[LAM] Regali

{Parte 1}

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  1. Liberi Aeris Milites
     
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    "Dicono che il genio consiste in un’illimitata capacità di aver cura dei dettagli".

    Arthur Conan Doyle


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    Albero Casa, Nidi dei Grifoni
    Presidio Errante, Endlos.


    Si dice che per coloro che cavalcano la tempesta sia abbastanza comune percepire il pericolo nella quiete. Così era accaduto anche per voi: dopo alcuni eventi che sicuramente avrebbero dovuto scuotere la gilda fin nelle fondamenta -almeno agli occhi di un esterno- quali l'allontanamento di Aeon o il processo a Lazarus e le dimissioni di Grifis, avreste immaginato come conseguenza almeno un gran baccano. Soprattutto perchè conoscevate entrambi bene il vostro Gran Maestro, famosa per andarci giù pesante ad ogni colpo di testa.
    Invece non era accaduto proprio nulla: Firion era stato chiamato privatamente da Drusilia e nominato Comandante Verde con una cerimonia che dir "sobria" era comunque eccessivo, di Aeon non si era saputo più nulla e a quanto ne sapevate non c'erano mandati di cattura particolarmente urgenti verso Lazarus o qualcuno dei suoi collaboratori.
    Niente.

    Il primo segno di qualcosa che si muoveva giunse una mattina qualunque: come consuetudine per i messaggi urgenti, Firion e Nesrìn avrebbero ricevuto una lettera direttamente nel proprio alloggio; sarebbe magicamente apparsa sul letto e, come già accaduto altre volte, gli Aviatori non avrebbero avuto la minima idea di come fosse finita lì. Ciò nonostante era evidente il sigillo del Gran Maestro; questo bastava a la rendeva inattaccabile ed insospettabile... almeno in tempi di pace.
    Diceva di recarsi il prima possibile alle fronde dell'Albero Casa, lì dove tutti sapevano esserci dei nidi di grifone.
    Non era firmata, ma visto il sigillo -a rigor di logica- doveva essere partita direttamente dall'Alfiere.

    Giunti ai nidi, insolitamente solitari quel giorno, ad attendervi non c'era tuttavia chi vi aspettavate; al posto di una Drusilia assente avreste notato un'imponente figura di nero ammantata ed alta circa due metri. Era un uomo grosso e non particolarmente giovane, piuttosto un veterano: Firion l'avrebbe immediatamente visto come Gil, suo compagno di sventura durante il triste episodio con Aeon ed Aviatore più vecchio -almeno per anni di servizio- dei Liberi Aeris Milites. Nesrìn, di contro, non lo avrebbe riconosciuto.

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    Attendeva placido e sereno il vostro arrivo, comodamente sorretto da un muretto basso; non appena avrebbe avuto modo di scorgere i vostri volti fra le fronde, il viso gli si sarebbe illuminato di un ampio sorrisone. Quindi avrebbe iniziato a sbracciarsi, invitando ad avvicinarvi.
    Probabilmente era lui il mittente della lettera.

    Benvenuti fanciulli!
    Ho scritto tutto nel post ma se avete dubbi chiedete pure in bacheca. Firion, tu sei già diventato Comandante.
    Di turni non metto scadenze ma vi invito a rispettare più o meno sempre la settimana dal mio post come limite. Se avete impegni basta avvisare che tardate e non succede nulla, ma dovete avvisare... o vi do per dispersi :geez:
     
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    NESRÌN ▪ SCHEDA

    Grandi cambiamenti avevano scosso la gilda degli Aviatori nell'ultimo periodo, eppure, allo sguardo di solito sempre vigile della figlia del fuoco, erano come passati in secondo piano. Le voci circa l’allontanamento di un certo Aeon chissà-chi dalla scena endlossiana non l’avevano turbata come invece avrebbero dovuto (complice, ancora una volta, la sua ignoranza in materia), mentre le dimissioni di Grifis dal ruolo di Comandante Verde l’avevano quasi rallegrata... il Bianco non le era mai stato molto simpatico, e il suo seppur breve soggiorno nell’oltretomba aveva solo contribuito a renderlo ancora più lunatico e strambo ai suoi occhi.

