I had never seen the sea

Poor Unfortunate Souls ~ Epilogo II

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    La Sorella Nera è metallo e ruggine e olio che cola, urla di marinai e risa di bambini. È stoffe colorate, casse di legno, bestiacce esotiche e vele sventolanti.
    Difficile trovare qualcuno nel caos del porto, specie se quel qualcuno ti ha detto solo "ci vediamo a Undarm tra una settimana". Difficile se non sai nemmeno che aspetto abbia, o con che nome tu lo debba chiamare adess...

    ...È un gremlin quello abbarbicato in cima al palo?
    Sì, è decisamente un gremlin. Scruta sospettoso la folla, per poi zompettare su un tetto vicino e confabulare con due compagni. Si dirige saltellando verso sud, dove la città finisce e le acque si fanno più tranquille. Niente barconi e palafitte, lì, ma pochi centimetri di sabbia in mezzo alle creste rocciose. Qualcuno persino si arrischia a fare il bagno, in costumi più simili a tute da palombaro che a bikini.
    Come trovare qualcuno senza nome e senza volto? Affidandosi a quel che si sa del suo carattere, magari. All'immedesimazione.
    Cosa farebbe Lazarus Lee in questo momento? Forse se ne starebbe seduto su una pietra con aria ombrosa, come quell'uomo brizzolato laggiù. Forse invece guarderebbe il mare con aria malinconica, come il ragazzino dagli abiti merovishi che passeggia vicino alla riva. E dopotutto, chi esclude che non sia una donna? Magari è la signora col cappello di paglia che prende il sole sugli scogli.

    ....O forse è il ragazzo coi capelli bianchi quanto la giacca, che corre ridendo sul bagnasciuga come se non avesse mai visto il mare in vita sua. Piroetta su se stesso, le braccia alzate, e alza le gambe producendo grandi schizzi.
    Non c'è dubbio che dietro la maschera a gas che nasconde il volto si celi l'espressione di un bimbo felice.
     
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    The Sun is our master…


    ….for he give us sunny beach days.

    Volo.

    Sia maledetta l’anima di Lazarus Lee, pensava l’Antico mentre sferzava i cieli di Undarm a cavallo di Intet, le cui scaglie di neve rilucevano al sole dell’occidente, accompagnato da Kitala che volava poco lontana.
    Volavano abbastanza alto da non causare panico nella popolazione della città portuale, ma troppo per poter determinare quale di loro fosse l’uomo che aveva il coraggio di congedarsi con un semplice “ci vediamo a Undarm tra una settimana”.
    Se fosse stato qualcun altro avrebbe semplicemente ignorato l’appuntamento, ma con Lazarus no, quella piccola serpe sfuggevole era in fondo anche una sua creatura e sebbene non fosse così stupido da fidarsi di lui aveva finito per rispettarne la diabolica scaltrezza e feroce disdegno del pericolo.
    Quel ragazzo era un idiota, ma l’idiota più furbo che avesse mai incontrato.

    Consultandosi con i propri compagni per il resto dell’eternità, Khatep decise che sarebbe stato opportuno atterrare, entrambi avevano probabilmente cambiato corpo e quindi sarebbe stato difficile riconoscersi l’un l’altro ma non aveva dubbi sul fatto che ci sarebbero riusciti.
    Il vento tra i capelli, neri e lunghi, era incredibilmente piacevole e con esso il caldo tepore del sole sulla pelle olivastra; avrebbe dovuto operare l’incantesimo per riacquistare una forma meno rinsecchita secoli addietro, ma se si perdono le cose con abbastanza lentezza non ci si accorge di averle perse fino a quando non le si riacquista.
    In ogni caso avrebbe avuto tutta l’eternità per godersi il sole sulla pelle, quel paio di migliaia di anni sarebbero parsi come i primi granelli di sabbia in una clessidra infinita, in fin dei conti non era affatto rammaricato.

