La conoscenza è potere

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    Aaah, le biblioteche! Un ambiente che io ho sempre amato e che sempre amerò. Non importa il proprio mondo d'appartenenza: che sia la sontuosa reggia di Belkaja o l'infime e corrotta Merovish, ogni civiltà raccoglie e tiene traccia del proprio sapere. La storia di un popolo è raccolta nei suoi libri, come la sua scienza e, soprattutto, le sue conoscenze magiche...ed è a quest'ultima che sto puntando così ardentemente. Da qualche parte, tra questi scaffali ammuffiti e pieni di polvere ma strabordanti di potere, c'è la risposta ai miei problemi: l'accesso alla città fantasma di Kamar, o quanto meno i passi sulla sabbia lasciati da qualche esploratore.

    “Scusi, buonuomo.”

    Mi rivolgo al vecchio ed ossuto bibliotecario, che sembra emanare la stessa aura di sommità e vecchiaia di questi scaffali.

    “Saprebbe dirmi dove posso trovare dei libri sulla storia di Merovish ?”

    Il vecchio -pelle...rugosa?- mi indica un reparto specifico della “Cava”; così la chiamano gli abitanti di questo posto: molto appropriato devo dire. Mi dirigo a destinazione, ho già in mente cosa prendere. “Leggende di Silicio” e “Annali di Merovish” sicuramente sono due libri che mi servono: il primo mi permette di sapere di più sulla leggendaria kamar, mentre il secondo mi permetterà di capire se c'è qualche altro che ha tentato l'impresa: qualche bifolco senza esperienza.
    Io non sarò come loro: io calcolerò le mie mosse e ghermirò la città tra i miei artigli: ogni singolo centimetro di sabbia e magia di quel posto sarà mio.

    Mi siedo al tavolo, pregustando già una vittoria praticamente sicura. Sto eccedendo di ego, lo ammetto, eppure l'emozione è troppo forte: sento già le dita lunghe e artigliate accarezzare i muri di una città che ha fatto la storia -ed ovviamente dei segreti che essa cela.-
    Inizio a sfogliare le pagine del primo libro, le mie dita scorrono avide sull'indice ed i miei occhi scrutano tra i segni dell'inchiostro alla ricerca della verità: tutto ciò è semplicemente magnifico!

     
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  2. _MajinZ_
     
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    Dimitriy Kozlov non si trova a Merovish, non più almeno. E io sono bloccata qui, in questa città putrida, senza sapere dove si trova la mia preda e soprattutto senza conoscere il termine della missione, visto che non ho idea se lui tornerà o se debba essere io stessa a dargli la caccia. Nel caso della seconda possibilità, non posso muovermi in territorio straniero senza conoscere nulla della lingua locale, il linguaggio corrente di questo scoglio incastrato tra le dimensioni. Ed è per questo motivo che mi trovo qui, nelle Cave del Sapere, per studiare almeno i vocaboli principali e le basi fondamentali per capire ed essere capita. Devo per forza fare così, prima di intraprendere un viaggio fuori di qui. Inoltre non ho abbastanza informazioni per rintracciarlo, quindi devo per forza riempire il tempo perso... tutto questo è davvero frustrante.
    Per ora vivo in una baracca sottratta a uno straccione. Merovish è una città orrenda, però ha anche dei vantaggi, ovvero che nessuno fa domande se trova un cadavere per strada... visto che oltre a quello ce ne saranno almeno altri venti. E per cercare quel bastardo ho ucciso diversi tizi, ma nessuno sembra sapere nulla su di lui, però non posso neanche uccidere tutta la Tana... per questo motivo ora sto leggendo questo libro, seduta da sola a questo tavolo in parte impolverato. Sbuffo, vorrei fare tutt'altro ma sono bloccata e questa attesa mi rende nervosa, intrattabile. Vorrei solo concludere il lavoro e tornare in Russia, ma grazie a quel traditore tutto ciò non mi è possibile. Lo odio.
    Vorrei solo stare da sola, per questo mi trovo in questa silenziosa biblioteca... è sempre vuota e non c'è mai nessun suono, insomma, questo è il posto perfetto per rilassarsi e trovare la concentrazione. Oggi però non riesco a trovare la tranquillità. Sollevo lo sguardo su libro e un riflesso passa davanti al visore dell'elmo che tengo sul tavolo, accanto ai libri e alle spade affiancate sul bordo del legno... e non capisco neanche cosa sia. Sembra una sorta di capra. E ha deciso di sedersi accanto a me, o almeno, al mio stesso tavolo. Tiro su il cappuccio per coprirmi meglio il capo, giusto per mostrare che non ho interesse a intraprendere nessuna conversazione... continuo a leggere e spero che la mia asocialità mandi via quel tizio.

