Family don't end with blood

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    I am the "who" when you call "who's there?"

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    Xar

    Perché gli esseri umani non vanno in letargo? Ogni tanto farebbe bene. Basterebbero anche solo pochi giorni: ci si riposa ebbasta, ben arrotolati nelle coperte, al buio e al silenzio. Il metabolismo rallenta, il cervello diminuisce l'attività, i muscoli si rilassano.
    E poi tutto si riaccende, tutto riparte con una rinnovata energia.
    Sul serio, farebbe bene. Io l'ho fatto - o meglio, sono stato costretto a farlo. Quella piccola disavventura nell'Upperdark mi è costata uno sforzo immane, ma è servita. Sono stati giorni di silenzio - interrotto solamente dai gridolini molesti di Cal - e di profonda meditazione. Ore di autoscansioni spirituali, tempo per capire come è messa la mia anima, cosa posso osare e cosa no. La conclusione: va ancora tutto bene. Ora ho ben due salvagenti spirituali che tengono la mia anima tutta intera e appiccicata al corpo.
    Non ho mai avuto così tanta gente, viva o morta che sia, che si fa in quattro per non lasciarmi morire.
    Dovrei festeggiare!

    « ...E' un po', uhm, distratta, ma è brava. » Spiego a Dimi mentre camminiamo per le vie di Merovish. Voglio portarlo a casa, presentargli Amber, fargli vedere gli homunculus e ringraziarlo ancora per essere venuto a raccattarmi nei cunicoli. Mi sono ripreso quasi completamente, non sento più cose strane dentro l'anima.
    « E' lei che mi sta aiutando con quella cosa che ti dicevo. » Quella cosa, dai. Perché gridare "homunculus!" in mezzo alla folla credo attirerebbe un po' di attenzione.
    Casa nostra è sempre la solita piccola bettola di fango, roccia e legno. Io cerco anche di tenerla pulita, ma è Amber che è disordinatissima.
    La chiamo a voce alta. Le avevo detto di restare a casa, no? Forse è in camera sua e non mi sente, vado a controll-AHIA!
    Dolore al mignolino del piede (è sempre quel dito a farsi male, sempre), il rumore di un piatto infranto e qualcosa di viscido appiccicato alla suola del sandalo.
    « AMBER! » Mi chino a raccogliere il contenuto di quel piatto lasciato davanti alla mia camera. Sono... lumache? E questa cos'è? Verdura di Endlos? Non ha un buon odore, però sembra che Rokki se la sia smangiucchiata un po'.
    « TE L'HO DETTO MILLE VOLTE CHE NON HO BISOGNO DI MANGIARE! » Eppure continua a lasciarmi da parte quelle che secondo lei sono delle rare prelibatezze. Accelero il passo e raggiungo la sua camera, sventolando la viscida bestiola.
    « Cioè proprio fisiologicamente, dico! »
    E io che volevo fare le presentazioni come si deve, in modo educato e tranquillo.



