Temple Raiders

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  1. Marcus «
     
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    TEMPLE RAIDERS - deserto dello Yuzrab, notte
    [AMBIENCE MUSIC]
    Vi siete incontrati per puro caso o per un semplice scherzo del destino, persone completamente diverse ma con una destinazione comune, entrambi attirati dalle promesse di uno sconosciuto udite in chissà quale angolo remoto del semipiano, forse catturati dal suono dell'oro tintinnante o dal semplice richiamo dell'avventura. In ogni caso, qualunque sia il vostro fine, dovete compiere un viaggio che già in se non si presenta come una semplice impresa, dopotutto il deserto dello Yuzrab è vasto e voi non avete altro se non scarabocchi su un pezzo di carta a guidarvi, indicazioni approssimative che quasi perdono il loro senso dinanzi la distesa omogenea delle dune di sabbia. Vi spostate di notte, guidati dalla bianca luce degli astri e accompagnati dall'ululare del vento, a volte chiacchierate a volte tacete, vi fermate per riposarvi quando il sole sorge alto e il caldo vi colpisce. Attraversate tempeste di sabbia e scalate dune alte quasi come montagne ma proseguite nel viaggio per minuti, ore e giorni interminabili, quasi avvelenati dalla monotona visione della sabbia e dallo spirare dei venti. Proprio grazie a questa monotonia riuscite ad accorgervi di una differenza dinanzi a voi sul vostro cammino, dove solitamente la luce lattea degli astri staglierebbe appena i profili delle dune all'orizzonte ora invece vi trovate ad osservare un caldo bagliore rossastro sbucare oltre l'orizzonte visibile: fiamme. Vi affrettate su per la ripida sporgenza di sabbia, trovandola in qualche modo più solida delle altre mentre i vostri piedi toccano ora roccia solida ma liscia e levigata, non pietre create dalla natura ma scolpite dalle mani esperte dell'uomo. Ora una, poi due, sempre più rocce fanno capolino dal terreno, alcune semplici blocchi squadrati, altri pezzi di quelli che adesso potete nettamente distinguere come statue.

    Poi finalmente raggiungete la sommità della duna.


    hw9tub



    Da prima i vostri occhi si posano sulle molte fonti di luce sparpagliate per l'avvallamento sabbioso: falò, torce, lampade di ogni forma e dimensione punteggiano il buio rendendo più chiara la vista. Attorno a queste fonti luminose potete scorgere tende e casse sparpagliate ovunque sulla superficie di sabbia e roccia, drappi rossi che si agitano nel vento muovendosi senza ritmo. Non sono solo questi a muoversi però, notate ben presto una moltitudine di figure spostarsi da una tenda all'altra: persone, umani per lo più, armati con sciabole e lance, vestiti con abiti tipici del sud. Più vi avvicinate all'accampamento e più udite il gran vociare delle persone al suo interno, non fate nulla per celare la vostra presenza e perché mai dovreste ? Dopotutto ne siete certi: è quello il luogo che vi era stato indicato dalle mappe. Venite fermati da due guerrieri armati a non poco più di una decina di metri dalla prima fila di tende, i due figuri coperti vi puntano le lance addosso intimandovi di fermarvi, vi osservano a lungo prima che uno dei due decida di farsi avanti abbassando la sua arma.
    "Siete gli avventurieri di cui ci ha parlato Harrison ?"
    Una domanda che veramente non necessita di risposta, le due guardie vi affiancano ben presto, iniziando a scortarvi attraverso l'accampamento, superando file e file di tende e uomini indaffarati a spostare casse contenenti peculiari rocce e statue di ogni forma e dimensione. Superate anche l'ultima tenda, fin dalla parte opposta dell'accampamento, ora avvolti nuovamente dal buio della notte davanti a voi è piuttosto facile scorgere una piccola luce distaccata dalle altre che illumina un tendaggio più grande e vistoso degli altri. Una volta giunti in prossimità delle vispe fiamme del falò di fortuna potete chiaramente scorgere un tavolo di legno posto all'esterno della tenda e dietro di esso una figura seduta e intenta a consultare diversi fogli di carta, da prima vi ignora ma giunti in prossimità del tavolo il suo viso si solleva.

    Un largo sorriso balena alla luce delle fiamme, sotto la falda di un cappello di cuoio.


    zlbuvd



    [Potete lasciarci soli]
    I due guerrieri semplicemente ricambiano le parole dello sconosciuto con un rapido cenno del capo e si congedano scomparendo ancora una volta nell'oscurità notturna. L'uomo si alza e si avvicina a voi, ora potete notare il suo abbigliamento composto nella maggior parte da abiti di cuoio rovinati e consunti dal tempo e dall'utilizzo, una fondina contenente un revolver al fianco destro e una frusta appesa al sinistro.
    [Vi stavo aspettando, purtroppo vedo che i miei messaggi non hanno riscosso tanto successo quanto speravo. Harrison Jhones, esploratore provetto e archeologo itinerante, ho il piacere di fare la conoscenza con...?]
    A questo punto l'archeologo si sarebbe semplicemente appoggiato al tavolo, osservandovi attentamente, come a giudicarvi decidendo se veramente siete adatti al compito che vi spetta dinanzi. Un'occasione per presentarvi e magari porre qualche domanda in più sul vostro compito, dopotutto ci sono ancora molti punti interrogativi su ciò che dovete realmente fare, il messaggio di Harrison non era certo condito di dettagli.

    |QM POINT|

    Eccoci alla mia primissima quest. :flwr:
    In questo primo post veramente non vi è molto da fare o da dire, potete descrivere il viaggio fino all'accampamento, volendo potete fare un giro di discussione fra i vostri pg, in ogni caso giungete davanti al vostro datore di lavoro che vi chiede di presentarvi, potete fargli tutte le domande che volete sul vostro incarico, questo pare il momento più opportuno dopotutto. Per dubbi, domande o proroghe c'è il bando in bacheca, buon divertimento. :flwr:

    SCADENZA: 19/03/2016

     
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  2. _MajinZ_
     
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    Ancora mi domando chi me l'ha fatto fare, ad accettare un incarico come questo. Chissà cosa mi è passato per la testa questo pensiero: proprio non riesco a concepirlo. Mi serve del denaro, questo è vero, ma una caccia al tesoro non mi sembra proprio il modo giusto per ottenerlo... non per me almeno. Eppure sul momento non ci ho pensato, ho visto solo un'opportunità di guadagno e mi ci son tuffata senza valutare i pro e i contro... ma forse sarebbe stato meglio evitare. Io sono un soldato, io uccido le persone e soprattutto lavoro meglio da sola. In questo caso non c'è nessuno da uccidere, nessuna guerra mi sta aspettando e con me c'è un tizio che non riesco bene a identificare. E come se non bastasse, ci troviamo in mezzo a questo merdoso deserto che già una volta ha provato a farmi la pelle.
    Fermiamoci un secondo che non ho più il fiato di vent'anni fa, e qui fa caldo.
    Ecco, stiamo già partendo con il piede sbagliato. Non solo sono costretta a fare squadra, ma mi ritrovo in coppia con un damerino che, a parte il bel viso, non mostra nient'altro di utile... il solito impiegato che non ha mai affrontato un addestramento militare. Fanno tanto i duri, ma alla fine non sono altro che mollaccioni.
    Tu cammina o muore, io no aspetta nessuno.
    Gli dico guardandolo male, voltandomi appena nella sua direzione. Non ho attenzione di rallentare il passo: in un posto come questo chi si ferma è perduto.
    Dannata ragazzina.
    Quello continua a borbottare, mi sta facendo venire i nervi.
    ...oppure potrebbe essere mia spada a uccidere te, decidi.
    Se dobbiamo farlo è meglio qui e subito, senza troppi giri di parole.
    Non ci provare nemmeno...
    Crede di farmi paura, ma non sa con chi ha a che fare. Comunque, riflettendo, combattere qui non sarebbe proprio una bella cosa, troppo caldo e troppi pericoli. Per il bene di entrambi forse è meglio evitare di sfoderare le armi.
    E allora usa tue forze per camminare, vecchio.
    Forse sono riuscita a salvarmi, per il momento. Ma so già che il viaggio sarà davvero lungo e quindi ci saranno altre occasioni per parlare... o litigare, non capisco perché insista tanto, ormai deve averlo capito come sono fatta.
    Tu vuole smettere di fissare mio culo?
    Lo so che me lo sta fissando, gli uomini sono tutti dei maiali.
    Sì, ma tu per l'amor di dio potresti indossare qualcosa di più decente.
    Questa nanotuta da combattimento, nulla più decente.
    ...Già.
    Vuoi che cavi tuoi occhi? Così problema risolto!
    Non ti sto nemmeno più guardando il culo! Nemmeno in generale!
    Allora tu prima guardava. Maiale.
    Uomini. Non ci vuole nulla per capire se mentono o meno. Per evitare altre spiacevoli situazioni, comunque, decido di affiancarlo, così i suoi occhi saranno liberi di osservare l'orizzonte, tenendoli lontani dal mio fondoschiena. Ad ogni modo il sole è ormai prossimo al tramonto e sento che siamo vicini alla meta. Dopo giorni di cammino, finalmente ci siamo.
    Ma quindi... neppure tu sei di queste parti, vero?
    Due regole vecchio: io non chiede di te e tu no chiede di me. Intesi?
    Eccolo che torna all'attacco, odio le persone che non si fanno gli affari propri e io non sono dell'umore per mettermi a raccontare la storia della mia vita.
    Perdiana, ho solo trentasette anni.
    Tanti per soldato.
    Ribatto senza neanche accorgermene, mordendomi il labbro subito dopo. Ho appena detto di non voler parlare di me e mi lascio uscire questa cazzata. Complimenti Natasha.
    Ti darei anche ragione se solo fossi un soldato a mia volta. Non più, almeno.
    Mi volto leggermente verso di lui, magari mi sono sbagliata sul suo conto. In fondo un soldato è sempre un soldato, da qualunque mondo provenga. Scuoto la testa, non sono qui per una rimpatriata e per fortuna mi accorgo del cambiamento all'orizzonte. Dapprima vedo solo rovine, poi si delinea quello che pare un campo: veniamo accolti da due guardie che ci conducono dal nostro datore di lavoro... un tizio che ricorda qualcuno, ma non riesco proprio a ricordare chi.
    Natasha Kurlokova.
    Rispondo alla domanda solo perché devo. Lo fisso per qualche istante, mi sembra un po' fuori di testa questo qui... come tutti gli archeologi a quanto pare.
    In cosa consiste lavoro? Tu molto vago in volantino.
    Faccio la domanda più sensata da fare, visto quanto esigue sono le informazioni a nostra disposizione... e poi voglio finire questo lavoro il prima possibile, perché ripeto: io non ci faccio nulla qui. Però i soldi mi servono, cazzo. Faccio un sospiro, posso resistere, non sarà di certo una cosa così inutile ad abbattermi. Forza, sono pronta.



