[Quest n°2.5] L'Agonia di Undarm

NAOS PROJECT

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Impeto e tempesta

    Group
    Member
    Posts
    1,057

    Status
    Anonymous

    L'Agonia di Undarm
    Naos Project


    naos_zps6plz0w8k

    C'era una volta un mondo lontano lontano - ma non troppo.
    Una luna distante e graziosa nei cieli di Endlos, così vicina eppure misteriosa,
    oggetto delle più disparate teorie da parte degli studiosi del cielo.
    C'era una volta un portale apparso dal nulla nelle ampie e dorate distese di grano sospese nel cielo,
    e poi un altro, un altro ancora nascosto fra gli alberi di una fitta foresta al tramonto.
    C'era una volta una scuola di magia, ricolma di studiosi avidi di sapere...
    ... e poi c'erano degli impavidi, endlossiani che sfidarono il Maelstrom.
    Denaro? Gloria? Cosa li spinse a sfidare l'ignoto?
    Passo dopo passo percorrono nuovi sentieri bendati.
    Un bivio, un contrattempo, ed un grande dipinto per i posteri si colora.
    Verde e rossa la terra, luce nel cielo.


    Terzo giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
    Endlos, Magisterium.

    Passi lenti ed irregolari riecheggiavano nel labirinto di aule e laboratori disseminati nel Magisterium come piccole celle di un immenso alveare. Dei suoni ovattati di babbucce morbide -intervallati soltanto dal tocco netto di un bastone sul pavimento marmoreo- accompagnavano la figura di un vecchio mago in tunica rigorosamente blu notte. La lunga barba chiara e gli occhialini posati sul naso adunco non lasciavano spazio all'immaginazione e nulla in quel posto sarebbe mai potuto sembrare così adatto al contesto di un vecchietto ricurvo e fragile ma dallo sguardo orgoglioso, tipico di chi deteneva un grande potere.
    Nel silenzio tombale, raccolto e quasi religioso di quell'immenso tempio del sapere, le sue dita nodose fecero capolino dai tessuti color notte. Due tocchi lievi giunsero sul legno di faggio di una piccola porta seminascosta per prospettiva da alcuni colonnati; la voce di un giovane ne fu la risposta ed il cigolare dei cardini annunciò l'ingresso del Magister nell'ufficio del collega.

    -Mi è stato riferito di quei segnali, Magister Simion- la voce era ruvida ed il timbro stranamente potente, considerando l'età -Ciò che temevamo è avvenuto, di nuovo.

    -So perfettamente cosa le è giunto, Magister Mandrake- una voce più fresca ma altrettanto nitida gli rispose con la medesima intonazione della voce, quasi a riprenderlo -Ho inviato io le voci.

    Il sorriso che si disegnò sul grazioso volto giovane ed androgino da ventenne fu gentile, candido, eppure il vecchio Mandrake percepì chiaramente un ghigno celato oltre quella maschera angelica e... ne ebbe paura. Nonostante il tempo fra quelle aule trascorresse esattamente come in qualunque altro luogo, da quando lavorava con lui i dubbi sulle buone intenzioni e l'essenza stessa dell'assistente del Prorettore non facevano che aumentare, anziché diminuire; certezze costruite in una vita di studi crollavano, eventi impossibili gli si manifestavano sotto gli occhi increduli ed il tempo del lavoro perdeva senso, dandogli impressione di retrocedere e non avanzare.
    Una sensazione strana ed angosciante che aveva preferito tenere per se', forse per orgoglio.
    O paura.

    -Dunque, quale sarebbe la prossima mossa?
    -Attendere, ovviamente, e non temere di procedere al buio, suppongo- nel dirlo, il giovane mago afferrò un pezzo di pergamena strappata e, con l'indole di un bambino nelle sue ore di gioco, prese a ripiegarlo su se' stesso come meglio poteva -Ho inviato degli agenti a controllare.

    Sorrise ancora al termine dalla sua opera: tirando due lembi di pergamena tramutò la sua scultura di carta in un piccolo drago giallognolo. Lo posò sul suo palmo, lanciò uno sguardo di sfida al mago che aveva innanzi.
    Infine soffiò, ed il piccolo drago prese il volo...
    ...mordendogli il naso adunco.

    png

    Quarto giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
    Undarm, Presidio Occidentale.

    POV: Gaspode, Kei.

    La convocazione del Magisterium era giunta inaspettata ed urgente, entrambi i casi in modi diversi e tramite contatti che nulla avevano a che fare l'uno con l'altro. Storia vuole che, spinti dal senso del dovere o dal desiderio di guadagno, si erano fatti coinvolgere in un'insolita quanto remunerativa missione di ricerca. Dalle poche informazioni ricevute, sapevano del rilevamento di una potente -e forse pericolosa- esplosione di energia magica su cui avrebbero dovuto indagare nei pressi di Undarm, zona tradizionalmente disabitata e per molti estremamente selvaggia. Diverse erano le storie legate a quella terra: molto antica la leggenda di una Strega dei boschi dall'animo volubile -seduttrice di uomini e donne, oltre che protettrice della Natura- a guardia di quelle zone boschive: qualora si fosse rivelata veritiera, sarebbero dovuti scendere a patti con lei prima di ficcare il naso in territori vergini. Altra versione, invece, non aveva alcuna Strega come protagonista, piuttosto la Volontà del bosco stesso che, da circa un decennio, era divenuto sempre più cupo ed ostile verso le forme di vita straniere e gli umani in particolare. In molti erano partiti senza mai tornare, innumerevoli le storie di taverna riguardanti grandi massacri e predatori invisibili. Ultima ma non meno affascinante la leggenda di una Sibilla di Berjaska che, secoli prima, aveva annunciato la venuta della Morte stessa sulle terre Occidentali. Secondo tale profezia, tramite la Mano e la Falce, avrebbe percorso i boschi, le spiagge e le alture fino a salire su un trono vuoto di una capitale defunta che l'avrebbe attesa intere stagioni in silenzio.
    Un luogo misterioso ed affascinante, dunque, ma di cui aver timore; Dan stesso aveva ammonito i suoi agenti di fare estrema attenzione, poiché molti erano i misteri celati fra le radici e fronde smeraldine.

    E così, scendendo dal Magisterium all'Approdo, i due convocati avrebbero viaggiato per i sentieri di Klemvor fino a raggiungere la Vergine, come poeticamente la definivano alcune canzonette bardiche. Eppure Undarm "vergine" non era, sia Gaspode che Kei avrebbero trovato il modo di accorgersene immediatamente: bussola in mano -l'ago pronto a puntare forme di energia aliene simili a quelle individuate dai Magistri- si sarebbero dunque avventurati fra la fitta vegetazione, discostando liane e fogliame, giocando agli ostacoli con immense radici nodose. Intanto il sole si levava alto in cielo, eppure la temperatura continuava ad abbassarsi... e l'aria farsi sempre più umida.
    Del loro segnale ancora nessuna traccia.


    POV: Amon.

    Si diceva in giro che il vento dell'est fosse una forza spaventosa in grado di distruggere ciò che trovava sul suo cammino. Cercava gli indegni e li strappava dalla terra. Il vento dell'ovest era invece una mano gentile che con le sue carezze ricordava al dormiente di adempiere al suo dovere; mentre il sole si alzava piano oltre le sagome aguzze di una Klemvor abbandonata, fu proprio quella brezza ad incontrare Amon.

    Il buio delle palpebre avrebbe dato spazio ad una luce violenta ed il respiro della vita si sarebbe fatto strada con rabbia nelle viscere del guardiano. Lentamente, la linfa vitale avrebbe ripreso a scorrere, generandogli atroci sofferenze; una lunga e tormentata agonia: fu questo il suo primo ricordo, lo stesso di un neonato in lacrime al suo primo respiro. Eppure -come per gli infanti- lo avrebbe presto dimenticato, sostituito da una confusione comprensibile solo a pochi individui. Avrebbe sentito il freddo e tremato, l'umidità gli avrebbe reso la pelle appiccicosa ed un sapore ferroso dal retrogusto di sangue non sarebbe andato via dalle sue papille; alzando lo sguardo, qualcosa di tuttavia familiare avrebbe potuto dargli la pace tanto agognata. La sua Undarm.
    Le possenti radici ancorate al suolo ancora forti oltre ogni misura, i tronchi possenti ed altissimi, i rami rigogliosi di foglie e frutti esattamente come Yoe gli aveva promesso e regalato. Eppure, in quel tripudio di bellezza ed armonia -trionfo della Natura in tutte le sue forme- una nota stonata era divenuta uno strano sottofondo, oltre che un cupo presagio.
    La foresta era... diversa.

    Qualcosa era cambiato, poco percepibile eppure essenziale. Un'energia simile ma diversa a quella di Yoe scorreva nelle radici e nei tronchi, fino alle foglie. Uno strano potere scorreva nell'acqua e viaggiava con il vento; forse nessuno avrebbe potuto accorgersene, eppure Amon lo avrebbe compreso immediatamente; il bosco era ormai la sua casa, in certi sensi anche la sua vita.
    Ma allora, se davvero qualcosa era successo, come aveva potuto accorgersene solo in quell'istante? Prima, prima... dove era prima?