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  2. _MajinZ_
     
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    In genere le passeggiate erano un buon modo per smaltire lo stress, non solo facevano bene ma aiutavano chiunque a rilassarsi, sia nel caso di camminate solitarie persi nei propri pensieri, sia nel caso di leggere conversazioni con un amico. In genere funzionava così, ma non a Merovish. Passeggiare nella Tana spesso poteva significare una sola cosa: morte. Era impossibile rilassarsi tra quei cunicoli, bisognava sempre avere due o tre paia di occhi per evitare di essere pugnalati alle spalle... inoltre non era certo odore di fiorellini quello che si poteva percepire, ma un misto di cose che rendevano qualsiasi spostamento snervante e si cercava di concluderlo il prima possibile. Ma avere un Dimitriy al proprio fianco, rendeva immuni almeno alle aggressioni... non alla puzza, purtroppo.
    Capisco, dev'essere una brava persona.
    Rispose proprio il biondo alle parole di Xar, il quale aveva iniziato a raccontargli della persona con cui condivideva la casa. Amber sembrava un'alchimista con davvero molto talento, se riusciva a combinare quel genere di cose... di certo era molto più brava del russo, che oltre un certo limite non poteva andare, visto che la sua alchimia era molto amatoriale. Al massimo poteva creare delle bombe, dei veleni, ma non di certo la vita. Comunque alla fine il tragitto si concluse e i due raggiunsero l'abitazione fatiscente che forniva rifugio a sciamano e alchimista, trovando all'interno un macello che la prima volta che era stato li... Dimitriy non aveva mica visto. Ma non poté fare a meno di sorridere quando Xar si beccò un piatto nel mignolo del piede. E fu così che si concluse la sua storia di avventuriero.
    L'ordine non credo sia una sua qualità.
    Commentò la Lettera mentre si guardava attorno, facendo qualche passo oltre la porta, senza però seguire Xar in quanto suo ospite. Continuò comunque ad osservare e prendere nota di eventuali cose strane, era costantemente in servizio e analizzare tutto era uno dei suoi passatempi preferiti... tramite gli occhi si potevano capire tantissime cose, anche se in questo caso non ci voleva un genio per capire la personalità di questa... Amber.

     
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    Amber, Focus!

    «PERÒ MAGARI SE TE PROVA METTE SU UN PO' DI CICCIA!» urli di rimando a Xar.
    Tutta quella fatica per preparargli un buon pasto, e lui si lamenta pure. Insomma, non capisce che mangiare è importante?
    Tu l'hai imparato molto bene, da quando sei diventata (circa) mamma. Non capisci ancora bene come funzioni quella parte sulle responsabilità, l'amore materno e tutte quelle cose, ma di una cosa sei sicura: nessuno si lamenta quando ha la bocca piena.

    È così che ti trova Xar quando apre la porta; seduta sul letto, con delle mele in grembo, un bimbo biondo di cinque anni seduto a fianco e una bottiglia piena di roba verde sul comodino.
    Sbucci il frutto con attenzione e lo tagli a spicchi, offrendo i pezzi a Cal. Lui si lascia imboccare, aprendo la bocca come un pulcino affamato. Torsoli e buccia li regali alla gelatina nel contenitore di vetro, che replica con allegri "blblbl" mentre ingurgita il tutto. Anche lei è una tua figliola, in un certo senso.
    (Figlia di ingredienti marcescenti, e di sostanze mischiate nel modo sbagliato.)

    «Senti, a me serve cadavere pe Scienza.» spieghi assorta, senza nemmeno girarti verso Xarino. Pensi che si entrato però, hai sentito la porta scricchiolare.
    Storci il nasino. Dalle tue parti non si entrarebbe mai nella camera di una pulzella senza bussare prima.
    «Anche solo cervello va bene, ma se intero meglio. Me lo fa mangiare a Lenny, così impara a essere come uomo e diventa meno scema. Ah, gelatina è Lenny» un cenno col capo alla bottiglia, un altro torsolo che finisce dentro «Ma lei cambia sempre, quindi domani forse ha altro nome. Me pensava di alzarsi mattina presto presto e cercare cadaveri in vicoli stretti, sì? In posti dove gente di solito si accoltella, tipo fuori de Cappio di Bronzo. Tu viene? Cal imparato a fare i fulmini ma no bene, oggi ha rotto una tazzina ma pe sbaglio. No penso sia pronto ancora a proteggere me.»
    Alzi la testolina, pronta a fare gli occhietti dolci a Xarino per convincerlo... E quel che vedi è un uomo alto, biondo e figo che ha seguito lo sciamano nella stanza.
    «Oh. Ciao.»
    Da quando Xar ha amici alti, biondi e carini?
    Sorriiidi. L'importante è che abbia deciso di presentarteli.
     
