[Quest n°2.5] L'Agonia di Undarm

NAOS PROJECT

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    Erano vicini: poteva sentire il loro fiato sul collo. Era in trappola nel suo stesso mondo, nella sua stessa casa; preda tremula ed indifesa nel suo stesso territorio alla mercé di chissà cosa (o chi). Non era che l’ombra di sé stesso, pronto a dar guerra più per istinto che per ragione, conscio di essere ormai prossimo alla propria fine – di nuovo. Non passò che qualche attimo, il tempo di girare lo sguardo e rendersi così conto dei suoi aggressori; i muscoli delle braccia tesi, pronti a sferzare i bastoni alla cieca pur di non permettere loro di avvicinarsi e vendere quanto più possibile cara la pelle. Ma gli bastò guardare per rendersi conto che, in fin dei conti, non aveva proprio un bel nulla da temere – almeno idealmente – nel momento in cui lì c’erano soltanto un cane ed una bambina. Nel guardarli rimase interdetto: non tanto per il cane, ma quanto più per la bambina. E lui era nudo. Completamente nudo dinanzi ad una bambina. La sorpresa si trasformò in disagio nel giro di un attimo: il volto si fece paonazzo e non impiegò più di un istante per lanciare all’aria i bastoni che aveva nelle mani e cercare di coprire alla buona le sue nudità; sentiva il cuore battergli forte, mentre un senso di calore cominciava salirgli fin sopra il volto, facendolo diventare ancora più rosso. Per la prima volta nella sua vita stava provando vergogna e tanto era visibile in volto che ormai non provava null’altro: il freddo, lo stordimento, la paura. Tutto quanto era stato immediatamente sostituito e ricacciato indietro da quell’unico sentimento.

    « Una bambina e un cane. » sospirò tra sé e sé « Una bambina e un cane sono stati capaci di ridurmi alla paura ed allo sconforto facendomi temere per la mia stessa incolumità. »

    Cercava di riflettere, di mettere insieme i suoi pensieri e giungere ad un ragionamento di senso compiuto.

    « Ed io sono nudo. Completamente nudo davanti ad una bimba. » proseguì con vergogna, come se avesse potuto fare diversamente « Nudo senza nulla addosso. Sono una persona immonda. »

    Piuttosto severo, da parte sua: si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ed ora, a pensarci bene, non sembrava poi così malvagia l’idea di prendere qualcuna di quelle foglie e coprire le sue vergogne. Forse non era stato un caso che quell’albero si trovasse nelle sue dirette vicinanze: il bosco, in qualche modo, aveva provato ad avvisarlo degli eventi ma era ancora troppo agitato per riuscire a cogliere i suoi suggerimenti; inoltre il fatto che in quel momento gli fosse ostile lo aveva in qualche modo distratto dal legame che tra loro coesisteva. O forse non era null’altro che una mera coincidenza, uno scherzo del fato che tanto amava metterlo in difficoltà in situazioni al limite dell’ordinario.

    Amon li sentì parlare tra loro, ma in quel momento prestava ben poca attenzione a quanto stavano dicendo: era troppo preso dai suoi pensieri e da quel suo blando e banale tentativo di restare coperto, in posizione fetale (seduto), che forse non sarebbe servito proprio a nulla. Ma a riportarlo alla realtà fu la domanda del cane. Alzò il viso, come folgorato, come se la domanda gli fosse estranea ma al contempo banale. Ancora paonazzo lo guardò, incrociandone lo sguardo, mostrandosi incerto e titubante. Respirò un paio di volte, come a voler trovare il coraggio per rispondere, sospirando vistosamente per la spiacevole situazione nella quale suo malgrado si trovava. La voce era tremula – a sua volta – ma i due avrebbero potuto intendere le sue buone intenzioni.

    V- vi chiedo perdono. Signorina, la prego: si volti dall’altro lato. Non sono avulso a questo genere di incontri, pertanto le chiedo di voltarsi e permettermi di coprirmi: dopo risponderò a tutti i vostri dubbi, per quanto possibile. ”, lasciando intendere che non sarebbe potuto essere granché d’aiuto per qualcosa di complesso. “ Io sono Amon, per quel che io ricordi e vi trovate in Kijani Fahari. Io ne sono il guardiano. ” o, ad essere più precisi, avrebbe dovuto rispondere che lo era stato.

    Qualora gliel’avessero consentito, si sarebbe diretto verso l’albero con le grandi foglie e da li ne avrebbe presa qualcuna, legata con qualche filamento d’erba e liana che avrebbe trovato nei suoi pressi per costruirsi così un dozzinale mutandone, in modo da coprire quanto meno le sue vergogne. I due l’avrebbero visto comunque in difficoltà: equilibrio precario, su tutti, dal momento in cui le gambe non ancora erano in grado di offrirgli un appoggio sicuro.


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100%;
    Status Fisico ~ spossato e debilitato, con difficoltà motorie e di equilibrio dovuto al risveglio dalla morte (della quale è ancora inconsapevole).

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

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    Note a margine ~ Chiedo di potermi coprire in qualche modo, magari proprio con quelle grandi foglie che mi sono state indicate prima, invitando la signorina a girarsi dall'altra parte. Lascio tutto in ipotetico, pertanto aspetterò le vostre reazioni :)
     
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  2. K e i
     
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    "Ma signor Gaspode! Lei non è nudo!"
    Volle insistere Kei, dando insistentemente le spalle allo sconosciuto per tutto il tempo necessario a coprirsi, in qualche modo. Non che avesse intenzione di fissare un uomo vestito con soltanto la biblica foglia di fico, sia ben chiaro! E ad essere sinceri, Kei era abbastanza convinta che rimanere in quella posizione per tutto il resto della giornata fosse proprio una buona idea...
    "Indossa la sua pelliccia, che è come se fosse un vestito."
    Non sapendo dove altro posare gli occhi, finse di concentrarsi sulla sua bussola, per vedere se per caso era in atto un qualche cambiamento rispetto agli istanti precedenti. La cosa funzionò, e la giovane esorcista trovò molto edificante fissare l'ago tremolante dell'oggetto arcano. La distraeva da ricordi recenti piuttosto imbarazzanti, evitandola di diventare un tutt'uno con il cappuccio scarlatto. Cappuccio rosso che, a tal proposito, era scivolato giù durante il gesto atletico di poco prima. Kei lo calcò per bene sulla testolina, pregando che non cadesse di nuovo di fronte a quello strano nudista.

    "Io sono Red. Il mio compito è fare da scorta a questo signore con l'aspetto di un cagnolino, il signor Gaspode. Entrambi proveniamo dall'isola di Laputa, detta il Presidio Errante. Per caso ne ha già sentito parlare signore nud... ehm, signor Amon?"
    Si grattò un angolo della bocca con fare imbarazzato, nel dubbio se porre o meno la fatidica domanda.
    "Ehm, ecco... p-posso chiederle che cosa ci faceva nudo nel bel mezzo della foresta...?"

     
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    "Ma signor Gaspode! Lei non è nudo! Indossa la sua pelliccia, che è come se fosse un vestito."
    « ... »
    Faccio per aprire bocca e ribattere, mentre ripenso a certi cani che ho visto in giro vestiti di, a seconda dell'occasione, impermeabili o maglioncini assortiti. Tutti cani da casa, sì, e sempre per iniziativa dei loro proprietari, ma... No, non lo farò; non è rilevante per nulla. Poi certo, ci sarebbe anche il fatto che pure come pelo non sia messo troppo bene, ma pure questo è un discorso a parte.
    « Va be'. Fammi sapere che trovi. »
    Le dico infine, mentre la ragazza si volta dall'altra parte su richiesta dell'uomo e riprende a controllare la bussola.
    Io sono Amon, per quel che io ricordi e vi trovate in Kijani Fahari. Io ne sono il guardiano.
    Sì, lo so anche io che siamo nel Kijani Fahari; non sapevo piuttosto che questa foresta avesse un guardiano. Tipo i Falchi di Fanedell, solo nel lato opposto del semipiano.
    Ad ogni modo, il ragazzo non mi pare celi cattive intenzioni; tutt'altro, per nostra fortuna. Piuttosto, lo vedo abbastanza disorientato. "Per quanto possibile" e "per quel che io ricordi" non è, con tutta la buona volontà del mondo, un inizio incoraggiante. Non lo è nemmeno la sua forma fisica, a giudicare di come sembri faticare anche solo a stare in piedi. Tutti questi elementi fanno sorgere una sola domanda: di nuovo, perché?
    Se quest'uomo svolge un ruolo simile a quello dei Falchi dell'Est, i quali sono una divisione dei Cavalieri Celesti che rispondono a Kalia Menethil, allora viene spontaneo chiedersi se ci fossero altri come Amon in giro, e a chi rispondessero a loro volta. Sarebbe utile ottenere tutto l'aiuto e le informazioni possibili, del resto.
    "Io sono Red. Il mio compito è fare da scorta a questo signore con l'aspetto di un cagnolino, il signor Gaspode. Entrambi proveniamo dall'isola di Laputa, detta il Presidio Errante. Per caso ne ha già sentito parlare signore nud... ehm, signor Amon?"
    "Signore con l'aspetto di un cagnolino" mi mancava. Comunque, per quanto mi piacerebbe chiarirmi il più possibile le idee, sommergere questo ragazzo di domande tutte in una sola botta non mi sembra, al momento, un'idea vincente. Almeno, non senza dargli prima una motivazione di tanta curiosità.
    « Te la faccio breve, Guardiano: stiamo indagando su una sorta di incidente magico accaduto qui; qualcosa di potenzialmente pericoloso. »
    Lo guardo in faccia.
    « Sei in grado di aiutarci? »

