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Amore e adrenalina
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
La voce malinconica di Violet in qualche modo colpì l'animo della bionda. Questa rimase sulla sue gambe a farsi accarezzare il viso. Il suo tocco era richiesto, indispensabile. In quel momento il suo corpo pareva in parte intorpidito, in parte aveva bisogno di smaltire ciò che aveva appena provato. Riaprì lentamente l'occhio libero, tornando a guardare le pieghe del vestito di Violet. Si dispiaceva per il suo stato attuale, per la sua mancanza di felicità. Scuse inutili, a detta di Alison, non aveva bisogno della compassione altrui, non la cercava né richiedeva. Non sempre basta rilassarsi e sentirsi bene per essere felici. Non sempre raggiungere l'estasi corporeo equivale alla felicità dell'anima. Certamente il piacere c'è stato, mai provato prima di quell'intensità e, se non fosse troppo orgogliosa, non esiterebbe a richiederne ulteriori sessioni in futuro. Tuttavia, come ribadito, la bionda non è felice. Semplicemente perché è stato tutto..forzato..e solo. Sopratutto solo. Prima non aveva modo di pensarlo, ma terminati gli effetti, si sentì umiliata. Molto umiliata. Tremendamente imbarazzata, non era una persona che provava vergogna facilmente. Non le importava del giudizio altrui. Però..quello che era successo è stato un po' troppo per lei. Fortuna che vi era una sola spettatrice, peggio ancora se si fosse trovata un pubblico più vasto. Era fondamentalmente combattuta e troppo confusa. Non sapeva se le piaceva realmente Violet, se voleva diventare la sua compagna o meno. Se aveva senso solo pensarlo, dato che quell'altra aveva già espresso il suo giudizio a riguardo della loro possibile relazione. La sua espressione rimase immutata, la pugile non reagì fisicamente in alcun modo, nemmeno alle domande assurde dell'altra. Pace dei sensi, comunione con l'universo. Nemmeno quando..sembrò cercare di dissuadere la guerriera nella sua persecuzione vendicativa. Nel cambiare se stessa.
"No.." - rispose semplicemente. Una monosillaba che avrebbe bloccato la telepate. Un no secco. Una completa contrapposizione d'idee. Alison aveva provato uno dei piaceri fisici più elevati. La sua mente è stata soggetta ad una manipolazione. La bionda si trovava in uno stato confusionale mai provato prima. Non è più in grado di affermare cosa prova per Violet, nemmeno se ci deve credere. Qualcuno dovrebbe darle una risposta al posto suo.
"Potevi fare di meglio.." - e abbozzò un sorriso accompagnato da uno lieve sbuffo. Il silenzio rendeva tutto più calmo, la situazione era così..strana, Alison era strana. Violet era strana. Forse quest'ultima non era davvero l'unica ad essere malata. Comunque sia, Alison non dimostrò di avere tutti i torti. Il conflitto psicologico durante quei magnifici secondi non potevano rendere quell'esperienza al pari di un paragone simile. Poteva essere molto più dannatamente piacevole. Magari con un contatto fisico, mantenendo sempre validi i desideri più oscuri della cacciatrice. L'eccitamento era perlopiù fisico e improvviso, troppo poco tempo per realizzare effettivamente il tutto. Altro che universo, c'era Violet al centro dei suoi pensieri. Quasi come se lei stessa fosse l'universo. Peccato che il pensiero fisso della donna punk non sia la vera chiave per accedere alle porte pi profonde del suo essere.
"A cosa miri, Violet..?" - s'accigliò il sopracciglio visibile, mentre la palpebra sbatté più volte e lo sguardo rimbalzò su vari punti del suo vestito. Non avrebbe mai rinunciato alla sua vendetta, mai. L'amore? Alison comprendeva a cosa si riferisse, ma non poteva accettarlo. Non era lei. Non poteva abbandonare tutti i suoi progetti per..l'amore? Trovarsi qualcuno, andare a vivere da qualche parte e fare qualche lavoro umile per resistere economicamente? Una vita sedentaria non è adatta a lei. Fondamentalmente, Alison non è nessuno. Solo una ragazzina con un passato burrascoso, dotata di tanta determinazione e volontà che non si farebbe spaventare da niente e da nessuno.
"Se stai cercando di trattenermi dalla mia vendetta, ritirati, non cambierò mai il percorso che ho scelto di intraprendere" - confermò la sua posizione. La sua decisione. Fintanto che avrà vita, continuerà a cacciare. Non sarebbe lei se lascerebbe tutto di colpo. Se ignorasse tutti quei torti subiti.
"Vero, ho sfidato la morte molte volte e mi è sempre piaciuto. Picchiare, correre..mi fa sentire viva. La mia vendetta, dà un senso alla mia vita" - senza i suoi obiettivi sarebbe..morta. Sarebbe nella sua camera, sotto le coperte a piangere affondando in una depressione..in un mare senza ritorno. Sempre più giù, fin quando non giunge il momento in cui togliersi la vita rimane l'ultima opzione per scrollarsi via di tutti quei fardelli e dolori. Se non fosse stato per la sua voglia di vendetta, sarebbe morta svariati mesi fa. Sul suo letto con un braccio segnato e penzolante. Oppure sul ciglio della strada, cui volgendo lo sguardo in alto si può notare la finestra aperta della sua camera.
