The man in the yellow jacket

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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Cala la notte, sulla città.
    Le ombre, non più incatenate ai ferrei regolamenti solari, si allungano, abbracciando il paesaggio.
    I caratteristici vicoletti, così apprezzati dall'alba al tramonto, mutano fino a diventare irriconoscibili.
    La gente per bene, al calar delle tenebre, cerca rifugio nel focolare domestico, nella spensieratezza delle taverne, nei caldi abbracci dei relativi amanti... chi invece, per necessità, è costretto alla vita notturna, si appresta a malincuore a svolgere i propri doveri.

    Voi, tuttavia, non appartenete a nessuna di queste categorie.
    Voi siete ladri.
    Voi siete truffatori.
    Siete tagliaborse, e forse anche dei tagliagole. Siete la società che vive sotto la società stessa, coloro che, per virtù o per necessità, con la sola forza di volontà è capace di appropriarsi di tutto.

    Cala la notte, sulla città... si apre il sipario.



    OlTltEK


    Chi più, chi meno, siete tutti dei ladri.
    E' inutile negarlo, miei illustri ospiti... lo siete.
    E siete qui proprio per questo motivo.
    Perché nell'arco della vostra vita, almeno in un occasione, vi è capitato di dover rubare.
    Forse era qualcosa di vostro, qualcosa che volevate soltanto recuperare... o forse, più semplicemente, siete degli avidi figli di puttana.
    Non siamo qui per giudicarvi, davvero.

    Come dicevo, nell'arco della vostra vita vi si è presentato un bivio, una scelta.
    C'era qualcosa, qualcosa che volevate con tutti voi stessi. Qualcosa che non era vostro, almeno agli occhi della morale, o della legge, o di qualsiasi forza superiori governi le vostre vite.

    Potevate scegliere di arrendervi, di rinunciare... di farvene semplicemente una ragione. Accade di continuo, a tutti noi. Eppure, voi avete deciso di osare. Di allungare la mano e prendere in pugno il vostro destino, anche a discapito di altri.
    Dio solo sa quante avversità avete dovuto attraversare!
    E con un abilità che non è certamente sfuggita ai nostri attenti occhi, avete superato ogni avversità, ogni ostacolo. Avete eluso guardie, avete scassinato serrature, avete sedotto, mentito.

    Ahimè, ci si è spezzato il cuore dovervi negare il premio.
    Perché in quelle notti senza stelle, in quei momenti di intrighi, di passione e di abilità indiscussa... non trovaste mai i vostri tesori.

    Si può anche dire che noi rubammo a voi... ma forse è più corretto precisare come ci fossimo limitati a battervi sul tempo.
    Forza, non prendetevela. Non lo abbiamo certo fatto con cattiveria!
    E vi abbiamo anche lasciato un regalo, in modo che non possiate proprio avercela con noi.

    JivRbcE

    Un singolo biglietto intarsiato d'oro, degno di una corte regale! Sul retro, oltre che alle nostre sentitissime scuse, troverete una data, un luogo, ed un orario.
    Rispettivamente, la data di oggi, il luogo di adesso, l'orario di ora.

    Seguendo le istruzioni, infatti, sarete certo in grado di trovare il magazzino apparentemente abbandonato, ad est della piazza centrale di Lafiel.
    Un vecchio magazzino, dicevamo, in parte ancora pieno di vecchi manichini, costumi, frammenti di sceneggiature... Lafiel, del resto, è squisitamente nota per i suoi mille teatri! Una città d'arte, di romanticismo... quale posto migliore, per questa sceneggiata?

    Sul fondo del magazzino, dopo alberi finti, ballerine inanimate e un aristocraticissimo modello in scala 1:1 di Quarion in cera, troverete la nostra amabile segretaria, diligentemente dietro la sua fidata scrivania.

    DwF2cdv

    Prego, consegnate pure il vostro invito!
    vi accoglierà, cinguettante.
    Dietro di lei, una porta.
    ... il direttore vi riceverà quanto prima.

    Mettetevi comodi, dunque! Fate conoscenza! Leggete qualche rivista... il direttore sarà subito da voi.







    Edited by Kami della Falsa Speranza - 20/3/2016, 01:17
     
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  2. _MajinZ_
     
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    Infiltrarsi in quella villa era stato facile, forse troppo. La semplicità però non dipendeva dalle guardie, addestrate e armate in modo impeccabile, e nemmeno dalla difficoltà nel difendere un grande edificio, quasi completamente privo di punti ciechi e monitorato da strettissimi giri di ricognizione. Per un individuo con le sue abilità e tutta quell'esperienza, infilarsi in casa altrui non rappresentava mai una sfida complessa.
    Tutto nasceva da un accurato studio preliminare, fatto di appostamenti e osservazioni dalla distanza, annotando ogni dettaglio. Orari, percorsi, abitudini: tutto ciò che poteva servire per creare un piano veniva registrato e studiato nei minimi particolari. Poi si procedeva con l'ideare il piano vero e proprio, mai in una singola versione ma seguendo numerose ipotesi e scenari diversi, così da non farsi mai trovare impreparati. Infine si arrivava al momento della verità, dove ci si infiltrava e si seguiva con attenzione il piano, adattandolo alle situazioni che potevano nascere... perché le cose non andavano mai secondo i piani. C'era sempre qualcosa che andava storta, nessuno era immune a questa realtà.
    Dimitriy però non era un ladro, anche se il suo addestramento non lo rendeva molto diverso da tali individui e alla fine anche lui rubava qualcosa, rubava delle vite. Ad ogni modo non era solito rubare degli oggetti, quando lo faceva c'era sempre un importante motivo di mezzo. Quel che l'aveva portato a superare una sorveglianza strettissima, rischiando di rimetterci le penne, e a mettersi in gioco... era stata l'infatuazione per quella lama. L'aveva cercata e inseguita per molto tempo, ne aveva seguito le tracce e infine aveva scoperto che era custodita nella collezione di qualcuno che non meritava di possedere una simile opera d'arte. Il russo aveva quindi deciso di sottrargliela, in un modo o nell'altro. Si trattava di una spada dalla pregiata fattura, appartenente a una casta di preziose armi nate nella leggenda. Un pappone ignorante non la meritava, non ne era degno e di certo non ne avrebbe sentito la mancanza.
    Ed eccola quindi, un ombra che strisciava tra esse quasi fosse fatta della stessa oscura sostanza. La luce riusciva a catturare solo qualche piccolo estratto, un'illusione per un occhio fiaccato dalla stanchezza. Poi un colpo preciso dietro la nuca, il corpo che finiva in un angolo buio e la via libera verso il seminterrato. E qui l'intruso divenne tutt'uno con il buio, scomparendo agli occhi di tutti per riapparire davanti a una porta chiusa... aperta dalla chiave recuperata in precedenza, sfiorando il tesoriere distratto. Sentire la serratura scattare era un piacere, attendere dietro l'angolo il passaggio della ronda rendeva l'attesa ancora più eccitante.
    Il sicario non agiva mai di fretta e anche se ansioso di recuperare l'antica spada, continuò a mantenere alta la guardia fino alla fine, anche quando si ritrovò finalmente davanti alla scatola di legno nero, custodia della tanto agognata refurtiva. La sorpresa però fu amara, quando sollevando il coperchio l'interno si rivelò essere vuoto... se non per uno strano biglietto dorato. Qualcuno era stato li prima di lui. Anche se deluso, Dimitriy non si scompose più di tanto e lesse le istruzioni fornite dal biglietto, finendo però con in terminare il tempo... ritrovandosi sulla strada della ronda. Uno sguardo attento lo vide svoltare l'angolo, l'allarme non ci mise molto a scattare, ma bastò un secondo per perdere le tracce dell'intruso. In un attimo il biondo era fuori, inghiottito dalla notte scura a causa delle nuvole nel cielo.
    Lafiel era la meta. Trovare quel magazzino pieno d'avanzi di teatro non fu per nulla difficile, puntuale come al solito Dimitriy consegnò il suo biglietto senza aggiungere nulla. Teneva molto a ciò che gli era stato sottratto, voleva vederci chiaro, ma alla fine non era arrabbiato... anzi. Tutto questo aveva l'aria di una sfida e lui di certo non si tirava indietro. Decise quindi di sedersi in attesa della chiamata, sfogliando con finto interesse una rivista riguardante le mensole. Chissà, magari sarebbe stata la volta buona per ristrutturare casa.