     
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    Non era facile riuscire a spiegare ai due ospiti del bosco le motivazioni che lo avevano portato a trovarsi nudo e privo di forze lì davanti a loro e anzi, faceva fatica persino a seguire i loro ragionamenti, cercando di trovare una risposta ai loro molteplici dubbi. Frattanto, con molto sforzo, si era ormai avvicinato all’albero dalle grandi foglie e prese un po’, armeggiando con qualche filamento d’erba e liana lì nelle vicinanze, riuscì a costruire un dozzinale riparo per le sue grazie. Affaticato per lo sforzo continuò a reggersi con una mano al tronco, mentre con l’altra era posato sul ginocchio, con la schiena leggermente ricurva ed il viso visibilmente stanco. Respirava a bocca aperta, ormai. Mentre la domanda della bambina sembrava essere molto più diplomatica, la domanda del cane giunse lapidaria – non dopo aver spiegato brevemente la situazione e gli eventi che li avevano condotti (fortuitamente) al suo cospetto. Sorrise senza un’apparente ragione, cercando di tirarsi su e darsi un tono, sforzandosi di restare eretto e senza nessun appoggio. Serviva una terapia d’urto.

    Presidio errante, dite? ” chiese mentre la mente già viaggiava indietro cercando di ricordare volti ed eventi che lo vedessero collegato a quei luoghi. Il mal di testa che ne seguì gli diede ragione, ma non vide che sprazzi ed immagini: non era ancora il momento per riuscire a ricordare. “ Sì, so di cosa state parlando: i miei ricordi sono offuscati, ma so per certo di avere avuto a che fare con il vostro presidio in un modo o nell’altro. Ci aiutarono una volta, questo lo ricordo bene, e per questo sento di essere in debito. Il mio orgoglio me lo impone. ” fu la sua risposta.

    In sostanza aveva detto tutto, ma non aveva detto proprio nulla. Purtroppo più di questo non riusciva a ricordare e non gli sembrava il caso di sforzarsi su qualcosa che in quel momento non aveva nulla a che vedere con l’intera situazione che stava vivendo. Tempo al tempo i ricordi sarebbero riaffiorati – o almeno così l’aveva sempre pensata. La domanda successiva, del tutto imbarazzata, lo colse in flagrante portandolo ad un nuovo e rinnovato rossore in viso: le gote avevano assunto una colorazione molto forte, segno che era stato punto nel profondo.

    Vi porgo le mie più sincere scuse, non era mia intenzione farmi trovare in questo stato: mi sono risvegliato dopo quello che mi è sembrato un lungo sonno ed ero così. Debole e nudo. ” rispose costernato, ma assolutamente sincero.

    Non sapeva perché si stesse aprendo così a degli sconosciuti: mostrarsi così provato e malconcio non rientrava certamente nelle sue intenzioni; eppure, in un certo senso, sentiva di potersi fidare di quei due. A dirla tutta, non gli era sembrato strano neanche il fatto che quel cane riuscisse a parlare: tutto era assolutamente normale, nonostante quel suo risveglio forzato. Che fosse tutto un sogno? No, questo lo aveva escluso sin dal principio: neppure nel suo incubo peggiore aveva provato tanto dolore. Era tutto reale e vivido. Tutto così vero. Comunque sia, fu proprio il cane a rendersi più diretto: non sembrava intenzionato a girare attorno a tutta quella faccenda, giungendo subito al sodo. Parlava di un incidente magico accaduto nel bosco, di pericoloso. Ecco il motivo della loro presenza – e forse anche del suo risveglio.

    In effetti, ora che ci penso Kijani Fahari è strano. ” esordì posandosi nuovamente al tronco e cercando in esso un valido appoggio. “ Selvaggio ed ostile, questa è stata la mia impressione al mio risveglio. Il bosco è abitato da molte entità, tutte benefiche. Il bosco stesso è un essere senziente, vivo. Ma qualcosa è cambiato. Io lo so. ” proseguì nel suo ragionamento facendo delle pause di tanto in tanto per riprendere fiato. “ Quanto alla vostra domanda: sì, potrei esservi d’aiuto, ma non in questo stato. ” ammise con amarezza.

    Si lasciò andare, posandosi lentamente verso terra a sedersi: si sentiva spossato. Troppe emozioni in un solo momento ed il suo fisico era così tanto provato da richiedere a gran voce un po’ di riposo. I muscoli facevano male, ma sentiva che poco a poco la forza sembrava tornare. Ma il processo era lento ed aveva bisogno di tempo. Tempo che purtroppo sembrava non avere.

    La magione dove abit(av)o è da quella parte- ” disse indicando con il dito indice “ -proprio al centro del bosco. Ho bisogno di raggiungere casa. Dovrebbero esserci delle erbe mediche che potrebbero aiutarmi e degli abiti che potrei indossare per presentarmi a voi decorosamente. Mi secca chiedervelo, ma ho bisogno del vostro aiuto.


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100%;
    Status Fisico ~ spossato e debilitato, con difficoltà motorie e di equilibrio dovuto al risveglio dalla morte (della quale è ancora inconsapevole).

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

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    Note a margine ~ Help XD
     
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    Quarto giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
    Undarm, Presidio Occidentale.


    A volte è difficile fidarsi degli sconosciuti. Dopotutto, la natura stessa dell'uomo è imprevedibile: non è possibile sapere se, ad esempio, ad accettare del bene vi sia una persona riconoscente o meno. Se vi siano cattive intenzioni celate dietro una maschera da vittima o se un falso debole stia semplicemente giocando con le persone che lo circondano, per passare il tempo in allegria ed alle spalle di qualcuno. Forse consapevoli di questa verità, sia Kei che Gaspode non ebbero alcun problema nell'accettare il moro dai muscoli scolpiti, forse cogliendo la sincerità nei suoi occhi, la credibilità in parole e gesti o per pura e semplice sconsideratezza. Le ragioni potevano essere davvero tante, ma il risultato era sempre e solo uno.

    La magione dove abit(av)o è da quella parte, proprio al centro del bosco. Ho bisogno di raggiungere casa. Dovrebbero esserci delle erbe mediche che potrebbero aiutarmi e degli abiti che potrei indossare per presentarmi a voi decorosamente. Mi secca chiedervelo, ma ho bisogno del vostro aiuto. ”

    Scelta dunque la strada da intraprendere, i tre s'incamminarono verso la dimora dell'un tempo Ufficiale del Presidio Occidentale, Shui Yoe Tu, probabilmente abbandonata. Ciò nonostante il percorso non si rivelò affatto breve o lineare: districandosi fra una vegetazione decisamente fitta, trascinandosi nel fango ed evitando scoiattoli volanti e centinaia di altre bestie assai bizzarre, l'intero gruppo ebbe modo di riflettere che ci avrebbero impiegato almeno qualche ora.

    A circa metà cammino, poi -almeno per quel poco che potevano intuire dal loro senso dell'orientamento- la bussola dei due inviati del Magisterium avrebbe finalmente iniziato a reagire alla traccia magica così tanto agognata, principale ragione per cui erano entrati nella foresta. Vorticando prima su sè stesso, quasi fosse impazzito, l'ago si sarebbe assestato molto rapidamente in direzione nord-ovest e, considerando che giungevano da est, suggerì per logica una deviazione di qualche grado nella marcia. Questo avrebbe comunque potuto condurli alla magione, ma con un ritardo di almeno un paio d'ore.