    CITAZIONE
    Natasha Kurlokova

    Mente: Ok.
    Fisico: Ok.
    Energia: 100%

    Note: tutti i dialoghi sono stati precedentemente concordati :3

    Passive: Forza, Velocità +50%
    Equipaggiamento: 2 Katane lunghe 110, Armatura Leggera

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    Ha visto troppi di quei volantini sparsi per mezza Laputa -e successivamente nel Pentauron- per rimanere loro indifferente. Denver già ha sentito del rinvenimento di un antico tempio nel deserto dello Yuzrab, lui come diverse dozzine di "prescelti" che possano avere letto o meno quell'annuncio.
    Non gli è piaciuta minimamente la completa mancanza di dettagli da parte di questo "Harrison Jones", e meno ancora la scarsità di notizie in merito a chi si è recato sul posto prima di lui. Tanto il suo istinto quanto il suo raziocinio gli suggeriscono che potrebbe trattarsi di una fregatura come tante che girano lì intorno, ma d'altro canto non sente di poter dare per scontato qualcosa fino ad un'avvenuta verifica. Il solo non avere avuto più notizie di diverse persone gli è sufficiente per decidere di voler far luce sulla faccenda.
    Che trovi un tempio o che trovi dei briganti pronti a sgozzarlo, sarà sempre un pezzo interessante da presentare, sempre di riuscire a portare a casa anche la pelle. Così, dal Bloodrunner si è incamminato verso Sud.
    È circa a metà strada che trova quella che sarà la sua compagnia di viaggio per i prossimi giorni: una giovane donna poco oltre i vent'anni, dall'udibile accento russo -o qualcosa che gli assomiglia parecchio- e che ancora mastica a fatica la lingua locale. Soprattutto, più giovane e più in salute di lui, o quantomeno abituata al deserto. O, forse, è quella specie di uniforme attillatissima a tenerla al fresco; se l'è domandato più volte, ma ha preferito non chiederglielo direttamente: il caldo e il brutto carattere di lei non hanno aiutato molto a formare un minimo di cameratismo.
    Quella donna non ha un minimo di comprensività.
    « Fermiamoci un secondo che non ho più il fiato di vent'anni fa, e qui fa caldo. »
    Tu cammina o muore, io no aspetta nessuno.
    E pensare che alla sua età sarebbe con ogni probabilità riuscito a far rimanere lei indietro. Ancora una quindicina di anni fa, quando era ancora veramente giovane e fresco della guerra in Europa.
    « Dannata ragazzina. » borbotta fra sé e sé, facendo il possibile per non farsi sentire dalla donna.
    ...oppure potrebbe essere mia spada a uccidere te, decidi.
    Invano.
    « Non ci provare nemmeno... » biascica in tutta risposta, tutt'altro che desideroso di sprecare energie preziose per battersi, tra le altre cose, con una donna. Non è tanto la sconfitta a preoccuparlo, quanto la futilità del tutto.
    E allora usa tue forze per camminare, vecchio.
    Vecchio. Non ha ancora compiuto i quarant'anni, e si sente chiamare vecchio. Sospira, conscio oramai del fatto che qualsiasi cosa dica, gli sarà replicata o ritorta contro in qualche modo. E vorrebbe capire chi diavolo abbia potuto crescere una simile donna.
    Tra dune e tempeste di sabbia, il viaggio continua. I battibecchi pure.
    Tu vuole smettere di fissare mio culo?
    Così, dal nulla. Soffoca una risata, la quale egli stesso non saprebbe se definire esasperata o divertita. Si porta una mano al volto e, colpa anche dell'insolazione che si sta prendendo, decide disgraziatamente di darle importanza.
    « Sì, ma tu per l'amor di dio potresti indossare qualcosa di più decente. »
    È un uomo, non ci può fare molto: l'occhio gli è caduto, di tanto in tanto. Certo è che non ha passato il tempo a fissarle il fondoschiena, perdiana.
    Questa nanotuta da combattimento, nulla più decente.
    « ...Già. »
    Vuoi che cavi tuoi occhi? Così problema risolto!
    « Non ti sto nemmeno più guardando il culo! Nemmeno in generale! »
    Allora tu prima guardava. Maiale.
    A questo punto, si convince del tutto che Natasha ci stia palesemente prendendo gusto.
    Altri pesanti giorni di cammino passano, e in quel momento è oramai notte fonda. La notte del deserto è straordinariamente fredda ma, abituato com'è ai climi di Milwaukee e di Chicago, la sopporta un po' meglio del torrido giorno.
    « Ma quindi... neppure tu sei di queste parti, vero? » prova a chiederle, annoiato dopo un lungo silenzio.
    Due regole vecchio: io non chiede di te e tu no chiede di me. Intesi?
    Grazie a Dio non deve intervistarla.
    « Perdiana, ho solo trentasette anni. »
    Tanti per soldato.
    « Ti darei anche ragione se solo fossi un soldato a mia volta. Non più, almeno. »
    Arrivano finalmente a destinazione. Sono intercettati fin da subito da due guerrieri armati di lancia, che senza quasi dare il tempo di un "sì" si affiancano a lui e lei e accompagnano loro verso il big six della situazione: Harrison Jones in persona.
    « Denver Brockmann. » si presenta. « Immagino però non siamo i primi a tentare l'impresa, o sì? »
    Inutile che menta: difficilmente non riconosce una balla quando ne sente una.

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto (stanco)
    Stato mentale: Perfetto
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli
    Scenici: N/A
    Equipaggiamento: M1917 Revolver

    Note: confermo quanto detto da Majin.
     