     
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    Credo di aver inavvertitamente attirato le attenzioni di una scontrosa incappucciata seduta al mio stesso tavolo. No bella, non ho la minima intenzione di distrarti dalla tua misera lettura: ho piani di gloria che non possono attendere. Certo...è evidente come il tanfo che emana questa città che non ti sto simpatico, pelle liscia, ma vedi; neanche a me stai simpatica: né tu né nessun membro del tuo popolo.

    Maledetti siano tutti gli dei se da quando sono qui non ho trovato uno singolo, sporco umano che non mi squadrasse dall'alto in basso, che non mi guardasse torvo o che non mi facesse domande imbarazzanti ed estremamente stupide -<tipo: “Ma quindi hai sei stomaci?” “Mangi l'erba?”-. Quanto odio questo piano dell'esistenza, ed è anche per questo motivo che voglio arrivare a Kamar il prima possibile: ho un regno da governare che ha bisogno della mia regale presenza.

    Osservo la figura davanti a me: Capelli neri, viso giovane -almeno credo: il suo sguardo è completamente affossato nel libro, e questo m'impedisce d'incorniciarne i lineamenti-, tipico aspetto da umano. Decisamente un individuo poco interessante.

    Ricambio il suo gesto di scortesia con un ghigno divertito, per poi rimettere la testa sui libri:

    Da quel che riesco a capire, sembra che non poche persone abbiano tentato l'impresa di entrare nell'effimera città delle sabbie, ma che davvero pochi siano riusciti a trovarla e ancora meno sono le persone tornate per raccontarlo. Il problema principale di questa città è che non ha una posizione stabile all'interno dello spazio, ma questo già lo sapevo, e che quindi non poca gente si trovasse bloccata all'interno.

    “Interessante...”

    Non riesco a non farmi sfuggire un verso di compiacimento: poco m'importa d'irritare la stupida pelle lisca davanti a me, sono seccato dalla sua presenza quasi quanto lei lo è dalla mia, quindi siamo pari.

     
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  4. _MajinZ_
     
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    Mostrarsi scontrosa non è servito a niente, quel maledetto abominio ha scelto comunque il mio stesso tavolo... e la cosa mi da incredibilmente fastidio. Il suo aspetto non c'entra nulla, in questo momento potrebbe darmi fastidio anche un normale essere umano o qualsiasi altro abitante di questa città puzzolente. A infastidirmi è la semplice invasione del mio spazio, oltre al fatto che non posso stare tranquilla neanche in un posto come questo. Con tutto lo spazio che c'è, questa cosa ha scelto di mettersi qui vicino e inizio a pensare che l'abbia fatto anche apposta. Spero che almeno se ne stia in silenzio, ci spero davvero, ma si tratta di una speranza totalmente vana. Pochi istanti e un commento sfugge alle sue labbra caprine.
    Respiro un paio di volte ma no, non ho la pazienza necessaria. Sollevo lo sguardo, stringo il libro che tengo in mano. I guanti della mia tuta stridono sulla carta vecchia, al profumo di muffa... poi decido di rispondergli.
    Tu tiene commenti per te. Questa biblioteca, silenzio qui.
    Non mi interessa il fatto che sia uno sconosciuto, uno che magari fa spallucce e mi ignora completamente, in fondo io non sono nessuno. Purtroppo per lui, però, io non sono una semplice lettrice di vecchi manufatti e non ho problemi a tagliare la testa a qualcuno di seccante... anche se ci troviamo in una biblioteca. Anche se ciò sarebbe proprio l'opposto di quel che ho appena detto. Ma al momento darei tutto per ritornare ad essere da sola, quindi faccio un altro tentativo per levarmelo di torno con le buone. Lancio però uno sguardo alle mie spade, sempre lucide e pronte a colpire. In qualsiasi momento. Poi lo risollevo, giusto per far capire anche a lui che le ho guardate... e ciò è più di un semplice avvertimento. Continua pure e io ti taglio la testa, questa è la traduzione. E ora attendo, voglio vedere se ci riprova o ha capito l'antifona.