     
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    Endlos - Ricca Villa a Merovish



    L'ombrellaia cammina graziosa per le strade di Merovish. Nessuno le si avvicina, nessuno ha paura di lei, ma quando tentano un approccio, le basta uno sguardo e chiunque si scosta, fa finta di niente, e riprende il proprio cammino. C'era una villa, una ricca villa che catturava il suo interesse. Una bestia. Una povera bestia rinchiusa a vita in quella gabbia molto e costantemente controllata. Vi erano guardie ovunque e non avrebbero accettato nemmeno una come lei. Ma l'ombrellaia non aveva nulla da temere. Una di quelle la vide, lei si limitò a sorridere e a fargli l'inchino.

    Ogni ladro adopera il suo metodo e, per i più esperti, si lascia anche una firma personale. L'ombrellaia non ha bisogno di spendere troppo tempo nello studio preliminare di un furto. Aveva tutte le abilità necessarie per infiltrarsi, prendere ciò che voleva e lasciare il luogo come se non ci fosse mai stata. La prudenza e la cautela sono sempre una buona arma, specie in azioni criminali che richiedono una grandissima pazienza e precisione. Una donna dalla mano ferma, dal sangue freddo e dalla capacità di acquistare la fiducia di chiunque: le armi giuste per compiere qualsiasi tipo di furto, anche sotto il naso.

    Seduta su una panca prese un pezzo di pane da un sacchetto di carta bianco, cui non è importante dove e come l'abbia ottenuto. Cominciò a sbriciolarlo e a lanciare le molliche di pane per terra. Proprio come farebbe un'anziana in un parco per dare da mangiare ai piccioni. Solo che a Merovish non c'erano piccioni. Rimase lì, con grande pazienza, attendendo il momento giusto mentre pensava a quale piano si potesse adattare meglio e attuare.

    Si alzò quando finalmente si decise su come procedere, staccò la mano dal telo chiuso dell'ombrello e lo aprì. Era giunto il momento di liberare la povera creatura: un'antica spada dalla lama di pregiata fattura. Mischiata tra gli invisibili, la giovane poté tranquillamente recarsi all'interno della villa, incuranti degli accidentali sguardi che le passavano attraverso. Passo costante e calmo. Nessuna fretta, nessun nervoso. Si fermò dapprima nell'atrio osservando la sala e i presenti con un sorriso costante. Poi proseguì verso la sala designata.

    Il suo sorriso si allargò appena quando ebbe modo di scoprire di non esser l'unica a cercare la rara arma bianca. Nessun problema, bastava semplicemente seguirlo, le avrebbe aperto la strada e poi all'ultimo gli avrebbe sottratto il tesoro. Fece attenzione ai suoi movimenti e a mantenere una distanza di sicurezza. Non aveva per niente l'aria di un'inesperto sprovveduto, forse l'aveva già individuata. Eccitante e interessante. Mutò d'aspetto assumendo quello dell'uomo steso dal ladro fulmineo.

    Tutto susseguì rapidamente, tra cambi d'aspetto e invisibilità. Arrivò al culmine di quell'avventura silente. Lo scorse svoltare l'angolo.
    "Al ladro! Al ladro!" - chiamò con voce maschile e aspetto tale. I più vicini accorsero subito, attirati dalle verità propinate dalla sua voce. Chiesero dove, chiesero come. Lei indicò.
    "Per di là, presto!" - li manipolò, affinché stessero alle calcagna di quell'uomo. Corsero come un corpo compatto per il corridoio, poi una formica cambiò strada ed entrò nella stanza del tesoro.

    "Uh.." - un biglietto d'oro, posto in un differente punto. Recava delle scuse, un nome, un invito.
    "Interessante" - la lingua sgusciò tra le labbra, gustandosi quella misteriosa e eccitante svolta di eventi, che neppure lei poteva prevedere. Qualcuno li aveva preceduti entrambi. Non individuabile, era il momento di tagliare la corda poiché non c'era più altro da fare in un luogo cui aveva perso ciò che lo rendeva davvero interessante. Una lama antica, una lama eterna, come l'arte che piace a lei tanto.

    Endlos - Vecchio Magazzino a Lafiel



    Puntuale come il bisogno. Ignorati i modi e i tempi, la giovane ombrellaia entrò nel magazzino con il biglietto d'oro. Lafiel era conosciuta per essere la città dei teatri. Una città che a lei piaceva moltissimo. Adorava le sceneggiature e le storie romantiche. All'interno osservò con attenzione, ma senza darlo a vedere, tutto l'ambiente, compresa quella statua, cui poteva storcere il naso solo per il materiale cui era fatto. Preferiva la carne morta o il ghiaccio. Poi proseguì, tenendo l'ombrello aperto.

    Consegnò il biglietto limitandosi ad un sorriso cortese e innocente. Andò a sedersi vicino all'uomo che aveva già visto a Merovish. Prese una rivista e finse di leggerla, mentre l'ombrello era tenuto in modo che il telo coprisse la parte superiore del viso, a partire dagli stessi occhi. Non proferì parola alcuna. Non sospettava minimamente l'eventualità ch'egli sapesse già di lei. Come poteva d'altronde? Non rimaneva che attendere il direttore e gli eventuali rimanenti arrivi.

     
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    A lungo aveva ponderato sul da farsi. La tentazione era enorme, il richiamo così suadente da riuscire a convincere il bardo.
    Aveva scoperto l'esistenza di quel sublime artefatto, per puro caso. Ne parlava un nobile di Argentstella, vantandosi di possedere una collezione variopinta e inestimabile di cimeli. L'uomo, incline allo sfarzo e alla pavoneria, possedeva un liuto costruito da un mastro liutista, il cui nome, era ben noto per qualsiasi estimatore della musica.
    Un simile oggetto, nelle mani del bardo avrebbe prodotto melodie dall'incantevole suono, per questo doveva diventare suo.
    Non si poteva negare che avesse provato a comprarlo, ritrovandosi deluso dalla risposta dell'uomo. Lo aveva definito come un mero straccione e questo, aveva ferito nell'oroglio lo gnomo, il quale meditava vendetta.
    Il presuntuoso riccone, di sicuro non sarebbe caduto in rovina, se il suo prezioso liuto, fosse misteriosamente svanito.
    Non c'era nulla di male nel prendersi una rivincita e inoltre, desiderava tantissimo poter mettere le mani sul famoso strumento musicale.
    Dopotutto già in passato Badger si era improvvisato ladro, andando a rubare documenti importanti in una gilda mercenaria del Faerun.
    Ripetersi per una seconda volta, non sarebbe stato un problema.
    Era sicuro di farcela, grazie alla sua parlantina e le doti magiche. Armatosi di determinazione, attuò quindi il piano.

    Per fortuna, Argenstella era uno dei quartieri, più inclini ad accogliere la diversità razziale.
    Infiltrarsi a una delle tante feste, organizzate dall'uomo nella sua villa barocca, non risultò difficile.
    Parlando in giro, tra guardie e servitù dell'uomo, era riuscito ad ottenere molte informazioni allettanti, servendosi dell'aiuto di qualche birra offerta, nettare più che adatto a far sciogliere le lingue.
    Per entrare nella residenza dell'uomo, bastava semplicemente procurarsi un invito cartaceo.
    Con le giuste conoscenze nel Bloodrunner, il distretto più malfamato del Pentauron, in poco tempo Badger riuscì a mettere le mani su una copia abilmente contraffatta dell'invito.
    Il semplice era fatto, bisognava preoccuparsi del difficile, infiltrarsi abilmente nella festa.
    Abiti eleganti, ne aveva a sufficienza, quindi non fu un problema per lui trovare il vestiario adatto a una serata di gala. Per precauzione, decise di mascherare il proprio aspetto, tingendosi i capelli in mogano. Alterò anche il colore delle iridi, per mezzo di particolari lenti e così, il vivace azzurro, lasciò spazio a una tonalità corvina. Reputò si trattasse di un abile camuffamento, essendosi anche completamente tagliato la barba, la quale sarebbe ricresciuta con il tempo.

    La serata del grande evento, entrò quindi con estrema disinvoltura dalla porta principale. Mostrando l'invito alle guardie, le quali lo fecero passare senza il minimo dubbio. Non era saggio porsi troppi sospetti su di un nobile, quale era Leopoldus Truffaldonius VI, della nobile dinastia degli Onesti. Cognome dovuto a come gli avi avessero ottenuto rispetto e ricchezza, dando la caccia a qualsiasi truffatore, mostrando arguzia senza pari.
    Era il nome perfetto.