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  4. Marcus «
     
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    TEMPLE RAIDERS - deserto dello Yuzrab, notte
    [AMBIENCE MUSIC]
    L'uomo col cappello si limita ad ascoltarvi in silenzio mentre vi presentate ed esponete le vostre domande, con quel grande sorriso sornione sempre dipinto sul suo volto. Quando finite di parlare, però, non ricevete immediatamente una risposta, passano infatti diversi attimi di silenzio fra di voi e lui, tanto che iniziate quasi a sospettare che il buon Harrison sia stato colpito da Paralisi facciale fulminante.
    [Oh ! perdonate, stavo pensando ad altro.]
    Ma aveva almeno ascoltato le vostre domande ? Non pare proprio dato che l'uomo semplicemente torna a sedersi al suo posto, come se non fosse successo nulla. Tira fuori da un piccolo zaino (che prima non avevate notato a causa del buio) una mappa piuttosto grande e voluminosa, con un rapido movimento appoggia il papiro ancora arrotolato sulla superficie del tavolo e sorride, o forse è meglio dire che continua a sorridere, siccome la sua espressione non pare variata nemmeno per una singola ruga da prima.
    [Il vostro compito è molto semplice: dovrete esplorare il tempio e recuperare un antico manufatto che si trova nella camera centrale. Tutto qui.]
    E poi torna in silenzio, come se si aspettasse che ve ne andiate, vi aveva detto cosa fare ora via, via, andate ed eseguite il compito. Ah, forse era anche il caso di spiegare in cosa consisteva il vostro pagamento vero ? Sembra realizzare all'improvviso la cosa, anche se fate abbastanza fatica a capirlo vista la sua faccia di bronzo.
    [Non ho soldi con cui ricompensarvi purtroppo, vedete la spedizione è costata un occhio della testa e questi signori che ci proteggono... Beh diciamo che se non avessero il denaro a tenerli buoni probabilmente ci avrebbero già seppelliti sotto diversi metri di sabbia.]
    A quel punto potete notare ben distintamente altre tre, quattro e poi cinque figure emergere dalle tenebre dietro Harrison, sono uomini vestiti come le guardie che vi hanno accolto all'accampamento: stracci che coprono il volto lasciando scoperti solo gli occhi, vestiti cremisi leggeri e stringhe di cuoio pallido che proteggono parti vitali del corpo, lance e sciabole alla mano. Però questi cinque individui posseggono anche qualche altro piccolo oggettino decorativo e ora potete ben osservarli grazie alla intensa fiamma del falò. Notate quelle che sembrano teste essiccate appese un po' ovunque sul loro corpo, certamente il messaggio è piuttosto chiaro: sono una tribù e non sono molto amichevoli.
    [Ma ehi ! A parte il manufatto che mi interessa tutto il resto potete tenerlo ! Sono quasi certo che la tomba contenga oro e pietre preziose in abbondanza. E poi certamente, vi sono stati altri che hanno tentato ma certamente non avevano la vostra stoffa e non la avranno mai più se posso aggiungere !]
    E per la prima volta vedete la sua espressione cambiare per una manciata di secondi, mentre Harrison si lascia andare ad una grassa e sonora risata. Denver, tu sei un reporter e sei molto bravo, certamente sai riconoscere le bugie a prima vista e in questa situazione riesci a cogliere due punti principali: uno positivo e uno negativo.
    - Punto positivo: non vi sta mentendo.
    - Punto negativo: quest'uomo è evidentemente rimasto troppo tempo nel deserto senza il suo cappello.
    [Tutto chiaro ? Possiamo procedere allora.]
    Nemmeno vi lascia esporre ulteriori dubbi che un grosso rotolo di stoffa viene schiaffato sopra il tavolo assieme alla pergamena avvolta, producendo un sonoro BAM nel processo. Pochi istanti dopo e davanti ai vostri occhi si palesano diversi oggetti di diversa forma e funzione, tra questi riuscite a riconoscere:
    - Una corda.
    - Una torcia ad olio.
    - Una scatola di fiammiferi.
    - Una piccola piccozza.
    - Una strana sfera nera con un grosso pulsante rosso.
    - Due cappelli di pelle, come quelli del buon Harrison.
    Ecco a voi il kit dell'esploratore provetto dunque !
    [Tutto ciò che un archeologo potrebbe desiderare di avere, ed è vostro. Consideratelo un regalo da parte del famosissimo Harrison Jhones !]
    Certo, famosissimo. Solo allora notate che i cappelli non solo sono uguali ed identici a quello del matto che avete davanti ma sono anche firmati dallo stesso.
    [Allora, ciò che mi interessa è una statuetta d'oro con la forma di una scimmia, grande più o meno così.]
    E a questo punto vi fa un gesto con le mani a simboleggiare le dimensioni dell'artefatto, a quanto pare non molto più piccolo di un'anguria, immediatamente pensate che se fosse stato effettivamente fatto d'oro e non cavo sarebbe stato un bel problema anche solo spostarlo dal luogo in cui si trova. Se esisteva per davvero ovviamente, dopotutto Harrison pareva una persona sul punto di una crisi di nervi.
    [Probabilmente vi starete chiedendo anche che cosa è questo.]
    A questo punto un dito scivola verso la piccola sfera nera con il pulsante rosso.
    [Si tratta di un oggettino di mia invenzione: è un esplosivo estremamente potente e nondimeno pericoloso, quindi fate attenzione a maneggiarlo.]
    La mano dell'esploratore si avvolge attorno all'oggettino che pare tanto innocuo e lo solleva dalla superficie legnosa del tavolo per mostrarvelo meglio.
    [Vedete: se volete utilizzarlo dovete premere una volta, così.]
    Click
    A questo punto potete entrambi udire un distinto ticchettio provenire dalla sfera e immediatamente un pensiero vi attraversa la testa: lo ha acceso. A quanto pare anche i guerrieri dietro le sue spalle paiono percepire il pericolo e, veloci come il vento del deserto, gettano le loro armi al suolo e fuggono via con le braccia al cielo, urlando qualche cosa in una lingua a voi non nota.
    [Poi dovete contare fino a cinque: uno... due... tre.]
    E sì, iniziate a considerare l'idea di scappare anche voi quando Harrison vi blocca richiamando ancora una volta la vostra attenzione con una mano.
    [Se volete fermarlo premete due volte.]
    Click click.
    E a quel punto il ticchettio sempre più rapido si sarebbe semplicemente arrestato, vi è mancato poco senza ombra di dubbio.
    Harrison poi avrebbe semplicemente appoggiato la bomba tascabile sul tavolo, con ben poca premura per un oggetto di una simile pericolosità a dire il vero.
    [Ora che sapete tutto potete andare, i miei gentili collaboratori vi scorteranno all'ingresso, stiamo proprio aprendo in questo momento un nuovo passaggio siccome...]

    KABOOOM

    E in quel momento avreste potuto notare una enorme fiammata non molto distante illuminare il buio notturno, un rombo come di tuono a squarciare il silenzio del deserto e numerose grida ad accompagnarla, poi nuovamente silenzio.
    [Oh, parli del diavolo... Ad ogni modo dicevo: abbiamo aperto un nuovo ingresso perché la sabbia continua a far franare le macerie su se stesse, quindi odio mettere pressione al lavoro degli altri ma vi consiglio di sbrigarvi la dentro.]
    Poi due mani vi avrebbero toccato le spalle, vi voltate appena e vedete due guerrieri mascherati posti ai vostri fianchi, apparentemente apparsi dal nulla. Supponete immediatamente siano le persone addette a scortarvi verso l'ingresso e quindi siete invitati a seguirli, dopotutto perché rifiutare ? Avete passato giorni ad attraversare il deserto e non avete uno straccio di provvista o indicazione per il ritorno.
    E se ve lo state chiedendo ancora: no, non ha ancora smesso di sorridere.

    |QM POINT|

    Bene, avete capito che il signor Harrison non ha tutte le rotelle nel posto giusto. Ora potete fare un altro giro di domande oppure semplicemente ascoltare le parole dell'avventuriero, in ogni caso due uomini armati emergeranno dalle tenebre per scortarvi verso il tempio, di cui siete liberissimi di descrivere l'esterno in modo molto grossolano, vista la sua dimensione siete in grado di vederlo fin da lì. L'immagine di riferimento è quella del primo post: una enorme facciata di pietra con statue e rilievi consumati dal tempo, ricoperta per la maggior parte da una duna di sabbia. Ah ! gli oggetti sul tavolo sono tutti vostri, compresa la mappa arrotolata, potete prenderli tutti o solo alcuni ma ricordate che l'equipaggiamento ha anche il suo peso, quindi pensateci bene prima di scegliere :flwr:

    SCADENZA: 26/03/2016

     
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  5. _MajinZ_
     
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    Io sono un soldato e grazie a ciò sono entrata spesso in contatto con dei reduci, menomati sia nel corpo che nella mente, affetti da sindrome post-traumatica e privi di uno o più arti... ma nessuno di loro era talmente fuori di testa come questo tizio. Sembra quasi che non ci abbia nemmeno sentito, perso a fissare il nulla assoluto e no signor Harrison, non si tratta di semplice distrazione, lei si è beccato una bella insolazione e il suo cervello non si è più ripreso. Non riesce neanche a rispondere alla mia domanda, fornendomi le stesse informazioni presenti nel volantino... ma è un'altra notizia a lasciarmi davvero perplessa e incazzata.
    Oh. No soldi?
    Stiamo scherzando? Non posso credere che ho fatto tutta questa fatica per poi lavorare gratis, è una cosa inammissibile! Sono davvero tentata di tagliargli la testa seduta stante, fanculo a lui e al suo manufatto a forma di scimmia! E non me ne frega niente di questi tizi che spuntano a caso, uscendo dalle ombre, se mi intralciano sono pronta ad affettare anche loro. Sto perdendo la pazienza e la mia mano va a poggiarsi istintivamente sull'elsa della spada... ma proprio in quel momento riesco a tornare lucida. Prima di tutto sono stanca, ho viaggiato tanto e non ho idea di dove mi trovo: fare casino non mi porterà lontano, probabilmente morire di sete nel deserto. In secondo luogo questo pazzo parla di oro e gioielli... magari posso comunque guadagnare qualcosa. Potrei anche fottergli la sua adorata scimmia d'oro.
    Siamo costretti, questo pazzo ha fregato noi.
    Ringhio a denti stretti rivolgendomi al vecchio, conscia del fatto di aver perso contro un archeologo fuori di testa. E la cosa mi da terribilmente fastidio. Osservo le cose sul tavolo e identifico subito l'intruso: non ci vuole un genio per capire che quella è una bomba. Una bomba che questo promettente suicida ha attivato, mettendo in fuga i tizi poco raccomandabili... e che cazzo devo scappare anche io! Faccio un paio di passi indietro pronta a scappare, ma mi fermo quando la bomba si blocca cliccando due volte. Mi sta prendendo per il culo.
    Io prende questa. E corda.
    Recupero la bomba e la assicuro alla cintura, avvolgendomi poi la corda a tracolla in modo tale che non impedisca i movimenti. Lascio tutto il resto al mio compare, anche perché io non ho delle tasche. Il cappello mi limito a guardarlo male, non lo indosserò mai, preferisco di gran lunga il mio elmo. Comunque, proprio quando mi sto calmando, un'esplosione dal nulla illumina la gelida notte del deserto e qui guardo malissimo il pazzo.
    Tu cerca di uccidere noi? Scherza con me e io taglio tua testa.
    Sarà anche il mio datore di lavoro, ma visto che non ha intenzione di pagare perché peggio di un barbone, posso anche prendermi qualche libertà. Ad ogni modo siamo ormai pronti a iniziare e dal nulla spuntano due accompagnatori che probabilmente ci scorteranno fino al tempio. Odio la gente che appare alle spalle, dovrei essere io a farlo!