"Senza la mia vendetta, sarei già morta" - terminò, sollevò di poco il capo per sistemarsi meglio sulla coscia dell'altra. Per quanto malinconico sia il senso della frase, la bionda non lascia traspirare esternamente alcuna emozione, come se fosse una frase normale da dire. L'amore è intenso, piacevole, regala le sue emozioni. Però ripetuto più volte non rende quanto l'adrenalina. Essa sembra il massimo la prima volta e ne richiede qualcosa di più. L'amore, per come crede lei, ha un limite di piacere. Mentre l'adrenalina più ti porta vicino alla morte, più è fantastico..e ogni volta è come la prima volta. Non vi è un abisso tra i due, anzi..le differenze sono molto piccole. Ma l'amore è qualcosa che si fa in due generalmente, mentre il resto non richiede la dipendenza ad altri. Forse proprio perché sola che è costretta a seguire quel sentiero pericoloso ma altrettanto appagante.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Non rinuncerò mai a quella che sono ora
Stato Fisico: Normale
Energia: 100%. -
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Droghe pericolose
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Una droga pericolosa. Correre follemente sulla moto, combattere fino a perdere sangue, queste erano droghe pericolose. Non che ogni sera s'imbucasse in taverne per partecipare a risse e sperare di prendere svariate bottiglie sulla testa. Per quanto provò più di una volta quella esperienza, le risse da taverna erano un po' troppo fastidiose per lei. Troppo chiasso, troppi imbecilli. I veri combattenti non si trovavano nelle taverne, o almeno lei, fino ad ora, non aveva mai incontrato un degno avversario durante una rissa da taverna. Ma Violet? Questa forse non aveva realizzato che lentamente, continuando così, si stava sostituendo alla categoria di "droga pericolosa". Se Alison, così confusa e indecisa, si sarebbe spinta involontariamente a credere di volere Violet? Poteva mai prevedere le sue azioni e possibili reazioni? Per una come lei..un'ulteriore delusione nel campo dell'amore avrebbe potuto distruggerla. Come metterla al bando su quel campo, viva o morta, Alison fuori dalle questioni amorose per il resto della vita. Magari proprio ciò che aveva provato, quella poteva essere l'origine di una dipendenza. Un giorno avrebbe potuto farle capire, ancora non in grado di dirle schiettamente quel desiderio sporco, di voler ripetere l'esperienza. Poi un altro giorno, con più decisione e chiarezza, le avrebbe potuto chiedere ancora la stessa cosa. Poi un altro giorno di nuovo. E di nuovo. Perché anche l'amore crea dipendenza? E se Violet si fosse rifiutata? Che fine avrebbe fatto Alison? Vendetta verso l'amica? Mettersi contro di lei a tal punto da dover decidere se combattere e ucciderla? Gelosia, pazzia..omicidio. Storie conosciute, storie già viste, riviste, raccontate e lette. Oppure, nella peggiore delle ipotesi, poteva diventare sesso dipendente. Andare in giro di notte a cercare sconosciuti con cui soddisfare quegli ormai irrefrenabili istinti. Così di giorno, di buon mattino, alle prime luci..scappando via dalla stanza affittata, avrebbe pianto di vergogna per la notte precedente e per ciò che avrebbe fatto la notte in arrivo. Si sarebbe rovinata la vita.
"A volte parli in modo così complicato, non sono un automa, sai?" - le risposte sempre tranquilla e quasi atonale. Il suo occhio si muoveva rapido analizzando possibili irregolarità sul vestito di Violet, un pelo, una piega particolare, un brillante, a seconda di com'era l'abbigliamento. La mano di lei continuava ad accarezzarle il viso. Le piacevano le sue carezze. E più lo faceva, più si sentiva combattuta..specie perché ricordava le prime parole, di come l'aveva catalogata come semplice amica con la quale scherzare.
"Immagino che se ti chiedessi di rintracciarlo non lo faresti, vero?" - domandò riferendosi al loro nuovo bersaglio. Uno dei boss della mafia del Bloodrunner: un giocatore d'azzardo che si era fatto vedere durante l'operazione Breakdown, giusto nella fuga. Rimase in silenzio. Un silenzio imbarazzante, svariati secondi, o forse minuti veri, passarono velocemente. La bionda, di tanto in tanto, socchiudeva l'occhio come un animaletto rilassato. All'esterno appariva tranquilla, calma..all'interno era totalmente turbata. Gli effetti erano ormai passati, ma ora subentrava la pigrizia nel rialzarsi. Come se fossero entrati in un periodo di stasi temporale. L'ambiente intorno a loro era immobile. Il mondo intero era immobile. Solo la mano di Violet si muoveva per accarezzarle il viso. Tutto così fermo..anche i loro respiri erano molto tenui, inudibili.