    Sapeva comportarsi in un ambiente sociale, simile a quello delle corti di re e reggine. Per questo riuscì ad ambientarsi senza alcuno sforzo. Per una volta, non mirava a mettersi in mostra. L'anonimato e il basso profilo, avrebbero facilitato i suoi piani.
    Attese quindi con pazienza, agendo quando gli invitati si lanciarono nelle danze.
    Uomini e donne dalla vanità quasi pari a quella del bardo, difficilmente si sarebbero accorti della mancanza di un individuo, tra l'altro "vagamente conosciuto". Per questo fingendo d'andare in bagno, si recò verso la stanza dove era custodita la collezione del padrone di casa. Come faceva il bardo a sapere dove andare?
    Semplice, aveva strappato le informazioni alla servitù dell'uomo, avvicinandosi a loro nelle locande.
    Ovviamente non andò mai a chiedere direttamente simili notizie, preferendo adottare stratagemmi.
    Iniziava offrendo da bere, attaccando bottone per discutere del più e del meno. Quando poi il soggetto posto all'interrogatorio, finiva per abbassare le guardie causa cordialità e qualche boccale di troppo, ne approfittava per raccogliere informazioni.
    In poco tempo era riuscito a conoscere quasi tutte le stanze dell'edificio.
    Il tutto era reso più semplice dalla scarsa sorveglianza usata dall'uomo, il quale per risparmiare, sospettando che nessuno avesse mai osato derubare un uomo potente come lui, non aveva assunto poi così tante guardie e la maggior parte di loro, era occupata a tenere d'occhio l'ingresso e alcune stanze della villa.

    Il suo piano? Entrare tranquillamente nella stanza della collezione, ovviamente per nulla tenuta sotto chiave poiché l'uomo adorava mostrarla ai suoi ospiti.
    Prima di giungere davanti la porta, si guardò bene dal cambiare aspetto. Un maestro degli inganni come lui, possedeva il trucco adatto per far ciò.
    Agli occhi degli altri, sarebbe passato come un uomo di mezza età, dallo stomaco prominente e un neo sulla guancia destra. Indossava abiti eleganti e raffinati, camuffando le calvizie con una parrucca dai boccoli bianchi, simile a quella di un giudice.
    Era il proprietario della casa, il quale Badger aveva osservato a sufficienza da riprodurne tutti i particolari. Era una mera illusione, nessuno se ne sarebbe accorto fin quanto non avesse osato toccarlo fisicamente... Cosa che le guardie difficilmente prenderebbero in considerazione di compiere .
    Sguardo severo, una volta giunto davanti ai due uomini messi a tenere sotto controllo la stanza, li scacciò subito facendo la voce grossa... Il Bardo era anche abile a copiare i timbri di voce altrui.

    «Avete il resto della serata libera. Lasciatemi solo con la mia adorata collezione.»

    Tuonò imperioso, per nulla incline ad ammettere repliche. Dopotutto l'uomo era famoso per avere cambi d'idea repentini, anche questo saputo dalla servitù. Non era raro che quindi decidesse di restare solo ad ammirare i suoi preziosi.
    Doveva cercare il liuto in quell'enorme stanza/magazzino, non sapendo dove trovarlo e con non molto tempo a disposizione. Prima però, si guardò bene dal mettere un foglio in bella vista sopra una delle credenze, contenente cianfrusaglie d'inestimabile valore.

    -La prego cortesemente di non licenziare le due povere guardie. Avranno sicuramente moglie e figli da sfamare. Non potevano sapere che il lei che ha ordinato a loro d'andare via, era in realtà un impostore. Distinti saluti dal ladro.-

    Quella stanza avrebbe fatto gola a qualsiasi ladro d'artefatti. Così tanti oggetti di valore da rubare, da creare indecisione.
    A Badger però, interessava unicamente il liuto.
    Dissipando l'illusione, il bardo cominciò a trafugare nella stanza, osservando di bacheca in bacheca, fino a notare la custodia di uno strumento musicale.
    Finalmente era fatta!
    I suoi occhi brillarono per l'entusiasmo, quando lestamente prese la custodia, aprendola per assicurarsi di trovare il liuto all'interno. Sembrava stranamente troppo leggera e lo stupore si dipinse sul volto quando suo malgrado, non trovò il motivo per cui si trovasse lì.
    Niente liuto, qualcuno gli aveva giocato un brutto scherzo. Qualcuno che desiderava incontrarlo nella lontana Lafiel, città delle arti teatrali. Il suo senso dell'umorismo, evitò di fargliela prendere, era stato giocato e uno gnomo, non poteva prendersela per una simile cosa. Con un po' di rammarico, ma estremo interesse nel voler recuperare il liuto e scoprire cosa fosse questa "Notte della licenziosa rapina", il bardo uscì dalla stanza, non tornando però alla sala da ballo.
    Scendendo nel piano inferiore, approfittando ancora della servitù impegnata e del forte rumore generato dalla muscia, si avviò in una delle stanze vicine a una zona d'uscita poco sorvegliata, calandosi fuori da una finestra.
    Superare le guardie, risultò nuovamente facile, grazie alla sua magia arcana, capace di renderlo invisibile agli occhi degli sprovveduti.
    Solo a Lafiel le sue ambizione sarebbero state esaudite.

    Era notte fonda quando Badger uscì dal luogo dove aveva trovato alloggio. Più volte aveva scrutato il biglietto d'oro, riempiendosi la testa di domande su chi avesse architettato una simile iniziativa. Come faceva a sapere dell'intenzione di Badger?
    Sperava di riuscire a colmare le sue risposte giungendo nel luogo indicato sull'invito.
    Giunto davanti il magazzino, vi entrò senza esitare, muovendosi tra alberi scenografici e una statua in cera a grandezza naturale di Quarion.
    Si fermò davanti alla scrivania dove sedeva una donna con gli occhiali, la quale chiese allo gnomo -e gli altri invitati- di mostrare l'invito.
    Con un semplice gesto di mano, lo gnomo consegnò il biglietto alla donna, andando poi ad accomodarsi in uno dei posti disponibili.
    Notò la presenza d'altre persone, probabilmente coinvolte, a questa fantomatica serata dove la moralità non era contemplata.
     
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    Lafiel
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    Morg
    Dire ci sia rimasta male, sarebbe un eufemismo. Faith è furiosa. Quei soldi le sarebbero serviti enormemente. Voleva provare a mandarne a Rison, alla loro famiglia, persino fare una donazione alla ribellione dell'Ovest per quanto non ne avessero bisogno. Quando aveva raggiunto il tanto agognato malloppo... una sorpresa amara ed una tremenda irritazione tanto le avrebbe fatto volentieri strappare quel coso a la Willy Wonka appena le sue dita l'avevano sfiorato.

    Il più banale dei furti. Eppure che altro avrebbe potuto fare, nella sua situazione?
    Nelle sue peregrinazioni per il Sud, per Merovish, capolinea della sua fuga dalla guerra, stava vagando con le cuffie alle orecchie e sguardo perso e basso per le sabbie del Distretto delle Luci, quando lei e tutti gli straccioni avevan dovuto cedere il passo alla carrozza di qualche sceicco schifoso passasse di lì, coperto dalle tendine per schermarsi da... sole? Impossibile. Dagli sguardi indiscreti intorno e comprese subito il perché: il maledetto all'interno del mezzo di locomozione era curvo e chinato a strofinare la guancia contro un rubino rosso come il sangue e grosso quanto la sua testa. Gli occhi di Faith s'ingigantirono almeno altrettanto... decise seduta stante quel rubino sarebbe stato suo. Poi di altri, ma sarebbe passato per le sue mani e questo le diede la forza di fare le cose perbene... la prima volta in vita sua, con ogni probabilità.

    Pianificò il piano, ogni minimo dettaglio, fece appostamenti di notte in quella villa incastonata in una parete rocciosa in prossimità della Porta dell'Inferno, calcolò quante case e casupole s'incrociassero e sorgessero attorno la dimora dello sceicco, le guardie ed i loro turni ed infine agì, nell'ora più buia, quella nella città interrata meglio avrebbe simulato la notte. Le conoscenze acrobatiche, da Runner, maturate nell'Ovest, la servirono bene e presto si ritrovò sul picco della villa e presto scivola sino al balcone, alle spalle di una guardia che presto avrebbe mandato a dormire con un pestone tra capo e collo. Un paio di corridoio, un altro paio di guardie eluse perché troppo impegnate nel chiacchericcio ed ecco le stanze dello sceicco, a dormire beato con in braccio... un biglietto. Le reazioni di Faith furono dapprima di ilarità tanto che trattenendo le risa si mise a cercare nella stanza. Nulla. Subentrò la confusione e rimase interminabili minuti a fissare lo sceicco abbracciare un biglietto, come fosse normale. L'avevano drogato probabilmente o qualcosa del genere... perché accidenti, te ne accorgi se abbracci un biglietto d'oro e non un rubino! Aveva dovuto ipotecarlo ed ora ne abbracciava la fottuta cambiale?