    CITAZIONE
    Natasha Kurlokova

    Mente: Ok.
    Fisico: Ok.
    Energia: 100%

    Note: tutti i dialoghi sono stati precedentemente concordati :3

    Passive: Forza, Velocità +50%
    Equipaggiamento: 2 Katane lunghe 110, Armatura Leggera

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    Il primo giudizio che sente di dare all'archeologo è che non brilla particolarmente in reattività. Non gli pesa il dover ripetere la domanda, né questo tipo di mancanza in uno scienziato, ma per un esploratore? Denver ha comunque camminato fin troppo per curarsene in toto, e quindi decide di concentrarsi per il momento solo su questioni su pratiche.
    Innanzitutto, la mappa. Jones non la srotola, ma Denver sta assumendo che si tratti o di una cartina o dell'area circostante o del solo tempio. Spera sia la seconda.
    « E questa- » indica il rotolo con l'indice « -sarebbe una mappa dell'interno del tempio, giusto? Se sì, come l'avrebbe ottenuta? »
    È normale voler assumere due persone presumibilmente specializzate a cui affidare il compito dell'esplorazione. Gente in grado di valutare la sicurezza del tempio, e aprire la pista ad indagini successive. Solo, vuole capire se davvero nessuna esplorazione è mai riuscita. Non fatica a credere che altre persone prima di loro abbiano già tentato l'impresa; ciò che vorrebbe capire è il perché siano morte.
    A malapena fiata quando sente che no, non ci saranno soldi con cui pagarli. Corruga giusto le sopracciglia -voleva almeno rifarsi del viaggio-, ma si consola col pensiero che, se non altro, una volta tornato al Blood Runner avrà una storia degna di essere scritta da vendere.
    Ma quei mercenari li avrebbero seppelliti? Si gira verso Natasha.
    « Immaginavo già, a dire il vero. » risponde, e porta la mano alla fondina nascosta sotto la giacca non appena vede lei prepararsi ad estrarre le sue spade. Spera, però, di non dover entrare in azione così presto: sono stanchi, in minoranza numerica, e non ancora in reale pericolo di vita. « Ma sono sicuro che, qualora non trovassimo le ricchezze di cui il signor Jones ci parla, sapremo arrivare ad un nuovo accordo, giusto? »
    Si volta verso l'esploratore quando pronuncia l'ultima parola, fissandolo con un ghigno largo e cordiale sul volto. Non intende essere tanto una minaccia quanto, invece, un modo per avvertirlo che, dopo questa faccenda, dovrà loro un favore.
    Favore che, prima o poi, riscuoterà.
    Fa passare lo sguardo sugli oggetti a disposizione sul tavolo: tutti oggetti utili, eccetto forse i due cappelli -di cui ne avrebbe preso uno come ricordo, al limite-, e quella sfera che... Cosa è?
    « Statuetta d'oro, a forma di scimmia, hm. » mormora fra sé e sé, facendo ora per chiedere cosa sia quella biglia, ma venendo preceduto da Jones.
    [Vedete: se volete utilizzarlo dovete premere una volta, così.]
    Click.
    « WHAT THE HELL? »
    Balza all'indietro, e cerca con gli occhi il più vicino riparo possibile, istintivamente evocando nel frattempo anche la sua "armatura" di spirito, o qualunque diavolo fosse la cosa che aveva imparato a fare qualche tempo fa.
    [Se volete fermarlo premete due volte.]
    Click click.
    Si asciuga il sudore freddo dalla fronte con un fazzoletto, quindi si porta la mano al cuore che, adesso, sta ricominciando a battere più regolarmente.
    Figlio di puttana che non sei altro.
    Prende i fiammiferi, che mette in una tasca dei suoi pantaloni, la torcia ad olio e la piccozza.
    « Prima di andare, vorrei sapere una cosa, signor Jones: altra gente ha provato ad entrare nel tempio, ma non è tornata: vorrei che mi dica cosa è successo loro e cosa ci aspetta nel tempio. Non mi piace affatto essere all'oscuro di certe cose. »
    Coerentemente, si è ritrovato a fare il giornalista. Sciolga la lingua ora, mr. Jones.

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Sospettoso
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli
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  7. Marcus «
     
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    TEMPLE RAIDERS - deserto dello Yuzrab, notte
    [AMBIENCE MUSIC]
    Harrison apparentemente non reagisce mentre entrambi portate le mani alle armi, non si scompone e non da alcun segno di reazione, semplicemente si limita a fissare un punto non ben definito dietro le vostre spalle, al contrario di quel che potete pensare però a questo giro le domande da voi poste e le frasi formulate sono state ascoltate attentamente dall'esploratore. Il suo viso si gira verso di te Denver, sempre quel sorriso fisso e immobile, ti guarda per un lungo istante di silenzio prima di parlare.
    [Innanzitutto: quella pergamena è bianca. Dite bene però, quella è in effetti una mappa del tempio ma vi sarà di aiuto solo dopo aver messo piede nella struttura, non prima.]
    Se avessi aperto il papiro arrotolato ti saresti subito accorto che l'archeologo pazzo aveva perfettamente ragione: su quel foglio non vi era assolutamente nulla, solo carta ingiallita e lievemente macchiata dal tempo, chissà cosa voleva dire ? Magari solo una ennesima pazzia di quell'uomo. Dopo di che lo sguardo di Harrison si sarebbe spostato su di te Natasha, se non fosti una mercenaria addestrata il viso di quell'uomo ti metterebbe i brividi.
    [E non vi preoccupate, come ho detto: tutto ciò che trovate all'interno del tempio, a parte la statua, è vostro e solo vostro.]
    A questo punto avreste entrambi notato un movimento appena impercettibile nella figura dell'esploratore, stava infilando una mano nella tasca per cercare qualche cosa, ovviamente entrambi messi sulla difensiva come siete in questo momento non potete certamente fare a meno di pensare che, magari, non si tratta di un gesto proprio amichevole. Ad ogni modo ancora prima che riusciate a reagire, l'uomo tira nuovamente fuori dalla tasca la mano, per poi lanciare qualche cosa in direzione di Natasha, un oggetto che risplende per un attimo di rosso alla calda luce del falò poco distante. Sicuramente una mercenaria addestrata come te avrebbe avuto i riflessi abbastanza pronti per afferrare l'oggetto prima che potesse colpirti comicamente in faccia, no ? Bene, avresti potuto immediatamente notare, stretta nella tua mano, una gemma dal colore rosso vivo, stupenda nella fattura e grande più o meno la metà del tuo palmo. Ora: non sei una esperta gemmologa (credo) ma anche tu puoi ben intuire che quel rubino vale un bel gruzzolo di soldi se scambiato nel posto giusto, con le persone giuste.
    [Sono certo che ne troverete molti altri nel tempio.]
    A questo punto l'uomo si alza e vi raggiunge, voi e le guardie che attualmente vi stanno iniziando a scortare attraverso le varie file di tende. Per diversi istanti Harrison non pronuncia parola, semplicemente rimane silenzioso mentre superate file e file di drappi cremisi e guerrieri armati di tutto punto che vi guardano, per lo più, in cagnesco. Solo ora potete notare quanti sono veramente e intuite subito che questi mercenari sono li unicamente per soldi e nient'altro, non sono fedeli in alcun modo al loro datore di lavoro e riuscite a capirlo perché le occhiatacce non sono rivolte soltanto a voi.
    [Moltissima gente è entrata e pochi sono usciti, è vero.]
    Il viso si gira verso di te Denver, ti osserva per un attimo come per studiarti prima di rivolgere nuovamente la sua attenzione alla facciata del tempio, che ora inizia ad entrare più chiaro e nitido nella vostra visuale.
    [Alcuni esploratori hanno percorso solo pochi metri nel tempio prima di tornare indietro terrorizzati o feriti, degli altri non abbiamo notizia.]
    Ora potete vederlo chiaramente: una struttura imponente, pietra scolpita e usurata dagli anni, statue gigantesche che sorreggono architravi altrettanto mastodontiche e un enorme cratere ancora fumante che spicca al centro di questa facciata secolare, sabbia e detriti sparsi ovunque nelle sue immediate vicinanze, tutto questo ricoperto per la maggior parte da una duna di sabbia che forma una specie di tetto spiovente sopra la struttura.
    [Certo il compito è difficile e rischioso ma il compenso sarà adeguato, statene certi.]
    A questo punto della storia non sapete più se realmente fidarvi del pazzo che avete davanti, certo il rubino che vi ha regalato promette molto bene ma dopotutto vi siete fatti ormai un'idea ben precisa di Harrison, vero ? Finalmente raggiungete l'imboccatura creata artificialmente dagli esplosivi, notate subito un gruppetto di guerrieri raccolti ad un lato del cratere attendere ad alcuni feriti, due uomini conciati piuttosto male e all'apparenza senza più l'ausilio delle gambe ma non ne siete certi, dopotutto è buio pesto qui, se non per qualche sparuta torcia o falò di fortuna. L'uomo col cappello in pelle vi accompagna fino all'entrata e da qui potete perfettamente notare che il foro non da su un piano terreno ma su diversi metri sospesi nel vuoto, quello che potete vedere non è l'intero tempio ma solo la sua sommità e, per quanto possiate sforzarvi, non riuscite a distinguere nessun tipo di pavimento in quell'oscurità. Due uomini armati a questo punto vi avrebbero raggiunto per poi conficcare quelli che possono apparire come arpioni nella pietra viva della struttura, la punta di questi strani aggeggi penetra la roccia come fosse burro e li rimane, anche quando tentano di strattonarla con forza, evidentemente per assicurarsi il corretto ancoraggio. A questi due meccanismi vengono poi legate dei lunghi rotoli di corda che sono lanciate pochi attimi dopo nell'oscurità dell'abisso, Harrison vi fissa, sempre sorridendo.
    [Bene, se non avete altri dubbi potete andare e, mi raccomando... Ricordate che questo ingresso non sarà qui per sempre.]
    Certo la situazione non pare molto rosa e fiori in quel momento, forse quando avete letto l'annuncio non vi aspettavate nulla del genere, o per lo meno non il doversi calare nell'oscurità più totale, in un luogo potenzialmente letale e con la minaccia del tempo sulle vostre teste. Ciò che sapete molto bene è che dovete muovervi. Ora o mai più.