Alison sospirò, rompendo quel silenzio in modo brusco. Come se avesse trovato una svolta nel suo casino mentale.
"Ho capito" - affermò - "Forse hai ragione e potrei prendermi una pausa" - continuò. Dimitriy non aveva fornito loro ulteriori direttive, aveva solo precisato che si sarebbero attenuati al suo modus operandi. Violet, in grado di individuare qualsiasi individuo conosciuto o visto attraverso onde celebrali o qualcosa di simile, non voleva disobbedire al suo stimato superiore. Nella sala del meeting l'aveva proposto e non si era scomposta al rifiuto, accettando pienamente la scelta, a differenza di Alison. A breve, probabilmente, avrebbe confermato ancora la sua posizione ferrea. Da sola non ce la poteva fare. Si era unita agli Eversori proprio perché i tempi di ricerca parevano ridotti di molto. Una pausa ci voleva, per quanto instancabile poteva apparire la pugile, era pur sempre un'umana. Temeva solo di perdere la sua occasione, di non portare a termine l'obiettivo, di distrarsi troppo..
"Magari un giorno potremmo uscire la sera insieme, come due amiche" - specificò, incerta sulla correttezza. Dubbiosa preferì andare a colpo sicuro. Era da un pezzo che nessuno entrava nel locale. Quanto tempo era passato? Un'ora? Due? Non lo sapeva dire. Aveva perso completamente la cognizione del tempo.
"Forse..è il caso se ci alziamo" - e ora voltò la testa permettendo anche all'altro occhio di farsi vedere. Entrambi puntati su quelli di Violet, la quale la guardava dall'alto.
"Se qualcuno entra potrebbe farsi strane idee" - e probabilmente non aveva torto.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Una pausa..mi chiedo se sia davvero necessario
Stato Fisico: Normale
Energia: 100%. -
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Legami pericolosi
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Strano detto da Alison. Violet aveva perfettamente ragione. La pugile non si era mai curata del giudizio altrui, da una parte però il suo pensiero non era così radicato come quello della telepate. Non reputava gli altri stupidi, semplicemente non li reputava, magari..sono un certo punto di vista, era considerata una visione superiore, non degnare di nessuna qualità, vuoti, inesistenti. Peggio di essere stupidi. Sbatté gli occhi come fossero l'unica cosa viva e distinta rispetto al resto del viso, così inespressivo.
"E se poi m'innamoro di te?" - diretta, basta giochetti mentali o di parole. Sarebbe meglio se Violet considerasse questa opportunità. Avrebbe il coraggio di prendersi la responsabilità, il fardello o la colpa, di rendere una ragazzina come Alison una vittima di cuore? Se non potevano stare assieme, aveva senso..frequentarsi? Non è assolutamente una cosa semplice, una questione estremamente complicata. Un giorno, due giorni, tre giorni..e l'infatuazione aumenta, per una che è stata così sola come Alison, non poteva ignorare tale impulso e..nel caso cascasse in quella fossa anche solo con un piede, difficilmente sarebbe stata capace di tornare indietro. Quindi, che succede se s'innamora di lei? Sapendo di non avere un lieto fine, di non avere un vero rapporto..si sarebbe solo distrutta da sola, sempre di più. Perdendo un pezzo di sé alla volta, mentre il cuore si sarebbe infranto lentamente sempre in più parti. Se non avevano futuro insieme, come potevano rimanere amiche? Bastava poco..un segno di cedimento e la loro amicizia, il loro legame, si sarebbe incrinato troppo, fino ad un punto di non ritorno. Una tensione tale dove solo due strade rimangono. Con o contro.
Legami. Gran bella parola, tanti significati diversi in una sola parola. Tutti concatenati tra loro da quello più profondo e comune, il legame letterale. Unione di cose, persone, concetti..elementi, entità. Per questo si comportava così, per questo era profondamente individualista, egoista e prepotente verso il prossimo. Per questo era diffidente. Per questo..preferiva non avere una lunga frequentazione. Per questo non voleva rimanere a lungo vicino a Violet. Legami, pericolose catene, in grado di mandare alla follia chiunque. Se l'amore di Alison non sarebbe stato ricambiato..si sarebbe strutta in modi impensabili. Cambiando radicalmente..il ritorno delle lacrime, della cattiveria più infima, di quella vendetta che cerca di contenere appena. Come dare a qualcuno una speranza e poi toglierla. Illuderla, renderla vuota. Non voleva creare legami, non più..non da quando aveva capito che molti non la voleva perché si chiamava Alison Jin Long o per il suo carattere, ma unicamente per il corpo, cui tanto sfoggia e si vanta. Guardare ma non toccare, pensare ma non parlare. Un motto piuttosto semplice che nascondeva infinite tristezze. Ma se Violet la illudeva di piacere lei come tale, per poi non dare tutta se stessa come compenso..solo..perché? Aveva senso mentire? Oppure anche lei era indecisa sui suoi sentimenti? Impossibile, come può una spietata analitica come lei farsi mettere un tale dubbio, già sperimentato svariate volte.