    Vinta dalla curiosità, sfilò il biglietto dalle braccia dell'aspirante vittima del suo furto.


    Faith: sottovoce.) "Notte della rapin... Ma che è 'sta merda?"

    Le tremavano le mani a reggere quel biglietto e doveva trattenere il respiro per la rabbia, davanti la scritta di scuse e l'invito. Niente rubino! Niente supporto monetario per nessuno, ribellione o sua sorella o la sua famiglia! Avrebbe richiesto spiegazioni, tali spiegazioni le avrebbero fatto riavere la refurtiva le spettava, la retta ricompensa per un onesto furto. Ricche ricompense... mpf. Vedrà da sé. Sarà meglio per loro.

    Du
    Du hast
    Du hast mich

    Du
    Du hast
    Du hast mich

    Potenti riff le danno il benvenuto a Lafiel e nell'Est, dove solo nei libri di scuola aveva sentito dire. Dannazione, non immaginava davvero si sarebbe rivelato un posto così... dannatamente... verde! Alle volte si è meravigliata, nel tragitto, di quanto. Stramaledetto. Verde si possa piantare in una città. Lafiel non pare essere un'eccezione. Mentre cammina, con sottofondo rumorosa musica, la dissonanza tra ciò rimbomba nelle orecchie tramite le sue cuffie. Non le interessano i teatri, l'arte, la decadenza romantica dell'architettura della città del presidio orientale. A lei interessa il suo maledetto rubino, bello grosso e dal colore densissimo.

    Trova senza alcun problema il magazzino. Almeno le maledette indicazioni sono funzionali e precise. Il minimo. Introducendosi nello stabile la cosa più appariscente è una strana sagoma di un tipo uscito dalla pubblicità di un'Hot Line... il resto sono manichini e polvere al cui cospetto deve coprirsi bocca e naso. Giunta ad una scrivania, uno pseudo ufficio, pare sia l'ultima giunta... guarda con astio la segretaria e non capisce un'acca di quel che dice, data la musica sparata nel cervello, ma può immaginarlo. Si limita a consegnare il suo invito quando percepisce sia il momento, per poi continuare a masticare una gomma oramai insipida ed ascoltare musica, il cui riverbero sarà sin troppo chiaro per i presenti. Ecco, i presenti. Facendo una breve summa, il tipo più normale è quello biondo che sta leggendo una rivista. Gli altri sono un pg di D&D... ed un camioncino dei gelati in version ridotta. Con un sopracciglio alzato, si siede scompostamente vicino al biondo, con il sedere sullo schienale della sedia ed i piedi dove avrebbe dovuto poggiare il suo ossuto deretano. Appollaiata lì, attende, ascoltando musica, reggendo con i palmi delle mani il mento ed i gomiti puntellati sulle cosce. Non ha proprio voglia di far conversazione... anche se fissa lo gnomo con insistente curiosità.




    Edited by Mordred. - 22/3/2016, 14:48
     
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    OlTltEK


    Eccovi, eccovi!
    Uno ad uno, sfilate all'interno di questo vecchio, splendido teatro abbandonato alle malizie del tempo. Uno ad uno, raggiungete la nostra bellissima e professionale collaboratrice, lasciandole l'invito a questa notte di passioni, di sorprese e di intrighi.

    Bravi!

    Non ci aspettavamo niente di meno da voi, voi che non avete lasciato al Destino l'amaro compito di soggiogarvi, voi che ancora una volta avanzate la mano per prendere ciò che volete sia vostro!
    La nostra amabile segretaria raccoglie uno ad uno i vostri biglietti dorati, trovati in sostituzione ai vostri ambiti premi. Li prende, li confronta, vi scruta dietro le lenti che le celano gli attenti occhi. Poi se li intasca e, con la tranquillità di un maestro zen, torna quietamente dietro la scrivania, a svolgere il suo lavoro.

    Avete ora la possibilità di conoscervi, miei adorati ospiti. Socializzare! Aprirsi al prossimo!
    Ma non è cosa da voi, vero? Preferite studiarvi silenziosamente, furtivi come ombre, letali come predatori. Intuite forse il motivo per cui siete stati convocati? Chissà cosa passa per le vostre silenziose testoline.

    Il buon Dimitriy! Che arma squisita avete scelto di sottrarre dalle mani altrui! Proprio voi, che per anni ha calcato le strade dell'intrigo, della violenza silenziosa, dell'arte dell'inganno. Proprio voi, vi siete lasciato sedurre dal filo di una spada, sinuosa come un amante.
    Un arma tanto pregiata, tanto raffinata, tanto unica da attrarre l'attenzione di un secondo ladro!

    Che confronto spettacolare sarebbe stato, il vostro!
    Rirīsu , bella e letale come l'arma sulla quale avete posato gli occhi. Chissà che straordinaria dimostrazione d'abilità, che combattimenti, che risvolti!
    Chi dei due avrebbe infine conquistato il pugnale, se solo noi non avessimo interferito con i vostri piani...
    Lasciare due biglietti invece che uno si è dimostrato particolarmente complicato per noi, tuttavia. C'era quasi il rischio che l'invito fosse solo uno, riservato a chi per primo fosse stato tanto abile da raggiungere l'ambito premio... ma abbiamo pensato: perché privarci della presenza di un ospite tanto interessante?

    Merovish è stata teatro di atrocità, di violenza, e diciamocelo per mera vana gloria personale, anche di rinascita e duro lavoro. Ma ultimamente, sembra che il ladrocinio sia tornato particolarmente in auge!
    Nobili sono i tuoi scopi Faith, a differenza dell'egoismo dimostrato da gli altri tuoi compagni, in questa serata, tu hai beffato il Destino solo per aiutare chi ti è più caro. Questo ti fa onore, davvero... e ci piange il cuore non poter dire che è stato questa tua nobiltà, a spingerci a sceglierti per questa Serata Licenziosa.
    Purtroppo, siete qui, perché siete Ladri.

    E in fine. DILDO! Dildo carissimo!
    Ci deludi! Entri in un teatro, seppur abbandonato, e non ti sorge l'istinto innato di esibirti? Noi che speravamo in una tua performance, noi che eravamo così convinti di poter stuzzicare la tua anima di artista!
    Ti abbiamo forse fatto dispetto, nel privarti di questo prezioso quanto squisito strumento musicale? Ti prego, non avercela con noi! Tra tutti, tu eri l'unico cui eravamo certi avresti provato a a spezzare questo silenzio, tanto tipico in una sala d'attesa. Forse, come i tuoi compagni, preferisci studiare meglio il tuo pubblico?

    Questo, e altro vorremmo dirvi. Congratularci, elogiarvi! Perché diciamocelo, se nella vastità del semipiano ci sono delle creature della notte atte alla sottrazione dei beni altrui, voi siete la crème de la crème. Non potevamo sperare in ospiti migliori.

    Questo e altro, vorremmo dirvi.
    Ma il tempo è tiranno, e il nostro, purtroppo, è appena finito.

    La nostra amabile segretaria si alza, professionale e squisita come in precedenza.
    Se volete seguirmi, il direttore è pronto a ricevervi.

    Detto questo, la donna scomparirebbe oltre la porta dietro di lei, lasciandovi liberi di seguirla.

    A coloro che rinnoveranno l'ardita scelta di dar fede al nostro invito, verrà presentato l'ufficio del nostro direttore, scelto appositamente per farvi l'offerta di partecipare alla Serata Licenziosa.

    Prego, prego illustri Ladri. Accomodatevi.
    L'ufficio del direttore è ristretto, ricavato all'interno di quello che doveva essere un camerino per gli artisti. Congestionato di documenti, carte, mappe, piani... chissà quali e quante folli imprese sono impresse in quelle meraviglie sparse in blocchi e raccoglitori!
    Una mezza dozzina di schedari, alcuni vecchi, intoccati da anni, altri nuovi, lustri di fabbrica e dai cardini oliati, contengono probabilmente informazioni su decine e decine e decine ancora di colpi, di ladrocini, di avventure senza pari!
    E dietro una congestionata scrivania, eccolo, lui, l'uomo dalla giacca gialla a scacchi, il direttore!
    A malapena riuscite a starci tutti e cinque, cercate pure di mettervi a vostro agio, in qualche modo.
    Non vi sono sedie, davanti alla scrivania... ma sopra di questa, in una tazzina scheggiata, vi sono delle caramelline al limone e alla menta.