    In quanto a Lazarus, invece, non sapeva proprio che pensare... tant’è che l’unico commento che si era lasciata sfuggire quando le era giunta notizia che Drusilia in persona avrebbe presieduto al suo processo, fu solo un secco e sbrigativo “quel tizio è fottuto.” Un’alzata di spalle ed era tornata a rivolgere la sua attenzione verso faccende ben più interessanti, tranne quando era venuta a sapere che l’Alfiere aveva deciso -contro ogni sua aspettativa- di non prendere iniziative contro quel ragazzino rompiscatole... il ché la lasciò un po’ basita, in un primo momento, ma alla fine non ci aveva dato troppo peso... Drusilia doveva avere i suoi buoni motivi, giusto?



    Invece, la promozione a Comandante Verde di Firion era stata per lei davvero una bellissima sorpresa. Erano un’ottima squadra, avevano combattuto spesso fianco a fianco e per quanto sotto alcuni aspetti il maestro d’armi fosse molto simile al vecchio Grifis, Firion era più simpatico e gentile di lui... e forse uno dei pochi Aviatori dotato della pazienza necessaria a sopportare la sua personalità esplosiva: un difetto che la focosa stava cercando di correggere già dai tempi in cui Drusilia le aveva fatto quella famosa ramanzina.

    Quel giorno non faceva eccezione.

    Concentrata com’era a cercare una soluzione ai suoi problemi -al drago- e ad affogare le sue frustrazioni nell’alcool, Nesrìn non si accorse subito della lettera che giaceva sopra il suo letto. Le parole d’incoraggiamento di Ted che ancora le ronzavano nella testa, appena varcata la soglia di casa la metadrago si era buttata sul letto e non si era più svegliata fino al mattino seguente, quando una fortissima emicrania la destò dal suo sonno tutt’altro che ristoratore. Le ci vollero trenta minuti buoni per riprendere il contatto con la realtà, e altrettanti per accorgersi della lettera che -chissà come- era finita sotto il suo culo.

    Mettere a fuoco le scritte fu quasi un’impresa, ma alla fine gli occhi del drago accorsero in suo aiuto: il Gran Maestro la invitava a recarsi presso le fronde dell’Albero-Casa, a far compagnia ai quei gallinacci conosciuti anche come grifoni. Con un grugnito scazzato, la selvaggia chioma rossa che le incorniciava il viso a mo’ di criniera leonina, la focosa s’alzò di malavoglia dal letto, bofonchiando una litania d’ingiurie in una lingua incomprensibile; si sarebbe completamente ripresa dai postumi della sbornia solo al suo arrivo presso le fronde dell’Albero-Casa, complice una buona passeggiata e il sangue di drago che le scorreva nelle vene.

    Firion! Che bello vederti! Come ssta il mio Comandante preferito?

    Ruggì entusiasta al suo compagno di sventure, sancendo la sua entrata in scena, allargando le braccia in segno di saluto e trotterellando al suo fianco per dargli una pacca sulla spalla, sorriso a trentadue denti stampato sul viso ferino; anche se il maestro d’armi era un suo superiore adesso, per lei non faceva alcuna differenza, avrebbe continuato a trattarlo come un amico, senza formalità, proprio come faceva anche con Drusilia... e con qualunque altra figura di qualsivoglia autorità presente sull’intero semipiano.

    Lo sconosciuto nerboruto appoggiato ad un muretto non fece eccezione.

    E tu chi ssaresti?

    Sibilò la rossa incuriosita, priva di tatto come suo solito.

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    Vigeva una calma innaturale, nell'Albero Casa.
    Dopo gli ultimi avvenimenti vi sarebbe dovuto esser un gran vociare, eppure il silenzio era l'unico compagno che mi affiancava per i corridoi.
    Non era chiaro se gli Aviatori fossero timorosi, o più semplicemente indifferenti.
    Una cosa però era certa: qualcosa nella Gilda stava cambiando.

