[EM] Clarification Needed

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    Ci credi tu_


    Sorrido compiaciuta e contenta, contenta per lei, compiaciuta che sia andato tutto secondo i miei piani, che abbia funzionato. Che lei abbia provato piacere fino a quel culmine dolcissimo. Sorrido, contenta per lei: le endorfine che il suo corpo sta rilasciando le rimarranno in circolo per un bel po', rendendola più tranquilla e serena, più appagata e...

    «Sei malata...»


    Mpf. Sorrido triste, mentre alzo gli occhi al soffitto, soppesando quella sua affermazione.
    "Malata". Sì, forse lo sono.
    Malata.
    Una volta esisteva una malattia. Si chiamava "isteria". Colpiva le donne. Le donne che non potevano appagare il proprio desiderio sessuale, perché era contrario alla cultura dell'epoca, alla religione bigotta: la donna non aveva desiderio sessuale, accademicamente parlando. Come cura, veniva usata la masturbazione, applicata da uno specialista, uno psicoterapeuta, ma non veniva considerata masturbazione né collegata col piacere sessuale: "una donna può godere solo per penetrazione tramite membro maschile". In quegli anni, verso fine Ottocento, venne accidentalmente inventato il vibratore, come strumento di cura per l'isteria: più comodo per lo psicoterapeuta, a cui svariate sessioni quotidiane con diverse pazienti creavano non pochi disturbi al tunnel carpale ed altre parti del braccio.
    Erano malate. Finché non venne depennata l'isteria dall'elenco delle malattie. Improvvisamente non erano più malate. Perché "malattia" è ciò che la società definisce come tale, specie in ambito psicologico. Una volta, anche l'omosessualità era considerata una malattia.
    Sono malata? Sono diversa. Sono incompresa, specie da una "bambina" come lei: immatura, nel senso che le mancano ancora tante di quelle esperienze e conoscenze sul multiverso che le è impossibile comprenderlo e dunque comprendere me, la mia diversità, la mia cultura, la mia prospettiva, le mie motivazioni dietro le mie azioni.
    Sono malata -di..."perversione"? Definiscimela, ti sfido-, sicuramente, secondo certi punti di vista. Così come loro sono malati di bigottismo ed ignoranza, dal nostro punto di vista
    .

    «Non sono felice...»


    Ahia. Questo mi colpisce di più.
    Be', prevedibile...Non è felice, l'ho mindfuckata. In tutti i sensi possibili, effettivamente.
    In effetti, quella frase..."e mi rende felice renderti felice"...Ecco, inizialmente volevo dire "mi dà piacere darti piacere", ma non era corretta..."mi rende felice darti piacere", ma non volevo sminuire la cosa: non è solo piacere fisico, infatti, e non è quello soprattutto il mio focus! Per questo, mi è uscito quel "mi rende felice renderti felice". Solo che "rendere felice" è qualcosa di molto più complesso, difficile e diverso dal "dare piacere", infatti...Sono in un circolo vizioso..
    .

    «Mi dispiace...Mi dispiace che tu ti senta così. Sai...pensavo ti saresti potuta rilassare, sentire bene...essere felice davvero. Che avresti potuto fermarti a riflettere...accorgerti che esiste altro, nella vita. Che dovresti cercare il piacere, piuttosto che la vendetta. Che è molto più appagante e saziante l'amore dell'odio.
    Non hai provato un senso di...estasi, di pace dei sensi? Di serenità sublime, di perfetta armonia, di quiete con l'esistenza, di comunione con l'universo intero? Non è stato forse meglio di tutte le volte che hai preso a pugni qualche criminale o innocente, che hai fatto gare in moto sfidando la morte, che hai studiato piani di persecuzione contro gli assassini di tuo padre, che ti sei immersa nel lato oscuro dell'esistenza...?»


    La mia voce esce triste dalle mie labbra, malinconica, mentre sorrido debolmente, con lo sguardo basso, continuando ad accarezzarle il viso...

    Io non capisco...come possa, la gente, vivere...senza l'amore. Senza sapere, senza capire, senza esplorare...il proprio stesso corpo, la propria stessa mente, i propri stessi desideri. Come si fa ad avere la pulsione sessuale, più forte tra tutte perché è per questo che esistiamo, e a...relegarla nell'angolo più buio e remoto della propria essenza, dando credito esclusivamente a pulsioni di morte...
    Io non capisco. E poi sono io quella malata...Quella che sa come si raggiunge la felicità estatica, quella che cerca di mostrarlo agli altri, di mostrare la via, la luce, il paradiso -quello reale, non le cazzate religiose!-...Mentre gli altri, quelli che si permettono di esprimere giudizi dall'alto della loro ignoranza da effetti Dunning-Kruger, sono quelli sani, e infatti vivono di violenza e rabbia e tormento.
    Ed io sono malata. Perché sono sola. Perché non c'è nessuno che mi capisca, che condivida con me questi pensieri. Perché sono circondata da questa gente qui, questa che non sa un cazzo e si crede chissà chi. Che non sa niente di sana sessualità, e dice che sono io quella malata.
    Sì, perché io sono quella strana. Lo sono sempre stata, fin dal liceo: ho conoscenze diverse da quelle altrui, che gli altri non hanno. Non sono omologata, non credo alle loro stesse cazzate. Perciò sono strana. Sono pazza. Sono perversa. Sono malata. E soprattutto sono cogliona, che cerco ancora di insegnare qualcosa a questi...questi...
    Ma Alison è diversa. Alison è giovane, è piccola, è immatura. Alison forse mi può ancora ascoltare. Alison non è irrecuperabile del tutto. Alison, forse, avrà la voglia di ascoltarmi
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    Rivela un altro tassello della sua benevolenza XDD.

    Note_

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    Amore e adrenalina



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    La voce malinconica di Violet in qualche modo colpì l'animo della bionda. Questa rimase sulla sue gambe a farsi accarezzare il viso. Il suo tocco era richiesto, indispensabile. In quel momento il suo corpo pareva in parte intorpidito, in parte aveva bisogno di smaltire ciò che aveva appena provato. Riaprì lentamente l'occhio libero, tornando a guardare le pieghe del vestito di Violet. Si dispiaceva per il suo stato attuale, per la sua mancanza di felicità. Scuse inutili, a detta di Alison, non aveva bisogno della compassione altrui, non la cercava né richiedeva. Non sempre basta rilassarsi e sentirsi bene per essere felici. Non sempre raggiungere l'estasi corporeo equivale alla felicità dell'anima. Certamente il piacere c'è stato, mai provato prima di quell'intensità e, se non fosse troppo orgogliosa, non esiterebbe a richiederne ulteriori sessioni in futuro. Tuttavia, come ribadito, la bionda non è felice. Semplicemente perché è stato tutto..forzato..e solo. Sopratutto solo. Prima non aveva modo di pensarlo, ma terminati gli effetti, si sentì umiliata. Molto umiliata. Tremendamente imbarazzata, non era una persona che provava vergogna facilmente. Non le importava del giudizio altrui. Però..quello che era successo è stato un po' troppo per lei. Fortuna che vi era una sola spettatrice, peggio ancora se si fosse trovata un pubblico più vasto. Era fondamentalmente combattuta e troppo confusa. Non sapeva se le piaceva realmente Violet, se voleva diventare la sua compagna o meno. Se aveva senso solo pensarlo, dato che quell'altra aveva già espresso il suo giudizio a riguardo della loro possibile relazione. La sua espressione rimase immutata, la pugile non reagì fisicamente in alcun modo, nemmeno alle domande assurde dell'altra. Pace dei sensi, comunione con l'universo. Nemmeno quando..sembrò cercare di dissuadere la guerriera nella sua persecuzione vendicativa. Nel cambiare se stessa.

    "No.." - rispose semplicemente. Una monosillaba che avrebbe bloccato la telepate. Un no secco. Una completa contrapposizione d'idee. Alison aveva provato uno dei piaceri fisici più elevati. La sua mente è stata soggetta ad una manipolazione. La bionda si trovava in uno stato confusionale mai provato prima. Non è più in grado di affermare cosa prova per Violet, nemmeno se ci deve credere. Qualcuno dovrebbe darle una risposta al posto suo.
    "Potevi fare di meglio.." - e abbozzò un sorriso accompagnato da uno lieve sbuffo. Il silenzio rendeva tutto più calmo, la situazione era così..strana, Alison era strana. Violet era strana. Forse quest'ultima non era davvero l'unica ad essere malata. Comunque sia, Alison non dimostrò di avere tutti i torti. Il conflitto psicologico durante quei magnifici secondi non potevano rendere quell'esperienza al pari di un paragone simile. Poteva essere molto più dannatamente piacevole. Magari con un contatto fisico, mantenendo sempre validi i desideri più oscuri della cacciatrice. L'eccitamento era perlopiù fisico e improvviso, troppo poco tempo per realizzare effettivamente il tutto. Altro che universo, c'era Violet al centro dei suoi pensieri. Quasi come se lei stessa fosse l'universo. Peccato che il pensiero fisso della donna punk non sia la vera chiave per accedere alle porte pi profonde del suo essere.
    "A cosa miri, Violet..?" - s'accigliò il sopracciglio visibile, mentre la palpebra sbatté più volte e lo sguardo rimbalzò su vari punti del suo vestito. Non avrebbe mai rinunciato alla sua vendetta, mai. L'amore? Alison comprendeva a cosa si riferisse, ma non poteva accettarlo. Non era lei. Non poteva abbandonare tutti i suoi progetti per..l'amore? Trovarsi qualcuno, andare a vivere da qualche parte e fare qualche lavoro umile per resistere economicamente? Una vita sedentaria non è adatta a lei. Fondamentalmente, Alison non è nessuno. Solo una ragazzina con un passato burrascoso, dotata di tanta determinazione e volontà che non si farebbe spaventare da niente e da nessuno.

    "Se stai cercando di trattenermi dalla mia vendetta, ritirati, non cambierò mai il percorso che ho scelto di intraprendere" - confermò la sua posizione. La sua decisione. Fintanto che avrà vita, continuerà a cacciare. Non sarebbe lei se lascerebbe tutto di colpo. Se ignorasse tutti quei torti subiti.
    "Vero, ho sfidato la morte molte volte e mi è sempre piaciuto. Picchiare, correre..mi fa sentire viva. La mia vendetta, dà un senso alla mia vita" - senza i suoi obiettivi sarebbe..morta. Sarebbe nella sua camera, sotto le coperte a piangere affondando in una depressione..in un mare senza ritorno. Sempre più giù, fin quando non giunge il momento in cui togliersi la vita rimane l'ultima opzione per scrollarsi via di tutti quei fardelli e dolori. Se non fosse stato per la sua voglia di vendetta, sarebbe morta svariati mesi fa. Sul suo letto con un braccio segnato e penzolante. Oppure sul ciglio della strada, cui volgendo lo sguardo in alto si può notare la finestra aperta della sua camera.
    "Senza la mia vendetta, sarei già morta" - terminò, sollevò di poco il capo per sistemarsi meglio sulla coscia dell'altra. Per quanto malinconico sia il senso della frase, la bionda non lascia traspirare esternamente alcuna emozione, come se fosse una frase normale da dire. L'amore è intenso, piacevole, regala le sue emozioni. Però ripetuto più volte non rende quanto l'adrenalina. Essa sembra il massimo la prima volta e ne richiede qualcosa di più. L'amore, per come crede lei, ha un limite di piacere. Mentre l'adrenalina più ti porta vicino alla morte, più è fantastico..e ogni volta è come la prima volta. Non vi è un abisso tra i due, anzi..le differenze sono molto piccole. Ma l'amore è qualcosa che si fa in due generalmente, mentre il resto non richiede la dipendenza ad altri. Forse proprio perché sola che è costretta a seguire quel sentiero pericoloso ma altrettanto appagante.

