Strani incontri lungo il sentiero.

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    Non era mai stato abituato a star fermo troppo a lungo in un posto. La sua sete di conoscenze e avventura, lo spingeva periodicamente a partire verso l'ignoto.
    Questo era uno di quei casi.
    Del resto trovandosi in un mondo nuovo, era per natura portato all'esplorazione. Possibilità di nuove conoscenze e comporre nuove storie e canzoni, rappresentavano opportunità assai allettanti.
    Con il fido compare Gino, l'asino dal nome esotico, aveva quindi deciso di compiere il suo viaggio nell'Ovest, approfittando per lo più di carovane di passaggio, riuscendo occasionalmente a salire su mezzi più veloci di un somaro.
    Non intendeva passare metà della sua vita a raggiungere una zona di Endlos.
    La sua meta era Undarm, la seconda città più importante del presidio. Affacciandosi sul mare, il posto gli ricordava vagamente la sua città natale del Faerun, la cosmopolita Waterdeep.
    Da anni ormai non metteva più piede lì e considerando come l'ultima volta avesse fatto saltare in aria le fogne, riempiendo di liquami il porto e la zona borghese della città, non aveva molto interesse nel tornarci.
    Non l'avrebbero accolto allegramente poiché non tutti sapevano stare ai suoi scherzi.

    Si domandava quali pesci vivessero in quelle acque e se magari, sarebbe stato in grado di pescarne qualcuno. I porti erano inoltre ottimi luoghi dove poter sentire nuove storie, approfittando delle notizie di marinai provenienti da ogni angolo del globo. Inoltre dove c'erano dei marinai, vi erano sicuramente delle taverne, posti dove un bardo come lui si guardava il pane quotidiano.
    Inoltre da molto tempo non si esibiva di fronte a un gruppo vasto e questo, non si addiceva al suo gran talento.

    In quel frangente, si trovava ad attraversare una zona piena di appezzamenti di terra, il cui sentiero non era troppo distante dalla foresta.
    Le informazioni ottenute da mercanti girovaghi, erano abbastanza soddisfacenti da fargli intuire che si trovasse nella zona della città più vicina all'entroterra, chiamata dai locali con l'appellativo di Sorella Verde.
    A giudicare dalle apparenze, doveva trattarsi della zona agricola, poiché si notavano i campi coltivati.
    Doveva ammetterlo, fino ad ora il paesaggio dell'Undarm non gli stava affatto dispiacendo. Se si sarebbe trovato bene anche nell'ambiente più cittadino, chiamato Sorella Nera, avrebbe potuto considerare l'idea di sistemarsi per un po' di tempo lì. Giusto il tempo di sentire abbastanza storie da potersi rimettere in marcia.

    Intanto si limitava a seguire il sentiero, in sella al suo fido destriero. L'asino, scaltro animale, sapeva così bene il fatto suo da far sì che lo gnomo non avesse bisogno di tenerlo per le redini. Si limitava a star seduto sulla sua groppa, destreggiandosi con il mandolino.
    Difatti l'ambiente circostante, sereno e dal cielo limpido, avevano fatto sorgere in lui la voglia di suonare... Cosa non troppo difficile poiché per Badger, ogni scusa era buona per dedicarsi alla musica, la sua grande passione.
    In un certo modo così, attirava maggiormente l'attenzione dei contadini presenti nella zona.
    Come se uno gnomo a cavallo di un asino e vestito in maniera assurdamente appariscente, non fosse un evento degno di nota.
     
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    "Voce di Na'hast"
    "Voce interiore di Asriel"


    Il vento soffia lieve su queste pianure brulle e boscose, spostando lievemente le cime dei pineti e accarezzando il pelo sul mio petto ignudo. La terra è rocciosa, ma non è un problema, nonostante il mio camminare scalzo: siamo abituati a non portare calzature, noi abitanti delle pianure. La mia vecchia mantella, ora tramutata in una gonna, spazza il pavimento, logorandosi ancora di più e insudiciando il suo viola, un tempo simbolo della forza . Che umiliazione: colui che era destinato a diventare il Re Mago, esiliato in un mondo non suo, ridotto ad un'impotente pezzente in una terra estranea e ostile.