    Rigiravo fra le dita la lettera ricevuta quel giorno: vi era impresso il simbolo del Gran Maestro.
    Nulla di strano, pensai, ad eccezione del posto in cui era fissato l'incontro. I nidi dei Grifoni... difficilmente si sarebbe trattato di un incontro formale; probabilmente voleva convocare l'intera squadra verde al suo cospetto, pensai.

    La teoria venne immediatemente smentita quando ad accogliermi -in maniera piuttosto viva e colorita- ritrovai Gildarts. Pensavo fosse ancora fuori in missione, non l'avevo più incrociato dal giorno in cui sorprendemmo Aeon e Ted per i vicoli del Presidio.

    « Ehi, Gil- »

    Firion! Che bello vederti! Come ssta il mio Comandante preferito?

    Fui interrotto da una voce ben più che familiare, e non servì nemmeno voltarmi in sua direzione per prevedere la pacca sulla spalla che sarebbe arrivata di lì a breve

    « Ciao, Nesrìn..! »

    Se non altro lei era una di quelle persone a cui non sarebbe mai mancato l'entusiasmo, da quelle parti. Erano pochi a poter vantare un sorriso contagioso come il suo.

    E tu chi ssaresti?

    Ecco, per l'appunto...
    Curioso in ogni caso che non conoscesse Gildarts: sebbene fosse uno degli Aviatori meno presenti sull'Isola -spesso in missione per conto del Gran Maestro, rappresentava uno dei veterani di maggior rilievo.
    Oltretutto appartenevano alla stessa squadra...

    « Lui è Gildarts, il suo nome dovrebbe suonarti familiare. »

    Vero era che Nesrìn non trattava granché con i Grifoni -per nulla, a dir il vero, ed era nei miei programmi rimediare-, ma...
    Già! I Grifoni: perché eravamo riuniti lì?

    « Sei stato convocato anche tu da Drusilia? »

    Rivolsi la domanda al compagno Verde, nella speranza che potesse chiarire le motivazioni di quella chiamata.

     
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    Osservandoli entrambi con aria pacata e serena, Gildarts finì per pensare che c'era una sostanziale differenza fra gli aviatori dell'ultima generazione con loro, precedenti all'Alfierato. Un esempio lampante era proprio quella bella rossa dalla voce serpentina: era evidente che non fosse uno spirito intenzionato a sottomettersi passivamente all'autorità, piuttosto una testa calda; lo dicevano i suoi toni verso il Comandante o i capi in generale. Ciò nonostante aveva uno spirito gentile e le sue uscite condizionate da un'indole indomabile non sarebbero mai degenerate in vera mancanza di rispetto verso Firion o Drusilia... perchè non ne avrebbe mai avuto lontanamente l'intenzione. Drusilia e Firion non erano infatti i suoi capi.
    Erano i suoi amici.
    Amici veri, di quelli che si coprono le spalle nei momenti peggiori e che nei migliori vanno a farsi una bevuta in taverna assieme.
    Così sarebbero dovuti essere, in un certo senso, gli Aviatori... e così lo erano stati per anni, prima che Drusilia diventasse Alfiere. Che la protezione di una carica così importante avesse attirato malintenzionati? Oppure, semplicemente, non ispirava più un rapporto di fiducia come prima?

    E tu chi ssaresti?
    « Lui è Gildarts, il suo nome dovrebbe suonarti familiare. »

    In risposta al giovanotto, il colosso alzò la manona e salutò tutto contento, come a volersi presentare.

    « Sei stato convocato anche tu da Drusilia? »
    « Beh... in realtà no. Vi ho mandato io la lettera... he-he »

    Sorrise un pò imbarazzato, grattandosi il capo e guardandosi intorno con evidentissimo disagio; in effetti attirare l'attenzione spacciandosi per il capo non era stata proprio una genialata... ma, come aveva fatto notare la Metadrago, non era esattamente un Aviatore molto conosciuto. Nessuno gli avrebbe dato retta, se fosse stato chiaro dall'inizio.