    |QM POINT|

    Ultimo giro prima di iniziare veramente i giochi. Harrison vi scorta assieme alle due guardie fino al tempio, qui potete porre ancora tutte le domande che volete ma alla fine siete lasciati solo con una unica scelta: calarvi nella immensa struttura che, al prossimo giro, descriverò più nei dettagli.
    Inoltre la mappa che vi ha dato è, effettivamente, completamente bianca e apparentemente inutile, però Denver: tu non riesci a percepire alcuna bugia provenire dall'uomo, poi che sia per una sua sincera onestà o una profonda pazzia, questo non puoi saperlo.
    A voi. :flwr:

    SCADENZA: 02/04/2016

     
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  8. _MajinZ_
     
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    Lavorare gratis, che pagliacciata. Non posso credere che lo sto facendo davvero, tutto il sole che ho preso sulla testa deve avermi fatto male: dovrei piantare questo idiota qui e rimettermi in marcia per tornare a Merovish. E lo farei, se soltanto non fossi sicura di morire nel tentativo. Siamo realisti, non avrei la forza di ripartire e affrontate nuovamente un viaggio così stancante. Ho giusto la forza per completare la missione, anzi, probabilmente stiamo anche rischiando a metterci subito al lavoro... però è anche vero che prima finiamo, prima possiamo lasciare questo pazzo al suo deserto e agli sguardi vuoti. Quindi mi arrendo, sono finita nella trappola di un ritardato e mi ci sono infilata da sola... mi servirà da lezione. Mai fidarsi dei volantini raccolti da terra.
    I contro sono fin troppi, già il fatto che la paga non copre il rischio farebbe scappare chiunque e ho come l'impressione che alla fine della missione, se mai ne usciremo vivi, ci sarà una brutta sorpresa ad accoglierci. Ma prima di tutto l'importante è sopravvivere e già questo non sarà facile, visto quali sono i presupposti. In tutto ciò però riesco a trovare qualcosa che mi fa sorridere... osservo l'archeologo armeggiare nelle sue tasche in modo losco, ma quando sto per afferrare la spada lui mi lancia qualcosa. Afferro al volo quella che è una gemma, un rubino talmente grande da riempirmi la mano. Questa cosa vale sicuramente un mucchio di soldi e se il tempio ne è pieno... allora ne varrà sicuramente la pena.
    Intasco il rubino mentre ci avviciniamo al tempio, notando subito quello che sembra un cratere... fresco fresco di creazione. Ci sono anche delle altre persone, due devono essere i sopravvissuti all'esplosione sentita prima. Il tempio si staglia li davanti a noi, ricoperto in parte da una gigantesca duna di sabbia... ma sicuramente la parte nascosta è molto, molto più grande. Anche perché dal foro è impossibile capire la profondità, a causa del buio non si riesce a vedere il fondo e la presenza di un pavimento. Non ho paura del buio o simili, ma odio infilarmi in luoghi del genere senza un piano ben studiato in precedenza. Soprattutto senza la sicurezza di una paga.
    Ho brutto presentimento, attento vecchio.
    Parlo a bassa voce e no, non mi sto preoccupando per lui. Vorrei solo evitare di restare intrappolata per colpa della sua lentezza. Però questa situazione non mi piace per niente, quelle corde sembrano una discesa sicura verso l'inferno... un viaggio dove il ritorno non era previsto. Indosso l'elmo e mi accingo a iniziare la spedizione, senza sapere nulla riguardo ciò che ci troverò... ma in genere le cose che iniziano male, finiscono ancora peggio.



    CITAZIONE
    Natasha Kurlokova

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    Fisico: Ok.
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    Una pergamena bianca. In altre circostanze, Denver avrebbe già preso Jones per la collottola e gli avrebbe intimato di smetterla con le prese in giro; in altre circostanze, d'altro canto, Denver non si sarebbe presentato affatto. Grazie al cielo, vive da abbastanza tempo su questo semi-piano da essersi bene o male abituato all'esistenza della magia, quella vera, quella che permette cose come il sistema di difesa della Biblioteca di Palanthas o la barriera che circonda l'isola volante di Laputa.
    Appurato che quell'uomo è un folle ma non un bugiardo, può solo concludere che si tratti di una mappa incantata. Ad ogni modo, ignora il sorriso che gli viene rivolto e decide di srotolare il foglio per verificare egli stesso. Ma non vi è sul serio scritto nulla.
    Notando un movimento troppo brusco del datore di lavoro, la mano si affretta di nuovo sulla fondina ascellare, ma non fa in tempo a raggiungere l'arma che Jones ha già lanciato qualcosa contro Natasha. Qualcosa che non percepisce come pericoloso, per fortuna.
    Gli lancia un'occhiata curiosa: è un rubino, uno dei più grossi che abbia mai visto. Si gira verso Jones.
    « Più tardi parleremo del rimborso spese. » dichiara. In altre parole, vuole fargli intendere che gradirebbe una gemma anche lui per il disturbo, ma preferisce rimandare la questione a più tardi per non fare la figura del bambino che frigna "anche io! anche io!".
    Vengono nel frattempo scortati verso l'ingresso del tempio da delle guardie, con Jones che si unisce poco dopo. Natasha e Denver non sono gli unici, nota, ad essere guardati in cagnesco dai mercenari locali.
    [Alcuni esploratori hanno percorso solo pochi metri nel tempio prima di tornare indietro terrorizzati o feriti, degli altri non abbiamo notizia.]
    Eccellente incoraggiamento; ma del resto Denver non ha fatto altro che chiedere come stanno le cose. La parte positiva, riflette, è che se si pentiranno di entrare lì dentro, lo faranno almeno abbastanza presto per riuscire a fuggire subito.
    Serra i denti, nervoso, ma senza digrignarli. Non gli piace come sia stato capace prima di dire di non avere soldi e che tutto quello che potranno avere sarà quello che troveranno nel tempio -se troveranno qualcosa-, e ora che "il compenso sarà adeguato, statene certi"; la facilità con cui riesce a cambiare versione è degna di un politico, nel più ottimistico dei casi.
    « Fosse solo un presentimento. » commenta con un tono più arido del deserto circostante. Insieme a Natasha, comincia a scendere nel tempio, pregando Dio di riuscire a ritornare intero da tutto questo.

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Nervoso
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    Armatura: Armament: Hardening

    Note: l'armatura di Denver, che mi sono ricordato di aggiungere ora, è una manifestazione del suo stesso spirito. Invisibile, è tutto attorno al suo corpo. Per paragonarla a One Piece: è tipo la Busoshoku Haki che in questo caso si comporta più o meno come un Tekkai.
     