    Stato Mentale: Normale - Non rinuncerò mai a quella che sono ora
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%
     
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    «No...
    Potevi fare di meglio...»


    Corrugo la fronte ed inclino lievemente la testa, fissando quel suo occhio aperto che si rifugia tra le pieghe dei miei vestiti, mentre cerco di capire quel "no". La frase successiva, però, mi spiega tutto, con quel mezzo sorriso ed uno sbuffo. Un istante di interdizione, e dopodiché anch'io scoppio in uno sbuffo, ma la mia è una risata istantanea, che sonoramente si esaurisce così mentre visivamente lascia le labbra larghe e piegate in un sorriso divertito, come se avesse detto una battuta molto ilare. Infatti per me è così: potevo fare di meglio, la mia prestazione sessuale è stata carente. Rotflmfao, in pratica.
    ...Oh. Ma vuoi vedere che...no, non dirmelo: per lei il piacere sessuale deriva solo dalla coppia? Non esiste l'esperienza "in solo"? Quella è la base, maledizione! Ma forse non c'entra: forse, essendo stata io a provocarle tutto ciò, le sue aspettative erano più da coppia che altro...e da questo punto di vista potrebbe avere senso, la sua critica
    .

    «A cosa miri, Violet...?
    Se stai cercando di trattenermi dalla mia vendetta, ritirati, non cambierò mai il percorso che ho scelto di intraprendere.
    Vero, ho sfidato la morte molte volte e mi è sempre piaciuto. Picchiare, correre..mi fa sentire viva. La mia vendetta, dà un senso alla mia vita.
    Senza la mia vendetta, sarei già morta.»


    Quella sua prima domanda mi fa drizzare le orecchie, bloccando il mio corpo e perfino le dita che le accarezzano i capelli, all'altezza delle tempie. A cosa miro? Domanda curiosa, perché io stessa non ho una risposta: il "discorso" ha iniziato a sbandare cambiando strada mille volte, già solo negli ultimi minuti. Ormai non miro più a niente, sto sbattendo la faccia contro tutti i muri possibili ed immaginabili, girando alla cieca in questo marasma di...di...di modi di pensare non miei. Cioè, miei misti ai suoi, per la precisione: lei è confusa, ma lo sono anch'io, perché il mio ragionamento non è più organico, organizzato, lineare, razionale. Ormai è diventato un'accozzaglia di punti saldi qua e là, a macchie, un'opera di arte moderna, nemmeno puntinismo! Almeno lì i punti visti da una prospettiva adeguata andavano a dipingere un'immagine definita e coerente nel suo complesso. Qui no. Qui è come seguire lezioni randomiche di corsi randomici in facoltà universitarie randomiche. Non esiste più un filo conduttore, per cui nemmeno più una "mira", un obiettivo.

    Le sue parole successive invece sono molto interessanti. Parla di suicidio, e il suicidio è un tema che mi è molto caro, mi sta molto a cuore: è la via di fuga per eccellenza, più alta, quella che elimina alla radice tutte le sofferenze, quando non vedi e non riesci ad avere successo con nessun'altra soluzione. Ci ho fatto la tesina di quinta liceo, sul male di vivere e le sue attenuazioni, col suicidio come massima attenuazione, sìsì.
    Eppure, voglio capire più a fondo il significato delle sue frasi. Voglio vedere di cosa parla, e voglio provare ciò che prova, per comprenderla veramente. E mi immergo superficialmente per qualche istante tra i suoi pensieri, andando a trovare a differenza che esiste per lei tra amore e pericolo, tra endorfine ed adrenalina, e...Ahahah! Ecco cos'è! Quindi è drogata di adrenalina, insomma. Uff, sì, lo immaginavo, ma non pensavo fino a questo punto, e con una tale ricerca attiva, intendo. E guarda tutte le sue razionalizzazioni per giustificare la cosa! Ma dannazione, Alison! Che sciocca che sei..
    .

    «No...Non voglio dirti cosa non fare. Sto cercando di dirti cosa sarebbe meglio fare...! Di parlarti di cose positive, di cose creative, di cose che ti possono dare la felicità, quella vera, la serenità...Non la droga pericolosa...
    Sigh...Niente, lascia perdere...Hai un assetto mentale troppo costruito mi sa, ormai, per riuscire a capire cosa intendo...Non fa niente, pazienza...»


    Cerco di spiegarle ancora, stavolta più scoraggiata e delusa, sospirando ed arrendendomi presto. Per tutto il tempo, però, sorrido e riprendo ad accarezzarle il viso, prendendo quel buono che posso, ovvero un surrogato fisico di contatto umano. In verità, non credo che Alison possa cambiare: ormai ha già percorso molto della sua strada e vuole continuare, è motivata a farlo, questione di rinforzo positivo e altre quisquilie behaviouriste. Inutile: le mancano troppe informazioni, per poter anche solo immaginare di leggere il mondo e l'esistenza come lo leggo io.


    _Specchietto Tecnico:



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    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
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    Chiacchierando malinconicamente XD.

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    Droghe pericolose



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Una droga pericolosa. Correre follemente sulla moto, combattere fino a perdere sangue, queste erano droghe pericolose. Non che ogni sera s'imbucasse in taverne per partecipare a risse e sperare di prendere svariate bottiglie sulla testa. Per quanto provò più di una volta quella esperienza, le risse da taverna erano un po' troppo fastidiose per lei. Troppo chiasso, troppi imbecilli. I veri combattenti non si trovavano nelle taverne, o almeno lei, fino ad ora, non aveva mai incontrato un degno avversario durante una rissa da taverna. Ma Violet? Questa forse non aveva realizzato che lentamente, continuando così, si stava sostituendo alla categoria di "droga pericolosa". Se Alison, così confusa e indecisa, si sarebbe spinta involontariamente a credere di volere Violet? Poteva mai prevedere le sue azioni e possibili reazioni? Per una come lei..un'ulteriore delusione nel campo dell'amore avrebbe potuto distruggerla. Come metterla al bando su quel campo, viva o morta, Alison fuori dalle questioni amorose per il resto della vita. Magari proprio ciò che aveva provato, quella poteva essere l'origine di una dipendenza. Un giorno avrebbe potuto farle capire, ancora non in grado di dirle schiettamente quel desiderio sporco, di voler ripetere l'esperienza. Poi un altro giorno, con più decisione e chiarezza, le avrebbe potuto chiedere ancora la stessa cosa. Poi un altro giorno di nuovo. E di nuovo. Perché anche l'amore crea dipendenza? E se Violet si fosse rifiutata? Che fine avrebbe fatto Alison? Vendetta verso l'amica? Mettersi contro di lei a tal punto da dover decidere se combattere e ucciderla? Gelosia, pazzia..omicidio. Storie conosciute, storie già viste, riviste, raccontate e lette. Oppure, nella peggiore delle ipotesi, poteva diventare sesso dipendente. Andare in giro di notte a cercare sconosciuti con cui soddisfare quegli ormai irrefrenabili istinti. Così di giorno, di buon mattino, alle prime luci..scappando via dalla stanza affittata, avrebbe pianto di vergogna per la notte precedente e per ciò che avrebbe fatto la notte in arrivo. Si sarebbe rovinata la vita.

    "A volte parli in modo così complicato, non sono un automa, sai?" - le risposte sempre tranquilla e quasi atonale. Il suo occhio si muoveva rapido analizzando possibili irregolarità sul vestito di Violet, un pelo, una piega particolare, un brillante, a seconda di com'era l'abbigliamento. La mano di lei continuava ad accarezzarle il viso. Le piacevano le sue carezze. E più lo faceva, più si sentiva combattuta..specie perché ricordava le prime parole, di come l'aveva catalogata come semplice amica con la quale scherzare.
    "Immagino che se ti chiedessi di rintracciarlo non lo faresti, vero?" - domandò riferendosi al loro nuovo bersaglio. Uno dei boss della mafia del Bloodrunner: un giocatore d'azzardo che si era fatto vedere durante l'operazione Breakdown, giusto nella fuga. Rimase in silenzio. Un silenzio imbarazzante, svariati secondi, o forse minuti veri, passarono velocemente. La bionda, di tanto in tanto, socchiudeva l'occhio come un animaletto rilassato. All'esterno appariva tranquilla, calma..all'interno era totalmente turbata. Gli effetti erano ormai passati, ma ora subentrava la pigrizia nel rialzarsi. Come se fossero entrati in un periodo di stasi temporale. L'ambiente intorno a loro era immobile. Il mondo intero era immobile. Solo la mano di Violet si muoveva per accarezzarle il viso. Tutto così fermo..anche i loro respiri erano molto tenui, inudibili.

    Alison sospirò, rompendo quel silenzio in modo brusco. Come se avesse trovato una svolta nel suo casino mentale.
    "Ho capito" - affermò - "Forse hai ragione e potrei prendermi una pausa" - continuò. Dimitriy non aveva fornito loro ulteriori direttive, aveva solo precisato che si sarebbero attenuati al suo modus operandi. Violet, in grado di individuare qualsiasi individuo conosciuto o visto attraverso onde celebrali o qualcosa di simile, non voleva disobbedire al suo stimato superiore. Nella sala del meeting l'aveva proposto e non si era scomposta al rifiuto, accettando pienamente la scelta, a differenza di Alison. A breve, probabilmente, avrebbe confermato ancora la sua posizione ferrea. Da sola non ce la poteva fare. Si era unita agli Eversori proprio perché i tempi di ricerca parevano ridotti di molto. Una pausa ci voleva, per quanto instancabile poteva apparire la pugile, era pur sempre un'umana. Temeva solo di perdere la sua occasione, di non portare a termine l'obiettivo, di distrarsi troppo..
    "Magari un giorno potremmo uscire la sera insieme, come due amiche" - specificò, incerta sulla correttezza. Dubbiosa preferì andare a colpo sicuro. Era da un pezzo che nessuno entrava nel locale. Quanto tempo era passato? Un'ora? Due? Non lo sapeva dire. Aveva perso completamente la cognizione del tempo.
    "Forse..è il caso se ci alziamo" - e ora voltò la testa permettendo anche all'altro occhio di farsi vedere. Entrambi puntati su quelli di Violet, la quale la guardava dall'alto.
    "Se qualcuno entra potrebbe farsi strane idee" - e probabilmente non aveva torto.

    Stato Mentale: Normale - Una pausa..mi chiedo se sia davvero necessario
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    «A volte parli in modo così complicato, non sono un automa, sai?»

    «Mhf...!»


    "Discutibile", mi viene da risponderle...ma mi autocensuro: so già che porterebbe ad un'ennesima discussione sterile e litigiosa. Non sa niente di scienze, non sa niente di biologia, di neuroscienze, di psicologia..."Automa", come può dire di non esserlo? Oh. Si crede libera, già, vero: me ne sono dimenticata, di nuovo, che la gente normale è completamente digiuna e ignorante riguardo alla questione del free will. Figurati del resto. Per questo risulto "complicata" alla gente che non sa di cosa sto parlando...