    Una sensazione di paura e vuoto lo avrebbe colto, quasi a fargli perdere i sensi. Mille quesiti nella testa, ancor più sentimenti nel cuore ed altrettante suppliche al Kijani Fahari; qualunque fosse stato il loro numero Amon avrebbe potuto soltanto accogliere a malincuore l'unica risposta di un Undarm selvaggio ed ostile, ritroso come una vergine ferita.
    Il silenzio.

    Turno 1


    Benvenuti a questa quest un pò atipica del progetto Naos!
    Dico "atipica" perchè è stata ibridizzata con le quest più "classiche" di Endlos, anche se condivide la struttura a nodi narrativi (con scelte multiple) tipica del Progetto. Proprio perchè forse più impegnativa per interpretazione dovuta a una trama più presente, sarò molto più morbida con le turnazioni ma vi chiederei con tutto il cuore di essere sempre in tempo o quasi, salvo apocalissi varie ed eventuali.

    Gaspode: nonostante tu abbia già avuto a che fare col Magisterium, in realtà sei stato contattato prima dalla tua gilda per questioni di sicurezza. C'è la possibilità che sia avvenuto qualcosa di pericoloso ad Undarm e tu, da navigato esploratore, sei stato scelto fra i tanti per questioni di esperienza con "salti nel buio".

    Kei: al cane serviva un braccio armato, e sei giunta a questo lavoro tramite agenzia. Puoi decidere se partecipare per danaro (questa volta il lavoro è molto remunerativo) o per dovere, scegli tu. Ti ricordo comunque che tu e Gaspode portate con voi una sola bussola in grado di percepire la fonte di energia rilevata precedentemente dal Magisterium, qualora le andaste vicino.

    Amon: primo turno squisitamente interpretativo. Specifico che gli ultimi tuoi ricordi riguardano la Prima, ma non ricordi come è finita nè quanto tempo è effettivamente passato da allora. Questa è anche la tua quest di resurrezione, ma ho usato uno stile di narrazione basata sul punto di vista del tuo pg, quindi cosa è effettivamente accaduto e le motivazioni potresti scoprirle con flashback da sbloccare nel corso della trama o altri episodi verificabili a seconda delle vostre scelte. Se le vostre scelte non saranno appropriate potresti non scoprire nulla (in quel caso si farà una scena masterata successiva, ma non parte della quest).

    Concludo dicendovi che in realtà in questo turno non c'è molto da fare, ma ci tenevo che introduceste bene i personaggi e le motivazioni che li hanno spinti fin qui. Kei e Gaspode possono iniziare a socializzare e/o stabilire insieme una strategia di ricerca della fonte di potere.
    Vi ricordo comunque che siete assolutamente liberi di fare qualunque cosa vogliate: il Progetto Naos è particolarmente elastico e si adatta ad ogni tipo di decisione possibile. Quindi sentite liberi di interpretare i vostri personaggi come meglio credete: cosa genereranno le loro scelte ed azioni lo deciderò io.

    Metto qui sotto delle regole generali valide per tutte le quest del progetto:

    Tempi di postaggio.
    Differentemente dalle altre quest, anche la puntualità è un campo di valutazione del QM. Questo non vuol dire che, causa problemi in-real, non possiate chiedere proroghe, ma vi dico in anticipo che potrebbero non essere accettate dal QM per questioni pratiche (la quest potrebbe essere più lunga delle classiche, quindi se usiamo gli stessi tempi non finiremo mai). Inoltre potete chiedere proroghe solo in Bacheca.
    Se non postate in orario senza chiedere proroghe, passo avanti con il turno. Dato che però avete la possibilità di chiedere in bacheca del tempo in più e dato che la puntualità è un campo di giudizio, non rispettare la parola data provoca generiche "brutte cose" in-game che nei turni semplici saranno poca cosa ma nelle scene importanti potrebbero diventare dei malus davvero molto pesanti. Quindi occhio.
    Oltre al giorno metterò anche un orario di scadenza. Superato quel giorno e quell'ora (anche di un minuto), se non avete richiesto una proroga (da me accettata) in Bacheca, il post ritardatario non avrà valenza di esistere e sarà contato come nullo, dunque cancellato dalla quest nel momento in cui posterò l'intervento del qm.
    Quindi, se tardate e non avete avvisato, a questo punto non mandatelo proprio (vi risparmiate lavoro inutile) e se ne parla al turno successivo.

    Malus:
    Come potete ottenere malus?
    In effetti è molto facile incappare nel problema, almeno per il format della quest.
    Spiego comunque i generi di malus.

    1) Campo puntualità.
    Già specificato nel paragrafo di sopra.

    2) Mancata lettura delle mie istruzioni o dei miei post.
    C'è una cosa che non sopporto, cioè i giocatori che postano senza leggere gli interventi degli altri, o che lo fanno sommariamente (soprattutto le istruzioni del QM). Sarò brutale ma non me ne vogliate, lo faccio con tutti: non sono una balia e non sono qui per imboccare il regolamento col cucchiaino. Vi aiuterò, ma per aiutarvi ho bisogno che mi ascoltiate: se non lo fate, non vi pregherò di leggere meglio o di editare, non agiterò il ditino sentenzioso e non vi farò nemmeno partacce. Agirò autoconclusivamente e basta, senza avvisare: non sono cattiva, ma è bene che capiate che leggere è una forma di autodifesa. Serve a voi, a me non cambia nulla.
    Altrettanto vero è che potete domandarmi qualunque cosa in Bacheca. "Nessuno è nato imparato", diceva un mio amico dalle scarse abilità letterarie, quindi non vi farò problemi se non siete sicuri di aver capito quello che ho scritto e mi chiedete chiarimenti in Bacheca. Quindi tranquilli, sono stronza ma solo a metà.

    3) Campo sportività.
    Altro tipo di malus, quando avete letto i regolamenti ma fate degli errori. Essendo questi molto più frequenti e possibili, soprattutto per chi non ha bene chiari i meccanismi su Endlos ed in particolar modo le regole di combattimento, i malus ci saranno comunque (dovete pur sempre imparare) ma saranno accompagnati da spiegazioni e consigli su come migliorarsi, come in un addestramento.

    4) Campo strategia.
    Purtroppo, anche fare scelte stupide non fa bene alla salute dei vostri pg. Ad esempio solleticare il naso di un dragone dormiente o schiacciare pulsanti rossi di dubbia funzione su astronavi da guerra aliene. Lo stesso vale per scelte non stupide ma errate (anche se in quel caso i malus sono molto minori dalle scelte stupide).
    Insomma, prima di far cose, pensateci un pò su.

    5) Niente attività.
    Pensate anche che campare di sole introspezioni (non far nulla di pratico) ed attendere che la quest proceda da sola non è quasi mai la risposta corretta. Se il gruppo non compie azioni il QM non va avanti. Io odio queste situazioni di stallo, non fatemele fare che poi devo mettere situazioni spiacevoli.

    6) Malus generici da regolamento di ambientazione.
    Non mi ripeto, sta tutto scritto nei regolamenti vari che vi ho linkato nel primo post della bacheca.
    Questo punto vale solo se andrete nel Naos.

    Scadenza: 9 Aprile, ore 23:59.
    Buon divertimento!



    Edited by Drusilia Galanodel - 3/4/2016, 00:56
     
    Top
    .
  2.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    black s c o r p i o

    Group
    Member
    Posts
    1,252

    Status
    Offline
    Il buio mi avvolge, non sento nulla.

    Tu non esisti.

    Chi sono io? Perché mi trovo qui?

    Non ti è dato domandare,
    non ne hai alcun diritto.

    Perché è così buio?

    È buio come buia è la tua anima.

    Qual è il mio crimine?

    Aver vissuto.

    Perché mi fate tutto questo?

    Sei un assassino, un bugiardo.
    Un traditore.

    Così sia, allora.

    No, non è ancora giunta la tua ora.



    ∙ ∙ ∙

    Il velo di oscurità che lo aveva catturato venne squarciato da una luce violenta ed accecante, al punto da sembrare fosse diventato cieco; le narici s’aprirono per la prima volta dopo quella che era sembrata un’infinità di tempo, lasciando che l’aria gli entrasse nei polmoni. Un brivido cominciò a scorrergli lungo tutto il corpo, permettendogli di percepirlo di nuovo. La prima cosa che sentì su di sé fu il dolore: quel processo istantaneo di risvegliò gli provocò dolori lancinanti lungo tutto il corpo; un dolore pungente, atavico e forse mai provato prima di quel momento. Cominciò a contorcersi su sé stesso assumendo la posizione fetale, abbracciandosi tra le sue stesse spalle e chinandosi sulle ginocchia, di lato, stringendo sempre più forte mano a mano che il dolore si faceva pressante; un’agonia che non ricordava e che aveva spezzato finalmente le catene della sua apatia. Gli occhi ancora chiusi, il respiro affannoso per quei suoi polmoni avidi d’ossigeno: da quanto tempo non respirava? Ogni singola sorsata d’aria era un dolore insopportabile, eppure necessario alle sue viscere urlanti; il torace si contorceva ampliandosi ed assottigliandosi allo stesso ritmo con il quale il cuore gli pompava il sangue nelle vene. Anche il suo battito era irregolare: aveva paura, aveva freddo e tutto quanto gli faceva male come se da lungo tempo il corpo fosse stato fermo. Non ricordava, non capiva: tutto era confuso, ma la concentrazione era tutta dedicata al dolore. Immenso e lancinante, continuava ad attraversargli il corpo in fitte pungenti, formicolando lungo tutto i muscoli come a volerli risvegliare da un torpore lungo secoli.

