[SC] Give the Jackal a bone

Tra le lande ghiacciate, ben pochi possono udire le urla di dolore. Su quel clivo, dove i deboli raggi di mezzogiorno bagnano lievi la neve, senza intaccarne il candore, l'isolamento ha un tono sacro, sotto quell'albero spoglio, macilento e dal legno marcio. Un tono sacro e decadente in un mondo in cui il confine tra puro e morto è molto, molto labile. Si sa, il nord è pieno di cose aggrovigliate, almeno quanto i rami consunti fissati da una figura nera ai piedi del colosso oramai in rovina, che non conoscerà una seconda primavera.

Il Necromante si perde a seguirne i lineamenti, privi di linfa da tempo recente, vista l'umidità pare pervadere l'arbusto. Posa i suoi occhi quindi su di un piccolo scoiattolo dal pelo niveo. Le dita del Necromante premono sul suo petto, scorticandolo e tirandone fuori il sangue, che cola nella sua mano. L'animaletto non ha sentito nulla. Gli aveva precedentemente cavato il collo... piuttosto quel che accade è... singolare. Se è vero tra le lande ghiacciate ben pochi possono udire un urlo di dolore, nel mondo degli spiriti vagano per esse si è ancor più indifesi, perché l'urlo non esiste per molti, molti piani d'esistenza. Sionn perciò s'acciglia nel vedere quell'anima evocata così tremante e...

Sionn: "... mutilata? In forma spiritica? Cosa è accaduto?"

Non è per nulla preoccupato, ci mancherebbe lo fosse per i morti se già manca della minima empatia riguardo i vivi. Quell'apparizione ha delle particolarità meravigliose a dir poco, per uno studio approfondito della connessione tra materia e spirito. Perché? Perché l'uomo pelato e tremante da lui evocato si sta tenendo un moncherino del braccio sinistro, come avesse nervi a dirgli sia dolorosa e scioccante una tale menomazione. L'ectoplasma pare strappato così come il braccio fosse reale. A far compagnia all'arto superiore, la gamba destra è ugualmente strappata via, come al passaggio d'un selvaggia fiera. Lo spettro parla ed il tono etereo e marziale fallisce nel nascondere l'ansia ed il terrore. Interessante e degno di studio anche questo.

Anima: freneticamente.) "La prego... la prego! Mi protegga!!! Lo sciacallo... Lo sciacallo vuole... vuole..."

Sionn: "... Sciacallo?"

Forse è il caso di cominciare dai comandi più semplici. Ha sprecato tempo, pazienza ed energia per evocare, nonché sangue ottimo per qualsiasi altra cosa. Fortunatamente Sionn è dotato di pazienza invidiabile e quasi infinita. Quando è ben disposto e ne vale la pena. Avanza verso l'anima e tenta a gesti di calmarla.

Sionn: "Calma... calma. Cosa è accaduto mai di tanto particolare?"

Anima: freneticamente.) "Mi stava sbranando... mi stava sbrandando, lo sciacallo?"

Sionn: "Chi è mai codesto sciacallo?"

Poi, d'improvviso, dacché pareva l'anima aver ritrovato una tranquillità tale da rendere almeno un discorso compiuto e completo, ecco che ritorna la frenesia e l'orrore negli occhi ed indietreggia fluttuando d'un passo, fissando un punto oltre Sionn, non precisato. Il necromante si volta e strabuzza moderatamente gli occhi, colpito, più prestando orecchio al blatero dello spettro.

Anima: freneticamente.) "PROTEGGETEMI! È QUI! È QUI!!!"

Sionn non si perde d'animo, né perde un istante e si interpone tra lo spirito e lo sciacallo, sistemandosi con autorità il cappotto e schiarendosi la gola. Non è bello a vedersi. Il che interessa grandemente Sionn dal lato antropologico della questione. Parte umano e parte bestiale, come una creatura delle leggende, completo d'un atteggiamento schifosamente moderno, forse perverso dai cattivi ambienti frequentati. Sbrodolante e bestiale come un infante dell'una e dell'altra razza di cui è sintesi. Alza un dito il necromante, prima verso il nuovo arrivato, che pare parlare la sua lingua...

Sionn: "Innanzitutto vi è da calmarsi. Non capisco ciò dite, signor... signor?"

Si volge verso lo spettro.

Sionn: "In secondo luogo, voi da quanto siete morto?"

Anima: "I-Io..."