    Ancora non so il perché non riesco più a lanciare un incantesimo qualsiasi, e ancora non mi è chiaro dove e perché sono finito qui. O meglio, ne so il perché “circostanziale”: mia madre ha cercato di farmi fuori, e Na'hats mi ha salvato la vita, facendomi naufragare in questo mondo, e naufragare è proprio il termine giusto; d'altronde è così che si chiamano quelli come me, quelli che vengono catapultati dalle loro case in questa sorta di cloaca dimensionale. Non posso rimanere qui ancora a lungo: la gente di Belkaja, il popolo dei Satyr ha bisogno di un Lord, ed io sono l'unico che può portarli verso la vittoria: infondo sono cresciuto per questo, per fare il re, no ? Ho preso una decisione drastica, ho eseguito un rituale proibito, ma l'ho fatto per il mio popolo, per la mia gente: quegli assassini al soldo dell'imperatore non si sarebbero mai fermati se io, Lord Asriel Dreemurr primo, non avessi fatto quello che ho fatto. Intere famiglie di Satyr e non sarebbero state spazzate via; un re deve essere in grado di prendere decisioni drastiche, ed io le ho prese, e ne prenderò. Questo mondo, questa fogna dimensionale, ha, nascosta ne suoi anfratti, un'enorme quantità d'energia, ed io sono disposto a fare tutto pur di ottenerla. Sono diretto a Merovish, la fantomatica città del sud: a quel che Na'hast mi ha detto, nel deserto si nasconde una città fantasma, dagli arcani e misteriosi segreti. Ho tutta l'intenzione di mettere mano su quella conoscenza, su quella forza. Sicuramente lì, tra le sabbie del deserto, troverò ciò che mi occorre allo scopo. Per arrivarci, però, devo superare il presidio (a piedi, probabilmente), superare Kevlor ed arrivare a Pentauron, il più grande c'entro abitato di questo mondo.

    Mentre il vento continua a cantare tra gli alberi, una figura a bordo di un mulo si avvicina. Sembra basso, gli abiti appariscenti ostentano ricchezza. Un Hobgoblin, forse ? Quegli esseri disgustosi, piccoli e viscidi...no, è troppo basso per esserlo. Si fa sempre più vicino, e finalmente mi è chiaro: è uno gnomo, uno gnomo ricco, aggiungerei. Per quanto mi sfiori il pensiero, non userò la sottile arte dell'inganno per mettermi ad elemosinare qualche spicciolo ad un tappo a bordo di un somaro: io sono un Lord, anche se ridotto in miseria.

    I nostri sguardi s'incrociano; il mio non lascia intendere il disprezzo per il suo vestire: un ostentare così barocco non può essere che disprezzato, no ? Eppure può essermi utile in qualche modo...

    "Possiate voi perdonarmi, buonuomo," Un'espressione rilassata e tranquilla si staglia sul mio volto, sfoggiando un profondo inchino di rispetto e ammirazione -inesistenti come il mio rispetto per gli esseri umani-. "ma noto che voi venite dalla direzione opposta alla mia, e sembrate un'esperto viaggiatore: sapreste per caso dirmi la strada più veloce per arrivare alla città chiamata Pentauron?"



