Il bardo, la sacerdotessa e l'oste

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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:100% | SCHEDA
    La taverna del Flauto d'oro era un subbuglio di voci e risate, persone si sfidavano in giochi di carte, altre si divertivano a lanciare frecce e coltelli contro un bersaglio appeso ad una parete ed altre ancora preferivano semplicemente affogare i loro pensieri nell'alcool che oramai scorreva a fiumi in quel locale. Ad ogni modo l'atmosfera per quanto fosse chiassosa trasmetteva un qualche senso di pace nell'animo di Pike, la giovane sacerdotessa si era seduta solitaria in un angolo della sala consultando uno dei pochi libri che l'oste possedeva, il quale era stato così gentile da regalare alla giovane sacerdotessa. La sera ormai stava iniziando a lasciare il posto alla notte ma le persone nel locale non parevano voler lasciare le loro attività per il momento, molte si sedettero ai tavoli per cenare mentre altri avventori iniziavano ad affluire nel locale ormai stracolmo, quella sera l'oste avrebbe sicuramente ricavato un bel gruzzoletto e la sacerdotessa ne era contenta, l'uomo che sedeva dietro al bancone, per quanto potesse sembrare rude con il suo metro e novanta di altezza e le sue spalle larghe quanto un armadio a due ante, era in verità una persona dal cuore gentile che aveva ospitato la giovane facendole addirittura un prezzo ridotto una volta aver sentito la sua storia. Era passata poco più di una settimana da quando la sacerdotessa giunta dal nord si era trasferita in quel posto, nel frattempo di cose ne erano successe e di avventure ne aveva passate già a volontà, come ad esempio il rocambolesco incontro con Alison, la giovane e iperattiva pugile del Bloodrunner. Inoltre la notizia ricevuta il giorno prima riguardo i lich nel nord e la piaga di non morti la aveva non poco sconvolta, se era vero che qualcuno voleva mettere su una milizia con l'intento di scacciare questo morbo da Endlos allora anche lei sarebbe dovuta intervenire e dare una mano. Ad ogni modo non era ancora tempo per lei di lasciare il Bloodrunner, aveva ancora delle cose da fare e i preparativi per il viaggio non erano pochi, servivano provviste di ogni genere se si voleva sopravvivere al clima rigido del nord, lo aveva imparato piuttosto bene a sue spese durante il primo viaggio.
    La sacerdotessa dopo poco sentì lo stomaco gorgogliare, forse era tempo di appoggiare il libro e ordinare qualche cosa da mangiare, con un gesto della mano catturò l'attenzione dell'omone dietro il bancone che si avvicinò con un largo sorriso in volto. L'oste era alto, grosso, pelato e con una enorme barba nera e per quanto il viso fosse squadrato e ben poco delicato nei tratti somatici, trasmetteva una certa simpatia e serenità, così anche come la voce grave ma gentile.
    "Ohi ! Buonasera miss Pike, come posso aiutarla ?"
    [Buonasera Ivan, gradirei molto un po' di zuppa calda e un boccale di vino grazie.]
    La sacerdotessa ricambiò con un grande sorriso per poi passare un paio di monete d'oro all'uomo che rapido si diresse nuovamente verso il bancone, per poi sbraitare qualche parola dentro una porta semi aperta che conduceva nelle cucine della taverna.
    La giovane a quel punto semplicemente si rilassò stendendo la schiena contro il muro che aveva alle spalle, una superficie di rigido legno ma non le importava, dopotutto l'ambiente era caldo e accogliente e le ricordava così tanto casa, nonostante la maggior parte degli avventori fossero vestiti in modo sicuramente più moderno di quelli che avrebbe potuto trovare nel suo mondo. Lentamente iniziò a far passare lo sguardo da una persona all'altra, semplicemente osservando ciò che accadeva nel locale e rimanendo in silenzio, godendosi quegli attimi di familiare calore, presto sarebbe dovuta partire per le terre del nord e lì avrebbe trovato solo ghiaccio e disperazione quindi meglio approfittare della situazione fino a che era in tempo.
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    Quando sentì lo stomaco borbottare, capì d'avere il bisogno di trovare un buon posto dove procurarsi del cibo.
    Dopotutto osservando come gli astri cominciassero ad apparire nel cielo, il bardo si rese conto della tarda ora.
    Del resto quando viaggiava nello stato del Pentauron, finiva spesso per distrarsi dei suoi fabbisogni. Vi era così tanto da ammirare in quelle terre, da catturare la sua curiosità fin troppo. Forse perché nel Pentauron era possibile trovare di tutto e vivere disparate realtà.
    Tra città culle di cultura, dove era possibile dialogare dei più disparati temi, alla decadente Bloodrunner, la periferia retta dalla malavita.
    Aveva ancora molto da vedere, ma una pausa, non gli avrebbe fatto male.

    Aveva sentito parlare di una taverna nei dintorni, chiamata il Flauto d'oro. Si diceva fosse un posto dove con poche monete d'oro, un viandante avrebbe facilmente trovato buon cibo e volendo, un tetto per la notte.
    Almeno dal nome, sembrava promettere bene e in fin dei conti, credeva non avesse molte alternative. Dopotutto per un bardo, la taverna rappresentava un luogo dalle molteplici opportunità. Probabilmente esibendosi, avrebbe facilmente rimediato l'oro sufficiente per potersi permettere vitto e alloggio senza alcun problema. Un orecchio attento come il suo, avrebbe anche messo mani su allettanti informazioni per accrescere le sue conoscenze.
    Da fuori la taverna, non era affatto dissimile da quelle abituato a vedere. La riconobbe facilmente per via dell'insegna, specchietto per allodole nei confronti di qualsiasi avventuriero affamato o stanco. L'insegna in legno, probabilmente di quercia, aveva intagliata la figura di un flauto. Il sospetto di potersi trovare nel posto sbagliato, svanì del tutto.
    Senza indugi aprì la porta, ritrovandosi circondato in un ambiente ben familiare.
    Come ci si aspettava dalla tipica clientela di una taverna, risate e chiasso la facevano da padrone. Per Badger una buona taverna, doveva sempre trovarsi avvolta nel caos la sera.
    Doveva esserci allegria in tali ambienti e l'alcol, doveva necessariamente scorrere a fiumi. Non che lui fosse un abile bevitore; bastava ben poco per farlo ubriacare.

    Con una rapida occhiata, cercò di capire la clientela del locale. Ubriaconi, giocatori d'azzardo e persone tornate dal lavoro, stanche ed affamate. Non era poi così diverso da quando girovagava per il Faerun insieme al "Gruppo dei bassi".
    Probabilmente si sarebbe esibito, ma in un secondo momento, chiedendo all'oste se avesse avuto la possibilità di allietare i commensali con della buona musica. Non poteva trattenersi da una simile opportunità, poiché mirava a farsi conoscere come il miglior musicante di tutta Endlos, proprio come nel Faerun... Ma prima doveva riempirsi per bene lo stomaco!