    «Immagino che se ti chiedessi di rintracciarlo non lo faresti, vero?»

    «Già. Ti metteresti solo nei guai...»


    Se non avessi sbirciato nella sua mente a questa domanda, non sarei mai riuscita a capire di cosa stesse parlando. Cazzo! Che salto d'argomento! Ecco: per me questo è incasinato e difficile. Riuscire a seguire la gente senza un filo logico. La mia risposta arriva comunque pacata e sorridente, materna ancora una volta: sarebbero solo rogne, se le rivelassi il nascondiglio del nostro nemico. E poi, perché si preoccupa così tanto? Non ha nient'altro da fare e vuole riempire il vuoto? Si annoia? Che te ne frega, Alison?! Dai! Pensa a divertirti, ma in altro modo! Non so, per me è un gioco partecipare alle missioni degli Eversori, ma non è l'unico che ho...! Bisogna essere versatili nella vita, e bisogna aver pazienza e saper aspettare il momento giusto per tutto.

    «Ho capito. Forse hai ragione e potrei prendermi una pausa. Magari un giorno potremmo uscire la sera insieme, come due amiche.»

    «Hey! Ottima idea! Sarebbe davvero un bel modo di staccare!»


    Sorrido e riprendo vita alla sua proposta! Una serata insieme, come due amiche. Dio, quanto tempo è che non lo faccio? Anni? Sospiro mentalmente, frustrata e depressa dalla mia vita, ma contenta di questa nuova opportunità, perché potrebbe rivelarsi davvero una cosa carina e potremmo perfino replicarla svariate volte, qualora rimanessimo soddisfatte! Sìsì, mi piace come idea.

    «Forse..è il caso se ci alziamo. Se qualcuno entra potrebbe farsi strane idee.»

    «Mh. E che ce ne importa? Che pensassero quel che vogliono, mica sono affari loro. E poi, tanto, la gente pensa sempre sbagliato perché è stupida.»


    Dice ora voltandosi verso di me e guardandomi con entrambi gli occhi. La mia risposta arriva repentina, con una bocca storta ed un'alzata di spalle. È da quando ho sedici anni che ho smesso di preoccuparmi e di curarmi della desiderabilità sociale delle mie azioni, della mia immagine pubblica, di "ciò che pensano gli altri". Cazzi loro, veramente: la gente è feccia, pensa lo stesso stronzate su stronzate, su qualsiasi argomento. Segue la dieta alcalina, crede al papa, va a farsi "curare" il cancro col faith healing, muore di breatharianism, pensa che ci siano i complotti sull'allunaggio e le Torri Gemelle e i rettiliani e...Bah, lasciamo perdere. Basta nominare una cosa qualsiasi, e gli imbecilli che credono ad assurdità al riguardo poppano come funghi.
    In ultima analisi, io da qui non mi muovo, a meno che non si muova lei - ma solo per continuare a stare con lei, non di certo perché ho paura di cosa pensa la gente. Anzi, a ben pensarci, quando avevo sedici anni ho iniziato a infilarmi nelle teste altrui, e la mole di immondizia presente mi faceva vomitare e mi mandava in coma: mi ci son voluti ANNI per riuscire a non farmi più venire il voltastomaco solo a stare vicina a questi decerebrati. Non sono certo io a dovermi vergognare: sarebbero loro, che se solo potessero vedersi coi miei occhi, si andrebbero a sotterrare in una discarica per riqualificarsi
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

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    Strano detto da Alison. Violet aveva perfettamente ragione. La pugile non si era mai curata del giudizio altrui, da una parte però il suo pensiero non era così radicato come quello della telepate. Non reputava gli altri stupidi, semplicemente non li reputava, magari..sono un certo punto di vista, era considerata una visione superiore, non degnare di nessuna qualità, vuoti, inesistenti. Peggio di essere stupidi. Sbatté gli occhi come fossero l'unica cosa viva e distinta rispetto al resto del viso, così inespressivo.
    "E se poi m'innamoro di te?" - diretta, basta giochetti mentali o di parole. Sarebbe meglio se Violet considerasse questa opportunità. Avrebbe il coraggio di prendersi la responsabilità, il fardello o la colpa, di rendere una ragazzina come Alison una vittima di cuore? Se non potevano stare assieme, aveva senso..frequentarsi? Non è assolutamente una cosa semplice, una questione estremamente complicata. Un giorno, due giorni, tre giorni..e l'infatuazione aumenta, per una che è stata così sola come Alison, non poteva ignorare tale impulso e..nel caso cascasse in quella fossa anche solo con un piede, difficilmente sarebbe stata capace di tornare indietro. Quindi, che succede se s'innamora di lei? Sapendo di non avere un lieto fine, di non avere un vero rapporto..si sarebbe solo distrutta da sola, sempre di più. Perdendo un pezzo di sé alla volta, mentre il cuore si sarebbe infranto lentamente sempre in più parti. Se non avevano futuro insieme, come potevano rimanere amiche? Bastava poco..un segno di cedimento e la loro amicizia, il loro legame, si sarebbe incrinato troppo, fino ad un punto di non ritorno. Una tensione tale dove solo due strade rimangono. Con o contro.

    Legami. Gran bella parola, tanti significati diversi in una sola parola. Tutti concatenati tra loro da quello più profondo e comune, il legame letterale. Unione di cose, persone, concetti..elementi, entità. Per questo si comportava così, per questo era profondamente individualista, egoista e prepotente verso il prossimo. Per questo era diffidente. Per questo..preferiva non avere una lunga frequentazione. Per questo non voleva rimanere a lungo vicino a Violet. Legami, pericolose catene, in grado di mandare alla follia chiunque. Se l'amore di Alison non sarebbe stato ricambiato..si sarebbe strutta in modi impensabili. Cambiando radicalmente..il ritorno delle lacrime, della cattiveria più infima, di quella vendetta che cerca di contenere appena. Come dare a qualcuno una speranza e poi toglierla. Illuderla, renderla vuota. Non voleva creare legami, non più..non da quando aveva capito che molti non la voleva perché si chiamava Alison Jin Long o per il suo carattere, ma unicamente per il corpo, cui tanto sfoggia e si vanta. Guardare ma non toccare, pensare ma non parlare. Un motto piuttosto semplice che nascondeva infinite tristezze. Ma se Violet la illudeva di piacere lei come tale, per poi non dare tutta se stessa come compenso..solo..perché? Aveva senso mentire? Oppure anche lei era indecisa sui suoi sentimenti? Impossibile, come può una spietata analitica come lei farsi mettere un tale dubbio, già sperimentato svariate volte.

    "Se m'innamoro di te, cosa succederà tra noi?" - domandò mentre le parole uscivano tranquille, al pari di una melodia malinconica senza tono. Quasi una domanda dettata dalla ragione, dal voler sapere con certezza che fenomeno avrebbe prodotto l'innamoramento. Quale delle tante emozioni negative avrebbe alimentato? Rabbia? Frustrazione? Disperazione..odio? La scelta era vasta e le opzioni possibili erano superiori a uno. Non c'è una via di mezzo, non questa volta. Non esiste una via maestra. O si o no. Innamorato o meno. Ricambiato o rifiutato. Violet voleva davvero rischiare di distruggere tutto ed infliggere una dolorosa lezione di vita ad Alison? Avrebbe retto l'eventualità di non poter più vedere la sua amica? Quanto era forte la sua schiena per reggere quel masso opprimente? Erano ancora agli inizi..ma dopo quell'esperienza, anzi..quell'esperimento, la mente di Alison è stata fortemente manipolata, non solo a livello fisico per immergerla in tale mare di piacere, ma anche a livello psicologico, le sue emozioni erano alterate. Non riconosceva più quali erano sue e quali no, cosa pensava realmente e cosa no. Per questo appariva vuota, innaturalmente tranquilla. Come la fiamma spenta di una candela che lascia al suo posto solo una striscia di fumo dal moto casuale. Spostato dal vento a seconda di dove soffiava. Verso quale emozione, o decisione, protendeva.
    "Non voglio farti del male" - se non fosse per quello stato, probabilmente avrebbe lasciato cadere una lacrima. Ora la punk sa, che se le cose non vanno bene, se capita un errore, potrebbe perdere per sempre la sua amica. Magari poteva essere un pretesto per cambiare vita, dimenticare tutto e tutti..e purtroppo non c'è nulla di più giusto. La memoria è la chiave di tutto, a volte per rimanere sani, o semplicemente salvarsi, è bene dimenticare.

    Stato Mentale: Normale - Non potrei sopportarlo
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    «E se poi m'innamoro di te?»

    «Cos-...?»


    Quella sua frase...Quella sua domanda. Spezza tutto.
    Incrina il mio mondo, infrange l'atmosfera che regnava finora, dissolve la malinconia.
    Dapprima rimango inebetita, istupidita, completamente pietrificata. "Sta scherzando? È uno scherzo, una battuta?", mi domando incredula. Poi, piano piano, mi rendo conto che il suo tono tenue, apatico, non è affatto tale: sotto c'è di tutto, un marasma di sentimenti, di paure, di dubbi, di desideri e angosce, e sopra la superficie del lago è comunque calma. Qualcosa di tremendamente familiare, che ho sperimentato spessissimo nella mia vita, e che reputo molto maturo: il non lasciarsi prendere dal panico, pur essendo consci di tutti i problemi che esistono. Stoicismo, sopportare le angherie del fato e della natura, senza dar loro nemmeno la soddisfazione di piegarsi né spezzarsi. Merito anche delle endorfine che le circolano ora in corpo: trovo che l'appagamento sessuale sia un'ottima cura per la felicità di ogni individuo, in barba a tutte le religioni sessuofobe il cui unico scopo è soggiogare i suoi fedeli per garantirsi dipendenza e quindi donazioni vita natural durante
    .

    «Se m'innamoro di te, cosa succederà tra noi?»

    «Io...io non pensavo che...che ti potessi piacere...(?)»


    Corrugo la fronte e mormoro in automatico, lasciando libero sfogo ai pensieri più superficiali che mi vengono...Sotto la superficie, infatti, il mio cervello è drammaticamente in tumulto. Tutta la quiete provata finora è spazzata via, con questo semplice scenario possibile.
    Qualcosa che non avevo minimamente preso in considerazione. Che io possa piacerle, che lei possa innamorarsi di me, addirittura. Che potessero piacerle le altre ragazze, che io potessi essere una di queste, che...
    Che cosa sta pensando? Di cosa ha paura? Devo saperlo. Devo, per poter gestire al meglio la situazione, per poterla aiutare e renderla più serena possibile.
    E così entro nella sua testa, fermandomi come prima col corpo, e più entro e scavo e vedo, più rimango sconcertata, e ferita, e affranta da ciò che ha dovuto subire. Da tutta la sua solitudine, da tutte le sue scelte ingenue e sbagliate che l'han portata a rendersi vittima di pezzi di merda indegni di respirare. Di...di tutto il suo dolore, e le sue paure sul futuro, su di...noi, su di me. La mia mandibola si apre a vuoto, tremando di dolore e paura e angoscia e struggimento, mentre i miei occhi si tingono interamente di nero, lentamente, progressivamente
    .

    «Non voglio farti del male.»

    «Nemmeno io...»