     
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    No, devo essermi proprio sbagliato: non sono davanti ad un essere umano, che per quanto io li disprezzi rimangono comunque creature più o meno intelligenti, ma devo essere difronte a qualcosa di più basso. Un'animale, più nello specifico una...

    “Bhé, in biblioteca non è permessa neanche l'entrata alle scimmie... Quindi ditemi: perché siete ancora qui?”

    Sorrido per la velenosa frecciatina: farsi dare dell'animale da un uomo bestia -Più per la precisione un uomo stambecco. Perché si, io sono un Satyr, non una capra- deve essere davvero un duro colpo per l'autostima, sopratutto quella di una bestia così primitiva. Poco importa che la sua armatura sia strana e che il suo sguardo punti alle sue due spade: di sbruffoni dalla lama facile ne ho incontrati tanti in vita, tutti messi a tacere in pochi secondi, tutti piegati in ginocchio a piangere per le loro vite. E tu non sarai di certo l'ultima, signorina da capelli decisamente di cattivo gusto.

    “E prima che voi cerchiate di sfoderare quelle spade per tagliarmi la gola, lasciate che vi dica una cosa: Io non sono un semplice viaggiatore, e non ho la minima intenzione di sconsacrare questo luogo di culto del sapere con il sangue sangue. Tornate alla vostra lettura, e nessuno si farà male: io limiterò gli schiamazzi, se voi promettete di rimanere al vostro posto.”

    Non ho la minima intenzione di sporcare testi di così antica fattura col sangue di una scrofa qualsiasi, ma se vorrà sconsacrare questo luogo, se vorrà infastidirmi con la sua sudicia ignoranza, le farò capire che ha sbagliato tempo, luogo e sopratutto vita.

    Un'ombra oscura, un'energia potente, prende forma dall'oscurità.
    Un uomo dalla pesante armatura e dalla testa di drago, armato di spadone e dagli occhi di luce, che fissa la stolta come un pezzo di carne. Non parlava, non diceva nulla, ma il suo sguardo era più eloquente di mille parole: avrebbe staccato la testa dell'inetta, se questa avesse anche solo provato ad avvicinare la mano alla spada.

    “Penso che dimostri la mia poca voglia di scherzare: non farà niente se non metterete mano alla spada. Rimarrà qui, ad osservare che tutto proceda per il meglio, senza fare un fiato.”




    Il mio pg ancora non ha la revisione pronta, quindi uso questa tecnica al puro scopo scenico:

    Malvagio caduto: Xun Ju
    Guerriero senza pace il cui unisco scopo è portare la morte, Xun Ju si è dimostrato un assai valido guerriero quanto un assai debole uomo, cedendo alle proprie pulsioni e venendo per questo sconfitto. La sua anima, ora come ora, viaggia tra le realtà, aspettando di essere convocata per servire ancora una volta il suo popolo. Spadaccino provetto, è potenziato dalla magia, il che rende i suoi colpi di spada in grado di ferire spettri ed altre entità immateriali. La sua ombra, bramosa di sangue e di vendetta, asseconderà i voleri del suo evocatore, a patto di poter versare più sangue possibile.
    (evocazione/danno magico – Consumo alto – durata lunga)

    Magari, post revisione, potremmo pure farcela una scazzottata all'arena nera.