    L’enorme lucertolone alato si muoveva lentamente sulla sabbia mentre l’angelo camminava affettatamente al suo fianco, erano uno strano trio che emanava un’aura tanto di autorità quanto di non violenza, era evidente che non intendevano fare del male a coloro che transitavano quel giorno nella spiaggia ma allo stesso modo non volevano essere disturbati.
    L’uomo dagli occhi eterocromi e dalla pelle scura che stava seduto sul drago spostava con movenze precise il proprio bastone dalla testa draconica, perché i suoi occhi si posassero uno ad uno su tutti i villeggianti.
    Solo quando gli sembrò di trovare ciò che cercava l’intero terzetto si fermò per un istante.
    Ancora qualche passo e furono davanti al ragazzo con i capelli bianchi e la maschera antigas.

    L’occhio azzurro e quello color miele dell’Antico scrutavano quella figura come per focalizzarsi sulle differenze tra ciò che vedeva e ciò che conosceva, quelli di brace del drago invece risplendevano di un nuovo tipo di fame.
    L’angelo era semplicemente bendato, ma la donna alata si comportava in tutto e per tutto come se non lo fosse, la bilancia di luce dietro la sua testa che ondeggiava pigramente quando veniva raggiunta dalle sporadiche voci dei presenti.

    Una scelta interessante davvero, devo ammettere.
    Suppongo che ai morti sia concesso di divertirsi di quanto in quanto, non è forse vero, Parùn?

     
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    Un angelo, un nigga del deserto e un dragone bianco si avvicinano ad un uomo con la maschera a gas: sembra l'inizio di una barzelletta, ma non fa ridere. Al contrario, il sovracitato omino mascherato pare prendere la notizia con gran preoccupazione; si volta di scatto verso il terzetto, inclina il capo, indietreggia di un paio di passi. Solo quando l'Inquisitore apre bocca capisce che non c'è minaccia, e risponde alla notizia con un sospirone di sollievo.

    «Non ero mai stato al mare prima.» spiega con tono gioviale «Pelle troppo sensibile. Mi piace qui, ci aprirò una filiale prima o poi.»
    Si volta per un istante a osservare la città, con le sue costruzioni rugginose e le vele colorate.
    Sporca e vivace quanto Merovish, ma meno pericolosa. Non è difficile capire perché incontri il suo apprezzamento.

    «Ciao anche a Intet. Ti vedo bene.» un saluto con la mano guantata «E buongiorno alla signorina. Io sono Lazarus Lee, immagino le abbiano già parlato male di me.»
    Una risatina attutita dalla maschera a gas.
    «Tu invece come stai, Khatep? Ti vedo ingrassato. Copi le mie idee, eh?» domanda scherzoso, chinandosi in avanti per osservare meglio l'uomo. Le mani nelle tasche del giaccone bianco, lo squadra dalla punta dei piedi a quella dei capelli. Uno sguardo da insetto, quello della maschera a gas.
    Al termine dell'analisi, annuisce in segno di approvazione.


    Edited by Zero - 18/2/2016, 17:32
     
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    Light and Darkness…


    …just chatting on the shore.

    Khatep.

    Valutò per un singolo istante di saltare giù da Intet, ma le probabilità di cadere erano eccessivamente alte, quindi con nonchalance si avvolse del proprio potere magico, una vaga radianza cominciò ad emanare dalla pelle olivastra e dalle vesti del sacerdote mentre questo levitava senza fretta, abbandonando le scaglie del drago per finire con i piedi sulla sabbia.

    Né male, né bene.
    Kitala è una fan della verità e non si sarebbe accontentata di nient’altro.


    Con un gesto del volto l’angelo annuisce alle parole del Sommo.

    Quanto al resto, soltanto gli sciocchi non riconoscono una buona idea quando la vedono e, devo ammetterlo, questa era proprio una buona idea.