    « Vi ho chiamati perchè vorrei realizzare un suo piccolo desiderio » avrebbe detto, portando le mani in segno di preghiera e mimando un'espressione che sarebbe risultata adorabile su una fanciullina e decisamente poco credibile su un uomo fatto e finito come lui « Sai, dopo gli ultimi casini in Tribunale e con Aeon la vedo silenziosa... e non è mai una bella cosa quando è silenziosa. La preferisco quando picchia, cioè... è più rassicurante, ecco. »

    Nonostante le dichiarazioni, ciò che diceva aveva un senso: gli elementalisti erano noti in molti mondi per essere non solo dominatori di elementi, ma anche specchio della loro natura. Per questa ragione, chiunque si fosse un minimo rapportato con Drusilia avrebbe facilmente intuito la sua natura fin troppo simile all'aria ed il vento di cui era Signora. Per lei i colpi di testa erano possibili e, nella loro potenza, erano comunque più rassicuranti di una giornata troppo serena. Per chi osservava il cielo, le giornate troppo serene coincidevano spesso con l'occhio di un ciclone... o il prologo di eventi apocalittici. Per questo non era mai una buona cosa vederla tranquilla in momenti in cui tranquilla non poteva di certo essere.
    Qualcosa bolliva in pentola e lui, nel suo piccolo, voleva evitare il peggio.

    « Quindi, ecco... vi andrebbe di aiutarmi? »

     
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    Gildarts. La rossa squadrò l’energumeno da capo a piedi, sopracciglia corrucciate e sguardo indagatore. Quel nome le suonava familiare. Solo dopo alcuni secondi, in cui si sarebbero quasi potuti vedere gli ingranaggi del suo cervellino mettersi in moto e una lampadina illuminarsi sopra la sua testa, Nesrìn riuscì a collegare quel nome ad un volto. Un volto che, in tutta sincerità, aveva incrociato in pochissime occasioni... e non per colpa sua, questa volta! O meglio, non del tutto.

    Gildarts, infatti, era un tipo dallo spirito ben più randagio del suo, e dunque non c’era da stupirsi se i due non si fossero mai rivolti la parola prima di quel giorno. Questo spiegava anche perché la focosa, almeno in un primo momento, avesse faticato a riconoscerlo; il fatto, poi, che il suo animo bellicoso avventuroso la spingesse spesso oltre i confini di Laputa, aveva contribuito a ridurre ulteriormente la possibilità di un loro eventuale incontro.

    Al saluto dell’omaccione la metadrago rispose raggiante, sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

    Oh, sscusa Gildarts! Non ti avevo riconosciuto!

    Giusto il tempo per rivolgergli le sue scuse e poi fu il maestro d’armi a prendere la parola, chiedendo al veterano se anche lui fosse stato convocato dall’Alfiere. Nesrìn stava per chiedere quando si sarebbe fatta viva Drusilia, ma l’istantaneo imbarazzo dell’uomo -seguito dalla sua bizzarra ed accorata richiesta- stuzzicarono l’immediato interesse della figlia del fuoco, che si fece tutta orecchi.

    Quindi, ecco... vi andrebbe di aiutarmi?

    La risposta della metadrago non si fece attendere.

    Certo! Non ssono sstata un’amica molto presente, nell’ultimo periodo... voglio rimediare!

    Diceva la verità. Anche se era sempre pronta a prendere le sue difese, Nesrìn aveva trascurato parecchio Drusilia dall’ultima volta che si erano viste, impegnata com’era a trovare un modo per domare il drago che non si rivelasse un fiasco e ubriacarsi al Cappio di Bronzo quando le responsabilità di Capitano venivano a bussare alla sua porta. Un tempo non ci avrebbe fatto caso, si sarebbe scrollata di dosso quei pensieri e sarebbe andata avanti con la sua vita, ma ora non era più sola, non doveva più badare unicamente alla sua sopravvivenza, ma anche a quella dei suoi sottoposti... e questo la mandava in crisi.


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    Edited by Red Jenny - 30/3/2016, 12:24
     
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    « Beh... in realtà no. Vi ho mandato io la lettera... he-he »

    Ero ben consapevole che in quel momento mi sarei dovuto mostrare sorpreso -lo ero, di fatto!-, ma fu sufficiente riflettere un solo secondo sulla persona che avevo di fronte per sostituire la sensazione di inganno con quella di rassegnazione e comprensione.
    Gildarts era fatto così, c'era ben poco da fare! Mi limitai dunque a ricambiare il suo sorriso imbarazzato, curioso di scoprire il motivo di quella convocazione inusuale.