"Se m'innamoro di te, cosa succederà tra noi?" - domandò mentre le parole uscivano tranquille, al pari di una melodia malinconica senza tono. Quasi una domanda dettata dalla ragione, dal voler sapere con certezza che fenomeno avrebbe prodotto l'innamoramento. Quale delle tante emozioni negative avrebbe alimentato? Rabbia? Frustrazione? Disperazione..odio? La scelta era vasta e le opzioni possibili erano superiori a uno. Non c'è una via di mezzo, non questa volta. Non esiste una via maestra. O si o no. Innamorato o meno. Ricambiato o rifiutato. Violet voleva davvero rischiare di distruggere tutto ed infliggere una dolorosa lezione di vita ad Alison? Avrebbe retto l'eventualità di non poter più vedere la sua amica? Quanto era forte la sua schiena per reggere quel masso opprimente? Erano ancora agli inizi..ma dopo quell'esperienza, anzi..quell'esperimento, la mente di Alison è stata fortemente manipolata, non solo a livello fisico per immergerla in tale mare di piacere, ma anche a livello psicologico, le sue emozioni erano alterate. Non riconosceva più quali erano sue e quali no, cosa pensava realmente e cosa no. Per questo appariva vuota, innaturalmente tranquilla. Come la fiamma spenta di una candela che lascia al suo posto solo una striscia di fumo dal moto casuale. Spostato dal vento a seconda di dove soffiava. Verso quale emozione, o decisione, protendeva.
"Non voglio farti del male" - se non fosse per quello stato, probabilmente avrebbe lasciato cadere una lacrima. Ora la punk sa, che se le cose non vanno bene, se capita un errore, potrebbe perdere per sempre la sua amica. Magari poteva essere un pretesto per cambiare vita, dimenticare tutto e tutti..e purtroppo non c'è nulla di più giusto. La memoria è la chiave di tutto, a volte per rimanere sani, o semplicemente salvarsi, è bene dimenticare.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Non potrei sopportarlo
Stato Fisico: Normale
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Senza speranza
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Se volete conquistare il cuore di Alison, è bene ricordare che non perdonerà mai nessuna sorta di tradimento. Gelosa, ossessiva..possessiva. Un passo falso e sarete morti per lei. Violet cominciò a singhiozzare, stavolta era lei a piangere. Osservò curiosa quegli occhi neri e quella lacrima scura scendere. Perché piangeva? Alison non era innamorata di Violet, non ancora..però non sapeva nemmeno se non lo era. Un bel dilemma intricato. Era come se Violet avesse visto più avanti, molto più di quel che riusciva a vedere la pugile. Non aveva mai provato certe emozioni, esperienze..non sapeva perfettamente come avrebbe potuto reagire, ma Violet si. Perché al momento Alison è totalmente un libro aperto, noioso, sconnesso ma tuttavia incompleto. Non copriva nemmeno un quarto.
"Perché piangi?" - le venne spontaneo chiedere. Ora si sentiva come se avesse detto qualcosa di sbagliato, forse non avrebbe dovuto esprimere quel principio di timore. Erano ancora in tempo..in tempo per cosa? Per trovare una soluzione inesistente? O forse era necessario manipolare ancora una volta le emozioni di Alison? Sarebbe stato sufficiente, ma per quanto tempo? Anzi..era corretto agire in questo modo? Se si voleva togliere anche quella libertà alla bionda, ben venga..che poi però non ci si lamenti delle proprie azioni. Forse infondere innamoramento non era stata una cosa saggia. Però dopotutto non poteva certo sapere i desideri nascosti di Alison, magari aveva solo accelerato l'inevitabile. Nessuno poteva certo sapere come si sarebbe svolto il seguito. Abbassò lo sguardo, evitò il contatto coi suoi occhi per un attimo. Poi tornò a connettersi con lei, perché in quel momento non risentiva troppo delle emozioni che fluivano dall'animo di Violet.
"Non possiamo stare insieme?" - domandò ancora, come se cercasse di comprendere quella frase già di suo chiara. Non voleva stare con lei, non voleva essere la sua "compagna di vita". Una cosa positiva c'era: almeno aveva chiarito subito. Un buon passo. Chiarire prima che tutto si sfasci, che diventi complicato, ingestibile. Ma per quanto sarà sufficiente? Un mese, un anno..un giorno? La migliore soluzione, si dice, è quella di trovare qualcosa di migliore. Una persona ideale per Alison, che superasse Violet, che fosse più compatibile, più giusta, più adatta..più perfetta. Ma Alison non l'aveva trovata, non l'aveva conosciuta..e per molto tempo, forse, non avrebbe avuto modo di incontrare la sua anima gemella. Forse era destinata a stare da sola? Per sempre? Un segno del destino, una lezione oltre divina..pensare a se stessa. Come fece dal primo giorno della sua vita, quando per vivere, la sua cara madre fu costretta a soccombere. Questo è il motivo per cui non pensava mai al futuro e basava il suo presente su ciò che le era successo durante il suo passato. Non si vedeva proiettava nel futuro, non immaginava un futuro. Quindi viveva secondo il momento, lasciando che le sue emozioni la guidassero. Non sapeva quando sarebbe successo, se sarebbe successo..se qualcosa sarebbe cambiato prima del tempo. Alison decise di alzarsi, si spostarsi da Violet. Non avrebbe dovuto fare quella domanda, aveva infranto il momento. Non avrebbe dovuto nemmeno alzarsi, negando la possibilità di riparare al danno precedente.