    Si chiese se il suo ingresso in taverna, avesse potuto destare interesse. Non tanto a causa del suo particolare e stravagante stile, ma per la razza alla quale apparteneva. Gli gnomi non dovevano essere creature abituali di quelle zone, del resto anche nel Faerun erano rari da trovare in città. Non che la cosa potesse dispiacergli, era il tipo di persona che adorava trovarsi nel centro dell'attenzione.
    Muovendosi a piccoli passi -data la bassa statura- andò alla ricerca di un posto dove sedersi. La maggioranza dei tavoli era talmente occupata da non permettere neanche un piccolo posticino per uno gnomo come lui.
    Optò quindi per dirigersi verso uno dei lati della sala, trovando un posto che facesse a suo caso.
    Occupato solo da una fanciulla, c'era sicuramente spazio per lui e senza pensarci due volte si diresse lì, provando una certa sensazione di déjà-vu. Ricordava che l'ultima volta che in una locanda, si trovò vicino una donna -seppur in quel caso elfa- era finito con l'essere reclutato per recuperare alcuni documenti dal forte di una delle peggiori gilde mercenarie di tutta Faerun, gli Zhentarim. Non credeva che le cose sarebbe andate nello stesso modo, dopotutto su Endlos Badger non era così famoso e poi, non tutte le fanciulle sole in una locanda dovevano per forza avere qualche missione d'affidare a degli eroi.
    Con molta calma andò a sedersi al tavolo, chiamando il taverniere con voce squillante.

    «Oste! La sua birra migliore e la pietanza del giorno!»

    Anche se piccolo, il bardo era abile nel farsi notare e riponendo attentamente il fidato mandolino vicino il tavolo, si sedette meglio sulla panca, mettendosi un cuscino sotto il fondoschiena -preso dal suo zaino- per arrivare con le braccia al tavolo. Solo allora notò con maggior attenzione la ragazza che aveva già occupato il posto, la quale sembrava intenta a leggere dei libri.
    A dire la verità, fu il suo abbigliamento ad attirare l'attenzione. Al contrario degli altri avventori, aveva un qualcosa di familiare. Scorse anche un simbolo che si ricordò di aver già intravisto in qualche libro.

    «A giudicare dalle apparenze, devi venire da un posto non tanto diverso dal mio. E' il simbolo di qualche divinità quello?»

    Domandò osservando la giovane umana, sfoggiando un sorriso cordiale. Non era sicuramente il tipo da farsi problemi a parlare con estranei, dando subito confidenza.
     
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    Pike non si accorse immediatamente del curioso individuo che si era accomodato al suo stesso tavolo, era troppo concentrata sul suo libro e poi come al solito aveva la testa fra le nuvole. Si scosse dai suoi pensieri e dalla lettura solo quando il bardò cominciò a parlare. Ci volle un attimo alla sacerdotessa per realizzare chi aveva di fronte e non con poca sorpresa oltretutto. Uno gnomo: era da un pezzo che Pike non ne vedeva uno in carne e ossa, da quando aveva lasciato il suo mondo di origine aveva praticamente soltanto incontrato umani e iniziava a sospettare non ci fossero altre razze sul semipiano, evidentemente si sbagliava. Inoltre quello gnomo sembrava anche un bardo, visto lo strumento che si portava a presso, la cosa non sorprese più di tanto la sacerdotessa, gli gnomi erano rinomati per la loro natura burlona e giocosa, ben poco devoti al lavoro e amanti della musica e degli scherzi.
    Pike sorrise di ricambio alla domanda del piccolo individuo, era contenta di incontrare un'altra persona che veniva da un mondo più simile al suo, forse anche lo stesso mondo per quanto ne poteva sapere.
    [Sì, sono una sacerdotessa che serve sotto la deità conosciuta come Sarenrae, dea minore della cura e del Sole.]
    Detto questo si sfilò l'amuleto dal collo per mostrarlo meglio al bardo, si trattava di una semplicissima pietra dalla forma allungata, che ricordava in verità una sorta di goccia ma che emanava costantemente un lieve bagliore luminoso. Si trattava di un ninnolo comune a molti seguaci del suo culto anche se i più si ornavano di emblemi classici, rappresentanti la fiamma alata della dea, specialmente i paladini del suo ordine. La sacerdotessa ripose poi l'amuleto al sicuro dentro la sua larga veste e rivolse un nuovo sorriso allo gnomo, appoggiando il libro chiuso sulla superficie legnosa del tavolo, avrebbe finito dopo, ora era più interessata a tenere una discussione con il bardo, che era la prima persona da moltissimo tempo a ricordargli le persone che si era lasciata alle spalle nel suo vecchio mondo.
    [Il mio nome è Pike Dunhalin, è un vero piacere fare la tua conoscenza.]
    Un altro sorriso, gli avrebbe chiesto il nome ma sapeva che si sarebbe presentato in ogni caso e poi le era piuttosto noto il fatto che gli gnomi assumessero una miriade di nomi diversi, cambiandoli da un giorno all'altro e presentandosi al prossimo sempre in maniera diversa, un vizio che aveva sempre molto affascinato e divertito la sacerdotessa a dire il vero.
    [Quello è un mandolino ? Sei un bardo per caso ?]
    Chiese, giusto per fugare ogni possibile dubbio, mentre gli occhi le si illuminavano di interesse.
    [Io adoro la musica, da bambina scendevo sempre in piazza a sentire gli artisti itineranti che si fermavano in città.]
    Un nuovo radioso sorriso le illuminò il volto, quei ricordi gli erano molto cari, era uno dei pochi momenti della sua infanzia che poteva riportare alla memoria con allegria e anche un po' di nostalgia. Chissà se anche quel bardo era passato dalla sua città per esibirsi ? Magari senza saperlo i due si erano già incontrati in un tempo passato.
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    Ricordava bene e del resto con una punta di superbia, era sicuro di non essere in errore.
    Il nome della dea bastò a far riaffiorare nella mente tutte le informazioni del bardo.
    Nel suo mondo grazie alla fama di eroe e le enormi quantità d'incassi dalle terre e l'accademia, era riuscito a mettere mani su molti libri. In uno di essi aveva trovato informazioni riguardo divinità di altri piani.
    La sua solida memoria aveva impresso tali informazioni e quindi, avrebbe potuto in qualche modo gestire tranquillamente una discussione sul culto di Sarenrae.
    Al momento però era curioso riguardo la giovane ragazza il cui sorriso così spontaneo, sembrava possedere l'abilità di rassicurare l'animo.
    Probabilmente nel suo piano d'origine, doveva trattarsi di una delle chieriche più vicine alla dea o almeno, questo ipotizzò lo gnomo, preso ad osservare il simbolo sacro tra le mani della chierica. Emetteva un lieve bagliore, lasciando presagire a Badger una natura di carattere magica.

    «Ero sicuro di aver visto quei simboli in qualche libro! Dalle mie parti, esiste una divinità simile alla tua per dogmi e domini. Solo che è un uomo e si chiama Lathander. »

    Conoscendo come la divinità venerata dalla chierica fosse di natura buona, lo gnomo non nutriva alcun problema o sospetto nei confronti della ragazza. Avendo condiviso molte avventure con chierici e paladini, sapeva come i loro poteri divini gli venissero concessi solo seguendo le rette vie delle entità superiori da loro venerate. Assumere intenti malvagi, avrebbe causato alla sventurata la perdita delle proprie capacità e inoltre, a vederla ella non sembrava affatto una cattiva persona. Si sentiva quindi libero di darle fiducia.