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    Xar

    E niente, proprio non lo capisce. Un sospirone fortissimo accompagna la mia entrata, la lumaca ancora in mano.
    Non posso fare a meno di storcere il naso alla vista di Cal che mangia, dei suoi dentini che affondano nella polpa. Strappano e tagliano e masticano, riducendo tutto in poltiglia. Uno spettacolo che riesce sempre a nausearmi.
    Distolgo lo sguardo rivolgendomi a Dimitriy.
    « Vieni pure avanti! » Lo invito a raggiungermi. Non mi sono ancora reso bene conto di quanto bizzarra stia diventando la nostra famiglia, tra gelatine e bimbi artificiali che crescono di anni nel corso di settimane. Io mi sono abituato, ma non so cosa potrebbe pensare qualcuno che ci vede per la prima volta.
    Oh, c'è anche Rokki, ciao. Ecco dov'eri finito. Hai accompagnato Dimi fin qui? Ma che bravo. La fai sparire tu questa lumaca? No, a giudicare da come gira la testa schifato non la vuole. Credo anche che abbia una certa paura di Cal: i bambini sono sempre così affascinati dagli animaletti domestici. Manine curiose e attenzioni che l'armadillo è solito evitare chiudendosi completamente a palla. Il problema è che anche in quella forma risulta ugualmente affascinante, se non di più.
    Ascolto tutto il discorso di Amber sulla gelatina -non mi interessa come si chiama, per me sarà sempre "quella roba"- e la faccenda dei cadaveri e dei cervelli.
    « Cadaveri. Facile, sì, va bene. Lo sai, no? » Ondeggio con le mani in un gesto che dovrebbe rappresentare la percezione spiritica. Anche la viscida lumaca ondeggia schifosamente. « Che sento la gente mooorta. »
    Sono il re della caccia al cadavere, io. Anche se il piano di nutrire quella roba con cervelli umani non mi sembra supersicuro: e se diventasse troppo intelligente? E se il cervello fosse quello di un pazzo psicopatico? E decidesse di non volere dei padroni? Eh? Eh?
    Sto per ribattere ma Dimitriy mi ha ormai raggiunto. E perché Amber sorride in quel modo scemo? ...Oh.
    La fisso con gli occhi ridotti a due fessure: no Amber, cattiva Amber, non si fa.

    « Amber, questo è Dimitriy. Dimitriy, Amber. E quello è Caled-qualcosa. » Sì però 'sta lumaca non posso continuare a tenerla in mano. La appoggio qui sul suo comodino, con nonchalance. Ho come l'impressione che finirà nello stomaco di quella roba -sempre che sia provvista di qualcosa di simile ad uno stomaco.
    « Dimitriy era interessato ai tuoi homunculus, anche lui è una specie di alchimista. Puoi farglieli vedere? Magari anche l'altro. »



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  5. _MajinZ_
     
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    Dimitriy abbandonò quello che presumibilmente era il salotto della casa, seguendo Xar verso la camera della fanciulla per fare le dovute presentazioni. Prima di raggiungere la stanza, però, una vecchia conoscenza del biondo provò ad attirare la sua attenzione, mordendogli un lembo dei pantaloni. Quando il ragazzo abbassò lo sguardo, incontrò quel piccolo armadillo che insieme allo sciamano avevano salvato da morte certa... facendo anche una scelta molto importante, una lezione di vita. Si abbassò quindi e lasciò qualche grattino sulla testa dell'animaletto, il quale sembrò apprezzare il gesto.
    Sei cresciuto.
    Commentò il sicario mentre si alzava, ricevendo un simpatico squittio di risposta. Si era ripreso davvero bene e sembrava in salute, salute che non voleva perdere mangiando quella ben poco invitante lumaca. In ogni caso lo sguardo gelido incontrò la fantomatica Amber, dopo tutti i racconti di Xar finalmente la incontrava e... non ne rimase molto sorpreso. In un primo momento gli sembrò abbastanza normale che una ragazza della sua età, a Merovish, fosse già mamma... anche se c'era qualcosa di strano.
    Ciao.
    Salutò con un tono calmo, non troppo freddo questa volta. E per fortuna Xar parlò di homunculus, quindi accennando a un altro di essi e quindi probabilmente anche quel bambino apparteneva a quella classe... così si spiegava l'evidente incongruenza tra le loro giovani età. Aveva letto da qualche parte che gli homunculus crescevano in modo diverso dagli umani, in un modo molto più veloce e ciò era affascinante, sotto certi punti di vista.
    Le mie conoscenze si fermano al mischiare sostanze chimiche, ma so anche qualcosa sulla trasmutazione. Però non mi sono mai avvicinato a questa branca dell'alchimia.
    Eh si, voleva dire che era più che incuriosito dall'argomento, anche se ciò poteva farlo apparire un po' sospetto agli occhi di un perfetto sconosciuto. Bisognava fare qualche precisazione, o meglio, dare delle rassicurazioni.
    Non ho intenzione di soffiarti l'idea, ma Xar mi ha parlato molto di te e tutto ciò mi ha incuriosito: non è da tutti lanciarsi in un progetto simile, soprattutto per una ragazza così giovane.
    Diciott'anni di sicuro non li aveva e il fatto di aver creato da sola delle creature vive, degli homunculus, la rendeva di sicuro un'ottima promessa. E in questi casi Dimitriy era solito indagare, perché sapeva bene che era meglio non farsi scappare elementi come quelli. Soprattutto perché averli contro era ancora peggio.