    Edited by Ruina Mundi - 24/2/2016, 22:21
     
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    Non si aspettava d'incontrare una creatura di razza diversa da quella umana proprio lì.
    Gli studi nei confronti della storia dell'Ovest, l'avevano portato a scoprire come in quel presidio, molte razze furono perseguitate e scacciate. Era insolito quindi trovarsi davanti una figura così appariscente, decisamente diversa da un uomo. Almeno Badger, in caso di difficoltà e facendo leva alla sua abile parlantina, si sarebbe potuto spacciare per un umano affetto da nanismo, non essendoci poi una così grande differenza.
    Doveva trattarsi di un satiro o qualcosa di simile.
    La sua conoscenza nel bestiario del suo mondo natale, aveva automaticamente accostato l'essere a quella figura. Come loro mostrava fattezze umanoidi, possedendo un'andatura da creatura bipede nonostante i tratti caprini.
    A giudicare da come egli andasse incontro a lui, probabilmente veniva da dove Badger intendeva andare, la "Sorella Nera" o almeno un posto lì in zona.
    La sua natura curiosa lo avrebbe probabilmente spinto a cercare il dialogo con il satiro, ma con gran sorpresa fu la creatura a rivolgergli parola.
    Nonostante l'aspetto selvaggio e trasandato, il satiro mostrò un impeccabile modo di fare, sfoggiando rispetto e buone maniere tipiche della nobiltà. Probabilmente non era così rozzo come lo gnomo immaginava e questo ovviamente gli fece piacere. Preferiva confrontarsi con persone dotate di buoni modi di fare e d'intelletto piuttosto che barbari e incivili. Nonostante egli non disdegnasse anche la loro presenza nei momenti goliardici della sua vita. Dopotutto erano individui del genere a rendere divertenti le serate in taverna.

    Non appena si sentì chiamare, tirò le redini di Gino invitandolo ad arrestare la sua marcia.
    Necessitava d'indicazioni per raggiungere il Pentauron, lo stato centrare di Endlos.
    Gli venne da pensare che il satiro ne avesse di strada da fare e probabilmente a piedi, avrebbe impiegato fin troppo tempo per giungere nel Presidio Centrale.
    Non volendo mostrarsi da meno, facendo sfoglio della sua buona capacità nel relazionarsi con il prossimo, il bardo sorrise di fronte a tanta gentilezza, non mostrandosi per nulla intimorito dall'aspetto della creatura.

    «Ma certo, con estremo piacere. Mi lasci dire che per giungere al Pentauron ne dovrà percorrere di strada.»

    Disse mentre smontò di sella dall'asino, perdendo così tutta l'altezza guadagnata nei confronti del satiro il quale adesso, osservava dal basso verso l'alto.

    «Tagliare per le foreste potrebbe sembrare una buona scorciatoia ma in realtà finiresti solo con il perderti o incontrare creature tutt'altro che amichevoli. Sarà un pochino lunga, specialmente a piedi, ma segui sempre la strada battuta dai mercanti. Di norma è la più sicura seppur ti suggerisco di trovare un mezzo per poterti spostare. Una volta lontano dall'area delle foreste, ti basterà andare verso Est per giungere al Pentauron.»

    Gli sarebbe piaciuto essere più dettagliato o comunque di maggior aiuto, ma su Endlos orientarsi a volte risultava veramente impossibile in quanto esistevano ben poche mappe di quel mondo e la maggior parte di esse risultavano totalmente inutili.
    Si chiedeva come facessero i mercanti a muoversi con così facilità, probabilmente erano a conoscenza di segreti a lui oscuri.

    «Comunque se un satiro è diretto al Pentauron, forse dovrei fare subito correre al galoppo verso il Presidio Centrale invitando qualsiasi uomo a tenere al sicuro le proprie donne. Lasciami tirare a indovinare, sei un novello Naufrago giusto? »

    Concluse alludendo alla famosa nomea della creatura nei riguardi dei loro grandi appetiti sessuali e maestria nel conquistare cuori di gentil donzelle. Ovviamente si rivolgeva all'essere con modo di fare scherzoso poiché per lo gnomo era facile prendersi in confidenza anche con gli sconosciuti.
     
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    Bene, bene, bene: sembra che il ricco e decisamente giovane gnomo abbia portato, con se oltre che il suo pessimo gusto nel vestire, anche le buone maniere. Il minuto scende dalla sua singolare (concedetemelo: è raro vedere un essere di nobili natali a cavallo di un asino) quanto solida cavalcatura, poco dopo avermi rammentato che da qui a Pentauron si stendono kilometri di strada. Impegnati, infimo, puoi dirmi qualcosa di più.


    «Tagliare per le foreste potrebbe sembrare una buona scorciatoia ma in realtà finiresti solo con il perderti o incontrare creature tutt'altro che amichevoli. Sarà un pochino lunga, specialmente a piedi, ma segui sempre la strada battuta dai mercanti. Di norma è la più sicura seppur ti suggerisco di trovare un mezzo per poterti spostare. Una volta lontano dall'area delle foreste, ti basterà andare verso Est per giungere al Pentauron.»