    Probabilmente in un eccesso di spacconeria, si sarebbe presentato definendosi IL Bardo per eccellenza, ma voleva evitare di apparire troppo presuntuoso nonostante credesse di averne tutti i diritti. Dopotutto non si diveniva il miglior bardo di tutta Faerun senza possedere un maestoso talento. Avrebbe potuto tranquillamente raccontare aneddoti riguardanti la sua accademia e di come aspiranti musicisti, cercassero in tutti i modi d'essere ammessi al prestigioso istituto. Di rimbalzo anche i suoi maestri, avendolo istruito nell'arte del canto e nei segreti della primordiale canzone cosmica, potevano vantare una certa fama e gloria.
    Capì un attimo d'essersi perso nella sua magnificenza e la cosa, accadeva più spesso di quanto pensasse.
    La giovane -per lui qualsiasi umano era giovane- Pike si mostrò un soggetto con cui avrebbe potuto amabilmente dialogare a lungo a sentire come apprezzasse la musica fin da bambini.
    Del resto il più delle volte -almeno nel mondo dello gnomo- erano i bardi a rallegrare le vite del popolino grazie alle loro storie, canzoni e trucchi di magia. Come scordarsi di prestidigitazione?
    Ovviamente Badger vide una buona occasione per farsi grosso e decise di non farsela scappare.
    Sorridendo con fierezza, prese lo strumento musicale tra le mani, compiendo qualche lieve ma melodica nota pizzicando appena le corde.

    «Esatto signorina. E non per vantarmi, ma in tutta Faerun non vi era bardo migliore di me! »

    E sicuramente non ce ne sarebbe mai stato altro. Non a caso vista la sua maestria, mirava a trascendere il suo stato di mortale, divenendo una divinità minore. Credeva fosse una cosa difficile da realizzarsi, ma non impossibile poiché secondo Badger, le divinità non erano altro che mortali giunti in possesso di straordinari poteri.

    «La tua razza mi conosce con il nome di Badger Il Terrore di Orsi detto Folle e Dildo. »

    Soprannomi ricevuti e guadagnati durante i suoi lunghi viaggi. Anche riguardo essi aveva particolari aneddoti da raccontare; storie buffe e divertenti, le quali generalmente scaturivano ilarità. Dopotutto oltre che abile musicista, Badger credeva d'essere un talentuoso maestro di burle.

    Gli venne spontaneo porre una domanda alla chierica, considerando come di norma, ella dovesse ricevere i poteri dalla sua divinità.

    «Vorrei farti una domanda Pike in quanto amante della conoscenza. In questo semipiano hai per caso problemi a ricevere i poteri divini da Sarenrae? Mi spiego meglio, normalmente so che voi chierici usate magia divina concessa dalla divinità adorata e nelle mie passate esperienze, mi è capitato che Lolth, la dea ragno dei drow negò i poteri ai suoi chierici. Il che probabilmente sarebbe stata una buona cosa se non fosse che un'altra divinità dei drow né approfittò per conquistare gran parte del sottosuolo mirando poi a espandersi in superficie, creando un esercito di non-morti. Beh per fortuna io e i miei compagni siamo riusciti a fermarla in tempo e posso assicurarti che cultisti e divinità di religioni legate alla vendetta e i non-morti. nono tutt'altro che simpatiche! Comunque il punto della domanda è questo: Anche in un piano diverso riesci ad accedere ai poteri di un chierico? »

    Si era perso nella sua magnifica voce, allungando maggiormente il brodo giusto per raccontare in maniera decisamente fin troppo riassuntiva, una delle sue avventure. Adorava parlare di se e poi quale bardo si teneva per se le storie? Non poteva tacere.
     
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    Lathander, Pike cercò di ricollegare quel nome ad una deità a lei nota ma non le venne alla mente niente, la sacerdotessa per quanto devota alla sua divinità protettrice, spesso e volentieri ammetteva di possedere enormi lacune di conoscenza per quel che concerneva il resto del pantheon astrale. Si annotò il nome a mente, avrebbe fatto qualche ricerca successivamente, dopotutto se era una divinità similare a Sarenrae, appartenente ad un altro mondo magari, allora sarebbe stata molto interessata nell'imparare qualche cosa in più a suo proposito. La sacerdotessa ascoltò anche educatamente la presentazione del bardo, che certamente non esitò nell'opportunità di mostrare tutto il suo ego, Pike non si sarebbe aspettata di meno per altro, dopotutto conosceva bene la fama degli gnomi e delle loro bocche larghe, mai pronti a lasciarti l'ultima parola. Sorrise dolcemente, quel bardo le stava alquanto simpatica, tralasciando il fatto che sembrasse una persona di per sé molto colta, oltre che uno studioso, possedeva anche quel charme tipico del suo mestiere e una certa gentilezza nel suo modo di porsi e parlare, cosa non da tutti i bardi in effetti.
    Badger, ecco il nome (o comunque uno dei molti) del bardo, il resto degli appellativi ad ogni modo confuse un poco Pike, erano soprannomi alquanto... particolari. Era piuttosto certa che, se avesse chiesto, il bardo sarebbe stato più che felice di narrare le dinamiche per cui aveva ereditato certi ben peculiari nomignoli ma per il momento la sacerdotessa aveva altro per la testa. Seguì poi un lungo discorso, partito inizialmente come domanda, poi trasformatosi in un letterale elogio alle gesta eroiche di Badger, ad ogni modo, dove molte persone magari si sarebbero annoiate all'udire tali vaneggiamenti, Pike semplicemente era incantata nell'ascoltare certe storie, al punto tale che si ritrovò ad appoggiare la testa sui palmi delle mani e spalancare gli occhi per lo stupore. Sorrise nuovamente, le erano sempre piaciute le storie, che queste fossero vere o inventate poco importava a dire il vero, se catturavano il suo interesse bastava ed avanzava per farla letteralmente pendere dalle labbra del narratore di turno.
    [Mh, in realtà ho percepito da subito un affievolirsi della connessione divina, ad ogni modo riesco a mantenere un contatto abbastanza forte con la mia dea per utilizzare miracoli di diverso genere, in parte è anche merito del mio amuleto che ne catalizza le energie.]
    E dicendo questo, semplicemente sollevò un palmo, come per mostrare un invisibile oggetto al bardo, dopo pochi istanti questo si illuminò di una fievolissima luce dorata che iniziò a danzare avanti e indietro, a destra e sinistra fra le dita della sacerdotessa. Se Badger lo avesse permesso, Pike avrebbe semplicemente allungato il braccio sfiorando quello del bardo, questo d'altra parte avrebbe percepito una calda sensazione avvolgere la sezione interessata. Nel caso vi fossero lievi ferite o taglietti questi sarebbero scomparsi nel giro di pochi secondi, in ogni caso la sensazione di benessere e sollievo sarebbe permeata per qualche minuto prima di svanire nuovamente nel nulla. La sacerdotessa a questo punto sorrise di nuovo gioviale.
    [Non ho mai avuto occasione di avventurarmi nel sottosuolo, ho udito di Illithid, Duergar, Drow e Umber Hulk. Posso solo immaginare quante avventure hai affrontato ! Sarei ben lieta di udirne qualcuna.]
    Annuì convinta, amava i racconti di avventure, soprattutto quelli narrati da bardi e cantastorie, solitamente erano quelli più pittoreschi e conditi di stranezze che si potessero udire in giro, alle volte veri, alle volte semplicemente creati ad arte per "migliorare" la storia. In ogni caso era piuttosto sicura che Badger non si sarebbe trattenuto dal narrare le sue imprese, dopotutto era un bardo ed uno gnomo per giunta. Per lo meno non si sarebbe annoiata tutta la sera leggendo un paio di pagine polverose di un vecchio tomo.
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    [STATO FISICO] ok
    [STATO MENTALE] ok
    [TECNICHE UTILIZZATE]
    • Cure wounds: Il sacerdote concentra la sua volontà in una veloce preghiera al cielo, appoggiando le mani su di una ferita questa inizierà a rimarginarsi avvolta in una lieve luce dorata, fino a quando questa non sarà totalmente scomparsa.
    {Consumo: basso} [Durata: 1 turno]
    (Effetto: cura ferite e rimargina arti, non utilizzabile in combattimento)
    [AZIONI PRESE] X

