[EM] There is a time and place for everything

Ultimamente Dimitriy si annoiava. Ora che tutte le cose si erano sistemate, più o meno, i suoi compiti erano diventati fin troppo semplici e normali, parecchio lontani da quelli che erano quelli soliti... nessuna missione all'orizzonte, almeno per il momento. Il burocrate non era un lavoro per lui e anche se sapeva destreggiarsi bene con le scartoffie, si sentiva davvero sprecato nello stare seduto dietro una scrivania. Eh si, anche gli Eversori di Merovish avevano grossi problemi di digitalizzazione. Per questo aveva bisogno di svagarsi ogni tanto e ogni scusa era buona, anche ricevere un messaggio tutto allegro ed eccitato da parte di Xar alle prese con qualcosa di nuovo. E a giudicare dall'immagine mentale, doveva essere qualcosa di davvero particolare.
Il russo comunque non era un tipo sadico, certo, aveva commesso un sacco di peccati ma non l'aveva mai fatto per sadismo. Però grazie alle sue abilità, sapeva bene che arrivare alle spalle di qualcuno era facile come bere un bicchier d'acqua e quindi si era rivelato un campione di scherzi... specie con un fifone come Xar, che si spaventava per qualsiasi scricchiolio. Ora, il piccolo era sicuramente migliorato sotto questo punto di vista e aveva sviluppato un pochino di coraggio in più, ma ancora era troppo inesperto per riuscire a beccare il suo superiore, quindi la Lettera poteva divertirsi a comparirgli alle spalle a caso e vederne la reazione. E in questo caso lo sciamano se l'era anche andata a cercare.
Ad ogni modo il biondo se la prese con calma, sapeva come raggiungere quel posto e la strada non era tanta. La calma era anche un requisito fondamentale per fare un buono scherzo, così anche vedendo Xar voltato di spalle, Dimitriy continuò a camminare senza fretta, fino ad arrivargli a pochi passi. Lentamente si abbassò in modo tale da avere il viso alle stessa altezza, poi azzerò la distanza per spuntare con il suo volto proprio accanto a quello del verdino, sulla sua spalla.
Ciao.
Una singola parola pronunciata con un tono abbastanza alto, ma non così tanto da rompere un timpano. Come avrebbe reagito Xar? Saltando come un gatto a cui avevano puntato un cetriolo alle spalle? Oppure mettendosi a urlare come una signorina? O magari, visto che era un po' nigga, avrebbe reagito in modo violento con tanto di cazzotto potentissimo. Era difficile capire come sarebbe andata, bisognava solo attendere il momento della verità.

La Lettera aveva pensato a numerosi scenari, lo faceva anche pensando a uno scherzo, ma mai aveva pensato a una reazione così vera, realistica... letale. Lo spavento era riuscito alla perfezione, forse anche troppo visto che al piccolo Xar era venuto un coccolone. Mani al petto, boomerang che cadeva per terra... sembrava la classica reazione che generata da un attacco di cuore: mancava solo la schiuma alla bocca per essere perfetti. E infine il piccoletto cadde a terra, privo di conoscenza almeno in apparenza. Ora, Dimitriy aveva visto molte persone morire, ne conosceva perfettamente le reazioni e questa non sembrava una finta... ovviamente non perse la calma, ma sapeva che in questi casi un assassino non era un ottimo aiutante. Serviva un dottore e il biondo ne conosceva uno che si trovava proprio in quel luogo.
Il Dottor Kozlov.
La situazione sembrava disperata, ma poteva anche trattarsi di un semplice abbassamento di pressione: doveva controllare meglio. Due dita andarono ad appoggiarsi sul collo, il battito era quasi impercettibile ma almeno il cuore non si era fermato del tutto, il che era una buonissima notizia... e a giudicare dal ritmo, per quanto lento restava regolare. Si trattava di una situazione sospetta, eppure esternamente sembrava una cosa grave, ma difficilmente si poteva registrare per un semplice spavento... a meno che Xar non fosse cardiopatico. Difficile da credere, ma possibile. O magari la sua anima non aveva retto. Cazzo Dimi, hai fatto un macello. Non poteva trattarsi di uno scherzo: bisognava agire prima che la situazione peggiorasse.
Xar preparati, farà un po' male.
In realtà il russo stava già sospettando qualcosa, quindi prima voleva fare una prova per capire quanto fosse grave il tutto. Cosa c'era di meglio di un contro-contro-scherzo? Niente. Ovviamente era pronto a salvargli la vita nel caso servisse. Ma prima... il Ki andò a concentrarsi nel pugno, una conoscenza dello spirito avrebbe subito percepito l'aumento di forza.
Ti colpirò fortissimo al petto, non arrenderti!
Pugno a martello, avvolto da una luce verdastra. Era pronto. Il sicario sollevò il braccio e scagliò il colpo a tutta forza verso il petto dello sciamano... fermandosi a un paio di centimetri da esso. Se Xar era vigile si sarebbe scansato, in caso contrario il biondo avrebbe immediatamente ricominciato da capo, sferrando davvero il pugno. Ma solo nel secondo caso. Non voleva mica avere davvero una sua recluta sulla coscienza.