    Si, avrei dovuto immaginarlo: d'altronde questo piano dell'esistenza ha raggiunto un grado di sviluppo e cultura non troppo dissimile dal nostro, ergo il miglior modo per trovare le grandi città e spostarsi sugli stessi sentieri nei quali si muovono mercanti e venditori, insieme alle loro merci ed al loro oro. Muoversi con loro significherebbe non solo tagliare gran parte del tragitto ma anche ottenere oggetti utili ed, con una lingua abbastanza veloce, altrettanto utili alleati. Per quanto ormai sia conscio che la popolazione su questo semipiano sia prevalentemente umana, cosa che non può far altro che farmi accapponare la pelle, è comunque utile tessere legami solidi e, cosa più importante, convenienti.

    Il tutto sembra procedere bene, tutto secondo i piani...


    «Comunque se un satiro è diretto al Pentauron, forse dovrei fare subito correre al galoppo verso il Presidio Centrale invitando qualsiasi uomo a tenere al sicuro le proprie donne. Lasciami tirare a indovinare, sei un novello Naufrago giusto? »

    Divertente, sopratutto detto da un appartenente ad una razza famosa per l'avere la lingua sciolta e per fare patti con gli umani in cambio di bambini per farci chissà cosa, almeno così dicono le leggende. Il problema è che io non credo alle leggende, e mi aspetto che il mio interlocutore tenga la lingua a freno davanti ad uno sconosciuto, sopratutto quando lo sconosciuto è un mago e non ha molta simpatia per goblin, gnomi ed altri sudici tappi di bottiglia. Ma stiamo al gioco, per adesso: avrò tutto il tempo per potermi vendicare di questa vile offesa.

    “Davvero una battuta arguta, messere, meritereste un premio per tale sfoggio creativo dell'oratoria: peccato che non abbia delle monete con me, altrimenti sarebbero già vostre...con o senza il mio consenso...”

    Tono cordiale, gestualità amichevole: non sospetterà niente.

    “Ad ogni modo: il mio nome è Asriel Dreemurr, sono un umile viaggiatore giunto da poco su queste terre...altro esempio d'intuito impeccabile, signor ?”

    Signor P. Ollo le si addice bene, schifoso cane.

     
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    Sperava nel riuscire a strappare un mezzo sorriso, ma evidentemente l'essere caprino appena incontrato, possedeva un certo contegno che gli impedisse di lasciarsi andare troppo.
    Un atteggiamento decisamente noioso, per un bardo il quale amava fare baldoria, ma dopotutto non poteva aspettarsi reazioni troppo trasportare da chiunque.
    Apprezzò comunque i complimenti, trovando di buon grado le parole di Asriel. Non aveva mai avuto occasione di parlare con un satiro -o comunque qualcosa di simile- e quindi vedeva in quello strano incontro, un'ottima occasione per rimediare a tale lacuna.
    Dopotutto i satiri erano famosi oltre che per gli appetiti sessuali, per la loro passione nei confronti della musica e da buon bardo quale era, non poteva sottrarsi a un simile confronto.

    «Oh suvvia. Nonostante la smodata arguzia e le mie incredibili doti da burlone, non chiederei mai soldi a un mio "collega" viaggiatore. I soldi si fanno nelle locande, oppure recuperando tesori nei dungeon.»

    Rispose con sagacia abbozzando un piccolo sorriso furbetto, tenendosi vicino alla sua cavalcatura per evitare che ella, decidesse di allontanarsi verso chissà quale pascolo.
    Non intendeva correre dietro a Gino per metà campagne della Sorella Verde, sapeva si sarebbe trattata di una guerra persa in partenza e per tale motivo, preferiva tenerlo comunque per le redini, sperando stesse buono.