"Io non vedo il futuro, Violet" - disse ignorando le lacrime dell'amica. Non sa consolare, non sa aiutare la gente che si mostra debole. Non ha idea di come comportarsi, come essere di conforto, le sue parole non cambiano, sempre taglienti, sempre provocatorie.
"Non ho idea di quando potrà succedere, se succederà o se non succederà" - affermò e fin qui era qualcosa che, bene o male, tutte le persone normali poteva dire. Solo chi era davvero "speciale" poteva negare tale frase e, per quanto a lei piaccia esaltare se stessa, Alison era una persona normale, come tutte le altre. Era destinata ad un miglioramento, ma per il momento..era il caso di non avere alte prospettive per lei, per una ragazza di strada, una mezza criminale. Diede le spalle alla telepate.
"Su una cosa sono certa" - disse, certa su qualcosa che sarebbe avvenuta nel futuro. Quando lei era sicura di qualcosa, era perché aveva un'idea molto chiara dei suoi obiettivi e delle sue conseguenti azioni.
"Per quello che mi hai fatto oggi" - fece un paio di passi diretta verso l'uscita. Man mano stava tornando l'Alison di sempre, magari perché l'effetto straordinario ormai era finito da un po' e la giovane stava riacquistando la sua vera identità.
"Avrò la mia vendetta" - determinata, testarda, rivelò la sua intenzione di vendicarsi su quella esperienza. Sull'orgasmo inferto, sulle emozioni scombinate, sulla confusione più totale che aleggiava nel suo cuore.
"Da amica a amica e perché io sono una tipa leale, ti avviso ora che quando meno te l'aspetti, te la farò pagare" - seria in volto, forse meno nelle parole. La bionda rimase in attesa, spostando solo la testa e parte del busto per vederla appena.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Non so come sarò e cosa succederà..ma avrò la mia vendetta!
Stato Fisico: Normale
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Tutto sbagliato
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
"STA ZITTA!" - sbraitò e i suoi occhi divennero di un rosso accesso. Tutto quel vuoto, tutta quella atonalità scomparve, come se gli inibitori fossero stati tolti e ora Alison era tornata l'incazzata di prima. Urlò con esagerazione e per poco non attivava le Ember Celica per sparare un colpo su di quelle sedie. Non voleva più saperne di queste cose, metà delle parole di Violet non le entravano nella testa.
"Hai qualche cazzo di problema con la mia bipolarità?!" - si girò completamente guardandola minacciosa, rispondendo a tono e ricambiando lo sguardo nero di Violet. Nessun timore, non è la sola a cui cambia il colore degli occhi. Anzi, quasi non lo notò, non come prima.
"Mi dispiace se sono sbagliata!" - sentenziò con voce alta facendo un passo verso Violet.
"Mi dispiace se vedo il mondo in modo sbagliato!" - ancora tenendo sempre lo stesso volume e facendo un ulteriore passo verso di lei.
"Mi dispiace se non sono come..te!" - ora il tono si attenuò per risollevarsi con l'ultima parola, diminuendo al minimo le distanze. Ora si sentiva ferita. Molto ferita e arrabbiata. Perché Violet diceva cose che non poteva comprendere perfettamente, agiva senza chiedere il permesso, senza conoscere il suo parere. Faceva cose..manipolava altre e poi pretendeva che a lei andasse perfettamente bene.
"Non me ne fotte un cazzo se non sono intelligente, se rischio la vita e se mi piace picchiare chi mi dà fastidio!" - continuò, non voleva lasciare il tempo di rispondere a Violet. Voleva sfogarsi completamente..magari poteva aiutare la sua rabbia repressa.
"Non mi interessa come cazzo di piace identificarmi e nemmeno se non so come si sta al mondo! A me basta solo vivere e trovare la felicità..e mi dispiace se mi fa incazzare quando le persone mi toccano, mi fanno, mi dicono..mi manipolano senza permesso!" - indietreggiò stavolta, voltandosi, guardando altrove, rivolgendo il suo corpo in maniera casuale. Le mani tra i capelli mentre verseggiava come una selvaggia.
"Argh!! Che cazzo vuoi da me?! Chi cazzo sei?! Nessuno ti ha chiesto niente! Non mi conosci per niente! Sei tu che fai la gradassa!" - si voltò ancora e cominciò a gesticolare in maniera casuale, sollevando le braccia e agitando le mani aperte a dita unite.