    Cosa fare?
    Avevano tutte le informazioni per compiere una scelta assennata?
    O forse... era un pò come un salto nel buio?
    Dopotutto Gaspode aveva già memoria di situazioni simili.

    Turno 5

    Scena breve ma importante: un bivio.
    Per essere una "scelta" è abbastanza semplice. Seguirete l'indicazione della bussola o tirerete dritto per la magione? Oppure farete dell'altro?

    Scadenza: 28 Maggio, ore 23:59.



    Edited by Drusilia Galanodel - 24/5/2016, 00:24
     
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    Presidio errante, dite? [...] so per certo di avere avuto a che fare con il vostro presidio in un modo o nell’altro. Ci aiutarono una volta, questo lo ricordo bene, e per questo sento di essere in debito. Il mio orgoglio me lo impone.
    Può essere questo, o può essere che l'essere nudo, indifeso e parecchio indebolito possono ben influenzare la scelta di parole -e di posizioni- di qualcuno. Anche se, in questo caso, voglio credere che vi sia sincerità nelle sue parole; del resto, se non ricordo male, Laputa dovrebbe aver sì fornito il proprio supporto qui al piano di sotto, qualche tempo prima del mio arrivo. Nel peggiore dei casi, non dovremmo avere comunque molto da temere da Amon. Non in questo momento, non ridotto così.
    Sarebbe poco sensato provare un tiro mancino proprio ora.
    « Un lungo sonno, hai detto? Ricordi per caso quello che è successo prima di "addormentarti"? »
    Domando. In tutta onestà dubito di ottenere una risposta, visto che ammesso che quest'uomo voglia davvero aiutarci, avrebbe già sciolto la lingua in merito. Ma tentar non nuoce, per quello che mi riguarda, almeno in situazioni come queste in cui tutto potrebbe far brodo.
    « ...O quello che hai sognato? »
    Tutto.
    Dopo un "lungo sonno", il sedicente guardiano del Kijani Fahari si risveglia del tutto privo di abiti e forze. Qualcuno o qualcosa deve aver causato la sua perdita di indumenti; qualcuno o qualcosa deve anche aver causato questo calo di energie. Questi "qualcuno" o "qualcosa" potrebbero essere benissimo fenomeni ben distinti per i quali, adesso, non esiste ancora alcuna prova che possa collegarli fra di loro.
    Quest'uomo inoltre riesce in qualche modo ad emanare l'odore della magia. Odore che, nonostante una buona ventina d'anni passati in stretta vicinanza con la stessa magia, non ho mai avvertito fino ad oggi. Tutto questo dopo un'esplosione di energia pure magica.
    Questi sono gli elementi che ho tra le zampe. Per decifrarli mi serve, nel bene o nel male, Amon, anche perché egli stesso è appunto un indizio. O un testimone, a seconda di come lo si voglia vedere.
    In effetti, ora che ci penso Kijani Fahari è strano. Selvaggio ed ostile, questa è stata la mia impressione al mio risveglio. Il bosco è abitato da molte entità, tutte benefiche. Il bosco stesso è un essere senziente, vivo. Ma qualcosa è cambiato. Io lo so.
    Siamo dunque in un Kijani Fahari che Amon non "riconosce". La foresta si rivela inoltre essere un essere senziente in cui dimorerebbero diverse "entità".
    « Capisco. Parlami un po' di queste entità, tanto per intenderci meglio, e se sono diventate ostili pure loro o che. »
    Verrebbe naturale ora dedurre che lo scombussolamento degli equilibri di questo posto siano dovuti a ciò su cui stiamo indagando, in un modo o nell'altro. La perdita di coscienza di Amon e il suo stato attuale possono esservi collegati in maniera almeno indiretta. Per il resto, tutto ciò che sappiamo è veramente vago.
    Ho bisogno di raggiungere casa. Dovrebbero esserci delle erbe mediche che potrebbero aiutarmi e degli abiti che potrei indossare per presentarmi a voi decorosamente. Mi secca chiedervelo, ma ho bisogno del vostro aiuto.
    « A me sta bene; certo conoscerai questi luoghi meglio di noi e preferiremmo avere una guida integra. Spero che la mia compagna sia d'accordo con me. Ah, e un'altra cosa, ragazzo: puzzi di magia. Considerando che la magia nemmeno dovrebbe averlo, un odore, lasciami dire quanto improbabile ciò possa essere. »
    Se Red ha qualcosa in contrario, parli pure. Non sono del tutto sicuro di avere una qualche autorità su di lei in questo contesto, e in ogni caso non mi scoccia sentire altri pareri. Comunque, per me, prima ci si prepara e nel caso si raccolgono altre informazioni e poi si va ad affrontare il problema.

    GaspodeStato fisico: Perfetto.
    Stato mentale: Perfetto.
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, olfatto sviluppato, immunità alle malattie, percezione pericoli, mindfuck-alert, telecinesi.
    Scenici: Daltonismo, eterna vecchiaia, conoscenza del linguaggio umano e canide, nuvola di malattie attorno alla sua persona.
    Equipaggiamento: Frammento di AI, Ricevitore

    Note: Inserito il ricevitore, menzionato comunque al primo post della quest. Mi ero dimenticato di inserirlo negli altri schemini. >_>
     
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    No, non ricordo nulla: al momento è tutto sfocato. E se devo essere sincero, ogni volta che provo a ricordare ho una fitta fortissima alle tempie che mi mette in ginocchio. ”, rispose costernato. “ Ciò che ricordo e che forse potrebbe appartenere al mio sogno – se così può essere chiamato – è il nulla. Il buio. L’oscurità che mi ha avvolto sino non sono stato investito dalla luce.

    Sarebbe stato difficile riuscire a cavare qualcosa da Amon e questo non perché lui non fosse collaborativo: se avesse potuto, avrebbe raccontato volentieri loro quanto gli era successo e quanto sventurato fosse stato. Il problema era proprio quello: non riusciva a ricordare niente e più ci provava, più sentiva il peso di quegli sforzi; più ci provava, più il dolore si faceva fitto e le forze gli venivano meno come se tutto fosse in qualche modo collegato. E quel momento non era poi così diverso come quelli che lo avevano preceduto. A riportarlo con i piedi per terra, comunque, furono di nuovo le parole del cane che continuava a fargli domande. Si grattò il capo, come se con quel gesto potesse scacciare la fitta che aveva nella testa ed alleviare così quel dolore.

    Spiriti. Questo bosco è abitato da una quantità innumerevole di spiriti della natura che si prendono cura di Kijani Fahari in tutto e per tutto. Non nascondo che sanno essere ostili, molto ostili, se qualche ospite manca di rispetto al bosco ma non sono malvagi: lo fanno per autoconservazione. Per difesa, ecco. ”, proseguì mostrandosi sofferente. “ Questa volta però è diverso. C’è qualcosa che non va ed è mio compito scoprire che cosa è successo: devo adempiere al giuramento che ho fatto. Questo bosco è tutto ciò che mi resta di lei.

    Seguì poi la sua richiesta di andare verso la magione: aveva bisogno di rimettersi in sesto in qualche modo e non gli fu negato, ma a lasciarlo sorpreso furono ancora le parole della bestiola parlante, la quale asseriva che lui puzzasse di magia sottolineando al contempo quanto la cosa potesse essere improbabile. Di getto cercò di annusarsi, di sentire se avesse qualcosa che non andava e ne ricavò soltanto del cattivo odore, tanto da portarlo ad arricciare il naso per quanto sgradevole fosse.

    « -e di un bagno. Ho bisogno anche di un bagno. Déi, che vergogna! », pensò tra sé e sé.

    Anche se, a dirla tutta, non riusciva neanche a capire troppo bene di cosa Gaspode stesse parlando. Fece spallucce si avviò sulla strada di casa, consapevole che ci sarebbe voluto del tempo: sapeva di essere mancato per un po’, ma non aveva dimenticato al strada per tornare alla magione – almeno quella era rimasta intatta. Cercò di seguire il sentiero meno pericoloso per tutti e tre, evitando i territori delle belve feroci cercando di distinguere le tracce, per quel che po’ che poteva fare nelle sue condizioni. Non era davvero il caso di incontrare, ad esempio, esemplari di volporso: nelle sue condizioni non sarebbe stato in grado di affrontarli ed avrebbe rischiato di mettere in seria difficoltà i suoi ospiti. Inoltre era incredibilmente lento e goffo nei movimenti: avrebbero impiegato una vita per riuscire a raggiungere il centro del bosco, districando i movimenti tra la vegetazione fittissima, rischiando di ferirsi a più riprese per la mancanza di abiti che potessero anche attutire spine e rovi. Ma d’altronde stava considerando quel calvario niente più che una punizione assegnatagli dal cielo per il suo gravissimo peccato.