    Scusateci, ma quelle alla fragola le abbiamo finite poco fa... deliziose!

    Rinnovo le nostre più sentite scuse per l'inganno che vi ha portati qui... davvero, perdonateci! Siamo mortalmente mortificati a morte.
    … ma si trattava di un test necessario per selezionare i personaggi più abili. Perché, onorevoli ospiti, voi non potete saperlo... ma centinaia di altri tesori, in giro per il semipiano, sono stati sottratti, sostituiti da inviti identici ai vostri... e centinaia di altri furti sono però falliti, e quegli splendidi inviti non sono mai stati ricevuti.

    Che tristezza! Che amarezza!

    I nostri più sentiti complimenti per aver superato il test. Sentitissimi! Lo giuriamo.
    Quello che vogliamo proporvi, è qualcosa di unico. L'opportunità di compiere il furto del secolo... e ottenere, in cambio delle vostre prestazioni, non solo ciò che vi abbiamo tolto, ma anche un enorme ricompensa monetaria, di uguale se non superior valore del tesoro stesso. Il direttore ingiacchettato si ferma, scrutandovi dietro alle lenti dei suoi occhiali spessi. Vi sta forse studiando? Valuta con superiore attenzione le vostre reazioni? Oppure... ...zzz
    Hei! Sveglia!

    Oh cielo! Perdonatemi. ...l'attento direttore si allunga in un composto sbadiglio, seduto dietro la sua congestionata scrivania.
    La nostra offerta è questa. Ma prima di potervi dire i dettagli più interessanti... devo sapere se siete interessati. Sentitevi liberi di rifiutare, miei onorevoli ospiti, ma solo ora, o mai più.



     
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  7. _MajinZ_
     
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    Davanti agli occhi del biondo scorrevano diversi tipi di mensole, ma nessuna si abbinava alla tonalità della credenza in legno che abbelliva il suo salotto. Era difficile trovare l'arredamento giusto, ma forse era meglio guardare ancora una volta nella casa accanto alla sua: quel tipo doveva avere per forza qualche altro mobile di quel colore. O appunto una mensola. Chissà se un giorno avrebbe scoperto chi era il bastardo che ogni volta lo prendeva a botte in testa, portandogli via ogni volta una parte del suo mobilio. Ma questi erano altri discorsi da fare in altri momenti, adesso iniziavano le cose interessanti. Gli arredi potevano aspettare.
    Dimitriy infatti non era l'unico ad avere problemi con la refurtiva. Nella stanza infatti entrarono altre tre persone e tutte mostrarono il biglietto dorato alla segretaria, quindi anche per loro il furto era finito male: doveva essere per forza così. In successione giunsero una ragazza dai capelli bicolore, con tanto di ombrellino tra le mani, uno gnomo dall'aria familiare (l'aveva già visto ed era sicuro di non sbagliarsi) e una ragazzina che per chissà quale motivo gli ricordava una scimmietta. Anche per come si era seduta sulla sedia. Il biondo non disse nulla, si limitò ad osservarli di sottecchi, prima di chiudere la rivista richiamato dalla segretaria. Sembrava proprio che il direttore fosse pronto a riceverli.
    Ed eccolo li quindi, incastrato in una stanza troppo piccola per contenere tutta quella roba, l'uomo con la giacca più brutta del mondo. Era talmente pacchiana che riuscì a far rabbrividire persino il nostro ghiacciolo. Comunque quel loculo era davvero troppo stretto, probabilmente si era in troppi già in due, ma in cinque non si riusciva neanche a respirare. Ed era una vera fortuna che a nessuno puzzassero le ascelle. Ad ogni modo l'omino parlò di una prova superata, bella scusa, proponendo poi a tutti un affare. Commettere il furto del secolo, con tanto di doppio premio: sia il loro tesoro che una ricompensa monetaria inimmaginabile. E Baffo Biondo si era addormentato.
    Capello Biondo invece si fermò a pensare, immaginando una bella bilancia su cui posizionare le due possibilità. La prima era quella di fare un furto in grado di rovinarlo in caso di fallimento, ma che poteva fruttargli ben due tesori in una botta sola in caso di riuscita. Rifiutando invece non avrebbe ottenuto un bel niente. La decisione era abbastanza semplice.
    Accetto.
    Serio in volto, Dimitriy fece qualche passo avanti, fermandosi proprio davanti alla scrivania. Il suo sguardo era gelido... la mano con l'artiglio nascosto si mosse lenta, bastava un colpo netto in avanti per far volare via la testa del direttore. Quella stessa mano però prese una via diversa, tuffandosi nella tazzina con le caramelle. Ravanò appena la in mezzo, accorgendosi che il suo gusto preferito mancava all'appello. Storse il naso.
    Scorretto da parte sua far sparire le caramelle alla fragola. Prenderò quella alla menta.
    In verità ne prese ben tre, menta forte, fredda come lui. Se le infilò in tasca, tornando poi alla sua posizione iniziale. C'era rimasto davvero male, ma probabilmente anche lui avrebbe fatto la stessa cosa: in qualsiasi universo, le caramelle alla fragola erano una prelibatezza ambita da chiunque. Razza o sesso non facevano nessuna differenza.

     
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    Accomodatosi alla sua postazione, il bardo diede una fugace ma più accurata, occhiata a tutti i presenti. Un biondo alto e snello, dalla pelle estremamente candida. Aveva trovato tempo fa, un manifesto con tanto di taglia sulla sua testa. Ricercato a Laputa, capì al volo di chi si trattasse. Lo conosceva per fama, o forse per meglio dire infamia; sicuramente un avversario non tanto semplice con cui confrontarsi, il signor Dimitriy. L'altra ragazza, giunta prima di lui, aveva un aspetto decisamente particolare. Un confetto rosa, forse era questo il termine più azzeccato per descriverla, seppur anche il bardo, abbia la caratteristica di vestirsi in maniera sgargiante, attirando l'attenzione su di se. Infine qualche istante dopo di lui, era giunta un'altra ragazza, alta e snella. Capelli corvini e abiti sportivi, nota il modo alternativo con cui si è seduta. Si accorge anche d'essere notato dalla suddetta ragazza a cui accenna un mezzo sorriso. Dopotutto un po' di cordialità, non guasta mai, nonostante non si senta molto stimolato a far baldoria.
    Il che è estremamente strano, considerando dove si trovi. La città dell'arte e dei teatri. Un bardo talentuoso come Badger, dovrebbe sentirsi al settimo cielo, in un simile posto.
    Ai ladri però, non era permesso far troppo rumore. Avevano il silenzio per amico e quella notte, lo gnomo non agiva da bardo, ma bensì da ladro. Desiderava qualcosa e ovviamente, avrebbe fatto di tutto per averla, anche partecipare a questo evento, organizzato da chissà quale potente individuo.
    Ognuno di loro, aveva sicuramente ricevuto l'invito e Badger, sospettava nello stesso modo.
    Chi mai, avrebbe potuto anticipare non uno, ma bensì quattro furti? Una domanda a cui forse era meglio non ricevere risposta.
    In realtà il bardo, aveva poca dimestichezza con furti e affini. Solo in due circostanze, escluso il motivo per cui si trovava lì, sì ritrovo a compiere azioni tipiche da ladri. Rubare documenti in un forte di malvagi mercenari e, saccheggiare la tomba di un antico mago. Dopotutto non era da eroe, compiere simili gesti salvo rari casi. Di sicuro, dopo aver recuperato lo strumento musicale, si sarebbe tenuto lontano da simili situazioni. La notte della rapina licenziosa, non sembrava cosa da lui.

    Nessuno di loro, aveva mostrato un minimo d'interesse nel dialogo. Possibile che il bardo, debba sempre agire per primo? Perché l'avrebbe fatto, nonostante l'umore non tanto roseo, alla lunga si sarebbe stancato di stare lì senza fare nulla. La segretaria fu più rapida. Il diretto poteva riceverli e sicuramente, nessuno mostrava interesse nel tirarsi indietro. Ci sarebbe stata pur sempre, una seconda occasione per fare scambiare allegramente due parole no?