    Edited by Ex/Human - 7/3/2016, 12:03
     
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  6. _MajinZ_
     
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    Come si dice, una capra rimane sempre una capra. Esistono quelle che sanno contare fino a dieci, ma quello è solo un addestramento e alla fine non sanno neanche cosa fanno, quindi alla fine anche se ci si prova, non riusciranno mai a fare dei ragionamenti complessi... neanche se hanno due gambe e sanno articolare le parole. Questo pagliaccio mi fa ridere, una nullità che fa la voce grossa in un mondo che di certo suo non è.
    Entrata capra, anche scimmia ben accetta.
    Viene a dare della scimmia a me, quando anche lui alla fine è un animale e se l'accesso è vietato per me, allora lo è per forza di cose anche per la sua faccia caprina. Ma dev'essere un ragionamento troppo difficile per uno della sua razza.
    Io no attacca tua faccia, ma tuo comportamento. Se tu no capisce questo, allora tu più scimmia di me. Oltre che capra.
    Continuo a premere su quel tasto, so che prima o poi lo farà sbottare infastidito, più di quanto dia fastidio a me l'essere chiamata scimmia. La cosa che non sopporto davvero però è un'altra e non si tratta della sua presenza, ma del fatto che i miei discorsi sono ancora troppo scarni ed elementari, non ho una padronanza della lingua tale da non sembrare ridicola nel parlare. Cerco comunque di fare del mio meglio, questa conversazione potrebbe tornarmi utile... ma diamine, quanto vorrei insultarlo in russo ora che mi manca di rispetto. Peccato che in quel caso non capirebbe davvero nulla, anche se io mi sentirei sicuramente meglio.
    Tu no viaggiatore? E io no semplice troietta come te crede. Tu vuole rispetto? Allora rispetta anche altri... tu essere nessuno qui.
    Poteva anche essere Dio in persona, cosa di cui dubito fortemente, ma una cosa la so per certa: se vuoi essere rispettato da un tuo pari, allora devi portare rispetto a tua volta. E non è facendo valere il proprio rango fasullo che si può ottenere il rispetto che si cerca. Questa bestia oltre a mostrare un comportamento fastidioso, si mette anche a minacciarmi. Non ho paura delle sue ombre, ma è palese quanto mi stia sottovalutando.
    Tu continua a minacciare me e io taglia te insieme a tua ombra, tavolo e sedia.
    Rimango calma senza sapere come, ma quell'ombra sembra più di un avvertimento, vuole costringermi ad arretrare e non si limita al semplice tracciamento di un confine, come quando ho lanciato quello sguardo alle mie spade. Però davvero, ormai sono solo a un passo dal trasformare le parole in fatti. La Capra si è messa a fare il bullo con la persona sbagliata.



    L'Arena Nera non è libera, bisogna mettersi in coda per duellare la dentro :3
     
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    Per tutti gli Dei, sto facendo uno sforzo di volontà immondo per non sbottare a ridere alle parole di questa insulsa pelle liscia. Giuro, di umani ed umanoidi ne ho visti a milioni: alti, bassi, intelligenti, stupidi, scaltri, ignoranti ma questa donna -QUESTA DONNA- è il sunto di tutti i difetti dei pelle liscia. L'arroganza che pervade le sue parole è secondaria solo alle sue proprietà di linguaggio: precaria come la città che abita. Una merovishana -o merovisha, come avrebbe puntualizzato Shalysanne- che incarna tutto ciò che questo luogo ha da offrire di sbagliato: stupidità, ignoranza e superbia. E tutto questo casino è nato per un mio semplice apprezzamento di una lettura! Un semplice commento detto sotto voce: che scimmia patetica.