     
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    Amber, Focus!

    Quindi anche il ragazzo carino è un alchimista? OTTIMO. Potrà darti ripetizioni, prestarti dei libri e insegnarti a fare composti semplicissimi che tu fingerai di non saper assolutamente fare.
    Evita di allargare ulteriormente quel sorriso o ti verrà una paresi facciale, però.

    «Beh, iome fatto Homunculus proprio pecché giovane: servire qualcosa che proteggere me qui a Merovish.» spieghi con una scrollata di spalle «Essere cosa nuova anche per me, io più brava a mischiare cose, ma partita da ottime basi. Io avuto aiuto da... Persone.» un attimo di esitazione.
    Scuoti il capo. Persone che non intendi nominare, o meglio, che non pensi vorrebbero farsi nominare.
    Non sai nemmeno se la gelatina gigante si possa definire una "persona".

    «Caledfwlch essere mio primo esperimento.»
    Prendi il bimbo per il polso e pian piano lo convinci ad alzarsi, piazzandolo davanti al biondo per farglielo osservare. Mani sulle spalle, gli fai fare anche una bella piroetta. Visto? Muscoli forti, capelli biondini, due braccia e due gambe. Un buon corpo, occasionalmente attraversato da qualche sfrigolio di elettricità.
    «Procedimento pe fare Homunculus è semplice, tu prendi materia biologica e mette in bottiglia. Cosa difficile è equilibrare liquido nella bottiglia dove cresce: se sostanze sbagliate lui muore, o crescere male perché mancare pappa. Molte cose tanto precise da mescolare.»
    Non che tu abbia procedimenti segreti da nascondere: ti piacerebbe in realtà vantarti, spiegare gli arguti trucchetti che hai utilizzato per stabilizzare la formazione dell'Homunculus. Ma ti mancano le parole per descrivere i tuoi magheggi, e tutto quel che ti resta sono frustrazione e borbottii stentati.
    In inglese sei molto più intelligente.
    «Io poi per Xar avere questo.»
    Raggiunto l'altro lato della stanza, sollevi il lenzuolo che copre la tua vetreria. Cal se ne sta muto a osservarti, la gelatina cerca di assaggiare una lumaca.
    L'Homunculus di Xar, invece, riposa nella bottiglia.