Sionn non ama i tentennamenti, anzi li trova segno di maleducazione. Ha da fare e non intende perdere tento per l'indecisione d'un'entità dovrebbe avere ogni certezza nella vita e nella morte.

Sionn: "Quanto?"

Anima: "V- Venti minuti..."

Mai una volta qualcuno conosca il suo ruolo e si attenga ad esso. Gli spiriti vengono incatenati al mondo materiale e sono disponibili ad evocazioni e congiure per un motivo. Svelino gli arcani insondabili per i mortali. In caso contrario divengono inutili e sono inutilizzabili. Sionn si volge allo sciacallo e poi indica con nonchalance lo spettro.

Sionn: "Divoratelo pure..."

Anima: "Co-- Cos... NO!!"

Se v'è un modo in cui Sionn osserva lo scempio si sta avverando sotto i suoi occhi, è quello curioso ed analitico dello scienziato. Ha visto altre volte belve - sotto i suoi ordini o meno - divorare la carne e dilaniare le membra delle loro vittime, ma mai fagocitarne l'anima. Ammirato, il Necromante lascia fare la chimera o qualsiasi cosa sia, sperando duri per sempre visto non pare la miglior compagnia la sua.

Purtroppo, il pasto è breve e lo sciacallo torna con gli occhi su di lui. Sionn constata come l'educazione non sia tra i precetti più in voga tra i mammiferi canidi, specie quelli più ottusi ed è costretto a roteare gli occhi. Senza rispondere immediatamente, se non con un profondo sospiro, s'avvicina a dove prima era l'anima... non un brandello, né un residuo ectoplasmatico. Il che, per chi è avvezzo a certi ambienti, ha un solo significato: dannazione eterna. Nel ventre d'uno sciacallo per giunta.

Sionn: "L'educazione è una virtù... usala."

Il necromante mette entrambe le mani ai fianchi, prima di volgere gli occhi smeraldo ed uno sguardo paternalistico al giovane sciacallo antropomorfo. Davvero, ha indovinato fosse giovane ancor prima d'avvicinarsi... lontani sono i tempi in cui le chimere mostravano rispetto agli araldi servivano la stessa signora. Per questo il "voi" è sparito sostituito da un "tu" di maniera.

Sionn: "... sono lieto inoltre d'aver scelto per il meglio, allora."

Aggiunge con malcelato sarcasmo ed un sorriso gentile in volto, prima d'accennare un inchino con il capo. È pur sempre un'entità quella cui si trova al cospetto e non sarebbe corretto ed etico renderle omaggio.

Sionn: "Sionn Brandubh. Il tuo, di grazia?"

A quanto può evincere, pare il canide antropomorfo trovi divertente la situazione. O il suo nome. Quindi, Sionn, spinto più dalla voglia di comprendere l'altro, ma non privo d'una certa ripicca, rimane silenzioso, rimarcando poi una parte curiosa del nome.

Sionn: "Junior...?"

Alla domanda successiva, curiosità più che legittima, il Necromante allarga le braccia e le porta dietro la schiena, così come il macabro grimorio, con un'espressione serafica come dovesse spiegare l'ovvio ad un bambino. Ah, la gioventù... anche Sionn fu giovane un tempo, molto tempo addietro, vedere chi è così carico d'energie specie in certe pulsioni è inebriante.

Sionn: "Giusto, giusto. Ottima osservazione... riguardo la promiscuità del Nord, non ho di che dire, io nacqui nell'Est di Endlos, ove le relazioni della canre sono più ordinarie. Ma qui non mi pare parliamo della carne."

Il pensiero va veloce a come lo sciacallo abbia divorato l'anima evocata. Non che Sionn abbia trovato ciò particolarmente fastidioso doversi disfare di un'evocazione andata male a causa della malasorte. Forse, il tutto, può essere tramutato in una fortunosa e gloriosa opportunità. Per entrambi, ovviamente.

Sionn: "Io sono un Necromante, quindi ciò che tu mangi, io lo porto su questa terra. Diciamo potrei essere il tuo equivalente d'un macellaio, da un certo punto di vista."

Un sorriso, mentre posa le nocche d'una mano coperta d'anelli dai simboli sconosciuti, incrociando le braccia sul petto, pensoso.