    « Farò ammenda, vedrai! », si disse rivolgendosi però al bosco.


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    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ n.a.
     
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  8. K e i
     
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    "In realtà ogniuno dei basilari cinque sensi può percepire la magia..."
    Rispose meccanicamente, sempre nella sua posizione accovacciata in un angolino distante.
    "Gli esseri umani preferiscono il termine 'seconda vista' perché per loro natura sono abituati ad affidarsi agli occhi per percepire il mondo, ma probabilmente i cagnolini di solito hanno una vista debole, e preferiscono affidarsi all'olfatto che è il loro senso più sviluppato..."
    Concluse in tono molto distratto e distante, mentre era impegnata a riflettere.
    "Ricordi offuscati" era un brutto termine, una buona scusa per omettere dettagli di cui non si vuol rendere partecipi gli altri, tuttavia quel signore non le sembrava ostile, anzi al contrario le pareva nella più vulnerabile delle situazioni. In ogni caso non sembrava ostile, e pareva sincero quando diceva di essere confuso. Inoltre, poiché Kei non aveva paura di una persona disarmata, non volle opporsi quando il signor Gaspode volle decidere di seguirlo, limitandosi ad accettare quella decisione senza riserve. Il punto era che non se la sentiva davvero di abbandonare la sua attuale posizione, stava tanto comoda girata di spalle ed impegnata a fissare il tremolio della bussola, che in quel momento si era decisa a puntare in una direzione precisa nell'indifferenza della sua portatrice (davvero troppo distratta per rendersene conto), specie perché si sarebbe sentita davvero a disagio, con davanti agli occhi un uomo completamente nudo. Esitò quindi ancora un poco prima di decidersi ad alzarsi, scuotere distrattamente la gonna scura, calcare bene il cappuccio sulla testolina e poi trarre un profondo sospiro di rassegnazione.

    "Sta bene. Direi che sarebbe bene incamminarci, allora..."
    Aggiunse nascondendo l'impaccio per la situazione.
    A quel punto, se il suo compagno di avventure e la loro nuova guida avrebbero deciso di incamminarsi li avrebbe seguiti in silenzio e con fare quieto, tenendo gli occhi bene impuntati sui propri piedi per non rischiare di incappare in qualcosa di imbarazzante...



    Edited by K e i - 9/6/2016, 20:50
     
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    Repentina giunse la spiegazione di Red a proposito: evidentemente si era mostrato abbastanza patetico nell’annusarsi dopo l’affermazione di Gaspode. A dire la verità, però, aveva reso abbastanza bene quello che era un suo talento, anche se forse il suo discorso doveva essere decisamente più ampio rispetto a quanto da lui pensato. In effetto per lui era ancora più vero: lui la magia – o quella roba che loro erano soliti chiamare magia – la vedeva per davvero. Al momento gli era difficile farlo, ma sapeva che ne era in grado: aveva visto quell’ammasso di energia scorrere lungo il bosco ed aveva visto loro, nella loro forma più pura, seppure fugacemente.

    Capisco. Il suo naso allora è come i miei occhi: chissà che odore ha… ”, rispose divertito abbozzando per la prima volta un sorriso da quando si erano incontrati.

    Di certo, rispondendosi da solo, non aveva l’odore lercio che sentiva provenire da sé. In realtà, pensava, sarebbe stato difficile spiegare quale fosse la fragranza di una magia, quasi quanto sarebbe stato difficile per lui spiegare cosa i suoi occhi erano in grado di vedere a determinate condizioni, seppure il tutto fosse più semplicemente sintetizzabile ad un reticolato intricatissimo di luce. Non sarebbe riuscito però a spiegare la magnificenza, la bellezza e la lucentezza che un essere vivente era in grado di sprigionare con le sue sole forze; una luce autoalimentata, un piccolo sole cocente che irradiava i suoi occhi. Forse era per questo che qualsiasi altro colore veniva attenuato, perdeva d’intensità lasciando rifulgere solo l’essenza interiore della vita. Un focolare del quale era rimasto abbagliato sin da bambino, quando per la prima volta i suoi occhi gli offrirono la possibilità di godere di una così bella visione. Peccato aver usato quel suo dono solo per uccidere, per spegnere quella luce e mai per preservarla.

    « La testa! », esclamò fra sé e sé.

    Emise un suono, unico ed inequivocabile che voleva dire che gli faceva male; accompagnato poi dalle mani che nuovamente andavano a toccare la testa non lasciava presagire altro se non che la testa gli stava facendo male di nuovo. Dovette rallentare il passo, più di quanto non stava già facendo, per non rischiare di cadere per terra; come se già i piedi non facessero male abbastanza senza calzari a proteggerli. Urgeva raggiungere la magione, anche se era ancora lontana. Non si girò indietro, non voleva mostrarsi ancora più debole di quanto già non fosse: era già stato umiliante così, farsi trovare nudo e privo di forze, in balia di una amnesia che gli provocava dolore ad ogni visione, ad ogni tentativo di scavare indietro e capire cosa diavolo stesse succedendo. E quella sensazione strana e pesante dentro di sé, influenzata dal bosco e dal suo cambio d’umore. Lo sentiva e tutto quell’astio influiva negativamente sul suo stato d’animo; sentiva corrodersi dentro assalito da un forte senso d’angoscia.

    Aveva paura.


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100%;
    Status Fisico ~ spossato e debilitato, con difficoltà motorie e di equilibrio dovuto al risveglio dalla morte (della quale è ancora inconsapevole).

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

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    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

    _ ___ ______________________ ___ _

    Note a margine ~ n.a.
     
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    Impeto e tempesta

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    Quarto giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
    Undarm, Presidio Occidentale.


    Dopo alcune ore di cammino -oltretutto in salita- raggiungeste un grande specchio d'acqua limpida e fresca. Sotto la superficie, centinaia di pesciolini colorati sguazzavano felici, del tutto indifferenti alla possibilità di essere pescati da qualche volatile o mangiati da pesci più grossi. Alzando lo sguardo, il guardiano ed i due stranieri avrebbero potuto notare un'isola aldilà di quell'ostacolo squisitamente naturale: alta e maestosa, una residenza sorgeva in disparte da tutto il resto, come a necessitare di una posizione privilegiata in quel paradiso terrestre.
    A causa della considerevole altezza sia dell'isola che dell'edificio stesso, la Reggia dominava infatti su tutto il bosco, e dalla terrazza più alta era possibile lasciare che lo sguardo vagasse da sud a nord, da est ad ovest, così da osservare tutto il territorio che si estendeva dallo Yuzrab ai Picchi di Sequerus, dalla spiaggia di Undarm ai monti di Klemvor. Una fortezza in tutto e per tutto, probabilmente una delle migliori rimaste nel Presidio Occidentale, in grado di tenere sotto controllo i pericolosi confini con il presidio Sud e l'arrivo di navi alle coste.

    yoek_zpsu7ag28vd

    Dall'architettura occidentale tipica del periodo degli Aranwe, nelle sue immediate vicinanze sorgevano quattro alberi di sesso femminile e dai fiori ed i frutti particolarmente grandi e profumati: Melo, Salice, Ciliegio e Magnolia, collocati rispettivamente ad Est, Nord, Sud ed Ovest della Reggia. Più esterni erano invece gli alberi maschili, imponenti e forti: Quercia, Pioppo, Tasso e Frassino, rispettivamente a Nord-Est, Sud-Est, Nord-Ovest e Sud-Ovest della magione, considerata il centro di Kijani Fahari. Diceva una leggenda che questi non fossero altro che otto grandi spiriti arborei che, sotto richiesta dell'un tempo Ufficiale Shui Yoe Tu, avevano acconsentito di prestarle aiuto come guardiani. Si diceva anche che attraverso rami e radici fossero in grado di imprigionare e malmenare intrusi, nel migliore dei casi.