    [ELENCO PASSIVE]
    • Virtue: La presenza della dea è forte, il sacerdote emanerà dal suo corpo una lieve e costante luce vibrante, questa causerà un immediato effetto di calma e pace in chiunque si trovi nella sua sola presenza.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: provoca un senso di calma e tranquillità)
     
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    Ascoltò con attenzione Pike.
    In quel semipiano ammise di avere problemi nel dialogare con la propria divinità, la quale riusciva a concedergli i poteri catalizzandoli tramite il medaglione. Questo spiegava le proprietà magiche presenti nell'artefatto.
    Ovviamente non ebbe alcun motivo di sottrarsi al tocco della chierica, lasciandosi pervadere dall'incantesimo da ella lanciata.
    seppur non avesse ferite sul corpo, trovò comunque piacevole sentirsi avvolgere da quell'aura calda e confortante, la quale giunse a riscaldarlo nell'animo. Proprio per un simile motivo apprezzava la magia divina, avendo per un istante sfiorato l'idea di specializzarsi anche in quella branca, seppur alla fine il suo percorso lo portò a dedicarsi completamente allo studio dell'arcano e del potere del canto.
    Meno simpatici, trovava invece i chierici adoratori di divinità malvagie.
    Per natura essi era portati a usare incantesimi la cui funzione era infliggere dolore ai vivi piuttosto che curarli dalle sofferenze.
    La natura eroica del bardo lo portava a non poter tollerare facilmente simili atteggiamenti e inoltre in un gruppo d'avventurieri, qualcuno in grado di curarti da ogni male rappresentava sempre una valida scelta.

    Sarebbe stato bello -per il bardo- dire di non aver mai sperimentato una simile sensazione, ma nei suoi viaggi ne aveva affrontati di pericoli e ricevute di ferite. Si era quindi ritrovato ad essere stato curato più volte, anche di sua mano per mezzo di bastoni, salvandosi in certi casi dalla morte.
    Trovò comunque opportuno ringraziare Pike per il suo gesto, sapendo come ogni incantatore non avesse a disposizione una scorta illimitata di incantesimi e che ella in quanto chierica, ogni nuovo giorno fosse costretta a pregare per ottenerli.


    «Ti ringrazio per la dimostrazione. Capisco e immagino sia dovuto a questo semipiano. Pure io dopo essere approdato qui per un esperimento magico andato a male, mi sono ritrovato senza molte delle mie abilità. Suppongo che il passaggio attraverso il Maelstrom possa in qualche modo danneggiare gli sventurati naufraghi.»

    Nonostante le sue vaste conoscenze riguardo ai viaggi tra i vari piani dimensionali, Endlos si mostrava ancora ricca di misteri agli occhi del bardo ed anche per questo ne era attratto.
    Con estremo piacere si sarebbe cimentato nell'impresa di scoprire tutti i misteri riguardanti quello strano mondo.
    Trovò però l'idea di Pike più interessante in quella situazione.
    E probabilmente lo dimostrò facendo sfoggio di un enorme sorriso.

    «Con estremo piacere mia cara! Ho vissuto e conosco così tante avventure da poterne parlare per giorni interi senza mai fare pause. Inoltre qual posto migliore per parlarne di una taverna?»

    Annui con convinzione il bardo mentre cercava di pensare a quale storia avrebbe potuto raccontare alla giovane Pike.
    Nel suo repertorio poteva vantare di qualsiasi racconto, dai più goliardici e totalmente comici, alle gesta epiche e di delicata importanza per molte popolazioni. Commedia e tragedia, tutto rientrava nel repertorio dello gnomo.
    La vera abilità come cantastorie, risiedeva però nel capire cosa narrare al pubblico, cercando di capire in anticipo cosa avrebbe potuto riscuotere successo.
    Avendo davanti una donna, si trovò a scartare l'idea di parlare di molte canzoni sconce e allegoriche che lo resero famoso tra i mercanti e i mercenari del Faerun. Per non parlare dell'avventura passata all'interno di un bordello alla scoperta della fantomatica e leggendaria prostituta, la quale nonostante di razza umana, sembrava essere in attività da più di cent'anni. Inoltre riguardo quella storia aveva giurato di mantenere il segreto, rispettando la volontà di una delle miglior burle mai viste ai danni di ignari.