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  10. Marcus «
     
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    TEMPLE RAIDERS - interno del tempio
    [AMBIENCE MUSIC]
    Così uno alla volta vi calate nell'abisso oscuro, sopra di voi ancora il vociare dei guerrieri incappucciati e il chiarore delle torce che illuminano la vostra discesa, lenta ma sicura. Passano alcuni istanti prima che tutto ritorni alle tenebre più profonde, a tal punto che non riuscite più a distinguere il soffitto sopra le vostre teste ne il pavimento sotto di voi, la scena è quasi innaturale, se non fosse per il vostro respiro e il raschiare della corda fra le vostre mani giurereste di essere stati isolati l'uno dall'altra. Passa un momento interminabile prima che il terreno si materializzi sotto i vostri piedi, vi staccate dalla fune quasi presi alla sprovvista da quella sensazione improvvisa e inattesa, però per quanto proviate a sforzarvi non riuscite comunque a vedere il terreno sotto di voi o qualsiasi altra cosa vi circondi, quasi come se le tenebre fossero tanto dense da legarvi un panno sopra gli occhi. Denver: la tua mano scivola inconsciamente alla ricerca della torcia e dei fiammiferi mentre una sensazione di panico inizia a coglierti; in verità lo stesso sentimento inizia a farsi strada anche nella tua mente Natasha, ti senti improvvisamente sola e debole, iniziate entrambi a percepire un formicolio sul retro del vostro cranio, come se qualcuno vi stesse respirando pesantemente e incessantemente sul collo. Ad ogni modo, ancora prima di riuscire ad accendere un solo fiammifero, entrambi potete notare un lieve bagliore provenire dalla mappa che Harrison vi ha donato, una luce dorata che inizia ad intensificarsi con un'intermittenza regolare e ora un suono perfettamente udibile.

    Whomp. Whomp. Whomp.
    ...
    WHOMP.

    E con un ultimo sprazzo di luce intensa siete costretti a mascherarvi il viso con il palmo delle mani o rischiare di rimanere cechi dalla troppa luminosità emanata. Nella stanza improvvisamente si fa giorno, le tenebre vengono squarciate come se fossero semplice velluto e non una singola ombra rimane, nemmeno quelle sotto i vostri piedi. In questa luce innaturale potete per un istante osservare l'interno del tempio: pareti colossali, macerie sparse ovunque e cumoli di sabbia; notate due corpi, non molto distanti da voi ma non avete il tempo di osservarli con attenzione che la luce della mappa si spande di nuovo. Questa volta arriva ad accarezzare tre pareti solide che vi circondano, prima di scivolare in avanti rivelando sempre più del tempio oscuro. Da prima la luce incontra una nuova parete, questa dotata di una gigantesca porta di pietra, chiusa; poi il fascio luminoso si divide in due, costeggiando la parete appena rivelata, attraverso due immensi corridoi laterali per poi scomparire alla vostra vista. Siete quindi nuovamente accolti dalle tenebre, anche se la mappa continua ad emettere una luce anche se più debole questa volta, quasi di candela, sufficiente giusto per potervi vedere in viso a vicenda e nulla più. Denver e Natasha: nel caso decideste di controllare ora la cartina noterete che la sua superficie è passata dal bianco sporco di qualche minuto fa ad un profondo nero d'ossidiana, che sta lentamente sfumando rivelando quella che appare, a tutti gli effetti, una chiara rappresentazione interna del tempio, anche se non totale al momento.

    Ora potete prendere il vostro tempo per esplorare le vostre immediate vicinanze e, la prima cosa che attira la vostra attenzione, sono i due corpi visti pochi attimi prima a pochi metri da voi. Vi spostate a sufficienza per poterli osservare con attenzione e notate subito il loro avanzato stato di decomposizione: sparuti pezzi di pelle rinsecchita attaccati ad ossa completamente bianche.
    Natasha: attraverso la tua esperienza da killer noti subito la possibile causa di morte di questi due sfortunati, una netta perforazione al cranio, molto simile a ciò che un proiettile potrebbe causare.
    Denver: tu noti una cosa molto strana grazie alle tue doti di reporter, una notevole incongruenza fra l'aspetto dei corpi e il loro tempo di decomposizione. Le ossa scoperte potrebbero far pensare ad anni e anni di decomposizione ma la loro pulizia e l'esigua quantità di polvere e sabbia accumulata sui corpi ti fanno pensare il contrario. Inoltre il vestiario è praticamente nuovo, anche se leggermente sporco; tutto ciò ti fa intuire una possibile accelerazione dei tempi di decomposizione causato da qualcosa di non esattamente naturale. Forse magico, forse no, questo non puoi certo dirlo.

    Ad ogni modo sui corpi non vi è niente se non il loro vestiario, in tutto e per tutto identico a quello dei guerrieri che pattugliavano l'accampamento di Harrison. Procedete così ad ispezionare l'altro elemento notevole della stanza: la parete dotata di porta e i due corridoi. La prima cosa che potete notare è la corrente d'aria che vi accoglie una volta nei pressi della struttura, percepivate vento anche prima in effetti ma proveniente da sopra di voi, dal foro da cui siete entrati, ora invece potete chiaramente percepirlo davanti a voi, proveniente dai due lunghi corridoi. Per quanto riguarda questi ultimi vi è poco da dire, a parte il fatto che paiono esattamente simmetrici e ne riuscite a scorgere solo un piccolissima parte decorata da un'immensa colonna di cui non vedete la vetta. Per quanto riguarda la porta invece vi è ben più da osservare: la superficie è perfettamente liscia e apparentemente non consumata dal tempo, pare pietra alla vista ma su di essa sono presenti simboli luminescenti che, in effetti, vi aiutano ulteriormente a guardarvi attorno grazie alla lenta luce lampeggiante che emettono. I simboli sono tre e facilmente distinguibili:
    - Un teschio capovolto sottosopra, con una chiave conficcata nella base del cranio stesso.
    - Una fiamma vivida con due ali ai suoi lati.
    - Una scimmia raccolta su se stessa, in una sorta di stretto abbraccio.
    Sotto a ciascun simbolo è facile notare una differenza di livelli fra la pietra, come se questi segni indicassero delle piattaforme a pressione che aspettano solo di essere premute... Ricordate però cosa vi ha detto Harrison: pochi sono tornati vivi da quel luogo.

    |QM POINT|

    MAPPA DEL TEMPIO VISIBILE
    Ciò che vedete e percepite:
    - Porta dinanzi a voi, chiusa.
    - Segni luminosi sulla superficie della porta.
    - Due corridoi, a destra e sinistra della porta.
    - La prima colonna di ciascun corridoio appena visibile nell'oscurità.
    - Attorno a voi diversi detriti e macerie, tra di questi due corpi scheletrici ma privi di polvere.
    - La passiva di Denver non rileva pericoli per ora.
    - Folate di vento provenienti sia dal foro sopra di voi che dai due corridoi lontani.

    SCADENZA: 13/04/2016

     
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  11. _MajinZ_
     
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    La discesa si trasforma ben presto in un viaggio verso l'ignoto. La già poca luce scompare e in breve mi ritrovo immersa nella più completa oscurità. Continuo a scendere senza avere idea di dove sia il pavimento, questo pozzo sembra infinito e inizio a pensare che un fondo neanche ci sia. Quando finalmente i miei piedi toccano qualcosa di solido, mi sento quasi stranita. Ormai avevo perso ogni speranza di raggiungere la sicurezza di una superficie ferma. Faccio comunque un sospiro di sollievo, almeno non sono finita in un baratro a causa della corda troppo corta. Ora però iniziano i problemi: ancora infatti non si vede assolutamente nulla. Chissà che cosa si nasconde nel buio, ho come la spiacevole sensazione di uno sguardo penetrante sulla nuca... mi da i brividi.
    Voglio la luce. Sto quasi per avvisare il vecchio di accendere la lanterna, quando qualcosa sembra aver appena letto i miei pensieri. La mappa completamente bianca che ci ha donato l'archeologo pazzo, all'improvviso e senza una spiegazione logica, inizia a brillare sempre più forte con una luce talmente intensa da risultare accecante, tanto da costringermi a nascondermi dietro il braccio. Per un attimo però riesco a vedere gran parte di ciò che ci circonda... e alcune cose non mi piacciono per niente. Quando finalmente la luce ritorna sopportabile, riesco a guardarmi meglio attorno e identifico subito quei due corpi, notando subito qualcosa di strano.
    Innanzitutto noto subito la pulizia delle ossa, sono troppo bianche per appartenere a un vecchio corpo e avendone visto parecchi, so di cosa sto parlando. Per diventare delle mummie così devono passare decenni, ma i loro vestiti non sembrano poi così vecchi. A preoccuparmi però è il foro che fa capolino sui loro crani.
    Qualcuno ha sparato in testa loro.
    Commento mentre con il dito sfioro il foro del proiettile. Questa cosa mi puzza abbastanza, o qualcuno è già stato qui e ha fatto piazza pulita, o qualcuno ha buttato questi due qui dentro da morti... ma ne dubito, vista la loro posizione. Ad ogni modo gli scheletri non sono le uniche cose interessanti. Cammino fino a raggiungere la pesante porta in pietra, notando subito i simboli che luccicano su di essa. Ne sfioro il perimetro e noto subito la differenza di spessore: devono essere delle specie di tasti, meglio non premerli.
    Serve combinazione, dobbiamo cercarla. Forse in altri corridoi.
    Ci sono due vie nascoste dall'oscurità, sono identiche sia nell'aspetto e sia a causa della corrente d'aria che spira da essi. Non ho idea di quale via prendere, ma quella di sinistra mi ispira un po' di più... ma lascio al vecchio la decisione.