    La bottiglia è più piccola e scrausa di quella che ha dato vita a Cal, e che è stata tristemente rotta (con un sasso) al momento del parto. È grande il doppio della tua testa, ha le pareti spesse un dito, e accoglie nel suo pancione tondo acqua torbida e un impiastro di carne e sangue. Non è possibile vedere bene dentro, a causa della fanghiglia nell'acqua, ma quel che galleggia in mezzo ricorda vagamente un embrione umano.
    Collegati al collo della bottiglia, tubi di plastica collegati ad altre bottigliette. Un sistema di pompe assicura che l'interno del ventre vitreo contenga sempre le sostanze giuste.
    «Lui essere ancora piccino, no so come si chiami. Xar, che nome avere tuo figlio? » concludi, voltandoti verso lo shamano.
    Che si prenda le sue responsabilità paterne.
     
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    Xar

    Annuisco ad ogni frase di Amber. Dai, sta migliorando: questa è quasi una vera conversazione, con frasi di senso compiuto e tutto il resto. Caled è il bel bambino che è: vivo e funzionante, dai ritmi di crescita sorprendenti, e finora non ha mai avuto nessun problema di salute. Ogni tanto sfrigola e da le scosse, ma credo che sia una buona cosa. Credo. Fortuna che in casa non abbiamo niente di altamente infiammabile.
    Insomma, un inizio davvero promettente, brava Amber.
    ...Però magari evita di tirare in ballo il "materiale biologico" nello specifico. Ti prego. Abbiamo fatto giurin giurello col mignolino, ricordi?

    L'attenzione si sposta sull'altro homunculus, quello per me. Phew.
    Anzi, non-phew. Amber dice di nuovo cose assurde.

    « Eeeeh? »
    L'homunculus, mio figlio? Ma è matta?
    « Allora, per prima cosa non è mio figlio. Secondo: non ha mica bisogno di un nome. » Tentenno. « Perché non... non serve che nasca. Cioè... non te l'avevo detto...? » Gesticolo. Aiuto.
    « Mi... mi basta che si formi abbastanza anima. »
    P-perché ho la sensazione che Cal mi stia guardando con profondissima disapprovazione? Perché sembra una cosa così brutta da dire?
    Mi faccio piccino piccino.
    « Cioèinsommadai, dubito che riesca a sopravvivere ad un'operazione di trapianto spirituale in quelle condizioni. »
    Cerco lo sguardo di Dimitriy. Lui mi capisce, vero? Lui sa che è una cosa che va fatta così. Mi darà ragione, no? Un aborto di un essere artificiale per salvare una vita. La mia.
    E' giusto così, no..?

    « Ma se dovesse sopravvivere... » "Se". « ...prometto che ci penserò. »
    Ma non accadrà mai, figurati.