    Poco a poco il dolore cominciò a scemare: si sentiva pesante e spaesato; confuso più che altro da una situazione che gli sfuggiva di mano, incontrollabile dalla sua mente razionale che non faceva altro che porsi domande. La testa cominciò a fargli male per l’insieme dei pensieri che l’affollavano; gli girava al punto che tentennò ancora per un momento prima di riaprire gli occhi e guardare – finalmente, dopo tanto tempo – dove si trovava. Indugiò qualche istante prima di scostare la mano posizionata poc’anzi davanti agli occhi per evitare che la luce potesse ferire i suoi smeraldi, opachi inizialmente, assumendo poi una colorazione più accesa e viva di quanto non fossero mai stati prima. Tremava, sentiva freddo: doveva essere nudo, in balia del clima e dell’ambiente circostante ancora troppo confuso ai suoi occhi; cominciò a strofinare entrambe le mani sulle spalle, cingendole nuovamente, mentre i denti battendo emettevano un rumore sordo decisamente fastidioso. Mano a mano che si sfregava per generare calore, la pelle diveniva sempre più appiccicosa rendendo ancora più arduo quel becero tentativo di riuscire a scaldarsi. Cominciò a storcere anche un po’ il muso, mentre sentiva la bocca impastata ed un retrogusto ferroso che sembrava aver preso possesso delle sue papille gustative, come se avesse del sangue in bocca; sputò di lato più d’una volta per cercare di espellere quella fastidiosa sensazione, ma sembrava tutt’altro che semplice riuscire a disfarsi di quel sapore. Era ridotto ad uno straccio e questo lo sapeva bene, lo percepiva nonostante non riuscisse ancora a dare una risposta di senso compiuto ai molteplici dubbi che gli affollavano la testa. Quando cominciò a rendersi conto di essere in grado di riuscire a vedere, alzò lo sguardo sentendo il cuore alleggerirsi diramando in tutto il corpo un senso di pace e di quiete che nell’immediato riuscirono a calmargli persino il tremore per il freddo pungente che percepiva su di sé. Respirò a pieni polmoni quell’aria sana e salutare, ricordando quanto fosse famigliare tutto quel paesaggio e quegli aromi che raggiungevano le sue narici da troppo tempo ormai dimenticati.

    Sono a casa. ”, disse rasserenato.

    Aveva riconosciuto ogni cosa: la natura fiorente di Kijani Fahari era sempre uno spettacolo mozzafiato, persino per lui che ne era il custode da molto tempo ormai. Rimase affascinato nel riconoscere i suoi possenti alberi, con le grosse radici ben salde nel terreno e vedere i loro rami carichi di foglie e di frutti proprio come li ricordava; tutte le piante e i fiori che era solito ammirare nelle ronde o nelle semplici passeggiate ed i frutti che era solito mangiare con il beneplacito degli spiriti che abitavano il bosco. Ogni cosa era come se la ricordava ed il ricordo dei frutti dolcissimi gli provocò un moto nello stomaco che poteva significare una cosa soltanto: aveva fame. Ma in tutta quella familiarità che Yoe gli aveva lasciato, in tutto quel tripudio di bellezza, profumi e colori nei quali aveva ritrovato la pace qualcosa lo riportò tristemente alla realtà dei fatti: nonostante ogni cosa fosse al suo posto esattamente come se la ricordava, vi era qualcosa di diverso. Impercettibile, ma c’era e di questo non poteva che esserne certo. Il bosco era ancora vivo, lo sentiva dentro di sé ed a sua volta si sentiva parte del bosco, ma c’era qualcosa di assolutamente estraneo che gli faceva storcere il naso, assumendo poi un’espressione corrucciata e preoccupati per le sorti della sua creatura. Si alzò in piedi in preda alla preoccupazione: l’equilibrio era precario ancora, ma abbastanza da riuscire a tenerlo in piedi seppure poggiato ai saldi tronchi del bosco. Doveva vedere con i suoi occhi, non c’era alternativa, ma non era sicuro di riuscirci: si sentiva spossato ed ancora debilitato da quel risveglio forzato; era svuotato, infreddolito e ben lungi dall’essere in grado di fare alcunché nelle condizioni in cui si trovava. Si sforzò cercando di catalizzare le energie residue negli occhi, provocando una parziale malformazione con la quale riuscì a vedere a malapena quanto stava succedendo al suo amato Kijani Fahari: riuscì a vederlo per non più di qualche istante, ma lo spettacolo che si stava presentando ai suoi occhi lo aveva fatto sobbalzare indietro, rischiando persino di farlo cadere. Ogni cosa veniva attraversata da una strana energia, molto simile a quella alla quale era abituato (d’altronde nel bosco confluiva l’energia della sua signora, Yoe), eppure diversa. Ma quando era successo tutto questo? Come aveva potuto essere cieco dinanzi allo stupro del suo bosco? Forse tutto poteva essere legato a quel suo risveglio, ma nel tentativo di ricordare cosa fosse successo la testa cominciò a fargli male in una maniera incredibile.

    AH! ”, esclamò portando entrambe le mani alle tempie e piegandosi sulle ginocchia. “ Che male! ”, continuò cercando di calmare quella valanga di pensieri che affollavano la sua mente, senza peraltro fornirgli alcuna risposta.

    Vedeva frammenti di immagini senza alcun senso, volti che sembravano essere famigliari ma che in quel momento non gli ricordavano nessuno in particolare. Poco a poco però qualcosa sembrò affacciarsi alla sua mente, un ricordo più o meno distinto: la sua partenza dal bosco con un compagno, un essere dall’aspetto di Volpe, per il quale provava un sincero affetto; sentì stringersi il cuore. Non riusciva a vedere il perché della partenza, ma il ricordo lo portò in avanti ancora una volta portandogli alla mente ricordi nuovi, ma per il momento privi del benché minimo significato. Quel che era certo è che era partito, ma non riusciva a ricordare da quanto tempo né per quale motivo. , né perché adesso si trovasse lì nudo in mezzo in quelle condizioni pietose. Tentò di rivolgersi al bosco ed ai suoi spiriti innalzando una preghiera silenziosa, un’ode che Yoe stessa gli aveva insegnato e che adesso – nonostante il momento critico e la memoria ballerina – era riuscito a sciorinare a mente, tra sé e sé, schiudendo leggermente le labbra intonandola quale canzone di rito. Ma dal bosco nessuna risposta, nessun monito: nemmeno una leggera brezza di accoglimento o un sussulto della sua stessa energia vitale entrare in risonanza con quella degli spiriti. Nulla, il silenzio. Non era mai successo che il bosco non rispondesse alle sue suppliche, almeno questo lo ricordava bene: era solito parlare con gli spiriti, intavolare con loro discussioni ed abbandonarsi ad ore ed ore di meditazione in loro compagnia forgiando il proprio spirito e tendendo i suoi sensi come mai era riuscito a fare al di fuori dei suoi domini. Adesso era tutto in silenzio e lui aveva paura. Era rimasto da solo ed un senso di abbandono cominciò a stringergli il cuore ed a provocargli una fitta all’altezza della bocca dello stomaco; non fosse stato per l’albero al quale si stava già reggendo, sarebbe stramazzato al suolo per via della debolezza che lo stava cogliendo. Stava per perdere i sensi, con le gambe che ormai sembravano non sorreggere il suo peso e cominciò a stringersi ancora di più al tronco secolare, abbracciandolo quasi fosse un famigliare. Gli occhi si inumidirono e cominciò a piangere lacrime amare per la sorte della sua creatura: cosa gli avrebbe detto Yoe in quella circostanza? Il sentimento che sentiva provenire dal bosco era di ostilità, come se si sentisse tradito o ferito.

    Era colpa sua? Sicuramente sì.
    Avrebbe potuto fare qualcosa? Sicuramente sì.

    Non posso lasciarti in queste condizioni: una volta non eri così ostile e selvaggio. Almeno non con me, Kijani Fahari. E voi, spiriti che abitate questo bosco: sono consapevole dei miei sbagli. È colpa mia, solo e soltanto colpa mia. ”, esordì come ricordava era solito fare prima. Nonostante la nebbia nella sua mente, il ricordo del bosco era sempre stato ben vivido nella sua mente, così come la sua voglia di tornarvi. “ Non m’importa di quello che mi è successo: non è una giustificazione. Non ho adempiuto ai miei doveri di guardiano, ma vi prometto che farò di tutto per far sì che torniate a vivere serenamente in questo piccolo paradiso. Se non altro lo devo alla mia – e vostra – signora Yoe.