    Le mani vanno ad abbassare il cappuccio che copriva la testa e liberare i capelli che vi erano nascosti dentro, lunghi fino a metà schiena, lisci e neri come la notte.
    Gli era onestamente mancato avere i capelli.

    Noi stiamo piuttosto bene, i soliti problemi del dover governare attorniati da una manica di cretini...soprattutto non abbiamo ancora finito di sistemare tutti i problemi che hai provocato, piccola serpe.


    Le ultime parole vennero pronunciate con un tono piuttosto irriverente e terminarono in una risata composta.
    In fondo quel ragazzino continuava a piacergli, peccato soltanto non avesse voluto continuare la loro proficua relazione precedente ma deciso invece di scioglierla, non gli piaceva farsi mettere i piedi in testa da nessuno.

    E tu invece?
    Mi pare che il tuo spirito e la tenebra non siano più legati come un tempo, avuto problemi col trasferimento nel nuovo corpo?
    Ah e com’è andata la tua chiacchierata con Bid’Daum?
    Avete sparlato di noi?


    Un sorriso sornione increspò le labbra dell’Antico, nonostante il ragazzino gli piacesse non poteva fare a meno di trovare piuttosto buffa la quantità di disgrazie che aveva la tendenza di tirarsi addosso da solo.
    Aveva inoltre deciso di lasciar perdere il fatto che ora Lazarus gli dava del “tu”, in fondo si poteva pensare che se lo fosse meritato.
     
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    Ridacchia, il ragazzino. Il suono è attutito dalla maschera, ma si nota dal modo in cui gli tremolano le spalle.
    «Sembri un merovisho.» è il suo primo, divertito commento. Un'offesa? Forse. In realtà sta pensando che togliendosi la maschera, lui e Khatep ora sembrerebbero padre e figlio.
    «Anche tu hai avuto problemi? La tua anima luccica più del solito.» gesticola, indicando un qualcosa di invisibile sopra la testa dell'ex mummia. Come se ci fosse un'aureola luminosa ad adornare il cranio dell'altro, un cerchio di lampadine lucenti e fili d'oro.
    Forse ai suoi occhi appare davvero così.

    «La mia la sistemo a breve comunque, ho elaborato una soluzione con papà. E sì, abbiamo spettegolato» la testa ondeggia su e giù in un sogghigno «Nulla di compromettente per te o il tuo presidio, tranquillo: non sono cose che gli interessano al momento.»
    Nemmeno lui ha interesse per qualcosa, al momento. Infatti si gira verso il mare, dando le spalle alla combriccola, e si mette a fissare il mare.
    I suoi pensieri sono nascosti dalle grossi lenti a specchio della maschera.
    «Lui non è più la bestia che hai incontrato in guerra, sai? È un Ufficiale di Presidio ora. Tiene Merovish a posto, a modo suo.
    Protegge, anziché distruggere. Penso che riuscireste quasi ad andare d'accordo, se tu superassi quella parte sull'odiarlo in maniera viscerale.
    Ha placato in parte i suoi istinti caotici. A me non ha mai torto un capello.
    »
    Parole che grondano di dispiacere. Difficile dire se sia la malinconia che si prova nel vedere qualcuno invecchiare, o solo il malessere di un drogato masochista che cerca invano la sua siringa.
    Un tipo di dolore che non è per nulla piacevole.
    Un lungo sospiro. Volta il capo di nuovo verso la riva, fissando Khatep da oltre la spalla.
    «La giullare sa che fine ho fatto?»
     
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    Some damages are to be eternal…


    …some mistakes forges our future.

    Acuto.

    Nonostante l’aspetto da insetto che gli conferiva la maschera antigas, Lazarus Lee era acuto come sempre e aveva notato la differenza nel suo spirito.
    Non era una luminosità particolarmente più accentuata rispetto a prima, soltanto il fatto che l’altro era un esperto valutatore di anime e che avevano avuto modo di frequentarsi assiduamente gli permetteva un tale grado di discernimento, che pure era segno di competenza nel suo lavoro.