Un secondo prima che il pugno andasse a bersaglio, Xar scattò come una molla per mettersi seduto e sfuggire al colpo che gli avrebbe salvato la vita... nel caso il suo cuore si fosse davvero inceppato. Ma non accadde nulla di tutto ciò e il tutto si rivelò essere una burla, proprio come aveva previsto il biondo nel suo scenario “buono”. Però doveva ammetterlo, quel ragazzino l'aveva fregato e gli aveva fatto prendere un colpo. Anche lui sapeva che fare una cosa del genere a un uomo esperto come Dimitriy non era semplice, infatti stava gongolando tutto soddisfatto. Per la prima volta aveva acquisito un leggero vantaggio, era riuscito a fare quella mossa sfruttando l'occasione per creare un diversivo che poteva tornare utile in diversi casi... anche per uno scherzo.
Lo ammetto, per un attimo mi hai fregato.
Commentò il biondo sollevando le mani, in segno di resa.
Il tuo cuore sembrava fermo, sei riuscito a farmi preoccupare.
Forse questa era la prima volta che il russo si spaventava per qualcuno, non gli era mai capitato prima d'ora di trovarsi in questa situazione con una persona a lui cara. Certo, gli era capitato di vedere Alison svenuta nel corridoio della Behemoth, però in quel caso si era trattato di qualcosa di meno preoccupante di un attacco di cuore... in un ragazzino di quell'età poi. Ma nonostante la mente gli dicesse di vagliare ogni ipotesi, il suo istinto era in procinto di esplodere e in quei momenti, doveva essere sincero, si era davvero preoccupato e non poco. Era una vera fortuna che si trattasse solo di uno scherzo davvero ben riuscito. Ad ogni modo Dimitriy si tirò su, porgendo la mano al piccolo sciamano vittorioso per aiutarlo ad alzarsi.
Allora, cosa dovevi farmi vedere?
Aveva visto già il boomerang, ma farsi spiegare il tutto dal diretto interessato era sicuramente meglio... e poi se lo meritava, dopo lo scherzone che gli aveva fatto. Perché si, era un grandissimo passo avanti quello: vincere l'insicurezza per dare vita a una contromossa degna di tale nome. Xar stava crescendo, anche se il suo corpo non lo testimoniava affatto.