    Diede una pacca al tronco cominciando a riprendere il proprio equilibrio ed i brividi di freddo gli riportarono alla mente il fatto che fosse ancora lì nudo. La prima cosa da fare sarebbe stata quella di tornare alla magione ed indossare degli abiti prima di prendersi un malanno: aveva già sudato a freddo e tutta quell’umidità non faceva certo bene ad un tipo come lui abituato al caldo clima del deserto d’Egitto. Giusto il tempo di orientarsi e capire quale direzione intraprendere per tornare veramente a casa e raccogliere il necessario per capire cosa aveva colpito il bosco. Quella era la sua priorità.


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100%;
    Status Fisico ~ spossato e debilitato, con difficoltà motorie e di equilibrio dovuto al risveglio dalla morte (della quale è ancora inconsapevole).

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ Per quanto riguarda la memoria ho deciso che i suoi ricordi in merito a Kijani Fahari e Yoe siano più o meno completi, mentre per quanto riguarda tutto il resto andremo per frammenti, immagini ecc. Spero di aver reso al meglio il risveglio dalla morte :) Nel prossimo post gli farò avere un'idea del fatto che sia morto e che si sia risvegliato, sempre dietro tue indicazioni :)

    Per quanto riguarda le abilità, ho deciso di fargli usare istintivamente e per un brevissimo istante l'abilità oculare al solo scopo di vedere i flussi differenti di energia e suffragare così la sua ipotesi che il bosco fosse cambiato. Ne ha poi pagato le conseguenze con un mal di testa fortissimo. :)

    Com'è logico che sia, sono sprovvisto di tutto il mio equipaggiamento e non sono ancora in grado di sfruttare pienamente i miei poteri.

    L'edit, infine, è dovuto alle varie modifiche tra le quali l'inserimento dello spoiler :)


    Edited by Amòn - 4/4/2016, 00:46
     
    Top
    .
  3. K e i
     
    .

    User deleted


    Aveva investito tutta la sera precedente in compagnia del suo abaco da tavola, assorbita nella difficile arte del fare i conti, sommersa da scartoffie di tutti i tipi. Quando era stata costreta a cambiare l'olio alla lampada era giunta alla conclusione di essere stata truffata, ed i proventi di quella missione sarebbero bastati a malapena a rimediare, il che la lasciava comunque in rosso per il mese successivo. Aveva terminato gettando all'aria la montagnola di fogli con un gridolino addolorato, immergendo la faccia sul legno scuro della scrivania, premendo la testa sotto la mantella scarlatta con il desiderio ardente di non riemergerne più. Sentiva un sacco la mancanza delle altre. Detestava l'idea di dover abbandonare il vecchio fondo posto sul limite del Bloodrunner, ma prima aveva speso cifre insensate per mantenere l'affitto, ed ora era ridotta sul lastrico per averlo acquistato. Quel pensiero le aveva procurato un sonno inquieto, in cui aveva riposato ben poco, ed ora le procurava un gran mal di testa mentre si faceva largo nella fitta boscaglia dell'Undarm, cercando di star dietro al cagnolino a cui doveva fare da guardia del corpo.

    Si era presentata ai Magister come Red, lo stesso nome che aveva impiegato la prima volta che era salita a Laputa in qualità di esorcista, diverso tempo addietro. Non si era tolta il cappuccio nemmeno al cospetto del signore che le aveva spiegato i termini della missione, ed anche mentre scavalcava le enormi radici che affioravano dal terreno fangoso stava bene attenta a mantenere in ombra i lineamenti da ragazzina, come se provasse pudore a mostrare il viso. L'aria si era fatta troppo umida, iniziava a darle fastidio. Aveva fatto appena quattro passi, eppure aveva già la fronte madida di sudore, ed era molto più stanca di quanto avrebbe dovuto. La nottataccia ed i pensieri cupi erano parte del problema, ma la verità era che l'Undarm era un postaccio. Un luogo molto più brutto di quanto le avevano detto, e più avanzavano e più sembrava di essere in un acquitrino. Forse c'era un corso d'acqua nelle vicinanze...?
    Guardò la bussola con aria affranta. L'ago tremolava leggermente, ma la direzione sembrava giusta. Non riusciva però a sentirsi rassicurata, avrebbe preferito un sentiero da seguire oppure dei punti di riferimento più solidi di uno strumento come quello. Tanto più che le avevano sempre insegnato a non fidarsi mai delle bussole, specie quelle magiche. Il maelstrom tende a far impazzire oggetti che si basano su forze magnetiche, e la magia può portare molti più danni che benefici a chi non è in grado di comprenderla. Certo, a tal proposito, avendo a che fare con un cagnolino parlante...

    "Ah-ehm..."
    Era la prima volta che tentava di instaurare un dialogo con il suo eccentrico compagno di viaggio.
    E... effettivamente si sentiva un po' a disagio a parlare con un cane.
    "Dunque... è una bella giornata, non trova?"

    Oddio, la frase risultò terribilmente brutta e inappropriata perfino a lei stessa. In realtà voleva chiedergli qualcosa di più sulla bussola, ma nell'istante in cui aveva aperto bocca aveva finito col dimenticare le parole giuste. Inoltre, parlare ad un cane aspettandosi che questi risponda pure, si era rivelata un'esperienza alquanto disturbante...

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Now with 200% more old lady

    Group
    Staffer
    Posts
    8,382
    Location
    Bergamo

    Status
    Anonymous

    Quarto giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
    Undarm, Presidio Occidentale.

    Una convocazione a due passaggi -prima gli Aviatori, poi il Magisterium- ancora mi mancava. A dispetto delle aspettative createsi con la lettera ricevuta poco tempo fa, non sembrerebbe trattarsi però di un nuovo progetto di esplorazione del Naos. Piuttosto, a quanto ho capito sono stato selezionato per indagare su una potenzialmente pericolosa esplosione di energia magica a... Undarm, nel Presidio Occidentale. Ricordo di esserci stato una volta, un po' di tempo fa, per il Festival dell'Arcobaleno.
    Ad offrire un braccio armato e prensile vi è una ragazzina sui vent'anni a dire tanto il cui nome è, se non ho sentito male, Red. È lei ad avere in mano la bussola magica; io ho invece il Frammento di AI legato al collo (e mascherato da targhetta), e il ricevitore che ho usato la scorsa volta per comunicare con Simion nel Naos. Non so quanto possa funzionare qui ma, nel caso potesse servire, un tentativo non nuoce.
    Cappuccetto Rosso è silenziosa; non ha spiccicato parola per pressapoco l'intera durata del viaggio. Io nemmeno, in realtà, concentrato prima ad allontanarmi da Klemvor senza fare allarmare nessuno, e ora a districarmi nell'infame sottobosco del Kijani Fahari. È a dir poco spossante, per un anziano cane di città, quando non si sta seguendo neppure un sentiero. Troppo fango, troppe radici cui passare sotto oppure sopra, i rovi da evitare e chi più ne ha più ne metta.
    "Dunque... è una bella giornata, non trova?"
    Inaspettatamente, è lei a rompere il silenzio.
    « Oh, non prendiamoci in giro. » borbotto stancamente. Non penso ci creda nemmeno lei. « Piuttosto, ragazza, avrei qualche domanda, già che non siamo disturbati da nessuno. La prima è: sei già stata qui prima d'ora e conosci la zona? Le altre due sarebbero ricordarmi cosa sei in grado di fare e cosa, più o meno, tu abbia saputo di me. Tanto per non essere ridondanti qualora ti servisse sapere altro. »
    Annuso l'aria, in cerca di una qualsiasi anomalia. Non penso di essere in grado di annusare la magia stessa, ma quantomeno ciò che potrebbe esserne stato influenzato dopo tutto l'ambaradan dell'esplosione. Confido, comunque, nell'attenzione di lei a tenere d'occhio la bussola.

     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Impeto e tempesta

    Group
    Member
    Posts
    1,057

    Status
    Anonymous

    Quarto giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
    Undarm, Presidio Occidentale.

    POV: Gaspode, Kei.

    "Dunque... è una bella giornata, non trova?"
    « Oh, non prendiamoci in giro. Piuttosto, ragazza, avrei qualche domanda, già che non siamo disturbati da nessuno. La prima è: sei già stata qui prima d'ora e conosci la zona? Le altre due sarebbero ricordarmi cosa sei in grado di fare e cosa, più o meno, tu abbia saputo di me. Tanto per non essere ridondanti qualora ti servisse sapere altro. »

    La mutua conoscenza era un argomento alquanto importante per due compagni di squadra, essenziale alla riuscita di qualunque impresa si fossero posti; per questo sia Gaspode che Red avrebbero fatto bene nell'approfondire quel rapporto, anche perché non potevano sapere cosa li avrebbe attesi alla fine di quel viaggio.
    Si dice tuttavia che le sorprese -per definizione- non siano mai quelle che ci si aspetta. Fu così che, mentre la bussola ricevuta dai Magister continuava a non dare segni di vita, i due avventurieri sarebbero presto stati interrotti da un rumore fra la bassa vegetazione costituita da intricati cespugli e curiose piante dai colori sgargianti.
    Qualcosa si muoveva aldilà della parete verdeggiante, ma non sembrava particolarmente rumoroso. Movimenti lenti, piuttosto, che potevano ipotizzare la presenza di una qualche creaturina esattamente come quella di un grande predatore, pronto a scattare sulle ignare vittime. Oltretutto... erano pur sempre in una foresta: quali bestie potevano nascondersi al suo interno e farne da padrone?
    Che fosse stato invece un miraggio, sintomo dell'autosuggestione?