    La bestia ignorante -o meglio: la “no semplice troietta come te crede”- mi minaccia; inutile dire che le sue parole in quell'accento così sgradevole mi scivolano addosso come pioggia su un vestito di pelle.

    “Oh, battute sul mio aspetto: scontato e banale, ma deve essere un'impresa non indifferente per il tuo misero cervellino. Brava scimmietta, vuoi un premio per il tuo sforzo intellettivo? Un mango? No, tu mi sembri molto più tipa da banana. Dimmi, però: chi è più animale tra me e te? Non riesci neanche ad articolare una frase in maniera sensata, e dai a me della capra. È evidente che da queste parti devono rivedere il loro concetto di “umanità” perché sembra essere terribilmente inclusivo, non trovi?”

    Mi faccio indietro con la schiena, sorridendo ed alzando le spalle. Un gesto di scherno, velenoso come pochi.

    “Solo una stolta bestia come te scatterebbe per un semplice sussurro d'apprezzamento nei confronti di un qualsivoglia testo di carta stampata: non sono ad avere un portamento erroneo, ma tu. Il tuo fastidio preannuncia la tua palese ignoranza.”

    -

    “È ignoranza anche non rispettare il silenzio altrui.”

    Una voce roca tuona da infondo un corridoio, seguita da dei passi lenti e pesanti. Da una fila di libri sbuca il bibliotecario, probabilmente attirato dalla nostra piccola scaramuccia. Cosa vuoi vecchio ? Non ho certamente intenzione di sporcare questi libri con del sangue di maiale.

    “Signori, per favore, questa è una biblioteca: se avete voglia di scannarvi come maiali c'è tutta merovish lì fuori a vostra disposizione, ma questo è un luogo di culto del sapere e non vogliamo piantagrane.”

    Continua ad avanzare, arrivando fino al fianco dell'ombra. Il suo viso è grinzoso e torvo, decisamente poco felice di vedere mostri girare nella sua libreria. Si gira verso di me, e con fare ammonitivo esclama -

    “Lei richiami il suo abominio: questo non è un circolo di magia, e il suo essere così tronfio e maleducato non rende onore all'arte di cui fa sfoggio.”

    Sarebbe inutile mettersi discutere con lui, ma sopratutto sono troppo indaffarato per mettermi a battibeccare sia con il vecchio che non la sgualdrina.
    Incrocio le braccia, mentre gli occhi girano dentro le orbite: che seccatura.
    Dopodiché si volta verso la scimmia e dice

    “E lei, signorina, tenga le mani lontane dalla lama: se vuole tagliare qualcosa c'è l'arena nera che trabocca di carne da macello. Ed in entrambi i casi-”

    Il vecchio si allontana, lanciandoci un'ultima occhiataccia.

    “-non, e ripeto NON, voglio più sentire certe amenità nella mia biblioteca. Sopratutto lei, signor Mago: come ha già detto in precedenza, questo è un luogo sacro...cerchi di dedicargli il rispetto dovuto."

    Si Mamma, prometto che non sventrerò questa stupida umana per il mio diletto: anche perché non sarebbe divertente prendersela con un essere inferiore. La mano destra si alza, per poi affrettarsi a chiudersi in un pugno. L'ombra scompare, dissolta nella flebile luce della biblioteca. Un'ultima occhiata di disprezzo alla povera bestiolina davanti a me. Sei fortunata: non sono in vena di giocare con gli animali di questo zoo sotterranea, al momento. E sopratutto non voglio farmi la fama d'assassino, o almeno non nell'immediato futuro.