"Sono Violet, sono superintelligente, faccio questo e faccio quello e tutto ciò che dico è giustissimo e gli altri devono solo essere contenti per ciò che faccio a loro!" - pazza, furiosa, fuori di testa. Come si voglia. La bionda ha perso totalmente il controllo, o almeno in apparenza. Le dà troppo fastidio che qualcuno le dica come deve comportarsi, come deve reagire, come deve pensare. Lei è fatta così, a lei piace com'è. A dire il vero, non ha mai pensato che il mondo sia stato ingiusto con lei. Non si è mai chiesta "Perché a me? Perché mio padre? Perché mia madre?", i primi pensieri in mente furono riguardanti gli assassini di suo padre, dove trovarli, come, dove..rendere giustizia.
"Questo vuoi insegnarmi?! Perfetto! Me ne rendo perfettamente conto che puoi fare tutto quello che vuoi su di me!" - che lei non fosse libera a causa di individui come Violet, a causa di persone più prepotenti di lei. Una forma di autodifesa iniziale che poi è mutata mischiandosi col suo carattere. Ha vissuto quasi tutta la vita nel Bloodrunner. Non ci si deve fidare di nessuno. Lo stesso Isaac lo disse, che ognuno qui, anche tra gli Eversori, pensa solo a se stesso. Ai propri obiettivi, propri desideri. Non può fidarsi pienamente di Violet, i suoi gesti e le sue parole non trasudano la sicurezza che vorrebbe infonderle. Anzi, inizia a temerla, la vede come una minaccia, qualcosa da cui fuggire, ripararsi, per conservare la propria libertà.
"Cogliona io che credevo pure di innamorarmi di una come te" - tono e sguardo basso, per quanto si senta minacciata, il suo carattere la spinge a sfidarla, a credere di poter vincere anche in quello stato. Eppure, quasi combattuta e contraddittoria, sa bene che non è in grado di farle nulla. Il punto è proprio questo, non ha mai avuto intenzione di farle male..bipolare sicuro, ma non fino a questo punto. Violet aveva frainteso quella parte.
"Ora ti odio" - che fosse vero, probabilmente da dubitare, ma in quel momento sentì di dirlo, di esprimere le frasi peggiori al mondo, più offensive delle parolacce, più offensive di qualsiasi tipologia d'offesa, verbale o fisica.
"Sei una stupida Violet.." - malinconica in parte, ma non fino a piangere. Questa volta non piangerà, per quanto faccia male dentro, per quanto sia terribile dover stare con una persona che non ti amerà mai. Vorrebbe sperare di non innamorarsi più, neanche lontanamente, di non farsi fregare. Violet forse ha sbagliato completamente approccio. Invece di guadagnare fiducia, le ha trasmesso un senso di..necessità a difendersi.
"Ripago sempre con la stessa moneta, non ti avrei mai fatta del male.." - era un tentativo velato per dirle che, semmai ne fosse capace, avrebbe tentato pure di lei di regalarle il massimo dei piaceri.
"Guardati, anche tu sei bipolare..mi fai sentire una merda" - Violet era passata da uno stato all'altro proprio come Alison. Quest'ultima non aveva fatto altro che ricevere offese, sulla sua persona, sui suoi modi, sui suoi atteggiamenti, sul suo modo di pensare. Tanto che tutti i complimenti venivano dubitati. Quella poesia poi..non sa nemmeno cosa voglia dire. Davvero è così sbagliata?SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Sai cosa? Meglio così! Almeno non ci poniamo più il problema!
Stato Fisico: Normale
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What now?
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Prima rispose una, poi l'altra. Prima si sfogò una, poi l'altra. Ma nessuna delle due aveva mai avuto intenzioni ostili, dopotutto erano amiche, si stavano solo "chiarendo". Accigliò maggiormente lo sguardo quand'ella disse di aver dato tutto il suo amore e..era pronta a rispondere a interromperla, quando sempre lei si corresse frenando quindi la bionda. I suoi occhi tornarono lilla, il loro colore naturale, quasi in sincronia con quelli di Violet. Poi l'accusò ridicolmente di aver stuprato il suo cervello. Se avesse avuto un attimo di tempo per rispondere avrebbe mostrato il suo disappunto per bene. Lei, senza poteri, che stupra le menti altrui. E lo sta dicendo quella che puntualmente si insidia nella sua mente!
Ma che coraggio! - non era però il caso di soffermarsi su quel piccolissimo dettaglio.
"Aaaaah!!" - alzò la testa verso il soffitto portandosi le mani ai capelli e gridando tentando di coprire inutilmente le parole di Violet.
"Non lo so!! Non lo so!!" - non sa cosa? Non sa cosa?
"Non lo so che cosa voglio!" - bingo, perché era vero, non aveva la più pallida idea. Non aveva uno scopo personale, non aveva un desiderio, non aveva un reale sogno.
"E' che..io..è che non lo so, cioè..è che..!" - è che se veniva distratta dal suo obiettivo di vendetta, si sentiva completamente persa e vuota. Balbettava nel tentativo di dare una risposta immediata. Non trovava le parole, non sapeva come rispondere. Che ne sapeva lei: nata, tragedia, lottare, fine. Distrarsi? Certo, ma come? Per lei, fino ad ora, distrarsi significava perdere tempo prezioso. Uccise le persone di dovere, non avrebbe più avuto un obiettivo e allora avrebbe vagato per il Bloodrunner senza una meta. Cercando, magari, di far provocare risse per qualche occasionale divertimento insano e attendere che qualche evento la inglobasse. Un'avventura particolare.