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  8. _MajinZ_
     
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    La necessità aguzzava l'ingegno, questo detto popolare si prestava molto bene a descrivere la vita in quel di Merovish. Ogni passo in quei cunicoli poteva essere l'ultimo e se si voleva sopravvivere, era fondamentale mantenere sempre la guardia alta e tenere gli occhi aperti... in mancanza di ciò serviva qualcuno che lo facesse al proprio posto. Anche con i mercenari però bisognava andarci cauti, erano pur sempre degli sconosciuti, ma Amber aveva trovato la soluzione più adatta e probabilmente sicura. Aveva dato vita a un homunculus, una creatura che non andava pagata e che soprattutto non ti pugnalava tra le scapole.
    Ottima idea, davvero.
    Se già sopravvivere nella Tana era difficile per uno con il suo addestramento, non voleva immaginare cosa significasse per una ragazzina farlo da sola. Contando comunque la velocità di crescita di una creatura come questa, in breve avrebbe avuto la migliore guardia del corpo che si potesse desiderare a guardarle le spalle. Al momento però non era altro che un bimbo normalissimo, almeno in apparenza. Dimitriy si abbassò per vederlo meglio e guardarlo negli occhi. Aveva tutte le cose al proprio posto e inoltre possedeva qualche chicca in più, tipo quelle scosse elettriche che ne attraversavano il corpo.
    Immagino sia anche una questione di fortuna.
    Commentò il biondo tirandosi su.
    E a te sembra che sia andato tutto bene, io non credo di avere la costanza necessaria per portare avanti un simile esperimento.
    Per quanto fosse un tipo calmo e preciso, Dimitriy era anche una persona molto pratica che preferiva agire piuttosto che stare a guardare. Per questo aveva scelto di imparare a trasmutare i materiali, tralasciando la parte biologica dell'alchimia. Nel suo lavoro era molto più importante sfondare un muro piuttosto che avere una guardia del corpo. Spesso era lui stesso a essere la guardia del corpo di qualcuno. Ad ogni modo ora, pensandoci bene, con Amber la fortuna c'entrava poco. Il progetto per un secondo homunculus era già partito e questa volta per Xar, anche se a lui serviva per un motivo differente. Il biondo si avvicinò per osservare la bottiglia, al cui interno si vedeva un'ombra in mezzo alla fanghiglia. Vedere un embrione all'interno di una bottiglia era affascinante e inquietante allo stesso tempo.
    Beh, questo cosino è qui per aiutarti, dovresti avere una considerazione maggiore per lui.
    Rispose allo sciamano con calma e con la poca comprensione che riusciva a mostrare.
    Ed è comunque una parte di te.
    In questi casi affezionarsi poteva essere controproducente, ma per guarire la sua anima serviva quella dell'homunculus... era come un trapianto: bisognava essere riconoscenti alla persona che ci donava qualcosa. Soprattutto se ancora innocente.
    Amber.
    Esordì poi il russo all'improvviso, voltandosi verso la ragazza e inquadrandola in uno sguardo profondo.
    Quantocazzoèfigo.
    Ti piacerebbe lavorare con delle attrezzature più precise e meno “arcaiche”?
    Così, a bruciapelo. Dimitriy la sapeva davvero lunga e conosceva quali tasti premere, tutti avevano una combinazione, bisognava solo trovare la sequenza giusta. E quando ci si trovava davanti a simili geni, bisognava cogliere la palla al balzo.

     
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    Amber, Focus!

    Annuisci a Xar, tutta orgogliosa. Diventerà un padre responsabile! Vorresti dirgli qualcosa, ma vieni distratta dallo sguardo affascinante di Dimitri: occhi verdi, profondi, e che stanno fissando proprio te.
    Non è carinissimo, Amber?

    La risposta è NO! Non devi guardarlo così, piccina. Non capisci? Sta cercando di infinocchiarti. Conosci bene quell'atteggiamento, è il medesimo che utilizzi tu coi tuoi clienti.
    Scuoti bene il capo, da brava.
    «Me avere già laboratorio personale, grazie.» spieghi come una scolaretta dirigente, le mani dietro la schiena «Me avere fatto affari co... Altra gente. Ottenuti buone materie prime e strumenti giusti giusti pe quello che devo fare.»
    Il laboratorio non è proprio tuo, in realtà - uno spazio condiviso con un uomo dai capelli argentei, un tale Reys. O almeno, così era fino a poche settimane fa, prima che lui sparisse.
    Scomparso senza lasciare alcuna traccia. Il che da una parte è un bene, perché hai guadagnato un rifugio tutto per te, ma da una parte è un male.
    Hai un enorme problema de risolvere...

    «Chello che vuolere me è istruzione.» dichiari decisa, rilanciando l'offerta. Perché è di questo che state parlando, tu e Dimi: domande e offerte. Una contrattazione in piena regola, con un obiettivo finale ancora del tutto da definire. Ma se era disposto a offrirti attrezzature migliori, deve trattarsi di qualcosa di grosso.
    «Me no trovato scuola qui a Merovish.» e anche se ci fosse, non sei certa che accetterebbero delle donne «Iome vuole impara a leggere e scrivere. Studiare per fare alchimie più grandi.»
    Perché è inutile avere tutti i libri contenuti nel laboratorio, se non c'è più il robottino di Reys che te li legga a voce alta.
     
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    Xar

    "E' pur sempre una parte di me".
    ...Non sei d'aiuto, Dimitriy, proprio no. Dai, e che cavolo, non posso sentirmi in colpa per una cosa che mi serve a sopravvivere. Nemmeno se biologicamente è una parte di me.
    Ma smettiamola di parlare di quel cosino rosa nella bottiglia.