    Consapevoli o meno di queste dicerie, forse era il caso di pensare ad un modo per raggiungerlo dato che, con il trascorrere del tempo e forse con l'arrivo di qualche malintenzionato, l'unico ponte che lo collegava al bordo del lago era irrimediabilmente crollato.

    Turno 6

    Scusate il ritardo ma esami, mancanza di linea e problemi vari mi hanno bloccata ç_ç/ Avrei potuto fare qualcosa mentre attendevo le vostre risposte, ma avete preso una strada del tutto diversa a quella programmata e mi son presa del tempo per riscrivere il nuovo ramo di storia XD

    Dato che comunque devo riprendere molte altre giocate e dato che a voi serve un piano, vi metto una scadenza molto ampia in modo da prendere respiro io e dare a voi modo di discutere in bacheca su cosa fare in base a ciò che sapete. Se vi servono altre info, sono in bacheca =*

    Scadenza: 6 luglio, ore 23:59.

     
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    Da che ne aveva memoria (dal suo risveglio, per l’appunto) il ricordo di quel tragitto non era mai stato troppo traumatico: ricordava di non aver mai fatto fatica a coprire quella distanza, seppure lunga, con le sue ampie e lunghe falcate – talvolta persino corse – senza il minimo segnale di cedimento da parte del suo fisico. A guardarsi in quel momento, in quel preciso istante, non era che l’ombra di sé stesso: incurvato in avanti alla ricerca di un appoggio con le mani ad ogni passo; fiato corto e corpo spossato per gli sforzi che aveva sostenuto sino a quel momento. Per un attimo, raggiunto lo specchio d’acqua nel cui centro si ergeva la maestosa magione di Yoe, gli sembrò quasi di percepire un’energia rinnovata, una forza che lo animava dal profondo; un guizzo, un brivido che gli corse lungo la schiena da capo a piede che lo fece raddrizzare per un momento, rinvigorito dalla visione della sua casa. Non durò che un momento, ma un sorriso si disegnò sul suo volto, nonostante i dolori e la stanchezza che affliggevano il suo corpo, a rappresentazione del suo stato d’animo. Quant’era bella in tutto il suo magnifico splendore, arroccata a difesa dell’intero bosco: era proprio come se la ricordava, come traspariva dai confusi ricordi dopo il suo risveglio. Almeno qualcosa non era cambiato, era rimasto com’era senza subire mutazioni se non quelle relative al tempo di abbandono in cui sui malgrado l’aveva lasciata. Se ne rammaricò non poco, lasciando che un sospiro gli uscisse con un fiato mentre il viso sembrò incresparsi cupo in memoria dei tempi che furono. Non poteva non considerare l’eventualità che qualcuno fosse riuscito ad avventurarsi sino alla magione, anche se di fatto non vi avrebbe trovato tesori nascosti o preziosi da poter trafugare se non erbe ed unguenti naturali utili al ristoro del corpo e della mente.

    ”, si piegò sulle ginocchia colto da improvviso malore.

    La testa faceva male ancora una volta, attraversata da una scarica di dolore quasi fosse stato trafitto da una manciata d’aghi; sentì come uno scatto sul collo che lo portò a compiere un movimento innaturale che gli provocò un dolore acuto in direzione della cervicale. Non emise un solo fiato, ma la sua espressione sarebbe stata abbastanza eloquente per descrivere il suo stato d’animo: provava dolore. Gli altri non potevano saperlo, ma la sua mente gli aveva propinato il frammento di un ricordo, per di più del tutto sconclusionato: briciole di una memoria che avrebbe fatto fatica a recuperare in un lasso di tempo più o meno breve. Ricordava soltanto che la porta che dava sulla veranda era stata distrutta da qualcosa: qualcuno aveva già assaltato la magione in passato e lui ne era stato testimone, ma non era riuscito a scorgere chi o cosa avesse provato a farlo. Resosi conto della situazione gli occhi si sgranarono e cominciò a sudare a freddo, mentre la respirazione subì un’accelerazione improvvisa a seguito della scarica di adrenalina che stava attraversando il suo corpo. Un benessere momentaneo che si sarebbe scaricato nel giro di qualche attimo. Nelle sue condizioni non era in grado di percepire il tempo che era trascorso e di certo da quel frammento di ricordo non sarebbe stato in grado di ottenere ulteriori informazioni a riguardo. Non gli restò altro da fare se non accettare la realtà e cercare di rimettersi in piedi con tutte le (poche) forze che aveva ancora in corpo. Alzato lo sguardo, non poté fare a meno di riconoscere gli spiriti guardiani che ormai da tempo – almeno da quando Yoe aveva ripristinato la fauna e la flora di Kijani Fahari dall’invasore – offrivano i propri servigi come guardiani della magione. Si trattava di spiriti silvani antichi e potenti, posizionati ciascuno in un punto cardinale ben preciso. Yoe gliene aveva parlato in uno dei suoi racconti e dopo tutto quanto aveva assistito nel bosco per sua mano non aveva alcun riserva in merito alla veridicità di quanto la sua signora gli aveva raccontato.

    Guardando oltre, però, non poté fare a meno di notare che il ponte che collegava la magione alla terraferma era stato divelto: che fosse stato il tempo o la mano di qualche malintenzionato poco importava ai loro fini. Inoltre, persino le scialuppe erano svanite rendendo così improbabile (ma non impossibile) attraversare quello specchio d’acqua e raggiungere la sua casa.

    La situazione è molto peggiore di quanto aveva previsto: devo essere stato via da qui davvero per molto tempo se persino il ponte di collegamento è svanito o se le scialuppe sono ormai andate via perdute. Sono stato davvero un pessimo guardiano per questo posto: che Yoe possa perdonarmi per le mie mancanze! ”, disse con il tono di chi sapeva di essere in torto.

    Ma non è ancora arrivato il momento di arrendersi: la mia signora non me l’avrebbe mai permesso. ”, proseguì riappropriandosi della posizione eretta. “ Vi aveva già detto che questo non era un bosco normale, vero? Kijani Fahari è esso stesso una creatura vivente ed ospita al suo interno molte entità. Alcune di queste, invitate dalla mia signora, hanno offerto i propri servigi in qualità di guardiani non solo al bosco, ma anche alla magione. Vedete quegli alberi? ”, domandò loro.

    Li indicò uno ad uno, cominciando da quelli più esterni, per poi proseguire con quelli più interni.

    Essi non sono posizionati così a caso, ma ciascuno di essi offre protezione verso un punto cardinale. A Nord-Est la Quercia, a Sud-Est il Pioppo, a Nord-Ovest il Tasso ed infine a Sud-Ovest il Frassino; più internamente, invece, vi è a Nord il Salice, a Sud il Ciliegio, ad Est il Melo e ad Ovest la Magnolia. Quest’ultima, in particolare, è particolarmente legata alla mia signora. Ella mi ha raccontato che ciascuno di questi alberi in realtà non è altri che un guardiano, uno spirito che le ha offerto i suoi servigi. Loro, forse, hanno protetto questo posto più di quanto abbia potuto fare io in questi anni. ”, sorrise amaro a quest’ultima affermazione.

    Quel ricordo era scivolato nella sua mente senza troppe difficoltà: come acqua era fluito sino ai suoi pensieri e gli aveva permesso di ragguagliare i suoi compagni sulle entità che avevano davanti.

    Non ho motivo di dubitare delle parole della mia signora Yoe: i miracoli ai quali ho assistito in questo bosco sono innumerevoli ed ella stessa mi ha sempre detto di rivolgermi a loro nel caso in cui ne avessi avuto bisogno. Vi prego quindi di farvi da parte: dati cambiamenti che ci sono stati, non so se questi spiriti sono ancora nostri compagni o se invece dobbiamo combatterli. Lasciate che rivolga a loro la mia preghiera affinché ci aiutino ad attraversare questa sponda e raggiungere la magione. Non voglio che vi facciate del male a causa di una mia negligenza. ”, li esortò a farsi indietro anche a gesti, per poi avanzare di qualche passo più avanti e cadere sulle ginocchia.