"Ma cosa..?!" - ora si sentì in imbarazzo quando le tirò in faccia la verità. Dopo quel bacio ce ne fu un altro. E nonostante potesse muoversi, la bionda preferì rimanere immobile e lasciarsi possedere una seconda volta.
"Non è possibile..! Non è vero!" - intersecò le braccia sotto il petto girando lo sguardo di lato. Tipica forma d'imbarazzo, con tanto di battito ripetuto del piede. Falsamente indignata, la ragazza era consapevole della verità e la negava perché provava vergogna per quello. Certamente le erano piaciuti entrambi i baci, in maniera leggermente diversa. Quella volta ci fu un imbarazzo generale e Violet era anche ubriaca, Alison un po' brilla. Ora invece erano entrambe lucide. Come dire che l'alcool non aveva la colpa, andiamo..qualcuno vuole opporsi e dire che Violet non avrebbe fatto uso dei suoi poteri nemmeno la prima volta?
"Tu mi avevi provocato!" - e la puntò con l'indice, battendola sul petto una singola volta. Il suo sguardo rimbalzò dal suo seno ai suoi occhi. Sfuggenti ma percettibili. Tentò di formulare un'altra frase per non lasciare campo libero alla sua "avversaria". Niente, si morse pure la lingua. Non sapeva che altro dire. Insomma..in questo caso, un vero e proprio "touche".
"Mpft" - si trovavano vicinissime, di nuovo, ancora. Un'abitudine ormai guardarsi da così vicino, specchiarsi attraverso le rispettive lenti. Violet decisa, sicura, esperta, l'altra meno, che distoglieva lo sguardo in continuazione, cercando di evitare di mantenere troppo a lungo il collegamento tra sguardi.
"D'accordo Violet" - sbottò, quasi in segno di arresa.
"E' che tutto ciò mi pare sbagliato, non dovremmo fare queste cose..se non stiamo insieme..se non dobbiamo rischiare di peggiorare il nostro rapporto..allora perché ci baciamo?" - domandò con calma, ponendo delle pause intenzionali, creando una certa atmosfera. Dubbio, incertezza..non aveva quella visione di divertimento, sebbene sembrasse priva di morale e sregolata oltre ogni limite, tanto da infischiarsi di ogni cosa, compresa la salvaguardia del suo corpo, in realtà credeva in certi valori. Valori di fiducia, di costanza..un amore davvero romantico, insospettabile da lei, vero? Invece Violet, per quanto professasse di "essere seguace dell'amore", andava oltre ogni limite.
"Non lo comprendo" - terminò, lasciando la parola all'amica telepate. Non capiva di base perché si scambiavano coccole ed effusioni di tale livello, come fossero "compagne di vita", ma non potevano esserlo. Troppo diversi, sotto troppi punti di vista. Età, colore dei capelli, misura del seno, intelligenza, ideali, morale, pensieri..tutto. Dal più ridicolo al meno, non avevano niente in comune. Nonostante ciò, erano amiche. Se era giusto definirsi amiche, dato che non si conoscevano nemmeno da molto tempo. Però entrambe se la sentivano di definirsi a quel modo.
"..E ora che si fa?" - già, per qualche strana ragione, almeno una delle due probabilmente sapeva come condurre il seguito di quella storia.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Ecco, di nuovo..e ora?
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Edited by Zaho's Violet - 6/4/2016, 13:06. -
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La realtà
Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo
Non riusciva a dire nulla. Violet fece tutto da sola. Arrivò lei stessa alla conclusione, momentaneamente, definitiva. Ignorò quei complimenti, mentre il suo viso si faceva sempre più malinconico. Le dita si muovevano in modo spastico, indecise. Poi un braccio ai sollevò, piegandosi e raggiungendo la spalla. Da lì la mano afferrò una ciocca di capelli. Si girò tale raggruppo con le dita, portandolo davanti. Sguardo distratto sui fili d'oro. La bionda avrebbe voluto sentire un altro tipo di risposta. Era indecisa suoi sentimenti, vero, ma più proseguivano e più credeva che voleva stare insieme a lei. Ma puntualmente Violet infrangeva tutto, ma come darle torto? Sarebbe stato molto, ma molto peggio aspettare, ingannarla, darle false speranze..per poi accantonarla come un giocattolo. Aveva messo in chiaro: niente più scherzi, giochi o giochetti. Amiche, amiche classiche, amiche normali. Definizione di amica. Non di..intermezzo tra amica e compagna, non di..aiuto per le soddisfazioni intime e personali.