    POV: Amon.

    “ Non posso lasciarti in queste condizioni: una volta non eri così ostile e selvaggio. Almeno non con me, Kijani Fahari. E voi, spiriti che abitate questo bosco: sono consapevole dei miei sbagli. È colpa mia, solo e soltanto colpa mia.
    Non m’importa di quello che mi è successo: non è una giustificazione. Non ho adempiuto ai miei doveri di guardiano, ma vi prometto che farò di tutto per far sì che torniate a vivere serenamente in questo piccolo paradiso. Se non altro lo devo alla mia – e vostra – signora Yoe. ”


    Carezzato un tronco e riacquistando l'equilibrio, il guardiano si riscoprì novello Adamo nel suo giardino dell'Eden: consapevole tuttavia del Peccato che già gli gravava nel petto, il suo primo pensiero fu quello di coprirsi. Gli ci sarebbe voluto davvero poco per ritrovare l'orientamento e, preso da un rinnovato vigore di corpo e spirito, passo dopo passo si sarebbe diretto alla reggia abbandonata.
    Eppure qualcosa non andava, come la ragione per cui era nudo e steso sul fango al suo risveglio; dei rumori alieni lo stavano raggiungendo, uno strano movimento fra la vegetazione. Che qualcuno lo stesse seguendo? Per quale ragione? Qualora avesse scrutato verso gli inseguitori, avrebbe percepito due matasse energetiche discretamente potenti, molto ostiche da sconfiggere in quel momento e nello stato in cui versava.
    Che riguardasse qualcosa con il suo insolito risveglio?

    Turno 2


    Piccolo post abbastanza rapido. Dato che non tutti hanno inserito le passive, è possibile scrivere in bacheca i propri auspex. Vi risponderò con dei dettagli aggiuntivi che potrete aggiungere nel vostro prossimo intervento.

    Se non avete altro da dire in bacheca, al prossimo post ricordate di non essere autoconclusivi.

    Scadenza: 17 Aprile, ore 23:59.



    Edited by Drusilia Galanodel - 9/4/2016, 22:09
     
    Top
    .
  6. K e i
     
    .

    User deleted


    Le avevano dato della pazza in un sacco di occasioni, ma era la prima volta che si sentiva veramente tale. Insomma: parlare con un cane va anche bene, ma quando questi ti risponde e ti rimprovera pure inizi a sospettare di non avere una presa sulla realtà ben salda.
    "Ecco..."
    Rispose in tono confuso, toccando gli indici delle mani l'uno con l'altro mentre tentava di mettere insieme un discorso che non sembrasse troppo scemo. La verità è che non aveva idea di come comportarsi: il cagnolino parlava come un vecchietto, però ai suoi occhi sembrava un cucciolotto un po' malconcio, inoltre tecnicamente era da considerarsi un suo superiore ma tuttavia doveva abbassare il mento per guardarlo. Era difficile attribuirgli una qualche aura di importanza, e a dire il vero l'unica cosa che riusciva a pensare fissandolo era che gli avrebbe fatto bene fare un bagnetto con tanto shampoo di quelli molto profumati. Il problema era che dirlo ad alta voce suonava scortese, e l'ultima cosa che voleva era farsi odiare dal suo capo al primo giorno di lavoro.

    "Io sarei, dunque, direi che dovrei definirmi un'esorcista, penso. Sono stata addestrata in accademia, poi da quando sono in agenzia ho epurato delle creature che rientrano nella categoria dei loup garou, proprio a Laputa ho avuto a che fare con un nosferatu a cui non ho saputo attribuire una classe ben precisa, poi ero presente durante la faccenda di quel grosso, grosso drago apparso nel Pentauron, e... ehm, altre cose più piccole, ecco."
    Arrossì, da sotto il cappuccio. Era un bene che il viso fosse in ombra, pareva un po' sciocco sentirsi in colpa per aver dato una risposta così indiretta ad una domanda che di indiretto aveva davvero poco. "So dare la caccia a mostri grandi e piccoli", più o meno quello intendeva dire, ma si era sentita in dovere di esporre anche una parte del suo curriculum vitae onde non finire con l'essere considerata una ragazzina inesperta come al solito.
    "Per il resto, ecco, in realtà non mi hanno detto niente, di lei..."
    Guardò ancora la bussola, in un riflesso automatico. Proprio allora un suono anomalo la mise in allarme, ma lei non si irrigidì, anzi rimase rilassata limitandosi ad alzare gli occhi verso la zona di sottobosco da cui proveniva quel movimento sospetto, la mano rimasta al di sotto della mantellina scarlatta che aveva già fatto saltare la sicura di Crescent Rose con un sottile "clack" metallico a malapena udibile.
    "Lei per caso avrebbe problemi qualora mi trovassi costretta ad epurare un altro animale o... un canide suo consimile?"
    Chiedere era una buona idea. Uccidere un orso o una lupo perché potenziali minacce genericamente non è considerato un male, ma quando si ha a che fare con un cagnolino si rischia di urtare la sensibilità altrui. Ed in quel momento Red era preoccupata: riteneva che generici animali feroci non fossero un reale pericolo alla sua incolumità, però fiere di grossa taglia potevano fare uno spuntino del suo protetto, e la cosa andava contro i termini della missione. E lei ci teneva davvero tanto, a quella particolare missione...

     
    Top
    .
  7.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    black s c o r p i o

    Group
    Member
    Posts
    1,252

    Status
    Offline
    L’aria di casa e l’ambiente famigliare gli consentirono di orientarsi qualche attimo più tardi, riscoprendo ricordi che sembravano essere perduti. Le immagini, quelle del bosco, scorrevano vivide nella sua testa, ripercorrendo intere ronde in quel di Kijani Fahari anche in quel tratto di bosco. A pensarci bene non era mai stato così difficile e la magione di Yoe non era molto lontana dal punto in cui si trovava: sarebbe bastato affilare un passo dietro l’altro, anche se non sarebbe stato proprio così semplice. Si sentiva goffo e pesante, il fiatone ed i muscoli che cominciavano a fargli male; il risveglio era stato piuttosto traumatico e la voglia di ricordare non faceva altro che peggiorare una situazione che già era partita male. La testa continuava a far male, ma il pensiero di capire cosa fosse successo al bosco era più grande rendendolo in grado di abbozzare, stringere i denti e cominciare a muovere i primi passi. Prima di riuscire effettivamente a distaccarsi impiegò qualche secondo, ad intermittenza, rimbalzando quasi sulla sua superficie fino a riuscire a reggersi in piedi autonomamente, allargando le braccio e piegando leggermente le gambe per riuscire a trovare l’equilibrio sino a quel momento precario.

    « In che stato pietoso sei costretto, eh? », pensò rivolgendosi a sé stesso. « Se solo non ci foste voi a sorreggermi… persino dopo che vi ho abbandonato… », continuò autocommiserandosi, ringraziando il bosco per il sostegno che nonostante tutto quanto era successo gli stava concedendo.

    Molte domande ancora restavano senza risposte e, tra le altre, alcune con prepotenza continuavano ad arrogarsi il diritto di rimbombargli nella testa: ‘ perché sono nudo? ’, ‘ perché mi sono risvegliato in mezzo al fango, nel bosco? ’, ‘ perché non ricordo nulla? ’ e tanti altri quesiti che sarebbero rimasti senza alcuna risposta. Nella sua mente rimbombava però ancora una risposta: ‘ non ti è dato domandare, non ne hai alcun diritto ’, detto da chissà chi in risposta ad una delle sue domande. Evidentemente il suo peccato doveva essere così grande da giustificare tutto quell’accanimento, quella cattiveria che stava subendo prima, durante e dopo il suo risveglio. Un paio di respiri profondi, cercando di svuotare la mente da tutti quei beceri pensieri che non facevano altro che dargli dolore, frenando la sua attuale ambizione. Neanche il tempo di muovere il primo passo che alcuni rumori – dapprima ovattati, poi più forti – nella fitta vegetazione raggiunsero le sue orecchie, provocandogli un moto di stizza; il cuore cominciò a battere forte, mentre l’intero corpo cominciò a tremare. No, non era freddo: era paura; paura come mai ne aveva provata prima di quel momento. Nudo, infreddolito e debole tanto quanto un bambino: quali speranze avrebbe potuto avere anche contro una belva feroce? Ah, quanto in basso si era spinto: da sé stesso si stava rendendo conto che stava raschiando il fondo del barile. Era diventato l’ombra di sé stesso.