Sionn: "Tu piuttosto. Parte di te non può esser nata al Nord, l'altra metà altrettanto. La tua storia, se ne hai una? Poiché il tuo nome parla da molto lontano dalla storia, lo conosco. Tuttavia, la tua goliardia e la postilla ad un epiteto tanto altisonante, mi fa pensare tu sia... nato da poco e non rispetto alla carne, ma rispetto ciò tu rappresenti. Ho ragione?"

Una valanga di informazioni interessanti. Se prima Anubi Jr. ha fagocitato l'anima divorandola, lo stesso si può dire di Sionn con le interessanti informazioni vengono dalla bocca - o muso? - dello strambo e peculiare interlocutore. Non c'entra la compostezza, quanto il volerne sempre e sempre di più e ancora e ancora. Aveva concetti vari in capo ed ipotesi potessero confermare la tesi della strana chimera ha dinnanzi, avanza di qualche passo, continuando a massaggiare la barba del mento con indice e pollice.

Sionn: "Mmmmh interessante. Essendo io un portale tra due mondi, so di questo "Nulla" di cui parli... è il rischio di chiunque si muova tra le dimensioni, un attimo di distrazione e v'è il rischio di cadervi. Non so cosa sia l'Egitto, ma posso indovinare somigli molto alla nostra Merovish, molto a Sud e..."

Si ferma, imprigionata la sua attenzione in un'agnizione avuta in un istante. Con rinnovato interesse, dopo aver distolto lo sguardo per focalizzare il pensiero a discapito della figura di Anubi Jr., gli occhi smeraldo lampeggiano. Ovvio è egli sia da solo e parecchio attempato, ma le capacità sfoggiate fan ben sperare almeno quanto l'attitudine potrebbe convincere Sionn egli abbia parenti più maturi, nell'età o nel rapportarsi con il mondo attorno. Tuttavia, la mente ed i processi di essa, quando riguardano entità oltre l'umano, le sono oscure.

Sionn: "Direi più tu sia... come dire... "giovane dentro". Per quanto, perdonami la curiosità... hai detto di avere fratelli? Dove sono ora?"

Per quanto riguardo i poteri, invece, ha in serbo tutt'altra concezione. Al nominare di essi sospira e scuote il capo, come desolato per qualcosa. Non ha intenzione di sostenere i suoi "siano diversi", i suoi "siano migliori", né Anubi non sappia di cosa parla. Questi annosi e dannosi pensieri li lascia ad altri. Ciò perplime Sionn ha tutt'altra natura.

Sionn: "Purtroppo, non ho visto molto dei tuoi poteri... tuttavia, siamo nel mezzo di una strada molto battute dalle carovane e non tarderà la prossima. Posso chiederti se mi è possibile assistere a come ti sazierai? Creature come te sono benedetta da appetiti inesauribili... non so se mi spiego."

Un ghigno, per quanto composto, complice alle ferali pulsioni dell'altro. Di certo, questo Anubi Jr. è ineducato, come suggerisce l'epiteto affibbiatogli chissà per quale anacronistico motivo. Tuttavia, la passione e la sincerità delle sue ragioni, riescono a catturare Sionn, il quale annuisce soddisfatto al brillare negli occhi della divina chimera. Ha capito qual è il suo gioco preferito, nonché ha intuito ciò lui trova più prelibato nell'universo da lui conosciuto. Anime. Benché l'Araldo della Morte dovrebbe potenzialmente trovare errato il sottrarre le anime ai suoi rituali per desideri canini ed elementari come la fame più primitiva e becera, c'è un certo grado di fascinazione in quell'essere; è come guardare un predatore nel suo splendido ed atavico rituale del togliere una vita, in grado di ispirare gli umani in molte varianti più raffinati, ma che tuttavia non si discostano parecchio dalla loro origine.

Si offre quindi di far strada ad Anubi, Sionn, girando i tacchi ed invitando con un gesto della mano ad affiancarlo. Sì, lui è uno psicofago, se così può esser definito un neologismo in suo esclusivo onore. Sa dove portarlo e sa chi dovrà conoscerlo, nonché beneficiare dei suoi unici talenti. Quando il freddo avrà consunto il suo spirito, potrà pure esser mandato giù a Merovish.

Sionn: "Bene, bene, seguimi, mio buon Anubi... conosco giusto un luogo dove i carovanieri spesso riposano e da soli... nel mentre giungiamo, ti vorrei parlare di un'associazione, un simposio di persone e tuoi simili uniti da interessi non dissimili: la Seele Corporation."