    Con un saltello, mise i piedi a terra, dirigendosi verso l'ufficio del direttore, varcando la porta d'ingresso.
    Un caloroso invito, seppur forse ladro, era un termine troppo pesante da usare. Non poteva garantire per gli altri, ma in fin dei conti, il bardo non aveva rubato nulla, siccome qualcuno l'aveva già anticipato. E poi il bardo stava rubando un ricco, per donare al povero... Omettendo il fatto che sia lui, il povero in questione. Era davvero un bel liuto, non c'era altro d'aggiungere.
    Notava ovunque, scartoffie e fascicoli, i quali lasciavano presagire, come l'uomo si desse da fare. Era strano per il bardo, non sapere nulla di tutto questo. Nessuna voce messa in giro o minima leggenda, aleggiava intorno alla sconosciuta figura dell'uomo e al luogo dove si trovava. Ma dopotutto un abile ladro, non doveva essere bravo a far sparire le proprie tracce? Il fatto che Badger non sappia nulla, gli lascia solo presagire in mezzo a che affari sia finito, lui che di norma tutto conosce.

    Accomodarsi era invece una bella impresa. A malapena entravano tutti nella stanza e inoltre, mancavano posti dove sedersi.
    Con curiosità, osservò il direttore. Un uomo anziano con uno sgargiante giacca gialla a quadri.
    Scelto per partecipare al furto del secolo?
    Strano, considerando come chiunque abbia messo i biglietti al posto della refurtiva, abbia dimostrato un'abilità ladresca, secondo il parere di Badger, superiore a tutti loro... Ma non stava a lui, giudicare i piani altrui. La ricompensa, nel caso di successo sembrava più che buona. In un colpo solo, non solo avrebbe messo mani sul liuto, ma anche su un sostanzioso premio in denaro... Utile in quei tempi, considerando i suoi piani.
    Denaro contante, non guastava mai e nel caso di oggetti dallo scarso interesse per lui, ma dal grande valore, avrebbe trovato a chi rivenderli. Gli bastava tenere il liuto.

    Il biondo aveva già accettato, restavano quindi le due ragazze e ovviamente lui.
    Fece spallucce, mostrando un ampio sorriso. Perché tirarsi indietro, quando le cose cominciavano a farsi divertenti?

    «Sembra divertente e inoltre da gnomo, non potrei offendermi per una burla, così ben architettata. Avreste dovuto vedere la mia espressione, quando non ho trovato il liuto. Immagino avrebbe riso come poche volte in vita sua.»

    Esordì mostrandosi cordiale, per nulla distaccato e freddo, al contrario dell'umano.

    «Accetto l'incarico signor... Come possiamo chiamarla?»

    Diretto, non sembrava un bel nomignolo da dare a una persona. Era freddo e per nulla divertente. Messer Mustacchio Argenteo, già calzava meglio, considerando i suoi bei baffi grigi.


    Riquadro Tecnico. - Badger il Bardo.

    Energia: 100%

    Passive:
    Conoscenze Bardiche. - Passiva di Conoscenza
    Maestro del suono. - Passiva Alterazione Voce.
    Cantastorie. - Anti-Auspex Sparaballe.
    Ego Smisurato. - Auspex Mindfuck-Alert.

    Equipaggiamento:
    Lancia Torte. - [Arma da "fuoco"] [3 Munizioni] [1 Colpo per turno] [N° caricatori: 1]

    Attive Usate:
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    Turn off the lights and murder the dawn.

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    Lafiel
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    Bene, uno di loro sa sorridere, almeno la missione non sarà all'insegna dell'insopportabilità del mistero e della voglia di rendersi quanto più tenebrosi possibile. Ma forse è troppo precipitosa su quei due. Di certo saranno qui per un motivo, in genere chi ha dettagli così appariscenti ed è in certi luoghi, passati i primi due minuti si sta vantando delle proprie conquiste, abilità e quant'altro. Loro no, loro stanno muti per i fatti loro. Inquietante.
    Almeno si può consolare col nano... gnomo... quel che è, Faith non è mai stata brava ad indovinare la natura di certe creature mitiche le cui forme e fattezze si sovrappongono, ad Undarm tendevano - un tempo, figurarsi ora - a far di tutta l'erba un fascio per chi non fosse nativo del presidio. Uno dei motivi per cui si trova qui adesso. Con un occhiolino suggella una certa complicità con il bardo, almeno da parte sua, ma non possono scambiare parole oltre. Immediatamente vengono chiamati dalla segretaria...

    ... altrettanto rapida un'imprecazione affiora alle labbra della giovane nativa, ma viene tramutata in un più gentile sospiro nel ritrovarsi spalla a spalla con gli altri in uno dei più angusti spazi mai creati. L'"accomodatevi" sa tanto, ma davvero tanto di presa per i fondelli. Già dev'essere fastidioso per gli altri, figurarsi per una Runner come lei, abituata a ben altri spazi, ampi e liberi. Confinarla lì dentro è la peggior tortura ed un altro punto nella lista di torti quei manigoldi hanno da farsi perdonare. Quando la chiama "ladra illustre" per poco non scoppia a ridere... non fosse la sua proverbiale apatia è in grado d'avere il sopravvento su quasi ogni cosa. Quando il tipo si addormenta, Faith è la prima a stendere il braccio e schioccare un paio di volte le dita verso il faccino baffuto del nuovo aspirante datore di lavoro, con l'altra mano sul fianco ed il secondo, profondo, desolato sospiro.

    Gli uomini fanno gli onori di casa e, dannazione, se ci ha visto giusto, il biondo è davvero inquietante nei suoi modi di fare e l'umanità nel ricercare una caramella lo rende ancor più tremendo agli occhi di Faith. Starà in guardia e non si lascia prendere da certi timori così facilmente. In primo luogo sono dalla stessa parte. In secondo luogo mai mostrasse un'emozione non fosse la noia, per l'appunto. Un sorriso tuttavia il bardo glielo strappa... lui sì che è una sagoma!

    Quindi si fa avanti lei - si fa per dire, non c'è spazio. Viene annunciata dal gonfiare di un palloncino della masticante tra i denti e subito dopo si volge agli altri, con un cenno di saluto con le due dita sulla fronte.


    Faith: "Faith."

    Non crede nemmeno un po' a tutta la manfrina. Tuttavia, se sono riuscite a battere tutti e quattro sul tempo nei loro furti... qualcosa da parte loro devono per forza avere. Quindi, sebbene con riserva, la decisione della Runner è sicura.

    Faith: "Tu metti i soldi, io le gambe, diciamo noi Runner. Sono dentro."




    Faith MirrorEnergia: 100%
    Condizione fisica: Ottimale
    Condizione mentale: Ottimale

    Runner: 50% agilità
    Infiltrator: Anti-auspex uditivo
    Focus: Maschera dell'Anima
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Endlos - Vecchio Magazzino a Lafiel



    Quindi i ladri illustri si erano accomodati nello stretto ufficio del direttore. Questo non sarebbe stato un motivo sufficientemente valido per chiudere l'ombrello! Le bastava tenere l'asse più sollevato, così che l'ombrello si rivolgesse alle sue spalle. Ciò a malincuore, giacché amava creare un alone di mistero nascondendo parte del viso. Tutti avrebbero potuto ammirare i suoi occhi altrettanto bicolori, in opposizione al colore dei capelli. Non bisogna giudicare l'abito, non a caso il direttore era stato in grado di raggirarli tutti e quattro.

    Rimase col sorriso stampato in volto ascoltando, con particolare interesse, la proposta di compiere "il furto del secolo". Annesso vi era la doppia ricompensa. Interessante, curioso e divertente, dato che due di loro, all'insaputa dell'altro, puntavano allo stesso obiettivo. Poi quello si addormentò. L'ombrellaia rimase immobile a fissarlo, attenta, sorridente..paziente. Poi rinvenne e invitò i ladri ad accettare prima di proseguire con la proposta. Una proposta considerata già accettata, fin troppo invitante per gli standard di chiunque.

    Il Re dei Ladri accettò senza esitazione, dando una piccolissima dimostrazione di velocità con le mani. Seguì lo gnomo, di attitudine opposta al biondo. Più allegra, più egocentrica, ma di pari qualità di un esperto bugiardo. La Runner, anche lei non si tirò indietro.
    "Eh eh.." - scappò un piccolo ghigno fermato da una svelta mano posata sulla bocca. Esperti, bugiardi, veloci..tutti erano stai battuti, sconfitti, da sconosciuti che avevano bisogno di loro per compiere la migliore "opera" del momento.

    A differenza degli altri, la giovane non sprecò fiato. Nessuna presentazione. Nessuna parola. Allungò lentamente il braccio libero in avanti, lo piegò in angolo retto verso l'interno e successivamente compì una serie di rotazioni dell'avambraccio accompagnati da un inchino col busto. Lo stesso braccio si scostò stendendosi, con le dita della mano ben unite tra loro. Sollevò il capo guardando dritto negli occhi del direttore. Accentuò maggiormente il sorriso, un cenno del capo enfatizzato da un occhiolino: era dentro.