    « Un piccolo rumore e subito tremo. Senza armi, senza forze e nudo come un verme: quale destino mi attende? », si disse provando a guardare dove aveva sentito il rumore. « Non ho abbastanza forze per scappare: se solo riuscissi ad arrivare alla magione… » continuò, nel misero tentativo di trovare giustificazioni a quel suo stato di impotenza. « Se solo avessi indietro la mia forza! »

    Ma anche sforzandosi non vedeva nulla, se non la vegetazione smossa dalla brezza. In quel contesto non sapere e non vedere poteva essere molto pericoloso e lui lo sapeva bene; se considerava poi che il bosco gli era ostile in quel momento, la cosa avrebbe potuto portarlo persino alla morte. Ancora. Ma le risorse di un uomo in un momento di pericolo, dove la consapevolezza della morte è una costante e non più una variabile, sono pressoché illimitate e questo lo aveva sperimentato su di sé più di una volta: si trattava però di una forza incontrollata, così come l’eventualità che i sensi potessero affinarsi per riuscire a fiutare il pericolo per la sua stessa incolumità. Inconsciamente gli occhi mutarono ancora una volta, irradiandosi d’energia e portando nuovamente Amon a vedere ancora una volta la fitta trama energetica del bosco, nella quale – sulle altre – erano due ammassi energetici a sovrastare, a rendersi più visibili di quanto lo stava circondando e che presumibilmente dovevano essere la causa dei rumori che avevano raggiunto le sue orecchie. Un brivido gli corse veloce lungo la schiena, prima di piegarsi nuovamente su sé stesso per i lancinanti dolori agli occhi, sui quali aveva posto le mani e piegato la testa in avanti cercando riparo sul suo stesso corpo. Era come se stesse risvegliando quei poteri per la prima volta, un po’ come se fosse tornato indietro nel tempo quando era ancora un apprendista dell’Ordine dello Scorpione Nero dedito ad apprenderne le arti. Si lasciò sfuggire un rantolo di dolore, cercando di riacchiapparlo quanto prima possibile ed evitare così di essere scoperto a sua volta. Gattonando si sarebbe nascosto dietro ad una delle grandi querce che fino a quel momento gli avevano offerto il sostegno necessario a non cadere, poggiando la schiena contro di esso una volta aggirato e cercando di riacquistare il controllo di sé e delle sue emozioni. Solo quando sarebbe stato abbastanza sicuro di non essere seguito o non essere l’obiettivo di quelle creature si sarebbe riavviato nuovamente verso la magione. Non poteva perdere la vita in un momento delicato come quello: ne sarebbe andata dell’incolumità di Kijani Fahari – ed anche della sua.


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100%;
    Status Fisico ~ spossato e debilitato, con difficoltà motorie e di equilibrio dovuto al risveglio dalla morte (della quale è ancora inconsapevole).

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ Altro uso fortuito dell'abilità oculare e tante paturnie mentali :)

    In soldoni, comunque, mi nascondo dietro una grossa quercia nella speranza di non essere individuato. :)
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Now with 200% more old lady

    Group
    Staffer
    Posts
    8,382
    Location
    Bergamo

    Status
    Anonymous

    Quindi la mia compagna di avventura del giorno è un'esorcista. Addestrata nell'accademia di vattelapesca e arruolata nell'agenzia che l'ha portata fino a qui. Non ho la più pallida idea di cosa possa essere un loup garou, ma sui nosferatu ricordo che fosse uscito un film, mi sembra nel '29, che parlava per l'appunto di un vampiro di nome Nosferatu.
    Anche senza averlo mai visto, ricordo più o meno distintamente quanto fosse stato sulla bocca di tutti per diverse settimane.
    Infine quella vicenda del drago divora-mondi. Tutti avvenimenti risalenti a prima del mio arrivo su Endlos. Il succo, ad ogni modo e se non ho male interpretato, è che Cappuccetto Rosso sa menare le mani quanto dovrebbe bastare. In tutto ciò non ho ben capito dove si incastri di preciso la parte dell'esorcismo, ma va bene lo stesso così.
    "Per il resto, ecco, in realtà non mi hanno detto niente, di lei..."
    Ottimo, perché se l'avessero fatto avrei cominciato abbastanza a preoccuparmi. Faccio per risponderle, ma vengo interrotto da un fruscio improvviso nella vegetazione. Cerco di distinguere la fonte esatta di questo rumore, ma è soprattutto il naso ad essere in allerta. L'odore è perlopiù quello della foresta, ma stavolta c'è anche una sorta di... nota caratterizzante, direi. Mi ricorda quell'odore che sento sempre al Magisterium, il quale tuttavia non sono mai stato in grado di interpretare chiaramente.
    Ma se è appunto il Magisterium di cui stiamo parlando, posso almeno azzardare l'ipotesi che la magia c'entri in qualche modo qualcosa. In che modo, però, non mi è dato sapere.
    Le orecchie si alzano al "clack" che proviene da... Okay, è Red.
    "Lei per caso avrebbe problemi qualora mi trovassi costretta ad epurare un altro animale o... un canide suo consimile?"
    « Affatto. Vediamo giusto di evitare morti non necessarie, di chiunque esse siano. »
    Ancora una volta, non posso che domandarmi perché, di grazia, dovrebbe fregarcene qualcosa se un altro animale viene ucciso. Più spesso che no, siamo noi stessi ad ammazzarne, vuoi per cibo, vuoi per questioni territoriali o qualsiasi altra benedettissima ragione. Anche se apprezzo la premura nel caso si possa trattare di altri cani: non cambia assolutamente niente, ma è pur vero che il mondo è pieno di umani i quali a loro volta non apprezzerebbero molto il pensiero di dover vedere un altro di loro venire abbattuto.
    « Piuttosto, avverto anche un odore anomalo; sembra quello del Magisterium. Avanziamo con cautela ed indaghiamo, potremmo trovare qualcosa di interessante oppure no. »
    Qualunque cosa essa sia, ancora non vi avverto nulla di pericoloso. Muovendomi con passi misurati, facendo attenzione a dove metto le zampe e guardandomi attorno circospetto, mi sposto alla ricerca di quel qualcosa; assicurandomi nel frattempo che Red mi segua.
    « Mi chiamo Gaspode, comunque, e me la cavo con una manciata di trucchetti di supporto, ma poco altro. »

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Impeto e tempesta

    Group
    Member
    Posts
    1,057

    Status
    Anonymous

    Quarto giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
    Undarm, Presidio Occidentale.

    POV: Gaspode, Kei.

    "Lei per caso avrebbe problemi qualora mi trovassi costretta ad epurare un altro animale o... un canide suo consimile?"

    Nonostante la situazione -soli in un bosco dalla natura non sempre benigna, poco pratici di spazi e punti di riferimento in quanto stranieri- potesse di fatto generare una certa inquietudine ad esploratori casuali, la piccola Red fu abbastanza capace di mantenere un certo controllo, limitandosi ad aver premura dei sentimenti del compagno in caso di ipotetici scontri.

    « Affatto. Vediamo giusto di evitare morti non necessarie, di chiunque esse siano. Piuttosto, avverto anche un odore anomalo; sembra quello del Magisterium. Avanziamo con cautela ed indaghiamo, potremmo trovare qualcosa di interessante oppure no. »

    Lo stesso accadde per Gaspode, già abituato a muoversi in ambienti sconosciuti e potenzialmente molto ostili. Concentrandosi sugli odori, inoltre, ebbe modo di scoprire qualcosa davvero molto importante che, sempre in caso di una collisione, sarebbe potuto tornar loro utile: la magia. Cosa poteva esser magico in una foresta? Logicamente avrebbero potuto pensare all'esplosione energetica per cui erano stati chiamati ed arruolati dal Magisterium ma, controllando la bussola, non avrebbero ancora trovato traccia di quel particolare incantesimo che Dan aveva percepito.

    Poi, improvvisamente, altri rumori: qualunque cosa fosse nascosto dietro le fronde, si sarebbe allontanato. Che fosse semplicemente spaventato? Oppure era l'esca di una qualche trappola? Sta di fatto che il fiuto dell'aviatore non avrebbe mentito nè fatto cilecca: la presenza estranea trasudante magia si era fermata di nuovo poco più distante, oltre delle sterpaglie e due grossi alberi. Il fiuto e nemmeno l'udito: prima di allontanarsi aveva emesso un rantolo appena percettibile.
    Nessun'altra informazione a parte quel bizzarro comportamento.
    A quel punto non rimaneva che decidere cosa fare.



    POV: Amon.

    « Un piccolo rumore e subito tremo. Senza armi, senza forze e nudo come un verme: quale destino mi attende? Non ho abbastanza forze per scappare: se solo riuscissi ad arrivare alla magione… Se solo avessi indietro la mia forza! »

    Nascosto dietro una quercia, il novello Adamo rimase in attesa, forse tormentato da mille domande e distrutto dalla sua stessa autocommiserazione. Aspettava che quegli esseri -qualunque cosa fossero- se ne andassero via. Non era forte, non in quel momento, più simile ad un infante spaventato che ad un uomo tutto d'un pezzo; fuggire era certamente cosa saggia per il benessere personale, ma a quel punto cosa sarebbe stato meglio per il bosco? Dopotutto, potevano essere passanti come anche predoni e ladri: anche lasciando in disparte la possibilità che in assenza di Yoe avessero costruito rifugi in quel luogo sacro, il palazzo della bella signora era comunque ricolmo di opere d'arte e natura ambite da collezionisti ed erboristi; nulla escludeva quindi che qualcuno si fosse avventurato in quei territori abbandonati per appropriarsene. Concentrandosi sui suoni in lontananza, comunque, Amon sarebbe riuscito a scorgere frammenti della conversazione. I due -probabilmente un uomo e una donna- parlavano di epurazioni e supporti. Parlavano di morte. Nulla di rassicurante, in ogni caso.