    Ti prego: cambia il titolo di questa role in "l'ignoranza è potere"
     
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  8. _MajinZ_
     
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    Lo sento quando sto per perdere il controllo, non tanto per la rabbia che sento risalire dallo stomaco fin su nella gola, per poi esplodermi nella testa... ma è il mio stesso corpo a reagire d'istinto. I muscoli mi fanno male, sono tesi perché vorrebbero muoversi in direzione delle armi ed eseguire quei movimenti che per me ormai sono quasi meccanici, movimenti che sanciscono la morte di un individuo con un letale fendente. Sto facendo una fatica assurda per restare ferma e la cosa è terribilmente stancante. Ma la Capra sta facendo di tutto per farmi scattare e cazzo, quanto vorrei dividerlo a metà. Però reagire adesso, sarebbe come dargliela vinta e io odio perdere, quindi resisto anche se a fatica e rimango seduta, con le mani che ancora reggono il libro... lasciando ogni progetto di morte all'interno della mia testa.
    Attento a parole che usi, tu rischia di non arrivare a tramonto.
    Mi da dell'ignorante, sto tizio sembra un Nazista. Sa di essere palesemente in torto, ma continua in ogni caso a far valere le sue inutili ragioni. Sicuramente nessuno rimpiangerà la sua dipartita dal mondo, se lo uccidessi farei solo un dono a tutta sta merda di posto. Potrei alzarmi ora e chiamarlo fuori, ma una comparsa riesce a far calare la mia rabbia, dandomi modo di ragionare. Il bibliotecario fa la sua apparizione e finisce per ammonire entrambi, com'è giusto che sia. Di certo senza il suo arrivo, ora ci sarebbe un duello in corso... ma questo dev'essere il giorno fortunato per quella capra, visto che è riuscito a scamparla. Ma per poco.
    Sorrido furbescamente mentre gli faccio un segno inconfondibile con le dita, avvicinando i polpastrelli di indice e pollice: ci sei andato vicino bello, un altro po' e la tua testa sarebbe diventata un soprammobile. Lo so, è stato uno sbaglio lanciare un'altra provocazione, purtroppo però sono fatta così e non riesco a lasciar perdere... e puoi star certo che userò quest'accanimento anche per trovarti, signor Kozlov.

     
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    Sono passati un po' di minuti da quando il bibliotecario è venuto a farci la sua corposa lavata di testa, e nessuno dei due a spiccicato parola. Sinceramente; per quanto trovi interessante il numero d'informazioni presenti in questi libri, ammetto che l'avere di fronte una persona -per quanto si tratti comunque di un pelleliscia- ed il non poterci parlare m'irrita. Tutto sommato sono una persona socievole, io: non è colpa mia se voi avete bruciato le nostre città e fatto altre amenità verso il nostro popolo. E poi, a guardarla bene, potrebbe servirmi: sembra una mercenaria esperta .nonostante la capacità d'articolare parole e linguaggi pari a quella di un bambino- almeno da come si atteggia e dal suo interessante equipaggiamento...potrebbe tornare utile avere una lama al proprio fianco, invece che puntata in faccia.

    Chiudo il libro: il gesto è seguito da un un sospiro stanco.

    “Senti...”

    Sussurro alla mia arci-nemica da compagnia.

    “È evidente che siamo partiti col piede sbagliato -nel mio caso con la zampa sbagliata-: Ammetto di essere stato terribilmente scortese nei vostri confronti...in mia discolpa posso dire che questa città è estremamente facile trovare gente che cerca rogna, anche in un posto come questo. Ho reagito d'impulso alle vostre parole, poiché credevo che foste la solita stupida ed ottusa bestia, e lo stesso immagino avete fatto e pensato voi: infondo a nessuno piace che qualcuno gli urli di essere una scimmia, no ?”

    Sorrido, attendendo una qualche reazione.
    Di certo non saremo amici per la pelle, ma in una città come questa è meglio andarsene senza seminare rancore: qui sono disposti a farti lo scalpo per molto, molto meno, figurati se qualcuno ti associa ad un'animale sgradevole come le scimmie e ti da anche velatamente della meretrice...