    Si sedette, infine, con le gambe incrociate e le mani giunte in preghiera dinanzi al petto per poi chiudere gli occhi e lasciare che le labbra si schiudessero per lasciar andare dei bisbigli che forse a malapena i suoi compagni sarebbero riusciti a cogliere. Si trattava di un’antichissima preghiera che Yoe gli aveva trasmesso con i suoi insegnamenti, un lascito che aveva un valore affettivo squisitamente personale. Un ricordo che custodiva gelosamente e che era sfuggito fortunosamente alla cesoia del suo destino infame. E mentre pronunciava quelle antiche parole, dai suoi occhi scendevano lacrime amare per le più svariate ragioni. La verità era che Yoe le mancava da morire, ma c’era anche qualcun altro nel suo cuore che reclamava il suo spazio ma che non riusciva affatto a ricordare. La memoria sarebbe tornata, ma nel frattempo scendevano copiose quelle lacrime di sangue a testimonianza del suo cuore ferito e della sua volontà incrollabile di asservire tutto sé stesso alla causa di Kijani Fahari. Si soffermò molto sulla Magnolia nella sua preghiera, alla quale Yoe era particolarmente devota e legata da un antico vincolo del quale neanche lui era del tutto a conoscenza.

    « Vi imploro, aiutatemi! »


    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 100%;
    Status Fisico ~ spossato e debilitato, con difficoltà motorie e di equilibrio dovuto al risveglio dalla morte (della quale è ancora inconsapevole).

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

    ∙ ∙ ∙

    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha apprendeso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo per visione della trama energetica; passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Malus: l raggiungimento della soglia del 25% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

    « TECNICHE E STILI »

    Tecnica ~ n.a.

    Tecnica ~ n.a.

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    Note a margine ~ scusatemi per l'increscioso ritardo :'(
     
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    No, non ricordo nulla: al momento è tutto sfocato. E se devo essere sincero, ogni volta che provo a ricordare ho una fitta fortissima alle tempie che mi mette in ginocchio. Ciò che ricordo e che forse potrebbe appartenere al mio sogno – se così può essere chiamato – è il nulla. Il buio. L’oscurità che mi ha avvolto sino non sono stato investito dalla luce.
    Sospiro; del resto, non mi potevo aspettare molto altro. E anche con tutta la buona volontà di questo mondo, "il nulla" e "il buio", per come li ha menzionati il ragazzone, non sono altro che un modo più ottimista di dire "non ricordo una mazza". Oppure potrebbe trattarsi davvero di un elemento utile. Insomma, spero si sforzi di farsi tornare in mente più cose possibili.
    Spiriti. Questo bosco è abitato da una quantità innumerevole di spiriti della natura che si prendono cura di Kijani Fahari in tutto e per tutto. Non nascondo che sanno essere ostili, molto ostili, se qualche ospite manca di rispetto al bosco ma non sono malvagi: lo fanno per autoconservazione. Per difesa, ecco. Questa volta però è diverso. C’è qualcosa che non va ed è mio compito scoprire che cosa è successo: devo adempiere al giuramento che ho fatto. Questo bosco è tutto ciò che mi resta di lei.
    Dunque, insieme alle informazioni ricevute poco fa, posso concludere che le volontà di Kijani Fahari e dei suoi spiriti protettori non sono necessariamente equivalenti. Infatti Amon parla di un bosco ostile, ma ciò non pare valere anche per le creature che vi vivono. Quelle di stampo sovrannaturale, se non altro.
    C'è qualcosa che sta disturbando il bosco, ma le sue entità protettrici non paiono essere sul piede di guerra; almeno non nel senso stretto del termine. Ciò indicherebbe che la fonte di tanta irrequietudine potrebbe non essere attribuibile ad una persona, bensì a un fenomeno di qualche tipo, come per l'appunto la nostra esplosione. Se la mia ipotesi è corretta, ora sappiamo che non si tratta di alcunché di artificiale.
    La causa va quindi ricercata altrove.
    "In realtà ogniuno dei basilari cinque sensi può percepire la magia... Gli esseri umani preferiscono il termine 'seconda vista' perché per loro natura sono abituati ad affidarsi agli occhi per percepire il mondo, ma probabilmente i cagnolini di solito hanno una vista debole, e preferiscono affidarsi all'olfatto che è il loro senso più sviluppato..."
    « Sarà, ma nonostante sia stato in contatto per vent'anni con posti pervasi per natura proprio dalla magia, questa è la prima volta in vita mia che mi capita di avvertirla in modo tanto distinto. »
    Ribatto, tranquillo ma allo stesso tempo sospettoso. Che si stia risvegliando dopo tanti anni una capacità fino ad ora sopita in me? Ma se così fosse, perché proprio adesso? No, perdiana, non ha senso che stia emergendo così all'improvviso, e in modo tanto repentino. Perfino il linguaggio umano mi aveva richiesto qualche giorno di pratica, all'epoca.
    Proseguiamo, in ogni caso, verso casa Amon. Una lunga passeggiata che, alla mia età, avrei evitato volentieri, e che la salita ha peggiorato ulteriormente tanto per non farci mancare nulla.
    Mi abbevero presso il lago, facendo attenzione a non finirci dentro, per poi alzare lo sguardo sull'isola che si trova al centro di esso. Già alta per conto proprio, su di essa è stata eretta chissà quanto tempo fa una fortezza dalla quale cima, immagino, uno avrebbe potuto osservare tutta l'area circostante senza problemi. Se non addirittura mezzo presidio buono, a voler esagerare.
    Presumo che sia quella l'umile dimora di cui il ragazzo ha parlato. C'è un problema, però: il ponte è andato. Un segno del tempo, forse, ma la cosa mi risulterebbe a dir poco strana: se quel posto è abitato, allora uno si aspetterebbe un minimo di manutenzione. In alternativa, qualcuno l'ha sabotato, con buona pace di tutte le ipotesi che ho formulato qualche ora fa. E, come se non bastasse, non vedo barche in giro.
    Chi le ha tolte? Anche se fossero marcite, sarebbero ancora visibili in qualche modo sulla battigia, penso.

    « Ragazzo? »
    Amon si inginocchia, il suo volto più che eloquente in merito a cosa possa essergli appena successo. Però, egli non fiata, e pertanto nemmeno io decido di aggiungere nulla. Lascio che si rimetta in piedi da solo.
    La situazione è molto peggiore di quanto aveva previsto: devo essere stato via da qui davvero per molto tempo se persino il ponte di collegamento è svanito o se le scialuppe sono ormai andate via perdute. Sono stato davvero un pessimo guardiano per questo posto: che Yoe possa perdonarmi per le mie mancanze! Ma non è ancora arrivato il momento di arrendersi: la mia signora non me l’avrebbe mai permesso. Vi aveva già detto che questo non era un bosco normale, vero? Kijani Fahari è esso stesso una creatura vivente ed ospita al suo interno molte entità. Alcune di queste, invitate dalla mia signora, hanno offerto i propri servigi in qualità di guardiani non solo al bosco, ma anche alla magione. Vedete quegli alberi? Essi non sono posizionati così a caso, ma ciascuno di essi offre protezione verso un punto cardinale. A Nord-Est la Quercia, a Sud-Est il Pioppo, a Nord-Ovest il Tasso ed infine a Sud-Ovest il Frassino; più internamente, invece, vi è a Nord il Salice, a Sud il Ciliegio, ad Est il Melo e ad Ovest la Magnolia. Quest’ultima, in particolare, è particolarmente legata alla mia signora. Ella mi ha raccontato che ciascuno di questi alberi in realtà non è altri che un guardiano, uno spirito che le ha offerto i suoi servigi. Loro, forse, hanno protetto questo posto più di quanto abbia potuto fare io in questi anni. Non ho motivo di dubitare delle parole della mia signora Yoe: i miracoli ai quali ho assistito in questo bosco sono innumerevoli ed ella stessa mi ha sempre detto di rivolgermi a loro nel caso in cui ne avessi avuto bisogno. Vi prego quindi di farvi da parte: dati cambiamenti che ci sono stati, non so se questi spiriti sono ancora nostri compagni o se invece dobbiamo combatterli. Lasciate che rivolga a loro la mia preghiera affinché ci aiutino ad attraversare questa sponda e raggiungere la magione. Non voglio che vi facciate del male a causa di una mia negligenza.
    Arretro, preso alla sprovvista da questa improvvisa pioggia di informazioni, decidendo nel frattempo di rispettare la volontà di Amon e rimandare le domande a più tardi. E temo saranno un bel po'.
    « Whoa, whoa. Fai quello che devi. »
    Intanto, analizziamo un paio di fatti: l'ultima volta che il nostro naturista preferito è stato qui il ponte e le barche c'erano. Dubito non poco che egli, qualunque cosa gli possa essere successa, si sia allontanato dal Kijani Fahari per un tempo tanto lungo da permettere ad un ponte e ad una flotta di scialuppe di andare del tutto in malora. Purtroppo, egli non si ricorda un beneamato cazzo, e quindi l'ipotesi del sabotaggio è per ora destinata a rimanere, per l'appunto, un'ipotesi.
    Poi c'è questa tale Yoe. Ciò ho capito di lei è che si tratta di un superiore dello stesso Amon. Chi sia di preciso, dove sia e cosa stia facendo ora rimangono alcuni punti che vorrei veder chiariti al più presto. Anzi, qualcosa in più c'è: questa... creatura è colei che comanda gli spiriti del Kijani Fahari. Una specie di Drusilia silvana, in pratica.
    Ma sento che saprò riordinare meglio le idee più tardi; possibilmente, una volta giunti alla magione.
    Devo ancora sciogliere un bel po' di nodi in questa dannatissima matassa.