"Violet..?" - la chiamò con una flebile voce, trattenuta. La vedeva crogiolarsi, come se stesse pensando a come risolvere la situazione, a come trovare una soluzione migliore. Purtroppo era chiaro a entrambe, Alison fu la prima ad accettarlo, Violet insisteva nel ricercare nella sua mente qualsiasi cosa potesse essere "una via di mezzo". Poi fu costretta anche lei ad accettare tale realtà. Non esiste una terza via, non quando c'è di mezzo l'amore. Amicizia o amore, non entrambe. Anzi..no, è completamente errato. Non esiste nemmeno l'amicizia. L'amicizia viene prima di realizzare una possibile infatuazione, ma a loro bastò solo un terzo incontro, se non già al primo, per passare dall'amicizia all'amore. Almeno per Alison.
Per definizione: due individui che hanno una grande affinità non saranno mai amiche se una delle due s'arrende e varca d'un solo passo il limite tra l'amicizia e l'amore. Basta sfiorare tale idea col pensiero..e si cade diretti nella trappola. Non ce se ne rende conto subito, tale evoluzione è graduale. Un aumento di gradi, un gradino alla volta, ignoranti su cosa si va a sbattere alla cima. Magari è una porta d'oro. Magari è una finestra..e da lì si cade giù percorrendo in breve tempo e violentemente una discesa di tristezza e disperazione: il rifiuto.
"Violet..?" - di nuovo, flebile, malinconica, ma senza cedere alle lacrime. Violet si fece seria, stese le nuove regole tra loro. Leggi destinate a crollare. Ostacoli erano in agguato, pronti a spezzare i vincoli dell'amicizia. Chi avrebbe ceduto per primo? Come potevano continuare a frequentarsi..senza vedersi? Come potevano quindi considerarsi amiche se vedendosi rischiavano di distruggere tutto e loro stesse? Balbettava il suo nome nella speranza di sentirsi accontentata. Di diventare qualcuno veramente. Fino ad esso era rimasta sola e perseguiva obiettivi precisi, determinati, creati a forza, solo perché non aveva altro. Non aveva un compito, non aveva una storia. Poteva essere bella, figa, interessante. Ma nel suo passato, le persone volevano solo una parte di lei, quella esteriore. Furba, diffidente come il padre, non si era mai fatta ingannare. E questo complesso è aumentato a dismisura arrivando a crearsi uno scudo. Uno scudo infranto da una telepate, perché lei non è in grado di difendersi da questo tipo di assalti. La sua mente è debole. Un corpo con una mente debole..può anche essere sano, ma non ci sarà mai il giusto equilibrio. Insomma, era meglio avere la componente forza abbassata e in linea con quella della mente, per superare di gran lunga un individuo che puntava unicamente sul suo fisico.
"Non posso promettertelo..ma farò un tentativo" - può bastare? Forse si, forse no. Che ci si accontenti di questo, poiché è già tanto per una come lei possa arrivare a fare un tentativo. Solo perché lo sta chiedendo Violet, solo perché..ci ha sputato un po' d'anima per lei. Al di là dei modi, degli scherzi..alla fine quello era il succo. Un aiuto. Non richiesto, ma lei ricambia sempre, nel bene e nel male. Quindi, in futuro avrebbe pensato pure lei a qualcosa per Violet. Difficile. Cosa poteva mai avere bisogno una donna in grado di fare qualsiasi cosa? Sguardo basso, la frangia copriva i suoi occhi alla visuale di Violet. Le mani strette a pugno, le braccia tremavano. Il suo animo si scosse, una vibrazione di tristezza. Trattenne, trattenne perché quando non vuole seguire le emozioni, semplicemente non lo fa. Alla faccia di tutti coloro che la dipingevano come una matta macchina da guerra senza controllo. Indietreggiò lentamente, non sollevò subito la testa, non come poteva aspettarsi l'altra. Uno scatto, si voltò evitando di incrociare i suoi occhi con i suoi. Passo insicuro, titubante, traballante e non troppo rapido. Varco parte della soglia d'entrata. La mano seguì e scivolò sulla superficie della parete fino ad agganciarsi al bordo e fermare Alison stessa. Fece un passo indietro, le lanciò un'ultima occhiata. Uno sguardo malinconico, il quale rimbalzo furtivo e impercettibile sul terreno. L'espressione mutò, decisa, concorde. Annuì e proseguì. Non reggeva più la tensione, non faceva per lei tutto quel silenzio imbarazzante. Era tutto ok. Andava tutto bene..pace fatta, chiarificazione completata. No..non andava bene, non come sperava, per quanto anche lei credeva che fosse la scelta più corretta..ora sentiva un vuoto, come se qualcosa non fosse propriamente giusto, completo. Deglutì per poi ansimare, un respiro profondo trattenendo le emozioni negative dentro di lei. Quelle spingevano a forza sul petto e le facevano venire voglia di tirare un verso inumano, al pari di un povero animale in atto di piangere..per poi sfogare e inumidire per bene gli occhi. Cominciò a correre, sperando che la fatica potesse alleviare l'emozione contenuta. Doveva prendere la sua moto. Doveva fare un giro per la città..ascoltare un po' di musica e staccare da quell'orrenda realtà..SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Mentale: Normale - Che mi succede..? Perché mi sento così triste ora..?
Stato Fisico: Normale
Energia: 100%. -
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