    « Vi ho chiamati perchè vorrei realizzare un suo piccolo desiderio. Sai, dopo gli ultimi casini in Tribunale e con Aeon la vedo silenziosa... e non è mai una bella cosa quando è silenziosa. La preferisco quando picchia, cioè... è più rassicurante, ecco. »

    Si parlava di Drusilia, ovviamente... l'analisi di Gildarts era tanto schietta quanto veritiera.
    ...ad esclusione della parte in cui affermava di preferirla quando picchiava, per quel che mi riguarda. Sembrava che molti soldati -e non solo- fossero in qualche modo attratti dalla sua indole violenta... forse ammiravano la ben nota forza della Dama del Vento e ne apprezzavano le dimostrazioni?
    Mah.

    « Quindi, ecco... vi andrebbe di aiutarmi? »

    Vero era,in ogni caso, che Drusilia appariva molto più cupa del solito... e potevo comprenderne le ragioni.
    Gildarts aveva ragione: saremmo dovuti intervenire!

    Certo! Non ssono sstata un’amica molto presente, nell’ultimo periodo... voglio rimediare!

    « Ovviamente! »

    Esclamai entusiasta, spalleggiando l'intervento della Rossa.
    Ma... in che modo?

    « Avevi in mente qualcosa di particolare? »

    Di quale "piccolo desiderio" ci avrebbe voluto parlare?

     
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    Certo! Non ssono sstata un’amica molto presente, nell’ultimo periodo... voglio rimediare!
    « Ovviamente! Avevi in mente qualcosa di particolare? »

    Fortunatamente i due ragazzi furono ben lieti di assecondarlo, cosa che lo inorgoglì non poco. Dopotutto aveva una certa età e, nonostante l'indole nomade e un pò stupida che si portava dentro, iniziava ad avere anche lui difficoltà con i più piccoli. Per questo -l'ultima volta che Drusilia glielo aveva chiesto- alla domanda di addestrare un paio di novizi se l'era data a gambe con la scusa di terminare delle faccende a nord.
    Gildarts era un guerriero fantastico, un uomo senza paura...
    ...ma ai ragazzini avrebbe preferito farsi mangiare da un titano.

    « CERTO CHE SI, amico mio he-he!»

    Lo avrebbe esclamato tutto felice, battendosi la manona sul petto e generando rumori abbastanza forti da preoccupare chiunque ma troppo prolungati e bassi per ricordare delle ossa rotte. Il perchè poi si facesse del male così senza motivo era un mistero, ma Gildarts era strano, e questo lo sapevano più o meno tutti.

    « Tanti anni fa, Drusilia mi confidò il suo sogno. Ai tempi gli Aviatori erano solo agli albori e non erano nemmeno riconosciuti... MA, il sottoscritto ha una buona memoria, quindi mi riservo di utilizzare questo ricordo come asso nella manica! »
    Nel dirlo, con un gesto teatrale afferrò il suo mantello logoro per portarselo al petto. Poi, con un colpo di mano, lo lanciò sul lato in modo da farlo svolazzare... e svelare cosa nascondesse al suo interno.
    Delle uova.
    Erano grosse, più di quelle degli struzzi, ed avevano delle venature strane in superficie.

    « Vi presento la nostra arma segreta! »

    E con ciò gliele avrebbe piazzate fra le braccia a entrambi, una per ciascuno.

    « Vi piacciono? »

    Accompagnò la domanda con un sorrisone ebete a trentadue denti.

     
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    Che Gildarts fosse un tipetto piuttosto strano mi era noto da un po' di tempo oramai, ma...

    « CERTO CHE SI, amico mio he-he!»

    ...abituarsi ai suoi modi di fare un tantino bizzarri sarebbe stato comunque impossibile.
    Ecco, una riunione perfetta: lui e Nesrìn messi insieme avrebbero rappresentato probabilmente la squadra degli Aviatori più imprevedibile della storia. Sorrisi, pensando a che casino avrebbero potuto combinare insieme in una missione!
    ...ed un istante dopo un brivido gelido mi percorse la schiena, realizzando che entrambi appartenevano alla squadra Verde di cui sarei dovuto essere il Comandante.