    GaspodeStato fisico: Stanco.
    Stato mentale: Perplesso.
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, olfatto sviluppato, immunità alle malattie, percezione pericoli, mindfuck-alert, telecinesi.
    Scenici: Daltonismo, eterna vecchiaia, conoscenza del linguaggio umano e canide, nuvola di malattie attorno alla sua persona.
    Equipaggiamento: Frammento di AI, Ricevitore
     
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    Aveva un po' paura a darlo a vedere, però aveva sonno. Trascorso il momento iniziale in cui era stata guardinga e allerta, stava affrontando un calo di attenzione che a dirla tutta non era molto professionale. Una volta stabilito che quel signore era solo un po' nudo e per niente ostile nei loro confronti, si era risoluta a lasciare la situazione in mano al signor Gaspode come da programma. Questo in sostanza la sollevava da ogni responsabilità (salvo quella di controllare la bussola, di cui aveva già bellamente obliato l'esistenza), e la lasciava in uno stato molto... troppo passivo. E poi, era... distratta. Cioè, aveva l'impressione che ogni tanto il signor Amon dimenticasse qualche piccolo dettaglio, tipo che era a malapena coperto da qualche foglia. Tipo quando ebbe la pessima idea di sedere a gambe incrociate, al che Kei avvampò letteralmente e si voltò di scatto piagniucolando qualcosa tipo: "per favore! Faccia più attenzione!"

    Da voltata la situazione iniziale tornò presto a ripresentarsi, al che si ritrovò a domandarsi quante ore aveva dormito la scorsa notte. Poche, a giudicare dallo sbadiglio repentino che le sfuggì. "Cavolo, quanto parla...", tentò di star dietro alle parole di Amon ma la sua concentrazione era compromessa.

    "A dire il vero, signor Amon, io ed il signor Gaspode possiamo benissimo attraversare da soli, non ci servono barche. La sponda è abbastanza vicina, posso saltare il fiume facilmente."
    Non voleva disdegnare l'aiuto del guardiano, tuttavia doveva ammettere che non sembrava molto sicuro di se. Magari l'invocazione falliva oppure gli spiriti non erano tanto contenti di dare una mano, senza contare che la magia in generale non era molto affidabile. Se proprio dovevano rischiare il disastro, era meglio se rischiava una persona sola, e non tutti e tre, senza contare che la sponda era abbastanza vicina ed il signor Gaspode abbastanza leggero. Inoltre aveva un paio di teorie che preferiva tenere per se, onde non urtare la sensibilità di quel signore. Aveva studiato qualcosa del genere in accademia, cose tipo edifici oppure interi ambienti sostenuti da energie arcane, che tendono a deteriorarsi molto velocemente una volta che quelle energie vengono meno. La sua teoria era che quell'entità chiamata Yoe era venuta meno, probabilmnete perché abbattuta da qualcuno o qualcosa o perché divorata da un'entità più grande e aggressiva, o magari trasmutata in qualcos'altro di non più legato a quel luogo. La sua dissoluzione aveva provocato lo stato di deterioramento a cui stavano assistendo, che sarebbe andato avanti ancora a velocità innaturale finché del luogo non sarebbe rimasto niente. Vorrebbe trasmettere queste teorie al signor Gaspode, ma non poteva se non mettendo al corrente anche Amon, che poteva prenderla a male. Aveva già l'aria di essere abbastanza provato, poverino...
    Rivolgendosi al piccolo canide psionico, Kei aprì le braccia invitandolo a salirle in braccio. Era un pochino sporchino, però era pur sempre un cagnolino ed a lei gli animaletti di piccola taglia piacevano. Tranne i gatti. Ma per il semplice motivo che per qualche ragione erano loro a non gradire affatto la sua presenza, una volta un micetto le aveva scavato la guancia fino a farla sanguinare...

    "Signor Gaspode, cosa preferite fare? Volete usare gli spiriti del signor Amon, oppure saltiamo?"
    Lasciò al diretto interessato la scelta, anche se lei, a prescindere, avrebbe optato per la seconda opzione...

     
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    Quarto giorno del primo mese - Sirio [anno 1]
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    “ Vi avevo già detto che questo non era un bosco normale, vero? Kijani Fahari è esso stesso una creatura vivente ed ospita al suo interno molte entità. Alcune di queste, invitate dalla mia signora, hanno offerto i propri servigi in qualità di guardiani non solo al bosco, ma anche alla magione. Vedete quegli alberi? ” dopo un primo attimo di sconforto, il giovane Amon prese ad indicare i giganti di legno e foglie che circondavano la zona “ Essi non sono posizionati così a caso, ma ciascuno di essi offre protezione verso un punto cardinale. A Nord-Est la Quercia, a Sud-Est il Pioppo, a Nord-Ovest il Tasso ed infine a Sud-Ovest il Frassino; più internamente, invece, vi è a Nord il Salice, a Sud il Ciliegio, ad Est il Melo e ad Ovest la Magnolia. Quest’ultima, in particolare, è particolarmente legata alla mia signora. Ella mi ha raccontato che ciascuno di questi alberi in realtà non è altri che un guardiano, uno spirito che le ha offerto i suoi servigi. Loro, forse, hanno protetto questo posto più di quanto abbia potuto fare io in questi anni. ”

    Forse sorrideva all'idea che, anche nella peggiore delle ipotesi, dei guardiani erano in effetti rimasti a difesa della magione. Ciò nonostante c'erano molti dettagli che non quadravano e che il piccolo cane aveva giustamente fiutato.

    “ Non ho motivo di dubitare delle parole della mia signora Yoe: i miracoli ai quali ho assistito in questo bosco sono innumerevoli ed ella stessa mi ha sempre detto di rivolgermi a loro nel caso in cui ne avessi avuto bisogno. Vi prego quindi di farvi da parte: dati cambiamenti che ci sono stati, non so se questi spiriti sono ancora nostri compagni o se invece dobbiamo combatterli. Lasciate che rivolga a loro la mia preghiera affinché ci aiutino ad attraversare questa sponda e raggiungere la magione. Non voglio che vi facciate del male a causa di una mia negligenza. ”
    « Whoa, whoa. Fai quello che devi. »
    "A dire il vero, signor Amon, io ed il signor Gaspode possiamo benissimo attraversare da soli, non ci servono barche. La sponda è abbastanza vicina, posso saltare il fiume facilmente."

    Nonostante i discorsi della fanciulla non fossero affatto errati -ancora più sensati se si considerava che Amon rappresentava di fatto uno sconosciuto trovato nudo nella foresta- restava che, in determinate situazioni, la sacralità dei luoghi imponesse una certa etichetta. Indifferenti all'abbigliamento o la razza dei presenti, quegli alberi erano invece sensibili alle loro intenzioni, oltre che ovviamente alla ritualità dei gesti e la volontaria sottomissione dello straniero alla Natura che tanto amava l'antica regina di quei luoghi. Fu quindi grazie alle preghiere di quel tale dai modi strani la reazione del bosco stesso e, lentamente, dopo una folata di vento, delle radici intrecciate fra loro salirono in superficie allo specchio d'acqua, allungandosi magicamente così da formare una specie di ponte estremamente grezzo e privo di corde per le mani. Questo collegava la riva con il castello, posto comunque ad una certa altezza: questo significava sì una via sicura, ma sicuramente poco adatta a chi -ad esempio- soffriva di vertigini.
    Sta di fatto che, in ogni caso, si sarebbe rivelata la via più sicura: in poco più di una manciata di minuti avrebbero ottenuto il loro accesso alla magione senza mai essere attaccati.