    Sussurro a mia volta, mentre una singola, densa lacrima color pece scivola dal mio occhio sinistro, rigandomi la guancia e tracciando una morbida linea nera a sua volta. Nera come tutto il dolore che ci attraversa, lei più tenue, me più concentrato.

    «Io...Io...non-...non lo so...»


    Balbetto stringendo i denti, ritraendo le mie dita ed abbassando gli occhi che, lentamente di nuovo, tornano normali. "Normali", come se in questo marasma di sentimenti potessero essere normali, attraversati come sono da tutto ciò che provo. Le mie mani si stringono a pugno, poggiate sulle cosce, poi si riaprono ma le dita sono rigide, tese, mentre il mio viso mostra quanto sono sovrappensiero. Pensa Violet, pensa! Elaboro, macino pensieri su pensieri, calcoli su calcoli, ma è tutto inutile, tutto troppo complicato, troppe varianti, troppi scenari, e nessuno è quello buono, nessuno è decente, tutto è intriso di dolore come di petrolio le ali di un gabbiano. Ho visto cosa accadrebbe nel futuro, nella sua mente, se si innamorasse di me.

    «Mi dispiace, Alison, non credevo che...Non lo so, non so cosa fare, cosa sia meglio fare...! Non trovo una soluzione! Non c'è! Non la vedo! Non...hic! Non...»


    E ancora una volta mi trema la mascella, mentre fisso il vuoto e piango ora lacrime trasparenti come quelle di tutti. Mi sto struggendo, perché non riesco a risolvere la situazione, non trovo una soluzione al problema. Lei potrebbe davvero innamorarsi di me, e questo cambia tutto! Come possiamo uscire insieme, se ogni volta potrebbe essere un passo in più verso il suo innamoramento?! Come posso permettere che s'innamori di me quando palesemente non possiamo stare insieme! Non...non è adatta! Siamo troppo diverse, non posso essere la sua compagna di vita e lei non può essere la mia! Potrei fare sua madre, al massimo! Ma lei è una bambina, non posso amarla e venerarla come una dea, non--...non è concepibile! Non c'è via d'uscita: non possiamo stare insieme, e non possiamo nemmeno uscire insieme e trascorrere troppo tempo insieme, perché potrebbe essere pericoloso! Ma vorremmo entrambe stare insieme perché ci piace e siamo amiche e siamo le uniche in questo ambiente e...Checcazzo, perché vogliamo! Ma...non possiamo, sarebbe un suicidio! Non c'è soluzione...!

    Alzo lo sguardo verso di lei, disperata, affranta, come se potesse darmi lei la risposta
    .

    «Alison...Non possiamo stare insieme...! Non siamo compatibili, come ragazza e ragazza...»


    La mia non è altro che una constatazione, una fotografia, sconsolata, triste...come a volerle dire "Guarda, il vaso è rotto, non ci si può fare niente...!", "Non c'è soluzione"...


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    Senza speranza



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Se volete conquistare il cuore di Alison, è bene ricordare che non perdonerà mai nessuna sorta di tradimento. Gelosa, ossessiva..possessiva. Un passo falso e sarete morti per lei. Violet cominciò a singhiozzare, stavolta era lei a piangere. Osservò curiosa quegli occhi neri e quella lacrima scura scendere. Perché piangeva? Alison non era innamorata di Violet, non ancora..però non sapeva nemmeno se non lo era. Un bel dilemma intricato. Era come se Violet avesse visto più avanti, molto più di quel che riusciva a vedere la pugile. Non aveva mai provato certe emozioni, esperienze..non sapeva perfettamente come avrebbe potuto reagire, ma Violet si. Perché al momento Alison è totalmente un libro aperto, noioso, sconnesso ma tuttavia incompleto. Non copriva nemmeno un quarto.
    "Perché piangi?" - le venne spontaneo chiedere. Ora si sentiva come se avesse detto qualcosa di sbagliato, forse non avrebbe dovuto esprimere quel principio di timore. Erano ancora in tempo..in tempo per cosa? Per trovare una soluzione inesistente? O forse era necessario manipolare ancora una volta le emozioni di Alison? Sarebbe stato sufficiente, ma per quanto tempo? Anzi..era corretto agire in questo modo? Se si voleva togliere anche quella libertà alla bionda, ben venga..che poi però non ci si lamenti delle proprie azioni. Forse infondere innamoramento non era stata una cosa saggia. Però dopotutto non poteva certo sapere i desideri nascosti di Alison, magari aveva solo accelerato l'inevitabile. Nessuno poteva certo sapere come si sarebbe svolto il seguito. Abbassò lo sguardo, evitò il contatto coi suoi occhi per un attimo. Poi tornò a connettersi con lei, perché in quel momento non risentiva troppo delle emozioni che fluivano dall'animo di Violet.

    "Non possiamo stare insieme?" - domandò ancora, come se cercasse di comprendere quella frase già di suo chiara. Non voleva stare con lei, non voleva essere la sua "compagna di vita". Una cosa positiva c'era: almeno aveva chiarito subito. Un buon passo. Chiarire prima che tutto si sfasci, che diventi complicato, ingestibile. Ma per quanto sarà sufficiente? Un mese, un anno..un giorno? La migliore soluzione, si dice, è quella di trovare qualcosa di migliore. Una persona ideale per Alison, che superasse Violet, che fosse più compatibile, più giusta, più adatta..più perfetta. Ma Alison non l'aveva trovata, non l'aveva conosciuta..e per molto tempo, forse, non avrebbe avuto modo di incontrare la sua anima gemella. Forse era destinata a stare da sola? Per sempre? Un segno del destino, una lezione oltre divina..pensare a se stessa. Come fece dal primo giorno della sua vita, quando per vivere, la sua cara madre fu costretta a soccombere. Questo è il motivo per cui non pensava mai al futuro e basava il suo presente su ciò che le era successo durante il suo passato. Non si vedeva proiettava nel futuro, non immaginava un futuro. Quindi viveva secondo il momento, lasciando che le sue emozioni la guidassero. Non sapeva quando sarebbe successo, se sarebbe successo..se qualcosa sarebbe cambiato prima del tempo. Alison decise di alzarsi, si spostarsi da Violet. Non avrebbe dovuto fare quella domanda, aveva infranto il momento. Non avrebbe dovuto nemmeno alzarsi, negando la possibilità di riparare al danno precedente.

    "Io non vedo il futuro, Violet" - disse ignorando le lacrime dell'amica. Non sa consolare, non sa aiutare la gente che si mostra debole. Non ha idea di come comportarsi, come essere di conforto, le sue parole non cambiano, sempre taglienti, sempre provocatorie.
    "Non ho idea di quando potrà succedere, se succederà o se non succederà" - affermò e fin qui era qualcosa che, bene o male, tutte le persone normali poteva dire. Solo chi era davvero "speciale" poteva negare tale frase e, per quanto a lei piaccia esaltare se stessa, Alison era una persona normale, come tutte le altre. Era destinata ad un miglioramento, ma per il momento..era il caso di non avere alte prospettive per lei, per una ragazza di strada, una mezza criminale. Diede le spalle alla telepate.
    "Su una cosa sono certa" - disse, certa su qualcosa che sarebbe avvenuta nel futuro. Quando lei era sicura di qualcosa, era perché aveva un'idea molto chiara dei suoi obiettivi e delle sue conseguenti azioni.
    "Per quello che mi hai fatto oggi" - fece un paio di passi diretta verso l'uscita. Man mano stava tornando l'Alison di sempre, magari perché l'effetto straordinario ormai era finito da un po' e la giovane stava riacquistando la sua vera identità.
    "Avrò la mia vendetta" - determinata, testarda, rivelò la sua intenzione di vendicarsi su quella esperienza. Sull'orgasmo inferto, sulle emozioni scombinate, sulla confusione più totale che aleggiava nel suo cuore.
    "Da amica a amica e perché io sono una tipa leale, ti avviso ora che quando meno te l'aspetti, te la farò pagare" - seria in volto, forse meno nelle parole. La bionda rimase in attesa, spostando solo la testa e parte del busto per vederla appena.

    Stato Mentale: Normale - Non so come sarò e cosa succederà..ma avrò la mia vendetta!
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    «Perché piangi? Non possiamo stare insieme?»

    «No...E...»


    Strutta, fisso il suo corpo, ho abbassato gli occhi dai suoi e ora fisso il nulla. Il nulla di possibilità mai realizzabili, di devastazioni sentimentali possibili, di...niente di reale e concreto ancora. O forse sì? Questo, questo è il problema: questo è il dilemma. Probabilità che fluttuano, che s'impennano e poi crollano in picchiata; mille scenari diversi, una selva indistricabile, non riesco a capire, non riesco a capire...
    "E" niente. Non c'è un modo, una forma per mettere in parole ciò che provo, ciò che penso, ciò che vedo. Non posso nemmeno trasmetterglielo: per lei sarebbe solo un guazzabuglio incomprensibile, mentre per me è una struttura complicatissima, complessissima di richiami e rimandi tra cose e concetti e sentimenti e regole che già singolarmente faccio fatica a portare a livello cosciente, una figura che si può leggere solo nella sua unità, nella sua interezza, che è tuttavia imprescindibile dalle sue basi.
    La guardo alzarsi, la guardo allontanarsi, la guardo darmi le spalle, ed io rimango lì, ferma, immobile, almeno nel fisico: congelata in quell'espressione affranta e senza speranze, con quelle lacrime cristallizzate sul mio volto. Sotto, sotto la pelle, sotto i muscoli, sotto le ossa, il mio cervello non si è mai fermato, non ha mai smesso di funzionare, di macinare, di produrre, di sfrigolare, di fibrillare, di fare scintille
    .

    «Io non vedo il futuro, Violet. Non ho idea di quando potrà succedere, se succederà o se non succederà.
    Su una cosa sono certa. Per quello che mi hai fatto oggi...Avrò la mia vendetta. Da amica a amica e perché io sono una tipa leale, ti avviso ora che quando meno te l'aspetti, te la farò pagare.»


    Si avvicina alla porta d'uscita del locale, ma mentre parla mi alzo anch'io, lentamente, riconquistando la mia quiete personale mossa anche dalle sue parole. E sono pronta a continuare, a riprendere con questo nuovo round.

    «Alison. Nemmeno io riesco a vederlo, ed è questo che mi turba...Ma le tue parole, ora, mi turbano molto di più.»


    Il mio tono si fa serio, la mia voce è penetrante, trasuda gravità, quasi una minaccia severa, un avvertimento, un monito imperdibile.

    «Hai detto che non vuoi farmi del male, e ora mi minacci paventando vendetta.
    Ti ho fatto regali e tu li hai presi tutti come torti.
    Ho provato a insegnarti la bellezza dell'amore e della felicità, e di nuovo torno alla vendetta e all'odio.
    Da amica ad amica, ti avviso che la strada che stai imboccando ancora una volta ti porterà solo dolore e sofferenza, e che in base alle tue scelte potrei essere anch'io a portarteli, se mi costringerai. Da amica ad amica, ravvediti: ne va della tua vita, sia nel senso che potresti perderla, sia nel senso che potresti sprecarla e trovarti a compiangerti in punto di morte.»


    Mazz'e un'. One to go. Determinazione a manetta, severità pure, fiscalità logica senza riserve, muscolo sullo zigomo che si alza a denotare rabbia e frustrazione.