    « Tanti anni fa, Drusilia mi confidò il suo sogno. Ai tempi gli Aviatori erano solo agli albori e non erano nemmeno riconosciuti... MA, il sottoscritto ha una buona memoria, quindi mi riservo di utilizzare questo ricordo come asso nella manica! »

    Fortunatamente Gildarts richiamò le attenzioni della mia mente, che già fantasticava preoccupata su eventuali missioni diplomatiche terminate con città capovolte -letteralmente- e messe a fuoco e fiamme.

    « Vi presento la nostra arma segreta!
    Vi piacciono? »


    Ecco, questa era un'altra delle sue iniziative che difficilmente mi sarei aspettato. Portava con se due uova e... ce le affidava?

    « Uova di Grifone? »

    Le riconobbi piuttosto facilmente, avendo avuto a che fare con quelle creature in più occasioni.

    « Ah »

    A quell'esclamazione lo sguardo si spostò di scatto verso Nesrìn: l'addestramento! Drusilia mi aveva chiesto di insegnarle a cavalcare un Grifone, ma da allora non avevo tenuto una sola lezione...
    ...accidenti.
    Forse sarebbe stata l'occasione buona per rimediare, ora che Gildarts me l'aveva ricordato.

    « Perché ci hai portato due uova? »

     
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    L’entusiasmo dei colleghi Aviatori fece scoppiare Gildarts in una grassa risata, colma di sollievo e letizia, la manona che per tutta risposta andò a scuotergli il petto in un impeto d’euforia momentanea... e con una forza tale che alla focosa sembrò d’udire dei tonfi sordi e degli scricchiolii poco rassicuranti accompagnare ogni scossa, tanto che per un attimo pensò davvero che l’omaccione si fosse inavvertitamente rotto qualche costola.

    Eppure, non un gemito di dolore sgorgò dalle labbra dell’interessato, che anzi continuò a ridere indefesso, come se nulla fosse. Per quale ragione quel vegliardo s’ostinasse a farsi del male da solo senz’alcuna ragione apparente, alla rossa non era dato saperlo.

    Nesrìn inarcò dunque un sopracciglio a sottolineare la sua perplessità, ma nessun segno di nervosismo balenò nei suoi occhi dorati; al contrario, la metadrago pareva quasi divertita da quel gesto senza senso, e un sorriso malizioso si dipinse sul suo viso ferino.


    Il fatto che ci fosse un altro Aviatore poco legato alle formalità come lei la faceva sentire bene, più a suo agio e meno pecora nera della situazione.

    Vi presento la nostra arma segreta!

    I pensieri della rossa vennero bruscamente interrotti dall’inaspettata sorpresa che fece capolino da sotto il mantello del veterano, lo sguardo stralunato che guizzò fulmineo sugli strani oggetti tondeggianti che Gildarts consegnò prontamente a lei e Firion, che mostrava la sua stessa espressione confusa e sbalordita stampata in faccia.

    Uova?! Le stava forse offrendo la colazione...?

    In effetti, ora che ci pensava, aveva un certo appetito.

    Vi piacciono?

    Per tutta risposta, la focosa fissò il suo uovo con sguardo famelico.

    Eccome! Con quessto ci faccio una frittata deliziosa!

    Ignorava quali fossero le intenzioni del suo superiore, ma vedere quelle -grosse e succulente- uova le aveva fatto ricordare che non toccava cibo dalla sera precedente e...

    Beh, adesso aveva fame.

    Tanta fame.


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    Le risposte alla proposta di quello che doveva essere il suo "piano più geniale di sempre" furono decisamente variegate ed in parte inaspettate.
    Eccome! Con quessto ci faccio una frittata deliziosa!

    Avrebbe esclamato la rossa, facendogli quasi venire un colpo. Si sarebbe portato una mano al petto, con un sorriso troppo largo che sembrava più una smorfia di dolore ad un'espressione divertita. Dopotutto, Gildarts era vecchio per essere un soldato e se era ancora in prima linea lo doveva ad un'esperienza pari a pochi ed a una prestanza fisica acquisita in anni ed anni di addestramento. Però era e sarebbe sempre rimasto un umano, a differenza di molte delle cariche più alte su quell'isola: quelle cose non gli facevano bene al cuore. Mannaggia al colesterolo.