    Nonostante il suo ruolo di guardiano, probabilmente elevato da Amon stesso a pura vocazione, restava comunque la consapevolezza di essere disarmato e nudo come un verme: guardandosi attorno nella speranza di un miracolo, gli occhi del moro si sarebbero posati su un albero di fico particolarmente rigoglioso, immediatamente prossimo a quello dietro cui si era nascosto. Le foglie erano molto grandi e, a mali estremi, sarebbero riuscite certamente a coprire le sue vergogne.

    Alle radici erano presenti anche dei rami spezzati: nulla di vagamente simile al suo armamentario ma, data la situazione, potevano benissimo essere adattati a semplicissimi bastoni.

    A quel punto avrebbe dovuto prendere la sua decisione.

    Turno 3


    Chiedo perdonissimo per il ritardo ma sono stata male di salute e non riuscivo a stare al pc ç___ç
    Comunque ora sto meglio ma vi ho comunque dato una scadenza comoda perchè ho un fottiglione di post da recuperare in giro, quindi yeeeeee! Più comodità per tutti! =D

    Amon: se (fra le varie decisioni che ho contemplato) decidi di attendere ancora, avvisa in bacheca e ti darò delle istruzioni.

    Scadenza: 7 Maggio, ore 23:59.

     
    Top
    .
  10. K e i
     
    .

    User deleted


    "L'odore del Magisterum?"
    Beh, sicuramente doveva significare qualcosa, e magari anche qualcosa di rilevante. Ma anche sforzandosi Kei non riusciva a collegare alcunché, quindi fece spallucce e decise di indagare.
    "Allora vediamo di che si tratta..."
    Rimosse Crescent Rose dal suo alloggio, rivelandola da sotto la mantella scarlatta. Si piegò, pronta a scattare, poi con un rombo provocato dallo scoppio di un proiettile balzò in avanti, sfruttando la tremenda spinta repulsiva dell'arma per ottenere ulteriore spinta e coprire in un istante la distanza che la separava dal bersaglio. Con una manovra irruenta e giusto un po' avventata, gli avrebbe tagliato la strada bloccando la ritirata in una direzione direttamente opposta a quella del Gaspode, idealmente posizionandosi alle sue spalle, affatto preoccupata della potenziale pericolosità della misteriosa presenza...


    Fill a Dream: Balzi di molti metri, schivate repentine oppure fulminei scatti che puntualmente portano l'esorcista appena un soffio fuori dal raggio degli attacchi avversari, manovre acrobatiche durante le quali l'esorcista sembra quasi sparire per riapparire a metri di distanza, sempre accompagnata in ogni volteggio dall'immancabile rombo di un colpo di proiettile. Questa è Kei, la cui unica difesa è fatta di manovre evasive tanto complesse ed eleganti in apparenza quanto gravose per il suo fisico e dipendenti dalla sua arma nella realtà dei fatti. Tecnica di movimento istantaneo utilizzabile anche a scopo difensivo a Consumo Basso.

    Energia: 95%
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Now with 200% more old lady

    Group
    Staffer
    Posts
    8,382
    Location
    Bergamo

    Status
    Anonymous
    Non ho la più pallida idea del funzionamento meccanismi che ci girano attorno, ma il mio cervello sta interpretando i dati raccolti dalle mie narici come una sola cosa: magia.
    Qualunque cosa stia succedendo, siamo ai limiti della sinestesia.
    Forse un altro regalino da Jankburg che non avevo ancora risvegliato, oppure è solo un effetto collaterale di ciò che è appena accaduto qui. Ad ogni modo, ciò dovrebbe significare che siamo sulla strada giusta.
    "L'odore del Magisterum?"
    « Già. Mi pare l'odore della magia, a volerla dir tutta. »
    Facciamo magari che non sto a spiegarti come possa esserne certo e come caspita funzioni il tutto.
    La bussola sta dando segnali di qualche tipo, per caso? Non lo so, perché prima di poter riuscire a chiederlo a Red, questa è già balzata all'inseguimento della presenza tra i cespugli che, nel frattempo, si sta allontanando da noi.
    Quella ragazzina intanto ha davvero sparato con quella roba per darsi lo slancio necessario? Lo scoppio è rumoroso abbastanza che qualunque pretesa di discrezione andrà, per il momento, abbastanza a puttane. Pace. Sta a vedere che qualunque cosa fosse, si era già accorta di noi in ogni caso.
    Sta a vedere che ho appena cacciato Red e me stesso in un bel pasticcio.
    Mi accingo a seguire la ragazza di corsa, per quanto la mia età me lo permetta (oh, se solo fossi la metà del cane di un tempo).
    A voler essere ottimisti, potremmo ottenere il primo sentore di un risultato concreto della giornata. Intanto, starò attento a dove appoggio le zampe e a tenere un minimo di distanza di sicurezza da qualunque cosa troverò fra poco.

    GaspodeStato fisico: Perfetto.
    Stato mentale: Perfetto.
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, olfatto sviluppato, immunità alle malattie, percezione pericoli, mindfuck-alert, telecinesi.
    Scenici: Daltonismo, eterna vecchiaia, conoscenza del linguaggio umano e canide, nuvola di malattie attorno alla sua persona.
    Equipaggiamento: Frammento di AI
     
    Top
    .
  12.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    black s c o r p i o

    Group
    Member
    Posts
    1,252

    Status
    Offline
    « Calmo: devo stare calmo. », pensò cercando di riprendere il controllo di sé « Agitarmi così non porterà a nulla se non altri guai. Devo riprendere il controllo di me stesso. »

    La situazione, in effetti, non era così rosea come sarebbe potuta sembrare dall’esterno: in altre condizioni sarebbe stato tutto molto più semplice, gli sarebbe bastato ergersi dinanzi a loro in tutta la sua imponenza, manifestare il ‘ Respiro Divino ’ e dar loro una scelta. Vivere o morire. Non aveva importanza chi avesse davanti: uomini o bestie non avrebbe fatto alcuna differenza. Questa scelta però adesso toccava a lui: ‘ vivere o morire ’, senza alcuna possibilità di sottrarsi all’arcano, incatenato com’era all’ombra di sé stesso, impaurito e debole alla stregua di un bambino. Persino quand’era fanciulla aveva avuto più coraggio nell’affrontare gli accoliti dello Scorpione Nero, in quella che poteva definirsi l’inizio della sua tragedia: l’arruolamento. Persino quel giorno, con quel suo corpicino debole era riuscito a fare la differenza, a smuovere gli animi degli scorpioni per far sì che lo portassero con loro. E mentre l’istinto lo spronava a battere in ritirata, a scappare con qualsiasi mezzo, in qualsiasi direzione sfruttando le sue conoscenze del bosco, la ragione gli intimava di star fermo, ricordandogli il sacro vincolo che lo legava a quel luogo. Aveva promesso, aveva giurato di proteggere quel luogo con la sua stessa vita. Il suo cuore ebbe un sussulto nel rimembrare le parole di quel giorno.

    « Ti sto forse tradendo di nuovo, Kijani Fahari? » disse rimproverandosi « Sto forse fuggendo di nuovo dalle mie responsabilità di guardiano? Sono così pavido da pensare alla mia vita innanzitutto. Quanti ti hanno profanato mio vecchio amico? Quanti hanno provato durante la mia assenza ad assalirti e privarti dei tuoi innumerevoli tesori? Dimmelo, amico caro. Dimmelo. » proseguì carezzando il tronco sul quale era adagiato, nascosto alla vista di coloro i quali si erano avventurati nel suo bosco.

    Cercò di concentrare i propri sforzi per captare suoni, indizi e quant’altro potesse essere utile alla sua azione (statica o dinamica che fosse), riuscendo a percepire – seppure flebilmente – una conversazione provenire dalle due creature che a questo punto poteva considerare senzienti, se non umanoidi: morte ed epurazione, neanche fosse tornato indietro nel tempo ed ascoltare le fandonie razziste del vecchio governo dell’Ovest. Per quanto fosse ben conscio di non essere riuscito ad ascoltare tutto per filo e per segno, riuscendo a captare al più qualche parola al più, quanto aveva sentito non era per nulla rassicurante e lui non era ancora nella condizione più adatta per riuscire a combattere. Ma dopo aver sentito quei labili concetti, non poteva andarsene: doveva scoprire di più, doveva restare per cercare di capire l’entità del pericolo che Kijani Fahari – già indispettito di suo – stava correndo per cercare di prevenirlo anche in quello stato pietoso in cui si trovava. Nudo ed abbandonato in mezzo alla terra, privo di qualsivoglia arma o arnese che potesse lontanamente somigliare ad una spada, un pugnale o ad un coltello da lancio. L’avessero visto i suoi ex compagni gli avrebbero riso in faccia per quanto era ridicolo e tristemente impaurito in quel suo guscio di carne ed ossa, un verme che non aveva neanche il diritto di qualificarsi come uomo. Figurarsi come guerriero, poi.