    «Tutto questo è sbagliato. La tua reazione è sbagliata. La tua visione del mondo e della vita sono sbagliate. Sei un tale disastro che non saprei dove mettere le mani per incominciare a sistemarti, e non so più che cazzo dirti e farti per riuscire a farti ragionare. Se continui così, arrangiati, veramente: volevo essere tua amica, volevo aiutarti e donarti la mia conoscenza, o parte di essa almeno, per farti stare meglio e trovare la tua felicità, volevo giocare con te e divertirci insieme. Sei bipolare, sei fottutamente bipolare Alison! Vaffanculo, te e le tue stronzate di merda sul fare la gradassa perché il mondo è stato cattivo con te.»


    Ecco, questo è il vero discorso, questo è ciò che volevo dire, che rispecchia di più i miei pensieri, i miei sentimenti! Quello di prima era un mero esercizio di logica a cui mi ha costretto lei, denunciare le sue fallacie e le sue incongruenze, l'incoerenza interna del suo comportamento e della sua forma mentis. Quella non era altro che una fotografia della realtà...Questo, invece, è ciò che provo, ciò che penso, ciò che mi fa ribollire il sangue nelle vene: siamo state così bene fino a due secondi fa, siamo state cose malinconiche e tranquille, accoccolate, tra carezze e voci basse e delicate, tra "non ti voglio fare del male" e "e se mi innamorassi di te?", e ora...E ora viene a minacciarmi? Ora viene di nuovo a fare la stronza con me, la strafottente, pensando di potermi fare qualcosa? Se solo lo volessi potrei spezzarle il collo senza nemmeno toccarla, potrei ucciderla, sterminarla, farla esplodere, rimuovere dall'esistenza con un singolo fottuto pensiero, un'infinitesima scintilla elettrica tra le mie sinapsi! Mi basterebbe veramente il nulla per annientarla del tutto, potrei perfino tornare indietro nel tempo e non farla proprio esistere, non farla mai nascere, mai concepire, sterminare i suoi avi prima ancora che imparassero a parlare. E lei viene, dopo tutto quello che le ho regalato, tra esperienze e sentimenti e parole e gesti e dolcezza, a dirmi che me la farà pagare quando meno me la aspetto?!!

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    «Tu non hai idea di come si sta al mondo.
    Come d'autunno,
    sugli alberi,
    le foglie.»


    Nera. Incazzata nera. Furibonda. Neri i miei occhi, sclera compresa; nere le vene che mi risalgono sulla gola. Nera per la sua ingratitudine, per la sua ottusità: non capisce, non ci arriva, è veramente stupida e ritardata come tutti i bambini che, ostinatamente e paurosamente, preferiscono perseverare nel lato oscuro piuttosto che rimboccarsi le maniche, muovere il culo e sprecare un briciolo di fatica per costruire ed ottenere qualcosa di meglio!
    Si sta davvero come d'autunno sugli alberi le foglie e, partendo da questa base, è proprio per questo che bisogna fare di tutto per darsi una mano, per vivere in pace ed armonia.
    E invece no. La gente è feccia, sono tutti uguali: tutte teste di cazzo, tutti individualisti, tutti egoisti, tutti ciechi bastardi! Piccoli, miserabilmente piccoli, sono patetici e viscidi, sguazzano nel fango e nella loro stessa merda, ma quello che mi fa più visceralmente incazzare è che trascinano anche noi, gente come me, nella loro schifosissima merda. Come Alison, che non sa mettersi a posto il suo cervello da sola, e allora rompe il cazzo a me. E adesso inizio a parlare per enigmi, tanto non me ne frega più un cazzo se non capisce: non lo fa nemmeno quando parlo chiaro! Cazzi suoi, integralmente e totalmente cazzi suoi. Sterminare, sterminare, sterminare. Un comando, una direttiva, un'invettiva, un imperativo morale che mi rimbomba nella testa, mentre fremo in attesa della sua inadeguata reazione. Sono veramente stufa dell'inadeguatezza della gente comune, dell'uomo medio e mediocre. Sterminare, sterminare, sterminare. Eutanasia multiversale, per porre fine alle sofferenze di ognuno, causate da sé stessi o dagli altri
    .


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    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    S'è incazzata X°DDDDDDDDD.

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    Tutto sbagliato



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    "STA ZITTA!" - sbraitò e i suoi occhi divennero di un rosso accesso. Tutto quel vuoto, tutta quella atonalità scomparve, come se gli inibitori fossero stati tolti e ora Alison era tornata l'incazzata di prima. Urlò con esagerazione e per poco non attivava le Ember Celica per sparare un colpo su di quelle sedie. Non voleva più saperne di queste cose, metà delle parole di Violet non le entravano nella testa.
    "Hai qualche cazzo di problema con la mia bipolarità?!" - si girò completamente guardandola minacciosa, rispondendo a tono e ricambiando lo sguardo nero di Violet. Nessun timore, non è la sola a cui cambia il colore degli occhi. Anzi, quasi non lo notò, non come prima.
    "Mi dispiace se sono sbagliata!" - sentenziò con voce alta facendo un passo verso Violet.
    "Mi dispiace se vedo il mondo in modo sbagliato!" - ancora tenendo sempre lo stesso volume e facendo un ulteriore passo verso di lei.
    "Mi dispiace se non sono come..te!" - ora il tono si attenuò per risollevarsi con l'ultima parola, diminuendo al minimo le distanze. Ora si sentiva ferita. Molto ferita e arrabbiata. Perché Violet diceva cose che non poteva comprendere perfettamente, agiva senza chiedere il permesso, senza conoscere il suo parere. Faceva cose..manipolava altre e poi pretendeva che a lei andasse perfettamente bene.
    "Non me ne fotte un cazzo se non sono intelligente, se rischio la vita e se mi piace picchiare chi mi dà fastidio!" - continuò, non voleva lasciare il tempo di rispondere a Violet. Voleva sfogarsi completamente..magari poteva aiutare la sua rabbia repressa.

    "Non mi interessa come cazzo di piace identificarmi e nemmeno se non so come si sta al mondo! A me basta solo vivere e trovare la felicità..e mi dispiace se mi fa incazzare quando le persone mi toccano, mi fanno, mi dicono..mi manipolano senza permesso!" - indietreggiò stavolta, voltandosi, guardando altrove, rivolgendo il suo corpo in maniera casuale. Le mani tra i capelli mentre verseggiava come una selvaggia.
    "Argh!! Che cazzo vuoi da me?! Chi cazzo sei?! Nessuno ti ha chiesto niente! Non mi conosci per niente! Sei tu che fai la gradassa!" - si voltò ancora e cominciò a gesticolare in maniera casuale, sollevando le braccia e agitando le mani aperte a dita unite.
    "Sono Violet, sono superintelligente, faccio questo e faccio quello e tutto ciò che dico è giustissimo e gli altri devono solo essere contenti per ciò che faccio a loro!" - pazza, furiosa, fuori di testa. Come si voglia. La bionda ha perso totalmente il controllo, o almeno in apparenza. Le dà troppo fastidio che qualcuno le dica come deve comportarsi, come deve reagire, come deve pensare. Lei è fatta così, a lei piace com'è. A dire il vero, non ha mai pensato che il mondo sia stato ingiusto con lei. Non si è mai chiesta "Perché a me? Perché mio padre? Perché mia madre?", i primi pensieri in mente furono riguardanti gli assassini di suo padre, dove trovarli, come, dove..rendere giustizia.
    "Questo vuoi insegnarmi?! Perfetto! Me ne rendo perfettamente conto che puoi fare tutto quello che vuoi su di me!" - che lei non fosse libera a causa di individui come Violet, a causa di persone più prepotenti di lei. Una forma di autodifesa iniziale che poi è mutata mischiandosi col suo carattere. Ha vissuto quasi tutta la vita nel Bloodrunner. Non ci si deve fidare di nessuno. Lo stesso Isaac lo disse, che ognuno qui, anche tra gli Eversori, pensa solo a se stesso. Ai propri obiettivi, propri desideri. Non può fidarsi pienamente di Violet, i suoi gesti e le sue parole non trasudano la sicurezza che vorrebbe infonderle. Anzi, inizia a temerla, la vede come una minaccia, qualcosa da cui fuggire, ripararsi, per conservare la propria libertà.

    "Cogliona io che credevo pure di innamorarmi di una come te" - tono e sguardo basso, per quanto si senta minacciata, il suo carattere la spinge a sfidarla, a credere di poter vincere anche in quello stato. Eppure, quasi combattuta e contraddittoria, sa bene che non è in grado di farle nulla. Il punto è proprio questo, non ha mai avuto intenzione di farle male..bipolare sicuro, ma non fino a questo punto. Violet aveva frainteso quella parte.
    "Ora ti odio" - che fosse vero, probabilmente da dubitare, ma in quel momento sentì di dirlo, di esprimere le frasi peggiori al mondo, più offensive delle parolacce, più offensive di qualsiasi tipologia d'offesa, verbale o fisica.
    "Sei una stupida Violet.." - malinconica in parte, ma non fino a piangere. Questa volta non piangerà, per quanto faccia male dentro, per quanto sia terribile dover stare con una persona che non ti amerà mai. Vorrebbe sperare di non innamorarsi più, neanche lontanamente, di non farsi fregare. Violet forse ha sbagliato completamente approccio. Invece di guadagnare fiducia, le ha trasmesso un senso di..necessità a difendersi.
    "Ripago sempre con la stessa moneta, non ti avrei mai fatta del male.." - era un tentativo velato per dirle che, semmai ne fosse capace, avrebbe tentato pure di lei di regalarle il massimo dei piaceri.
    "Guardati, anche tu sei bipolare..mi fai sentire una merda" - Violet era passata da uno stato all'altro proprio come Alison. Quest'ultima non aveva fatto altro che ricevere offese, sulla sua persona, sui suoi modi, sui suoi atteggiamenti, sul suo modo di pensare. Tanto che tutti i complimenti venivano dubitati. Quella poesia poi..non sa nemmeno cosa voglia dire. Davvero è così sbagliata?

    Stato Mentale: Normale - Sai cosa? Meglio così! Almeno non ci poniamo più il problema!
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    Ci credi tu_


    «...»


    Fremo. Ma la lascio sfogare.
    Sto in guardia, pronta a reagire al minimo cenno d'attacco. Ma non accade.
    Lei parla, parla, parla, sbraita, grida, s'incazza, si offende, si deprime, si confessa, si autoflagella, si deprime, si mostra dolce e tenera ai miei occhi, degna delle sue consolazioni e carezze di nuovo. Perciò i miei occhi tornano normali, al termine della sua imitazione classica della violet superba. Sì, come se non l'avessi mai sentita. Come se non l'avessi già smontata. Sai che novità. Ma che lol, e ora mi odia! Ahahah, very funny: se non altro, qualcosa di positivo tutto 'sto bordello l'ha prodotto. Qualcosa di positivo: un appiglio a cui aggrapparsi per allontanarsi da me, per salvarsi dal mortale gorgo di un amore impossibile, di un amore non ricambiato. Oddio, potenzialmente potrei anche amarla...di qui a qualche vita, giusto il tempo per colmare il gap conoscitivo e riflessivo che la distanzia da me. Però potrei, non vedo perché no! È solo...praticamente irrealizzabile, specie data la sua pazienza, cocciutaggine ed attuale ignoranza e dunque predisposizione (inesistente) per l'apprendimento
    .