    Asriel Dreemurr, un nome molto altisonante che a giudicare dal lessico mostrato con non troppa difficoltà, indicava origini di nobile natura. Cosa impossibile da pensare a giudicare dall'aspetto trasandato e l'abito indossato, ma trattandosi di un naufrago proveniente da chissà quale dimensione, il bardo non vi fece callo. Dopotutto era abituato alla compagnia di barbari da sgradevoli odori e il concetto assai astratto d'igene, non era tipo da mostrare atteggiamenti discriminatori.

    «Compagno caprino, può benissimo chiamarmi Aeurus "Il Folle". Viandante di professione nonché -modestamente- miglior bardo di tutti i tempi.»

    Aveva scelto di adottare un nome diverso rispetto a quello con cui si presentava agli umani. Normalmente difatti non aveva alcun problema a farsi conoscere sotto Badger, ma data l'appartenenza di Asriel ad una razza diversa, non vedeva per quale motivo adottare nei confronti dei satiri, un altro dei suoi nomi.

    «Anche lei, sempre se si tratti effettivamente di un satiro come quelli appartenenti al mio mondo, nutre uno spiccato interesse per la musica? In qual caso mi sentirei obbligato a chiederle un confronto musicale.»

    Non poteva trattenersi dal proporre una simile richiesta ad Asriel. La sua indole da perfezionista e amante delle sfide, lo portava categoricamente a confrontarsi con qualsiasi musico o presunto incontrato. Dopotutto se voleva accedere -una volta superati i limiti terreni- allo stato di divinità della musica, doveva mostrare la palese -a sua detta- superiorità.


    Edited by Tamino - 29/2/2016, 16:17
     
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    Io sono un nobile, non dovrei sbilanciarmi, ma questo “bardo” è probabilmente figlio di consanguinei, per essere così stupido, oppure è sufficientemente astuto da farmi credere di esserlo, ma ne dubito fortemente. Indubbiamente si tratta di un avventuriero e lo si capisce da come parla e si atteggia. Non ho mai avuto simpatia per questa categoria di persone: sciacalli disgustosi che si approfittano delle disgrazie altrui solo per la fama e la gloria.

    Io sono diverso: io ho agito per la salvezza del mio popolo, ed ogni cosa che farò in questo mondo, avrà l'unico obbiettivo di rendermi un Re migliore per la mia gente. Non sono come loro, ne tanto meno come questo scarafaggio qui difronte a me, che mi ha chiesto un “confronto musicale”.

    Non ho tempo per balocchi e giochi: ho i segreti di una città fantasma da carpire.

    “Desolato”

    Sorrido, prima di sgusciare al lato di Aureus “Il modesto” e dargli le spalle.

    “Ma purtroppo gli impegni mi chiamano ad altri lidi. Sicuramente un giorno ci rivedremo, signor Aureus. Lunga vita e prosperità, e che le note la portino lontano.”

    M'incammino, verso la fine di questa foresta. Stupido gnomo: ho altro da fare che perdere tempo a giocare al musicante di strada con un insetto come te. Sai no: arcani segreti da carpire, anime da divorare ed un soffice trono che attende il mio regale didietro...se non vuoi che inizi dalla tua, lasciami stare.


    Se vuoi farlo rimanere: provocalo.
    Asriel è un tipo competitivo, ma sopratutto orgoglioso. Tocca il/i tasto/i giusto/i e lui accetterà la sfida.
     
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    Evidentemente si trattava di un satiro atipico nella sua razza, oppure ben diverso dall'immaginazione collettiva che vi era di tali esseri nel mondo d'appartenenza di Badger, il quale osservò con fare sorpreso Asriel.
    Per quanto ne sapeva lui, un satiro mai avrebbe rifiutato l'opportunità di bighellonare in quanto amanti dell'ozio e di scherzi. Lui invece aveva addirittura affermato di avere impegni urgenti i quali lo costringevano a muoversi rapidamente altrove.
    Così tanta serietà non faceva sicuramente bene poiché secondo Badger, bisognava prendere la vita con dovuta serenità e semplicità, non perdendosi neanche le cose più semplici. Dopotutto lo gnomo era giocoso per natura, nonostante come ogni degno esponente della sua razza, sapeva essere molto laborioso.
    Dopotutto nel Faerun molte delle invenzioni più stravaganti e tecnologiche, insieme alle grandi scoperte alchemiche, venivano effettuate da gnomi.