    « Uova di Grifone? » osservò il più posato Firion, che condivideva la stessa natura dell'omone e forse capiva che, tutto sommato, lui era una specie di vecchietto molto pompato e come tale andava trattato « Ah. Perché ci hai portato due uova? »
    « Sei un bravo ragazzo, Firion, he-he » lo avrebbe detto massaggiandosi il petto e tirandogli forti ed amichevoli pacche sulla spalla « Queste non si mangiano, signorina: questi si allevano! »
    L'esclamazione giunse non appena riprese fiato, tornando in posizione completamente eretta.
    Posizionò anche le mani sul fianco ed inarcò la schiena, giusto per sentirsi un pò più fico e mettersi in poca davanti ad i suoi nuovi "discepoli".

    « E' una specie di addestramento, che ci aiuterà anche ad aumentare la forza bellica della gilda lavorando insieme. In pratica ad ogni Aviatore Verde sarà dato un grifone da far nascere e crescere, oltre che da addestrare. In questo modo si saggeranno la pazienza ed il rispetto per altre creature, oltre imparare a prendersi cura dei propri compagni »
    Sorrise, particolarmente soddisfatto.
    « La gilda è sempre stata una famiglia per lei: ora sta male la mamma, è il caso che i figli imparino a prendersi cura gli uni degli altri »

     
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    Eccome! Con quessto ci faccio una frittata deliziosa!

    ...ecco, lo sapevo.
    Avevo trattenuto il pensiero per buon senso, ma ero più che convinto che Nesrìn avrebbe fatto una sparata delle sue.
    Cercai di massaggiare lentamente la fronte con una mano, nel contempo che Gildarts provava intanto a farmi sprofondare nel pavimento con delle amichevoli pacche sulle spalle.
    Sospirai, profondamente.

    « E' una specie di addestramento, che ci aiuterà anche ad aumentare la forza bellica della gilda lavorando insieme. In pratica ad ogni Aviatore Verde sarà dato un grifone da far nascere e crescere, oltre che da addestrare. In questo modo si saggeranno la pazienza ed il rispetto per altre creature, oltre imparare a prendersi cura dei propri compagni.
    La gilda è sempre stata una famiglia per lei: ora sta male la mamma, è il caso che i figli imparino a prendersi cura gli uni degli altri »


    « Questa è un'ottima idea! »

    Esclamai entusiasta, rivolgendomi al compagno Verde. Effettivamente col passare del tempo sempre meno Aviatori dedicavano il loro tempo ai Grifoni, il che era alquanto insolito essendo loro uno dei simboli più rappresentativi della Gilda.
    La proposta di Gil avrebbe rafforzato la squadra verde addestrando al contempo i soldati.
    A dir poco geniale.

    « Mi piace, ti aiuterò a coordinare i lavori con il resto della squadra.
    Sai... »


    Lo sguardo si spostò previdente verso la Draghessa.

    « ...penso che qualche Aviatore avrà bisogno di una mano. »

    Già, sarebbe stato meglio.



    Edited by Silver Shadow - 23/5/2016, 21:58
     
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    Le scelte culinarie della rossa fecero quasi venire un infarto alla montagna d’uomo che si ergeva di fronte a lei, tanto che per tutta risposta si portò una mano al petto assumendo un’espressione mista fra ilarità e offesa, gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa... e lo spavento.

    Inutile dire che non si era aspettato una risposta simile da parte della focosa, che di rimando si limitò a fissarlo confusa, sopracciglio inarcato a sottolineare la sua perplessità. Se non era per offrire loro la colazione, perché mai Gildarts aveva consegnato loro delle uova? Per giocare a tiro al bersaglio, forse?
    Ma non aveva alcun senso...

    Firion, per fortuna, sembrava tanto incredulo quanto lei, ma per una ragione molto diversa.

    Uova di grifone.