    «Penso di avere la storia adatta. Una delle mie prime avventure. Devi sapere che io provengo da una famiglia gnomica della borghesia di Waterdeep. Alchimisti provetti e laboriosi che hanno mal visto agli inizi la mia carriera d'avventuriero. Difatti la loro eredità -come se l'avessi mai voluto- mi era stata negata in quanto ripudiato. Insieme ai miei compagni di avventura, mi ritrovai con il tornare a Waterdeep, recandomi dai miei genitori, i quali vedendo il mio disinteresse a seguire le orme dell'alchimista, arrivarono quasi a mettere in atto una delle loro frasi dette per scoraggiarmi. "Piuttosto che dare l'eredità a te, la diamo a un coboldo!" beh, uno dei miei compagni di avventure nonché miglior amico, era proprio un coboldo il quale per solidarietà rispose di volersene andare proprio come feci io... Entrambi venimmo buttati fuori di casa dagli uomini al servizio dei miei, tramite un bel calcio nel didietro. Ma in città vi era un problema di ratti grossi più di gatti. Si sa, normalmente in città grosse e portuali i topi sono creature facili da trovare, ma erano cominciati ad essere troppi ed essendo agli esordi, decidemmo di indagare. Dopo una puzzolente spedizione tra i liquami delle fogne, riuscimmo a individuare un giaciglio e grazie al mio proverbiale intelletto, giungere alla conclusione che ad attirare quei ratti, era la presenza di un ratto mannaro... Notai anche un altro particolare che però mi tenni per me e ti spiegherò dopo il perché. Comunque aspettando la notte, fortuna voleva che si trattasse di quella giusta per la mutazione, tendemmo un'imboscata alla creatura, riuscendo a sconfiggerla facilmente -grazie all'uso di armi in argento-, senza ucciderla poiché la vittima era ignara della malattia. A questo punto immagino penserai che la storia sia finita no? Beh ti sbagli! Avevo individuato una zona dove i gas dei liquami si concentravano nelle fogne della città e usando un determinato reagente, sapevo d'essere in grado di simulare un esplosione capace di far riversare buona parte dei liquami nel porto e nella zona borghese della città. Non potevo trattenermi dal compiere uno scherzo così grande. Per questo senza farmi notare, mi addentrai nel tunnel, riuscendo a tenermi distante da qualsiasi ratto un po' troppo cresciuto, provocando l'esplosione. C'era una piccola possibilità di morire travolto dall'onda generata dallo scoppio, ma beh come vedi sono qui. Finì per trovarmi zuppo nel porto, sbattendo la testa contro una nave e ridendo a crepapelle. Per qualche motivo i miei compagni avevano già sospettato che la causa di tutto fosse mia e Vorastrix, il coboldo venne personalmente a prendermi al porto. Quella notte ricordo di aver sentito mio padre urlare il mio nome a squarciagola mentre la gente si lamentava ritrovandosi con i piedi immersi nei loro bisogni, dannando e maledicendo chiunque avesse fatto una simile cosa. Per ovvi motivi mi sono ben visto dal dire d'essere stato l'artefice di quello scherzo lì a Waterdeep, riservandomi di svelare questo segreto in posti lontani, tra burloni miei simili. Però ehi, con quel gesto ho anche risolto in maniera tempestiva il problema dell'infestazione di ratti!»

    Parlare così tanto, era naturale per il bardo, il quale non mostrò alcuno sforzo nel dire tutto. Seppur ovviamente si prese briga di fare qualche pausa ogni tanto per bere un sorso di birra, portata dall'oste e dare modo a Pike di non perdersi nel discorso. C'era una certa nostalgia nel raccontare di cose accadute anni precedenti, quando vagava per il Faerun come un semplice nessuno invece d'essere famoso come Badger, il bardo capace di attirare l'attenzione dei celestiali con le sue canzoni e l'aver arrestato la minaccia dei Drow del sottosuolo. In un certo senso gli mancavano quei giorni andati, dove ogni singola moneta d'oro, poteva influire pesantemente le possibilità del gruppo.
    Un periodo dove si ritrovarono persino costretti a prendere armi in affitto poiché non potevano permettersi di comprarle.
     
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    Pike rimase semplicemente immobile durante tutta la storia del bardo, le dita delle mani intrecciate sotto il mento, i gomiti delle braccia poggiati sul tavolo. Solo di tanto in tanto si mosse lievemente per mettersi più comoda ma non perse una singola goccia di quel così lungo discorso. Come tutti gli altri gnomi anche Badgerd possedeva un paio di polmoni belli grandi e lo dimostrò più che ampiamente. Inoltre l'abilità di narratore del bardo era alquanto sopraffina, riuscendo a rendere un racconto che, magari, raccontato da un'altro sarebbe risultata solamente una noiosa storiella ma non quella, proprio no. Quando Badger citò la sua amicizia con un coboldo Pike sgranò gli occhi in sorpresa, non pensava che un astio talmente profondo potesse essere mutato in un sentimento così bello e ne fu felice. Quando citò il rapporto complicato con i suoi genitori, invece, una lieve smorfia triste percorse il suo viso, le ricordava un po' il suo passato in un qualche modo. Arrivò anche il pezzo del ratto mannaro e il grande scherzo dello gnomo, a questo punto la sacerdotessa non riuscì a trattenere una gentile risata, cercando ad ogni modo di non disturbare il bardo nel suo racconto. Quando Badger concluse la sua storia Pike semplicemente applaudì, sfoggiando al contempo un largo sorriso, il racconto la aveva intrattenuta molto.
    [Una storia veramente divertente ! Per quanto anche io da piccina abbia commesso qualche marachella non ho mai visto nessuno compiere scherzi di questa portata.]
    Una nuova lieve risata coperta da una mano portata alla bocca. A quel punto l'oste giunse al tavolo portando i piatti ordinati, giusto in tempo oltretutto, dopotutto Pike iniziava a sentire lo stomaco brontolare. Per lei sul tavolo fu appoggiata una scodella contenente una zuppa di verdure e carne fumante, mentre per il bardo un alquanto largo pezzo di carne arrosto, condito con qualche erba e spezia. L'omone gigante che era l'oste del Flauto d'oro tese una mano aspettando il compenso per il pasto appena portato e la sacerdotessa si affrettò a consegnargli qualche pezzo d'oro, abbastanza per pagare anche la parte del bardo.
    [Mi permetta di pagarle il pasto in compenso per questa bellissima storia.]
    Con un cenno del capo l'uomo si congedò tornando a svolgere le sue mansioni dietro il bancone, mentre la sacerdotessa riportava la sua attenzione sullo gnomo che aveva seduto davanti. Aveva in passato incontrato moltissimi bardi ma Badger in particolare gli suggeriva che non fosse uno qualunque, dopotutto si vedeva che aveva viaggiato molto e visto altrettanto, si notava un notevole dislivello di esperienza fra lui e Pike che, per altro canto, non aveva mai viaggiato moltissimo o troppo lontano dalla sua città natia o dal tempio. Forse era anche per questo che era tanto curiosa di sentire racconti e storie di viandanti, per compensare questa sua ignoranza del mondo che la circondava. Però ora era tutto diverso, si trovava in un mondo infinitamente lontano dal suo e così anche il bardo, si poteva forse dire che al momento si trovavano nella stessa situazione.
    [Anche io ho vissuto qualche avventura in passato ma certamente non mi posso definire un'avventuriera provetta ! Per lo più qualche viaggio per conto del mio tempio o richieste da parte di terzi, come esorcismi e simili.]
    Un profondo sospiro.
    [Beh anche se questa volta è diverso, vedi sono qui su Endlos per richiesta diretta della mia dea, anche se non ho ancora idea del perché.]
    Spallucce. Prima o poi Sarenrae sarebbe riapparsa in sogno o durante una meditazione e le avrebbe di certo spiegato l'obbiettivo della sua missione, oppure lo avrebbe capito lei stessa in qualche modo o maniera, fino ad allora tutto ciò che poteva fare era continuare a portare avanti la parola della sua dea e aiutare chiunque si trovasse in difficoltà. Poi ora vi era anche questo problema al nord con dei Lich e si sentiva in dovere di partire e prendere parte ad una simile crociata, certamente era ciò che anche Sarenrae avrebbe fatto. Ad ogni modo i piatti ancora non erano stati toccati e andando avanti così si sarebbero di certo freddati, quindi Pike semplicemente afferrò il suo cucchiaio e sorrise.
    [Beh, buon appetito allora !]
    Disse semplicemente prima di iniziare a gustarsi la minestra ordinata, per quanto quel locale fosse di nicchia in un luogo caotico come il Bloodrunner e il Pentauron in generale, la cucina non aveva nulla da invidiare a quella di altre taverne ben più note, inoltre i sapori proposti le ricordavano sempre molto casa e le specialità del suo mondo di origine.
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    Non esisteva piacere migliore del riuscire a colpire l'animo del pubblico.
    Fin da quando aveva cominciato, esibendosi nelle taverne più sperdute della campagna, Badger mirava a coinvolgere il prossimo suscitando in lui emozioni adeguate al tipo di storia.
    Per questo si gustò pienamente ogni singola espressione mostrata da Pike; sentendosi invogliato a continuare sapendo di aver trovato una persona disposta ad ascoltarlo con entusiasmo.
    Dopotutto Badger non negava di divertirsi in quei momenti, seppur non tutti i suoi racconti si concludevano in lieti fini o in chiave comica. Per quanto piena di ricchezze, la vita di un avventuriero è costantemente messa a rischio e non tutti riescono a sconfiggere simili ostacoli, finendo con il perire.
    Non intendeva demoralizzare la giovane chierica, soprattutto dato l'ambiente cordiale e rassicurante della locanda.
    Non era da lui fare il guastafeste!
    Notò in maniera particolare, la reazione della giovane quando decantò l'amicizia con un coboldo. Evidentemente -e come probabilmente accadeva in ogni piano in cui vi erano le due razze- anche dalle sue parti coboldi e gnomi erano nemici giurati a causa del poco senso di humour della divinità dei coboldi, così permalosa da prendersela per una semplice miniera crollatagli addosso. Dopotutto trattandosi di divinità, doveva essere una cosa sicuramente da poco.
    Sicuramente Badger non avrebbe desiderato un compagno di avventure diverso da Vorastrix, quel vecchio drago in formato miniature.
    Entrambi condividevano l'ardito desiderio di esplorare qualsiasi angolo del Faerun, oltre a doti affine alla magia arcana. Probabilmente se il coboldo avesse amato le ninfe allo stesso modo dello gnomo, invece di odiarle, si sarebbero quasi potuti vedere come due fotocopie.
    Faceva sempre bene ricordare il passato.