    Si domandò se effettivamente valesse la pena cercare di fermarlo. Per quanto Asriel si fosse dimostrato raffinato nei modi di fare, aveva un atteggiamento troppo distaccato, quasi sembrasse frettolosamente interessato a porre fine alla possibilità di qualsiasi dialogo. Di primo impatto a Badger la creatura caprina, sembrava caratterialmente opposta a lui.

    «Non lo metto in dubbio poiché nonostante le apparenze, il mondo è piccolo. Ma se mi è permesso quale è il motivo di così tanta fretta? Non che la strada da percorrere sia breve, ma sicuramente il Pentauron non si muove da nessuna parte.»

    Chiese con curiosità, cercando di capire per quale motivo un novello naufrago -o almeno così sembrava aver ammesso Asriel- aveva già impegni così urgenti su Endlos. Sperava in qualche nobile impresa, dopotutto l'animo eroico del bardo portava ad ammirare individui spinti a compiere del bene e di conseguenza, non si faceva mai problemi ad apprendere storie di loro così d'ampliare il suo repertorio di ballate.
     
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    Che gnomo curioso che abbiamo incrociato.
    La curiosità è un bene, certo, ma è buona creanza capire quando non porre domande ad una persona, sopratutto quando questa persona è un mago discretamente talentuoso ma dalla pazienza corta e con progetti oscuri per l'immediato futuro.

    Mi volto, ho già una scusa pronta: semplice ed efficace.

    “Ho degli amici che mi aspettano in lidi lontani, ed hanno atteso già troppo. Fremono dalla voglia di vedermi e sarebbe un peccato non dargli soddisfazione, non trovi ?”

    Questi miei amici si chiamano “potere” e “vendetta”, e sono davvero ansioso di riabbracciarli, nel profondo sud. Muovo qualche altro passo senza fretta: non voglio dare l'impressione di una persona che ha evidentemente qualcosa da nascondere. Inoltre, so già di essere migliore di qualunque balordo con uno strumento in mano: da giovane suonavo il violino e studiavo cando, non ho bisogno di dimostrare il mio talento davanti ad uno gnomo, il cui unico scopo è quello di strappare qualche soldo dalle mani di qualche avvinazzato.

     
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    Non credeva molto alle parole di Asriel. Si trattava di un novello naufrago quindi era presumibilmente quasi impossibile che conoscesse qualcuno in uno stato del Pentauron.
    Forse poteva non essere effettivamente giunto da poco su Endlos, ma in fin dei conti il bardo arrivò ad un'unica e inequivocabile conclusione... Ne valeva davvero la pena?
    In fin dei conti non sembrava vi fosse la possibilità di scoprire qualche storia interessante dall'essere caprino, il quale mostrava più interesse ad andarsene per la sua strada.
    Non esistevano più gli avventurieri di un tempo, disposti a scambiare due parole giusto per mettere al corrente il prossimo di cosa potrebbe accadere lungo il sentiero.


    «Bizzarro che un naufrago giunto nel presidio occidentale, conosca qualcuno del Pentauron. Ma beh, dopotutto ognuno ha i suoi segreti.»

    Rispose tranquillamente facendo spallucce, ritornando in groppa al suo somaro Gino. Non aveva intenzione d'infastidire troppo una persona con un'urgenza di giungere in un posto lontano, da non poter dedicare un'oretta in chiacchiere. Del resto anche Badger aveva i suoi impegni, avendo la sua mente generato la bislacca idea di pescare nell'Undarm. Dopotutto un viaggiatore come lui mirava a visitare ogni angolo di Endlos. Anche quei posti luoghi dove la situazione risultava tutt'altro che radiosa.

    «Non mi resta che augurarle buon viaggio e di fare attenzione nel dirigersi troppo a nord. A Sequerus la situazione non è affatto rosea.»

    Un avvertimento, dato che il novello naufrago non poteva essere a conoscenza di determinati particolari.
     
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