    Cominciò a guardarsi intorno, frenetico, nella speranza di trovare qualcosa – qualsiasi cosa – potesse essergli utile allo scopo: non era pronto per combattere, ma di certo avrebbe venduto cara la pelle; di questo la sua ragione ne era più che certa, ma altrettanto non poteva dirsi del suo spirito o del suo stesso corpo che tremava incerto, incespicando nella terra. Aveva freddo, ma non poteva pensare a coprirsi: la priorità adesso era cercare anche solo ramo, un qualcosa che lontanamente somigliasse ad un bastone da poter utilizzare come arma impropria in caso di bisogno; non si sentiva in forze e non era ancora capace di stare in piedi da solo: il corpo tremava ancora più intensamente di prima e ciò non era certamente dovuto al clima, bensì alla paura che provava in quel momento. L’istinto della bestia, dell’assassino gli gridava a gran voce di scappare, di fuggire una volta di più e non solo per paura, ma per spirito di autoconservazione e di preservazione di sé: ritrovata la strada di casa, ritrovati gli affetti e le mura famigliari tutto sarebbe stato diverso ed avrebbe potuto scaldarsi al sicuro, riparato in quelle mura che conosceva e che tanto gli mancavano. E se qualcuno si fosse spinto sino al centro del suo regno, deturpando la casa della sua signora? Il pensiero lo folgorò all’istante, provocandogli un brivido freddo lungo tutta la schiena – molto più intenso del freddo pungente che lo aveva ormai stretto nella sua morsa; cominciò persino a sudare a freddo pensando alle deturpazioni che la stessa avrebbe potuto subire in sua assenza. No, non poteva scappare anche quella volta, non poteva assentarsi pure in quella circostanza: il bosco aveva bisogno di lui e non avrebbe mancato quella chiamata.

    L’occhio si posò innanzitutto su di un albero dalle foglie grandi, che sarebbe stato utile allo scopo di coprire le sue vergogne e magari conferirgli un ritrovato decoro; d’altro canto però aveva già sentito rumori ben poco rassicuranti, pertanto esporsi per prendere un paio di foglie di quelle per coprirsi non rientrava esattamente tra le sue priorità. Piuttosto, proprio in prossimità delle sue radici, vi erano un paio di rami spezzati che sarebbero serviti come armi improprie nell’eventualità che l’avessero attaccato. Nulla di paragonabile al suo armamentario perduto, ma abbastanza da riuscire a prendere tempo. Gattonando – quasi strisciando – si allungò per prenderli entrambi, stringendoli con entrambe le mani saldamente una volta tornato con la schiena poggiata contro il tronco più grande, in modo da restare nascosto e provare a farla franca. La preoccupazione e l’ansia aumentarono nel momento in cui sentì un rombo, un rumore fortissimo che gli gelarono il sangue. Dalla fronte cominciò a sudare a freddo, mentre le braccia cominciarono a tremare visibilmente con la presa sui bastoni che si faceva sempre più forte e salda.

    Si erano forse avvicinati?


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100%;
    Status Fisico ~ spossato e debilitato, con difficoltà motorie e di equilibrio dovuto al risveglio dalla morte (della quale è ancora inconsapevole).

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ Prendo i bastoni e resto nascosto impaurito ed ansioso. :)
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Impeto e tempesta

    Group
    Member
    Posts
    1,057

    Status
    Anonymous

    Quarto giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
    Undarm, Presidio Occidentale.


    "L'odore del Magisterum?"
    « Già. Mi pare l'odore della magia, a volerla dir tutta. »

    Data la situazione atipica, in effetti sarebbe stato difficile anche per un esperto comprendere la ragione di quell'odore, l'origine e l'utilità stessa. Ciò nonostante era comunque un bene porsi delle domande: anche se prive di risposte li avrebbero comunque aiutati a mantenere alta la guardia che, in situazioni simile, non era mai un'idea da scartare.

    "Allora vediamo di che si tratta..."

    Impugnata Crescent Rose, la piccola fanciullina in rosso si piegò leggermente sulle ginocchia. Fu un rombo di potenza inaudita a rompere il silenzio in quella foresta sacra e ad annunciare il suo improvviso spostamento. Con violenza del tutto aliena alla sua apparenza di preda -ironicamente simile a Cappuccetto Rosso- avrebbe tagliato la strada al probabile lupo in attesa con l'intento di impedirgli la ritirata.
    Fu allora che lo vide.

    Aveva i capelli lunghi portati sciolti, una distesa corvina e ribelle. Il volto giovane -probabilmente di un ragazzo sui venticinque anni d'età- mostrava lineamenti delicati e privi di cicatrici. Gli occhi erano verdi come le foglie dell'Eden in cui erano immersi, il naso piccolo e sottile, gli zigomi poco pronunciati... esattamente come il mento. La bocca sottile era chiusa, sigillata, forse a voler celare mille parole sussurrate. Eppure non sarebbe stato questo ad attirare l'attenzione della ragazzina, nemmeno le armi primitive che reggeva fra le mani dalla presa salda. Aveva un fisico scultoreo, massiccio ma ben proporzionato: perfetto connubio tra forza e velocità, bello nonostante le cicatrici.
    Ed era nudo.
    Completamente nudo ...anche lì.

    Turno 4


    Gaspode, Kei: vi presento Amon. Amon, ecco a te Gaspode e Kei ^O^
    Vi lascio due settimane per rispondere. Se volete potete fare più di un giro di post fra di voi.

    Scadenza: 22 Maggio, ore 23:59.



    Edited by Drusilia Galanodel - 9/5/2016, 17:29
     
    Top
    .
  14. K e i
     
    .

    User deleted


    Il balzo la portò con uno scatto repentino oltre gli arbusti, facendola atterrare su di un soffice tappeto di foglie, un proiettile umano rosso scarlatto. Si ristabilizzò con l'ausilio di una mano, mentre nella destra stringeva ancora la sagoma anch'essa rossa del letale fucile da caccia armato e pronto all'uso, e in quel momento non c'era assolutamente niente in grado di sorprendere i suoi sensi all'erta. Poteva affrontare mostri, demoni e draghi, era addestrata a fronteggiare faccia a faccia bestie selvagge ed esseri misteriosi, di tutte le creature mortali che popolano l'Undarm non ce n'era una sola in grado di costringerla a fare dietrofront ed arretrare. Tuttavia...

    Cattura_22

    "..."
    Rimase per un lungo istante interdetta. Osservò quella scena, del tutto inattesa, con occhi innocenti, semplicemente incapace di elaborare la situazione. In tilt. Alla fine ripose Crescent Rose -non ne aveva bisogno-, si rimise in posizione eretta, ed in silenzio tornò sui suoi passi riemergendo dallo sterpame con il faccino assorto. Che cosa aveva appena visto...?
    "Signor Gaspode...?"
    Disse con la voce di qualcuno che era rimasto a dormire per giorni e si era appena svegliato.
    "Credo di aver appena visto un uomo nudo. Devo arrestarlo?"

     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Now with 200% more old lady

    Group
    Staffer
    Posts
    8,382
    Location
    Bergamo

    Status
    Anonymous

    Mi faccio strada attraverso un breve tratto di sottobosco, ora aggirando un cespuglio, ora inciampando miseramente in una radice che porcaccia ladra non ho visto, rialzandomi poi, illeso, per percorrere le ultime iarde -in tutto saranno state cinque, ad occhio e croce, o forse poco più- che mi separano dalla mia partner. Tutt'attorno ci sono al massimo rami e qualche sasso; non sono le spade di Zon Lawson, ma andranno bene comunque, immagino, e la vera forza del Potere risiede in altro, ma...
    « Oh. »
    ...non avverto un particolare senso di emergenza, qui.
    La creatura che stavamo seguendo si rivela essere niente meno che un ragazzo. Sta tenendo stretti nelle mani un paio di rami che, con ogni probabilità, deve aver recuperato qui in giro. Inoltre è del tutto privo, per qualche ragione, di indumenti.
    Kei ha abbassato quella sua specie di fucile e lo sta fissando con perplessità, mentre io non sto percependo pericolo da... niente, per il momento.
    "Signor Gaspode...?"
    « Dimmi. »
    Rispondo, facendo comunque un paio di passi indietro, per sicurezza. Per quello che ne so, potremmo essere davanti ad un feroce selvaggio o peggio.
    Oppure è davvero un povero disgraziato.
    "Credo di aver appena visto un uomo nudo. Devo arrestarlo?"
    « No, a meno che tu non voglia arrestare anche me per par condicio. »
    Piuttosto, fermiamoci un attimo a riflettere. Stiamo indagando su un'esplosione di energia magica avvenuta da queste parti, e questo ragazzo in qualche modo odora di magia. È in più senza vestiti, e il che può significare che stava facendo il bagno e qualcosa lo ha costretto ad allontanarsi senza dargli il tempo di recuperarli. Se sì, cosa? Oppure no. Oppure potrebbe esserci un'altra spiegazione in toto.
    Alla base, però, rimane il fondamentale quesito: perché sente di magia?
    La mia speranza è che sia un minimo civilizzato e comprenda la nostra lingua, o le nostre lingue. Perché potrebbe tornarci davvero utile, per arrivare a capo della situazione.
    Alzo il capo verso di lui, tentando di incrociarne lo sguardo.
    « Tu chi saresti, ragazzo, e come mai saresti qui? »

     
    Top
    .
59 replies since 2/4/2016, 21:11   1098 views
  Share  
.