    Segreto di Stato.


    Rispose l’Antico con un sorriso obliquo, c’era mutuo rispetto tra quei due potenti incantatori ma la fiducia certamente no, ogni piccolo segreto avrebbe potuto essere utilizzato in futuro per attaccarsi l’un l’altro, certo per ora non c’erano nemmeno le prime avvisaglie di un futuro possibile conflitto, ma non si diventava immortali rivelando i propri segreti in giro.

    Ah Lazarus, sei ancora piccolo per capire certe cose.
    Invecchiado si impara che l’odio è un sentimento prezioso e va divulgato con cautela, ma non può essere ripreso una volta fatto.
    Lui ha danneggiato una cosa a me molto cara e io per questo lo odio e sarà così fino al giorno della sua morte, per quanto non sia così stupido da attaccare l’Ufficiale di un altro presidio.


    Fece una pausa per considerare l’ultima richiesta dell’albino, ammesso che lo fosse ancora, riflettendo su come rispondere.
    Tutto sommato la verità sarebbe stata l'opzione più corretta, detestava mentire e quel piccolo dettaglio non meritava tanta fatica.

    Sa che non sei deceduto, almeno non a lungo, quando qualcuno le ha rivelato della tua morte la cosa ha rovinato completamente l'atmosfera presente.


    Lo sguardo dell'Antico si diresse verso Intet, colpevole di aver rovinato un momento tutto sommato piacevole, il quale restituì uno sguardo di fuoco al proprio padrone prima di aprire la bocca gigantesca e irta di zanne.

    La pazza e il vecchio adesso escono assieme, sono una coppietta dolcissima...dovresti vederli...fa anche i giochetti di luce per lei.


    La risata del drago rimbombò per tutta la spiaggia come il tuono, persino Kitala non riuscì a trattenere un risolino compassato mentre Khatep rimaneva perfettamente impassibile.
    Non si era aspettato nulla di diverso dal suo famiglio.

    Edited by Settra - 4/3/2016, 12:35
     
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    Ci sono tre, quattro, cinque secondi di immobile e perfetto silenzio in cui si possono quasi sentire gli ingranaggi scricchiolare nella testa del canuto ometto. C'è un piccolo «Ah.» di realizzazione, seguito da altri tre secondi di quiete e un secondo «AH.»
    Inclina appena il capo, squadrando l'ex-mummia da capo a piedi, ed è un peccato che la maschera nasconda il sorriso sornione che per un istante gl'illumina il visino.
    Hai capito il vecchiaccio.

    «HAHAHAHAHAHA!»
    Scoppia a ridere come un bambino, in una di quelle risate lunghe e soddisfacenti che ti riducono piegato in due, a tenerti la pancia con le mani mentre sghignazzi fino a farti mancare il fiato. Solo quando le ghignate lasciano spazio a respiri rochi riesce a rimettersi dritto (questo nuovo corpo è molto più basso), mormorando «Se voi laputensi non ci foste bisognerebbe inventarvi.»
    Sogghigna ancora, rivolgendo un pollice alzato al dragoso Intet. Una volta tanto, la sua lingua avvelenata aveva portato buone notizie.
    «Beh, trattamela bene. E non spifferare a troppe persone che ci sono ancora, per favore. Lasciami godere la vacanza.»
    Torna a voltarsi verso l'oceano, il sole che brilla sui vetri della maschera a gas.

    «Ah, quel lavoretto di cui avevi accennato a Laputa ti serve ancora? Non mi piace avere debiti in sospeso.»
    Perché essere in vacanza non significa restarsene in spiaggia a prendere la tintarella.
     
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    Will you ever learn to shut up, lizard…?


    …hahahaha no, my master.

    Risate.