    «Si può dire che si tratti di una dote di natura. Noi gnomi adoriamo far gli scherzi. Non a caso la nostra divinità maggiore, Garl Glittergold, è il patrono di tutte le burle e dell'arguzia.»

    Dopotutto chi non conosceva gli gnomi per la loro propensione agli scherzi? Pari solo alla loro inventiva.
    Non appena vide l'oste tornare con un invitante piatto di fumante carne arrostita, sentì lo stomaco gorgogliare per via del buon profumo.
    Aspetto e odore invitanti, lasciavano presagire un buon pasto, di quelli che raramente riusciva a fare ultimamente.
    Non avrebbe avuto alcun problema a frugare nel sacchetto dove teneva il suo denaro, pagando l'oste per il servizio, ma Pike fu più rapida di lui, arrivando quasi a imporsi di voler pagare la cena.

    «Non rifiuto mai una simile offerta, specialmente se esposta con così tanto ardore! Dopotutto i primi anni, mi pagavo così il vitto e l'alloggio.»

    Rispose cordialmente alla chierica mentre ascoltava le sue parole, cominciando meticolosamente a mangiare il boccone di carne. Dopotutto era una persona di classe, abituata a far bella figura e mostrare conoscenza delle buone maniera in qualsiasi circostanza... Quando ne aveva voglia.

    Capì che ella si trovasse lì sotto volere della dea, senza saperne effettivamente il motivo.
    Erano in molte le divinità dai modi di fare criptici, anche nei confronti dei propri adoratori e araldi, per questo il bardo non ne rimase molto stupito.

    «Tra voi chierici è anche normale. Il più delle volte, i motivi dei vostri viaggi sono dovuti al compiere missioni per la vostra divinità. E il fatto che tu ti trova qui, ne è la prova. Suppongo sia opportuno brindare! All'inizio della tua vita d'avventuriera, sperando che sia condita di gloria e gesta epiche!»

    Con gran disinvoltura, alzò il calice di birra verso l'alto, aspettandosi un simile gesto anche da Pike. Ovviamente parlò a bocca vuota, non volendo apparire come un rozzo, cafone e barbaro... Non era tipo da ira.
    Come ormai si poteva ben intuire, nonostante la bassa statura, sapeva egregiamente come farsi notare e creare confusione.

    «E lasciatelo dire da chi ha esperienza, probabilmente tempo qualche mese e mi ritroverò a dover cantare in qualche taverna delle gesta di Dunhalin Pike, la leggiadra campionessa di Sarenrae. Perché sia chiaro eh, voglio l'esclusiva su simili storie! Dopotutto un bardo del mio calibro non può lasciarsi sfuggire simili occasioni.»

    Sicuramente a Badger non mancava l'ottimismo. Un ispiratore delle folle come lui, capace d'infondere una forza inaudita e un coraggio senza pari nell'animo altrui, non poteva sicuramente ritrovarsi a generare pensieri negativi.
     
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    Quando il bardo sollevò il suo calice Pike si ritrovò a far lo stesso, sorrise alle parole di Badger, era ciò che sperava anche lei dopotutto.
    [E un brindisi a noi naufraghi ! Che Endlos ci porti gloria e avventure memorabili !]
    Una nuova candida risata le sfuggì dalle labbra mentre i calici tintinnavano con un chiaro din a mezz'aria, dopodiché un breve sorso del liquido cremisi come per suggellare l'augurio appena compiuto. La sacerdotessa poi non poté fare a meno di sentirsi lusingata dalle parole del bardo, dopotutto era il suo mestiere quello di risollevare gli animi e incoraggiare il prossimo, era ciò di cui i cantastorie e i musicisti vivevano.
    [Sarei onorata se un bardo cantasse le mie gesta, figurarsi poi uno con un così grande talento ! ]
    Un ennesimo sorriso, era evidente da quanto tempo Badger fosse in attività, le sue parole erano sempre scelte con cura e mirate per tirare determinati cavi dell'animo altrui, eppure parlava con una naturalezza spiazzante come se la musica non fosse solo in grado di produrla con il suo strumento ma con la sua stessa essenza. Per un attimo Pike si chiese quanto fosse realmente famoso nella sua dimensione di origine, magari le gesta di quello gnomo venivano cantate in lungo e in largo per le sue terre natie e la sua figura veniva considerata quasi leggendaria, la sacerdotessa sentiva in qualche modo di non essere troppo distante dalla realtà. Seguì poi un breve momento di silenzio in cui i due si apprestarono a gustare ancora una volta il loro delizioso pasto e le bevande fornite dall'ospitalità di Ivan, l'oste della taverna.
    [Ma mi tolga una curiosità signor Badger: se è finito su Endlos per errore, ora quali sono i suoi piani per il futuro ?]
    La sacerdotessa si fermò un attimo dal suo pasto colta da quella improvvisa domanda balenata nella sua testa.
    [In fondo, io sono arrivata qui con uno scopo ben chiaro in testa... circa. Però lei ? Non le mancano i suoi amici e la sua casa ?]
    In verità anche a Pike iniziava a mancare la sua terra natia, i campi verdi e fioriti in questa stagione, il Sole dorato che si innalzava ogni giorno, la città con le sue facce sorridenti e il tempio pieno di paladini e sacerdoti suoi amici e poi il suo maestro, un padre per lei e per qualunque altro discepolo di Sarenrae. Alle volte aveva la tentazione di muovere qualche preghiera verso la dea per implorarla di riportarla indietro ma sapeva bene che in questo modo la avrebbe delusa, lei era lì non per un semplice capriccio divino ma perché nel suo destino era già stato scritto di un'impresa da portare a termine, per quanto pericolosa questa potesse essere.
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    Era dopotutto il mestiere dei bardi e Badger non faceva alcuna eccezione.
    La natura vanitosa di Bager l'aveva ovviamente portato a concepire l'idea di vivere le sue avventure personali, con lo scopo di comporre canzoni sulla sua persona, ma non disdegnava affatto raccontare di altri eroi, tramandando così imprese che secondo il bardo, non dovevano affatto essere dimenticate.
    Nel suo repertorio vi erano anche gesta di uomini semplici, ritrovatosi ad affrontare ostacoli più grandi di loro. Non sempre poteva garantire il lieto fine, ma l'ardore con cui aveva visto battersi semplici popolani, per il bene dei loro cari o la semplice volontà di vivere, aveva stupito il bardo in modo particolare.
    Un vero artista, non si limitava a parlare solo dei grandi araldi del bene, di coloro le cui gesta portavano pace e prosperità nei reami, ma anche dei piccoli eroi, di coloro che nel piccolo, combattevano per il diritto di vivere.