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    Natasha Kurlokova

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    Quando anche il tenue bagliore delle torce viene meno, è solo grazie alla fune che scorre tra le sue mani e le sue gambe che riesce a rimanere consapevole di in che direzione si stia spostando. Se ora la corda si spezzasse o lui perdesse la presa, Dio solo sa dove cadrà, come cadrà e quanto ci metterà a farlo. Non può vedere nulla sopra, sotto e attorno a lui. È angosciante.
    Riuscire a toccare finalmente il pavimento lo rincuora tantissimo. Il buio rimane quello di prima, ma se non altro in questo momento si sente molto meno in balia del disorientante vuoto apparente che lo circonda; almeno ha la certezza di non poter più cadere, per il momento.
    Ma l'ignoto, ciò che non puoi vedere, ha altre forme. Prima era il terrore -l'aspettativa- di ciò che lo avrebbe aspettato dopo un unico passo falso; adesso è un respiro sul collo, un pericolo vago, indefinito, qualcosa che non avverti coi sensi ma che in qualche modo pensi sia lì, da qualche parte.
    Non ha intenzione di rimanere in balia delle tenebre per molto. Fa per raggiungere la torcia e i fiammiferi, ma non fa in tempo nemmeno ad accendere uno di questi ultimi che qualcos'altro inizia ad emettere luce al loro posto. Contro ogni aspettativa, il bagliore viene dalla mappa.
    Il tempio viene illuminato a giorno a tal punto da costringere Denver a coprirsi gli occhi; un istante dopo può però notare come non ci sia davvero stata nessuna presenza oltre a sé stesso e Natasha. Meglio così.
    Alla fine, la luce ritorna a livelli tollerabili, ed allora può cominciare a guardarsi intorno. Due cadaveri, per cominciare, giusto come buon augurio.
    Qualcuno ha sparato in testa loro.
    È vero, conviene. Natasha è sicuramente più preparata in materia, ma aver combattuto in Europa ed aver vissuto in una delle più turbolente città degli Stati Uniti hanno conferito anche a lui una certa infarinatura.
    « Già. Inoltre, qui o qualcuno è sceso frequentemente per pulire questi corpi o i disgraziati che erano sono morti più di recente di quanto sembri. »
    Non nota alcuna arma sul pavimento. Qualunque cosa fosse successa, non si è trattato di un suicidio. Piuttosto, devono essere caduti in qualche trappola, oppure sono stati uccisi da qualcun altro. È a questo punto che Denver non può fare a meno di farsi alcune domande:
    • Chi o cosa li ha davvero uccisi?
    • Se è una trappola, come l'hanno attivata?
    • Se è una trappola, questa dove è situata?
    • Ma, soprattutto: c'è una qualche correlazione tra lo sparo e qualunque cosa abbia ridotto i loro resti in quello stato?
    Si sono decomposti straordinariamente in fretta e qualcuno o qualcosa ha sparato loro prima o dopo ciò. C'è qualcosa che non torna, ma Denver non ha ancora abbastanza elementi su cui cominciare a formulare ipotesi. Forse, spera, potranno trovare qualcosa in più più avanti, nei corridoi dai quali ha appena sentito arrivare un filo d'aria.
    Magari anche qualcosa sulla porta di pietra che hanno davanti. Per ora, non c'è nessun indizio sulla vera natura di quei simboli e tasti, e cosa conseguirebbe al premerne uno. Non hanno altra scelta: devono esplorare i corridoi.
    Serve combinazione, dobbiamo cercarla. Forse in altri corridoi.
    « Penso anch'io così. Andiamo; non è il caso di separarci. »
    Dice, con fare sicuro. Mappa alla mano, si avventura verso il corridoio di sinistra, guardandosi attorno in cerca di tutto ciò che possa tornare loro utile, e facendo bene attenzione a dove mette i piedi.

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
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    TEMPLE RAIDERS - interno del tempio
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    Vi avventurate così nel corridoio di sinistra, una scelta del tutto arbitraria in verità, dopotutto entrambi i percorsi paiono identici e simmetrici, almeno stando alla mappa magica di Harrison. Proseguite nel buio annaspando quasi ad ogni passo; certo la magica cartina emette una fievole luce di fondo ma quel barlume di candela non può perforare le tenebre più di qualche passo dinanzi a voi, eppure avevate preso anche una torcia vero ? Ad ogni modo proseguite nel percorso, Denver tiene gli occhi bene aperti scrutando, per quel poco che può, le sue immediate vicinanze, a causa del buio in verità solo il pavimento sotto di voi e la parete più vicina. Notate macerie, enormi lastroni di pietra lavorata franati e pezzi di vecchie statue spezzati al suolo, il terreno lievemente coperto da una patina di sabbia soffice che piano, piano va a sfumare più in profondità vi spingete, lasciando spazio ad un regolare pavimento di solida roccia levigata. Incespicando per qualche altro metro proseguite nel vostro cammino seguendo la mappa, quando all'improvviso vi bloccate; vi fermate giusto in tempo, evitando così di sbattere il muso contro una parete di solida roccia davanti a voi, che chiude nella sua estensione il tunnel, sulla mappa eppure dice che lì ci dovrebbe essere una strada...

    click

    Un lieve rumore meccanico nell'oscurità, nella tua testa Denver questo piccolo suono viene amplificato, non appena il tuo senso di ragno da reporter si attiva. Senza nemmeno pensare il tuo corpo si sposta volontariamente all'indietro, in una reazione dettata dall'auto preservazione, evitando qualcosa che sfreccia veloce dinanzi a te, al livello dei tuoi occhi. Ottimo lavoro.

    Natasha... tu non sei così fortunata purtroppo, certamente la tua velocità è superiore alla media ma i tuoi sensi no, il buio ti rende impossibile vedere la piastra a pressione sulla quale il tuo piede si è appena posato e lo scatto meccanico è troppo attutito per poter essere percepito. Tutto ciò che noti è un movimento rapido al tuo fianco: il tuo compagno di disavventure che si sposta rapido all'indietro. Non può fare nemmeno in tempo ad avvisarti che. Shunk. Percepisci una forte pressione alle costole.

    ...
    Nessun dolore.

    Guardi immediatamente in basso notando un dardo, molto simile a quelli da balestra, conficcato di almeno un pollice nel tuo costato. Per un istante ti ritrovi confusa, non percependo alcuna sensazione dal proiettile e nella zona di impatto, semplicemente raggiungi il dardo e lo estrai con una facilità disarmante: nessun foro, niente sangue. Eppure ti senti strana... più affaticata, più appesantita nei tuoi arti, un lieve torpore corre sulla tua spina dorsale come se avessi corso per un lungo periodo di tempo. Certamente molto strano, non vi è che dire. Ah, inutile tentare di esaminare il dardo: non appena questo viene estratto dalla zona colpita puff, si sbriciola in polvere e scivola via dalle tue dita.

    Ora potete entrambi udire un distinto e sonoro rumore meccanico, non è necessario un genio per comprendere che la trappola è stata ricaricata e pronta a far fuoco di nuovo, forse è meglio procurarsi un poco più di luce e stare attenti a dove si mettono i piedi eh ? A proposito di luce: entrambi ora potete notare un fievole bagliore alla vostra destra; una porta gigantesca, alta poco più di tre metri e mezzo si erge dinanzi a voi, una porta effettivamente riportata sulla cartina, a differenza di quel muro... Le cose a cui fate più caso in questo preciso istante sono fondamentalmente tre:
    - La porta è chiusa e apparentemente non intenzionata ad aprirsi; ad ogni modo è spezzata alla sommità, un enorme buco nella pietra lavorata vi permette di intravedere una fievole luce provenire dal di là della barriera, oltre al vento che percepivate nel corridoio. Il buco ad ogni modo è troppo in alto per poterlo raggiungere normalmente, dovrete ingegnarvi se foste intenzionati a superare tale ostacolo.
    - Il muro non presente sulla mappa è effettivamente solido. Da subito pensate ad un'illusione o un trucco ma, tastando la superficie ruvida della pietra, potete ben constatare la tangibilità di questa struttura fantasma. Notate però una cosa a secondo sguardo: la composizione è diversa da quella delle pareti circostanti. Dove solitamente vi sarebbero lastre lisce e lavorate, qui si trova pietra viva e nuda, grezza; come se qualcuno avesse tirato fuori un pezzo di terra dal muro più vicino...
    Quale è la terza cosa ? Beh, solo Denver può saperlo, in quanto il suo sesto senso sta letteralmente impazzendo, percependo pericoli in avvicinamento dall'oscurità chissà dove. Per un lungo istante rimanete in silenzio, portati sulla difensiva, venendo avvolti dalla quiete e il lieve rumoreggiare del vento che soffia. Nulla.