    «Sei una stupida Violet...Ripago sempre con la stessa moneta, non ti avrei mai fatta del male...Guardati, anche tu sei bipolare...mi fai sentire una merda.»


    E con la sua ultima frase mi stunna, facendomi corrugare la fronte e strappandomi un singulto di riso soffocato in gola. Qualcosa della serie "lolwhat?!", incredulità istintiva ed inarrestabile.

    «Ah io ti farei sentire una merda? Prima t'incazzi, poi ti piace, poi ti lasci coccolare, poi dici che potresti innamorarti, poi che vuoi vendicarti! Come cazzo credi di farmi sentire tu? Hai una linearità da far paura, Alison! Maledizione! Non riesco a capire un cazzo di quello che vuoi veramente! Io sono bipolare di riflesso! Ti ho dato tutto il mio amore e tu mi sputi in faccia e mi minacci! -- No, aspetta, ok: non era tutto il mio amore, ma mi sono rivolta a te con amicizia e sentimenti positivi! Con dolcezza, ecco!»


    Urlo anch'io, ma controllando il tono di voce con la paura che qualcuno possa sentirci e venire a ficcare il naso. Compenso con la gestualità, slanciando anch'io le braccia nell'aria circostante e verso terra, scaricando il nervoso attraverso scuotimenti di testa e occhi sgranati e dita tese.

    «Mi stupri il cervello tu, e senza poteri! Volevo solo mostrarti che esiste un lato divertente della vita e che non hai sempre bisogno di fare la dura-spaccona-arrogante ostile verso qualsiasi cosa o persona!! Volevo ricompensarti io per prima con qualcosa di meglio di quello che mi hai dato tu coi tuoi fottuti proiettili esplosivi e la tua aria da sborona! Per questo ti ho baciata la prima volta, dannazione! Perché sei stata stronza e te la credevi anche se stavamo giocando, ed ero ubriaca! E volevo coglierti di sorpresa facendo avere un briciolo di paura per poi sollevarti e farti scoprire che non ti avrei mai fatto del male, anzi! Fanculo Alison, fanculo...Ché al bacio successivo sei rimasta potendo impedirlo! E ti era pure piaciuto, nonostante lo spintone che mi hai dato prima di andartene! Sei bipolare, sì, cazzo!!!»


    Mi paro davanti a lei, urlandole in faccia tutta la mia frustrazione e le mie rimostranze. Già, è vero: ora ricordo, che la prima volta stavamo scherzando, io ero ubriaca, forse anche lei? Fatto sta che c'eravamo andate giù pesanti con le armi, e per fortuna nessuna s'era fatta male. Aveva iniziato lei però. E io ho terminato coi miei poteri: paralizzata, terrorizzata a morte, e poi...puff! Tutto esploso in una bolla di sapone, o più correttamente in un bacio. Poi, l'ho liberata, e...avrebbe potuto spintonarmi, allontanarsi, mollarmi un pugno in faccia, e invece no, è rimasta a farsi baciare un'altra volta. Dopo, mi ha spintonata e se ne è andata. Ma prima no.
    E viene a dirmi che sono io bipolare e la faccio sentire di merda?!
    Viso a viso, pochissimi centimetri separano le nostre due passionalità infuocate, mentre ci fissiamo occhi negli occhi leggendo le ferite reciproche. Come vecchie amiche, che non vogliono altro che fare pace al più presto
    .



    _Specchietto Tecnico:



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    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
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    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
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    S'è incazzata ma per finta o quasi X°DDDDDDDDD.

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    Prima rispose una, poi l'altra. Prima si sfogò una, poi l'altra. Ma nessuna delle due aveva mai avuto intenzioni ostili, dopotutto erano amiche, si stavano solo "chiarendo". Accigliò maggiormente lo sguardo quand'ella disse di aver dato tutto il suo amore e..era pronta a rispondere a interromperla, quando sempre lei si corresse frenando quindi la bionda. I suoi occhi tornarono lilla, il loro colore naturale, quasi in sincronia con quelli di Violet. Poi l'accusò ridicolmente di aver stuprato il suo cervello. Se avesse avuto un attimo di tempo per rispondere avrebbe mostrato il suo disappunto per bene. Lei, senza poteri, che stupra le menti altrui. E lo sta dicendo quella che puntualmente si insidia nella sua mente!
    Ma che coraggio! - non era però il caso di soffermarsi su quel piccolissimo dettaglio.
    "Aaaaah!!" - alzò la testa verso il soffitto portandosi le mani ai capelli e gridando tentando di coprire inutilmente le parole di Violet.
    "Non lo so!! Non lo so!!" - non sa cosa? Non sa cosa?
    "Non lo so che cosa voglio!" - bingo, perché era vero, non aveva la più pallida idea. Non aveva uno scopo personale, non aveva un desiderio, non aveva un reale sogno.
    "E' che..io..è che non lo so, cioè..è che..!" - è che se veniva distratta dal suo obiettivo di vendetta, si sentiva completamente persa e vuota. Balbettava nel tentativo di dare una risposta immediata. Non trovava le parole, non sapeva come rispondere. Che ne sapeva lei: nata, tragedia, lottare, fine. Distrarsi? Certo, ma come? Per lei, fino ad ora, distrarsi significava perdere tempo prezioso. Uccise le persone di dovere, non avrebbe più avuto un obiettivo e allora avrebbe vagato per il Bloodrunner senza una meta. Cercando, magari, di far provocare risse per qualche occasionale divertimento insano e attendere che qualche evento la inglobasse. Un'avventura particolare.

    "Ma cosa..?!" - ora si sentì in imbarazzo quando le tirò in faccia la verità. Dopo quel bacio ce ne fu un altro. E nonostante potesse muoversi, la bionda preferì rimanere immobile e lasciarsi possedere una seconda volta.
    "Non è possibile..! Non è vero!" - intersecò le braccia sotto il petto girando lo sguardo di lato. Tipica forma d'imbarazzo, con tanto di battito ripetuto del piede. Falsamente indignata, la ragazza era consapevole della verità e la negava perché provava vergogna per quello. Certamente le erano piaciuti entrambi i baci, in maniera leggermente diversa. Quella volta ci fu un imbarazzo generale e Violet era anche ubriaca, Alison un po' brilla. Ora invece erano entrambe lucide. Come dire che l'alcool non aveva la colpa, andiamo..qualcuno vuole opporsi e dire che Violet non avrebbe fatto uso dei suoi poteri nemmeno la prima volta?
    "Tu mi avevi provocato!" - e la puntò con l'indice, battendola sul petto una singola volta. Il suo sguardo rimbalzò dal suo seno ai suoi occhi. Sfuggenti ma percettibili. Tentò di formulare un'altra frase per non lasciare campo libero alla sua "avversaria". Niente, si morse pure la lingua. Non sapeva che altro dire. Insomma..in questo caso, un vero e proprio "touche".
    "Mpft" - si trovavano vicinissime, di nuovo, ancora. Un'abitudine ormai guardarsi da così vicino, specchiarsi attraverso le rispettive lenti. Violet decisa, sicura, esperta, l'altra meno, che distoglieva lo sguardo in continuazione, cercando di evitare di mantenere troppo a lungo il collegamento tra sguardi.

    "D'accordo Violet" - sbottò, quasi in segno di arresa.
    "E' che tutto ciò mi pare sbagliato, non dovremmo fare queste cose..se non stiamo insieme..se non dobbiamo rischiare di peggiorare il nostro rapporto..allora perché ci baciamo?" - domandò con calma, ponendo delle pause intenzionali, creando una certa atmosfera. Dubbio, incertezza..non aveva quella visione di divertimento, sebbene sembrasse priva di morale e sregolata oltre ogni limite, tanto da infischiarsi di ogni cosa, compresa la salvaguardia del suo corpo, in realtà credeva in certi valori. Valori di fiducia, di costanza..un amore davvero romantico, insospettabile da lei, vero? Invece Violet, per quanto professasse di "essere seguace dell'amore", andava oltre ogni limite.
    "Non lo comprendo" - terminò, lasciando la parola all'amica telepate. Non capiva di base perché si scambiavano coccole ed effusioni di tale livello, come fossero "compagne di vita", ma non potevano esserlo. Troppo diversi, sotto troppi punti di vista. Età, colore dei capelli, misura del seno, intelligenza, ideali, morale, pensieri..tutto. Dal più ridicolo al meno, non avevano niente in comune. Nonostante ciò, erano amiche. Se era giusto definirsi amiche, dato che non si conoscevano nemmeno da molto tempo. Però entrambe se la sentivano di definirsi a quel modo.
    "..E ora che si fa?" - già, per qualche strana ragione, almeno una delle due probabilmente sapeva come condurre il seguito di quella storia.

    Stato Mentale: Normale - Ecco, di nuovo..e ora?
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    «Aaaaah!! Non lo so!! Non lo so!! Non lo so che cosa voglio! E' che..io..è che non lo so, cioè..è che..!»


    ...Ecco! Ecco cos'è. Ecco l'inghippo, abbiamo trovato il bandolo della matassa: non ha un'identità. Ora posso vederlo, come un filo, come una storia lineare e cronologica: non si conosce, non sa chi è, e di conseguenza cosa vuole. È una bambina, è un'adolescente, non ha affatto superato quella fase, non si è per niente costruita un'identità individuale, confrontandosi con gli altri e tutto quanto...Non riesce a vedersi, quindi non riesce a vedere la direzione in cui andare, è così banale e scontato, ora che ho capito quale ingranaggio scatta sul posto senza riuscire a completare il proprio giro, inceppato e mal funzionante. Ecco cosa c'è di sbagliato.
    ...E di sbagliato in me? Con la mia voglia di baciarla, ancora e ancora e ancora, ora che siamo così vicine...? Mi mordo il labbro, la sua confusione mi eccita, vorrei darle io la risposta con le mie labbra, ma...esito, ansimando lievemente, devo trattenermi perché la forzerei, un'altra volta, e perché non abbiamo ancora risolto, e sarebbe come buttare benzina sul fuoco, e..
    .

    «Ma cosa..?! Non è possibile..! Non è vero!»

    «Alison! Di cos'è che ti vergogni?! Parla!»

    «Tu mi avevi provocato! Mpft.»


    Il mio sguardo si affina, pieno di frustrazione, ira e biasimo. Lei non ha il coraggio, il coraggio di guardarmi in faccia e dirmi la verità, e per me è una mancanza di rispetto, naturale e dettata dal suo infantilismo, e non potrebbe essere diversamente, almeno in questo preciso istante, per come è configurata la sua mente, tant'è che infatti accade, inevitabilmente, e non è nemmeno colpa sua in buona misura.
    Resto in silenzio, stringendo i pugni e dandole il tempo di ravvedersi ed instaurare un dialogo basato sull'onestà intellettuale anziché i sentimenti negativi come l'ansia sociale e la vergogna o chissà cos'altro
    .

    «D'accordo Violet. E' che tutto ciò mi pare sbagliato, non dovremmo fare queste cose..se non stiamo insieme..se non dobbiamo rischiare di peggiorare il nostro rapporto..allora perché ci baciamo? Non lo comprendo.
    ...E ora che si fa?»


    «...»