    Uh, conosco quel tono. Serio e fermo, condito da uno sguardo concentrato: le sta facendo una proposta. Le sta facendo quella proposta?
    Sposto lo sguardo da Dimitriy ad Amber, da Amber a Dimitriy. In silenzio, osservo e mi sposto più verso il biondo, cercando di portarmi un po' alle sue spalle. Alla domanda che le rivolge faccio cenno di sì con la testa, guardandola. "Sìììì Amber, ti piacerebbe un sacco lavorare con delle attrezzature più belle".
    E invece.
    Sospiro appena.

    « Oh fidati Amber, le attrezzature di cui parla non sono nemmeno paragonabili a quelle del tuo "laboratorio". » Espressione di chi la sa lunga. Tre parole: nave meccanica volante. Noi abbiamo una nave. Meccanica. Volante. Ma non ho mai potuto rivelarglielo.
    Non dico altro, lascerò che sia Dimitriy a portare avanti la trattativa. Il mio linguaggio corporeo, però, potrebbe occasionalmente suggerirle che sì, il bel biondone propone cose belle. E che, insomma, dovrebbe proprio accettare.



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  11. _MajinZ_
     
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    Amber non era una sprovveduta, Dimitriy ormai l'aveva capito alla perfezione. Aveva le idee chiare e sapeva benissimo ciò che voleva, rendendo così la contrattazione con lei abbastanza difficile, ma non di certo impossibile. A quanto pareva aveva già un laboratorio, la sua stanza doveva essere solo un appoggio temporaneo, e inoltre aveva preso dei contatti con altre persone che in quanto a fondi, non erano molto al di sotto degli Eversori. Nonostante la nomea di città poverissima, a Merovish vivevano numerose famiglie in grado di sostenere grandi spese, oltre ai Pasha che comandavano dietro le quinte, quindi non era strano vedere persone diverse comprare alcuni servigi particolari... era curioso di conoscere questo tale.
    Se è l'istruzione che cerchi posso fornirtela, sono anche io un Alchimista e potrei aiutarti con le letture dei manuali alchemici. Conosco anche altre persone molto più capaci di me.
    Imparare da un Boggart forse non era una buonissima idea, loro erano famosi per farsi esplodere durante le loro feste... però conoscevano dei trucchi davvero interessanti. Il problema era farsi insegnare quei trucchetti, visto che in genere non erano una razza ben disposta nei confronti degli esseri umani, i cosiddetti “bipedi”. Ma forse vedendo di cosa era capace la genietta dagli occhi ambrati, magari anche il buon Zimmer si sarebbe sbottonato un po'. E non in quel senso. Per un attimo Dimitriy rabbrividì.
    In cambio potresti collaborare con me. E con Xar.
    Si scostò appena, affiancandosi al piccolo sciamano.
    Che ne dici?
    Giocare la carta Xar poteva risultare fondamentale, essendo già un Eversore il verdino poteva unirsi all'opera di convincimento, sempre che la ragazza decidesse di collaborare. Non avrebbe ottenuto nulla costringendola, questa decisione doveva prenderla da sola, come ogni persona che decideva di unirsi alla Gilda. Si trattava sempre e comunque di una scelta libera. Tuttavia il biondo era ancora curioso, quindi decide di tirare fuori uno di quegli sguardi convincenti, tipici di chi la sapeva lunga, uno di quelli che solo i biondoni sexy potevano permettersi.
    Per curiosità... chi ti ha fornito il laboratorio? Se posso saperlo, ovviamente.
    Stava giocando sporco, doveva ammetterlo, ma in fondo tutto ciò rientrava nel suo modo di agire e di lavorare. Reclutare nuovi adepti faceva parte del suo lavoro. E forse, risalire a quel nome, poteva dare una svolta imprevista alla faccenda... o magari complicarla ulteriormente. Tutto comunque era tra le mani della giovane Amber.

     
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