    ...
    click, tick, tick, click, click-click


    Dopo pochi secondi, attraverso il lieve ululare dell'aria, vi giunge alle orecchie un suono strano, irregolare, innaturale. Un ticchettio ripetuto, come se qualcuno stesse picchiettando un ramo contro la solida roccia... E si avvicina, rapido, molto rapido. Che sia questo il pericolo percepito da Denver ? Probabile. Sapere di cosa si tratta ? Impossibile vista l'oscurità che vi avvolge e la sua distanza. Cosa fare a riguardo sta solo a voi, però scegliete in fretta:

    il tempo è tiranno.



    |QM POINT|

    MAPPA DEL TEMPIO VISIBILE
    X Majinz: Natasha si becca un dardo nel costato, stranamente non prova dolore e non perde sangue ma si sente un poco più debole. La tua energia massima è diminuita del 10%, il nuovo totale è 90%

    Ciò che vedete e percepite:
    - Porta alla vostra destra, parzialmente sfondata nella parte superiore.
    - Folate di vento provenienti dalla fessura nella porta.
    - Fievole luce proveniente dalla fessura nella porta.
    - Dinanzi a voi un muro non indicato sulla mappa.
    - Dal corridoio dietro di voi provengono rumori ticchettanti, troppo lontani per essere distinti chiaramente.
    - Attorno a voi diversi detriti e macerie.
    - La passiva di Denver continua ad avvisarlo di un pericolo imminente.

    SCADENZA: 20/04/2016



    Edited by Marcus « - 13/4/2016, 23:04
     
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    Attraversano il corridoio con passo cauto, con la luce fioca della mappa a guidare i loro passi, senza però trovare, per il momento, nulla di utile. Non riesce a notare indizi di sorta, né tantomeno le ricchezze promesse da Jones. Queste ultime, però, presume che le troverà probabilmente in una qualche stanza del tesoro più avanti, insieme all'idolo scimmiesco.
    Trova, invece, un muro di pietra laddove la mappa indicherebbe invece via libera. Più volte, sposta stupito lo sguardo dalla cartina al muro che hanno davanti, come a volersi assicurare di aver seguito davvero il percorso giusto.
    Ma non gli pare plausibile essere riusciti a perdersi, in due, su un percorso tanto lineare; è semplicemente assurdo. Deve esserci qualcosa che non va, e se si parte dal presupposto di voler dare la mappa per buona...
    ...Allora è il tempio stesso ad essere in qualche modo cambiato.
    Se questo non fosse il caso, allora stanno navigando seguendo le indicazioni di un falso. Il problema che rimane è che né Natasha né Denver hanno ancora in mano alcun elemento per avanzare alcuna congettu-
    click
    Pericolo.
    « SH- »
    Si sposta all'indietro di scatto, evitando per un soffio un proiettile che gli passa invece davanti agli occhi. Non ha idea di come abbia fatto, ma è lieto di aver ancora dei buoni riflessi. È Natasha ad essere colpita al suo posto.
    « Hey! È tutto a posto? »
    Vede quello che si rivela essere un dardo conficcato nel costato di lei. Non ha idea di quanto possa essere profonda la ferita -non ha potuto misurare la lunghezza effettiva di ciò che l'ha colpita-, ma trova strano non aver visto nemmeno una goccia di sangue scendere.
    E quando Natasha rimuove il corpo estraneo, Denver non può non notare che non viene lasciato nemmeno un buco, mentre il dardo in questione si disintegra del tutto.
    « ...che diavolo era questa? »
    La trappola intanto si è già riportata in asse, pronta ad essere attivata di nuovo. In qualche modo, gli anni non hanno intaccato il meccanismo. Dovrà menzionare questo particolare, quando scriverà di questo posto.
    La sua attenzione viene ora catturata da una porta, alta circa undici o dodici piedi e fatta anch'essa di roccia. È chiusa, ma una breccia in cima ad essa vede filtrare della luce, per quanto flebile. Sorride; l'apertura è abbastanza grande per riuscire a farli passare.
    Ammesso di riuscire ad arrivare fin lassù.
    È solo poco dopo che si accorge invece di una certa inconsistenza nel muro. Sembra un tipo di roccia diversa; segno che, comunque sia finito lì, prima non c'era. Sono due i casi che formula sul momento:
    • Qualcuno prima di loro ha fatto scattare una qualche trappola che ha portato a questo;
    • Qualcuno ha deliberatamente installato quel muro dopo la creazione della mappa.
    Ma se fosse davvero una trappola del tempio, perché allora la composizione della roccia è diversa da quella circostante? In realtà, non pensa che gli antichi costruttori del tempio possano essersi curati realmente di un simile dettaglio.
    Il problema è che non avrà il tempo di rifletterci sopra. Nel silenzio, qualcosa, dentro di lui, gli sta suggerendo di muoversi da lì alla svelta.
    ...
    click, tick, tick, click, click-click
    Really?
    « Qualcosa sta arrivando. Natasha, prendo in prestito la corda. Dobbiamo arrivare di là in fretta. »
    Si fa dare la corda da lei, quindi vi lega la piccozza, lanciandola infine verso l'apertura del muro. Non è il massimo, ma è comunque una specie di gancio e il meglio che ha a disposizione in questo momento. Se il lancio ha successo, comincerà a scalare il muro arrampicandosi sulla corda, forte del costante allenamento a cui si è sottoposto a Laputa, tenendo al meglio la base della torcia tra i denti.
    Una volta in cima al muro, aiuterà Natasha a salire a propria volta -probabilmente non servirà nemmeno, giovane e agile com'è-, prima di recuperare l'attrezzatura e scivolare, sempre aiutandosi con la corda e piccozza di prima, sulla parete opposta.
    Per poi fare in modo di riprendere tutto ancora una volta. È lì che avrebbe poi acceso la torcia, eventualmente.

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Agitato
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli
    Scenici: N/A
    Equipaggiamento: M1917 Revolver
    Armatura: Armament: Hardening

    Oggetti: Torcia, fiammiferi, piccozza.


    Edited by Kuma. - 20/4/2016, 10:58
     
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  15. _MajinZ_
     
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    User deleted


    La penombra ci avvolge mentre avanziamo nel corridoio, superando cumuli di detriti e frammenti vari, probabilmente si tratta del paradiso di ogni archeologo... ma per me è tutta questa roba è solo spazzatura. Per fortuna comunque il percorso si rivela lineare, privo di deviazioni e bivi, così anche se il buio è abbastanza fastidioso, riusciamo ad avanzare senza perderci e viste le indicazioni di quel pazzo in superficie, tutto sembra filare liscio e nel migliore dei modi. Ed è proprio tutta questa tranquillità a rendermi nervosa e il sospetto inizia a crescere in me, soprattutto quando ci fermiamo davanti a un ostacolo imprevisto. Un muro ci sbarra la strada e non è neanche indicato sulla mappa... ma non credo che quest'ultima sia un falso, penso invece che qualcuno abbia modificato volontariamente l'area. Ma come provarlo? Non ci sono prove. Faccio un passo indietro per guardarmi attorno. Ed è allora che lo sento.
    Click.
    Un suono del genere, in un labirinto come questo, farebbe rabbrividire chiunque. Tante idee nascono nella mente, come ad esempio il meccanismo di attivazione di una trappola... guardo prima a destra, poi a sinistra. E alla fine guardo in basso. Un dardo si è appena conficcato nel mio costato. Stringo i denti, mi preparo a sentire la scarica di dolore... ma non succede niente. Nemmeno una goccia di sangue fuoriesce dalla ferita. Lo tiro fuori e rimango sorpresa: la tuta è intatta, così come il mio stesso corpo.
    ...credo di si.
    In fin dei conti sto bene, di certo non sono questi i postumi di una ferita del genere... insomma, mi sento solo un po' stanca ma è anche normale, visto che non ci siamo mai fermati da quando il viaggio è iniziato. Il mistero comunque si infittisce quando il dardo scompare, sbriciolandosi come sabbia tra le mie mani. Rimango perplessa per diversi secondi, con una fastidiosa pesantezza alle gambe e una sgradevole sensazione che mi serpeggia lungo la schiena. Rabbrividisco, questa missione inizia a complicarsi sempre di più.
    Questo posto pericoloso, troviamo scimmia e andiamo via.
    Sfioro il punto dove prima spuntava il dardo.
    E stiamo attenti a dove mettere piedi.
    Il tempo è ciò che ci serve, ma ovviamente quello a disposizione è sempre poco... e scorre velocemente, scandito da un pericoloso ticchettio proveniente da un punto imprecisato ma sempre più vicino. Si tratta di un suono innaturale, artificiale. E so già che non si tratta di nulla di buono, in questi momenti la fortuna non gira mai a favore. Una cosa è certa: non voglio restare ferma un secondo di più. Abbandono i miei pensieri quando Denver mi parla, ma ci metto un paio di secondi per capire davvero cosa dice... gli passo la corda quindi, senza capire perfettamente le sue intenzioni, ma al momento mi va bene qualsiasi cosa purché ci faccia muovere. Non so perché accetto l'aiuto, ma in un paio di secondi raggiungo la sommità del muro a mia volta. Infine usiamo la corda per raggiungere l'altro lato... sperando di non crepare nel tentativo. Sfuggire alla morte per morire ugualmente sarebbe stata un'amara beffa.



    CITAZIONE
    Natasha Kurlokova

    Mente: Scossa.
    Fisico: Ok.
    Energia: 90%

    Note: \\

    Passive: Forza, Velocità +50%
    Equipaggiamento: 2 Katane lunghe 110, Armatura Leggera

    Tecniche Utilizzate: \\
     
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38 replies since 12/3/2016, 17:52   738 views
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