     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    OlTltEK

    Ottimo, ottimo!

    Nessuno di voi delude le nostre aspettative, nessuno di voi tradisce la nostra fiducia nei vostri confronti. Del resto, eravamo certi non vi sareste tirati indietro. Per motivi diversi, tutti voi tenete al vostro tesoro rubato. Sia che esso sia un oggetto da rivendere, sia che questo sia un trofeo da esibire... o chissà, anche solo un simbolo, una testimonianza della vostra abilità.
    E diciamocelo... la nostra offerta è GE-NE-RO-SA.
    Come rifiutare?

    E come volevasi dimostrare, uno per uno accettate, rendendovi all'altezza della vostra reputazione, che sia appena nata o costruita negli anni.
    Caro Fulmine, come darti torto?
    Le caramelle alla fragola sono le preferite di tutti, quale che sia l'epoca, quale che sia il tempo.
    Il nostro amabile Direttore ridacchia gioviale davanti al tuo gioco di mani... ma presta attenzione, Lampo degli Eversori, a dove quelle mani si posano... potrebbero tornare di pietra, come in una fiaba di tanti anni fa.

    Dildo, caro Dildo, ora che la tua natura emerge dalla schiavitù del silenzio, ecco che il tuoi nomi riguadagnano la loro lucentezza, tenendo alta la fama della tua gente.
    Ohohoh, non fatico a crederlo mio caro. E vi prego, tutti quanti, chiamatemi pure Gomasa. Io conosco così tanto di voi, è giusto che anche voi sappiate almeno il mio nome. risponde il nostro buon Direttore, rivelandovi, per altro, il suo nome.

    Sarà quello vero?
    Sarà uno pseudonimo?
    Vi interessa veramente?
    In realtà, poco dovrebbe. Avete un lavoro, da fare!

    Le due donne non sono da meno, e come potrebbero?
    La storia del “sesso debole” è, perdonateci il francesismo, una une belle merde ... basta vedervi per rendersene conto.

    Noi mettiamo i soldi, quant'è vero bella Faith... ma qualcosa ci dice che serviranno più che un paio di gambe a portare a termine con successo la vostra missione. Del resto, se siete tutti qui, in questo glorioso momento, è perché avete ben dimostrato di poter gestire alla perfezione ciò che vi aspetta.

    E Rirīsu … beh il tuo silenzio pare disorientare leggermente il nostro bel Direttore, che indugia per qualche istante nella tua direzione, mentre tenti (con successo, complimenti!) un grazioso inchino in quello spazio tanto ristretto.
    Ma del resto, quel che conta è l'intenzione, non è forse vero?
    L'intenzione di rubare, di sottrarre, di infrangere la legge decisa da altri, nello specifico. Intenzione che tu dimostri ampiamente.

    Bene!
    Bene! Allora, ora che ci siamo tutti... posso mostrarvi il vostro futuro più immediato.
    Bravo, il nostro Direttore. All'occorrenza, anche cartomante, chiromante, e nelle sere più kinky, chiropratico.
    Ma veniamo a noi!

    Con un rapido movimento di mano, che nulla avrebbe da invidiare al gioco di abilità esibito dal buon Dimitriy, una fotografia sbiadita appare sulla scrivania, a vostra disposizione.

    Un edificio, e che edificio!
    Un imponente torre dell'orologio, accerchiata e sorretta da tante costruzioni montate una sull'altra, in un mirabile sfoggio di maestria architettonica.
    Uno dei palazzi più alti e più belli dell'intera città, non che uno dei più attivi!

    Probabilmente ne avete sentito parlare, o forse lo avete perfino intravisto, recandovi al nostro piacevole incontro.
    Lasciate che vi presenti L'orologio Essex, bene storico e culturale della città.
    Ah, gli Essex!
    Famiglia eccentrica... molto, molto ricca! Famosa per le sue stranezze, ma anche per le sue esibizioni.

    Non a caso, la torre stessa è un insieme di centri ricreativi molto in voga, negli ultimi giri di gossip di Lafiel.
    I primi piani accolgono uno dei teatri più grossi e squisiti della città. Ogni giorno, attori, musicisti, artisti di ogni genere si esibiscono sul gran palco. L'ingresso al pubblico è non è gratuito, ma il prezzo del biglietto per i residenti è abbastanza economico da risultare estremamente popolare, anche nei ceti più bassi della città.
    I piani superiori invece ospitano un enorme collezione di curiosità da tutta Endlos divisa per sale tematiche, creando un vero e proprio museo del semipiano. E ancora più sopra, possiamo trovare una ben fornita biblioteca, aperta gratuitamente al pubblico.
    Qui si chiudono i piani aperti ai visitatori, ma il palazzo continua.
    A far fede al suo nome, nella parte superiore dell'edificio, separata dai piani superiori alla biblioteca da una vistosa balconata che abbraccia l'intera torre, ecco un enorme orologio, che scandisce inesorabilmente il temo della nostra breve ma intensa esistenza.

    Ancora più in alto, in una solitaria e tozza torre che si erge stoica verso il cielo, possiamo trovare quelli che tutti credono gli alloggi della famiglia Essex.

    Questa, e forse altre informazioni potrebbero già essere in vostro possesso, o sarebbero comunque facilmente reperibili tramite una semplice ricerca.

    Il Direttore intanto vi studia, soddisfatto di aver svolto al meglio il suo ruolo.
    Perché l'ha svolto al meglio, vero?

    Non ha dimenticato di dirvi nulla... nulla di fondamentale.
    Vero?

    Hu! Ah, si! Certamente. bofonchia, tossicchiando nervosamente.

    Non dovrete certo rubare l'intero palazzo, ahahaha... ridacchia, ora, riprendendosi e mettendosi più comodo sulla poltrona.

    No... quello che dovrete rubare, per nostro conto, è un oggetto il quale il signor Essex ha speso molte risorse per mettervi sopra le sue avide manine guantate. spiega, con più serietà.

    Dovrete recuperare un MacGuffin.


     
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  12. _MajinZ_
     
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    Gomasa. Chissà se quello era davvero il suo nome, non era fondamentale saperlo ma di certo quell'uomo nascondeva parecchie cose. Era una di quelle classiche persone che non mostrava la sua vera faccia, ma indossava una maschera caratteriale che lo faceva apparire in un certo modo, il modo giusto per rapportarsi con gli altri. Il suo vero volto però era sicuramente diverso, Dimitriy lo sapeva bene visto che utilizzava a sua volta quella maschera e probabilmente tutti la dentro ne indossavano una... erano tutti dei ladri alla fine e tutti avevano una doppia vita.
    Enigmatica era l'espressione della ragazza dai capelli bicolore, lei e il suo sorrisino non gliela raccontavano per nulla giusta. Nascondeva qualcosa a sua volta, eppure la sua maschera non copriva interamente le sue intenzioni... traspariva qualcosa, abbastanza per far insospettire un tipo già prudente come il biondo. Non era proprio il caso di darle le spalle, era una di quelle persone che andavano tenute d'occhio, soprattutto per un lavoro come questo. Dimitriy si appuntò mentalmente quell'avvertimento, mentre riportava la sua attenzione su Gomasa. Diamine, anche lui era da tenere d'occhio: soprattutto i suoi baffi. Quella era un'arma potentissima, in grado di cambiare le sorti di una qualsiasi difficile situazione.
    La maggior parte erano comunque speculazioni, ragionamenti che per quanto potessero avere a che fare con la realtà, al momento non era importanti come il vero centro dell'attenzione. Il Direttore tirò fuori apparentemente dal nulla, con la manualità di un prestigiatore, una foto sbiadita dal tempo. La Lettera riconobbe subito quella costruzione, d'altronde era impossibile non notarla appena si metteva piede in città. Anche perché era molto simile a una serie di scatole impilate l'una sull'altra in malo modo, pronte a cadere da un momento all'altro, quindi non passava di certo inosservato. Apparteneva alla famiglia Essex, una parte era aperta al pubblico ma il resto no, sicuramente la refurtiva si trovava in quella zona. Arrivarci era scomodo ma non impossibile, anche se osservando una semplice foto non si poteva programmare nulla. Soprattutto se non si conosceva l'oggetto stesso del furto... Gomasa infatti si era dimenticato di dirlo.
    Qualcosa però accomunava quel furto al motivo che aveva spinto Dimitriy ad accettare. Il signor Essex aveva tra le mani qualcosa che non si meritava, proprio come la spada di quel Pasha. Entrambi non erano degni di possederlo. Il problema però si verificava nel momento in cui si provava a identificare l'oggetto. Una spada era una spada, ma un...
    MacGuffin? Cosa sarebbe?
    Ecco, un MacGuffin cos'era? Era un termine nuovo, mai sentito dal russo. Il quale si pentì immediatamente di aver fatto quella domanda, aveva come l'impressione che il buon Gomasa si sarebbe tenuto quell'informazione per se. E tutto ciò poteva anche avere senso, vista la personalità mostrata dal buon direttore. Ma forse stava correndo troppo, era meglio attendere e conoscere le parole del diretto interessato, prima di fare qualsiasi ragionamento in merito.