    «Non c'è bisogno di sentirsi onorata... Piuttosto appena uscirai lì fuori vedi di rimboccarti le maniche e darmi motivi per scrivere nuove canzoni. Non vorrei che il mio repertorio diventasse stantio a furia di cantare le stesse cose!»

    Ovviamente scherzava e lo si poteva capire dal suo tono di voce gioviale. Su Endlos c'era sempre qualcosa da fare, ne succedevano di cotte e di crude in un semipiano dove occasionalmente qualcosa veniva trascinata all'interno.
    Ora sapeva perché si sconsigliava d'entrare in un buco dimensione con una sacca conservante, si finiva in piani del genere oltre a perdere tutto l'equipaggiamento all'interno della sacca... Una cosa poco divertente per un dipendente di bastoni quale era Badger, ritrovatosi costretto nel gruppo, a poter lanciare così tante varianti d'incantesimi quasi da dover fare il lavoro di un mago.

    «E non preoccuparti, anche se sarò lontano sicuramente verrò a conoscenza delle tue imprese. La gente chiacchiera e le voci circolano. Un buon bardo sa sempre quale pista seguire.»

    Era vero, il bardo nei suoi vagabondaggi, aveva imparato a raccogliere e udire informazioni ovunque. In taverne o nei pressi delle carovane o nei porti, vi era sempre qualcuno disposto a raccontare di fatti incredibili e particolari.

    La giovane chierica era dotata di una grande curiosità, questo è quel che il bardo arrivò a pensare quando improvvisamente, gli chiese cosa avesse intenzione di fare per il futuro e se per caso, sentisse la mancanza dei suoi vecchi amici e compagni di ventura.
    In effetti qualche volta pensava ai suoi compagni del Faerun, provando una certa nostalgia. Li avrebbe volentieri ricontattati invitandoli a vagare per lui su un nuovo mondo, per vivere nuove avventure. Sapeva che il Vorastrix il suo migliore amico, l'avrebbe sicuramente seguito, lamentandosi che prima di morire di vecchiaia doveva esplorare anche Endlos. Un po' meno sospettava per gli altri, i quali tra ordini di paladini da rifondare e alte cariche clericali, si erano ritrovati pieni d'impegni.
    Non che lui fosse da meno, con terre da gestire, un borgo -non troppo grande- d'amministrare e l'accademia musicale da portare avanti, era pieno d'incarichi nonostante il più delle volte delegava ad altri il suo lavoro. Si domandava se effettivamente la sua allieva, stesse facendo un buon operato essendo scomparso nel nulla.
    Casa in effetti non gli mancava, non aveva mai avuto un attaccato così morboso a un posto, riuscendo in breve tempo ad annoiarsi della quotidianità, ricercando il nuovo.
    Per quanto riguarda i piani... Da degno individuo votato all’allineamento caotico, lasciava sempre che fosse il caso a trovargli qualcosa da fare.

    «I miglior piani che io possa desiderare. Viaggiare e vivere nuove avventure. Non ho mai amato progettare piani per il futuro, lasciando spazio a qualsiasi opportunità.»

    Rispose molto tranquillamente, senza mostrare alcun turbamento. Non era tipo da demoralizzarsi, ma era accaduto in vita sua. Alla fine capitare su Endlos, aveva già mostrato notevoli benefici.

    «Ogni tanto sì, mi mancano i battibecchi e le goliardiche ubriacate nelle taverne. La serietà di Maggoth, il paladino santo e l'insana voglia di tirargli qualche scherzo. Ma qui su Endlos sto vivendo una nuova esperienza e trovo, sia giusto che la viva fino in pieno. Chissà, magari qui avrò la fortuna di sposare una ninfa, coronando così uno dei miei sogni... Ah le ninfe, qual gradevole visione di fascino primordiale.»

    Probabilmente non sarebbe stato preso con così grande serietà, ma non scherzava affatto. Lo gnomo aveva una forte attrazione verso le ninfe, le quale corteggiava istantaneamente ad ogni occasione, mettendosi in testa la malsana idea di riuscirne a sposare una, nonostante per una creature del genere, il concetto del matrimonio non avesse alcun fondamento.
    Comunque non rappresentava una valida scusa per arrendersi.
     