    Quelle sue parole mi shockano. Mi fanno sgranare gli occhi, mi fanno arretrare di un passo.
    Quelle sue parole mi aprono un mondo, il mondo di quell'ingranaggio inceppato. Ho individuato dov'è il problema, ma non qual è di preciso. E ora...eccolo, spiegato davanti a me, come il foglio di un progetto, le schematics di costruzione di un oggetto industriale, le blue prints di un edificio da tirare su dal nulla.
    Eccolo, il cuore del problema. Non è vero che non sa, allora. Lei sa. Sa cosa vorrebbe. Sa cosa bisognerebbe fare, cosa è doveroso fare. Magari non sa perseguirlo, non sa come fare per raggiungerlo, o pensa sia irraggiungibile e non sa cosa vuole fare nel frattempo, come divertissement, come divertimento-deviazione da quella sua bussola...

    Abbasso lo sguardo, ancora con gli occhi ampi e drammatici, mentre stringo i denti allarmata e terrorizzata -ma non arresa- di fronte a questo nuovo, enorme, problema. Madornale errore da parte mia.
    Mi appoggio contro il bancone, e mi lascio scivolare giù fino a sedermi a terra, con le gambe piegate, i gomiti contro le ginocchia e le mani nei capelli
    .

    «...Merda...»


    Mormoro, rendendomi conto di quello che ho sbagliato io. Siamo partite da uno scherzo, stavamo giocando pericolosamente col fuoco, e...siamo rimaste scottate. Non avrei mai previsto che...potesse andare a finire così. Che lei potesse essere interessata, che potesse esserlo in maniera seria, e che potesse esserlo addirittura in maniera romantica! Tre livelli, ed io ne ho visti zero. Speravo nel primo, al massimo, tanto per...per lenire le mie sofferenze, per prendere le briciole, come al solito, perché se non mi accontento nemmeno di quelle non ho proprio niente...E ho già passato mesi e mesi di sofferenza oscura e distruttiva, e...in verità, in fondo in fondo, sono Giulietta nel mio cuore e non chiedo altro che amore...E siccome la vita è di merda e fa cagare, sono stata costretta ad accontentarmi veramente di poco, e...di un bacio...un bacio rubato per gioco, per scherzo...Un bacio presentato come una sciocchezza, più per stupire che per sentimenti, quando invece...
    Sono solo una drogata. Una drogata d'amore, di endorfine, in astinenza, che fa di tutto pur di trovare una piccola dose, di..
    .

    «...Tu sei romantica, sei dolce, sei...bellissima, splendente...
    E hai perfettamente ragione...È tutta colpa mia...»


    Avrei dovuto prevederlo. Avrei dovuto evitare, censurarmi, castrarmi, incatenarmi, bastonarmi e autoflagellarmi sempre. SEMPRE. Pena: questo. Pena tutto questo, cazzo. Perché è questa la conseguenza! Perché non puoi mai sapere come va a finire a giocare col fuoco. Ma se sei drogata sei come una falena, attirata per istinto verso le fiamme, senza capire affatto che quello che stai facendo è pericoloso. E se lo capisci, be', il tuo cervello ti dice che la potenziale ricompensa è comunque superiore al rischio, perciò che il gioco vale la candela. Ma il gioco È la candela, e ti brucia, ti brucia nell'anima, ti brucia dentro, ti devasta, radendo al suolo intere foreste verdi speranza, e lasciando al loro posto solo cenere, facendo terra bruciata di tutto. È tutta colpa mia...

    Scatto, la mia testa scatta verso l'alto, il mio sguardo cerca rapido il suo, con la faccia più seria che mi abbia mai visto fare
    .

    «Hai ragione, Alison. Dobbiamo smetterla. Ci ucciderà a vicenda. Dio quanto vorrei! Ma non posso, non posso, no! Dannazione...! Dobbiamo...resistere...all'attrazione istintiva...»


    Non reggo, nella parte finale lascio scorrere i miei sentimenti e desideri come fossero liquidi, e mi porto una mano alla gola stringendola come se volessi soffocarmi. Infliggermi dolore, punizioni, autolesionismo. Dobbiamo resistere agli istinti dell'amigdala, sì, e come si fa? Con la corteccia prefrontale, ovvero la razionalità, l'addestramento, la disciplina. Roba mia, che predico nel vuoto da sempre, e nessuno mi ascolta, e mi danno contro e dicono che sono tutte cazzate, che sono arrogante appunto, che qui e che là. Roba mia, di cui mi stufo pure io a un certo punto, e allora mi drogo, e dopo vado in astinenza, e resistere diventa ancora più difficile, specie quando ti senti scoraggiata e senza speranze, e non vedi un futuro di felicità davanti a te. Lì, la motivazione crolla, la forza di volontà crolla, il controllo crolla, e ti abbandoni di nuovo alla droga...all'amore...ai baci rubati per scherzo, perché ti piacciono. Semplicemente perché ti piacciono, e ne hai bisogno come dell'acqua e dell'aria...
    Perché sì, entrambe ci attraiamo reciprocamente. Ma sono io quella adulta, quella matura, quella colta, quella che conosce i meccanismi e i contro-metodi per fotterli. Sono io che sono colpevole, perché so, sapevo, e non ho fatto, non ho applicato, non ho visto. Avrei potuto, se solo avessi controllato un po' di più i miei sentimenti e mi fossi dedicata all'osservazione oggettiva della realtà. Ma ho perso la scienza da tanto, troppo tempo ormai...Sto tradendo i miei principi, e tutto questo perché? Per la droga, perché sono schifosamente umana-troppo-umana e anch'io ho bisogno di amore, ed è giusto così perché è fisiologico e se non lo si asseconda ogni tanto poi ti sputtana l'intero corpo, cervello, esistenza! Perciò bisogna sacrificare la scienza per un po' di umanità, sentimentalismo, ogni tanto. E questo genera merda, merda su merda, pile incontrollate di merda.

    Cos'è...? Mi sto...mi sto forse innamorando? Di lei? Forse--...forse è che...lei sarebbe disponibile, e dice che non possiamo solo perché io ho detto che non possiamo, e io questo lo so, e siccome l'ho detto io è tutto fuorché legge e quindi, da buona scienziata, metto in dubbio prima di tutto la mia stessa teoria! E quindi "be', se l'ho detto io, allora probabilmente è una cazzata" -fottuto effetto Dunning-Kruger- "e quindi potrei avere torto sul non essere compatibili, e quindi potremmo esserlo, e allora dovremmo provarci, e allora...", questo pensa un settore intero sommerso della mia mente, vero? Sì, certo che pensa questo. E lo pensa in accordo con l'altro settore che spasima ed è in astinenza da amore, quindi qualsiasi scusante va bene, fosse anche appellarsi al mio solito istinto di mettermi in discussione -perché, checché ne dica e pensi la gente, io non sono affatto arrogante e ho più dubbi su ciò che penso di quanti ne abbia la gente su ciò che pensa lei!-...
    E quindi sono nella merda? Nel senso, mi si apre questa porta: potrei starmi innamorando di lei, perché...lei è romantica. Ti rendi conto? Ti rendi conto di che prezioso e rarissimo tesoro, ho trovato in mezzo alla merda del BloodRunner? Sotto tutta la copertura di merda che si è messa addosso per mimetizzarsi in questa fogna! Pensa! Pensa, Violet! Pensa che perla rarissima e meravigliosa potrebbe diventare, sotto la nostra ala, se la addestrassimo! Pensa, Violet!
    ...
    Sì. Pensaci. Pensa a quanto ci vorrebbe: quanto tempo, quanta fatica, a demolire tutto, a ricostruire, quanti anni e decenni, quanta incertezza, e nel frattempo poi potrebbe trovare qualcosa "di meglio" secondo i suoi nuovi standard, vallo a sapere. Non è mai certo, il risultato. Investire così tanto, in un momento così svenato come quello attuale, e...
    Amiche. Amiche, sì, può bastare. Deve bastare. Rischiare ancora non posso...Il mio cuore non me lo consente, morirei d'infarto, vivrei d'agonia, per l'eternità. Sono vecchia, vecchia dentro, debole e fragile e...disperata. Amiche, dobbiamo salvaguardare questo equilibrio.
    Sì. Siamo incompatibili, ho ragione io, anche se...mi piange il cuore, a lasciare questa perla così, a...not even giving a try! Dovrei?! Dovrei...ma da distanza. Potrei insegnarle qualcosa, prendermela con calma, ritrovare la calma, e allora chiudo gli occhi, inspiro lentamente e profondamente, porto le mani in congiunzione per meditare, e...sì. Da amiche, posso trasmetterle la mia conoscenza. Anche se è drogata di adrenalina, anche se le piace menare le mani e le fanno schifo i libri. Anche se attualmente siamo altamente incompatibili, e probabilmente lo rimarremo. No, Violet, no: non nutrire speranze. Pensa questo: sei una jedi, diffondi pace, armonia, serenità, senza chiedere nulla in cambio. Lo fai per altruismo, fallo per lei, e basta, semplicemente per lei. Se vorrà ascoltarti, ne guadagnerà lei. Se non lo vorrà fare, ci perderà lei. Tu sei shieldata in ogni caso, no? Prova così, Violet, prova così..
    .

    «Amiche. Alison. Scusami. Hai completamente ragione. Smetterò all'istante ogni scherzo o cosa seria o qualsiasi altro intento. Scusami, non pensavo davvero che tu potessi interessarti a me e, soprattutto, che tu avessi un animo così romantico e vecchio stile. Sappi che è bellissimo, ed è un peccato che tu lo faccia avvizzire sotto una caterva di violenza e odio e vendetta, che ti consuma e ti lascia svuotata. Questo volevo insegnarti: di lasciar perdere quest'immondizia, e pensare alle cose belle della vita. Perché è una sola, e sprecarla così è una tragedia che rimpiangerai amaramente sul letto di morte. E te lo volevo insegnare quando nemmeno sapevo che già le portavi dentro di te, in questa misura così pura e nobile: a maggior ragione, ora, l'unica cosa che posso dirti è di coltivare questo lato e far avvizzire l'altro. Cerca te stessa, conosci te stessa, e forgia la tua vita in maniera additiva e non sottrattiva.»


    Inspiro, espiro, controllo il respiro, controllo la realtà. Sono tornata razionale, ed in quanto tale posso vedere tutte le crepe nel tessuto dello spazio-tempo, ed una lacrima mi scende sulla guancia. Controllo il mio cervello, cerco di controllare il suo tramite i miei insegnamenti, i miei memi, che saltano dalla mia testa alla sua cercando di espugnarla, di vincerla, di sostituire quell'ebola mortale che è il Lato Oscuro. Una volta che si sarà vendicata, se non muore nel mentre, cosa le rimarrà? Cosa avrà ottenuto? Cosa farà poi per vivere? Deve crescere, deve conoscersi, deve costruire la sua vita...e deve farlo alla svelta! Qui è una situazione di emergenza: ogni passo in più nella direzione sbagliata è un passo più lontano da quella giusta! Deve smetterla immediatamente, deve salvarsi! Voglio salvarla!!! E l'unico mezzo lecito che ho è attraverso le parole...Che miseria, che vita ingiusta, disgustosamente bastarda e scorretta...Gioca veramente sporco, quest'esistenza di merda.


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    Il LoL eterno XDD.

    Note_

    ---.