     
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    Gomasa. Nome insolito, pittoresco e probabilmente d'arte. Questo sospettava il bardo, non trovandosi però in diritto, di considerare strano il nome dell'uomo. Lui, si faceva chiamare Dildo in certi casi. Chissà poi, per quale motivo lo chiamavano così, forse per qualche sua particolare abilità legata dalla cintola in giù? Il furbetto, non era tipo da rivelare segreti con così grande facilità.
    Inoltre era lì per un altri scopi e sinceramente, non vedeva l'ora di uscire da quello spazio angusto, insufficiente per contenere il suo immenso ego. Anche se piccolo, il bardo adorava occupare grossi spazi.
    Si mise quindi ad ascoltare le parole dell'anziano individuo, venendo così al corrente del motivo per cui si trovavano lì, oltre ovviamente al desiderio di recuperare, qualcosa a loro sottratto. Ladri che rubano a ladri, il rispetto di una volta, non esisteva più tra individui della stessa "classe"... O forse magari, nessuno di loro era propriamente un ladro e per questo, Gomasa e la sua associazione, avevano deciso di tirare loro un brutto scherzo, allo scopo di fargli capire, come era un sacrosanto dovere per loro, restare al proprio posto? Sembrava una teoria divertente, non del tutto falsa almeno per quanto riguardi il bardo.
    Non si tira indietro, dall'osservare la fotografia posata sulla scrivania dall'anziano.
    Inizialmente, pensava si trattasse dell'oggetto da rubare, ma vedendo l'orologio Essex, capì si trattasse del luogo dove rubare l'oggetto, d'interesse. Sembrava una missione particolarmente difficile, giudicando dove voleva farli entrare.
    Non tanto perché difficile, riuscire ad entrare nella struttura, compito relativamente semplice, giocandosi le giuste carte, ma più per riuscire ad aggirare la sicurezza messa davanti gli accessi per le zone chiuse al pubblico. E chissà perché, il bardo sospettava fortemente di dover arrivare proprio in una di quelle aree.
    Non a caso, avevano detto di aver selezionato i migliori, per compiere un incarico del genere.
    Ma erano veramente loro, i migliori? Badger si sentiva indubbiamente abile in molte cose, ma riguardo ai furti, nutriva qualche dubbio. Fortuna che lui, riuscisse ad imparare in fretta.

    «Rubare alla famiglia forse più eccentrica di tutto l'Est? Interessante.»

    Ammise il bardo, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso dopo aver sentito Gomasa, puntualizzare come il loro scopo, non prevedeva il tentare di rubare la torre. Uno gnomo a cercare di sollevare una simile struttura? Divertente.

    «Fin qui tutto chiaro. Ma cosa è un MacGuffin?»

    Non era il solo a nutrire una simile curiosità, non sapendo quindi di cosa si tratti. Mai aveva sentito nominare di un MacGuffin e messa semplicemente così, la parola lasciava intendere un po' tutto. Per quanto ne sapeva, poteva trattarsi veramente di un'edizione limitata di un panino. Il leggendario MacGuffin, fatto con carni di animale ormai estinto. Che tipo d'animale? Meglio non saperlo, giusto per salvaguardare gli stomaci deboli.
     
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    Turn off the lights and murder the dawn.

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    Siccome due non fa tre... Gomasa. Non le dice assolutamente nulla, se non qualcosa di orientaleggiante. L'ultima volta ha sentito nomi affini a questo erano naufraghi con gli occhi grandi e lividi di colori forti ed i tratti grossolani e, in caso di sesso femminile, largamente prosperose. Infastidita ed insediata dal parasole del furgoncino dei gelati, rischiante di arrivarle in un occhio, Faith storce la bocca e si sposta d'un passo a destra e poi uno avanti, per ammirare anche lei la foto ed udire la spiegazione. Con ordine.

    La torre degli Essex. Famiglia stravagante, ricca, probabilmente dovranno aspettarsi più trappole che sicurezza. Neanche quest'ultima da sottovalutare, ma pensi mai che diamine di marchingegni può ospitare una torre del genere. Le dispiace rapinare gente di quel presidio, un popolo che dopotutto ha sempre incontrato la sua simpatia. Ma il lavoro è il lavoro e la sfida è sempre una sfida. Già sente le gambe ed i piedi fremere a tutte le acrobazie in cui prevede potrà esercitarsi volteggiando per quegli orolog... meglio di no, ci tiene alla testa. Limiterà le fantasie sino a quando potrà dirsi sicura di quel che vuole fare.

    Rubare un MacGuffin. Un MacGuffin come la valigetta di Pulp Fiction? La scatola blu di Mullholland Drive? I 40.000 dollari di Psyco? Purtroppo Faith non sa nulla di quelle cose, ma avendo avuto difficoltà a credere già in primis alle parole di questo Gomasa, ha altrettanta diffidenza nel suo presentare l'oggetto misterioso. Sono stati capaci di rubare la refurtiva a dei ladri avevano studiato i loro colpi nei minimi particolari. Il che significa li stavano osservando, hanno pianificato tutto prima di loro, nonché hanno agito contro il tempo. Li ammira molto. Per questo si fida ben poco... a dar voce alla domanda tutti si stan chiedendo ci pensano il biondo ed il nano, quindi Faith, facendo spallucce, si limita a chiedere.


    Faith: "Dopo, magari... Informazioni più precise sulla torre? Vorrei sapere dove metto i piedi."




    Faith MirrorEnergia: 100%
    Condizione fisica: Ottimale
    Condizione mentale: Ottimale

    Runner: 50% agilità
    Infiltrator: Anti-auspex uditivo
    Focus: Maschera dell'Anima
     
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    Endlos - Vecchio Magazzino a Lafiel



    Gomasa è il nome del direttore e a nessuno, specie l'ombrellaia, importava davvero se fosse vero o un semplice pseudonimo, un nome d'arte. Lei non aveva rivelato il suo nome, non vi era utilità nel farlo..inoltre molti erano soliti affibbiarli tanti nomi. E lei li ricordava tutti. Non perse troppo tempo a mostrare loro una foto sbiadita cui vi era rappresentata la cosiddetta Torre dell'Orologio Essex. Apparteneva all'omonima famiglia, forse la più ricca della città fregianti del loro bene più prezioso e culturale.

    Tale torre era un composta da un'insieme di intricate costruzioni apparentemente disposte nello spazio in maniera casuale. Che ordine particolare, chissà quale mente aveva progettato una simile struttura. L'ombrellaia parve indifferente di fronte alla visione di tale opera, i suoi gusti vertevano più sul classico, possibilmente con caratteri simmetrici e levigati. Altri tempi per lei. Tuttavia..non è ciò che si vede dall'esterno l'importante. L'interno comprendeva teatri e mostre, ci sarebbe andata molto volentieri.

    Ad ogni modo, nonostante fosse inutile specificarlo, dovevano trovare un oggetto molto importante, ma soprattutto interessante: un MacGuffin. Rimase immobile e impassibile. Cosa poteva mai essere un MacGuffin? O meglio, cosa indicava con quel termine? Continuava a balenare nella mente la possibilità che vi fosse ben altro, che ciò cui puntava il direttore fosse completamente diverso. Possibile che tale MacGuffin sia solo un espediente per qualcosa di molto più importante.

    Uno strumento per raggiungere un altro scopo. Bisognava ricordare che avevano di fronte un ladro che si era dimostrato più in gamba di tutti loro, anche più dell'ombrellaia cui non aveva previsto che qualcun altro volesse fare il suo stesso gioco, includendola inevitabilmente in una partita molto più grande. Non disse nulla, gli altri fecero tutte le domande adeguate. Attendeva pazientemente le risposte, nonostante non intendeva porre estrema fiducia sulle sue parole. Preferiva non saperlo, giusto per mantenere il suo interesse costante..come il suo sorriso.

     
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