    A quell’affermazione, gli occhi della metadrago si scollarono dal maestro d’armi per guizzare fulminei sull’uovo che stringeva fra le mani, il viso ferino contorto in una smorfia d’orrore; il volto della figlia del fuoco parve illuminarsi, e per i suoi interlocutori sarebbe stato come vedere una lampadina accendersi sopra la sua testa... ma invece di un’espressione trionfale, sul viso della rossa si dipinse una smorfia seccata.

    Avrei preferito mangiarle.

    La rossa si lasciò sfuggire un ringhio soffocato, seguito da uno sbuffo di fumo, gli occhi di fuoco che s’incatenarono truci a quelli di Gildarts, quasi volesse fulminarlo con lo sguardo.

    Doveva aspettarselo che prima o poi i suoi colleghi Aviatori -Firion, in primis- si sarebbero ricordati delle sue lezioni di volo mancate, ma questo... questo era troppo! Già era tanto se aveva accettato di sottoporsi a quella tortura dei nervi e dell’orgoglio, adesso le dicevano pure che non solo quei pennuti li doveva cavalcare, ma addirittura allevare e addestrare! Come se fosse facile per lei controllare l’istinto di ridurre ad un pollo arrosto quelle bestiacce! E a proposito di pollo arrosto... aveva ancora fame, per la Fiamma!

    [...] è il caso che i figli imparino a prendersi cura gli uni degli altri.

    Per la metadrago udire quella frase fu come ricevere un pugno in pieno stomaco.
    Se in un primo momento aveva accettato di prendere lezioni di volo con grifone per una semplice questione pratica, adesso che aveva compreso meglio il suo ruolo all’interno della gilda sentiva d’avere un altro motivo per farlo: Drusilia.

    Tu guarda che mi tocca fare... Va bene, ci ssto.

    Un sospiro, in segno di sconfitta. Aveva promesso all’Alfiere che avrebbe cercato di controllare i suoi istinti, e così avrebbe fatto.

    [...] ottima idea! Ti aiuterò a coordinare i lavori con il resto della squadra.
    Sai... penso che qualche Aviatore avrà bisogno di una mano.


    A quell’ultima affermazione, la rossa si sentì gli occhi di Firion puntati addosso... e non ci impiegò molto a fare due più due: il maestro d’armi si stava evidentemente riferendo a lei; un sorriso forzato le increspò allora le labbra, la lingua biforcuta che guizzò fulminea dalla sua prigione bianca in un gesto di stizza.

    Che fai, ssfotti?

    Sibilò indignata.


    codice role © Hellsing~ NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


    Edited by Red Jenny - 4/6/2016, 22:35
     
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  13. Liberi Aeris Milites
     
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    Tu guarda che mi tocca fare... Va bene, ci ssto.
    « Questa è un'ottima idea! »

    In un certo senso entrambi furono favorevoli alla bizzarra idea.
    Forse la ragazza un pò meno... ma gli occhi di Firion brillavano entusiasti.

    « Mi piace, ti aiuterò a coordinare i lavori con il resto della squadra.
    Sai... penso che qualche Aviatore avrà bisogno di una mano. »

    Che fai, ssfotti?

    Felice come una Pasqua per quella fantastica vittoria, Gildarts diede una manata per ciascuno sulle spalle dei due poveri aviatori, ridendo con voce roca eppure abbastanza alta per far girare qualche bestiola innervosita, prima appollaiata fra i rami a godersi la frescura.
    « Bravi ragazzi, così si fa, he-he! » altra botta alla schiena, questa volta più vigorosa « Allora direi che posso andare. Mi raccomando: prendetevi cura delle bestiole! »

    A quel punto, con un altro movimento di mantello abbastanza scenografico, si sarebbe portato il drappo logoro su di una spalla dopo aver oltrepassato la soglia di quel curioso parco ad alta quota, lì dove avrebbe trovato delle scale a chiocciola che l'avrebbero condotto ai piani sottostanti. Prima di scomparire dalla loro visuale avrebbe agitato la manona felice.

    « E niente frittate! »

    Scena conclusa, chiedo valutazione =*
     
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12 replies since 26/1/2016, 16:37   266 views
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