    All'interno le pareti lignee avrebbero accompagnato i loro passi ovunque si sarebbero diretti, ornate tutte con disegni di fiori e di mari, curiosamente profumati allo stesso modo, nonostante fossero ben lontani -ad esempio- dal mare e nonostante fosse palese che non abitasse nessuno che potesse disporre delle fragranze da davvero molto tempo.
    Il gruppo di avventurieri raggiunse e superò quindi un enorme salone che un tempo era stata sala da pranzo di Yoe e della sua Guardia, oltre che occasionalmente luogo di ricevimento di antichi re e regine. In un moto di nostalgia, Amon avrebbe sorpassato nei piani superiori gli ingressi agli appartamenti dei suoi vecchi compagni, fra cui Naxe o Mitsuki, anch'essi abbandonati all'incuria ed al tempo che trascorreva silente.

    Forse preso dalle emozioni che quel posto riusciva a regalargli, probabilmente Amon sarebbe stato l'ultimo dei tre a percepire una nuova sensazione -meno romantica e molto più sgradevole- di non essere poi così "soli", come in effetti i tre avventurieri si sarebbero aspettati.
    C'era un'altra presenza.
    Molto, molto vicina.
    Odorava di zolfo.

    Nonostante non fosse benevola ed accogliente come una gentile ed ossequiosa padrona di casa, non sembrava comunque volerli attaccare, o almeno chiunque avrebbe potuto fare quest'osservazione qualora si fosse deciso di seguire la scia lasciata da quello strano odore del tutto estraneo al resto della magione: i tre avventurieri avrebbero intravisto solo un'ombra serpentina sgusciare via dalla camera di Amon e salire verso l'ultimo piano.
    Quello della bella Yoe.

    Di cosa si trattava? Cosa era esattamente?
    Sembrava l'ombra di un drago... eppure poteva davvero un drago intrufolarsi in una reggia senza far danni?


    Turno 7

    La scelta di Amon è stata quella corretta, quindi vi siete risparmiati i vari problemi che avreste avuto se per caso aveste scelto un'altra soluzione per oltrepassare il fiume 8)

    Riuscite a entrare nella magione, ma vi accorgete che c'è una seconda presenza, oltre a voi: è molto rapida ed inizialmente era proprio nella parte del palazzo che funge da abitazione di Amon. Ciò nonostante, non appena si accorge che l'avete notato, sguscia via senza farsi notare, lasciando solo una scia di odore di zolfo e una grossa ombra serpentina che ricorda le fattezze di un drago.

    Siete abbastanza sicuri che questa presenza sia salita all'ultimo piano della reggia, dove un tempo dimorava Yoe stessa. Non sapete perchè, però. Sembra tutto in ordine.
    Decidete che fare.

    Kuma: hai la passiva di olfatto sviluppato. A differenza degli altri puoi seguire le sue tracce.
    Amon: qui riprendi tutto l'equip e ti senti anche meglio in senso di energie (interpretativo), forse perchè infondo sei appena tornato a casa tua.

    Scadenza: 7 Agosto, ore 23:59.



    Edited by Drusilia Galanodel - 1/8/2016, 20:51
     
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    Rispondo pacatamente. Aspettare qualche minuto in più o in meno non ci cambierà la vita, ma cadere per sbaglio in acque troppo alte sì; almeno per me. Vorrei almeno togliermi di dosso il mio dannato Frutto del Diavolo, prima di tirare le cuoia, cosa che preferirei non accadesse a causa di uno stupido annegamento, magari. Al di là di questo, più energie riusciamo a risparmiare per dopo, meglio è.
    La nostra breve attesa, alla fine, paga. Durante la preghiera di Amon, o quello che è, delle radici emergono dall'acqua, si intrecciano fra loro, formando una sorta di improvvisata passerella, e si estendono fino al forte, che viene così collegato alla nostra sponda. Molto comodo, ammesso di essere capaci di mantenere un minimo di equilibrio durante l'attraversamento. Al limite, chi può, al peggio nuoterà, salvo coccodrilli o piranha o chi per loro che non mi pare tuttavia di aver visto. Nonostante le mie seghe mentali, giungiamo al castello senza intoppi di sorta.
    Attraversiamo stanze e corridoi le cui pareti sono decorate da immagini e profumi di fiori e di mare. Almeno, a vedere gli ornamenti, presumo che tutto ciò che non sto ricollegando a delle piante si tratti di acqua salmastra. Per come sia possibile sentire tutti questi odori, ho due spiegazioni: o qualcuno si occupa manualmente e parecchio di frequente di spargere fragranze assortite per tutto il castello, o si tratta di un incantesimo; ma è più sensato pensare al secondo. Una soluzione d'arredo affascinante, se non altro.
    Superata anche la sala da pranzo, comincio a farmi un'idea approssimativa circa da quanto tempo questo posto deve essere inabitato: tanto. Nessun maggiordomo o cameriera si è presentato al nostro cospetto per accoglierci o per cacciarci via a pedate, nessun individuo abbiamo ancora avuto il piacere di incrociare, e neppure questa famosa Yoe pare voler comparire.
    « Sicuro di non ricordare da quanto non vieni qui? »
    Domando ad Amon. Viene da sospettare, a questo punto, che possano essere passati degli anni, se non addirittura dei decenni, dall'ultima volta che qualcuno ha messo piede qui. Se si trattasse di mere settimane o mesi, penso saremmo riusciti comunque a trovare un ponte o qualche guscio di noce per arrivare fin qui, senza bisogno di preghiere di sorta al Kijani Fahari.
    In alternativa, tutti i residenti di questo posto sono stati costretti a sloggiare per ragioni che non mi è ancora dato conoscere. Forse l'esplosione di energia magica potrebbe essere la chiave risolutiva dell'enigma o, chissà, magari le due faccende non c'entrano sul serio un cazzo; anche perché il fenomeno che io e Red siamo stati incaricati di indagare dovrebbe essere molto recente. Tutto questo, invece, no. Ma visto che la faccenda mi incuriosisce parecchio, la mia speranza è che Amon recuperi i suoi ricordi e sciolga la lingua.
    Qualunque cosa gli sia successa, in ogni caso, deve avere a che fare con la magia: il tartufo non mente.
    Poi, una presenza, e odore di zolfo.
    « Questo è un tuo amico, per caso? »
    Chiedo; ma in tutta franchezza ne dubito fortemente. La presenza non è ostile, ma se fosse stata davvero una conoscenza amichevole di Amon, questa non avrebbe cercato di allontanarsi. Non credo nemmeno che non si sia accorta di noi, giacché nessuno di noi tre -che mi risulti- ha cercato di nascondere la propria presenza.
    Improbabile anche che si tratti di una bestia selvatica: il castello, per quanto sia visibile il suo stato d'abbandono, non mi è parso essere tanto devastato; non rimane quindi che la possibilità di avere a che fare con una creatura senziente. Dall'ombra proiettata, sembrerebbe qualcosa di simile ad una serpe o... un drago.
    Si è diretto verso il piano di sopra, o rifuggendoci o aspettandosi che noi lo seguiamo.
    Arrivati a questo punto, è tutta una questione di iniziativa.
    « Rimanete all'erta. »
    Sussurro a Red e Amon, facendo attenzione a non farmi sentire da nessun altro, zampettando poi a passi misurati verso l'inizio della scalinata, senza però salire un solo gradino, affacciandomi anzi a malapena da un angolo.
    « Via, giovanotto! So benissimo che ci hai visto e so anche che capisci perfettamente ciò che dico. Ti va di scendere per scambiare quattro chiacchiere? Nessuno sta cercando grane, qui. »
    Dico, alzando il muso verso ciò che si dovrebbe celare all'ultimo piano. Se davvero è un semplice animale incapace di capire il linguaggio umano, allora non risponderà mai al mio richiamo, e rimarrà piuttosto là, in attesa. Ma, Carmen Miranda a parte, fino ad ora tutti i draghi di cui io sappia qualcosa sono esseri intelligenti.
    « Dico davvero. »
    Se non è ostile, si farà stanare. Se invece lo è, il Signore ci aiuti contro questa nuova gatta da pelare.

    GaspodeStato fisico: Perfetto.
    Stato mentale: Perfetto.
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, olfatto sviluppato, immunità alle malattie, percezione pericoli, mindfuck-alert, telecinesi.
    Scenici: Daltonismo, eterna vecchiaia, conoscenza del linguaggio umano e canide, nuvola di malattie attorno alla sua persona.
    Equipaggiamento: Frammento di AI, Ricevitore


    Edited by Kuma. - 2/8/2016, 13:48
     
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