    C’erano proprio quelle di tutti: Lazarus Lee piegato in due che rischiava di soffocarsi, Intet il cui riso gelava il sangue nelle vene di tutti i bagnanti e persino Kitala, con la mano leggiadramente posata di fronte alle labbra piegate all’insù, scosse appena da un’ilarità compassata.
    Khatep decise di lasciare semplicemente che il momento passasse, non avrebbe avuto alcun senso infuriarsi con coloro che erano di fatto i suoi famigli o con Lee, che era al di fuori della sua giurisdizione e tutto sommato gli piaceva.

    Un sicuro vantaggio della tua nuova forma è che questo fisico sembra più robusto, con l’altro staresti cercando di rimetterti i polmoni nel petto dopo aver riso tanto.


    Giusto, il lavoro che gli aveva proposto prima che si allontanasse da Laputa, era una cosa su cui aveva speso abbastanza tempo ma che aveva completamente perso di significato dopo gli ultimi sviluppi, sarebbe stato un peccato se non avesse avuto davanti tutta l’eternità per utilizzarlo in qualche altro contesto.

    Nulla che ti riguardi più, era una prova che si sarebbe dovuta risolvere in un test per valutare le tue capacità di comando, tanto per te quanto per me e per i tuoi uomini.
    Ma non essendo più un mio sottoposto temo siano cose che dovrai scoprire da te, l’astuzia non ti manca e quel trucco dell’oscurità ti assicura una fedeltà tale da sconfinare nell’idiozia…ma essere un capo non è tutto qui.
    Piuttosto, cosa farai da ora in poi?


    Certo il proposito di rimanere neutrale tra Khatep e Bid’Daum era delizioso, ma considerato che avrebbe bazzicato per Merovish e probabilmente non più messo piede a Laputa ci sarebbe stato davvero da fidarsi?

    E poi, perchè la maschera?


    Questa era una semplice curiosità.
     
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    Cosa farà ora Lazarus Lee? Libero da ogni catena, libero di rilasciare il suo potenziale senza più obblighi ed ordini da eseguire.
    Libero di schiavizzare l'intera Endlos, se solo volesse. Oh, non che la cosa gli interessi davvero, ma sappiamo che provocherebbe non pochi casini se decidesse di provarci. Ha perso tutto, in questi giorni, ma ha anche imparato tanto.
    Troppo.

    «Non so ancora cosa fare.» confessa «Ho degli obiettivi a lungo termine, ma i miei piani sono ancora oltremodo vaghi al momento. Dovrei... Spezzare una grande impresa in tanti piccoli micro-obiettivi facilmente raggiungibili, immagino. Un piano troppo grandioso e impossibile non è interessante, non dà spunti nell'immediato...»
    Un momento di esitazione.
    «In verità ho paura di annoiarmi.»
    C'è un filo di genuina ansia in quell'affermazione scherzosa, un brivido che lo scuote da dentro. Perché cos'è la vita per una persona simile, se non un'eterna distrazione?
    Nessuna vocazione, nessun grande scopo, nessuna morale. Solo il gusto di produrre il massimo caos possibile, perché può farlo e non vede alcun motivo per non farlo.
    Ma non c'è nessun nuovo rivale, al momento; nessuno con cui giocare. E il vuoto esistenziale gl'incombe nuovamente sopra il capo, un pendolo d'orologio che ha la forma di una lama di ghigliottina.
    Il peso dell Ennui.

    «La priorità al momento è lavorare sulla mia nuova forma. Qui sotto è ancora tutto un casino - sto evitando il sole per non peggiorare la situazione.» spiega, agitando l'indice di fronte alla sua maschera «E poi... Ho i miei studi magici da continuare, suppongo. Mischiare buio e luce. Hai consigli da darmi in merito? Ovviamente condividerò le mie ricerche se scopro qualcosa di interessante.»
    Segui la sua richiesta, per favore. Dagli uno spunto su cui lavorare.
    Tienilo impegnato. Perché persone così, quando non hanno nulla che le distragga, possono diventare pericolose.
     
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