    “Mi presento: il mio nome è Asriel Dreemurr. Vi farei un'inchino di cortesia, ma tra di noi c'è un polveroso e lercio tavolo di ceramica, e non credo a voi piacciano queste cerimonie...Posso fare la conoscenza di ?”.

    Sicuramente vorrei testare le sue capacità in combattimento: se riesco in qualche modo a farmela amica, potrebbe tornare utile per i miei piani. Il cervello fa tanto, ma la forza bruta non guasta mai, e lei sembra che di quest'ultima ne abbia tanta

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  10. _MajinZ_
     
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    In qualche modo ho ottenuto ciò che volevo, finalmente. Ci è voluto un po', forse anche troppo a causa della lingua lunga del Caprone, ma alla fine il silenzio è tornato e posso concentrarmi nuovamente sullo studio. Devo dire di essere anche molto più rilassata di prima, quella sfuriata mi è servita come sfogo e sono riuscita a smaltire parecchio nervosismo... anche se devo ammettere che menare qualche fendente mi avrebbe fatto sentire decisamente meglio. Purtroppo però non si può avere tutto dalla vita. Poi però sento il mio vicino chiudere il libro. E in quel momento rabbrividisco, ti prego no. Speranze vane... sta parlando con me. E benché lo stia facendo in un modo stranamente gentile, non lo sopporto. Anzi, forse è proprio a causa del suo repentino cambio di registro che mi sento abbastanza disgustata.
    Tu no ha tutte rotelle apposto.
    Chiudo anche io il libro, tanto ormai il mio studio è andato completamente a puttane. Questo mo servirà comunque da lezione, la prossima volta che qualcuno si siederà al mio stesso tavolo, alzerò i tacchi prima di incappare in questo genere di scocciature di nuovo.
    Ma io si, mia idea su tua faccia no cambia.
    Con chi crede di avere a che fare? Se pensa che basti fare il ruffiano per entrare tra le mie grazie, allora si sbaglia di grosso. Io sono un soldato e in quanto tale odio le persone che cambiano atteggiamento come una banderuola, soprattutto quando il cambiamento è talmente evidente e finto da risultare abbastanza ridicolo. Oltre che tremendamente fastidioso.
    Colpa no di Merovish, ma tua. Natasha Kurlokova odia questi comportamenti.
    Alla fine gli rivelo il mio nome, senza neanche conoscerne davvero il motivo. Ad ogni modo queste sono le mie ultime parole, subito dopo mi alzo e senza esitare aggancio le spade alla mia cintura e tengo il libro in una mano, mentre l'elmo finisce sotto il mio braccio. Mi avvio quindi verso la libreria e spero che l'ovino non aggiunga altro... ormai l'avrà anche capito che non otterrà nulla da una come me: avrebbe fatto meglio a starsi zitto, così si sarebbe risparmiato la pessima figura.

     
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    Sbuffo alle parole dell'ottusa umana: uno sbuffo più di noia e rassegnazione che di dispiacere. Pensa davvero di tangermi con le sue parole? Non ho bisogno di lei, alla fin fine: a Merovish di forza bruta ne trovo quanta ne voglio. Non mi serve stringere un legame con una persona così sciocca e ignorante per averla, il suono del denaro è più che sufficiente. La guardo mentre sgambetta fuori con aria offesa, per poi sparire dietro le colonne di libri, il vero motivo per cui sono venuto qui.

    Una perdita ? No, alla fine è un elemento rimpiazzabile.

    Penso che tornerò qui tra un paio di giorni: devo fare una gita ad un'altra interessante parte del presidio, alla ricerca di eventuali ed utili “armatori” atti a fornirmi gli strumenti necessari per la mia caccia.

    Si, il distretto delle luci sarà perfetto allo scopo...ma prima ri-immergiamoci nello studio: la scrofa parlante mi ha rubato già troppo tempo.



    E dopo questo post misero io vado ad eclissarmi.
     
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10 replies since 6/3/2016, 15:50   159 views
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