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  11. Marcus «
     
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    Incredibile come quel bardo prendesse con filosofia la vita. Era finito su un altro piano dimensionale praticamente per errore, circondato da un mondo a lui sconosciuto ed ignoto, senza amici, senza i suoi possedimenti, senza idea di dove andare, eppure non pareva minimamente toccato da tutto ciò. Certamente da quello che diceva i suoi compagni di ventura gli mancavano però nel suo modo di atteggiarsi e di porsi tutto ciò non trapelava, quello che la sacerdotessa aveva davanti era un piccolo bardo felice della sua esistenza, nulla più, nulla meno. Probabilmente Pike avrebbe pagato qualsiasi prezzo al mondo per essere così, in grado di lasciarsi alle spalle ogni preoccupazione e pensiero ma era difficile, specialmente nella sua situazione attuale.
    [Ho sempre ammirato voi bardi e cantastorie per la vostra capacità di adattarvi ovunque e con chiunque, da bambina avevo pensato anche io di intraprendere la vita dell'artista itinerante.]
    A questo punto una leggera risata le sfuggì dalle labbra, ricordarsi quei momenti in cui provava a strimpellare note stonate sulle corde di un piccolo liuto per bambini in piazza la faceva sempre ridere.
    [Purtroppo non ho mai avuto il talento nelle mie vene, sono di sicuro più brava ad ascoltare la musica che a suonarla !]
    Un'altra risata poi all'udire le buffe parole del bardo: sposare una ninfa ? Che strana cosa da dire, certo gli gnomi (e i bardi) erano noti per le loro doti carismatiche e il loro interesse nel gentil sesso, però le ninfe sono creature primordiali, legate alla zona in cui vivono e proteggono che non possiedono gli stessi concetti umani e certamente non sanno che cosa significa matrimonio.
    [Non ho visto o udito di ninfe qui su Endlos ma non mi stupirei nel vedervi in luna di miele con una di queste un giorno, dopotutto il carisma di voi gnomi è leggendario anche nel mio mondo.]
    La cena poi proseguì senza intoppi, con qualche sprazzo di conversazione qua e la fra un boccone e l'altro ma nulla più. Alla fine entrambi i piatti e entrambi i calici furono svuotati del loro contenuto, Pike soddisfatta scivolò semplicemente più in giù sulla sedia voltando il viso appena verso la finestra. Ormai fuori era completamente buio, l'ora si era fatta tarda e la taverna si era quasi del tutto svuotata tranne che per qualche avventore troppo ubriaco per alzarsi dal proprio posto.
    [Molto bene signor Badger, è stato un vero piacere fare la sua conoscenza ma ora le preghiere notturne mi chiamano: domani mi aspetta un lungo viaggio per il nord !]
    Un nuovo sorriso e un lieve inchino nella direzione dello gnomo.
    [Pregherò perché il suo viaggio sia privo di pericoli ma non certo di avventure ! E se mai dovesse far visita al nord magari ci rincontreremo, chissà: avevo intenzione di aprire una taverna, dopotutto su Endlos ne mancano di posti come questi !]
    Un'ennesima risata divertita, una battuta ovviamente da parte della sacerdotessa, anche se avrebbe sempre voluto gestire un'attività simile. Ad ogni modo se il bardo non avesse avuto più niente da dire, Pike si sarebbe semplicemente alzata per dirigersi nelle sue stanze. Avrebbe mosso qualche preghiera verso Sarenrae e per le persone a lei care, comprese Alison e il signor Badger, dopodiché si sarebbe coricata per la notte. Il giorno dopo la sua avventura sarebbe finalmente iniziata.
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    In effetti Badger possedeva un ottimo spirito di adattabilità. Uno gnomo e in principale modo un'artista quale egli si riteneva, dopo sapersi adattare al nuovo invece di respingerlo, cogliendo tutti gli aspetti favorevoli.
    Fosse stata una persona non abituata a trovarsi al centro dell'adulazione e ammirata da molti individui, probabilmente si sarebbe trovato a disagio dopo le nuove parole della chierica Pike; si trattava però di Badger.
    Adorava sentirsi lusingato e apprezzato dagli altri e quando si prospettava l'occasione, non si tirava indietro per nulla al mondo.
    Per questo accennò un lieve inchino con il capo, senza smettere di sorridere, mostrando comunque di apprezzare e sentirsi onorato da certe lusinghe. Non era un ignorante, sapeva come comportarsi con le gentil donzelle o gli uomini di una certa etichetta.
    Dopotutto era pur sempre un baronetto.

    «Le tue parole mi lusingano mia cara.»

    Non gli sarebbe dispiaciuto vedere quale fossero le capacità di Pike nel canto o nel suonare qualche strumento. Sapeva che la ragazza non sarebbe mai stata brava e talentuosa come lui, dopotutto simili qualità maturavano in un individuo tra un milione forse, giusto per non esagerare troppo, -secondo la logica del bardo- ma poteva comunque possedere qualità adatte da non renderla un completo disastro.
    Da quando aveva cominciato a insegnare l'arte della musica al prossimo, in lui era maturato l'istinto di cercare nuove e talentuose reclute. Endlos sembrava territorio fertile per cercare nuovi allievi.

    «Sicuramente non tutti possiedono le qualità per divenire un bardo affine al canto e alla magia come sono io. Ma questo non esclude che tu possa comunque imparare a suonare e cantare. Magari in un futuro potrei provare a istruirti.»

    Ovviamente non le avrebbe insegnato l'arte per divenire un bardo come quelli dei loro mondi d'appartenza. Pike aveva chiaramente scelto un cammino differente dal suo, divenendo ciecamente devota a una divinità tra l'altro apprezzata dallo gnomo. Poteva però svelarle i trucchi per suonare un flauto, come battere su un tamburo affinché il suono risultasse imponente e quali corde di una chitarra stuzzicare. Non sarebbe mai divenuta brava quanto lui, questo era ovvio... Ma almeno era un inizio!
    Al bardo piaceva tanto viaggiare di fantasia e progettare, senza considerare le idee altrui.

    Non si rese conto di come il tempo era facilmente volato via. Di norma quando ingranava bene in una taverna, succedeva spesso e del resto a causa della poca attenzione che normalmente dava a dettagli così futili, risultava più facile. Pike invece sembrava essersene accorta e al contrario del Bardo, non avrebbe potuto continuare per tutta la serata. I chierici, spesso e volentieri impegnati in preghiere e riti verso le loro divinità. Aveva sempre visto le cose in modo diverso lui, rispettando comunque le loro scelte finché non nuocessero a terzi.
    Inoltre la ragazza ammise di dover viaggiare l'indomani verso il nord.
    Probabilmente si riferiva al Presidio Nord, aveva sentito storie riguardo non-morti e un eroe pronto a scacciarli da quelle terre, ricercando spade ed alleati al suo servizio.
    Sembrava un'avventura da non perdersi e dopotutto anche lo gnomo nutriva un pizzico di curiosità per quelle terre, probabilmente ci sarebbe andato prima o poi... E perché no proprio in veste d'imprenditore!
    Gestire una locanda in un luogo dove molta gente -sentendo le voci- si stava dirigendo, non era poi un'idea così malsana. Dovevano pur dormire da qualche parte oltre ad avere un luogo di ritrovo per bere e trovare conforto.
    Era un'idea geniale!

    «So quanto per voi chierici la preghiera sia importante, quindi capisco la tua necessità d'allontanarti. E' stato un vero piacere miss Pike, non dubitiate del fatto che avremmo altre occasioni per incontrarci. Endlos non è poi così grosso e perché no, aprire una taverna nel nord?»

    Dopotutto i viaggi di Badger, gli avevano permesso di recuperare un bel gruzzoletto, considerando come fosse tornato a evitare di spendere il denaro come se nulla fosse.
    Quindi -sospettava- di avere abbastanza pecunia da riuscire a mettere su un'attività.
    Con un estremo sorriso cordiale, salutò quindi la giovane chierica, afferrando poi il suo mandolino per cominciare a suonare qualcosa d'allegro, che riscaldasse gli animi intorno a lui. Era giunto il momento di guadagnarsi qualche moneta d'oro.
     
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