Dimitriy osservò il boomerang, apprezzandone subito la pregevole fattura. In quell'armeria si potevano recuperare armi di ogni tipo, ma a renderle diverse dalle altre armerie della Tana era sicuramente la qualità. Spesso a Merovish si preferiva la quantità alla qualità, ma quell'armaiolo se ne fregava altamente di questa usanza e offriva sempre ai propri clienti il meglio che si poteva trovare sulla piazza, mostrando anche una conoscenza vastissima e una scelta che aveva dell'incredibile. Si passava dalle semplici lame ad arnesi tecnologici, passando anche per boomerang e simili. E quel piccolo oggetto di legno sembrava davvero solido, oltre che leggero e preciso. Il problema quindi non stava nell'oggetto lanciato, ma nel lanciatore.
Il biondo osservò Xar fare un bel lancio, tanto che l'arma disegnò una parabola molto precisa fino a colpire una stalattite rompendone la punta. Poi però l'arma fece ritorno, proprio come era stata concepita... e qui mancava un dettaglio fondamentale. Il verdino non era li per recuperare l'arma e quindi a chi toccava farlo? Ecco. Per evitare di spaccarsi i denti, Dimitriy afferrò al volo l'oggetto a pochi centimetri dalla sua faccia. Lo afferrò tra due dita, pollice e indice per la precisione, tornando poi ad osservare lo sciamano.
Vedi? E' questo il problema.
Fece saltare il boomerang verso l'alto, riacchiappandolo al volo.
Non devi avere paura della tua arma, altrimenti lei non ti rispetterà.
Il russo era forse impazzito? Stava parlando di un oggetto come di un'entità viva, quasi senziente. Il suo ragionamento però aveva senso, visto che un'arma era come un prolungamento del proprietario, un'estensione della sua stessa anima, per restare in tema sciamanico. E quindi se la si voleva utilizzare al meglio, era necessario prima di tutto fidarsi di lei. Per fidarsi però bisognava affrontare il problema, quindi Xar doveva imparare la chiusura del numero.
Ogni guerriero deve fidarsi della sua arma, se sei sicuro delle tue capacità lei non ti farà mai del male e non colpirà la tua faccia. Adesso riprova e questa volta non scansarti, affrontala. Ti aiuterò io nel caso serva.
Il piccolo sciamano aveva anche una sorta di assicurazione contro i danni, ma tutto il resto dipendeva soltanto da lui. Aveva le capacità per fare praticamente tutto, doveva solo riuscire a superare l'iniziale insicurezza e credere fermamente nelle proprie capacità. Per lui era fondamentale apprendere l'arte del lancio e del recupero del boomerang, perché questo poteva diventare uno dei suoi migliori assi nella manica.

Dimitriy fece qualche passo indietro, incrociando le braccia per ammirare la prova di Xar. Come era prevedibile, superò facilmente la fase di lancio eseguendo un movimento fluido, non troppo elegante ma neanche scadente, in grado di donare al boomerang sia la spinta di cui aveva bisogno per volare, sia l'effetto che gli permetteva di ritornare tra le mani dell'utilizzatore. Le colonne calcaree finirono nuovamente sulla traiettoria e ancora una volta persero la loro punta acuminata, ricadendo morbide sul terreno roccioso. Infine l'arma iniziò la curva per tornare indietro e questa volta lo sciamano non perse la calma, restando in attesa del recupero. Rimase fermo in posizione e al momento giusto fece un piccolo balzo, acchiappando il boomerang tra le mani senza rimetterci un dito o il naso.
Bravo, visto? Bastava solo avere un po' di fiducia.
Era stato davvero bravo, ma su una cosa aveva ragione: con un bersaglio mobile la difficoltà diventava sicuramente maggiore, bisognava calcolare con maggiore precisione la traiettoria e aggiungere alcune variabile per effettuare un lancio perfetto. Ad ogni modo serviva un bersaglio e visto che non avevano nulla di simile, dovevano inventarsi qualcosa. Il biondo fece qualche passo avanti sciogliendo le braccia, posizionandosi proprio di fronte al verdino.
Dai, prova a colpirmi.
Era serio, non stava mica scherzando. Xar sapeva che Dimitriy non era nuovo a scelte così azzardate, già una volta si erano picchiati per fare un test e anche questa volta la cosa sembrava davvero pericolosa. Ma ovviamente il russo non aveva intenzione di starsene fermo, altrimenti non sarebbe cambiato nulla rispetto a prima. Sorrise per un secondo, prima di iniziare a saltare tra una stalattite e l'altra con una facilità disarmante. Ovviamente non si stava muovendo al massimo delle sue abilità, visto che in quel caso sarebbe stato impossibile per Xar colpirlo... ma in questo caso anche se la difficoltà era abbastanza alta, facendo due calcoli poteva azzeccare il lancio per colpire il bersaglio Kozlov.