    Ramona_super-1-_zps41489fec





    Edited by Zaho's Violet - 6/4/2016, 13:06
     
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    La realtà



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Non riusciva a dire nulla. Violet fece tutto da sola. Arrivò lei stessa alla conclusione, momentaneamente, definitiva. Ignorò quei complimenti, mentre il suo viso si faceva sempre più malinconico. Le dita si muovevano in modo spastico, indecise. Poi un braccio ai sollevò, piegandosi e raggiungendo la spalla. Da lì la mano afferrò una ciocca di capelli. Si girò tale raggruppo con le dita, portandolo davanti. Sguardo distratto sui fili d'oro. La bionda avrebbe voluto sentire un altro tipo di risposta. Era indecisa suoi sentimenti, vero, ma più proseguivano e più credeva che voleva stare insieme a lei. Ma puntualmente Violet infrangeva tutto, ma come darle torto? Sarebbe stato molto, ma molto peggio aspettare, ingannarla, darle false speranze..per poi accantonarla come un giocattolo. Aveva messo in chiaro: niente più scherzi, giochi o giochetti. Amiche, amiche classiche, amiche normali. Definizione di amica. Non di..intermezzo tra amica e compagna, non di..aiuto per le soddisfazioni intime e personali.
    "Violet..?" - la chiamò con una flebile voce, trattenuta. La vedeva crogiolarsi, come se stesse pensando a come risolvere la situazione, a come trovare una soluzione migliore. Purtroppo era chiaro a entrambe, Alison fu la prima ad accettarlo, Violet insisteva nel ricercare nella sua mente qualsiasi cosa potesse essere "una via di mezzo". Poi fu costretta anche lei ad accettare tale realtà. Non esiste una terza via, non quando c'è di mezzo l'amore. Amicizia o amore, non entrambe. Anzi..no, è completamente errato. Non esiste nemmeno l'amicizia. L'amicizia viene prima di realizzare una possibile infatuazione, ma a loro bastò solo un terzo incontro, se non già al primo, per passare dall'amicizia all'amore. Almeno per Alison.

    Per definizione: due individui che hanno una grande affinità non saranno mai amiche se una delle due s'arrende e varca d'un solo passo il limite tra l'amicizia e l'amore. Basta sfiorare tale idea col pensiero..e si cade diretti nella trappola. Non ce se ne rende conto subito, tale evoluzione è graduale. Un aumento di gradi, un gradino alla volta, ignoranti su cosa si va a sbattere alla cima. Magari è una porta d'oro. Magari è una finestra..e da lì si cade giù percorrendo in breve tempo e violentemente una discesa di tristezza e disperazione: il rifiuto.
    "Violet..?" - di nuovo, flebile, malinconica, ma senza cedere alle lacrime. Violet si fece seria, stese le nuove regole tra loro. Leggi destinate a crollare. Ostacoli erano in agguato, pronti a spezzare i vincoli dell'amicizia. Chi avrebbe ceduto per primo? Come potevano continuare a frequentarsi..senza vedersi? Come potevano quindi considerarsi amiche se vedendosi rischiavano di distruggere tutto e loro stesse? Balbettava il suo nome nella speranza di sentirsi accontentata. Di diventare qualcuno veramente. Fino ad esso era rimasta sola e perseguiva obiettivi precisi, determinati, creati a forza, solo perché non aveva altro. Non aveva un compito, non aveva una storia. Poteva essere bella, figa, interessante. Ma nel suo passato, le persone volevano solo una parte di lei, quella esteriore. Furba, diffidente come il padre, non si era mai fatta ingannare. E questo complesso è aumentato a dismisura arrivando a crearsi uno scudo. Uno scudo infranto da una telepate, perché lei non è in grado di difendersi da questo tipo di assalti. La sua mente è debole. Un corpo con una mente debole..può anche essere sano, ma non ci sarà mai il giusto equilibrio. Insomma, era meglio avere la componente forza abbassata e in linea con quella della mente, per superare di gran lunga un individuo che puntava unicamente sul suo fisico.

    "Non posso promettertelo..ma farò un tentativo" - può bastare? Forse si, forse no. Che ci si accontenti di questo, poiché è già tanto per una come lei possa arrivare a fare un tentativo. Solo perché lo sta chiedendo Violet, solo perché..ci ha sputato un po' d'anima per lei. Al di là dei modi, degli scherzi..alla fine quello era il succo. Un aiuto. Non richiesto, ma lei ricambia sempre, nel bene e nel male. Quindi, in futuro avrebbe pensato pure lei a qualcosa per Violet. Difficile. Cosa poteva mai avere bisogno una donna in grado di fare qualsiasi cosa? Sguardo basso, la frangia copriva i suoi occhi alla visuale di Violet. Le mani strette a pugno, le braccia tremavano. Il suo animo si scosse, una vibrazione di tristezza. Trattenne, trattenne perché quando non vuole seguire le emozioni, semplicemente non lo fa. Alla faccia di tutti coloro che la dipingevano come una matta macchina da guerra senza controllo. Indietreggiò lentamente, non sollevò subito la testa, non come poteva aspettarsi l'altra. Uno scatto, si voltò evitando di incrociare i suoi occhi con i suoi. Passo insicuro, titubante, traballante e non troppo rapido. Varco parte della soglia d'entrata. La mano seguì e scivolò sulla superficie della parete fino ad agganciarsi al bordo e fermare Alison stessa. Fece un passo indietro, le lanciò un'ultima occhiata. Uno sguardo malinconico, il quale rimbalzo furtivo e impercettibile sul terreno. L'espressione mutò, decisa, concorde. Annuì e proseguì. Non reggeva più la tensione, non faceva per lei tutto quel silenzio imbarazzante. Era tutto ok. Andava tutto bene..pace fatta, chiarificazione completata. No..non andava bene, non come sperava, per quanto anche lei credeva che fosse la scelta più corretta..ora sentiva un vuoto, come se qualcosa non fosse propriamente giusto, completo. Deglutì per poi ansimare, un respiro profondo trattenendo le emozioni negative dentro di lei. Quelle spingevano a forza sul petto e le facevano venire voglia di tirare un verso inumano, al pari di un povero animale in atto di piangere..per poi sfogare e inumidire per bene gli occhi. Cominciò a correre, sperando che la fatica potesse alleviare l'emozione contenuta. Doveva prendere la sua moto. Doveva fare un giro per la città..ascoltare un po' di musica e staccare da quell'orrenda realtà..

    Stato Mentale: Normale - Che mi succede..? Perché mi sento così triste ora..?
    Stato Fisico: Normale
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    Ci credi tu_


    «Violet..?
    Violet..?»


    Mi chiama. Chiama il mio nome, chiama il mio nome... Con un filo di voce, così flebile, così...così bisognoso d'aiuto...così...così...
    Mi sforzo d'ignorarla. Mi sforzo e perdo un pezzo di anima ogni volta. Ogni volta che mi chiama rimbomba nella mia testa dieci, cento volte, ed ogni volta è come se lacerasse le pareti del mio cuore con artigli di metallo arrugginiti. Mi uccide. Mi uccide dentro non poterla aiutare, mi strappa l'anima non poterle rispondere, doverla ignorare, far finta di non sentire le sue grida silenziose d'aiuto, fare finta che non esista, che non soffra, per evitare che soffra di più poi...
    Mi uccide dentro, mi strazia come un genocidio, e non capisco dove trovo la forza per andare avanti a parlare, a dire quello che devo dire. Che DEVO dire...forse è questo, il senso del dovere, per proteggerla ancora di più
    .

    «Non posso promettertelo..ma farò un tentativo»

    «...»


    Lo stesso dovere che mi impone di tacere, di strozzare in gola la mia risposta, il mio "Anch'io Alison, stessa cosa: ci proverò, perché vorrei darti tutto l'amore del mondo, perché te lo meriti, piccola mia, dolce amore mio". Ma non posso. Non posso, sarebbe dettato dai sentimenti, sentimenti caldi e profondi ma non razionali. Sentimenti che ci spingono per meccanismi atavici evolutivi a fare cazzate madornali che dopo due secondi si smontano e ci piombano addosso martoriandoci peggio del non-fare-niente. Peggio della soppressione dei nostri sentimenti. Peggio di qualsiasi altra cosa. Che futuro potremmo avere, io e Alison? Così diverse, così incompatibili veramente...

    Si allontana, si allontana dalla sala bar, tenendo il capo chino e senza più incrociare il mio sguardo, se non all'ultimo istante dopo aver titubato sulla soglia della porta. Come faccio a non guardarla in lacrime? Come faccio a riuscire a stare in silenzio, mentre lei scappa via, anche se il mio viso parla fin troppo?
    Come faccio?
    Semplice...
    ...Appena sono abbastanza sicura che non mi possa sentire, esplodo. Esplodo in un pianto inconsolabile, accasciandomi al suolo, sdraiandomi senza più una forma, senza più una struttura, senza più speranza. E piango, piango all'infinito, per quelle che sembrano ore, forse mesi, anni, millenni, l'eternità...
    Piango, di una tristezza inesorabile, inarrestabile, incurabile. Mi sento incastrata. Oppressa. Schiacciata. Annientata.
    Chissà, forse avrei potuto addestrarla. Forse sarebbe davvero potuta diventare la mia compagna di vita... Avrò fatto bene? Avrò commesso l'errore più grande della mia vita? Non so veramente cosa fare, e ciò mi uccide. Forse, la cosa più saggia da fare è prendersi tempo: del tempo per conoscerla, del tempo per capire le sue potenzialità, del tempo per decidere se e cosa potrebbe diventare. In fin dei conti, non è una scelta one-shot, no? Potrei sempre farmi avanti più in là, nel futuro, se cambiassi idea.
    ...No?
    ...Piango. Piango macerata dal dubbio. Piango, fino a perdere conoscenza, esausta, sfinita, seriamente provata dal combattimento mentale più difficile della mia vita
    .



    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 110%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ "Revan's Robes": Armatura (1pt).
    ¬ "Chakram seghettato": Lama circolare (1pt).
    ¬ "Pugnale": Lama (1pt).
    ¬ "Glock 19": Pistola (2pt).
    ¬ "Pertica delle Notti Stellate": Bastone (1pt).
    ¬ "Fangs & Claws": Armi naturali (3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (0pt, GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (0pt, GdR).
    ¬ RT&LWC (0pt, GdR).


    Passive

    ¬ "ThoughtDensity": Telecinesi.
    ¬ "ThoughtDensity": Volo.
    ¬ "Alterazione: Somatizzazione Metapsichica": Shapeshifting (0pt, GdR).
    ¬ "Piegare lo Spazio-Tempo": Viaggio nel Tempo (0pt, GdR).
    ¬ "PsicoEssenza": Immortalità/Autorigenerazione.
    ¬ "PsicoEssenza - Willpower": Mana +10%.
    ¬ "Mentalist": Telepatia (solo Output).
    ¬ "Mentalist": Empatia (Auspex Rileva-Emozioni).
    ¬ "Metacognition": Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion.
    ¬ "Metacognition - Mente Blindata": Difesa Anti-Malia.
    ¬ "Disturbance in the Force": Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting.
    ¬ "Disturbance in the Force": Preveggenza/Premonizioni (0pt, GdR/Quest).
    ¬ "Cerebro": Auspex Rileva-Menti.
    ¬ "Landa Mentale": Magazzino Dimensionale.

    Specchietto Riassuntivo_

    La Tristezza X°D.

    Note_

    ---.


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