane e intraprendente guerriera? Domani sarebbe uscito un sole più splendente dell'oro.

    Stato Mentale: Normale - Mi sento strana..non vedo l'ora!
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