Dimitriy aveva impostato la prova a una difficoltà intermedia, non stava giocherellando tra le stalagmiti giusto per perdere tempo, però non si stava neanche impegnando al massimo perché in quel caso... beh, sarebbe stato praticamente imprendibile. Per Xar almeno. Il Lampo infatti era uno specialista in questo tipo di movimenti, molte delle sue capacità si basavano infatti sulla destrezza nei movimenti e il suo addestramento era improntato proprio in quella direzione, era il migliore in quello, per questo motivo il suo soprannome la diceva davvero lunga. Se lo portava dietro da sempre, non ricordava neanche il giorno in cui i suoi compagni l'avevano chiamato così per la prima volta... ma da quel giorno non l'aveva mai perso, portandoselo dietro fino all'età adulta e diventando infine anche il suo nome in codice.
Ma oggi, beh, sarebbe stato un po' meno Lampo del solito.
Osservò con cura ogni mossa del piccolo sciamano, senza perderlo di vista neanche per un istante. Lo vide concentrarsi, calcolare con precisione lo schema dei movimenti, prendere la mira e scagliare il boomerang con sicurezza, nel punto esatto. Come prevedibile la curva si fece ampia, disegnando una traiettoria a rientrare molto insidiosa. Quando il biondo toccò nuovamente il suolo, fu come premere il meccanismo di una trappola, finendo proprio sulla traiettoria dell'arma. Il senso del pericolo del ragazzo per poco non esplose, mentre lo avvisava della minaccia imminente... e dovette dar fondo a molte delle sue doti per evitare di farsi male.
Era talmente concentrato che quasi non si accorse dell'avvertimento di Xar, ma il suo fisico allenato era già pronto a evitare il danno. Il sicario sfruttò il suo corpo elastico, abituato a dei movimenti molto complessi, piegandosi all'indietro giusto in tempo per vedere il boomerang sfrecciare sopra il suo naso... poi allungò il braccio, afferrandolo saldamente. Infine sospirò: si era impegnato davvero per schivarlo, ciò significava che il verdino aveva fatto davvero un buonissimo lancio.
Devo farti davvero i miei complimenti, oggi mi stai mettendo davvero alla prova.
Commentò il russo mentre avanzava verso lo sciamano, porgendogli poi la sua arma. Serviva ancora molta pratica, questa volta la fortuna aveva fatto da protagonista, ma di sicuro era sulla buonissima strada. Serviva solo tanta, tantissima pratica.
Sei sulla buona strada per diventare un ottimo guerriero.
Un piccolo sorriso, per poi premiare Xar in un modo che probabilmente non amava... ma a cui doveva comunque abituarsi: il contatto fisico. Per questo motivo li scompigliò i capelli, ormai era quasi un piccolo rituale, un qualcosa di immancabile alla fine dei loro particolari allenamenti. Di certo non sarebbe stato l'ultimo.

Dimitriy sapeva che per superare un trauma, bisognava affrontarlo e sconfiggerlo. Xar doveva saperlo ormai e grazie al suo impegno era riuscito a vincere molte paure... anche se la più importante e difficile era proprio questa, la paura del contatto fisico. Purtroppo non si trattava di un problema superabile con il semplice allenamento, serviva parecchio tempo e tanta pazienza, sia da una parte che dall'altra. Quindi il biondo avrebbe continuato con lo scompigliamento ancora per un po' e lo sciamano doveva abituarsi, visto che non aveva modo di sfuggire a una tale invasione del suo spazio vitale. E poi lui ci era già passato, quindi sapeva per esperienza che questa era la strada giusta da seguire... ciò infatti aiutava a capire non solo gli altri, ma soprattutto se stessi. E capendo se stessi era più facile superare i limiti imposti dal corpo e dalla mente.
Vedremo.
Rispose il sicario superando il piccolo sciamano, senza dare troppa importanza al suo atteggiamento minaccioso. Sapeva che era tutta una finta, un modo di difendersi dal trauma che aveva subito, un nemico potente ma battibile con i modi e i tempi giusti... insieme ci sarebbero riusciti. Comunque l'allenamento odierno aveva convinto ancora di più la Lettera, era sempre più certo che la scelta di arruolare Xar negli Eversori si era rivelata azzeccata. I miglioramenti erano talmente evidenti da sorprendere quasi il russo, ma ciò lo rendeva soltanto orgoglioso. Il suo pupillo cresceva bene, anche se a guardarlo non sembrava... ma i progressi che stava facendo erano davvero incredibili. Soprattutto quelli interiori.
Vieni?
Il ragazzo si voltò verso il verdino, invitandolo a seguirlo. Dopo un allenamento non c'era niente di meglio di un dolce al miele e qui vicino c'era un chiosco che le vendeva, un chiosco pulito dove non si rischiava di beccarsi ogni malattia esistente. Si, lo sapeva che non aveva bisogno di mangiare, ma bisognava leggere ciò che c'era dietro questa particolare azione... giusto per fargli capire che non sarebbe più stato solo. Era un modo per rendere ancora più saldo quel rapporto, questa volta non voleva sbagliare.